Care e cari terrestri finalmente ci siamo, è arrivato il momento di darvi la data per un brano nuovo nuovo: “Pugno di sabbia”, primo singolo di un album di cui parleremo più avanti. Uscirà venerdì 20 ottobre.
Ripartiamo energici, pronti a risalire sul ring, con una chitarra distorta che fa a pugni con una batteria elettronica Roland 808, con urla e frasi che riflettono l’Italia di oggi, imprigionata in un passato che sembra non voler passare mai.
Ci sono i Subsonica di sempre ma anche quelli che continuando a combinare ritmi e elementi sonori diversi finiscono inevitabilmente per reinventarsi.

Mercoledì ci sarà un evento di presentazione a Milano con accesso fino ad esaurimento posti. Se siete iscritti alla newsletter riceverete nella vostra casella mail il link per partecipare, altrimenti lo trovate in bio.

Ci sarà anche un appuntamento più intimo nella nostra città, ne parleremo qui a breve.

#PugnoDiSabbia #Subsonica10
Ph. @ivan.cazzola
Artwork @marinocapitanio
@epicrecordsitaly

Max Casacci su FB

Non è scritto da nessuna parte che le canzoni debbano trattare temi reali, sociali, di denuncia o di sensibilizzazione. Anzi, ci sono stati momenti nei quali tutto ciò sembrava quasi un imperativo e l'effetto a lungo termine è stato talvolta quello di un conformismo degli opposti. Le canzoni devono poter nascere sincere, libere, spontanee, maliziose, provocatorie, leggere o moralmente scomode sotto ogni angolazione. Ciò nonostante oggi, per un'infinità di motivi che possono andare dalle modalità aggressive dei canali social, alla carenza di aree di riferimento o di appartenenza che non siano ancorate a categorie del passato (che in certi contesti sembra non passare), è raro imbattersi in canzoni che prendano una qualche posizione di risposta e fenomeni legati al contesto sociale e politico. Nell'Italia di oggi succedono cose che in altri momenti avrebbero provocato forti reazioni collettive negli ambienti della musica. Forse per questo ci siamo presi la briga di cercare una via per leggere il nostro presente, che rinunciasse al conforto delle lenti ideologiche, che non facesse leva sull'esclusivismo del "noi" vs "voialtri", che provasse a lasciare anche libertà di livelli di interpretazione, ma che prendesse posizione. Sono nate così diverse canzoni. Questa parla, tra le altre cose, della condizione di quasi un milione di ragazzi di seconda generazione, che si sentono italiani, che spesso non hanno legami culturali d'appartenenza con i paesi d'origine delle loro famiglie, a cui ci ostiniamo a negare la cittadinanza. In un momento nel quale il nostro sistema sociale, in seguito all'invecchiamento anagrafico, rischia il collasso. Ecco perché diciamo che nell'Italia del 2023, dove ancora ci tocca discutere di razzismo, il passato sembra non passare mai.