Utente
6 dicembre, 2019
Buona mattinata al Museo.
Mentre la Sala Blu Opulence & Minimal comincia a prendere forma qualcosa è cresciuto 🌿 nella Sala Freudiana 😯
Vi ricordo la consegna del materiale (dipinto più descrizione) entro le 17.
Ciao.
Utente
6 dicembre, 2019
Tea time! Io in realtà son già alla seconda birretta, ops.
Si parte dalla Minimal
@edorf
Laura Aldofredi è una giovane illustratrice italiana che attualmente vive e lavora ad Amsterdam.
Per questa sala, ho deciso di portare “Inside Out”, una delle due opere che le furono commissionate dall'Istituto Italiano della Cultura, a Città del Messico, per una mostra, dedicata allo scrittore Octavio Paz, intitolata “De Espejos del Vento” .
Questa opera trae ispirazione dal saggio “Il Labirinto della Solitudine” e si basa sul motto delfico “Conosci te stesso”.
La protagonista scruta dentro di sé e le stelle illuminano il suo cammino che la porta a riscoprirsi.
Il tratto è leggero, i lineamenti delicati, è palpabile la leggera brezza che le fa muovere i capelli. Il colore del cielo stellato richiama il blumare delle pareti della nostra Sala.
Questa opera rappresenta i periodi di profonda riflessione che ogni persona può vivere alla ricerca della propria identità e per Laura può rappresentare il suo continuo ricercare sé stessa nella sua arte: dopo aver vissuto, fino ai 18 anni, a Sarnico, un ridente paese della provincia bergamasca, sulle sponde del Lago d'Iseo, e dopo aver conseguita la maturità al liceo scientifico PNI, si trasferisce a Milano per seguire la sua vocazione per l'arte e il disegno studiando all'Accademia di Belle Arti di Brera. Dopo la laurea triennale a Milano capisce che non può valorizzare la sua vena narrativa nell'arte contemporanea ma grazie alla specialistica fatta all'Accademia di Belle Arti a Cracovia, in Polonia, trova la sua strada nell'illustrazione e nell'animazione. Successivamente torna in Italia dove consegue il master “Ars In Fabula” a Macerata. Per l' artista è estremamente importante essere onesto con la propria arte e ciò è possibile solo grazie ad una continua e profonda ricerca interiore come quella ritratta da questa opera.
@alessandrino
Inondati fino al collo da ansie e pensieri, ci affanniamo ad andare avanti in una vita sempre più in salita, preoccupati di trascinare le nostre effimere certezze quando non siamo più sicuri neanche del respiro nell'attimo successivo.
@Iry8
Ho scelto Drawing Hands di Escher, il re dei paradossi, perché questa sua litografia si basa su un concetto molto semplice e “minimal” ma che porta a una riflessione tutt’altro che scontata. Una mano che crea l’altra, senza che si sappia qual è il punto d’origine. Un loop infinito che fa vagare lo sguardo seguendo le linee tracciate delle penne. Una “autocreazione” dell’arte che, come se avesse vita propria, esce dai confini del foglio, spiazzando.
@NotturnoManto
Perché il colore delle onde è traboccato e ha riversato la sua algida tristezza sull'intero dipinto? In questo riuscito esempio del breve e doloroso periodo blu della sua arte, Picasso scolpisce delle figure tanto scultoree e plastiche quanto eteree e simboliche, mentre i loro capi chini e sconfitti forse trasfigurano la realtà con il ghiaccio che ha ormai pervaso le loro anime.
@Alabama Monroe
Il ragno, per quanto minuscolo, può essere portatore di tante paure.
Ma è davvero così pericoloso come appare?
L'apparenza ci dice chi siamo davvero? Se l'apparenza è la realtà più significativa di cui disponiamo e ci permette di conoscere ciò che ci circonda perché il più delle volte l'apparenza inganna?
@Alpha
Per la sala minimal ho pensato subito a Noell Oszvald, artista visuale ungherese che realizza autoritratti concettuali/surreali rigorosamente in bianco e nero.
Le sue composizioni nascono da uno studio attento delle linee, della posizione del corpo e dei pochi elementi che compongono l’immagine per creare atmosfere rarefatte e, al contempo, dense di significato.
Cos’hanno in comune l’esile figura femminile e il tronco d’albero raffigurati in questa foto? La solitudine dell’unica forma di vegetazione in un ambiente deserto non è così diversa dalla solitudine che ciascun essere umano prova almeno una volta di fronte ai misteri che la vita ci riserva.
Cos'è un'ombra proiettata sul terreno, se non la testimonianza stessa della propria esistenza nel tempo e nello spazio?
Se non la proiezione visibile della propria anima?
---
Crediti artistici Minimal
Laura Aldofredi, Inside out
Gustavo López Armentía, La precariedad de la existencia
Maurits Cornelis Escher, Drawings Hands
Pablo Picasso, Poveri in riva al mare
Brooke DiDonato, dalla serie Blank slate
Noell Oszvald, Fotografia s.t.
Utente
6 dicembre, 2019
La dirimpettaia Opulence
@Waves of Music
Il futurista Depero ci offre la sua dirompente visione di una New York vista quasi come un'astronave nello spazio, un turbinio di tunnel, luci, scale, tubi, palazzi.
Un ritratto pienissimo, travolgente, ingombrante per certi versi, eppure - trovo - a suo modo anche armonico e poetico. D'altro canto il futurismo questo era, un vortice infuocato, quasi violento nella rappresentazione visiva.
Eppure questo dipinto, pur trovandolo, a mio modo di vedere, perfettamente calato nel mood della sala, racchiude una sottile suggestione di intimità, di una metropoli caotica ma anche accogliente, misteriosa, da scoprire poco per volta.
So già che quest'opera e questa descrizione risulteranno probabilmente troppo low profile rispetto ai miei colleghi, quindi VOTATEMI PROPRIO PER QUESTO!
niente, scusate, almeno sul finale la sparata massimalista ho voluto farla
@Krishoes
@Casadelvino
Preparatevi a un viaggio nello spazio, e nella mente più esplosiva e opulenta dell'era moderna. Allacciate le cinture, e ingranate le energie, 3..2..1.. partenzaaaa
La mia scelta per la sala Opulence è ricaduta subito sull'arte del graphic designer russo Denis Sheckler.
Trovo che la sua stilistica sia perfetta per adempiere ai bisogni di questa sala così ricca e sontuosa. Esprime il concetto sia dal punto di vista visivo e concreto, che da quello metaforico, infatti Denis si avvale dell'utilizzo delle tecniche moderne della grafica, come il rinomato Photoshop, per creare vere e proprie opere d'arte a partire da delle semplici foto, aggiungendo elementi più disparati a renderle colossali e appunto, opulente.
I diversi pezzi del puzzle si incastrano alla perfezione, abbiamo numerose sfumature colorimetriche totalmente differenti che si uniscono in quadro armonioso, e in cui ad ogni occhiata, si riesce a notare un dettaglio diverso che anche da solo renderebbe il quadro stupendo: i diversi pianeti, la texture tridimensionale del maglione, la nebulosa che esce fuori dal volto, il piccolo pullman che esplode come un razzo dal pianeta Terra, e ancora e ancora.
Denis Sheckler per me è opulenza al 100% perchè prende tutto ciò che quest'era così ricca per l'arte possa offrire: le forme d'arte come la fotografia, il turbinio del suo estro, gli strumenti tecnologici per concretizzarlo e l'accuratezza dei sistemi di correzione e composizione grafica e li unisce in un unico mondo, maestoso come lo spazio, variopinto come l'arte, unico come questa sala.
Ho scelto una delle sue opere che trovo più d'impatto, ma il suo portfolio è così ricco, che ogni foto è una nuova scoperta e spero che quest'artista vi possa appassionare.
@Alby
Alluvion è una delle installazioni dell'artista di Baltimora Crystal Wagner, classe 1982, nota per la realizzazione di opere grandi, voluminose e tridimensionali che colpiscono l'occhio grazie ad un gioco di curve, colori, spazi e architetture. Per dare vita alle sue creazioni, Wagner utilizza oggetti e materiali quotidiani, in particolar modo tovaglie di plastica colorate, come quelle utilizzate per i compleanni, nastri, reti per pollai.
Le installazioni di Crystal Wagner appaiono come vere e proprie entità dinamiche che invadono lo spazio della mostra, imponendo agli spettatori una presenza allo stesso tempo ingombrante e affascinante, invitando ad un approccio insolito che permette di fruire l'opera, da diverse angolazioni, addirittura dall'interno, lasciandosi attraversare ed esplorare, inglobando di fatto il pubblico in un inedito contatto. Eccone alcuni esempi
Alluvion si presenta con l'aspetto di un'onda, di una rapida, fluida e travolgente. Un flusso in impetuoso movimento che sembra espandersi in modo ramificato, cercando di infiltrarsi in ogni direzione possibile, sottraendo spazio vitale all'uomo. Ed è proprio in questo effetto ottico, di un blu meraviglioso ma contaminato, che vedo il dominio della materia, il potere degli oggetti e la dipendenza dai consumi. L'opulenza. Alluvion è composto da materiali estremamente impattanti, di oggetti che spesso consumiamo irresponsabilmente per momenti effimeri, ma di cui il nostro ambiente fa fatica a liberarsi. Oggetti che sfuggono al controllo dell'uomo, che soffocano il pianeta e l'uomo stesso e che finiscono per ribellarsi all'uomo e alle sue cattive abitudini tornando sotto forma di fluido insidioso e inarrestabile.
Opulenza indica abbondanza, benessere, copiosità, ricchezza di risorse preziose, ma è un termine che porta con sé un'accezione negativa che ha a che fare con il superfluo, con l'esagerato, con il non necessario.
Ed è così che, spostando lo sguardo e la percezione, una sorgente d'acqua che scorre nel suo rigoglioso slancio di vita, finisce per somigliare come ad un virus che si ramifica in modo inesorabile che con il suo getto distrugge tutto ciò che trova sulla sua strada, esattamente come un'alluvione.
Il benessere, un'ambizione legittima in bilico tra l'essenziale e il superfluo, tra la vita e la morte, tra il volere il giusto e volerne troppo.
Trovo che Alluvion sia un'allegoria splendida da vedere e da assorbire. Oggetti che diventano arte e che ingombrano di prepotenza il nostro spazio, dando l'impressione di restringerlo, denunciando il nostro attaccamento al consumo incallito, la nostra cultura dell'usa e getta, la nostra materialità fisica e valoriale, mentre inseguiamo il superfluo trascurando l'essenziale.
@Emm
Ho scelto Chagall per questa Sala perché è un tassello imprescindibile nel mio percorso: se ho sempre amato l'Arte credo sia per merito suo. Era il lontano 1992/1993 quando in prima elementare feci la conoscenza della maestra di materie classiche, appassionata d'arte e di Chagall in particolare, che non perdeva occasione per mostrarci fotografie delle sue opere, raccontarcele, farci sognare. Se ho imparato a sognare, e a volte a sognare in grande e volare alto, credo sia anche merito loro, di quella maestra e di Marc Chagall.
In questa Sala mi piace presentarvelo in una veste abbastanza inconsueta. Nella sua poliedricità, tra le sue opere più importanti ci sono sicuramente le Vetrate, realizzate per diversi edifici sacri, e in questo caso uno dei complessi più imponenti, le dodici vetrate della sinagoga di Hadassah, in onore alla sua religione e alle sue radici. Esse raccontano i figli di Giacobbe e le dodici tribu di Israele, in un trionfo di rappresentazioni faunistiche e simboli dell'ebraismo. Ciò che spicca su tutto è l'attenzione al colore: ogni vetrata ne ha uno diverso, a volte solo per sfumature. La luce che le attraversa crea un'atmosfera assolutamente magica, onirica, ed è il collante di tutta l'opera: non si ha mai l'impressione che una vetrata non faccia parte di tutto il corpus. E poi vabbè, c'è lo stile Chagall a renderle uniche, e direi che qui non c'è nulla da aggiungere.
@monechiapi
Un leone. Un girasole. Un tulipano. Boy George con tre occhi. Belle le labbra. Sei andato dal chirurgo di Alba? Una rosa. Un altro tulipano. Una farfalla. Un cigno. Con una farfalla sul collo. Un’altra rosa. Una sciarpa rosa. Un’altra farfalla. Una scimmia orrenda. Un cappello rosa. Un altro girasole. Uno scoiattolo o forse è Francesco Oppini? Un’altra scimmia dalla faccia seria. Un’altra farfalla. Un’altra ancora. Ma questa è arancione. Aspetta, ce n’è anche una gialla. Un’ape. Un uccello. Sarà un rigogolo? Un’altra ape! Un cervo maschio e una femmina… o forse è un cane? Un attimo, ma quanti capelli ha Boy George? Ma è Boy George o è una signorina? Oh, ma sta piangendo. Una lacrima sul visoooo. Un’altra farfalla. Questa sarà una vanessa. Un’altra rosa appassita. Un insetto rosso e nero. Che insetto è? Devo ripassare entomologia. Uh, ma c’è anche un altro leone ruggente sullo sfondo. Eh però non ha gli occhi dell’altro in primo piano. Dell’edera. Ancora una rosa. Un altro uccello. Quanti uccelli! Ma questo non è un rigolo. Che cos’è? Devo ripassare ornitologia. Ah ma anche il leone ha delle trecce, che bei capelli. Usa Pantene? E che mano enorme che ha Boy, sarà Gianni Morandi? Belli i braccialetti e le unghie. Stiamo uniti! Uh ma c’è una libellula. E posa su un fiore giallo. Che fiore è? Devo ripassare botanica. Toh guarda, un altro fiore giallo sulla destra. Ma c’è anche una rana. E un’altra ape. Ah no! Quello è un bombo. Cosa sono quelle foglie invece? Ma guarda, c’è una coccinella sul cappello di Boy George, sarà fortunat*. Ma quello è un serpente? Stefania Orlando sei tu? Un’altra farfallona. E quei drappi cosa sono? Ma c’è un altro scoiattolone! Quel fiore cos’è? Mi sta andando in pappa il cervello. Un’altra rana. Altri fiori. Uh, c’è anche la luna piena. Bella la mantellina di Boy George. Molto rainbow. Ah ma dietro c’è una scacchiera. E quella è una sedia? Boh, ci rinuncio, che gran casino.
Ma sarà barocco questo quadro? Ma no, è arte naif, ci son gli animali. In realtà forse è neoclassicismo, guarda la tipica figura classica… Con quei canotti al posto delle labbra? No, è pop art. Ma invece potrebbe essere fumetto. No, digital art. Sicuro è kitsch. Certo è surrealismo. Beh dai, è tutto, è casino allo stato puro.
Allison Zuckerman è un’artista statunitense nota per la sua arte, che ella stessa ama definire pop-surrealista. I suoi quadri sono sì un gran casino, in cui Allison ama mischiare stili diversi e soggetti diversi, reinterpretando l’arte classica, soprattutto rinascimentale, con l’aggiunta di elementi presi dalla cultura mainstream. Per questo è difficile dire a quale corrente appartiene ogni singola sua opera. Questo quadro, Ringleader After Hous, nel dettaglio, fa parte di una mostra di quest’anno, in cui l’artista ha voluto celebrare la figura femminile al di là dei classici stereotipi. In questo, come in tutti i suoi quadri, Allison cerca di spiazzare lo spettatore, intrecciando iconografie pop e simbolismi tradizionali, generando un caos che è integrazione, poiché ognuno può ritrovare qualcosa di sé nel quadro. Anche i titoli dei suoi lavori sono un gran casino di difficile interpretazione, ma in cui si nasconde sempre un significato.
---
Crediti artistici Opulence
Fortunato Depero, New York
Oleksandr Balbyshev, Summer Dream
Denis Sheckler, Headache
Crystal Wagner, Alluvion
Marc Chagall, Vetrate per la Sinagoga dell’ospedale Hadassah a Gerusalemme
Allison Zuckerman, Ringleader After Hous
Come sempre Pubblico amico buona passeggiata fra le due sale attigue e.. aspetto le tue impressioni!
Domani in pausa pranzo aprirò il voto e scopriremo la GUEST STAR OSPITE. Ops una Sala doppia? Allora DUE stars ospiti.
Buona Sala.
Utente
6 dicembre, 2019
@Krishoes @Casadelvino
Alle vostre presentazioni Opulence manca il rettangolino di Spotify e io provo a fare il tecnologico ma diciamocelo
Per cui in topic quando vi va aggiungete pure (tanto le nostre GUEST STAR non si formalizzano e sanno che sono preistorico) le vostre canzoni. Scusatemi, 😅 😅 😅.
Edit: Ho risolto. Ok!
Utente
16 gennaio, 2021
Allora, ho delle opinioni discordanti. Trovo che esagerare sia più facile del rimanere minimal, infatti credo che le opere della Opulence siano più centrate e paradossalmente semplici da assimilare. Penso che, pur essendo una persona poco estroversa, mi sentirei a mio agio nella sala, mi sono proprio divertito ad immaginarla.
Di contro la prima impressione che mi ha dato la sala Minimal è una sensazione angosciante. Leggendo la consegna l’avevo più immaginata come un qualcosa di neutro e dunque calmante. Tuttavia, credo che questo contribuisca a creare un’atmosfera misteriosa, complice anche l’ambientazione. Inoltre, avrei difficoltà a stilare una mia classifica personale. Dovendo dare una top 2 direi Krishoes ed Emm da un lato con edorf e Iry dall’altro perché sono le quattro opere che mi hanno colpito appena ho aperto lo spoiler. Bravi tutti anche stavolta, trovo sia un bene non avere eliminazioni iniziali perché lo vedo come un contest estremamente nutrito dalla vostra diversità
Utente
6 dicembre, 2019
Una comunicazione di servizio per
@Alabama Monroe @Alby @Casadelvino @Iry8 @monechiapi @edorf @Krishoes @alessandrino @Alpha @Emm @NotturnoManto @Waves of Music
Via al voto
Da ora gruppo OPULENCE potete inviarmi la TOP6 di preferenza della Sala MINIMAL.
Stessa cosa per voi MINIMAL mandandomi, sempre via MP/telegram, la classifica appunto degli OPULENCE.
PER ENTRAMBI: avete un bonus da assegnare all'opera d'arte migliore della vostra Sala di appartenenza. Indicatela pure insieme alla TOP6 please. Non potete autovotarvi.
TERMINE ultimo Venerdì 2 aprile ore 10.
---
Passiamo a svelare il volto delle DUE GUEST STAR OSPITI:
Ma come non avete capito? Siete scarsi ve lo dico..
(questa gag vi ha già rotto lo so ma ho tante di quelle immagini hidden da sfiancarvi ahahaha)
Via allora quelle gorgiere e scopriamo così sotto
Tornano due protagoniste della Prima edizione. La prima si era classificata 4ta con le opere di gran fascino del visionario Blake, mentre la seconda era in assoluto il membro del pubblico più partecipe ed entusiasta. Sono molto felice di accogliere @amers @semota
GUEST STAR cosa dovrete fare? Passeggiate pure fra le Sale e poi, dopo aver visto e letto il tutto, dovrete scegliere e mettere in ordine di preferenza 6 opere d'arte senza alcun vincolo per Sala (possono essere divise equamente per sala e quindi 3 e 3, o potete premiare più opere di una sala con 4 e 2, 5 e 1, come meglio credete). La TOP6 creata poi dovrete mandarmela in privato.
In topic siate libere di commentare raccontando le vostre sensazioni e impressioni sulla doppia Sala.
Grazie ragazze, 😽.
TERMINE ultimo anche per voi Venerdì 2 aprile ore 10.
Bon, io ho finito per oggi. Buon pranzo al Museo, 🍽️.
Utente
27 febbraio, 2020
mrnace ha detto
Ma come non avete capito? Siete scarsi ve lo dico..
(questa gag vi ha già rotto lo so ma ho tante di quelle immagini hidden da sfiancarvi ahahaha)
Via allora quelle gorgiere e scopriamo così sotto
No nace, non smettere mai
Comunque altra sala molto interessante!! Alcune descrizioni mi hanno fatta morire, ora non so se sia peggio dover premiare solo un componente della mia stanza o classificare quelli dell'altra
Utente
7 agosto, 2013
Moderatore - Mentore
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Utente
7 agosto, 2013
Buona sera a tutti,
Moderatore - Mentore
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Minimal: mi aspettavo forse scelte più minimal ma leggendo anche le vostre presentazioni ho capito meglio il perché di alcune scelte. Saranno commenti brevi per non far capire la mia classifica.
Edorf: l'opera in sé mi piace molto, cattura subito e la tua didascalia ce la presenta bene ma è poco minimal e rischia di confondere.
Alessandrino: l'opera non mi fa impazzire ma è giusta per la sala. Ottima anche la didascalia.
Iry: apprezzo tanto la scelta di Escher, l'opera si presta e ci dà la giusta sensazione che deve trasmetterci la sala. Avrei osato più con la didascalia.
Notturno: adoro tutto quel blu e il gioco di colori, la sensazione che mi avvolge. Bene anche la didascalia. Forse non mi trasmette subito ciò che vuole la sala ma piacevole scelta.
Alabama: anche in questa opera mi fanno impazzire i colori. Il bianco che rende tutto minimal e immediato. Buona anche la didascalia.
Alpha: bella la scelta di Oszvald, perfettamente in tema e rende alla perfezione ciò hai descritto. Nella didascalia avrei preferito scrivessi meno ma per come ho inteso io la sala.
Opulence: alcuni di voi hanno descritto l'opulenza in maniera perfetta mentre altri hanno dato una propria visione. Ho apprezzato entrambe le scelte ma per mio gusto ho preferito una di esse.
Waves: bella la scelta dell'opera, sono rimasta incantata. Molto carina la descrizione anche se potevi spingere maggiormente, però la fine è stata meravigliosa.
Krishoes: l'opera non mi fa impazzire ma i colori mi hanno ipnotizzato. Non mi fa pensare immediatamente all'opulenza ma anche la descrizione mi aiuta a capirla meglio.
Casaldevino: altra opera che non mi fa impazzire ma che sta bene nella sala. La didascalia aiuta a percepire meglio il senso di opulenza che non è immediato e ci sta molto bene.
Alby: l'opera mi piace molto, non la collego però all'opulenza. Però anche qua la tua descrizione mi fa capire il perché della scelta e di come l'hai intesa. Ottimo lo stile usato nella descrizione, perfettamente in tema.
Emm: sei andato su un classico, la scelta rende bene l'opulenza e ci strega. Tutti quei colori sono magnifici. Forse potevi osare di più nella descrizione.
Monechiapi: l'opera non mi piace ma è perfetta. Descrive tutto ciò che mi aspetto di una sala simile. Buona anche la descrizione.
Non ho dubbi sul primo posto mentre ho più difficoltà con gli altri. Comunque bravi e complimenti a tutti.
Utente
6 dicembre, 2019
Prima di cominciare ringrazio le GUEST STARS OSPITI per essere passate a trovarci, 🙏🏻.
Risultati
Naturalmente avendovi diviso in due gruppi nessuno è stato escluso da alcuna top6 (eccezion fatta per le due guest che han dovuto sceglierne solo 6) ragion per cui i punteggi sono molto molto ravvicinati. Sommandoli si è formata una classifica molto vicina con almeno 7,8 partecipanti con un punteggio supercompetitivo, per cui bravi bravi tutti. Chiamo in corridoio, fuori dalle due Sale gemelle Blu, i migliori 5 punteggi, sempre in ordine sparso.
Complimenti a:
@Alby
@monechiapi
@Iry8
@Waves of Music
@Alpha
Due Sale ergo due medaglie da assegnare.
Ragazze minimal e stilosissime tipo Victoria posh Adams pre Beckam veniamo a voi due. Una ha prevalso sull'altra e quindi
per ALPHA!!! 🥇
Opulenti, con il vostro grilltz platino ai denti e così tanto cash da riempire una piscina olimpica, tocca a voi. Uno di voi tre ha convinto maggiormente per cui
per ALBY!!! 🥇
---
Quarta Sala is coming..
Utente
7 agosto, 2013
Per quanto riguarda le mie preferenze: Alpha aveva l'opera migliore della sala minimal, è costante nella capacità di trasmettere forti emozioni attraverso le sue scelte, anche senza leggere le descrizioni.
Della sala Opulence la mia preferita è stata l'opera di Casadelvino, molto vicina ai miei gusti. Sono patito delle ambientazioni che richiamano lo spazio e i pianeti, ed è un'opera che avrei portato anch'io, descritta probabilmente allo stesso modo (musica, gif ecc.).
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