Che voglia di gita fuoriporta, di weekend lungo, di vacanza di quattro giorni in una città d’arte del Centro Italia. L’aperitivo nel bar del castello, il sole che tramonta tra le guglie. E intanto si allestisce il palco e si mettono giù le sedie (quelle con il gancino, che puoi attaccare una all’altra): stasera suona Fulminacci. Ci sono i violinisti del conservatorio locale che provano: stasera apriranno loro. Io su di giri per lo Spritz, faccio foto che poi posterò su Instagram, con i testi dell’album come caption.

Album bellissimo.
Tattica ti martella, potrebbe essere il classico singolo estivo d’essai che sbaraglia quelli studiati a tavolino. La grande bugia ha quel sound anni Ottanta che la rende squisitamente cinematografica. Miss Mondo Africa la mia meno prefe ma che voglia di centro sociale, che voglia di tessera del PCI.
Le biciclette la commento quando mi sarò ripreso psicologicamente.

Questo album ha una tracklist pazzesca che non ti stufa mai.

Si inizia con una canzone inedita, Meglio di così, che lo rappresenta molto: piace a chi già lo apprezza, incuriosisce chi lo sta scoprendo. Poi si passa alla canzone sanremese, brano che il GP ha già conosciuto, un po' comfort zone quindi. Si passa a Miss Mondo Africa, canzone catchy ma peculiare, sapientemente messa in un momento in cui l'attenzione è ancora alta. Ma l'attenzione torna a salire con La grande bugia che con quelle sonorità nostalgic-pop fanno drizzare le antenne e "i peli sulle gambe" a tutti. Di nuovo un brano fulminaccesco ma già noto a molti, Un fatto tuo personale (prodotto da Frenetik&Orang3, per altro). E poi via con le smash hit dell'album, Tattica e Canguro.
Senza nemmeno accorgercene, siamo ormai alla fine dell'album e anche se Forte la banda e Giovane da un po' sono meno immediate, a questo punto le ascoltiamo con piacere. E poi si chiude in bellezza, con quella poesia vivente di Le biciclette.

A tracklist