Si riparte da dove eravamo rimasti: (Queen) Emeli De Forest vede la sua vittoria dell’anno scorso e attraversa la Danimarca in stop motion. Fan in tutto il mondo ricantano l’inizio di Only teardrops prima che arrivi lei a benedire il mondo con la sua voce. Tre conduttori a caso danno il via alla prima semifinale: 16 nazioni, solo 10 vanno in finale. Si fa tifo passivo, perché oggi l’Italia non vota.
Armenia apre le danze con Not alone. Una lagna, che lui, con più occhiaie che anima, riesce pure a steccare qua e là. Piace a molti, a me no, se non fosse per la somiglianza col tizio delle suonerie.
Lettonia, in confronto, è una botta d’allegria che ci spiega la scienza dolciaria con Cake To bake. Loro girano per il palco con la consapevolezza del trecentoduesimo posto, ma quest’anno canzoni così sono una rarità.
Estonia. Amazing è la canzone di Tanja, che riesce a cantare e ballare un passo a due di Steve La Chance contemporaneamente. O playback o un talento da Amici 2.
Svezia, che ogni anno arriva in alto. Undo è una ballatona che richiama in alcuni punti Wrecking Ball. Dove si comprano i biglietti per Malmö? O perlomeno per un concerto di Sanna Nielsen.
Islanda con un gruppo che vede al suo interno perfino un parlamentare. Vestiti come i concorrenti di uMan puntano sull’orecchiabilità/tormentosità mandando anche dei buoni messaggi nel testo.
Albania: per la sua scheda la cantante s’è fatta direttamente tatuare la bandiera sulla schiena. Canzone dimenticabilissima, a tratti fastidiosa.
Russia con due gemelle minorenni e una canzone chiamata Shine. Partono legate per i capelli, poi si muovono a specchio. Quasi rimpiango le De Vivo.
Azerbaigian, con Start a fire, canzone abbastanza dimessa rispetto ai fasti del passato. Ripetitiva, straziante.
Ucraina con Tick – Tock e uno che corre nella ruota alle sue spalle. Ritornello scemotto, rumore di fondo più fastidioso dei tweet di @FranAltomare con errori ortografici in sovrimpressione.
Belgio con Mother di Axel Hirsoux, uno che canta talmente da donna che a The Voice lo lascerebbero blind anche per gli spettatori.
Moldavia con una bandiera creata sui vasi di ceramica e Wild Soul. Noia mortale.
San Marino e l’imperatrice Valentina Monetta. Ripulita rispetto agli anni passati, punta almeno quest’anno alla qualificazione dopo due delusioni consecutive.
Portogallo con Quero Ser Tua. Lei si presenta mezza nuda e con due petali di rosa nei punti strategici. La canzone è una specie di lambada che incontra l’ottava traccia di un cd di Shakira.
Olanda con un duetto su Calm after the storm, che ha la base di Every breath you take e le atmosfere di una canzone qualsiasi dei Of Monsters and Men. Musicalmente sensata, ma forse fuori contesto.
Montenegro con Moj Svijet. Per la prima qualificazione del Paese ne parliamo l’anno prossimo, sì?
Ungheria chiude la serata con Running. Pezzo abbastanza energico, lui un po’ impreciso.
Voto aperto alle 22.21 per i sedici in gara e tre finaliste a caso tra cui non noi. Videoriepilogo delle 16 contendenti prima dell’Interval Act a tema Brutto Anatroccolo (non quello della Lear). 5 minuti al termine del voto e ultimo videoriepilogo (più veloce). Voto chiuso alle 22.38.
Un assaggino anche delle Big 5 + Danimarca (con Emma che spicca su tutti per quantità di bianco nel video), prima di passare al verdetto.
Vanno in finale:
– MONTENEGRO
– UNGHERIA
– RUSSIA
– ARMENIA
– AZERBAIGIAN
– SAN MARINO
– UCRAINA
– SVEZIA
– OLANDA
– ISLANDA
A casa Lettonia, Belgio, Estonia, Albania, Portogallo e Moldavia.
Comments are closed.
Mi dispiace dirtelo, ma il cantante belga veramente ha partecipato a The Voice. Ed è pure arrivato alle Battles
intendevo dire che avrebbero giocato sulla discordanza voce/aspetto come fanno nella versione italiana