Una bella ballata con elementi Funk, oltre che R&B, Soul e Pop. È questo il pezzo scritto da Wonder nell'84 per la colonna sonora del film 'La signora in rosso'. Fu un successo pazzesco, sia commerciale che di critica. Raggiunse la #1 nelle classifiche di svariati Paesi e l'anno successivo la canzone - pur nella sua semplicità - vinse sia l'Oscar che il Golden Globe per la miglior colonna sonora originale. Che sia merito dell'utilizzo di un campionamento di un altro pezzo, '(Sittin' on) the Dock of the Bay' di Otis Redding del 1968, di altrettanto successo?

Torniamo alla Regina dei Dark. Siamo nell'ottobre del 1985 e la band britannica fece uscire il primo singolo tratto dal loro settimo album, 'Tidnerbox'. Si tratta di una canzone - e di un disco in generale - che si distanziano un po' dai lavori precedenti strizzando un po più l'occhio al Pop, ma restando comunque fedeli a quel Post-Punk/Indie che ne ha fatto la fortuna. E infatti anche il tema della canzone non è dei più felici: tratta dell'eruzione del Vesuvio e del dramma di Pompei nel 79 d.C. e l'ispirazione arrivò a Siouxsie e ai Banshees grazie a una visita al sito archeologico durante un tour in Italia.

Il genere Folk, dopo aver imperversato nei decenni precedenti, ebbe un periodo difficile durante i primi 80's, così distante dalla sperimentazione (commerciale e non) elettronica di quegli anni. Eppure fu proprio durante quel decennio che si crearono le premesse per la rinascita del genere durante i 90's. Fra i responsabili di questo revival, la band anglo-irlandese, che nel febbraio del 1986 pubblicò l'ep 'Poguetry in Motion'. Prodotto dal Big degli 90's Elvis Costello, il pezzo - una bellissima ballata romantica - è tra i più famosi della loro discografia ed è inserito in tutti i loro Greatest Hits.

Ed è una ballatona anche questo bel pezzo scritto dal leader della band britannica, Mark Knopfler. Il tema è di quelli malinconici - un appuntamento finito male - e a dare un ulteriore tocco di tristezza ci pensa uno degli elementi più noti della canzone: l'assolo iniziale del saxofonista Michael Brecker. Anche questo elemento contribuisce a smistare la canzone, oltre che in Rock, anche nel genere Jazz. Si tratta del quinto e ultimo singolo dell'altrettanto quinto album 'Brothers in Arms' e fu pubblicato nell'aprile del 1986. Ebbe un buon riscontro commerciale in Europa, meno in patria.

Può una canzone essere pubblicata tre volte nel giro di dieci anni da diversi artisti e tutte e tre le volte avere un buon successo commerciale? Può. Una prima versione Soul-Disco di questo pezzo uscì nel 1975 cantata dagli Harold Melvin & The Blue Notes e si fece già notare. L'anno dopo toccò a Thelma Houston raggiungere la #1 della Billboard con una veste interamente Disco, mentre a noi interessa questa versione uscita nell'agosto del 1986. Fu il terzo singolo del primo eponimo album del duo fondato da Jimmy Sommerville dopo aver lasciato i Bronski Beat. Il pezzo - d'impronta elettronica e sostenuto dalla voce di Sarah Jane Morris - fu un gran successo in Europa, in particolare nel Regno Unito dove fu il più venduto di quell'anno.

Nella seconda metà degli 80's ci fu un ritorno del Pop Latino. A intuire e - grazie a questo pezzo, pubblicato nel febbraio del 1987 quale quinto estratto dal terzo album 'True Blue' - a contribuire a questa tendenza, la trendsetter per eccellenza. Madge co-scrisse questa canzone che amo molto, un omaggio alla bellezza dei latinoamericani come detto da lei stessa. Non fu invece mai a San Pedro, isola del Belize che avrebbe influenzato il brano, mentre a dare un'impronta al pezzo sarebbero stati invece i Gipsy Kings (che non avete portato e io sono nerissimo). Ben accolta dalla critica, la canzone fu anche un successo commerciale in Nord America, Europa, Oceania e Giappone.

Anticipa di quasi dieci anni il successo dei vari Ricky Martin, Christina Aguilera e Jennifer Lopez, questo bel puertoricano. Non ancora ventenne, nell'estate del 1987 pubblicò questo primo singolo tratto dall'eponimo album, che nonostante la giovane età era già il terzo della sua carriera (i primi due in realtà furono pubblicati con la band della quale faceva parte, i Los Chicos). Unendo elementi Dance allora in voga col Pop Latino che si stava facendo largo, ne uscì quest'allegro pezzo uptempo che riuscì a farlo conoscere principalmente negli States.

Iniziamo la categoria con un gruppo che durante gli 80's sbanderà. Ma prima che questo succeda, i fondatori del Rock demenziale riuscirono agli albori del decennio a toccare brevemente l'apice del proprio successo, coltivato durante il secondo lustro dei 70's. E proprio in un album del 1979, il loro terzo: 'Kinotto', è contenuta questa canzone che diventerà singolo (lato B di 'Fagioli') solo nell'80. Questa riuscitissima parodia dei cantanti d'amore anglofoni dei 60's è ancora oggi una delle canzoni più famose del gruppo, nonché una delle ultime registrate col leader Roberto 'Freak' Antoni.

Spazio anche alla canzone napoletana nel contest, che come ci insegnava Grazia Di Michele fa parte della nostra (vostra) cultura e va quindi valorizzata. E lo facciamo con una delle canzoni più note del repertorio del compianto cantautore, tratta dal terzo album 'Nero a metà' uscito nel 1980. Un pezzo dall'atmosfera malinconica e forse non tutti sanno che è dedicato a una prostituta: ne racconta infatti una giornata. Il brano ha poi avuto nel tempo un elevato successo commerciale ed è stato reinterpretato da numerosi colleghi di Daniele.

C'è un genere musicale che io - pur nella mia estrema tamarraggine - AMO tantissimo ed è lo Ska. Originato nella Giamaica dei primi 60's, lo Ska si fece conoscere su scala internazionale a cavallo dei 70's e degli 80's per poi tornare di moda nei decenni successivi in varie ondate. In Italia uno dei primi, se non il primo, a portarlo fu l'artista italo-brasiliano. Questo scatenato (è il caso di dirlo) e spensierato pezzo è tratto dal suo quarto eponimo album e contiene per altro delle parti in portoghese (Gaia who?) molto suggestive come: Um beijo na sua boca, menina toda louca.

Molti di voi hanno scelto, giustamente, il genere della Musica d'autore per questa categoria. In un contest sugli 80's - né in un ipotetico sui 70's - sarebbe direi potuto mancare questo pezzo. Scritto da Fossati nel 1978 per l'allora compagna Mia Martini fu inserito nel suo nono album 'Danza'. Questa è invece la versione del 1981, interpretata dal cantautore e tratta dal suo sesto disco 'Panama e dintorni'. Il raffinato racconto di un amore passionale e tormentato è stato poi eseguito da numerosi artisti, fra i quali Ornella Vanoni ancora durante gli 80's e come cavallo di battaglia di Noemi durante X Factor.

Musicalmente attivo da oltre vent'anni, l'artista piemontese ha dovuto aspettare il 1981 per realizzare quella che è probabilmente la sua canzone più conosciuta. Molto Jazz e con quel tocco di Swing che non guasta, come tutto il quarto album 'Paris milonga' pubblicato nel maggio dell'81. Conte ha dichiarato di amare molto questo pezzo e che desiderava creare un brano senza tempo, che potesse essere ascoltato da diverse generazioni. Utilizzatissima da tv, cinema e pubblicità, anche all'estero, direi che l'obiettivo è stato più che raggiunto.

Mi fa molto piacere che abbiate scelto diverse sue canzoni per il contest, sia perché mi piace molto sia perché è come se le stessimo facendo un bell'omaggio visto il periodo difficile che sta vivendo. #staystrongRettore Di 'Kobra', grande successo di vendite pubblicato l'anno prima, abbiamo già parlato. Nell'81 Donatella torna sulle scene cavalcando il trend del genere Ska autoironizzando su se stessa, con questo pezzo inserito nel quinto album 'Estasi clamorosa'. Sarà un successo ancora maggiore: la canzone diventa conosciutissima e vince il Festivalbar di quell'anno. Più recentemente ne hanno fatto una cover Dance le mie amate gemelle Provvedi, prodotte da Tommy Vee.

Gli 80's furono anche gli anni dell'affermazione dell'informatica, se non nelle case perlomeno nelle aziende e negli uffici. Di questo fermento e degli albori della Terza rivoluzione industriale si fa portavoce musicale l'Arlecchino del Rock in questo pezzo fortemente elettronico, presentato nel 1981 a Una canzone per l'estate. Questo brano, inserito poi nel quinto album 'Rudy e Rita', darà finalmente la notorietà al cantautore, al suo istrionico personaggio e alle sue estrose performance sceniche.

Di colonne sonore legate a film ne abbiamo già avute. Questo gruppo Rock progressivo ci ha praticamente costruito un'intera carriera. Eccoci infatti a 'Phenomena', horror fantascientifico di Dario Argento uscito nel 1985, per la cui colonna sonora fu chiamato uno dei musicisti più importanti del periodo: Claudio Simonetti dei Goblin. La canzone, omonima al film, ne fu il tema principale ed essendo stata ampiamente pubblicizzata anche in televisione si rivelò un successo commerciale. Complice probabilmente anche l'innovativo utilizzo della Lirica per dare quel brivido in più all'ascoltatore/spettatore.

Nel marzo del 1985 ADELMO Fornaciari pubblicò il suo secondo lavoro: 'Zucchero & The Randy Jackson Band'. Fu un disco molto importante per la sua carriera, perché è da qui che l'artista si diede l'impronta Blues che conosciamo. Al Festival di Sanremo di quell'anno partecipò con questa canzone - utilizzata poi come lato A del primo singolo estratto, uscito con 'Ti farò morire' come lato B -, ma si classificò penultimo. Ciononostante la canzone si rivelò un successo radiofonico, rinverdito poi nei 90's dalla versione a cappella dei Neri per Caso. In Messico fu poi pubblicata una versione in spagnolo che arrivò alla #3 in classifica.

Torniamo al Folk, a quello più poetico, letteralmente parlando. Nel 1986 il polistrumentista lombardo pubblicò infatti il suo nono album: 'Branduardi canta Yates'. Il titolo è poco ermetico: per questo progetto il cantautore decise effettivamente di mettere in musica dieci poesie del poeta irlandese, con tanto di approvazione dei figli Michael e Ann. Questa canzone nello specifico è intrisa di romanticismo e malinconia allo stesso tempo, dato che racconta dei ricordi di una donna ormai anziana e del suo amore che non c'è più.

Come detto, sebbene fosse partito da un Pop/Rock un po' incolore, un paio d'anni prima Zucchero aveva iniziato ad avvicinarsi al genere musicale che l'avrebbe poi contraddistinto per il resto della carriera. Si può forse dire che questo processo arrivò a maturazione nel 1987, quando a luglio uscì il suo quarto album 'Blue's'. Mai titolo fu più profetico: non solo fu un enorme successo commerciale - sette Dischi di platino in Italia, quando le certificazioni ancora avevano un vero senso -, ma segnò definitivamente l'approdo al genere Blues. Di tutte le canzoni dell'album, secondo fan e critica, quella più Blues di tutte sarebbe queste, che non fu rilasciata come singolo. Sulla scia dell'alternanza fra italiano e inglese, questo pezzo onirco affascinò anche il trombettista Miles Davis, con cui Zucchero incise una nuova versione del pezzo.

La musica demenziale non è solo il Rock degli Skiantos, ma può anche essere Pop. È il caso questo del pezzo che nel febbraio del 1989 il comico lombardo ha presentato al Festival di Sanremo. Una sorta di rivisitazione musicale e appunto demenziale della Vecchia Fattoria, che prende però di mira sarcasticamente la scarsa qualità della musica leggera allora in circolazione. Chissà oggi cosa direbbe. Btw, per meglio interpretare il senso del pezzo - primo estratto dal suo primo album 'Megasalvi' - furono chiamate sul palco una serie di comparse travestite da animali. L'idea piacque: il brano si classificò settimo all'Ariston e fu un buon successo commerciale.

Oltre al Blues, il rocker reggiano ha da sempre un'altra grande passione musicale: il Gospel. Un embrionale esempio lo ritroviamo nell'estate del 1989, quando fu pubblicato questo primo estratto dal quinto album 'Oro, incenso e birra'. Al pezzo - che contribuirà a rendere a fare del disco il lavoro italiano più venduto nel mondo per quasi un decennio - ha collaborato la leggenda del Soul Rufus Thomas e il video fu girato parzialmente a Memphis. La canzone è stata poi campionata dai Club Dogo anni dopo, perché tutti noi lo sappiamo che c'è bisogno d'amore, zio.

Zucchero non era l'unico in famiglia ad aver un nome atipico, diciamo. Prima di lui toccò alla nonna, il cui nome ha ispirato questo bellissimo pezzo - pubblicato nel 1990 quale quarto singolo del quinto vendutissimo album 'Oro, incenso e birra', del 1989 - e il suo titolo. La canzone è quindi un omaggio alla nonna, alla sua gioventù e a quell'Italia appena uscita dalla Seconda guerra mondiale, distrutta ma con tanta voglia di ricominciare. E sul finale, addirittura, è registrata la voce della nonna che chiama il marito. La co-protagonista del video è un'emergente Maria Grazia Cuccinotta, mentre nel 1991 la canzone verrà reincisa dalla cantante statunitense Randy Crawford.