[img align=left]http://www.ilmattino.it/MsgrNews/MED/20130213_cr2.jpg[/img] Dopo un inutile anteprima con due che si fingevano la Gialappa’s ma al massimo ricordavano Fabrizio Frizzi – e per voce e per verve – il vero Festival ha inizio con un monologo di [b]Fabio Fazio[/b] su cosa sia popolare e “per il popolo”. In onore del bicentenario della nascita di Verdi, godiamoci un po’ di Và Pensiero, per far contenta almeno ora quella parte politica che invocherà teste e scalpi alla prima frase pronunciata da Crozza. A cantarlo il Coro dell’Arena di Verona. Arriva anche [b]Luciana Littizzetto[/b], in carrozza trainata da cavalli bianchi (“sai che hanno fatto un sacco di cacca?”). Luciana arriva sul palco non senza risparmiarsi qualche battutina al pubblico in sala e insultando random politici, conduttore e curia. Ha anche la letterina per “San Remo”, in cui annuncia i suoi buoni propositi cercando di essere dissacrante ma non troppo. Finito il discorso, si toglie le scarpe perché “s’è già rotta i maroni” e cita due-tre volte la Cuccarini. Fazio ricorda la novità dei due brani a cantante, che saranno eseguite una dietro l’altra e valutate al 50% dal televoto e al 50% dai giornalisti della Sala Stampa. [b]MARCO MENGONI[/b] [b]“L’essenziale”[/b] è la prima canzone del Festival 2013. Lui strizza l’occhio come Marina Massironi quando faceva “Rabbrividiamo”. Il pezzo è un lentone, che cambia leggermente ritmo alla seconda strofa, ma fatica ad ingranare del tutto. [b]“Bellissimo”[/b] è della Nannini, che dovrebbe già essere una mezza certezza. Fin dalla prima nota la musica è più coinvolgente, ma lui la canta paradossalmente peggio. Sulla scelta del pezzo nessun dubbio. I suoi tic facciali sono qualcosa a cavallo tra la schizofrenia e Barbara d’Urso. Mia scelta: Bellissimo Scelta RH: L’essenziale 82% A premiare la canzone sopravvissuta di Marco sarà [b]Marco Alemanno[/b], compagno di Dalla, la cui ultima apparizione televisiva fu proprio a Sanremo 2012. Alemanno legge il verdetto. [b]Passa L’ESSENZIALE col 52%[/b] [b]RAPHAEL GUALAZZI[/b] [b]“Senza ritegno”[/b] se la suona direttamente al piano accompagnato da un trombettista in pigiama. Calante e con poca voce, si attacca a una buona musicalità, ma manca sia il testo che la capacità di cantarla. [b]“Sai (ci basta un sogno)”[/b] è più lenta e intimista, ma sempre cantata con il sospiro affannoso di un vecchio ai suoi ultimi istanti di vita. Mia scelta: Sai (ci basta un sogno) Scelta RH: Sai (ci basta un sogno) 70% Scelta Gualazzi: Sai (ci basta un sogno) (e allora cosa l’hai portata a fare l’altra?) A salvarci dalla sua presenza arriva [b]Ilaria d’Amico[/b], la regina delle giornaliste italiane e non. [b]Passa SAI (CI BASTA UN SOGNO) col 62%[/b]
Luciana ci teneva a scendere dalla scala, che però non è presente nella scenografia. Lei si presenta con il vestito nuovo e luccicante, ma la scala non c’è: Fazio la invita a buttarsi. Così come fece [b]Felix Baumgartner[/b], l’uomo che si è buttato dalla stratosfera. E come per magia la scala compare formandosi gradino per gradino come in un film di Harry Potter. Luciana scende e fa il gesto dell’ombrello. [b]DANIELE SILVESTRI[/b] [b]“A bocca chiusa”[/b] è stata scritta testo e musica dallo stesso Silvestri. Dietro Silvestri un uomo indica alle persone delle prime file le uscite di sicurezza. Le strofe iniziano con “Fatece largo che…”, ma, trovata a parte, ha più testo che musica. Un po’ Bennato, un po’ De Gregori, ma con i dentoni di Marika di Master Chef. [b]“Il bisogno di te (ricatto d’onor)”[/b] ricorda molto di più “Salirò” e riesce a giocare bene con le parole con una musica più piacevole arricchita da trombe e fiati vari. Scelta mia: Il bisogno di te (ricatto d’onor) Scelta RH: Il bisogno di te (ricatto d’onor) 59% Scelta Silvestri: A bocca chiusa Arriva [b]Valeria Bilello[/b] a premiare la canzone vincente, mentre i fotografi le urlano insulti vari dalla piccionaia. I due si conoscono e la Littizzetto indaga subito se tra i due ci sia mai stato del fiki fiki. [b]Passa A BOCCA CHIUSA col 61%[/b] [b]SIMONA MOLINARI E PETER CINCOTTI[/b] [b]“Dr Jekyll and Mr. Hyde”[/b] è il primo pezzo: lei è un incrocio tra Paola Cortellesi e Lara Croft ma canta come Annalisa quando è paralizzata di fronte al pubblico. Ossia sempre. Del testo mi perdo una parola su due – vuoi perché lui è anglofono, vuoi perché lei imita la Zilli quando è ospite di una trasmissione che non le piace, la musica è simpatica, niente più. [b]“La felicità”[/b] è più ritmata, ma la Molinari fatica ad arrivare alle note basse e la voce effettata di Cincotti si limita quasi sempre ai cori. L’avrei preferita, ma puzza di filler lontano un chilometro. Mia scelta: Dr Jekyll and Mr. Hyde Scelta RH: Dr. Jekyll and Mr. Hyde 56% A proclamare la canzone vincente [b]Flavia Pennetta[/b], che giudica la discesa dalla scala più difficile di una partita. Almeno qui non c’erano le sorelle Williams a morderti i polpacci. [b]Passa LA FELICITÀ col 54%[/b] Ecco [b]Maurizio Crozza[/b], che si presenta su una fittizia canzone interpretando, naturalmente, Silvio B. E sarà il putiferio, soprattutto per cose come “quante donne eleganti, anche io facevo cene eleganti, ma voi siete diverse, siete vestite”. Dalla platea arriva un “vai a casa” che temo fosse rivolto all’imitatore invece che all’imitato. Crozza sceglie un’altra canzone in cui infila un paio di spunti intelligenti, ma il pubblico è quanto mai freddo. Crozza torna lui e il pubblico inizia a contestarlo fortissimamente, senza lasciarlo parlare. Dopo due interminabili minuti di silenzio entra Fazio: “così non vale, non si offende nessuno”. Fazio zittisce come può il pubblico e invita Crozza a continuare. “La mia non è propaganda” riprende Crozza, che viene di nuovo interrotto. Ci si prova una terza volta, ma si parte a rilento. L’imitazione di Bersani ha poco mordente, ma la contestazione è suonata come un rigurgito fascista e censoreo che fa poco sperare in vista delle prossime elezioni. L’ultima imitazione, quella di Montezemolo, vede l’aiuto di Fazio come spalla. Il pubblico alla fine applaude e Fazio stigmatizza il comportamento di “due persone, tra l’altro già note”. Luciana si ricambia d’abito per la seconda parte della serata: gonna verde e ancora tantissimi brillantini. [b]MARTA SUI TUBI[/b] [b]“Dispari”[/b]: lui è un Giuliano dei Negramaro con i baffi e lo stile di Freddy Mercury. Si mangia tre parole su quattro e urla sputacchiando in favore di camera. Sarebbe stato meglio farla partire qui, la contestazione. [b]“Vorrei”[/b] è, se possibile, ancora più urlata e stonata. È musica alternativa nel senso che alterna suoni esistenti a graffi sulla lavagna? Scelta mia: Dispari Scelta RH: Vorrei 63% Scelta Marta sui Tubi: Dispari A far da contrasto con la tamarraggine del gruppo, arrivano le [b]Sorelle Parodi[/b], che rischiano di sfracellarsi dalle scale ad ogni gradino. [b]Passa VORREI col 63%[/b] Sale sul palco la famigerata “coppia gay”, che detto così pare una roba da zoo e manca solo il cartello “Non date da mangiare ai gay”. I due raccontano la loro storia come nel video diventato virale in questi giorni, tramite cartelli. Nient’altro, niente bacio, niente urla. Abbastanza inutile. [b]MARIA NAZIONALE[/b] [b]“Quando non parlo”[/b]: a dirigere c’è Vessicchio e la Littizzetto non si fa mancare l’aggressione all’imperturbabile maestro. Lei è il neomelodico fatto a Cresima, la canzone è più banale delle polemiche sui giornali di domani. [b]“È colpa mia”[/b] Fazio ricorda gli estremi del televoto imitando Vespa e risultando straordinariamente brillante rispetto al resto della serata. La seconda canzone è inutile come la prima, ma sono riuscito a sentirla tutta senza girare su Wild. Scelta mia: È colpa mia Scelta RH: È colpa mia 67% A premiare la canzone scelta sale sul palco [b]Vincenzo Montella[/b], allenatore della Fiorentina. [b]Passa: È COLPA MIA 52%[/b] Sale sul palco [b]Angelo Ogbonna[/b], calciatore del Torino, per premiare [b]Toto Cutugno[/b] (chiamato Totò dal calciatore) col più classico dei premi barely pre-mortem: quello alla carriera. C’è anche tempo per raccontargli le emozioni delle sue quattordici presenze al Festival, come se fossimo a La Vita in Diretta. Toto fa un’invettiva inutile contro i talent show e arriva Luciana Littizzetto a disturbarlo, sperando di fargli perdere i sensi. Canta “L’italiano” e siamo tutti a posto fino ai futuri novendiali. Alle sue spalle a fargli da coro arriva l’armata rossa, confermando i sospetti politici della Oxa. Si ode qualche nuova flebile contestazione. Pensavate fosse finita? Si canta anche “Notti di Mosca”, per omaggiare quel Paese democratico dove parlare di omosessualità è reato. Un po’ strano, dopo l’omaggetto di poco fa, no? E ancora: “Nel blu dipinto di blu” eseguita dal coro e da Cutugno, che ormai ha fatto suo il palco come Crozza. È l’agonia. [b]CHIARA[/b] [b]“L’esperienza dell’amore”[/b], scritta dagli Zampaglione, convince fin dalle prime note della strofa. Il ritornello c’è e non c’è, ma stiamo parlando di un livello nettamente superiore a quanto sentito finora. Lei è, come al solito, perfetta su ogni nota, ma rischia di vincere più per il confronto con il nulla che c’è attorno che per il brano, mannoiano. [b]“Il futuro che sarà”[/b] è un tango “vorrei ma non posso”: lei è elegante come al solito, ma la sua voce risalta meno che sul primo brano. Peccato doverne eliminare una. Mia scelta: L’esperienza dell’amore Scelta RH: Il futuro che sarà 69% A premiarla sale sul palco [b]Stefano Tempesti[/b], sportivo. [b]Passa: IL FUTURO CHE SARÀ 60%[/b] Fazio ricapitola le sette canzoni salvate, che riusciamo anche a sentire per un attimo: Marco Mengoni: L’Essenziale Raphael Gualazzi: Sai (ci basta un sogno) Daniele Silvestri: A bocca chiusa Simona Molinari e Peter Cincotti: La felicità Marta sui Tubi: Vorrei Maria Nazionale: È colpa mia Chiara: Il futuro che sarà A domani, ahimè.