Plasma ha detto
Puntata sottotono dal punto di vista della ciccia, ossia delle performance, e questo ha permesso indubbiamente agli Stunt Pilots di spiccare in positivo su tutto il cast come i migliori della puntata, e allo stesso tempo agli Astromare di confermarsi come picco negativo, ma essendo comunque in buona compagnia a questo giro. Mi spiace sentire che alcuni act fossero sotto cortisone; sicuramente in generale è un momento non brillante dal punto di vista vocale per nessuno, però con tutte le sbavature del caso devo dire che il lavoro su produzioni, arrangiamenti, scenografie, ricerca musicale che offre questo talent mi sfama sempre come amante di musica, contento di aver riascoltato alcune chicche di repertorio dei Duran Duran, dei Beach Boys e di Ivan Graziani nonostante non fossero at their finest nelle rispettive cover. Ma questo talent nonostante non abbia i numeri a dargli ragione rimane comunque una gemma preziosa anche e soprattutto perché incoraggia la musica tutta, è inclusivo, non si appiattisce su un solo genere in voga al momento, e a me, che dei dati di ascolto e delle classifiche interessa il giusto, allieta sempre questo trend di non sacrificare mai determinate reference e un certo alone di ricercatezza qua e là.

Ho trovato del resto Annalisa portentosa e spaventosamente clean, ormai si fatica a distinguere una sua studio version da una sua live version, e tanta precisione nell'appoggiare vocals come fosse niente messa al servizio di un timbro così celeste trovo sia sempre una commistione uditiva gradevole, questo al di là del fatto che il suo repertorio recente non mi faccia impazzire tolto Bellissima. Vocalità tick, sicurezza e tenuta tick, repertorio so and so, ma ciò che ancora mi manca è un apparato scenico convincente, non ritrovo con lei quel quid che rende completo il momento pop on stage di una Beatrice Quinta 2022 o di una Elodie 2023, ossia il fatto di riempire la scena anche a livello visual, con movenze, sguardi, abiti, luci, iconic assets, quella fame negli occhi che travalica la quarta parete, e tutto ciò che rende un live accattivante anche da vedere. Non trovo in questo momento che il suo repertorio super poppish sia veicolato al 100% da degli staging o da una stage attitude che viaggino sulla stessa lunghezza d'onda: trovo tutto molto statico, ripetitivo, monodimensionale, e quel poco che ho visto in tv dal Forum mi ritrovo a confermarlo anche in questa sede, c'è bisogno di un radicale lavoro di visual rebranding, che in questo momento ancora trovo carente e che mi trasmette incompiutezza.

Sul versante polemiche, in realtà penso siano cambiati più che altro i tempi e le sensibilità. Morgan è lo stesso di sempre, non è peggiorato. In fin dei conti è lo stesso che nelle edizioni Rai alzava i medi verso il pubblico, abbandonava lo studio, accusava apertamente la Ventura di essere incompetente, stremava Facchinetti alla conduzione, incalzava Tommassini per le scenografie, interveniva a gamba tesa con animosità e spirito invettivo contro la musica che lui riteneva di poco pregio, remava contro Noemi, Mengoni, e mezzo cast di suoi concorrenti fintamente col solo obiettivo strategico di accaparrarsi un boost al televoto. Non vedo digievoluzioni, Morgan fa Morgan, da sempre, è la sua cifra televisiva e non dovrebbe più fare notizia dopo tutti questi anni il suo essere over the top. Ciò che è cambiato non è lui, ma il pubblico e come in generale tendiamo a reagire alle polemiche rispetto ad un tempo, abbiamo diffusamente una più bassa soglia di sopportazione rispetto a più di un decennio fa, siamo d'un tratto subito pieni e poco inclini ai teatrini forse perché è un genere televisivo arrivato a saturazione collettiva. That's it. Penso che l'unica vera esagerazione Morgan l'abbia compiuta al suo concerto, è quell'episodio che ancora non gli perdono e penso mai lo farò, e in generale passa dalla parte del torto quando stigmatizza individui socialmente in difficoltà (la sfera LGBTQIA+, chi soffre di depressione, ecc.), ma nel programma i suoi speech deliranti e politicamente scorretti inerenti alla gara, alle assegnazioni, alle esibizioni, ai commenti dei colleghi, alle scenografie, agli errori di conduzione ci sono sempre stati e penso facciano parte della narrazione televisiva con cui è nato il format italiano ed è cresciuto nelle sue edizioni più giovani e seguite. Solo che proiettare quello scenario da tavolo infuocato stile Rai in un'era come quella contemporanea ha un effetto kitsch proprio per il ruolo che ricoprono i social oggi, per come si è evoluta la nostra sensibilità di pubblico, per la più bassa soglia di sopportazione generale e perché, appunto, è una formula televisiva superata che ha raggiunto dei picchi in passato e adesso è fuori epoca, fuori scenario. Ma io sento comunque, al di là di dissociarmi convintamente per alcune gravi iperboli sociali, di essere per un 50% anche grato a Morgan per aver riportato tra le altre cose anche un certo tenore di analisi al tavolo, per aver mantenuto viva la retorica musicale seppur in un periodo storico in cui non interessa più a nessuno esplorare, ampliarsi e arricchirsi sull'argomento, e per aver riportato nel suo piccolo le assegnazioni pure al tavolo, dopo tante edizioni di auto-assegnazioni dove via via sempre più le artist proposition hanno fatto da padrone sostituendosi ad una liturgia per me imprescindibile di questo format, e che in quest'edizione un minimo si è ripristinata.  

sottoscrivo ogni singola parola anche io, ricordo le frecciatine a Tomassini e co., nulla di diverso rispetto a 10 anni fa. Unica precisazione che ci terrei a fare è che è dall'anno scorso che sono tornate le assegnazioni pure e non più le artist proposition.