E’ il cooking show più seguito negli Stati Uniti, un format che esiste dal 2006 e non accenna a passare di moda: da questo autunno Top Chef arriverà anche in Italia grazie a Discovery, che sul canale Nove trasmetterà la prima edizione nostrana prodotta da Magnolia.

E non provate a chiamarlo Masterchef: il nome del programma non mente, perché qui la cucina televisiva raggiunge il suo livello massimo a partire dai concorrenti – tutti cuochi e capi brigata professionisti – fino ai giudici, la squadra più stellata di sempre della televisione italiana.

A partire da Annie Féolde, del Ristorante Enoteca Pinchiorri (Firenze), la prima donna in Italia ad aver conquistato tre stelle Michelin (e la quarta al mondo). Poi Moreno Cedroni, chef 2 stelle Michelin de La Madonnina del pescatore, del Clandestino e di Anikò. Giuliano Baldessari, chef stellato del Ristorante Aqua Crua di Barbarano Vicentino. E infine Mauro Colagreco, Chef-Padrone italo-argentino del ristorante Mirazur di Menton (Costa Azzurra) da doppia stella Michelin.

Otto puntate da 72 minuti, in onda in prima serata, in cui i telespettatori assisteranno a una sfida diversa, ai massimi livelli di qualità: ogni concorrente porta la sua esperienza, spesso una lunga tradizione famigliare, e avrà modo in alcune prove di esprimere la propria cucina. Ogni puntata si apre con la prova Quickfire, in cui bisognerà operare scelte rapide e decise e mostrare la propria abilità tecnica; la seconda prova sarà in esterna e la terza la Final Blade, tra i peggiori della giornata: lo schema però varierà spesso e aspettatevi grandi sorprese e sfide imprevedibili, talvolta con la presenza di ospiti. Al vincitore un premio di 50 mila euro, per migliorare la propria attività.

E per un programma “top” non poteva che esserci una scenografia “top”: il nostro sopralluogo in anteprima svela un set mai visto nel panorama dei programmi culinari italiani sia come dimensioni sia come cura del dettaglio. La scenografa Susanna Aldinio spiega: “L’idea è di fondere insieme le cucine del futuro e i ristoranti di alto livello: sia nell’utilizzo dei materiali, in gran parte riciclati dai processi industriali (come le pareti principali formate da pannelli forati che sono gli scarti della produzione dei tappi delle birre); sia nelle forme, basti vedere gli orti verticali presenti in studio che suggeriscono l’idea che i ristoranti top in futuro avranno coltivazioni interne e biologiche da cui attingere materie prime quali spezie, pomodorini, peperoncini”.

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