Utente
7 agosto, 2013
amici ci siamo, il 22 settembre 2021 torna:
ho visto il video sulla pagina Facebook e per ora ho capito che i giorni di gioco saranno meno sia per questa che per la stagione 42 (da 39 a 26) e i naufraghi sono 18 e sarà una nuova era.
Via con pareri, dubbi, perplessità, presentazioni dei naufraghi.
Admin
7 agosto, 2013
Si preannuncia un gioco molto più veloce e dinamico. Sono curioso di vedere quanto si percepirà la riduzione dei giorni di ciclo (da 3 a 2, più o meno). Martin ha già detto che vantaggi e idol rimarranno tanti quanti, quindi non ci saranno cambiamenti sostanziali nel gioco, solo meno tempo totale.
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Finalmente! Mi manca un sacco Survivor USA
Per ora non sono un fan della riduzione dei giorni, però non lo trovo un deterrente insormontabile e come dice Ale porterà comunque ad un gioco molto più veloce, magari anche ad alleanze più volatili e quindi a colpi di scena "politici" oltre a quelli dovuti ai vantaggi.
Sono molto curioso di questo cast, che per il momento ovviamente è un'incognita. Speriamo bene e speriamo che questi giorni passino in fretta!
Utente
19 febbraio, 2018
C’è sicuramente aria di cambiamenti, non so ancora bene se mi staranno bene o no.
La riduzione del numero dei giorni non mi pesa più di tanto, però creare delle vere relazioni sarà molto importante nella prima fase. Anche perché le eliminazioni saranno quasi ogni giorno, quindi non avranno tempo per rilassarsi. Il gioco sarà molto svelto.
Spero che non appaiano isole strane e parallele alla Redemption/Extinction island. Sono quasi sicuro che i twist saranno raddoppiati, ad un certo punto potremo vedere 4 idol, 3 nullifier, 6 extra votes, 3 steal a vote e anche un 50/50 coin… ma i fire tokens ci saranno o no?
Ho dato uno sguardo al cast inserito nell’articolo di Dalton Ross per EW. Sembra promettente, e molti sembrano veri fan e non recruit. Vedremo come si comporteranno.
Dopo un estate passata a seguire la versione australiana e quella sudafricana adesso sarà bello vedere nuovamente la versione US
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Aria fresca e purissima! Vedere e sentire parlare i concorrenti, anche se pochissimo, mi ha già fatto sentire l'aria delle Fiji! Video interessante anche per l'avvistamento di qualche nuovo twist e qualche espediente di montaggio ripreso da Survivor AU (chissà se in questo senso ci sarà qualcosa di più consistente!). Tutto bello, conto i giorni!
Utente
9 settembre, 2013
LUVU TRIBE (AZZURRO)
Danny McCray ha 33 anni, viene da Frisco, Texas ed è un ex giocatore professionista di football americano.
Danny è l’unico semi-VIP presente in questo cast (take that, Australia) e arriva in gara vantando credenziali, se non di fan accanito, almeno di buon conoscitore del gioco essendosi appassionato a Survivor dopo essersi ritirato dallo sport professionistico. Vanta cinque stagioni in NFL con risultati non particolarmente degni di nota: il grosso della carriera (2010-13) lo ha speso sfruttando la scarsa profondità dei Dallas Cowboys nel ruolo di safety, venendo poi messo ai margini una volta portati in squadra giocatori più competitivi. Dopo il ritiro, avendo un sacco di tempo libero e nulla da fare, ha recuperato tutte le stagioni di Survivor e dice di volere “cambiare la percezione di cosa rappresenti una minaccia nel gioco” (ovviamente perché sa di essere uno dei più forti fisicamente e non vuole essere preso di mira per quel motivo). Dichiara di volere puntare su strategia e ritrovamento di idol a getto continuo, confida nella sua autenticità ed è convinto che i suoi avversari sottovaluteranno la sua intelligenza. Ah, cita come sua ispirazione nel gioco Ben Driebergen (S35) perché “ha lavorato più di tutti gli altri nella sua tribù per riuscire a sopravvivere” (convenientemente dimenticandosi del piccolo dettaglio che la produzione gli mise in mano 18 idol in tre puntate)
Deshawn Radden ha 26 anni, viene da Miami, Florida ed è uno studente di podologia.
Come tanti altri concorrenti di questa edizione, l’ossessione di Deshawn per Survivor nasce con la stagione 37 (David vs. Goliath). Si considera un superfan moderno e dichiara di volersi ispirare al gioco di Cirie Fields, prendendone a modello la socialità e il gioco strategico. Dice che l’esperienza di vita che lo ha preparato maggiormente a Survivor consiste nell’essere cresciuto a San Bernardino, California, una città dell’area metropolitana di Los Angeles tristemente nota per l’attentato terroristico di matrice islamista avvenuto nel dicembre 2015; a suo avviso, venire da un posto un po’ più remoto e inospitale aguzza la furbizia e l’ingegno (ma parliamo di una città di 200k abitanti e che comunque non è Harlem né Compton, quindi…) In ogni caso va tenuto d’occhio perché a primo avviso sembra incarnare pienamente il concetto di triple threat che ha successo nel gioco di Survivor: giovane, sgamato, competitivo ma non eccessivamente, sociale e strategico ma meno di altri. Sicuramente, almeno sulla carta, uno dei favoriti d’obbligo.
Erika Casupanan ha 31 anni, viene da Toronto, Ontario e lavora come manager delle comunicazioni.
Nel nuovo corso di Survivor dovremo lentamente abituarci alla presenza di giocatori canadesi e una dei primi a proporsi è Erika, ragazza dalle ovvie origini filippine ma nata e cresciuta in Ontario. Di Erika colpisce soprattutto la grande energia unita a un atletismo discreto (fitness, pugilato) e una buona conoscenza del gioco, da fan senza esserne inutilmente ossessionata. Il suo obiettivo è di costruire relazioni sociali con gli altri, imparare il più possibile sugli altri concorrenti, apparire come amichevole, aperta, positiva e l’alleata ideale. Le sue ispirazioni sono Brenda Lowe (S21, S26) e Todd Herzog (S15). Se riesce a superare i primi voti credo possa rivelarsi una concorrente di lungo respiro.
Heather Aldret ha 52 anni, viene da Charleston, South Carolina ed è una mamma e casalinga.
Heather incarna in ogni aspetto l’archetipo della “supermamma”, che è tipico di questo franchise di Survivor anche se ha perso un po’ di spinta nelle ultime edizioni andate in onda. Madre di due figlie di 12 e 15 anni, è andata in pensione tre anni fa dopo aver lavorato per circa 10 anni nell’ambito dell’home renovation; si è avvicinata a Survivor durante la seconda stagione, ha coinvolto suo marito e le figlie al punto che guardare Survivor è diventata la loro tradizione del mercoledì sera. Si identifica in tanti giocatori e cambia versione da un’intervista all’altra (nella bio ufficiale menziona Rick Devens, Tina Wesson, Lisa Whelchel e Chrissy Hofbeck; in quella con Mike Bloom di Parade cita Ethan Zohn e Tasha Fox). Non si capisce molto di quale sia la sua strategia nel gioco, ma sappiamo che ha una personalità un po’ “particolare” e una passione per gli opossum.
Naseer Muttalif ha 37 anni, viene da Morgan Hill, California e lavora come direttore delle vendite nel settore alberghiero.
In ossequio alle nuove regole sulla composizione etnica dei cast made in CBS arriva in gara Naseer, venditore californiano con una storia alle spalle molto importante dal punto di vista umano: per diciotto anni è cresciuto in povertà nello Sri Lanka, dove ha conosciuto una donna americana che lo ha introdotto a Survivor per insegnargli l’inglese e poi lo ha portato con sé negli Stati Uniti, dove si sono sposati e hanno avuto due figli. Avendo sperimentato condizioni difficili durante la sua adolescenza, Naseer è convinto di essere preparato alla parte di sopravvivenza del gioco e ritiene che il suo accento (e il fatto che l’inglese non è la sua madrelingua) gli consentirà di venire sottovalutato e usato come numero dagli altri concorrenti. Non so se possa davvero arrivare in fondo, ma sicuramente è un concorrente diverso da tutti quelli che hanno partecipato in passato e (almeno a mio avviso) impossibile da non tifare
Sydney Segal ha 26 anni, viene da Brooklyn, New York ed è una studentessa di legge.
Senza mezzi termini, Sydney si mette in gioco puntando dichiaratamente a diventare la villain dell’edizione. Dalle interviste pre-game emerge un ego spropositato e una tendenza quasi fastidiosa a ricoprirsi di complimenti: lei ha fatto questo, lei ha fatto quello, lei è stata campionessa statale di corsa campestre, lei verrà sopravvalutata dagli altri perché è talmente brava e intelligente e straordinaria e atletica che è impossibile non farlo. Poi però leggo le sue ispirazioni nel gioco e scopro che nell’intervista ufficiale menziona Natalie White (S19) per come è riuscita a controllare l’ego straripante di Russell Hantz, subito dopo va da Mike Bloom e dice che Russell è il suo idolo nella vita proprio per via dell’ego straripante. In attesa che si schiarisca le idee (o che si riveli per il troll che è e giochi un gioco assolutamente normale) la inserisco come candidata numero uno al ruolo di pre-merge boot.
Utente
9 settembre, 2013
UA TRIBE (VERDE)
Brad Reese ha 49 anni, viene da Shawnee, Wyoming e lavora come allevatore di bestiame.
Mai, nella storia ventennale di Survivor, aveva partecipato un concorrente originario del Wyoming – uno degli stati più piccoli, remoti e poveri degli USA. A rompere questa tradizione è Brad, discendente di una famiglia di allevatori che si è appassionato a Survivor dopo aver recuperato Nicaragua (dietro consiglio della figlia, che aveva conosciuto la quarta classificata Holly Hoffman a una convention). Brad ricopre un po’ tutti i cliché del redneck americano: va a caccia, va a pesca, ha quattro figli, è sopravvissuto al morso di un serpente a sonagli e all’esplosione di una tanica di propano. Dichiara Ozzy Lusth come suo giocatore preferito di tutti i tempi, ma intende seguire il piano di gioco di “Boston” Rob Mariano (S4, S8, S20, S22, S40). Sembra più in gara per l’esperienza in sé che per amore di Survivor, ma in ogni caso è una quota che in un cast di 18 ci può stare e che accolgo favorevolmente.
Eugenie “Genie” Robin-Chen ha 46 anni, viene da Portland, Oregon ed è commessa di un supermarket.
Originaria di Taiwan, Genie è quella che si definisce ormai merce rara nel Survivor moderno: una persona comune, con un lavoro comune e un background tutto sommato comune (non ha frequentato scuole dell’Ivy League o il MIT, non è una sportiva professionista, non fattura cifre da 1%-er). Dall’intervista ufficiale non sembra avere una grande conoscenza del gioco e si propone con quella che da sempre considero una delle più grandi red flags nel background di un concorrente, ovvero l’usato e abusato “non mi paragono a nessun concorrente perché giocherò in modo diverso da tutti coloro che mi hanno preceduto”. In altre circostanze, però, si paragona invece a Cirie (S12, S16, S20, S34) – e soprattutto tocca un tasto importante, ossia il suo desiderio di puntare sulla socialità e di farsi amare dagli altri per farsi preservare e arrivare in fondo. Dichiara anche di essere molto più atletica di Cirie, su questo sono un po’ scettico però l’asticella è bassa e in ogni caso lo vedremo presto
Jairus “JD” Robinson ha 20 anni, viene da Oklahoma City, Oklahoma ed è uno studente universitario.
Assieme a Liana e Xander, JD è uno dei tre concorrenti di questa edizione che è nato dopo la messa in onda della prima edizione americana. Dice di essere un superfan accanito e almeno sulla carta sembra mettere insieme tante doti positive che potrebbero fargli comodo nel gioco: ha un background nell’atletica leggera (anche se ho fatto fatichissima a trovare qualche suo risultato, il che mi fa pensare che non sia esattamente il nuovo Marcell Jacobs), ha un po’ di esperienze di vita nell’ambito del volontariato, ha vissuto in tanti posti per seguire il padre militare e ritiene che questo lo abbia preparato a trovare connessioni con persone diverse da tutti gli USA. A differenza di tanti concorrenti del recente passato, non vuole nascondere la sua età e anzi pensa che il suo essere giovane possa essere il suo asso nella manica (perché indurrà gli altri a sottovalutarlo).
Ricard Foyé ha 31 anni, viene da Sedro-Woolley, Washington e lavora come assistente di volo.
Uno dei concorrenti destinati a lasciare un impatto su questa stagione è sicuramente Ricard, steward dichiaratamente omosessuale e padre di due figli che si pone come la versione riveduta e corretta di Todd Herzog (vincitore di S15: China). Fan accanito del programma dalla prima edizione, Ricard dichiara di voler puntare sul sorriso e la compassione per trovare punti di contatto con gli altri concorrenti. Ha un discreto background atletico, nel senso che pratica la corsa e il winterguard (sport che onestamente scopro adesso, ma a quanto pare è un’attività performativa con coreografie, danze ed evoluzioni acrobatiche di fucili e sciabole derivata dalle cerimonie militari). Dichiara di volersi ispirare al gioco di Aubry Bracco (S32, S34, S38) ma allo stesso tempo spera di riuscire a concretizzarlo in una vittoria.
Sara Wilson ha 24 anni, viene da Boston, Massachusetts e lavora come consulente della sanità.
Malgrado la giovane età, Sara è un’altra superfan di lunga data: inserisce il nome di Kim Spradlin (S24, S40) come sua ispirazione nel gioco per le sue connessioni con gli altri concorrenti e la sua forza nelle prove fisiche. Con un background atletico nell’ambito del cardio (nuoto, pallanuoto, sport di resistenza) e dell’equilibrio (tessuti aerei) Sara è sicuramente una delle concorrenti più temibili considerato il tipo di fisicità che riscuote più successo nel Survivor moderno. A mio avviso, malgrado stia passando molto inosservata nel pre-game, Sara è proprio il tipo di concorrente “giusta” che ritengo possa fare bene: fan ma non fanatica, atletica, intelligente (ha studiato al MIT), piacevole e non troppo preponderante. Sicuramente la mia scommessa numero uno nel campo di partenti di questa edizione.
Shantel “Shan” Smith ha 34 anni, è canadese ma viene da Washington D.C. e ricopre il ruolo di pastore in una chiesa avventista.
Partivo super scettico su Shan perché uno dei miei primi ricordi di Survivor è stato quello di Roxy Morris di Philippines (una studentessa di seminario che si rivelò una dei peggiori giocatori di tutti i tempi) però dopo la lettura delle interviste penso che possa avere qualcosa in più da offrire e che la sua devozione a Dio sia sicuramente uno dei suoi tratti caratteristici, ma allo stesso tempo non vada ad intaccare la sua voglia di giocare un gioco aggressivo. Dice che Survivor è stata un po’ la costante durante un periodo difficile della sua vita (ha vissuto in strada e fatto parte di una gang) e che nella voce di Jeff Probst che esortava i concorrenti a “dig deep” ha letto il messaggio che l’ha portata a sopravvivere e rimettere in sesto la sua vita.
Utente
9 settembre, 2013
YASE TRIBE (GIALLO)
Alexander “Xander” Hastings ha 20 anni, viene da Chicago, Illinois e lavora come app developer.
Xander è nato in Florida e a prima vista è un po’ il classico bro capellone e super atletico, proveniente dallo stampo dei vari Joe Anglim, Jay Starrett, Devon Pinto e tutti gli altri che hanno provato a seguire il successo di Ozzy Lusth (S13, S16, S23, S34) e Malcolm Freberg (S25, S26, S34) senza riuscirci minimamente. A prima vista, però, Xander sembra avere molto da dire e da dare: è chiaramente molto curioso, molto intelligente e molto aperto ad ogni possibile situazione. Il suo gioco sarà sicuramente fisico (e ci farà fruttare il suo background nell’atletica leggera, come tipo tutti in questa stagione) ma allo stesso tempo dichiara di voler puntare sulla strategia e l’autenticità (senza però dire di: avere lanciato una start-up di proprietà, parlare fluentemente il cinese mandarino, avere tante esperienze di viaggio attorno al mondo). Ah, e uno dei suoi film preferiti è Surf’s Up, il che gli vince la mia stima infinita e imperitura
David Voce ha 35 anni, viene da Chicago, Illinois ed è un neurochirurgo.
VILLAIN ALERT! Fin dalle pregame interviews, David si profila come un concorrente estremamente aggressivo, strategico e pronto a tutto per mettere le mani sul milione (oltreché a farci sapere di essere destinato a diventare il miglior giocatore della storia passata, presente e futura di questo gioco). Ha cominciato a seguire il gioco di recente (David vs. Goliath) e dichiara come influenze più importanti nello sviluppo del suo gameplan Rob Cesternino e David Bloomberg di RHAP. Il giocatore a cui dice di ispirarsi è Russell Hantz (yawn, ma perché nel 2021?) e questo credo dica tutto sulla fine che gli stanno un po’ tutti prefigurando. Ah, nel gioco parteciperà sotto il suo cognome (che si pronuncia all’italiana).
Eric Abraham ha 51 anni, viene da San Antonio, Texas e lavora come cyber security analyst.
Eric è un superfan originario della Georgia che vanta un background militareggiante (ha trascorso tanti anni in Aeronautica, stazionato alla base di Okinawa in Giappone) e si dichiara un superfan di Survivor dalla primissima stagione. Ha lavorato come professore di college per sette anni e ritiene che questo lo abbia preparato ad ascoltare gli altri e capire i loro bisogni, doti che ritiene fondamentali all’interno del gioco. Dice di volere puntare sul mantenere la sua tribù forte (top) e di trovare alleati che vogliano giocare con una certa pazienza (direi alquanto difficile nella stagione più corta di sempre). Vorrebbe anche che venisse implementato nuovamente un idol che si può giocare dopo la lettura dei voti (…)
Evvie Jagoda ha 28 anni, viene da Arlington, Massachusetts ed è dottorandə in biologia dell’evoluzione all’università di Harvard.
Lə primə concorrente non-binary a partecipare a Survivor US, Evvie è unə superfan relativamente nuovə (ha cominciato a seguire il programma durante David vs. Goliath) e punta spiccatamente sul suo lato sociale e un po’ goffo/sciocchino per compensare i pregiudizi che compariranno in relazione alla sua intelligenza. Il suo obiettivo è di costruire un legame con ogni singolo giocatore e trovarne uno in particolare che condivida il suo piano di gioco. Tolti gli ovvi dubbi legati al suo potenziale fisico (è altə 1.56 e non ha grande esperienza atletica, ma nel Survivor moderno non è un problema a meno di non ciccare clamorosamente la prima prova) è sicuramente unə concorrente da tenere d’occhio.
Liana Wallace ha 20 anni, viene da Washington D.C. ed è una studentessa di college all’università di Georgetown.
A soli 20 anni di età, Liana si presenta in gara con tantissime esperienze interessanti di vita vissuta: ha vissuto a Tokyo e a Singapore, ha viaggiato in Camerun a soli 17 anni come parte di un progetto di solidarietà organizzato dalla città di Seattle, è una poetessa di spoken word ed è stata invitata a leggere una sua composizione a una raccolta fondi organizzata dall’ex deputato democratico John Lewis (scomparso nell’estate 2020). Survivor è una sua passione fin da piccolissima e il suo piano di gioco prevede non raccontare bugie inutili sul suo background e lasciare gli altri prendere il comando all’inizio, puntando sull’uscire alla distanza. Sicuramente è una concorrente molto giovane e diversa da tutte le vincitrici che abbiamo avuto, ma se davvero questa edizione deve segnare una nuova era di Survivor con la prima vincitrice afroamericana dopo quasi vent’anni sicuramente lei potrebbe essere un’ottima candidata.
Tiffany Seely ha 47 anni, viene da Plainview, New York ed è un’insegnante di scuola elementare.
Non ho onestamente molto da dire su Tiffany, se non che è un’altra espressione dell’archetipo della donna forte di mezza età che vuole mettersi in gioco per dimostrare di essere una donna forte. Il suo profilo menziona diverse red flags (si ritiene una leader per natura; è molto rumorosa; odia non avere ragione; dice di voler giocare come Ozzy, Colby e Parvati). La sua strategia è quella di creare “rela-situazioni”, ovvero relazioni che beneficiano entrambe le persone a superare le situazioni in cui si trovano. Visto anche la tribù a cui è stata abbinata, non mi stupirebbe per nulla fosse la prima a lasciarci se gli Yase dovessero perdere la prima prova.
Utente
7 agosto, 2013
ge_aldrig_upp ha detto
Heather Aldret ha 52 anni, viene da Charleston, South Carolina ed è una mamma e casalinga.
Heather incarna in ogni aspetto l’archetipo della “supermamma”, che è tipico di questo franchise di Survivor anche se ha perso un po’ di spinta nelle ultime edizioni andate in onda. Madre di due figlie di 12 e 15 anni, è andata in pensione tre anni fa dopo aver lavorato per circa 10 anni nell’ambito dell’home renovation; si è avvicinata a Survivor durante la seconda stagione, ha coinvolto suo marito e le figlie al punto che guardare Survivor è diventata la loro tradizione del mercoledì sera. Si identifica in tanti giocatori e cambia versione da un’intervista all’altra (nella bio ufficiale menziona Rick Devens, Tina Wesson, Lisa Whelchel e Chrissy Hofbeck; in quella con Mike Bloom di Parade cita Ethan Zohn e Tasha Fox). Non si capisce molto di quale sia la sua strategia nel gioco, ma sappiamo che ha una personalità un po’ “particolare” e una passione per gli opossum.
WHAT? anche io vorrei andare in pensione a 49 anni pronto polizia
Utente
9 settembre, 2013
Rama08 ha detto
ge_aldrig_upp ha detto
Heather Aldret ha 52 anni, viene da Charleston, South Carolina ed è una mamma e casalinga.
Heather incarna in ogni aspetto l’archetipo della “supermamma”, che è tipico di questo franchise di Survivor anche se ha perso un po’ di spinta nelle ultime edizioni andate in onda. Madre di due figlie di 12 e 15 anni, è andata in pensione tre anni fa dopo aver lavorato per circa 10 anni nell’ambito dell’home renovation; si è avvicinata a Survivor durante la seconda stagione, ha coinvolto suo marito e le figlie al punto che guardare Survivor è diventata la loro tradizione del mercoledì sera. Si identifica in tanti giocatori e cambia versione da un’intervista all’altra (nella bio ufficiale menziona Rick Devens, Tina Wesson, Lisa Whelchel e Chrissy Hofbeck; in quella con Mike Bloom di Parade cita Ethan Zohn e Tasha Fox). Non si capisce molto di quale sia la sua strategia nel gioco, ma sappiamo che ha una personalità un po’ “particolare” e una passione per gli opossum.WHAT? anche io vorrei andare in pensione a 49 anni pronto polizia
Va beh è chiaro che si è pensionata da sola, non voglio fare illazioni ma credo partisse già da una situazione finanziaria di un certo tipo (come la maggior parte dei concorrenti di Survivor, perché uno che lavora come cassiere a Burger King certo non può permettersi di mollare tutto e abbandonare il lavoro per farsi 40+ giorni alle Fiji)
Dalla sua biografia ufficiale:
What is the accomplishment you are most proud of? With the profit I made with the sale of my first house which I bought all by myself, I was able to pay off the remainder of my student loans and all of my personal debt. Marrying my husband 100 percent debt-free was the absolute best gift to myself.
Utente
15 settembre, 2013
Mi era mancato tantissimo Survivor, questo periodo senza nuove stagioni è stato insopportabile
Una premiere piuttosto diversa da quelle a cui sono stato abituato fino ad ora, con un montaggio diverso, produzione mostrata in modo esplicito e tanti cambiamenti nel gioco. Non mi è dispiaciuto il tanto tempo dedicato a farci conoscere i concorrenti, ci è stato già mostrato già qualcosa per ognuno di loro (cosa non affatto scontata nella prima puntata). La durata ridotta del gioco penso darà meno tempo per solidificare amicizie e rapporti, mi aspetto una stagione con tanti cambi di fronte e tradimenti. Approvo le punizioni per le sconfitte nelle prove, rendono tutto più incerto e difficile e chi non ama vederli soffrire un po' di più?
Amo la divisione in tre tribe, perché fa capire subito di che pasta sono fatti i concorrenti, avendo meno spazio per nascondersi. La tribe verde è stata di gran lunga la più interessante, speravo potessero vincere perché avrei voluto vederli tutti la prossima settimana. Mi è dispiaciuto per l'eliminazione di Sara che mi sembrava un personaggio caotico e autodistruttivo, quindi perfetto televisivamente. L'eliminazione di Abraham mi lascia invece indifferente, il tipico uomo survivoriano che vuole far fuori le donne deboli ha pure un po' stufato. Brava Evvie a prendere l'iniziativa e convincere gli altri a tenere Tiffany, l'ho trovata persuasiva e convincente pur rimanendo molto misurata e amichevole.
Il confessionale di JD per raggiungere la prova a 3 non è stato un po' troppo? Mi sembrava quasi uno di quelli che vedi in finale per vedere trionfare quel concorrente e stracciare gli altri finalisti. Bello, ma mi è sembrato eccessivo per una premiere.
Mi spiegate perché "guys" dovrebbe essere un termine offensivo per qualcuno? Non è neutro? Ho trovato l'atteggiamento di Jeff molto forzato, non bastava togliere il termine e basta invece di fare tutto quel discorso inutile?
Voce, Shan, Evvie quelle che mi hanno colpito di più, Brad da eliminare il prima possibile perché quelli come lui non li reggo.
Utente
9 settembre, 2013
EPISODIO 1
Quanto era mancato Survivor USA
Premiére qualitativamente molto forte, non nego che durante l'introduzione avevo quasi gli occhi lucidi. Approvo il nuovo formato di introduzione dei concorrenti (anche se hanno un po' esagerato con le sob stories in stile American Idol e IMHO non ce n'era bisogno) e mi è piaciuto anche il modo in cui hanno brevemente mostrato tutta la produzione al seguito, per fare risaltare ancora di più l'emozione che provavano non solo Jeff e i concorrenti ma tutte, tutte le persone coinvolte
Credo sia un po' presto per giudicare i twist ma mi piace che sia stata data fin da subito ai concorrenti la possibilità di prendere delle decisioni, spesso e volentieri in contesti in cui non c'è davvero una cosa giusta o sbagliata da fare. La scelta fra proteggere o rischiare il voto ne è stata a mio avviso l'emblema: da una parte abbiamo visto Xander che è riuscito a fare passare la sua decisione "egoista" raccontandola come buona per tutto il collettivo, dall'altra JD che ha fatto esattamente lo stesso si è perso mille volte nei dettagli del suo racconto ed è subito stato sgamato da Ricard come inaffidabile. Dimostrazione che spesso in questi casi conta ciò che dici, e come lo dici, più di quanto effettivamente tu faccia o non faccia.
Sulle due eliminazioni non mi stupisce il taglio di Abraham, ma allo stesso tempo credo che la decisione di preservare Tiffany ed eliminare uno dei concorrenti più forti fisicamente potrebbe costare caro agli Yase: finora nelle prove hanno sofferto molto (in particolare nella sezione "fisica" dell'Immunity Challenge, dove partivano primi e sono arrivati in cima alla scala terzi) e con tribù così piccole un minimo di ragionamento sulla forza fisica va fatto, specie considerato che il crimine di Abraham - almeno per come ce l'hanno mostrato - è stato rivolgersi contro la donna di mezza età che in questi primi tre giorni ha dato meno. Resto invece molto interdetto dall'eliminazione di Sara, concorrente che dalle interviste pre-gioco credevo avesse grandissimo potenziale ed è stata sacrificata per tenere in gara l'inutile Brad (decisione in controtendenza a quella degli Yase perché evidentemente dettata dall'idea di mantenere la tribù forte, vedremo se pagherà).
Non posso infine esimermi dal commentare l'elefante nella stanza di questa premiére, ossia la cancellazione definitiva della storica catchphrase di Jeff "come on in, guys!" e tutta la discussione che ne è scaturita. Personalmente, a livello prettamente ideologico, non ho nulla contro questo cambiamento e penso che sia un po' tardi per i lanci di strali del tipo "fuori la politica da Survivor" quando Survivor è stato un gioco con una forte componente politica e sociale dal primissimo giorno della prima edizione. Allo stesso tempo, però, non posso fare a meno di pensare che annunciare questa presa di posizione in modo così plateale rischia davvero di alienare una fetta consistente della fanbase di un programma che non so come dirlo, ecco, ma non è esattamente sovrapponibile a quella di RPDR e soprattutto mi urta che la decisione sia stata fatta passare come dei giocatori - anzi di UN giocatore - e non della produzione stessa. L'idea che Jeff metta la faccia proprio su QUESTA polemica in particolare onestamente mi fa un po' ridere, soprattutto alla luce di come venne trattato il caso Dan Spilo in S39, ma se è il loro modo di ripulirsi la coscienza nei confronti degli spettatori più "woke" chi siamo noi per giudicare?
Dico soltanto che comunque quando si vende un prodotto bisogna sempre essere coscienti di chi sia il proprio consumatore. E se il 90% dei commenti su questa puntata sono in tono negativo e legati non già al gioco, ma a questa decisione in particolare (e non tocco neppure il bullismo pubblico che Ricard sta subendo su tutti i suoi social) non credo che impuntarsi su questa scelta di contenuto sia stata la decisione migliore per lanciare quella che dovrebbe essere una nuova era per tutto il franchise
Admin
7 agosto, 2013
Madonna mi è mancato come l'aria. Ammetto che mi sono venuti gli occhi lucidi durante l'intro di Jeff.
Si percepisce molto l'impronta nuova che vogliono dare, anche in fase di montaggio (i flashback di Jeff che nasconde l'indizio, le scelte alla ruota rivelate solo successivamente) e tutti i twist finora hanno girato.
Spero che punire chi perde le prove non crei un effetto rich/poor à la Fiji dove si condanna il perdente a continuare a perdere.
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
EPISODIO 1
La aspettavo da troppo tempo e forse per questo ho amato la première più di tante altre recenti. L'aria di cambiamento c'è stata e si è sentita, ma mi sono subito sentito di sposare questa esigenza di una nuova era. Siamo passati ad uno step successivo, i concorrenti ormai sono sgamati e mi sta più che bene che alla quarantunesima stagione, in soli 26 giorni, vincere Survivor diventi qualcosa di difficilissimo. Per me che non amo i cambiamenti e i mille vantaggi, non è una conclusione scontata dopo un episodio ricco di cambiamenti, twist, nuovi vantaggi, svantaggi, dilemmi, rischi. Ovviamente conto comunque sul fatto che vincere Survivor implichi anche un buon lavoro politico-strategico che vada oltre questi elementi e che in un certo senso punti anche a disinnescarli.
Promuovo tantissimo anche le novità nel linguaggio televisivo, non è affatto cosa da poco, alla stagione 41, trovare una chiave di racconto che riesca addirittura a rendere il reality più reale. Jeff che ci parla ancora più esplicitamente, che ci rende testimoni del posizionamento del vantaggio (che già sappiamo dov'è quando più in là lo andranno a cercare). Il portarci dietro le quinte con la crew più di una volta visibile, così come ho trovato più esplicita la consapevolezza da parte dei concorrenti di essere in televisione e il loro commento sulle decisioni degli autori, o addirittura il coinvolgimento, come nel caso del confronto sul linguaggio neutro. Ancora i giochi di inquadrature, la netta riduzione della colonna sonora in momenti in cui si sentono i suoni reali, gli insight con le immagini della vita dei concorrenti. Ho apprezzato veramente tanto e spero che non siano elementi solo "da primo episodio".
Entrando nel vivo del gioco, ho trovato interessanti i due dilemmi e in generale il fatto che il gioco sia così serrato che i concorrenti non possano sottrarsi o nascondersi. Inevitabilmente ti capita di prendere una decisione, di assumerti la responsabilità e la gestione delle conseguenze, di dover capire con sveltezza a cosa porta una decisione di positivo e a cosa di negativo, e ugualmente l'alternativa. Il dilemma del prigioniero ne è un esempio, con Danny che ha saputo girare a suo vantaggio una situazione da cui di fatto non aveva ottenuto vantaggio, giocandosi bene il momento del racconto ai compagni di tribe, mentre altrove JD ha gestito malissimo lo stesso momento pur avendo intascato il vantaggio. Tra l'altro una partenza anche fisicamente molto faticosa, almeno per i due che appena arrivati hanno già dovuto caricare secchi d'acqua per quattro ore e scalare una montagna.
Per quanto riguarda le eliminazioni, sono contento che si sia salvata Tiffany. Abraham era sicuramente uno dei concorrenti che meno mi aveva colpito e forse ha pagato il suo essere troppo impostato su Survivor, come ha fatto notare anche Jeff durante il Tribal Council. Invece negli Ua speravo davvero di salutare uno tra Brad (che per ora sembra il tipo di concorrente che mi fa cadere le braccia) e JD (che ho trovato anche io un po' troppo esaltato dall'insight). Sara in fin dei conti mi piaceva.
Non ho particolari simpatie al momento, anche se il mio cuore batte un po' per il terzetto di donne over, che sono felice non sia finito vittima delle prime due eliminazioni e che spero duri un bel po'. Per motivi sconosciuti, al momento mi ha colpito molto anche Liana, che mi ha dato delle vibes molto interessanti, così come anche Erika e lo stesso Ricard (che mi ha fatto urlare per come non sopporta visibilmente JD). Nessuna antipatia troppo seria, se non Brad, Voce e un pochino Shan che vedo un filo troppo convinta.
Utente
19 febbraio, 2018
Episodio 1
Dopo un’estate passata a seguire le edizioni estere (Australia e South Africa) pensavo che l’inizio della stagione americana non mi avrebbe mosso più di tanto. Non potevo essere più in torto. Dopo le prime 15 parole di Jeff ero tutto elettrizzato e allo stesso tempo emozionato, specie dopo aver visto le varie inquadrature con protagonisti i membri della crew che lavorano dietro le quinte.
Fin dall’inizio si é percepita una virata netta rispetto al “solito” Survivor: il montaggio, i twist e, soprattutto, il cast. Questo cast mi piace, dopo le battaglie sostenute dalle minoranze delle edizioni precedenti per creare dei cast più inclusivi e variegati, finalmente si vedono dei risultati. Inoltre mi sembrano tutti fan del programma, non ho visto dei recruits che non sanno neanche cosa sia un Hidden Immunity Idol, e questo mi fa ben sperare per il futuro del gioco.
Sono contento che siano spariti i fire tokens, mentre ho invece apprezzato il nuovo modo di introdurre i twist: non si vince più un extra vote “perché si”, ora per avere un vantaggio nel gioco bisogna sudarselo sia fisicamente che strategicamente. Se si vuole ottenere qualcosa bisogna mettere a rischio qualcos’altro, niente ti viene regalato soltanto perché camminando in mezzo al bosco cercando tronchi ti imbatti in un vantaggio.
L’editing così concentrato sui personaggi penso sia stato perfetto per una premiere, abbiamo visto un po’ di background della maggior parte del cast, cosa molto utile per riuscire anche ad empatizzare con queste persone e riuscire anche a capire il motivo delle loro scelte.
Al momento non mi sento di dare giudizi troppo netti su nessuno, anche se JD e Brad si stanno avvicinando alla mia lista nera, mentre Evvie viaggia dalla parte opposta. In particolare trovo JD un personaggio completamente all’oscuro di quello che succede intorno a lui, ha la convinzione di essere un mastermind mentre non ha la fiducia di nessuno. Brad invece ha un modo di muoversi che non sopporto, ma cosa posso aspettarmi da uno che indica Ozzy come giocatore migliore della storia di Survivor. Al momento non sono un fan neanche di Voce anche perché ho la sensazione che potrebbe essere il villain della stagione e devo ancora capire se sarà un villain alla Tony o alla Russell, e nel secondo caso non posso sopportarlo dopo essermi sorbito George di Australian Survivor per 2 mesi. Ho avuto delle buone vibes da Ricard e Erika mentre non ho realmente idea di cosa aspettarmi da Sydney, la quale mi sa di una Courtney Yates ma strategicamente più centrata.
I due boot non mi hanno fatto urlare allo scandalo, Abraham era un po’ troppo focalizzato sul Survivor Old School (che ora sarà diventato Old Old School dato che siamo in una nuova era) mentre Sara si è dimostrata una giocatrice un po’ troppo emotional per essere tenuta in gara da personaggi un po’ più “freddi”.
Ad ogni modo premiere promossa, spero che la narrazione segua il filone di questa prima puntata.
Utente
19 febbraio, 2018
Non sempre tutto é come ci appare dallo schermo. Per chi volesse ecco i link alle interviste dei primi due eliminati
Abraham
https://ew.com/tv/survivor-41-premiere-eric-abraham-exit-interview/
Sara
https://ew.com/tv/survivor-41-season-premiere-sara-wilson-exit-interview/
Utente
7 agosto, 2013
La verità? La première non mi è piaciuta. E non è per tutto il contorno. Sì il montaggio un po' old school, un po' Australian Survivor con queste immagini che sbucano all'improvviso sulla vita dei concorrenti, un po' GF con queste storie strappalacrime, il tutto che poco si sposa con il taglio "2021" che vogliono dare al programma. Ma il cast sulla carta è, come dire, noioso. Ho sbadigliato da metà puntata. E comunque se mandano 11 confessionali di JD c'è della disperazione.. perché se lui è l'entertainer dell'edizione annamo bene. Un po' di carica in più, dovrebbero voler spaccare lo schermo.
I could have loved Shan ma un po' too much? Cioè, fa e disfa così platealmente e se la sente pure.
Le girls Liana (ho bisogno che le diano più screentime), Evvie e Tiffany e Nasir uniche note positive.
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