La5 è stato uno dei primi canali “minori” del gruppo Mediaset ad aver debuttato nel panorama del digitale terrestre nel 2010.
Pensata per un pubblico prettamente femminile, ha senza dubbio sofferto lo sbarco del canale Real Time, che conquistato fin da subito diverse telespettatrici.
A causa di un calo di ascolti (un terzo di share percentuale perso nel giro di dodici mesi) la sorella minore di Canale5 si è data al factual, cercando di intercettare quel pubblico interessato alla cucina, alla moda, al trucco e parrucco.
Anche se alcune produzioni sono anche carine e fatte bene, fin dagli esordi sono state “bollate” come déjà vu, nonché brutta copia dei programmi di Real Time.
In questo articolo analizzeremo le tre produzioni “talent/reality” che sono andate in onda in questo autunno, cercando di capire il perché di questo insuccesso (annunciato!)
Iniziamo da “Sweet Sardinia”, che già dal titolo si capisce che la location scelta è la Sardegna. Un tour della splendida isola a bordo del galeone dell’amore, con alcune coppie di fidanzati pronte a testare la loro compatibilità e affiatamento.
La curiosità iniziale è sicuramente andata a scemare quando il tutto si è rivelato una sorta di grande esterna in stile “Uomini e Donne”, con prove pratiche al livello dei villaggi vacanze e con una inutile giuria capitanata dalla prezzemolina Alessandra Barzaghi. Peccato, specie per la Sardegna.
Passiamo a “The Chef”: sembrava la risposta del Biscione a “Masterchef”, ma visto il livello di preparazione dei concorrenti potevano tranquillamente gareggiare nelle cucine del pomodoro rosso e del peperone verde della Clerici.
Alquanto inutili due coach (Chiara Maci e collega relegati a fare la spesa per ragioni di product placement), mal sfruttati i due grandi chef La Mantia e Oldani, messi a scimmiottare il trio dei giurati di Sky con scarsi risultati.
Chiudiamo con “Fashion Style”, sicuramente il meglio riuscito dei tre: in termini di ascolto non ha sfigurato, ma probabilmente ci si aspettava qualche spettatore in più. Da rivedere forse la formula: quattro puntate di provini sono troppe, poche invece quelle dedicate alle sfide , “bruciate” in due settimane.
Il meccanismo a squadre non è sempre meritocratico, per questo forse sarebbe stato meglio eliminare l’anello debole di ogni team perdente e rimescolare i concorrenti ogni puntata.
Passando alle giurate vip, Alessia Marcuzzi è parsa adatta al ruolo, con giudizi mirati, diretti e semplici; non possiamo dire lo stesso per Silvia Toffanin, che sembrava la sorellastra di Cenerentola! L’operazione simpatia condotta in vari anni di “Verissimo” si è sgretolata dopo cinque minuti di programma, con una pioggia di critiche sui social.
Difficilmente rivedremo in onda questi format e siamo certi che non ne sentiremo la mancanza, se realizzati così. Voi cosa dite?
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Ho seguito solo Fashion Style e mi è piaciuto come programma. La conduttrice è stata simpatica, la Marcuzzi anche. La Toffanin lasciamo stare, dava quei giudizi così da snob, sofisticata, era insopportabile solo a sentirla parlare. Il meccanismo delle puntate, concordo con te, è da rivedere.
Buon Anno
Disastroso The Chef (soprattutto perché penso fosse il più costoso dei tre), inutile Sweet Sardinia.
Per quanto riguarda Fashion Style ha proposto qualcosina di nuovo, ma il format è stato proprio scritto male, come dicevi tu per quanto riguarda il meccanismo e la distribuzione delle puntate. La Toffanin sicuramente antipatica, ma è stata una scoperta, il ruolo di giurato cattivo le si addice. Non so se era il suo obiettivo.
Comunque sì, tre esperimenti e tre fallimenti.