[img align=left]http://img541.imageshack.us/img541/828/beppefiorellodomenicomo.png[/img] Apre la seconda serata del Festival di Sanremo [b]Beppe Fiorello[/b], il più talentuoso della famiglia Fiorello dopo Rosario, Catena e l’anziano della pubblicità dell’Infostrada. Il suo monologo omaggia Modugno. Non so se è correlato al fatto che a breve andrà in onda una fiction in suo onore, ma non credo. A dirigere l’orchestra il maestro Palma, quello che aveva mosso il banco a Raffaele Tizzano durante “La Bamba”. Fazio saluta Fiorello e insieme a lui va a salutare la signora Franca Modugno, restituendo la giacca e svelando l’inghippo: in realtà è Marinella Venegoni con una parrucca biondo cenere. Gag: Fazio annuncia la Littizzetto ma entra [b]Bar Rafaeli[/b]. Dopo essersi preso del “balengo” anche dalla regina del mondo, Fazio torna ad essere insultato dall’originale [b]Luciana Littizzetto[/b], che si catapulta giù dalla scala e manda Fabio “a pettinare Cristicchi”. Il conduttore fa due domande di rito a Bar, bella, simpatica e soprattutto vestita: tre doti che mancavano alla valletta dell’anno scorso. Luciana chiede a Bar di baciare Fazio barattando il tutto con abolizione di Imu, Ici e tassazioni varie, ma la Rafaeli bacia lei. Rimasta sola con Fabio, si vanta poi degli ascolti di ieri: “ci guardano in tanti, addirittura Calderoli ha dato da mangiare ai maiali prima per poterci vedere”. [b]MODÀ[/b] [b]“Se si potesse non morire”[/b], scritta dallo stesso Kekko. Perdo tutto l’inizio perché la base sovrasta la voce di Silvestre, insolitamente bassa. Il testo ricorda per tematiche “Non è l’inferno”, ma non ne ha né la carica né l’involontaria ironia. Nella seconda parte Kekko fa qualche passo e anche la canzone si fa un filino più dinamica. Inascoltabili le urla in coda ad ogni frase del ritornello. [b]“Come l’acqua dentro il mare”[/b]: anche in questo caso alcune note troppo basse vengono raggiunte a fatica da Kekko, che si trova poi a ingolare quelle più alte. Non in forma lui, tutt’altro che indimenticabili i due pezzi in gara. Scelta mia: Se si potesse non morire Scelta RH: Se si potesse non morire 72% A proclamare la canzone vincente [b]Max Biaggi ed Eleonora Pedron[/b]. [b]Passa SE SI POTESSE NON MORIRE 61%[/b]

[b]SIMONE CRISTICCHI[/b] [b]“Mi manchi”[/b]. L’orchestra è diretta, come la Sony, da Roberto Rossi. La canzone è tristarella e lui è incredibilmente impreciso nel cantarla, a tratti inascoltabile. Uno dei pezzi più brutti finora. [b]“La prima volta (che sono morto)”[/b] se la introduce da solo Cristicchi, che sembra anche un filino infastidito dai finti battibecchi di Fazio e Luciana. Questo secondo brano, che racconta – appunto – di una persona morta, è più orecchiabile e comprensibile. Non indispensabile o di buon gusto magari, ecco. Scelta mia: La prima volta (che sono morto) Scelta RH: La prima volta (che sono morto) 86% Scelta Cristicchi: Mi manchi Arrivano sul palco [b]Jessica Rossi[/b], medaglia d’oro nel tiro a volo. [b]Passa LA PRIMA VOLTA (CHE SONO MORTO) 56%[/b] C’è [b]Carla Bruni[/b], che presenta il suo 4° disco (prego? E qualcuno glieli compra pure?), introdotta da Fazio con “è un grande onore”. È entrato Obama e non me ne sono accorto? Dopo l’esibizione sul suo solito inutile pezzone sussurrato in francese, due parole di rito con Fazio prima di sottoporsi alla tortura-Littizzetto. Luciana ci va cauta e il tutto è accuratamente concordato: Carla e Luciana cantano insieme una canzone. Il pezzo è ovviamente Quelqu’un m’a dit con testo infarcito di battute e ironie sull’ospite, ma senza spingersi troppo oltre. [b]MALIKA AYANE[/b] [b]“Niente”[/b] è il primo pezzo di Cesira La Talpa, che per l’occasione sfoggia sulla schiena un tatuaggio elegante e sobrio, di tre metri per quattro. La canzone è una boccata d’ossigeno rispetto a quanto sentito finora, è molto delicata e lei la interpreta a suo modo. Di classe. [b]“E se poi”[/b], prima di cantarla, Malika si prende anche il lusso di correggere Fazio, che la chiama “Ayane” con la e. Questo secondo brano è d’impatto, molto colonna sonora di un film di Ozpetek. A gusto, però, preferisco il primo. Scelta mia: Niente Scelta RH: Niente 53% A premiarla c’è [b]Nerì Marcorè[/b] che imita Alberto Angela. [b]Passa E SE POI 54%[/b] Marcorè rimane sul palco e torna la Rafaeli per un’esibizione alla batteria. Sa anche suonare? Datele un Oscar sulla fiducia. [b]ALMAMEGRETTA[/b] [b]“Mamma non lo sa”[/b]: dite a quello dei Marta sui Tubi che non c’era bisogno di presentarsi con la kippah perché lo si riconosce comunque. [b]“Onda che vai”[/b] è stata scritta dagli Zampaglione come il pezzo scartato di Chiara. Non so le loro intenzioni, ma anche in questo caso del testo non si capisce mezza parola: sarebbe utile regalare qualche dente al vocalist. Terribili entrambe, lancio la monetina. Scelta mia: Onda che vai Scelta RH: 50% Arrivano a premiare la canzone meno brutta c’è [b]Filippa Lagerback[/b]. La valletta meno utile, giusto. [b]Passa MAMMA NON LO SA col 52%[/b] [b]MAX GAZZÈ[/b] [b]“I tuoi maledettissimi impegni”[/b] ha delle sonorità elettroniche e tanti archi che coprono un po’ la voce di Gazzè. Il ritornello è veloce e abbastanza orecchiabile: canzone interessante e – finalmente – strutturata. [b]“Sotto casa”[/b] punta invece sull’acchiappo immediato: è più radiofonica e gigiona, sicuramente meno ricercata e “subdola” (positivamente) dell’altra. Se Malika è stata una boccata d’ossigeno, Gazzè è un defibrillatore. Scelta mia: I tuoi maledettissimi impegni Scelta RH: Sotto casa 82% Vengono a rendergli onore le [b]schermitrici italiane[/b], epurate dalla attention whore candidata alle elezioni. C’è però Luciana Littizzetto con la maschera da scherma, comunque più bella della non-presente. [b]Passa SOTTO CASA 77%[/b] [b]ANNALISA[/b] [b]“Scintille”[/b] ha il testo di “Non sono la cicala cri cri” di cassandriana memoria e cerca di scimmiottare un po’ i primi pezzi che avevano fatto ben sperare nella sua presenza ad Amici Nel vuoto generale, la canta bene. [b]“Non so ballare”[/b] è, tra le due, lo sbirro buono, la ballatona che cerca di puntare al sentimentalismo sfrenato tipico di Amici. Forse troppo: non ha la voce di Annalisa e non ha davanti schiere di quattordicenni che si riconoscerebbero in qualsiasi testo melenso. Scelta mia: Scintille Scelta RH: Non so ballare 64% Arriva [b]Carlo Cracco[/b] a premiare la canzone salvata dal pubblico. [b]Passa SCINTILLE 55%[/b] C’è ospite [b]Asaf Avidan[/b], il cantante di “One day”, che ci offre la sua canzone in una versione straziante acustica a metà tra Marco Mengoni sotto acidi e l’alieno di Avanti un altro. Bravissimo. [b]ELIO E LE STORIE TESE[/b] [b]“Dannati forever”[/b] entrano vestiti da chierichetti con fronti altissime. Il pezzo è un classico degli EELST: il testo è una facile presa in giro di curia e credenti vari, con una buona musica, che non guasta mai. Azzeccati e mai banali. [b]“La canzone mononota”[/b] per questa, invece, si cambiano e rimangono in camicia e cravatta. Il ritornello, ovviamente, è basato su una sola nota, gioca su velocità e metrica ed è un’altra perla del genio di un gruppo che prende tutti per il culo ed è comunque superiore a quanto ascoltato finora. Scelta mia: La canzone mononota Scelta RH: La canzone mononota 78% A proclamare la canzone vincente è [b]Roberto Giacobbo[/b], che deve smentire la caduta del meteorite sulla Terra. [b]Passa LA CANZONE MONONOTA 81%[/b] Canzoni passate: Modà: Se si potesse non morire Cristicchi: La prima volta (che sono morto) Malika: E se poi Almamegretta: Mamma non lo sa Gazzè: Sotto casa Annalisa: Scintille Elio: La canzone mononota Domani inizierà la vera gara, con le 14 canzoni rimaste in gioco e una prima graduatoria. Ma ora [b]I GIOVANI[/b]. Per presentare la gara torna Marcorè-Angela che dà il la a Fazio per imitare il padre, Piero Angela. Prima, però, un saluto ai [b]Ricchi e Poveri[/b], assenti per il grave lutto di Franco. Quattro in gara, due in finale. Vota il pubblico da casa e la Sala Stampa. [b]RENZO RUBINO[/b] canta “Il postino (Amami uomo)”, l’anticipatissima canzone sull’amore gay. Pretestuosa nel testo, orecchiabile e poco più nella musica. Il tenore che sbuca a metà canzone c’entra come Bianca Atzei nella discografia italiana. [b]IL CILE[/b] canta “Le parole non servono più” e torna Vessicchio a dirigere. Questo tra l’altro è più famoso di almeno 3-4 Campioni, ma facciamo finta che no. Canzone gradevole, ma che non rimane impressa. [b]IRENE GHIOTTO[/b] canta “Baciami?”. A Star Academy era la brutta copia di Arisa, oggi si è tolta gli occhiali e si finge femminista impegnata coinvolta nel mercato equosolidale. Canzone orrida. [b]BLASTEMA[/b]cantano “Dietro l’ultima ragione” e si rivelano una versione sotto antidepressivi e tranquillanti degli One Direction. I Frères Chaos, in confronto, sono una botta di allegria. Siamo in chiusura. [b]Vanno alla finale giovani… RENZO RUBINO e I BLASTEMA[/b]. Torna anche Beppe Fiorello per la buonanotte con un ultimo omaggio a Modugno, che ne abbiam sentiti pochi oggi. Che c’è per caso una fiction da lanciare?

 

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