[img align=left]http://www.lanostratv.it/wp-content/uploads/2011/04/Rafaella-carra-eurofestival-2011.jpg[/img] Eurovision atto II: prima trasmissione italiana. È la piccola Rai 5 a prendersi oneri e onori della trasmissione della seconda semifinale. La suadente voce di Raffaella Carrà, ancora in stato confusionale dopo il riposino delle 17, commenta ciò che vede da, probabilmente, un micro televisore in bianco e nero della cucina di casa sua, collegata con un Nokia 3310. Con fatica, Raffaella parla del sistema di voto, in mano a “cinque esperti” (probabilmente Parietti, Platinette, Mazzi, il gabibbo e la signora Coriandoli) e, naturalmente, al televoto. Chi non muore dalla voglia di votare Slovacchia? All’urlo di “Let the show begin”, si parte. La [b]Bosnia[/b] è la prima in gara, benché la Carrà la chiami “Borzia” e poi “Bonzia”. La canzone è [i]Love in rewind[/i], cantata da un signore preso a caso dalle prime file. Probabilmente durante la distribuzione del cibo ai poveri. Il fuoco e l’urlo finale migliorano di poco un pezzo che non ha molto da dire. Tocca all’[b]Austria[/b], con [i]The secret is love[/i]. La cantante parte senza base musicale, tra le urla del pubblico. Una voce molto potente, che copre bene dei passaggi impegnativi, compreso quello in falsetto. Il taglio alla “Cleopatra che si fa mordere dall’aspide”, però, non si può davvero vedere. Andiamo in [b]Olanda[/b] (ma restiamo in Germania, dice simpaticamente Raffaella che, ci tiene a specificarlo, cantano dal vivo. Perché gli altri no eh?) con [i]Never alone[/i]. Pur essendo uno dei pezzi più interessanti della serata, ricorda a tratti “Just the way you are” di Bruno Mars.

Il [b]Belgio[/b] propone un gruppo vocale in stile “Cluster” o “Sei Ottavi”. [i]With love baby[/i] è un misto di sonorità blues e accappella. Impeccabili nelle armonizzazioni, i belgi non sentono l’ansia della grande occasione e non sbagliano un colpo. Fantastici. La [b]Slovacchia[/b] presenta le TWIINS, due gemelle un po’ conduttrici, un po’ cantanti, un po’ showgirl nel senso più italiano del termine, soprattutto per la lunghezza delle gonne. [i]I’m still alive[/i] è una canzone bella, sulla carta, ma un po’ sovrastata dagli strumenti troppo alti e da tanti suoni messi tutti assieme. Si fosse puntato sulla semplicità più che sul rumore, forse. L’[b]Ucraina[/b] approfitta della vincitrice della locale edizione di Got Talent, la disegnatrice di sabbia, per distrarre dalla bruttezza della canzone, [i]Angel[/i]. Sullo sfondo la disegnatrice si affretta per coprire i tre minuti scarsi di canzoni disegnando le solite bambine che piangono, la guerra, le ombre e le bombe. Si salva solo il potente strumento vocale della cantante. La [b]Moldavia[/b] ci propone il rock progressista di [i]So lucky[/i]. L’inglese della band fa arrivare a rimpiangere quello di Marco Carta ad Amici 7. In giro per il palco nani, ballerine, bicicli e cappelli da KKK, tra trombe, batterie e un trionfo di luci. No, non ci riuscireste neanche col gas nervino a farcela piacere. Secondo la Carrà toccherebbe a Cipro, in realtà c’è la [b]Svezia[/b]; la cosa la sconvolge al punto da lasciarla in silenzio per un minuto buono, mentre le immagini scorrono. La canzone, [i]Popular[/i], è una delle più orecchiabili e delle favorite alla vittoria. Eric Saade la canta così così, è un po’ crescente, ma in questo caso la coreografia e la carica coprono i limiti della voce. Ora sì, tocca a [b]Cipro[/b], così Raffaella può ripetere tutto ciò che stava dicendo per la Svezia. La canzone è un misto di sound greci, al limite del sirtaki, e contemporanei. Accettabile se durasse 30 secondi e ci fosse solo la musica senza il testo. Viene ricordato il sistema di televoto e si passa alla [b]Bulgaria[/b] (o Bulgheria, ma che ve lo dico affà?). Il problema principale di [i]Na inat[/i] è il testo interamente in bulgaro, visto che la canzone ha un buon sound e sembra diversa dalle solite. Molto forte la carica della cantante. La [b]Macedonia[/b] preferirei non commentarla, visto che è probabilmente il pezzo più brutto. Si chiama [i]Rusinka[/i], ovvero “ragazza russa”, ed è cantato in macedone. Mancano i sottotitoli in cecoslovacco, insomma. [b]Israele[/b] è rappresentata da un’ex transessuale, Dana International, che oggi presenta [i]Ding Dong[/i]; bella e femminile, di sicuro ha trovato un chirurgo migliore di Pamela Prati. Tutt’altro che indimenticabile, però, la sua canzone. La [b]Slovenia[/b] (la cui cantante, secondo la Carrà, è arrivata seconda a BRITAIN’S Got Talent, certo), propone un pezzo in stile ultima traccia di un qualsiasi cd della Aguilera. Voce abbastanza notevole per la giovanissima cantante slovena. La [b]Romania[/b], quarta l’anno scorso, si presenta con [i]Change[/i] degli Hotel FM. Ora, onestamente, chi si sarebbe aspettato una canzone del genere da parte di un gruppo rumeno? Fresca, allegra, positiva, qualcosa che Camba e compagni possono solo sognarsi, al giorno d’oggi. È il momento dell’[b]Estonia[/b] con [i]Rockfeller Street[/i]. L’alter ego estone di Katy Perry, vestita col baby doll di un film horror di quart’ordine, scodinzola con tanto di frustino S&M tra un’ambientazione di palazzi alti un metro e quattro ballerini. C’è di peggio, ma c’è anche molto di meglio. È una sorta di inno, quello della [b]Bielorussia[/b], con [i]I love Belarus[/i], pezzo che fin dal primo ascolto mi è salito nella scala dell’odio direttamente nella categoria “da Barbara d’Urso al mignolo contro lo stipite della porta”. La Danimarca. Anzi, no, la [b]Lettonia[/b]. Datele un righello, che magari riesce ad andare dritta. [i]Angel in disguise[/i] (che scopriamo pronunciarsi come si scrive, non ‘disgais’) è cantata dall’equivalente sovrappeso e col parrucchino di Davide Mogavero di X Factor. Finalmente la [b]Danimarca[/b], con [i]New Tomorrow[/i]. Nonostante siano vestiti e pettinati come i Kiss dopo un pestaggio dei fan di David Bowie, riescono a mettere a segno un bel pezzo, un po’ Coldplay. Tutti conosciamo Jedward, i malefici gemelli Grimes, che sono qui per rappresentare l’[b]Irlanda[/b]. La loro [i]Lipstick[/i] è fatta apposta per stupire, i loro vestiti non sono da meno. Una baracconata incredibile, per questi piccoli figli illegittimi di Lady Gaga, che non son migliorati di una virgola dalla loro prima (tragica) esibizione all’X Factor inglese. Veloce riassunto delle canzoni, riassunte tutte e 19 in clip da 10-15 secondi l’una. L’attesa per i risultati diventa il momento più tragico per la Carrà, che si trova a dover riempire i silenzi parlando di statistiche lette al volo da wikipedia, confondendosi i vocaboli arrivando a scambiare “intervistare” per “inventare”. Ma ha picchiato la testa, dai, se no non si spiega. Alle 22.41 viene chiuso il televoto. Per ingannare l’attesa un’esibizione che coniuga danza classica e break dance. Che è un po’ la trama di quel film sulla danza in 3D, quindi non crediamo di avere inventato qualcosa di innovativo. Un saluto alle 5 Big Five che vedremo solo sabato, ma Gualazzi non c’è nel pubblico. “Sarà andato a letto presto”, ipotizza la Carrà. Raffaella, non è Raphael di Io Canto. Siamo al verdetto. Dieci nazioni passano, nove tornano a casa. [b]Vanno in finale: – ESTONIA – ROMANIA – MOLDAVIA – IRLANDA – BOSNIA – DANIMARCA – AUSTRIA – UCRAINA – SLOVENIA – SVEZIA[/b] A casa: Olanda, Cipro, Lettonia, Macedonia, Bielorussia, Slovacchia, Israele, Belgio e Bulgaria. Peccato per molte di loro. Il pronostico dei nostri lettori si ferma ancora a 3/4: passano Romania, Svezia e Austria, va a casa il Belgio. L’appuntamento più importante, ovviamente, è per sabato, con la finalissima che vedrà in gara anche l’Italia. Non mancate, la Carrà su Raidue deve essere qualcosa di imperdibile.

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