Utente
7 agosto, 2013
NicksFactor ha detto
Non per dire però postare tutto insieme è un mezzo colpo basso od ho capito male io il regolamento?
- Più contenuti postate, più riceverete un bonus “sodo lavoro” che vi garantirà dei prezzi migliori per tutti i cantanti in asta.
- Più contenuti postate di un cantante specifico che poi comprerete, più riceverete un bonus “campione dell’artista”, che vi garantirà un prezzo unico per voi, più basso, per quell’artista specifico.
(cit.)
Utente
7 agosto, 2013
Videoclip all'aperto, -3 gradi. Non c'è problema!!!! 🤘🏿😁❤️ #Ildiluviouniversale #nuovovideo #saràbellissimo pic.twitter.com/cqX62Ib67M
— ANNALISA (@NaliOfficial) January 20, 2016
Cacciatore
Utente
7 agosto, 2013
Annalisa racconta la solitudine con la sua voce particolare (e dice pure una parolaccia). #Sanremo2016 @NaliOfficial
— Paolo Giordano (@IlPaoloGiordano) 22 Gennaio 2016
Utente
7 agosto, 2013
Annalisa racconta la solitudine con la sua voce particolare (e dice pure una parolaccia). #Sanremo2016 @NaliOfficial
— Paolo Giordano (@IlPaoloGiordano) January 22, 2016
Edit: sono stato anticipato, sorry ouro.
Utente
7 agosto, 2013
Enrico Ruggeri è uno che sa scrivere canzoni. Ed è molto rock pure a #Sanremo2016. @enricoruggeri
— Paolo Giordano (@IlPaoloGiordano) 22 Gennaio 2016
Utente
7 agosto, 2013
La voce di Dolcenera in Ora o mai più è realmente meravigliosa. @ManuDolcenera #Sanremo2016
— Paolo Giordano (@IlPaoloGiordano) January 22, 2016
Cacciatore
Utente
7 agosto, 2013
Valerio Scanu è andato al di là di ogni aspettativa: Finalmente piove batterà ogni pregiudizio. #Sanremo2016 @Valerio_Scanu
— Paolo Giordano (@IlPaoloGiordano) January 22, 2016
Utente
7 agosto, 2013
Copertina stellare del nuovo disco di Enrico Ruggeri. La classe stupisce sempre: https://t.co/nlgNuWW4ci @enricoruggeri
— Paolo Giordano (@IlPaoloGiordano) January 21, 2016
Cacciatore
Utente
7 agosto, 2013
ANNALISA
Finalmente Annalisa si è liberata da Kekko. E si sente. Tanto. Era ora direi. Il brano merita davvero tanto.
Nicks Lannister
Utente
7 agosto, 2013
Amori finiti, amori ritrovati, amori perduti e amori consolidati. Questo il filo conduttore della maggior parte dei brani presenti alla 66/ma edizione del festival di Sanremo, con qualche timida incursione nel mondo della migrazione, nei rapporti tra padri e figli e un vero e proprio ribaltamento di ogni canone musicale, con un brano completamente composto da sette ritornelli diversi sia dal punto di vista dei testi che da quello musicale.
Tra i venti brani in gara, presentati oggi alla stampa nella sede milanese della Rai da Carlo Conti e dal direttore di Rai1 Giancarlo Leone, spicca l'interpretazione di Patti Pravo con 'Cieli immensi', scritto da Fortunato Zampaglione, in cui la cantante veneta chiede costantemente "ma tu chi sei, che cosa vuoi da me e come mai mi pensi" dopo un amore finito male, che tuttavia fa fatica a dimenticare.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Annalisa con 'Il diluvio universale', dove "l'amore è una necessità di te" necessità però non corrisposta visto che il suo lui sta "dall'altra parte del mondo". Noemi, invece, con 'La Borsa di una donna' (scritta per lei da Marco Masini) cerca all'interno della sua borsa tutta la sua vita: una borsa che non "si intona quasi mai con quello che si sta vivendo" e dove "non c'è posto per dimenticare".
Utente
7 agosto, 2013
Patty Pravo: «Cieli immensi»
Fortunato Zampaglione firma la chanson dell'amore confuso, un talkin' che
si dispiega armonicamente presto e tanto. La colpa non è di lui e non è di
lei, tanto ormai «il passato è migliore di quello che poteva sembrare
allora».L'immagine del titolo è stantia, la prova d'interprete nobilita
molto. Voto: 6+.
Clementino: «Quando sono lontano»
Flusso lento e rallentato dall'orchestra, il dialetto entra per il
ritornello (neo)melodico. «La storia di un musicante emigrante anima
vagante» è una dichiarazione d'amore per la sua terra, il primo ammore:
«Tu si' tutt'a vita mia». Nulla di travolgente come «'O vient'», ma una
voce di dentro da quella città/regione/intero Meridione dove «chi porta i
figli a scuola tutti i giorni spera in un futuro migliore/ e c'è chi
guarda fuori e prega il signore». Unica certezza, unica promessa, quella
di restare «siempe 'mmiezz'a via». 7-.
Dolcenera: «Ora o mai più (Le cose cambiano)»
Con la mano autorale di Finaz, un gospel bianco sulle sliding doors della
quotidianità. Tutto può cambiare, tranne la canzone sanremese, che guarda
all'effetto facile, e qui lo centra pure, ripetendo poche banali parole
con intensità interpretativa. 5 e mezzo.
Alessio Bernabei: «Noi siamo infinito»
L'ex Dear Jack canta una donna il cui corpo «è la somma di tutti i
desideri» e la testa «è il racconto di ciò che sei e di quel che eri».
Vita complicata, per un esordio solista che nekkizza (voce del verbo:
imitare Nek) il sound della sua ex band. 4.
Stadio: «Un giorno mi dirai»
Grandi, Curreri e Chiaravalle senza troppa convinzione cercano la
complicità dei padri che hanno rinunciato alla propria vita, passione
compresa, per amore della figlia. Poi, mentre la melodia si fa rock, si
riempie e si svuota, le figlie crescono e i padri invecchiano. (6+)
Annalisa: «Il diluvio universale»
La biondina prova a diventare adulta, parte come «Sei bellissima» della
Bertè, e proprio come Loredana un tempo fa l'amore senza amore, anzi no,
perchè lui resta immobile all'altare - che sia già sposato? - come «la
canzone che non ho saputo cantare». Lei lo lascia e, prende la
metropolitana, che a quell'ora di notte fa rima con puttana, e poi
preferirà cucinare la vita come «fosse un buon piatto da buffet». 5-.
Neffa: «Sogni e nostalgia»
Voce black per una ballata celentanesca con arrangiamento
clavicembalizzante d'altri tempi. Il testo aiuta poco, ma questa è una
canzone. 6 e mezzo.
Valerio Scanu: «Finalmente piove»
L'acqua che scende riempie i laghi dove far l'amore in tutti i modi, ma
Fabrizio Moro non regala il riscatto al talent boy tale e quale. 4.
Noemi: «La borsa di una donna»
Masini sforna il titolo più originale e scava nel buco nero della
coscienza femminile, la rossa interprete ci mette intensità vocale tra gli
scontrini «inutile anestetico del suo dolore». In un anno di arrangiamenti
furbi, il pezzo cita - ahimè - la Tamaro e cresce lento, fino all'urlo
finale: «La borsa di una donna pesa come se la mia vita ci fosse dentro».
7.
Zero Assoluto: «Di me e di te»
Electropop di un amore «che fa a pugni senza guanti». «L'estate addosso»
incontra i Tiromancino a casa dei Righeira, ma non ce n'era bisogno. 4 e
mezzo.
Giovanni Caccamo e Debora Iurato: «Via da qui»
Sangiorgi tenta la strada della fecondazione eterologa e Caccamo parte
bene e delicato, con il beat del cuore umano per accompagnamento, poi la
Iurato normalizza e spegne il pezzo, da figlia di un Negramaro minore. Ma
i duetti, si sa, a Sanremo tirano. 6-.
Dear Jack: «Mezzo respiro»
Mezzo pezzo, lento-giovanilista: l'altra metà non arriva, e la band fa
persino peggio del suo ex vocalist. 3.
Bluvertigo: «Semplicemente»
Intro prog rock, poi un electropop «avverbiale» si innesta su una
scrittura complessa - per l'Ariston - tra contrappunto, echi di Battiato
ed elogio delle piccole cose quotidiane. Una reunion da premiare almeno per
il coraggio di puntare sulla musica e non sul personaggio Morgan. 7-
Lorenzo Fragola: «Infinite volte»
Cinque autori, altro che Pace-Panzeri-Pilat, ma la montagna (si fa per
dire) partorisce il topolino (e non si fa per dire). Bella voce, ma il
pezzo non c'è. 3 e mezzo.
Irene Fornaciari: «Blu»
E in questo mar ci è drammatico naufragare: un pescatore salva una donna
tra i flutti, il corpo del bambino sulla spiaggia è quello di Aylan.
«Questi fiori fra le onde/ chiedono pietà/ non più guerre e religioni»
(«no religion too» aveva già suggerito sua maestà Lennon). Il tema nobile
non basta a fare una canzone, per quanto la Zuccherina stia trovando
consapevolezza vocale. (Voto: 5)
Enrico Ruggeri: «Il primo amore non si scorda mai»
Metà chansonnier e metà rocker, il due volte vincitore all'Ariston
dovrebbe sapere che si può dare di più. La classe si sente, ma non basta.
(Voto: 5 e mezzo)
Francesca Michielin: «Nessun grado di separazione»
Ancora una bella ugola e poco più, ma almeno qui c'è il titolo-slogan per
trottolini amorosi e la relazione funziona. 5.
Rocco Hunt: «Wake up»
Senza tentare di bissare l'effetto sorpresa di «Nu juorno buono», meglio
inneggiare al risveglio di una generazione - «guagliù» - che sa che «lo
stato non ci sente soprattutto a noi del Sud», campa con la pensione del
nonno e balla un funky/disco/rap figlio del neapolitan power, tendenza
simpatico-verace alla Tullio De Piscopo. Il grido conclusivo, «Basta!», è
insieme frustrato e liberatorio. 7-.
Arisa: «Guardando il cielo»
L'ex fidanzato Giuseppe Anastasi serve alla cantante lucana riflessioni
spiritual-esoteriche sul senso della vita. Con vocalità inedita lei si
interroga su utopie e panteismo, ma... tornando a terra musicalmente poco
succede. 4 e mezzo.
Elio e le Storie Tese: «Vincere l'odio»
Geniale dedica d'amore a un femmeniello oversize, sette ritornelli diversi
in una sola, «brutta canzone» con acuto finale che cita il Ranieri di
«Perdere l'amore»: questa è una suite-pastiche da moderna opera buffa e
non un pezzullo da terra dei cachi. 8.
Utente
24 ottobre, 2013
non so se postato o meno ma comunque andiamo
http://www.tvblog.it/post/1237.....udizi-voti
PATTY PRAVO
Nel 1997 io e il mio storico compagno di banco Filippo adoravamo "E dimmi che non vuoi morire". Purtroppo, caro Filippo, "Cieli immensi" pur essendo un brano lento e raffinato, non regge il confronto. Implacabile: questo è un classico sanremese, con tanto di rime, allitterazioni, e lo special. Patty ne ha cantate di migliori.
CLEMENTINO
Un bel brano che però non si allontana di molto da "O'Vient" a livello di tematiche. Con qualche immancabile inserto in napoletano.
DOLCENERA
Niente di rivoluzionario, un pezzo molto soul, un po' alla Alicia Keys.
ALESSIO BERNABEI
Alessio Bernabei non vuole vincere facile, vuole vincere facilissimo. Ricordate Nek l'anno scorso? Ecco.
STADIO
Gli Stadio hanno conquistato il cuore della sala stampa con un tema insolito. "Se qualcuno è un padre di figlie femmine può commuoversi", ha anticipato Conti. Un pezzo molto rock (italiano, precisiamo, se no mi crocifiggono).
ANNALISA
Finalmente Annalisa si è liberata da Kekko. E si sente. Tanto. Era ora direi. Il brano merita davvero tanto.
NEFFA
Come stile si inserisce tra le sue ultime cose. Spettacolari, senza mezzi termini. Una brano un po' folkeggiante e qui sì, c'è il clavicembalo.
VALERIO SCANU
Non si direbbe che questo pezzo è stato scritto da Fabrizio Moro, momentaneamente in fissa con gli eventi atmosferici tanto cari ad altri suoi colleghi. Il testo lo trovo terrificante. Che Fabrizio abbia trovato a chi sbolognare le sue canzoni riuscite male?
NOEMI
L'idea di quello che c'è nella borsa di una donna è interessante ma cade un po' nella retorica. Niente di nuovo nemmeno a livello di stile, ma nonostante questo si è beccata gli applausi della stampa.
ZERO ASSOLUTO
Gli Zero Assoluto sono gli Zero Assoluto, tutturuturututtu, ma stavolta hanno incontrato Jovanotti.
GIOVANNI CACCAMO E DEBORAH IURATO
L'anno scorso dicevamo che Giovanni Caccamo è un 'giovane vecchio' e quest'anno ne abbiamo conferma con un duetto fermo agli anni Novanta in cui Deborah fa solo da comparsa.
DEAR JACK
Mi son venuti in mente gli Zero Assoluto degli anni passati. Una classica ballatona sanremese.
BLUVERTIGO
Ci chiedevamo perchè 'Morgan e i Bluvertigo'? Ecco la spiegazione. Sembra più un pezzo da "Canzoni dell'appartamento". Qualche applauso sparuto in sala stampa.
LORENZO FRAGOLA
Pensavo che Lorenzo Fragola potesse solo far meglio dopo "Siamo uguali" dell'anno scorso. Mi sbagliavo: il suo pezzo di quest'anno è una (banale) ballata, sull'amore, con il pianoforte. Tutti gli ingredienti per una canzone prevedibile e scontata, che ancora una volta non gli rende giustizia. Sanremesissima.
IRENE FORNACIARI
Un brano anonimo, sanremese quanto basta.
ENRICO RUGGERI
Ruggeri è LA sorpresa con un pezzo fantastico. Qualche anno fa era uscito il disco"Le canzoni ai testimoni", ingiustamente trascurato e sottovalutato da pubblico e stampa, da cui Enrico sembra aver trovato la chiave. "Il primo amore non si scorda mai" è elettronico e punk, come il cantautore non era da anni.
FRANCESCA MICHIELIN
Dopo un disco così bello ("d20") un tonfo: il suo brano sanremese la fa ingiustamente tornare indietro di 20 anni almeno. Un pezzo 'troppo vecchio' per le nuove sonorità che Francesca stava iniziando a esplorare.
ROCCO HUNT
Se questo pezzo non sveglia l'Italia sicuramente tirerà giù dalla poltrona le prime file dell'Ariston. Un adorabile pezzo molto funky-70ties-disco.
ARISA
E' una Arisata su temi alti, nessuna sorpresa.
ELIO E LE STORIE TESE
Dopo aver scritto una canzone con una nota gli Elii superano loro stessi, con una struttura folle e l'intero panorama della musica italiana scardinato, con un richiamo geniale in chiusura. Fa piegare dal ridere. Meritatissima ovazione in sala stampa.
---
Franceschina noooo
Utente
7 agosto, 2013
Annalisa – Il diluvio universale:
Inizio che fa molto Sei bellissima della Bertè. Esplode vocalmente dimostrando la bravura dell’interprete, ma implode a livello di appeal. Appare pesante come un macigno e non era probabilmente ciò che serviva all’artista, il cui problema non è mai stato dimostrare quanto sia brava, ma di accedere ad una popolarità più di massa.
Cinque
Arisa – Guardando il cielo:
Di ogni giorno prendo il buono così come noi di Arisa lo splendido cantato, a servizio però di una canzone non così forte come altre sue cose del passato, sia quando era scanzonata e vintage che quando è diventata melodica ed appassionata. Insomma tutta la tracklist del suo Amami di qualche anno fa, per dirla tutta, è superiore a questo brano. Strapperà però applausi in platea
Cinque 1/2
Alessio Bernabei – Noi siamo infinito:
L’esempio dato da Nek l’anno scorso da a Bernabei la voglia di osare in spazi dance. Brano atto a spaccare il mondo radio e forse quello è il vero punto di arrivo. Il risultato live potrebbe far la differenza su un pezzo carino, leggero, senza impegno, ma alla fine chi glielo chiedeva?
Sei
Bluvertigo – Semplicemente:
Sembra di tornare indietro alla fine degli anni 90, quando la band fondendo new wave, elettronica 80 e deliri rock eclettici dettava le leggi del nuovo che avanzava. Adesso forse suona meno nuovo ma indubbiamente valido ancora. Morgan in forma.
Sei 1/2
Giovanni Caccamo & Deborah Iurato – Via da qui :
Il cantato di Caccamo ricorda De Gregori che sposa all’improvviso i Negramaro, di cui Sangiorgi qui è firma. La Iurato è brava ma impersonale. Se cantata bene live può facilmente strappare l’applauso della sala, ma Sangiorgi ha scritto di meglio.
Cinque 1/2
Clementino – Quando sono lontano:
Il rapper canta di emigrazione, stelle inseguite e forse mai toccate. Inciso adatto ad essere cantato, nonostante il dialetto napoletano, usato comunque in maniera comprensibile. Perde la sua caratteristica velocità nel freestyle per far posto alla melodia che a Sanremo fa sempre presa.
Sette
Dear Jack – Mezzo respiro:
Musicalmente restano dove stavano col precedente leader, anche se perdono l’irruenza d’impatto, guadagnando magari in personalità vocale. L’orchestra ha il suo bel da fare per accompagnare la band, cosa che non sempre accade a servizio dei complessi. Resta nella media.
Sei
Dolcenera – Ora o mai più:
Come può la semplicità migliorare un rapporto? Dolcenera lo spiega in maniera meno radiofonica rispetto ai suoi standard ma vocalmente ardita con sostegno corale importante. “Blueseggia” con successo in alcuni momenti.
Sei 1/2
Elio e le Storie Tese – Vincere l’odio:
GENIALI e BASTA! Che altro vuoi dire?
Nove
Irene Fornaciari – Blu:
Piglio vocale diverso dal suo solito, tanto che si stenta a riconoscerla. La ballata è importante per testo ma anche per interpretazione, forte e sentita. Irene torna in maniera più convincente di quanto fatto fino ad oggi.
Sei +
Lorenzo Fragola – Infinite volte:
Infiniti autori per una ballata di maniera, con ardito falsetto che live potrebbe creare non pochi problemi al suo interprete, sempre un po’ fragilino nell’intonazione. Forse troppo sanremese nel senso comune del tempo per uno dei giovani rampolli del pop.
Cinque =
Rocco Hunt – Wake up:
Hop Hop in chiave dance incisivo e ficcante, con testo ispirato e politicamente impegnato, ma raccontato con la leggerezza utile ad arrivare a risultato. Potrebbe essere un punto di forza di tutto il Festival anche dopo in radio e far ballare al contempo la sempre stantia platea dell’Ariston.
Sette +
Francesca Michielin – Nessun grado di separazione:
Ci ha provato gusto con le basi elettroniche Francesca che approda al festival con un brano personale giocato sul sapersi aprire, vincere reticenze ed uscire da scatole in cui si è chiusi. Nell’arrangiamento si sente che la nostra ha lavorato tanto con Elisa da cui ha rubato qualche segreto, pur senza acquisirne ancora la forza.
Sei 1/2
Neffa – Sogni e nostalgia:
Fiati a “scanzonare” su un inciso cantabilissimo. Neffa resta fedele al suo ultimo percorso apparendo simpaticamente radiofonico, pur senza perdere in originalità Immaginabile nell’esecuzione con l’orchestra.
Sette
Noemi – La borsa di una donna:
Testo molto lungo, ma racconto fedele di un mondo che effettivamente una donna custodisce nella sua borsa. C’è Masini nel testo e si sente, anche forse nell’intenzione interpretativa, pur se Noemi ha sempre il suo piglio estremamente personale. Il crescendo conquista applausi.
Sette +
Patty Pravo – Cieli immensi:
Molto Zampaglione la base. Ariosa e forse meno ardita vocalmente di cose che l’hanno messa alla prova nelle recenti uscite sanremesi. Buon bridge, brano di livello che sta bene alla sua interprete. Magari divino no, ma sicuramente buono.
Sei 1/2
Enrico Ruggeri – Il primo amore non si scorda mai:
Torna all’approccio elettronico degli esordi Ruggeri, per una canzone d’amore che sfocia in ambientazioni rock per l’inciso. Forse è il più grintoso di tutti i big e per essere quello più in la con gli anni è meritevole di lode.
Sei 1/2
Valerio Scanu – Finalmente piove:
Ci voleva Moro per regalare a Scanu la miglior canzone della sua carriera, di buonissimo vocalist, ma senza un repertorio convincente. Potrebbe mirare al podio unendo la capacità dell’esecutore, la bravura autorale di cotanta firma e la potenza al televoto dei suoi fans.
Sette
Stadio – Un giorno mi dirai:
Curreri è sempre garanzia di buona scrittura, poggiata sulle doti di chi poi interpreterà i suoi pezzi e quando li tiene per se, diventano inevitabilmente Stadio d.o.c. Il brano potrebbe dare alla band un nuovo spazio nel mondo pop/rock odierno, nell’ultimo periodo un po’ perso, in quanto a visibilità. Sullo sfondo della storia il colloquio mai semplice tra padre e figlia. Risolto? Chi può saperlo
Sei 1/2
Zero Assoluto – Di me e di te:
Uptempo solito per il loro mestiere. Indubbiamente non a livello del pezzo della scorsa estate, quel L’Amore comune che li ha riportati all’attenzione dopo un periodo breve di oblio. Insomma, però, brano leggerotto che non passa alla storia o per lo meno per non più di cinque minuti.
Quattro 1/2
Utente
7 agosto, 2013
La cover per #Sanremo2016 è #Dedicato @LoredanaBerte Dedicato a come ero ieri, ai miei pensieri e dedicato a voi pic.twitter.com/5Tg2GTGarM
— Noemi (@noemiofficial) 22 Gennaio 2016
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