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Your Team Sanremo - Vincitore a pagina 17
Cassa
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22 gennaio, 2016 - 17:02
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JoJo
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22 gennaio, 2016 - 17:10
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Io che ormai punto tutto su Scanu visto che nessuno lo considera.

bilirubina
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22 gennaio, 2016 - 17:17
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Radio24

 

 

Un mosaico con venti pezzi di forme e colori diversi. Carlo Conti ha cercato di accontentare tutti i gusti per il Sanremo 2016. A giocarsela sono Francesca Michielin, con un pezzo pop davvero forte, Arisa, con una ballata toccante dal testo pieno di spiritualità che la veste perfettamente, il duetto Caccamo-Iurato (un brano superclassico di Giuliano Sangiorgi come un classico è il successo dei duetti a Sanremo) e a sorpresa Valerio Scanu che stupirà con un pezzo di Fabrizio Moro e un "no tu non hai tu non hai" che tutti cantano al primo colpo. Alla presentazione dei pezzi alla stampa inevitabile l'applauso per Elio e le storie tese: un magnifico delirio di sette ritornelli di sette atmosfere diverse e un testo in cui il verso "topinamburbera / energumena accarezzami lo stesso" è la parte più sobria. Difficili ma ad effetto i pezzi di Noemi (il testo più bello) Annalisa (l'unica parolaccia del festival, ma brano molto ambizioso) Dolcenera (in versione soul).

A uso radio ci sono il pop romantico di Fragola, quello fin troppo alla Nek di Alessio Bernabei, quello leggerissimo degli Zeroassoluto, dei Dear Jack che occupano la casella lasciata libera dai Modà. Musicalmente arditi i Bluvertigo, con infinite e spiazzanti variazioni di una melodia tradizionale. Neffa non stupisce, è puro stile Neffa, Irene Fornaciari parla di immigrazione, di precarietà giovani e sud Rocco Hunt (e all'Ariston si parlerà do partite iva). Clementino canta l'emigrante in rap. Emozioneranno le colonne storiche: impeccabile Patty Pravo, gli Stadio rock con un testo sulla paternità, Enrico Ruggeri sul primo amore. Sarà un leone sul palco.

Cassa
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22 gennaio, 2016 - 17:19
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Vale questo? 

 

Fonte: @Alex87 

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Cassa
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bilirubina
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22 gennaio, 2016 - 17:22
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Gemitaiz su Clementino:

spende buone parole per Clementino, prossimo concorrente di Sanremo "Credo possa fare bella figura, senza passare per l'ennesimo rapper che cerca visibilità".

Fonte

bilirubina
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22 gennaio, 2016 - 17:25
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ansa

 

Annalisa - “Il diluvio universale” - Annalisa è uno dei talenti più sicuri del nuovo pop italiano. Qui veste di elettronica una ballata che segue alcuni schemi tipici dei cantanti della sua generazione. In più nel testo, il cui clima è riassunto in “stasera rimango a casa a cucinare la vita come un piatto del buffet”, compare la parola “puttana”, un segno del tempo che passa (in 4/3/1943 i ladri e le puttane divennero la gente del porto ...). 6

Noemi – “La borsa di una donna” - Al primo ascolto il pezzo migliore, pieno di sfumature, con una struttura originale priva del classico ritornello e una tessitura cucita su misura sui toni rugosi della voce di Noemi. Scritto da Marco Masini, il testo è un bel ritratto dell'universo al femminile visto attraverso gli oggetti che riempiono le borse. 8

Giovanni Caccamo e Deborah Iurato - “Via da qui” - Il pezzo lo ha scritto Giuliano Sangiorgi che, è difficile dire se la cosa sia voluta, in certi passaggi, nella ripetizione di “via da qui” ricorda addirittura “Stormy Weather”. Dal punto di vista vocale è piuttosto difficile: c'è solo da sperare che i due ragazzi non lo trasformino in un combattimento di ugole. 6

Lorenzo Fragola - “Infinite volte” - E' tutto costruito su quel concetto di cantabilità che negli ultimi anni ha portato alla vittoria al festival. E per non sbagliare c'è anche il cambio di tonalità finale. Tra i favoriti della vigilia. 6

Arisa – “Guardando il cielo” - “Prima di dormire io che ho preso tutto da mia nonna faccio una preghiera a Dio” canta Arisa che applica alle canzoni lo schema dei franchise cinematografici: dividere in più capitoli lo stesso racconto. 5

Elio e le storie tese – “Vincere l'odio” - Le canzoni che portano al Festival sono cura per difendersi dalla banalità. Si dice che per vincere a Sanremo (loro hanno “quasi vinto” con “La Terra dei cachi”) ci vuole il ritornello? E gli “Eli” portano un brano fatto solo da ritornelli, completamente diversi l'uno dall'altro. E solo l'acuto finale, che cita “Perdere l'amore” è la chiave per capire che anche il titolo è tutto da ridere. Irresistibile. 8

JoJo
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22 gennaio, 2016 - 17:26
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bilirubina
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22 gennaio, 2016 - 17:27
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Questo post non esiste.

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22 gennaio, 2016 - 17:27
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http://www.spettakolo.it/2016/.....e-canzoni/

Annalisa è il solito talento incompiuto, una canzone che non è chiaro se parli di un amore irrisolto o una mancanza di fede, in cui si ritrova in metropolitana dove “l’unica che mi sorride è una puttana”. Arisa è intensa interprete di una canzone che invita a prendere le cose con ottimismo nonostante tutto “tanto a cosa serve a un uomo svegliarsi e dire che oggi non andrà”. L’ex Dear Jack Alessio Bernabei, complice Roberto Casalino, si offre in solitaria con una canzoncina allegra e danzabile ben costuita sul poco o nulla. Il suo ex gruppo non è da meno con il nuovo cantante Leiner e un Mezzo respiro pop per il pubblico dei talent. Clementino si imbarca nella storia rap di un musicante emigrante, in lingua mista italo napoletana, Dolcenera trova nelle sue corde una canzone semplice, bluesata, scura e d’atmosfera sulle cose semplici che possono cambiare tutto, come l’uomo giusto. Molto simile Irene Fornaciari, prodotta da papà Zucchero con una canzone discreta e dipinta di blu, con un velato spirito umanitario e pacifista.

Cresce alla distanza la bassanese Michielin, con una canzone dal testo meno scontato di altre, aria moderna, semplice, efficace, su un rapporto che va “in una sola direzione in questo universo che si muove”.
Morgan torna a fondersi con i Bluvertigo (scompare la denominazione disgiunta usata nella presentazione) ma la canzone è tutta sua ed è una delle migliori produzioni dell’estroso musicantante brianzolo, una musica orchestrale che incrocia temi e dissonanze in manera sapientemente confusa e una melodia lineare, raccontando dell’importanza anche di un fatto da niente.
Neffa offre una bella canzone d’autore, dal sapore folk, che racconta anche di “chi ride perché sei nel fango”. Noemi si affida a Masini per raccontare con tante parole come la borsa di una donna sia la metafora della sua vita. E’ un bel pezzo “alla Noemi” con tutti i pregi e difetti che la rossa cantante non ha mai modificato nel tempo. I Cieli immensi diPatty Pravo sono una elegante prova d’autore, in una canzone oscura, lenta, che si dipana a tempo lento con gran classe aprendosi nel finale. Ruggeri invece irrompe con ritmi anni Sessanta in una sua tipica canzone rock che ricorda a tratti Scende la pioggia affermando sin dal titolo che il primo amore non si scorda mai. Valerio Scanu si ritrova disegnata su misura una canzone di Fabrizio Moro sulle vittorie e le sconfitte personali, molto intensa soprattutto prima che il cantante cerchi voli pindarici con la voce. Gli Stadio son gli Stadio, la voce di Curreri, un arrangiamento senza fronzoli, una canzone che scorre veloce nel dialogo tra un padre e una figlia destinati a non capirsi fino in fondo.
Funzionano all’ascolto anche gli Zero Assoluto, che fanno un po’ il verso ai Righeira raccontando di una donna dei suoi silenzi degli sguardi.
Ma ovviamente tutti sono in attesa dell’ultima follia di Elio e le Storie Tese. La banda di matti si è inventata per questo festival una canzone a citazioni con sette ritornelli diversa concatenati, ciascuno legato a uno stile o a una canzone del passato, giocando con le sgrammatiucature, il dialetto, il rock’n’roll, la melodia italica, i Pooh, le gemelle Kessler e la dieta vegana. Il secondo ritornello che cita le difficoltà di un “femminiello” a Napoli, che poi trova consolazione allo stadio guardando il calcio sempra scritta apposta per l’allenatore Sarri, ma in anticipo. Il finale ribalta il tradizionale “Perdere l’amore” di Ranieri diventando Vincere l’odio perchè la morale ci vuole anche nel nonsense.
Ora la palla passa al palcoscenico dove fra un paio di settimane queste canzoni prenderanno vita e peso.

smiley
Utente DIAMANTE

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22 gennaio, 2016 - 17:30
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http://www.melty.it/sanremo-20.....88661.html

ANNALISA - 'IL DILUVIO UNIVERSALE'
Con il brano ‘Il diluvio universale’ Annalisa affronta il suo quarto ‘Festival di Sanremo’ con un tocco di classe in più. Caratterizzata dalla sua voce precisa e potente, la canzone - firmata da Diego Calvetti e dalla stessa cantautrice - risulta, fin dal primo ascolto, essere un singolo allo stesso tempo ambizioso e imprevedibile. Una vera piccola sorpresa per l’edizione 2016 del Festival.
ARISA - 'GUARDANDO IL CIELO'
Firmato, ancora una volta, dal suo storico autore Giuseppe Anastasi, ‘Guardando il cielo’ non poteva che non essere un brano ‘alla Arisa’. L’arrangiamento orchestrale e la voce cristallina della cantante rendono, sempre più, la canzone raffinata e pulita, e, per la prima volta, l’artista cerca di esprimere la sua idea su cosa ci sia al di là della vita.

ALESSIO BERNABEI - 'NOI SIAMO INFINITO'
Dopo aver lasciato all’improvviso i Dear Jack, Alessio Bernabei debutta nel panorama musicale italiano con ‘Noi siamo infinito’, un brano veloce e molto radiofonico (lo stile ricorda vagamente il Nek della passata edizione) caratterizzato da un arrangiamento pop elettronico.

BLUVERTIGO - 'SEMPLICEMENTE'
Scritto interamente da Morgan, ‘Semplicemente’ dei Bluvertigo è forse uno dei brani più complessi del Festival. Non solo dal punto di vista autorale, ma anche dal punto di vista musicale: infatti, il singolo coniuga sia la sperimentazione che la tradizione della canzone italiana in un unico pezzo.

GIOVANNI CACCAMO E DEBORAH IURATO - 'VIA DA QUI'
Giovanni Caccamo e Deborah Iurato saranno i perfetti eredi della grande tradizione sanremese (il loro singolo racconta una storia d’amore in crisi terminale). Il loro brano, ‘Via da qui’ – firmato da Giuliano Sangiorgi, è, senza alcun dubbio, una canzone in vecchio stile che riesce ad incrociare magicamente le due voci.

CLEMENTINO - 'QUANDO SONO LONTANO'
Al suo primo ‘Festival di Sanremo’ Clementino cercherà di conquistare il pubblico italiano con ‘Quando sono lontano’, una canzone rap immediata e incalzante con la quale l’artista narrerà i sogni e il passato di un emigrante che si è lontanato da casa per la sua musica.

DEAR JACK - 'MEZZO RESPIRO'
Amore, amore e ancora amore. I Dear Jack, senza Alessio Bernabei, ma con Leiner Riflessi, portano a Sanremo una ballata pop rock incentrata su una storia al capolinea. La nuova formazione della band risulta essere riuscita e ben amalgata, il brano invece uno dei più radiofonici di questa edizione.

DOLCENERA - 'ORA O MAI PIÙ (LE COSE CAMBIANO)'
Dolcenera, dopo diversi anni, torna finalmente all’Ariston con un brano ambizioso e molto interessante. ‘Ora o mai più (le cose cambiano)’ non è una semplice ballad, ma la perfetta alchimia tra jazz e gospel in cui la voce dell’artista risulta essere, ancor più, potente e dinamica. Una vera sorpresa di questa 66esima edizione del ‘Festival di Sanremo’.

ELIO E LE STORIE TESE - 'VINCERE L'ODIO'
Ovviamente la canzone più esilarante di Sanremo è firmata dagli Elio e le Storie Tese. ‘Vincere l’odio’, oltre ad essere un gioco di parole e di provocazioni allo stato puro, è una vera e propria macedonia di stili. Dal twist alla ballad, dal pezzo partenopeo alla marcia, il tutto per un brano in cui la band cerca di prendere in giro la musica italiana nel suo complesso.

IRENE FORNACIARI - 'BLU'
Irene Fornaciari è pronta a ‘lanciarsi’ nel suo quarto Sanremo con un brano ricco di forti suggestioni e dal sapore classico. ‘Blu’, scritta assieme a Giuseppe Dati, è infatti una canzone molto semplice che cerca di affrontare indirettamente il tema dei migranti.

LORENZO FRAGOLA - 'INFINITE VOLTE'
Reduce dal successo dello scorso anno, Lorenzo Fragola ci riprova e porta a Sanremo una ballata allo stesso tempo romantica e triste (la voce narrante riflette sugli errori e sui sogni perduti dopo la fine di un amore). Pronta a gareggiare per le prime posizioni, la canzone, già dal primo ascolto, è estremamente efficace e radiofonica.

FRANCESCA MICHIELIN - 'NESSUN GRADO DI SEPARAZIONE'
Scritta da Federica Abbate e da Cheope (ma al testo collabora la stessa cantautrice), ‘Nessun grado di separazione’ è il debutto sanremese di Francesca Michielin. Grazie al suo arrangiamento dal sapore contemporaneo, il brano risulta essere uno dei più originali e uno dei più internazionali. Non è una semplice canzone d’amore, ma un vero e proprio inno a lasciarsi trasportare dalle emozioni. Una conferma da una voce unica nel suo genere.

NEFFA - 'SOGNI E NOSTALGIA'
Ritornare al Festival dopo 12 anni non è da tutti. Neffa lo fa portando con sé‘Sogni e nostalgia’, un brano assolutamente in ‘stile Neffa’ che prende spunto indubbiamente da qualche classico di Adriano Celentano. Da riascoltare.

NOEMI - 'LA BORSA DI UNA DONNA'
Habemus vincitrice? Forse. Noemi, al suo quarto Sanremo, stupisce, ancora una volta, con ‘La borsa di una donna’. Firmata da Marco Masini, la canzone sfugge dalla struttura tradizionale e descrive i desideri, le paure e i segreti che si possono trovare nella borsa di una donna. Un piccolo gioiello che l’artista, con la sua voce, lo ha reso inconfondibile e ambizioso.

PATTY PRAVO - 'CIELI IMMENSI'
Nulla di nuovo sul fronte Patty Pravo. Una delle artiste italiane più versatili di sempre torna a Sanremo con una canzone poco convincente (solo il ritornello è abbastanza forte) e, in alcuni tratti, un po’ banale. Da riascoltare.

ROCCO HUNT - 'WAKE UP'
Vincitore due anni fa tra le Nuove Proposte, Rocco Hunt ritorna a Sanremo con‘Wake up’, un brano, senza alcun dubbio, energico (forse uno dei più forti radiofonicamente parlando), ma di poco spessore. Da riascoltare, in particolare il ritornello in napoletano.

ENRICO RUGGERI - 'IL PRIMO AMORE NON SI SCORDA MAI'
Come Patty Pravo, anche Enrico Ruggeri è pronto a tornare al Festival. ‘Il primo amore non si scorda mai’ è una ballata elettronica (vecchio stile, però) con sfumature – soprattutto nel ritornello – rock. Originale quanto basta.

VALERIO SCANU - 'FINALMENTE PIOVE'
Con Noemi è, senza alcun dubbio, l’artista che ha colpito di più. Valerio Scanu, dopo aver vinto sei anni fa il Festival, torna alla grande e stupisce, fin dal primo ascolto, con la sua ‘Finalmente piove’. Scritta da Fabrizio Moro, la canzone è una ballata pop sentita e intensa che sfocia nell’elettronico in alcuni punti. Una vera e propria sorpresa, pronta a conquistarsi il podio di Sanremo.

STADIO - 'UN GIORNO MI DIRAI'
Uno dei brani più delicati e commoventi del ‘Festival di Sanremo 2016’ è sicuramente la canzone degli Stadio. ‘Un giorno mi dirai’ è una lettera di un padre alla figlia che si pone l’obbiettivo di spiegare come lei sia la cosa più importante della sua vita. Una ballata rock molto classica e a dir poco struggente.

ZERO ASSOLUTO - 'DI ME E DI TE'
Anche loro tornano a Sanremo. Dopo nove anni, gli Zero Assoluto si presentano all’Ariston con un brano pop rock che si rifà allo stile per cui Matteo e Thomas sono saliti alla ribalta. Caratterizzato da un ritmo incalzante e veloce, il brano è uno dei pochi a raccontare di un amore trionfale. Da tenere sottocchio.

 

nnn però bili prima aveva un tweet della venegoni? sadida

bilirubina
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22 gennaio, 2016 - 17:33
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smiley ha detto

nnn però bili prima aveva un tweet della venegoni? 

Yes, l'ho modificato alle 17:32, quindi è valido il tuo.

Cassa
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22 gennaio, 2016 - 17:39
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smiley
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22 gennaio, 2016 - 17:51
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Ansa

Francesca Michielin - “Nessun grado di separazione” - La Michielin è una delle nuove realtà del pop italiano, un'artista in crescita che cerca soluzioni non banali anche se punta molto sull'orecchiabilità. 6

Dear Jack - “Mezzo respiro” - C'è un chiaro debito nei confronti di Tiziano Ferro. Nella ricerca del pop ad alta intensità si avverte lo sforzo di prendere strade diverse rispetto al passato con cui comunque, (per una coincidenza?) fanno i conti subito, visto che in gara c'è Alessio Bernabei. 5

Cassa
Napoli
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22 gennaio, 2016 - 17:57
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Ecco le canzoni del girone Campioni del Festival di Sanremo nell'ordine in cui sono state ascoltate dalla stampa alla Rai di Milano.

Patty Pravo – “Cieli Immensi” – Giusto che salga sul palco del festival per celebrare i 50 anni di carriera. Il brano è una ballata melodica, con tonalità basse e un “Bridge” impegnativo che terrà col fiato sospeso i fan della Patty (e non solo). 6

Clementino – “Quando sono lontano”. Assecondando le nuove tendenze, anche Clementino vira verso il pop, puntando più sulla melodia che sull'energia. 5

Dolcenera - “Ora o mai più” (le cose cambiano) – Un 6/8 dalle radici blues tipico del repertorio di una cantante che esibisce il suo temperamento e che qui usa il Soul per poter sfoderare gli acuti. 5

Alessio Bernabei - “Noi siamo infinito” - L'ex cantante dei Dear Jack va da solo e può contare sulla frase “la mia pelle è corteccia” che può rivaleggiare con l'indimenticabile “in tutti luoghi e in tutti i laghi” di Scanu. Squisitezze linguistiche a parte, il brano è un pop dance che ricorda da vicino Nek. 5

Stadio - “Un giorno mi dirai” - Una bella canzone elegante, come sempre interpretata con elegante intensità da Gaetano Curreri. Il testo è il toccante racconto di un rapporto padre-figlia. 7

 

Neffa - “Sogni e nostalgia” - Ci sono anche la sabbia e i cieli blu in questa ballata dal sapore quasi folk che deve tantissimo a Celentano. 5

Valerio Scanu - “Finalmente piove” - Rivitalizzato da “Tale e Quale Show”, Scanu torna al festival e dal suo nuovo mentore Carlo Conti. Nel brano, che segue le regole della nuova melodia sanremese, si sente lo stile arrabbiato del suo autore, Fabrizio Moro. 5

 

Zero Assoluto - “Di me e di te” - C'è “l'amore che fa a pugni senza guanti” in questa canzone leggera e innocua con qualche accenno dance. 5

Giovanni Caccamo e Deborah Iurato - “Via da qui” - Il pezzo lo ha scritto Giuliano Sangiorgi che, è difficile dire se la cosa sia voluta, in certi passaggi, nella ripetizione di “via da qui” ricorda addirittura “Stormy Weather”. Dal punto di vista vocale è piuttosto difficile: c'è solo da sperare che i due ragazzi non lo trasformino in un combattimento di ugole. 6

Bluvertigo - “Semplicemente” - Morgan (che è l'autore) ha resistito alla tentazione del “famolo strano”. C'è un curioso mix di Progressive classico ed elettro pop che nasconde dissonanze non banali. “Anche un fatto da niente attraversato dalla corrente nello spazio e nel tempo nasce piccolo infinitamente poi diventa troppo importante” è il refrain con cui Morgan affronta il ritorno a Sanremo dopo la clamorosa esclusione di qualche anno fa. 6

 

Irene Fornaciari - “Blu” - Ennesimo tentativo di lanciare una carriera mai decollata. Blu non sembra avere un'identità spiccata rispetto all'atmosfera generale: si nota nel testo “una donna in mezzo al mare vestita di blu, la prende in braccio un pescatore bello come Gesù e nel suo sguardo si arrende l'amore purissimo”. 5

Enrico Ruggeri - “Il primo amore non si scorda mai” - Per il suo ritorno al festival, come rappresentante della canzone d'autore, Ruggeri presenta un curioso mix tra pop elettro sinfonico e un ritornello con qualche eco di “It's The End Of The World” dei REM. 6

 

Rocco Hunt - “Wake Up” - Una hit annunciata, una scossa di energia, destinata a risaltare ancora di più in confronto al clima generale. Un testo con incursioni nel “napolitanenglish” per descrivere la rabbia giovanile cantato da un ragazzo che genera empatia con la naturalezza con cui improvvisa il free style. 7

 

http://www.ansa.it/sito/notizi.....1fa9e.html

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22 gennaio, 2016 - 17:57
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Francesca Michielin - Nessun grado di separazione: esempio di canzone che si muove in maniera autonoma rispetto agli schemi richiesti. La strofa si apre nel ritornello in modo naturale ma non scontato, sfociando in una melodia contagiosa, con qualche virtuosismo vocale. Arrangiamento interessante, con atmosfere sognanti, un pizzico di elettronica e tappeti che ricordano influenze internazionali.

Lorenzo Fragola - Infinite volte: il pezzo detiene il primato per il maggior numero di volte in cui viene usata la parola amore. Con il suo impasto di romanticismo e nostalgia può funzionare, pur senza eccessi di originalità.

Annalisa - Il diluvio universale: da Kekko (l'anno scorso "Una finestra tra le stelle") a Diego Calvetti significa cambiare universo di riferimento. Pezzo con grandi aperture ma senza facili solleticamenti al gusto più facile. Annalisa continua a crescere e lo dimostra con un pezzo dall'atmosfera vagamente onirica e dalla melodia raffinata e non banale. Ha però bisogno di tempo per entrare nella testa. 

Neffa - Sogni e nostalgia: simpatica parentesi canzone fuori dal tempo, tra sezioni fiati e spinette. Marcetta tipica di Pellino con melodia nostalgica di anni perduti, perfettamente in linea con il testo.

 

Noemi - La borsa di una donna: la borsa è la metafora per il bagaglio di esperienze, amori, dolori e contraddizioni che una donna si porta dietro. E Noemi la canta con un pezzo d'atmosfera che prende l'ascoltatore per mano piuttosto che colpirlo con il colpo a effetto. +

bilirubina
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22 gennaio, 2016 - 17:59
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Arisa - Guardando il cielo: arrangiamento delicato, una strofa con il giusto tocco di nostalgia che viene spazzato via da un ritornello sorprendemente solare che porta su un terreno che non ti aspetti. E su tutto l'interpretazione di Arisa, in questi casi valore aggiunto a un brano già di per sé sopra la media.  

Elio e le storie tese - Vincere l'odio: se l'ultima volta avevano presentato la canzone con una nota sola questa volta hanno lasciato da parte le strofe mettendo insieme solo ritornelli che si susseguono in maniera vorticosa. Un medley folle che riassume 50 anni di melodia italiana, praticamente impossibile da memorizzare al primo colpo. E quel "vincere l'odio" del titolo è il ribaltamento di un classico sanremese... Perdere l'amore.

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22 gennaio, 2016 - 18:05
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Dolcenera - Ora o mai più (le cose cambiano): un pezzo profondamente black, con attacco quasi solo piano e voce è un crescendo che sfocia con grandi cori che appoggiano la voce di Dolcenera nel ritornello. Momenti di virtuosismo vocale, arrangiamento curatissimo e di grande effetto.

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