Utente
7 ottobre, 2018
1) William Blake
Come dicevo, personalmente lo trovo davvero un buon lavoro. Date la mia base classica e la mia formazione umanistica, trovo affascinante il modo in cui due diverse arti dialogano tra di loro (sarò un fighetto? ), tanto più che non trovo didascaliche né la descrizione creativa né la citazione letteraria, dato che il punto di vista adottato non mi sembra essere quello di Ecate, la protagonista dell'opera, ma quello dell'utente stess* che è come se vi fosse entrat* dentro, come se fosse l*i la persona verso la quale Ecate è rivolta, in un gioco meta-artistico molto interessante e, suppongo, ragionato. Mi incuriosisce la scelta della poesia di Pavese perché trovo abbia un tono più cupo (anche conoscendone il seguito, qui sono stati riportati i primi sette versi) rispetto alla parte originale, come a volere indirizzare verso una lettura ambivalente dell'opera.
2) Jacek Yerka
Sono contento perché, pur avendo inserito già un paio di volte Yerka nelle mie classifiche, sento che questa è la prima volta che mi sento emotivamente coinvolto dalla sua arte, da quella levità fiabesca, da quella leggerezza che, non a caso, è una qualità molto cara a Calvino. Il quadro è davvero evocativo, con quella sorta di metamorfosi tra uomo e mondo, mente e ricordo. Ovviamente anche qui trovo che la parte creativa sia abbastanza centrata, la trovo magari meno... sofisticata?, meno ermetica di quella di Blake, però il risultato è capace di cullare, di infondere la serenità propedeutica alla piena fruizione dell'opera.
3) John Everett Millais
Qui ho paura di avere letto spoiler su Il ritratto di Elsa Greer, uno dei due romanzi con Poirot che non ho ancora acquistato spero vivamente di no! Lasciando da parte la brillante, magari un po' OTT, descrizione, il dettaglio che mi rapisce del quadro è il ricamo nella veste della donna, un elemento che infonde una certa delicatezza mitigando l'espressione altera del volto della protagonista. Comunque, restando nel campo della letteratura della Christie, la donna ritratta mi fa pensare alla divina Jacqueline de Bellefort, co-protagonista dell'altrettanto divino Death on the Nile.
4) Banksy (NON Bansky )
L'insieme mi colpisce davvero tanto per il contrasto tra l'opera vera e propria e lo sfondo rustico, che conserva una certa patina di antichità, che lo contiene, contrasto che personalmente trovo più accattivante ed evocativo del graffito vero e proprio. Ho apprezzato lo sforzo creativo, tuttavia sento che qualcosa non mi torna, dato che il cuore dell'opera mi sembra risiedere nella 'dipendenza' tecnologica delle figure rappresentate, mentre gli altri elementi del lavoro si concentrano su un post Pandemia nel quale, mi pare di capire, la tecnologia stessa è entrata in crisi e nulla sembra uguale a prima. Ma magari è un mio limite, ciò non toglie che l'insieme descrizione/citazione/opera è molto curioso.
5) Alex Prager
Mi scuso con chi sta giocando con questa artista ma sto facendo fatica a comprenderla, ad apprezzarla (seconda fotografia a parte), pure ammettendo che ho qualche problema con il post-moderno. Ho deciso comunque di darle un punto perché ne avverto una artisticità di fondo che non posso sempre ignorare per il solo fatto che io non riesco a decifrarla, considerato che gli altri lavori non mi convincono per un motivo o per un altro.
Game Ranking Winner 2017/2018
Game Ranking Winner 2020/2021
Utente
7 agosto, 2013
BANSKY: Mi è piaciuta la contestualizzazione attuale dell’opera e la sinossi stile trailer cinematografico. L’opera in sé è diretta nell’esprimere il suo significato. Una piccola riflessione/provocazione: l’essere in un modo social o ancorato all’uso massiccio degli smartphone non è un po’ a prescindere dalla pandemia e quarantena forzata in cui stiamo vivendo?
BLAKE: Bella l’espressione del volto. I simboli di morte ci sono ma sono anche assai blandi. Per la serie quest’opera poteva andare bene un po’ con tanti altri temi o atmosfere.
MILLAIS: Affascinante tutto, dalla presentazione al dipinto. Quello sguardo, l’inclinazione della testa, quel rossore (delle guance e delle labbra) sono ammalianti.
MAGRITTE: Opera interessante, così come la contestualizzazione del tema ai tempi attuali. Mi piace la posizione differente dei tre volti e i colori in generale dell’opera. Avrei apprezzato leggere una tua interpretazione sull’unica figura girata completamente di lato.
PRAGER: Sarà un mio limite ma trovo tutto molto criptico e poco, troppo poco immediato. Ovviamente non posso non apprezzare la divina Blanchett.
YERKA: Ho visto prima l’opera e poi ho letto la descrizione e ho subito detto “Ma sono Le città invisibili di Calvino!”. Opera dal riferimento immediato, dai bei colori. Soggetto fantastico, dal sapore magico (un po’ come l’opera di Calvino).
RIVE: Apprezzo tanto gli spunti personali della descrizione. Paesaggio affascinante, per quei monti che svettano imponenti, i colori caldi di quella natura selvaggia e quei raggi luminosi che si fanno spazio tra minacciose nubi.
MUNCH: Funzionali i due richiami letterari. Ci sarebbe stata bene una visione personale dell’opera. Opera funzionale nella sua semplicità, anche stilistica. Quella figura racchiusa, che guarda il paesaggio dinanzi a sé, riesce a trasmettere emozioni.
Opinione ROSA per YERKA. Opinione AHIA! per PRAGER.
Utente
11 febbraio, 2020
1. John Everett Millais - premesso che il quadro proprio non mi piace tutta la costruzione attorno la trovo veramente azzeccata, e ho avuto veramente piacere a leggerla e a rileggerla
2. Jacek Yerka - tutto è molto immediato. L'opera è bella, il racconto è bello, la citazione azzeccata. Il secondo posto è semplicemente perché Millais ha saputo sorprendermi
3. Alex Prager - premio l'estetica del film. Mi è piaciuto molto. Non lo trovo molto "facile", ma c'è sempre qualcosa di magnetico che mi attira. Inoltre, nonostante un film possa da una parte far sembrare più semplice rendere una sinossi, penso che in verità ha complicato il compito.
4. William Blake - Il quadro mi piace parecchio. La poesia di Pavese è stupenda. Le parole della sinossi mi hanno lasciato un po' apatico, senza offesa per chi le ha scritte. Ho come l'impressione che la poesia sta stata scelta prima, poi quadro e racconto, non so se mi spiego.
5. Edvard Munch - Diciamo che era al pari con le opere rimaste fuori classifica, per me. Mi manca un po' di costruzione. Forse perché vedo tutt'altro nell'opera. Rispetto alle altre, premio l'estetica del quadro.
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Allora, io ho fatto una gran fatica a votare per questa sala. Mi sembra che molti di voi abbiano inteso la prova in un modo totalmente diverso dal mio, motivo per cui sicuramente ho sbagliato io. Per me alcune consegne sono proprio fuori tema. Valuterò secondo la mia concezione, chiaramente.
1 - Prager - ho dovuto riguardarlo due o tre volte per cogliere il simbolismo suggerito nella sinossi. Alla fine mi ha convinto e ho trovato il tutto molto affascinante. Poi ho amato di brutto quando è apparsa Cate
2 - Magritte - ho trovato molto romantica e malinconica l'interpretazione. Mi ha toccato molto e l'ho sentita molto vicina.
3 - Rive - scatto molto bello e interpretazione personale in tema e sentita, nonostante la metafora della scalata come scalata interiore non sia originalissima.
4 - Yerka - Impatto visivo veramente fantastico. Qui c'è una sinossi letteraria, ma a differenza di altre l'ho trovata calzante. Ho ritrovato quest'interpretazione osservando gli elementi in gioco.
5 - Bansky - Qui ho avuto un problema. Mi piace tutto, ma c'è un'incongruenza storica data dal fatto che l'opera è del 2014, quindi in nessun modo potrei bermi l'interpretazione post-pandemia del 2020, a meno che Bansky non sia un veggente. Tuttavia, volendo generalizzare con "post un'ipotetica pandemia", trovo tutto più calzante. La consegna, inoltre, è perfettamente in tema, più di altre.
Utente
7 agosto, 2013
Ecco io l'ho intesa all'opposto di Alby la prova, mi sa 😆 ed essendo lui sampdoriano, prendo la cosa come un vanto 😏
Ho cambiato diverse volte classifica, ogni volta ero preso da un aspetto più che dall'altro, oltretutto è stata forse la prova piu bella in assoluto!
1) Banksy: li per li non mi aveva colpito, ma l'abbraccio in seconda battuta mi è arrivato davvero al cuore, molto toccante. King perfetto per lo scopo, attualizzazione per me ficcante.
2) Millais: "con quella bocca può dire ciò che vuole" (cit.) Componinento a servizii di una musa conturbante.
3) Munch: date Montale a un genovese e lo renderete felice. Però le mie letture e i miei studi umanistici mi fanno pensare più alla Donna del mare di Ibsen, peraltro norvegese anch'egli. L'azzurro è meraviglioso, forse l'opera più bella tra le sue proposte.
4) Blake: Ecate sembra una ragazza di oggi, look moderno e stiloso, opera molto efficace. Purtroppo odio Pavese, il suo nome per me equivale a unghie sull'ardesia della lavagna.
5) Yerka: opera molto bella e come sempre ricchissima di dettagli, di cui alcuni mi distraggono. Non ho capito affatto il titolo.
Non c'è opera che non mi sia piaciuta però, a sto giro. Magritte non mi ha preso nella presentazione, Prager l'ho sempre sostenuta ma qui non mi ha lasciato di stucco come ogni volta, Rive mi dà sempre dolci sensazioni ma qui è arrivato meno diretto.
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Emm ha detto
Ecco io l'ho intesa all'opposto di Alby la prova, mi sa 😆 ed essendo lui sampdoriano, prendo la cosa come un vanto 😏
Io l'ho intesa del tipo … che ne so, prendere un'opera, spogliarla del suo significato ufficiale e provare a giocare al critico d'arte e desumere un ulteriore significato a partire da ciò che c'è nell'opera. Ad esempio per Rive la foto della montagna rappresenta la maestosità della natura, o la prova dell'esistenza di Dio, ma per l'utente quella foto rappresenta la sfida per superare i propri limiti. O per Magritte le gambe di donna con la testa di sardina è una sirena al contrario, ma per l'utente è una riflessione sulla concezione del corpo femminile in una data epoca. Poi, semmai, accostare un estratto letterario. Ma scegliere un estratto letterario ed accostarlo ad un quadro secondo me non era la prova richiesta
Utente
7 agosto, 2013
Alby ha detto
Emm ha detto
Ecco io l'ho intesa all'opposto di Alby la prova, mi sa 😆 ed essendo lui sampdoriano, prendo la cosa come un vanto 😏
Io l'ho intesa del tipo … che ne so, prendere un'opera, spogliarla del suo significato ufficiale e provare a giocare al critico d'arte e desumere un ulteriore significato a partire da ciò che c'è nell'opera. Ad esempio per Rive la foto della montagna rappresenta la maestosità della natura, o la prova dell'esistenza di Dio, ma per l'utente quella foto rappresenta la sfida per superare i propri limiti. O per Magritte le gambe di donna con la testa di sardina è una sirena al contrario, ma per l'utente è una riflessione sulla concezione del corpo femminile in una data epoca. Poi, semmai, accostare un estratto letterario. Ma scegliere un estratto letterario ed accostarlo ad un quadro secondo me non era la prova richiesta
Ma credo che Nace abbia messo in conto che il concetto in sé di creatività si presta a visioni super distanti. Anzi si farà grasse risate di noi
Io comunque l'ho proprio intesa come: prendi un'opera, dimentica cosa rappresenta e contestualizzala come se fosse tua, in base al tuo sentire, a chi/cosa ti fa pensare ecc. Che alla base non è così lontano da come l'hai intesa tu, ma chiaramente la testa fa percorsi tortuosi e ti porta in lidi inaspettati.
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Emm ha detto
Ma credo che Nace abbia messo in conto che il concetto in sé di creatività si presta a visioni super distanti. Anzi si farà grasse risate di noi
Io comunque l'ho proprio intesa come: prendi un'opera, dimentica cosa rappresenta e contestualizzala come se fosse tua, in base al tuo sentire, a chi/cosa ti fa pensare ecc. Che alla base non è così lontano da come l'hai intesa tu, ma chiaramente la testa fa percorsi tortuosi e ti porta in lidi inaspettati.
Certo, ma in alcuni casi manca proprio la sinossi.
Faccio l'esempio di Millais non per attaccarlo, ma perché è l'esempio che più è complessivamente piaciuto e che per me è fuori tema. La sinossi era l'elemento obbligatorio e l'estratto letterario era l'elemento facoltativo. Qui c'è solo l'elemento facoltativo che funge da sinossi. Io ci vedo poco di creativo e poco di personale, se non l'originalità dell'accostamento ed è associare un'opera creata da qualcuno ad un'altra opera creata da qualcun altro. Fine. L'originalità in Millais sta nell'aver sostituito i nomi. La mia impressione è che a quella storia possa associarsi bene quel ritratto di donna come altri mille ritratti di donna e dal quadro non vedo niente che, a guardarlo meglio, mi possa convincere che una delle interpretazioni possa essere proprio quella storia.
Utente
7 ottobre, 2018
Alby ha detto
Poi, semmai, accostare un estratto letterario. Ma scegliere un estratto letterario ed accostarlo ad un quadro secondo me non era la prova richiesta
Ma esattamente chi si sarebbe limitato a fare questo? Mi sembra che, anche dove sono presenti citazioni letterarie, ci siano poi anche descrizioni che aiutano a comprendere che cosa l'utente x veda in quel quadro, come lo interpreti, che genere di storia racconti. Tant'è che comunque ho appunto trovato Blake leggermente superiore a Yerka, perché nel primo con la descrizione (e solo in un secondo momento con i versi di Pavese) ho visto qualcosa che proprio non avrei considerato, mentre trovo che nel secondo la descrizione abbia fatto meno la differenza.
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
NotturnoManto ha detto
Ma esattamente chi si sarebbe limitato a fare questo? Mi sembra che, anche dove sono presenti citazioni letterarie, ci siano poi anche descrizioni che aiutano a comprendere che cosa l'utente x veda in quel quadro, come lo interpreti, che genere di storia racconti. Tant'è che comunque ho appunto trovato Blake leggermente superiore a Yerka, perché nel primo con la descrizione (e solo in un secondo momento con i versi di Pavese) ho visto qualcosa che proprio non avrei considerato, mentre trovo che nel secondo la descrizione abbia fatto meno la differenza.
Ma infatti alcuni passi letterari sono perfettamente calzanti anche se l'interpretazione dell'opera si è ritrovata soprattutto lì. In Millais per me questo processo non c'è, per quanto suggestivo e creativo possa essere l'accostamento, lo trovo più da sala 2 che da sala 4 (per come ho inteso io le due sale, chiaramente). Poi c'è qualcosa che non mi funziona nel dare quell'interpretazione, mi sembra un po' random.
Utente
6 dicembre, 2019
Siamo quasi alla fine del nostro MuseoRh (galleria ricca di fascino e di spunti interessanti): qualcuno si distrae, c'è chi deve andare a far pipì, chi vuole bere qualcosa al BarRh, chi vuole solo sedersi perchè è stanco. Eccola la Sala giusta. E' enorme, uno spazio espositivo nell'ala est del primo piano. Accomodatevi..
Benvenuti nella Sala Easy.
Le gallerie investono molte risorse negli artisti che rappresentano; li guidano visitando i loro studi, promuovendo il loro rapporto con i collezionisti e pianificando con loro progetti e allestimenti. Nei giorni scorsi, a vostra insaputa, la direzione del MuseoRh ha fatto un giretto nei vostri studi (polverosi e ottocenteschi, nuovissimi e ipertecnologici) e ha scovato delle opere interessanti.
Proprio così, per la Sala Easy non dovrete faticare a cercare; le opere sono già predisposte e pronte per essere mostrate. Basterà sedersi, ammirare e fare una semplicissima scelta.
Qualcuno già borbotta.. E se non ha trovato l'opera adatta? E se l'opera non mi convince?
Non temete, la direzione ha pensato anche a questo. La prima opera non vi soddisfa, credete che non sia una scelta rappresentativa adeguata? C'è una seconda opzione.
Come si svolge
Nei prossimi giorni verranno postate 16 opere d'arte divise in quattro gruppi. Le opere d'arte, molto diverse fra loro, manifesteranno la visione del vostro artista per quel preciso soggetto.
Cosa fare?
Guardare e valutare
Come valutare?
AFFIDANDOSI AL PROPRIO GUSTO. Fidatevi del vostro istinto. Dovete sceglierne solo UNA e scrivere in topic qual'è e se vi va dirci il perchè. Non potete autovotarvi e scrivere il vostro artista ovviamente.
Cosa succederà?
Verranno assegnati 2 punti per ogni opera d'arte preferita. Tutti devono votare.
Nel pomeriggio il primo gruppo di 4 opere.
Nella Sala Easy si riposano anche i miei adorati Opinionisti. Nessuna Opinione. Open Bar per voi..
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Sarò sintetico, perché sono rimasto un po' spaesato dalla sala e dalle varie interpretazioni date, quindi, in alcuni casi, mi son basato più sull'attinenza della descrizione creativa e soggettiva all'opera e quello che mi ha provocato.
1. Millais: ho apprezzato molto la creatività del racconto associato a quel quadro, a cui avrei dato tutt'altra interpretazione. Quindi sono rimasto colpito perché spiazzante.
2. Yerka: qua ho amato tantissimo il quadro, il mio preferito della sala. L'ho comunque tenuto al secondo posto perché ho trovato la didascalia meno creativa, ma comunque molto coerente.
3. Rive: in realtà io qua ci ho visto qualcosa di creativo nel racconto che ha fatto l'espositore, mi sono immerso nei suoi pensieri e nella sua "biografia".Quello che più mi ha convinto è il tema del dualismo, che è uno di quei temi che mi affascina sempre e qua espresso in modo non convenzionale. Poi beh, il Puez-Odle altro luogo a cui sono molto legato...
4. Munch: Qua ho apprezzato l'accostamento dei versi all'opera. La sua cripticità mi ha comunque affascinato, pur lasciando un alone di mistero.
5. Banksy: mi è piaciuto il riferimento all'attualità, unito al tema dell'impatto della tecnologia su di noi. Molto affascinante, ma allo stesso tempo drammatica, l'opera.
Utente
4 febbraio, 2018
che ne so, prendere un'opera, spogliarla del suo significato ufficiale e provare a giocare al critico d'arte e desumere un ulteriore significato a partire da ciò che c'è nell'opera.
Concordo.
Personalmente ritrovo altrettanta creatività in un'interpretazione del genere di questa sala, come nel cambiare il modo di veicolarla.
Non vedo come destreggiarsi con la creatività nella modalità di scrittura (o di veicolazione del messaggio) debba passare come unico piano di riferimento per l'attinenza alla sala, mentre la creatività del proprio senso critico nella propria soggettività artistica sarebbe talmente trascurabile da rendere il concetto creativo non pervenuto o la prova non convincente.
Io ho già espresso i motivi per cui ho apprezzato tizio caio a sempronio per l'attinenza della sala, così come ho constatato più ridondanza in 30 righe di poesia incollate che in 20 di analisi di proprio pugno.
Il bello di questo gioco è sicuramente la varietà di interpretazioni e il relazionarsi con esse, e la soggettività d'opinione è sempre una caratteristica innegabile, però comunque privare dei lavori di alcuni valori intrinseci ad ogni opera o definirli con aggettivi incongrui, necessitano comunque di dibattito e risposta, alla luce anche di classificazioni che alla lettura sembrano discordare con il senso (che ognuno dà a suo modo) al gioco.
Sinceramente io trovo che siamo stati tutti creativi a modo nostro, non levo questa caratteristica a nessuno dei lavori. Al massimo mi è mancato proprio il lato personale e intimo della propria visione in taluni lavori, in quanto magari riscontro il punto di partenza del progetto, nella scelta del richiamo letterario, con come descrizione una parafrasi del richiamo letterario stesso, dimenticando di fare luce chiara su cosa (chi l'ha scelta) evince dall'opera, oltre quei collegamenti pedissequi e lapalissiani. Per lavori che rappresentano almeno altrettanta creatività sullo stesso piano o su quello dei contenuti, trovo più centrati chi ha invece fatto luce sulla propria visione oltre quella superficiale.
Utente
6 dicembre, 2019
Concorrenti-artisti?
Segnate in topic la preferita. A breve un altro gruppo. Non vi potete autovotare. Non potete evitare di votare.
Ho scelto delle opere minori, che per ovvie ragioni di tempo non avreste potuto raccontare.
Come sempre, ho cercato di mettere in luce tutti gli otto artisti.
Spero di non aver deluso nessuno.
Si comincia..
Fuoco
Alex Prager, 11:45 PM Griffith Park and eye #4, 2012
Mancano pochi minuti alla mezzanotte. L'automobile brucia. Un uomo è a terra, esanime. La donna è rimasta sola. Un lupo si avvicina con fare minaccioso. Uno scatto ipnotico, una metafora cristallina.
Jacek Yerka, Eruption, 1994
Un vulcano attivo nel cuore della notte. O forse, più da vicino un grattacielo vivo o, naturalmente, entrambe le cose. Un godibilissimo trompe-l'oeil mostra quanto spesso vediamo quello che vogliamo vedere.
Banksy, Season’s Greetings, 2018
Sembrano fiocchi di neve, ma in realtà sono coriandoli di cenere quelli che volteggiano intorno al bambino a braccia spalancate raffigurato sui muri di un garage. Una proposta eccellente di denuncia contro l'inquinamento incontrollato.
William Blake, "from the cavern", 1794
Chiudiamo con questa bellissima quanto inquietante illustrazione tratta da Urizen. Non ci sono dubbi, nell'immagine allegorica le catene inchiodano a terra mentre le fiamme divampano indisturbate.
Utente
6 dicembre, 2019
Aria
Edvard Munch, The Storm, 1893
Una violenta tempesta si è abbattuta su Asgardstrand, cittadina norvegese. Gli alberi si piegano al suo volere, Le donne si coprono le orecchie. Sono rappresentate senza contorni precisi, come fantasmi. Come se le turbolenze della natura riflettessero le turbolenze interiori, l'inquietudine della loro mente. Dipinto davvero intenso.
John Everett Millais, Blow Blow Thou Winter Wind, 1892
Perde d'intensità ma soffia sempre senza tregua nel realistico e commovente dipinto di un paesaggio invernale. Ha spezzato un ramo secco, sposta lo scialle della donna accucciata a terra. In lontananza, un anziano che rientra a casa tentando di non perdere il cappello.
Banksy, Parking, Los Angeles
Fortunosamente può placarsi e mutare in una brezza leggera come nello squisito murales del sobborgo di LA. Muove le foglie, la superficie di un lago è increspata. O semplicemente sposta i capelli della ragazza, divertita nonostante il grigiore e lo squallore della location.
Max Rive, The here and now
Dall'altra parte del mondo, in Cina invece la giornata è appena cominciata. Non credo di essere capace di descrivere accuratamente l'aria, così in alto non ci sono mai stato. Fascino e mistero fra le rocce a picco e il verde della vegetazione. Rimango incantato dalla fotografia, questo invece posso dirlo.
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