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Your Team Sanremo - Vincitore a pagina 17
Delos
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29 gennaio, 2016 - 18:52
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https://twitter.com/DearJackOf/status/693127394253742083

 

 

 

Arisa: «Porto a Sanremo il mio vivere sostenibile»

La cantante lucana, cresciuta in campagna, fan del riciclo chiede rispetto per la terra e lo canta in "Gaia"

 
 
   Arisa nel suo nuovo album non fa mistero del suo vivere sostenibile
 

«La musica non può cambiare il mondo, ma può far crescere il senso critico della gente». Lo dice Rosalba Pippa, in arte Arisa. La cantante 34enne, nata a Genova ma lucana d’adozione, tra le record women delFestival di Sanremo grazie alle sue sei partecipazioni e alle due vittorie, non fa mistero della sua anima mistica e ambientalista e del suo vivere sostenibile. «Uso l’auto solo quando è indispensabile, preferisco andare in bicicletta o a piedi. Nelle mie tante camminate, quando posso, raccolgo gli oggetti non biodegradabili che trovo per terra e li smaltisco correttamente o li riciclo. E – aggiunge – sponsorizzo il riutilizzo di tutte le cose belle e utili che resistono al tempo».

Nella canzone Guardando il cielo racconti in musica che tua nonna ti ha insegnato a pregare. Cosa pensi quando lo fai?

Intanto pregare per me non significa rivolgersi a un Dio preciso. Molte persone pregano invocando Dio perché è così che hanno imparato a chiamare quest’entità superiore. In realtà quello che possiamo constatare è il miracolo dell’energia che si sposta nel cielo tutti i giorni. Quando prego io rivolgo il mio pensiero alla creazione e all’immensità: per me Dio rappresenta l’universo. Poi, magari, nei testi delle mie ultime canzoni ci si possono trovare riferimenti all’enciclica ambientale di papa Francesco così come a quanto diceva San Francesco d’Assisi.

In che senso?

Metto in risalto delle cose che, al di là di chi abbia creato questo mondo, valgono universalmente. La terra è un regalo che ci è stato fatto e di cui bisogna avere cura. Se noi ce prendiamo cura, lei si prenderà dura di noi. Invece inquinamento, cattiva raccolta esmaltimento dei rifiuti, sfruttamento eccessivo delle risorse la impoveriscono impedendole di rigenerarsi. Andando avanti così la terra ci annienterà.

Come metti in pratica questo spirito ecologico?

Mangio bene e cerco di farlo il più possibile a casa perché è più salutare ed economico. Poi essendo una fan del riutilizzo, ho l’armadio pieno dei capi dismessi dalle mie zie e compro molto usato, sia perché è bello sia perché così posso dare sfogo alla mia fantasia.

Sei ambientalista da sempre?

Più che definirmi ambientalista, mi considero una persona rispettosa. La mia famiglia mi ha abituata ad avere grande rispetto per quello che mi circonda. Ancora oggi i miei cari vivono in campagna, coltivano la terra e allevano gli animali. Questo non significa che non li mangiamo perché accettiamo la catena alimentare, ma li trattiamo bene e con rispetto. È mio padre stesso a coltivare ciò con cui poi nutre i suoi animali che sentono l’amore. Ma, in verità, qualcosa nel tempo è cambiato.

Cosa?

Sono andata via a 19 anni da Pantano di Pignola, la contrada in provincia di Potenza, dove sono cresciuta. Due anni fa ci sono ritornata in un periodo molto triste per me e, grazie ad alcuni amici artisti che avevo conosciuto al Cet (la scuola di Mogol, ndr), ho visto la mia terra in maniera diversa: ho passeggiato nei boschi e capito la loro magia. Da quel momento è cambiato tante e la natura, adesso, mi riempie tantissimo.

Se non cantassi cosa ti piacerebbe fare?

Riprendere a studiare, mi piacerebbe la facoltà di filosofia, frequentare la scuola di regia o imparare a disegnare cartoni animati. Oppure dedicarmi alla moda utilizzando soltanto materiale di riciclo.

Dopo aver vissuto la tua terra in modo diverso, com’è stato tornare a Milano?

Milano ormai è la mia città, però io sono una persona che vive di giorno e sta a casa di sera. A volte medito di spostarmi in campagna, però so che sarebbe complicato. Però mi piacerebbe una casa al mare, magari in Sicilia. Se avessi le possibilità mi piacerebbe comprare la casa di Milo, sull’Etna, che era di Lucio Dalla.

 

Pensi che la politica faccia abbastanza per l’ambiente?

A me della politica non me ne frega niente. L’importante è che tanti giovani della mia età stiano cercando di crearsi un propriosenso civico rispettando la natura o comprando prodotti a chilometro zero. Molti giovani, poi, si trasferiscono in campagna. Anche io do il mio contributo. Anche se l’arte e la musica non possono cambiare il mondo, possono far crescere il senso critico. A cambiare il mio approccio alla vita, per esempio, è stato ascoltare Lorenzo Jovanotti che in “Barabba” canta: “Cerca di essere uomo prima di essere gente”. Da allora ho deciso di voler essere fedele a me stessa.

 

Sugli stadio. Gazzetta di Modena.

 

JonSnow
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carlo93
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30 gennaio, 2016 - 17:11
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@JonSnow scusa che rivista  è ?

Bigboj
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30 gennaio, 2016 - 17:19
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JonSnow
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30 gennaio, 2016 - 17:22
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carlo93 ha detto
@JonSnow scusa che rivista  è ?

Bella domanda Carlo roflNon lo so perché l'ha postata un ragazzo su un gruppo dedicato ad Elisa , ti faccio sapere se lo scopro laugh

Bigboj
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Sanremo 2016, Arisa potrebbe vincere il Festival. La sua “Guardando il cielo” è una canzone importante

Gli addetti ai lavori la danno come favorita ma lei preferirebbe non vincere perché, dice, ci tiene a continuare a portare avanti, a fianco della propria vita professionale, anche la vita privata. Il brano che presenta affronta un tema delicato

Arisa potrebbe vincere la sessantaduesima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Questo si sente nel brusio degli addetti ai lavori. Ha la canzone giusta, Guardando il cielo, ha la voce migliore tra i partecipanti, ha già vinto e la presenza l’anno scorso al fianco di Carlo Conti come co conduttrice l’ha resa ulteriormente popolare e simpatica. Arisa potrebbe vincere. Ma Arisa non vuole vincere. Questo dice Arisa durante l’incontro che abbiamo avuto ieri con lei negli uffici della sua casa discografica. Non vuole vincere, e non per vezzo, per quel modo di rispondere fintamente timida ai complimenti di chi sa di poter ambire a un traguardo ma preferisce sentirselo dire dagli altri. Non vuole vincere, dice, perché preferisce continuare a cantare solo in italiano, non comprendendo quelli che poi cantano in spagnolo solo per vendere all’estero.

Non vuole vincere perché l’idea dell’Eurovision, che la precedente volta le è stato soffiato sotto il naso da Emma, implicherebbe una quantità suppletiva di impegni, e lei ci tiene a continuare a portare avanti, a fianco della propria vita professionale anche la vita privata. Non vuole vincere perché, ha capito, è meglio fare un passo alla volta. E Guardando il cielo, in effetti, è un bel passo in avanti. La carriera di Arisa è stata, fin qui, molto fatta di ripartenze, come nel calcio di casa nostra. Dopo un esordio fulminante, con vittoria al Sanremo Giovani nel 2009, Sincerità uber alles, Arisa ha deciso che non voleva essere quella Arisa lì, un po’ goffa, un po’ buffa. Non che abbia rinnegato il suo passato, ma si sentiva di voler cantare altro, e ha cantato altro. Così nel 2012, sempre da Sanremo, è ripartita con La notte, brano vincitore morale dell’edizione che invece è andata a Emma, con Non è l’inferno.

Il brano La notte e l’album Amami sono stati, se possibile, la migliore ripartenza possibile. Canzoni dense, gigantesche, ma non ingombranti. Giuseppe Anastasi, suo ex, le ha regalato alcune delle più belle canzoni degli ultimi anni e lei le ha cantate con empatia, ritagliandosi un ruolo di interprete perfetto. Poi, però, Arisa ha voluto provare a fare un piccolo esperimento, come dice lei stessa, non del tutto riuscito. Se vedo te, infatti, provava a portare sul palco di Sanremo, e più in generale nel nostro mercato, canzoni provenienti dall’indie, con autori come Cristina Donà, Antonio Di Martino, Dente. Ma, come dice lei stessa, se canti una canzone come Quante parole che non dici, pretendi dall’ascoltatore un impegno forse troppo grande, gli canti una canzone troppo grossa e il rischio, corso, è quella che la canzone ti schiacci, non arrivi.

Così ecco che Arisa riparte di nuovo, e lo fa con una manciata di canzoni arrangiate e prodotte da Nicolò Fragile e dal suo Giuseppe Barbera, canzoni grandi ma non grosse. In cui ci mette tutta se stessa, cantando anche molto. Guardando il cielo affronta, come altre tracce del disco, temi quasi mistici, parla della vita dopo la vita, descrive quasi una visione panteista del mondo. “Credo che ci siano temi importanti che vadano affrontati, come quelli su cui si sta tanto dibattendo in questi giorni in Italia, ma credo che ci siano tematiche anche più importanti, come il rispetto per il nostro pianeta. Se non capiamo che siamo parte di un tutto e che il rispetto per il divino che ci è stato passato dalle generazioni precedenti, per quello che mia nonna chiamava Dio, in realtà è rivolto alla terra in cui ci muoviamo, forse diventa tutto inutile.”

Guardando il cielo, infatti, non è solo una ripartenza, ma una canzone importante, grande, appunto. Lo è perché affronta un tema delicato. Lo è perché lo è musicalmente. “L’ha scritta per me Giuseppe, col quale ho vissuto per tre anni, e col quale continuiamo ad amarci, ma in modo diverso”. Si sente, questo amore, questa empatia, perché entrambi danno il meglio quando lavorano insieme. Quando Arisa canta le canzoni scritte da Anastasi. Quando Anastasi scrive canzoni per lei. Canzoni popolari, perché Arisa non vuole vincere Sanremo ma vuole arrivare a tutti tutti. Canzoni non complicate, ma complesse. Semplici ma con un messaggio. “Quando ho fatto sentire il provino di questa canzone ai due produttori, proprio perché sapevo che era una canzone importante, ho chiesto di pensare a una produzione, a un arrangiamento, come quello della Coppa del Nonno, hai presente il jingle?”, e me lo canta, I feel good, I feel fine… “Doveva avere un suono leggero, quasi country, perché quelle parole dovevano arrivare lievi.” Ecco, forse il segreto della bellezza di questa canzone sta tutta qui. Una canzone grande ma non grossa suonata come la Coppa del Nonno, perché per ripartire bisogna avere le idee chiare in testa. Arisa potrebbe vincere la sessantaduesima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, ma Arisa non vincerà, dice, preferisce vivere.

fonte: ilfattoquotidiano

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Bigboj
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31 gennaio, 2016 - 16:13
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Il segreto di Arisa: "Sono andata in chiesa per cantare il mio cd"

A Sanremo con la spiritualità di "Guardando il cielo"

 

C’è una chiesetta dalle parti di Via Paolo Sarpi, nella Chinatown milanese. Lì a due passi vive Arisa, che nella casa del Signore non è andata solo per un po’ di raccoglimento. «Dialogavo con Dio, ma non quello barbuto e severo. Non esiste un solo Dio, non ci chiede l’esclusiva della Fede. A creare il miracolo dell’universo è un’energia che sentiamo sopra la testa. Delle chiese, dei templi di ogni religione, mi piace l’odore, il suono della preghiera mi dà pace mentre la declamo. Ma io lì cantavo, anche».

 

Inni sacri?

«No, le mie canzoni nuove. Le ho dedicate a Lui...».

 

Quindi una spia discografica avrebbe ascoltato in anteprima il suo nuovo album "Guardando il cielo"?

«Sì. Siamo una goccia nel mare e Dio è una nave immensa. Ci fa stare a prua, a poppa, nella stiva. E ci fa partecipare della vita in ogni modo. Io voglio godermi le cose in libertà, non penso a blindare un disco nuovo. Non mi piace incarnare il ruolo della cantante famosa, sono troppo randagia. Però queste nuove canzoni mi rendono felice».

 

Randagia?

«Vengo da una terra, la Basilicata, molto spirituale, anzi esoterica. Quando mi sembra di aver fatto mille cose, torno lì e quel posto mi riacchiappa. E capisco, come ho fatto con "Guardando il cielo", il senso della mia speranza, delle emozioni, dell’energia suprema di cui ho bisogno. Le cose arrivano se noi siamo fiduciosi: se glielo permettiamo, queste si mettono sulla nostra strada».

 

In un anno ne ha fatte di avventure. Dal reality del Monte Bianco fino in Turchia.

«Mi mancava la forza di commuovermi. Volevo piangere e non ci riuscivo, mi serviva liberarmi dall’indifferenza che ti affligge quando prendi troppo sul serio questo mestiere. Noi artisti custodiamo il dono di parlare alla gente, dobbiamo lavorare ogni giorno perché la nostra sensibilità resti intatta. Non voglio finire preda delle gocce prescritte dagli psichiatri. Non voglio cambiare, anche se mi sento confusa».

 

Dicevamo della Turchia.

«Sono andata 24 giorni da sola. Istanbul è una megalopoli con milioni di abitanti, ma resta a misura d’uomo. Un ponte tra due mondi così diversi. Le persone sono ospitali, trasmettono speranza, ti invitano a pranzo, ti parlano ad ogni angolo, ti fanno regali senza sapere chi sei. Nessuno a Istanbul conosce Arisa».

 

Una foto di quel viaggio?

«Una signora vestita di nero, col bastone, che in metropolitana teneva in braccio una bambina bellissima. Non era la madre, ma quell’immagine mi ha suggestionato. Pareva una fiaba. E mi ha ricordato mia nonna. Ha dato un senso ai miei pensieri: nella vita tutti hanno diritto alla dignità, non solo chi ha i soldi per il dentista o va in palestra».

 

Visitare quel "ponte" tra cristianità e Islam l’ha fatta riflettere sul terrorismo?

«Non è questione di religione. Dietro ci sono interessi economici. Assoldano a caro prezzo dei mercenari tra gli individui che credono la vita valga poco, che non hanno niente da perdere. Bisognerebbe spiegare a quei tizi che la storia della reincarnazione non ha senso se ti uccidi anche l’anima, che è la tua vera essenza. La vita donata è un viaggio da compiere fino all’ultimo giorno, come farò io. Non puoi togliertela arbitrariamente».

 

Dopo Parigi ha paura di salire sul palco?

«Ci ho pensato tanto, sarà quel che sarà. Mi affido, come una bambina che tende la mano e si fa portare. Tanto decide tutto il destino. Nella mia famiglia una persona ha scoperto di avere un problema di salute spostando un lenzuolo».

 

A Sanremo l’anno scorsa è caduta e si è fatta male a un ginocchio.

«Mi duole ancora quando cambia tempo. Però mi dico: non dovrò più perdere tempo con le fisime, ora ho qualcosa di serio cui pensare».

 

Le spiace che Conti abbia detto che l’anno scorso volesse come valletta la Pausini?

«No. Ognuno cerca di avere il massimo. Laura è una star internazionale».

 

Il Festival l’ha già vinto. Che obiettivo stavolta?

«Vediamo. Ho lottato tanto per dare un senso alla mia vita e alla mia carriera. Sono fiera delle possibilità che continuo ad avere. E sono felice di lavorare con persone che non mi "imprigionino" con i diktat. Penso spesso con tristezza a quali gabbie fossero state costruite intorno ad artiste immense come Amy Winehouse, Whitney Houston, Mia Martini. Mi chiedo: non potevano mollare tutto e salvarsi?»

 

Nella serata delle cover omaggerà Rita Pavone con "Cuore".

«Ammiro molto la generazione di donne più mature, che anche a quell’età vanno avanti con grande sprint e si mettono il rossetto. A Sanremo sono certa mi divertirò da matta con Patty Pravo».

 

 Ha fatto pace con la Ventura dopo lo scazzo a XFactor?

«Non si litiga se non si è amici. Io e Simona non ci sentiamo mai, ma quando ci incontriamo ci salutiamo. È una superdonna, molto generosa».

 

Una curiosità: sere fa sui Twitter lanciava appelli per andare a cena...

«Ma il mio numero ce l’hanno solo pochi amici, era un trucco. Comunque non voglio vivere segregata solo perché sono famosa. Quando scendo a Potenza vado con la "Bla Bla Car" e chiacchiero con degli sconosciuti. Non uccido, io».

 

Fonte: Il Tempo.it

Bigboj
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31 gennaio, 2016 - 16:17
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L’invito di Benji e Fede a supportare Alessio Bernabei: a Sanremo duetteranno nella serata Cover

L'intervista della Rai a Benji e Fede con l'invito finale a sostenere l'ex frontman dei Dear Jack.

Benji e Fede raccontano l’amicizia con Alessio Bernabei in attesa di esibirsi con lui sul palco del Teatro Ariston di Sanremo in occasione della serata del Festival dedicata alle cover.

“Alessio lo abbiamo conosciuto circa due anni fa a Radio Bruno Estate, gli abbiamo chiesto una foto perché siamo suoi fan e abbiamo iniziato a sentirci”.

 

L’amicizia tra Benji e Fede ed Alessio Bernabei è nata quando il cantante di Tarquinia faceva ancora parte del gruppo dei Dear Jack: con loro, infatti, ha preso parte alle tappe della tournée estiva di Radio Bruno, un’emittente radiofonica emiliana.

Lasciato il gruppo con il quale ha preso parte al talent show Amici di Maria De Filippi, Alessio Bernabei ha firmato un nuovo contratto discografico con la stessa etichetta del duo, la Warner Music.

Le occasioni di vedersi sono aumentate e: “Siamo diventati amici e quando ci ha proposto di venire qua e di fare il duetto con lui abbiamo accettato al volo perché è proprio una bella cosa”.

Benjamin Mascolo e Federico Rossi canteranno con Alessio un’inedita versione del successo A Mano A Mano di Riccardo Cocciante rifatta da Rino Gaetano. Hanno scelto di proporre un arrangiamento completamente diverso rispetto all’originale, “più minimale ed acustico”, per non perdere l’essenza del duo: chitarra e voce, Benji e Fede sperano di poter apportare un valore aggiunto alla canzone e di non snaturarla troppo ma a gidicare, dopo la performance all’Ariston prevista per giovedì 11 febbraio, saranno i fan e la giuria.

“Sono la cosa più importante per noi ed è grazie a loro se oggi abbiamo la possibilità di fare queste bellissime cose”, continua il duo emiliano ringraziando tutti coloro che hanno creduto nel progetto sin dai tempi della condivisione delle prime cover su YouTube. Benji e Fede si sono conosciuti su Facebook dopo un messaggio inviato esattamente alle ore 20:05, che è anche il titolo del primo disco di inediti.

 

Ai fan: “Siamo riconoscenti, vi vogliamo un mondo di bene” e, in chiusura del video, arriva l’invito a sostenere Alessio, in sfida diretta contro la sua ex band: “Supportate Alessio che è un nostro amico e la sua canzone spacca”.

 

fonte

ouro
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1 febbraio, 2016 - 10:33
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ANNUNCIAZZIONE ANNUNCIAZZIONE

 

Domani, martedì 2 febbraio, analizzeremo insieme i testi per dare ad ogni cantante il bonus "intellettuale".

Domenica 7 febbraio, annunceremo i criteri per lo Your Team.

Lunedì 8 febbraio annunceremo le quote per ogni singolo giocatore e apriremo l'asta.

 

Più tardi vi dico gli orari precisi.

ouro
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1 febbraio, 2016 - 14:48
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Olimpico85
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1 febbraio, 2016 - 15:35
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Valerio Scanu: "In amore sono sereno ma non faccio coming out. Sanremo? Grato a Carlo Conti, porto i miei 10 cani"

Valerio Scanu, intervistato da Diva e Donna, parla della partecipazione al Festival di Sanremo. Prima, però, ricorda le polemiche del 2010 quando vinse e i professori dll'orchestra lanciarono gli spartiti dopo i risultati del televoto: “Ma io non me la presi affatto. I musicisti contestavano più il secondo posto di Pupo ed Emanuele Filiberto di Savoia che la mia vittoria".

Sullo stato d'animo attuale dice: “In realtà forse di paura ne ho anche di più. La prima volta prevale l’incoscienza, affronti il Festival senza nemmeno pensarci troppo. Ora mi gioco molto di più. Dal 2013 ho lasciato la vecchia casa discografica e i dischi me li produco da solo. Voglio essere libero io. E la mia canzone di quest’anno, Finalmente piove, per me rappresenta proprio questo: arriva il momento in cui tiri un respiro di sollievo e raccogli i frutti delle sfide che hai affrontato. Carlo Conti ha fortemente voluto la mia canzone al Festival. A chi non ha gradito il mio nome tra i cantanti in gara, lui ha risposto: ‘Per Scanu parlerà la canzone’. Gli sono grato. Non a caso sono uno dei pochi in gara che non ha alle spalle una grossa casa discografica. Il brano dà il titolo al mio nuovo album, che sarà pubblicato dalla mia etichetta Natyloveyou: 13 brani che rispecchiano maggiormente la mia maturità di oggi".

Dopo aver svelato che la produzione di una canzone può costare in media 5-6mila euro, si nota che lui ne ha ben 13 nell’album e gli si chiede dove ha preso tutti questi soldi. A questa domanda Valerio risponde: “Non facciamo cifre. Diciamo che nel 2013 ho messo in gioco tutto quello che avevo. Se sono riuscito a produrre un disco di nuovo, da solo, il disco per Sanremo, beh, lo devo ai soldi che mi hanno dato per l‘Isola dei famosi. E pensare che non volevo farla! Diciamo che ho colto un’opportunità. Non volevo partire, ma la produzione insisteva davvero tanto. Allora mi sono detto: chiedo tanto, sparo alto, così mi dicono di no e ho una scusa per rifiutare. Invece mi hanno dato quello che chiedevo!”. 100.000 euro? “Non faccio cifre. Quel che mi serviva per fare ciò che avevo in mente. Mi sono mancati terribilmente i miei affetti. Non li lascerò più per un reality”.

E quando gli si chiede cos’altro avrà, oltre alla sicurezza economica, al Festival 2016, aggiunge: “A Sanremo del 2010 ero da solo. Quest’anno voglio avere con me la mia famiglia, voglio che al ritorno in hotel possa ritrovare la mia casa, i miei affetti. E’ molto importante poter condividere con le persone che mi amano questo momento così importante. E infatti tutti i miei bimbi pelosi, i miei dieci chihuahua, Miranda e i suoi 9 figli, verranno con me. Avranno una camera riservata insieme alla loro tata, Mariana, e al rientro saranno tutti nel lettone con me. E non mancheranno i miei genitori, che assisteranno in teatro alla mia esibizione. Dopo l’esperienza dell’Isola non ci sarà più un giorno in cui vivrò lontano dai miei affetti, che sono la mia priorità“.

E quando gli si domanda se ha trovato anche la serenità del cuore il cantante risponde: “Certo, e già da un paio d’anni. Ma questo, sul tema, è tutto. Da me non avrete mai né un nome né un outing, come fosse l’unica cosa che interessa". Però lui gioca molto con l’ambiguità, a Tale e quale show si è trasformato anche in celebri donne della canzone: “I personaggi mi venivano assegnati. Ma, se è per questo, ho fatto di tutto: donne, rockstar, tenori. E ho avuto la possibilità di arrivare alla gente per quello che sono. Ho potuto far conoscere tante sfaccettature del Valerio cantante, artista ma anche persona. Sin da settembre 2014, anno della mia prima partecipazione a Tale e quale, il programma di Conti è stato un percorso che non poteva non concludersi con il mio ritorno all’Ariston. Davvero grazie a Carlo. Ho sempre desiderato tornare al Festival, ma con una canzone matura. Come questa, scritta da un grande artista, Fabrizio Moro, che come un fratello maggiore è riuscito a capirmi in pieno. Grazie a Fabrizio e a Conti, dopo tanta tv torno al mio grande amore: la musica".

Fonte: realityshow blogosfere

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Olimpico85
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1 febbraio, 2016 - 15:38
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Sanremo 2016, Giovanni Caccamo: "Deborah Iurato? Siamo amici, lei ha una semplicità d'animo e può andare lontano"

L'abum che uscirà durante il Festival di Sanremo si intitola Non siamo soli e Giovanni Caccamo davvero non è solo. All'Ariston, quest'anno tra i Big dopo la vittoria dello scorso anno tra le Nuove Proposte, Giovanni sarà in gara con Deborah Iurato assieme alla quale canterà Via di qui, un brano scritto da Giuliano Sangiorgi, che è contenuto nel nuovo disco, come lo sarà la cover. Lui parla all'Adnkronos e a Il Tempo.

Del ritorno a Sanremo Giovanni (appena rientrato a Milano dope le prove a Sanremo, dove i due hanno ricevuto gli applausi dell'orchestra) dice: "È un'emozione grande ed un'avventura diversa, perché non ho le ansie tecniche che avevo l'anno scorso, visto che quest'anno conosco già come funziona quel palco, e mi rimangono solo le ansie psicologiche che però posso condividere con Deborah. Con lei è nata una bella amicizia, che è un sentimento che va poco di moda. Siamo anche vicini di casa e sono stato catturato dalla sua genuinità. Siamo la notte e il giorno da certi punti di vista ma gli occhi ci brillano allo stesso modo".

E poi: "Io e Deborah condividiamo il produttore, Placido Salamone, e siamo molto amici. Una sera abbiamo provato questo pezzo al piano, ed è scattata la magia unendo le nostre voci. Al Festival lei verrà più dentro il mio mondo e io verso il suo, rispetto al brano inciso. Siamo come bianco e nero, anche il nostro look lo sottolineerà. Giocheremo sul minimalismo, arriveremo sul palco seduti su due sgabelli, dall’immobilità nascerà la scintilla. Deborah sarà più cantautorale, io più aperto. Spero che il pubblico apprezzerà il bilanciamento".

Per le quote-scommesse i due sono favoriti per la vittoria finale: "Ha presente le statue con certe parti consumate a furia di toccarle? No, sono già contento dell’aspettativa che si è creata sulla canzone. Se guardi negli occhi di Deborah trovi una grande semplicità d’animo e sotto c’è un fuoco che arde. La sua voce può portarla lontano. Non avevamo certezze di essere accolti nel cast sanremese, ma per noi è un passaggio fondamentale. Nel mondo musicale di oggi c’è un ricambio molto veloce, se perdi l’occasione avanti un altro".

La scelta della cover è stata fatta in un'ottica 'spirituale': "Abbiamo scelto Amore senza fine di Pino Daniele. Non solo per rendere omaggio ad un grandissimo musicista e cantautore ma anche perché siamo convinti che, se solo gli artisti riuscissero a trasferire un po' di amore universale in più in questo momento, ci sarebbe molto utile".

Fonte: Realityshow blogosfere

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Olimpico85
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1 febbraio, 2016 - 17:43
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Noemi: "Sanremo 2016? Sono un'outsider. Nel nuovo album anche Gerardo Pulli che è bravo. The Voice divertente"

"Sono un'outsider. Lo sono sempre stata. Mi piace pensare di appartenere alla Terra di Mezzo, al terzo sesso. Mi sento una pioniera": Noemi non ci sta ad essere catalogata negli schemi sanremesi, troppo giovane per appartenere alla "vecchia guardia", troppo lontana dai talent, etichetta che si è staccata di dosso da tempo. "Sarà questa la mia forza al Festival di Sanremo", dove torna con La borsa di una donna: "Torno a Sanremo con grande felicità e con un pezzo di cui sono molto fiera, perché è una canzone che richiede grande personalità. Sono stata felice che Marco Masini, dopo aver inizialmente pensato di cantarla lui, abbia deciso di darlo a me".

Il brano è inserito nel nuovo disco dell'artista romana, Cuore d'artista, in uscita il 12 febbraio per Sony Music. "Un vestito che mi mostra per come sono ora. Una donna che vive un momento di tranquillità, che si sente realizzata nella vita professionale e in quella personale. A 34 anni sono in pace con me stessa", racconta la cantante

“Un’insegna che precede l’ingresso nella 'casa dei sogni' – come Veronica Scopelliti ama definire questo progetto musicale – oggi è tutto qui, in un titolo, in questi pezzi, il mio bisogno di tornare a questo, al mio cuore, con tutta la forza che ho nel fare l’unica cosa che sento davvero mia, cantare. Un titolo sentito, estratto da un pezzo scritto per me, da uno dei più grandi cantautori italiani di sempre, che racchiude tutta la mia voglia di tornare al punto di partenza, portando con me “la borsa che ho riempito fino adesso”.

Per questo nuovo disco di inediti Noemi ha voluto collaborare, oltre che con Ivano Fossati ("Idealista! è un titolo sentito, estratto da un pezzo scritto per me, da uno dei più grandi cantautori italiani di sempre, che racchiude tutta la mia voglia di tornare al punto di partenza, portando con me 'la borsa che ho riempito fino adesso'"), con Giuliano Sangiorgi che ha firmato Fammi respirare dai tuoi occhi. Marco Masini insieme ad Adami e Iammarino firma La borsa di una donna. Co-produttore artistico dell’album insieme a lei, Gaetano Curreri è autore di Devi soltanto esistere e Veronica guarda il mare. Non mancano le giovani collaborazioni, come quella con Gerardo Pulli (vincitore di Amici 11) che per Noemi firma insieme a Curreri Devi essere forte. Francesca Abbate e Cheope hanno scritto Amen, mentre Alessandra Flora torna a lavorare con Veronica per il testo di Mentre aspetto che ritorni. E, infine, Noemi firma I love U insieme a Cheope.

“E’ stato un privilegio poter contare sulla collaborazione di questi artisti – ha affermato Noemi – apprezzo moltissimo i loro contributi e trovo che ognuno a suo modo, abbia saputo cucirmi addosso un vestito che mi mostra per come sono ora. Ho incontrato, parlato, mi sono confrontata con loro, ho scelto che le loro canzoni per me, nascessero da un nostro incontro, dalle sensazioni e da uno scambio reale, fisico”.

Maestro negli arrangiamenti, Celso Valli ha curato tutta la produzione musicale del disco, collaborando a stretto contatto con Noemi per oltre tre mesi di lavorazione presso lo storico studio Fonoprint di Bologna, dove negli anni si sono alternati Vasco, Dalla, Carboni e gli Stadio, solo per citarne alcuni. “Celso Valli ha saputo mettere a fuoco il mio timbro, ha preso le miei tinte blues, e le ha rese più pop, amplificando la mia prospettiva – ha raccontato Noemi - Curreri mi ha consigliato sulla scelta dei brani, suggerendomi autori giovani, mi fa piacere far sentire le parole di Gerardo, è un ragazzo minimalista, ha un gusto battistiano, lo trovo un autore molto bravo. Spero possa essere per lui l'occasione di poter scrivere ancora o comunque di farsi conoscere. Mi ritrovo in questo pezzo perché quando dice 'hai bisogno di una vita, trovare spazio fra le cose... devi essere forte, non è vero che devi ridere sempre' descrivono me stessa. E' un bel consiglio prendere con serietà il mondo che ci circonda”. In Cuore d'artista Noemi si è avvalsa della collaborazione dell’Orchestra Comunale di Bologna, che ha saputo dare agli archi un suono più moderno.

E The Voice of Italy? "E' stato un percorso divertente. Mi sono divertita, mi ha insegnato a stare davanti alla telecamera. Mi è piaciuto tanto quel viaggio e poi ero in ottima compagnia. E poi oltre alla tv c'era un contorno musicale. Tre era il numero perfetto, ho sentito come questa urgenza di fare quel tipo di esperienza si era conclusa. Volevo tornare a fare un disco di un certo tipo, tornare dal vivo e concentrarmi sulla mia carriera musicale".

Realityshow blogosfere

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carlo93
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1 febbraio, 2016 - 19:17
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Infinite Volte - Lorenzo Fragola

Brucia tutto nella testa

Gela il sangue nelle vene

Sento come se hai paura

Ma è paura di star bene

Ci siamo amati in cima al mondo

Sopra tutto sopra tutti

Quanti sogni in un secondo

E in un secondo li hai distrutti

E vorrei tornare indietro

Per fermare quell’estate

In cui mi son sentito forte

Forte come un gigante

E ho sperato ciecamente

Nel tuo sguardo più sincero

E se devo dirla tutta

Ci ho creduto per davvero

Infinite volte ho detto

Che non avrei vissuto

Nessun alto amore che non sia tu

Altre mille volte ho perso

Questa guerra con me stesso

Ma non è bastato a non pensarti più

Tu sei sola in questo viaggio

Io sono solo in questo viaggio

Ma la verità amore siamo solo noi a farlo

Non facile mentire

Non sono stato mai capace

A far l’amore senza amore

A far l’amore senza amore

Chi siamo noi per dirci addio

Infinite volte ho detto

Che non avrei vissuto

Nessun alto amore che non sia tu

Altre mille volte ho perso

Questa guerra con me stesso

Ma non è bastato a non pensarti più

Adesso resta ancora un po

Ci sono cose da dimenticare

Da riviere

E adesso forse sparirò

Se poi è vero che anche scriverti è inutile

Stanotte il tuo silenzio dice cose stupide

Infinite volte ho detto

Che non avrei vissuto

Nessun alto amore che non sia tu

Altre mille volte ho perso

Questa guerra con me stesso

Ma non è bastato a non pensarti più

Infinite volte o poco più

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carlo93
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1 febbraio, 2016 - 19:18
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Annalisa - Il Diluvio Universale

L'amore non è una colpa

Non è un mistero

Non è una scelta

Non è un pensiero

L'amore quello dei film

L'amore del «che segno sei?...»

C'è affinità, un aperitivo, chissà se mai...

Magari... qualcosa... qualcosa succederà

L'amore di questa notte

Non conta niente,

Anzi, sia maledetto

E maledettamente

lo non tornerò

Perché non hai futuro

E io ho già poco tempo per me stessa,

Figuriamoci per gente come te

E intanto prendo questa metropolitana

L'unica che sorride è una puttana

E allora io preferisco sognare

Perché è così, è così, io Io so

Che mi lascio andare

E tu, che resti l'unico al mondo

Come una stanza da rifare,

Resti immobile all'altare,

Sei una canzone che non ho

Mai saputo cantare

L'amore succederà

O forse è già successo

Ma tu non l'hai visto

E lo vedi solo adesso

Ma stasera rimango a casa

A cucinare la vita

Come fosse un buon piatto da buffet

Lo so... l'amore è spudorato

L'amore è egoista

L'amore è un atto di necessità di te

E mentre sfoglio un altro stupido giornale

Penso che in fondo sia tutto regolare

E intanto io preferisco sognare

Perché è così, è così, io Io so

Che mi lascio andare

E allora io preferisco sognare

Perché da qui la realtà si nasconde meglio cl

Sotto il diluvio universale

E tu, dall'altra parte del mondo

Come una stanza da rifare,

Resti immobile all'altare,

Sei la canzone che non ho

Mai saputo cantare.

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carlo93
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1 febbraio, 2016 - 19:20
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Giovanni Caccamo Deborah Iurato - Via Da Qui

Avrei una storia

Da raccontare

E poche ore prima

Prima di partire

Mi fermo e intanto tu

Prova ad ascoltare

Se chiudi gli occhi

Riesci ancora a immaginare

Che quello che ho da dirti in fondo

Non è una bugia

Ti cucirò un vestito nuovo addosso

Prima di scappare via

Prima di andare via

Via da qui, via da qui, via da qui

Via da qui

Che cosa poi ti aspetti

Di trovare di diverso da noi due

Se anche via,

Via da qui, via da qui, via da qui

Mille domande io ti vorrei fare

Soltanto a un passo ancora

A un passo dalla fine

lo vedi che non sono pronta

Ti lascio qui la pelle mia

Tu pensi che non sia abbastanza

Per non scappare via

Per non andare via

Via da qui, via da qui, via da qui,

Via da qui

Che cosa poi ti aspetti

Di trovare di diverso da noi due

‘Se anche via

via da qui, via da qui, via da qui

Sei sempre Ii che aspetti

Di indossare le mie scuse

Come fossero medaglie

Da mostrare al mondo intero

Per provare a tutti

Senza incertezze e senza dubbi

Che è finito tutto adesso

Ti chiedo scusa si ma

Sei sempre li che aspetti

Di indossare le mie scuse

Come fossero medaglie

Da mostrare al mondo intero

Per provare a tutti

Senza incertezze e senza dubbi

Che è finito tutto adesso

Se proprio devo farlo adesso

Ti chiedo scusa si ma parto

Restare qui non ha più senso

Se mi sussurri scusa resto.

Via da qui, via da qui, via da qui

E ancora qui ti aspetto.

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carlo93
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1 febbraio, 2016 - 19:21
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Noemi - La Borsa Di Una Donna

La borsa di una donna pesa come se ci fosse la sua vita dentro

Tra un libro che non vuole mai finire ed altri trucchi per fermare il tempo

C'è la sua foto di un anno fa che ha messo via perché non si piaceva

Ma a riguardarla adesso si accorge che era bella ma non Io capiva

La borsa di una donna riconosce le sue mani e solo lei può entrare

Nascosto in una tasca c'è quel viaggio che è una vita che vorrebbe fare

Milioni di scontrini, l'inutile anestetico del suo dolore

E stupidi sensi di colpa per quel desiderio di piacere

E se ci trovasse quei giorni

Di carezze fra i capelli

Lei per due minuti soli

Pagherebbe mille anni

Anni spesi per ritrovare

Le cose che qualcuno è riuscito a smarrire

la voglia di sorridere, di perdonare

la debolezza di essere ancora

Come la vogliono gli altri

La borsa di una donna non si intona quasi mai con quel che sta vivendo

Nasconde il suo telefono gelosa di qualcuno che la sta chiamando

Vicino alle sue chiavi la solita ossessione di scordarIe ancora

E in quel disordine apparente Ia paura di restare sola

La borsa di una donna che può rivelare i suoi segreti in un momento

E forse nella tua distrattamente la sua vita c'è rimasta dentro

Tu che pensavi che ci fosse rimasto un po’ di spazio per un altro amore

Invece nella borsa di una donna non c'è posto per dimenticare, dimenticare...

E vai dove ti porta il cuore, si...

Un ritaglio dentro Iapatente

Ci sei stata mille‘ volte ma

Non ci hai mai trovato niente

Niente che ti aiuti a capire

il senso di una sera che non sa meravigliare

Il senso del tuo ricordare e progettare

Scordandoti di vivere adesso

Adesso che si alza un vento che spazza le nuvole

E che si porta via gli inverni

La polvere, i dubbi e i miracoli

Aspettati mille anni

Anni spesi per ritrovare

Le cose che qualcuno è riuscito a smarrire

La voglia di sorridere, di perdonare

La debolezza di essere ancora

Come ti vogliono gli altri

La borsa di una donna pesa come se ci fosse la mia vita dentro.

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carlo93
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1 febbraio, 2016 - 19:25
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ELIO E LE STORIE TESE - VINCERE L'ODIO

Se mi guardi con quel sguardo dentro agli occhi
lo ti sfido a innamorarmi di te

Ma due occhi per sguardarsi sono pochi

Per amarci ce ne vuole almeno tre

Ce ne vogliono tre

Femminiello che vivi a Napoli

Coi problemi presenti a Napoli

Femminiello di una metropoli sul mare chiaro

Femminiello ma quanti ostacoli
Nel tuo cuore disperso a Napoli

Per fortuna che poi c'è il Napoli

AI San Paolo di Napoli

San Paolo, San Paolo, convertitotl nei pressi di
[Damasco

San Paolo, San Paolo, quante lettere scrivevi tu

San Paolo, San Paolo, ebreo ellenizzato di Tarso

San Paolo, San Paolo, perfortuna che il
[Signore ti è apparso

Perché tu perseguitavi i cristiani

E giustamente lui ti ha detto stop stop stop

Sto partendo con il treno per andare a Kathmandu

Dove ti sei trasferita per fondare una tv

Che trasmette televendite di vini calabresi

Che in Nepal vanno forte ma Ii fanno a Kathmandu

Quanto è bella la Calabria, quanto che sei bella tu

Tubero che mediti tranquillo sotto terra

Finché c’è una mano nerboruta che ti afferra

Tu dici «No no no », poi dici «Forse forse forse»

Poi ti lasci prendere

E ti abbandoni a questo mio pelapatate

Accompagnato dal tuo amico topinambur

Topinamburbera, sedicente burbera
Chi l’avrebbe detto, nascondevi un cuore d’oro

Sotto a quei 90 chili di burbera

Non cambiare mai burbera
Energumena, accarezzami lo stesso
Cantando questa canzone brutta
Brutta da cantare se vuoi

Sarà pure brutta però a me mi piace
Canzone brutta

Sarà capitato anche a voi

Di avere una canzone in testa

Brutta

Brutta.
E il messaggio che noi qui vogliam comunicar
[con questi ritornelli è:

Vincere l’odio.

ouro
via da qui
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1 febbraio, 2016 - 19:39
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come ho scritto precedentemente (ma poi ho dovuto cancellare) i testi vengono assegnati tutti a @carlo93 che li ha trovati. clap2clap2

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