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12 aprile, 2015
intervista video :
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12 aprile, 2015
#DearJack #DearJackers
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12 aprile, 2015
assaggio di quel che sentiremo a marzo
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9 aprile, 2015
http://www.newsic.it/artisti/b.....?id=1048
Intervista ai dear jack
LA LUNGA STRADA DEI DEAR JACK
Così, dopo la rottura, dopo mesi di angoscia e di recriminazioni da parte dei fan, ho incontrato i Dear Jack. Ero conscia che i ragazzi si potevano trovare ad un bivio, come ogni grande crisi conviene. Ero conscia che mesi di attacchi e con poco sostegno da parte della fanbase, avrebbe potuto minare l’animo di Alessandro, Francesco, Riccardo, Lorenzo e Leiner. Invece, i ragazzi mi hanno stupita anche questa volta. Perché hanno scelto la strada più difficile quella della “testa bassa e maniche raggomitolate fino a gomiti”, la strada del metterci la faccia e dell’impastare da soli testi e brani, la strada della consapevolezza di chi sono e cosa stanno facendo.
Cosa avete scoperto di voi come musicisti in questo periodo di crisi?
Lorenzo: “Partiamo con un flashback. Quando ero più piccolo e avevo altri gruppi, Alessandro lo sa bene perché abbiamo sempre suonato insieme, scrivevo tantissima musica seppur diversa. Ero pieno di idee, scrivevo moltissimi brani. Poi questa cosa in me si è spenta, mi sentivo frustrato in qualche modo, mi sono buttato su altro. E’ stato un periodo brutto. Durante questi due anni con i Dear Jack c’ero ma come se fossi a metà, un po’ perché ovviamente l’asticella si era alzata, però allo stesso tempo non sentivo che da me arrivasse qualcosa che valeva la pena esser ascoltato, in primis da me. In questo periodo ho capito che, invece, ne vale la pena”.
Leiner: “Io non è molto che canto e sono dentro questo mondo. Mi do degli obiettivi da raggiungere ma, ho imparato ad aspettarmi l’inaspettato. Con Francesco, Riccardo, Alessandro, Lorenzo è stato velocissimo e non sto qui a raccontare la velocità con cui è successo tutto questo. A distanza di due mesi mi dico solo che fortuna essere qui. Ho preso questa scelta, perché ero contento di questa opportunità e perché il destino mi sta sempre indirizzando sulla giusta strada. Ci sono tremila strade per cui arrivare ai propri obiettivi”.
Alessandro: “Ho riscoperto la voglia e il divertimento nel ritrovare la mia personalità musicale, cercando di lavorare molto sui suoni. Invece che avere tanti suoni, averne uno definito che la gente possa riconoscere. Ho cercato di restringere la strumentazione su un solo basso avendo però due o tre pedali, caratteristici. Mi sono comprato un synth beat per iniziare a lavorare sull’aspetto musicale del gruppo. Cerchiamo di suonare piuttosto che utilizzare le sequenze. Riccardo ha i Pad, Leiner suona synth e tastiere. In parallelo a questo però ho avuto una riconferma del fatto che ciò che sto facendo sia la cosa giusta per me e per noi”.
Riccardo: “Io più che sull’aspetto tecnico, sono stato colpito in questo periodo dal mio essere. Ho riscoperto una persona che negli ultimi mesi era a terra, cancellata ed annullata. Questa estate non nego che in tour suonavo le mie parti a memoria. E’ stato bello scoprire un posto, dove poter suonare a qualsiasi ora e tornare ad essere il Riccardo che suonava con gli amici. Secondo me, è proprio da questi attimi che poi nascono le cose più belle, perché non puoi importi di stare in studio 8 ore per cercare un giro di basso o chitarra figo. Ho ritrovato il sorriso e la voglia di stare con gli altri, sono cambiato tantissimo rispetto anche a questa ultima estate. Sono contentissimo di ciò”.
Francesco: “Io credo di essere un po’ più frustrato di loro (ridendo ndr). Stando insieme a persone speciali come loro e ottimi musicisti, ho scoperto che la musica per me è quella salvezza a cui mi aggrappo ogni giorno. Sono anche molto autocritico, tendo a voler migliorare me stesso soprattutto in ambito musicale per poter dare sempre il 100%, anche se sono molto consapevole dei miei limiti”.
Leiner: “La cosa bella di Francesco è che ogni giorno, verso le 18.00, chiede a qualcuno di insegnargli a suonare uno strumento”.
Riccardo: “Alle 22, quando stacchiamo per vedere un film, Francesco va a casa per suonare in camera.
Siete diventati una comune. Molti gruppi ad un certo punto si trovano a vivere insieme per cercarsi e sfornare, il più delle volte, dei capolavori. A cosa state lavorando?
Lorenzo: “Questa cosa della comune è stata un’esigenza spontanea. Sono felicissimo e orgoglioso che casa mia, sia diventata un posto nostro”.
Francesco: “Quelli più contenti siamo noi che a parte il lato musicale, Lorenzo ci cucina prelibatezze”.
Lorenzo: “Stiamo lavorando ai nostri brani, lo stiamo facendo senza forzature. Se qualcuno dovesse ascoltare tutte le idee che stiamo producendo, sarebbe preso da caos perché abbiamo provato di tutto. Siamo, però, molto bravi a selezionare e siamo molto onesti gli uni con gli altri su come suoniamo e sul tipo di suono via via proposto”.
E’ più difficile ora ? Mettendoci la faccia, intendo
Riccardo: “E’ una cosa che ci piace molto ed è una sfida che affrontiamo con il sorriso”.
Musicalmente cosa ha stravolto o aggiunto l’arrivo del nuovo frontman?
Leiner: “Ho portato sicuramente una nota di colore (ridendo ndr)”.
Riccardo: “Senza dubbio ha portato delle influenze R&N B che non avevamo. Il suo semplice approcciarsi al cantare, ci ha fatto percepire la musica in un modo ancora differente. La sfida è rimanere Dear jack riuscendo a far entrare questa corrente fortissima, che porta Leiner. Un fiume in piena di idee ed energia . Può anche spegnersi rapidamente, tipo alle 20.00 Leiner stacca le batterie (ridendo ndr)”.
Testo di Elena Rebecca Odelli
Utente
12 aprile, 2015
Ciaoooo come state?!
Abbiamo preparato questo video per farvi assaporare un pizzico di quello che stiamo facendo. Sono giornate intense in cui i nostri pensieri si dividono tra la musica ed il nostro Fra.
Vi vogliamo bene,
Dear Jack.
Utente
12 aprile, 2015
Adesso lo lasciamo riposare e torniamo a lavoro.
Buona giornata a tutti,
Dear Jack.
#DearJack #DearJackers
Utente
12 aprile, 2015
Vi aspettiamo
#DearJack
INFO e Biglietti http://bit.ly/1OiQRuQ
Utente
9 aprile, 2015
Nuova intervista http://www.outune.net/livetune.....nte/123148
SCRITTO DA ELENA REBECCA ODELLI IN DATA 23 NOVEMBRE 2015
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Dopo una grande rottura, dopo fan in lacrime recriminanti il #persempreinsieme su qualsiasi social, abbiamo incontrato i Dear Jack con Leiner per una lunga intervista in cui abbiamo puntato la lente di ingrandimento su questo ragazzo di soli 18 anni. Estroverso, dinamico, estroso al limite del geniale eppure anche educato, ispirato e soprattutto con una grande capacità di autocritica. Alessandro, Francesco, Riccardo e Lorenzo? Sempre loro, con qualche consapevolezza in più e il sorriso di musicisti che stanno creando qualcosa di nuovo, di bello, per cui valga la pena metterci la faccia.
Nuova formazione, Leiner cosa pensi di poter dare ai Dear Jack?
Leiner: È già un cambiamento la mia presenza, superficialmente anche solo morfologicamente e a livello psicologico. Sono il più piccolo e posso portare un po’ di giovinezza e giovane età, soprattutto a Riccardo (ridendo, ndr). In realtà, sono io il più stanco tra i due. Arriviamo da due mondi diversi e ciò che a me è sempre piaciuto nella musica è il fatto di unire dei mondi differenti per creare qualcosa, una galassia musicale migliore. Loro mi stanno insegnando tantissimo sul mondo musicale italiano, su ciò che sono loro e su ciò che ascoltano. Quello che posso portare io è la mia creatività, ciò che ho sempre fatto e quello che continuerò a fare, perché penso che a prescindere dall’esser parte di un gruppo, ognuno di noi abbia la sua personalità; penso sia uno scambio davvero reciproco di due generi molto diversi.
Per quanto riguarda la musica da cui arrivi, Leiner, da cosa trai ispirazione e cosa metti all’interno del progetto?
Leiner: Sto uscendo da un lungo periodo di Michael Jackson-ite. Ci sto provando, di solito però verso le 23 do un assaggio di ciò che ero anni fa, cioè l’imitatore di Michael Jackson per eccellenza. Da un lato, devo ammettere che mi ha insegnato un sacco di cose, penso che lui sia un grande esempio. Il fatto di essere ossessivi nell’ascolto musicale penso sia dovuto alla mia giovane età, quando si impara imitando e non prendendo spunto, tuttavia ritengo che il fatto di staccarsi trovando la propria personalità all’interno di un percorso sia la parte interessante. Ciò che porto io, è quello che ogni cantante porta. Un Justin Timberlake si porta un Michael Jackson che a sua volta si porta una Diana Ross e uno Stevie Wonder. Penso che ognuno porti un proprio stile che ha visto da un idolo, mettendoci qualcosa di nuovo. In questo periodo sto ascoltando tantissimo ciò che ascoltano loro, anche in macchina. Devo ammettere che è veramente bello entrare in contatto con disparati generi musicali per poi assimilarli tutti e introdurli all’interno del comune progetto creativo. Ad esempio, il Teatro Degli Orrori: penso che quel parlato di Capovilla in alcuni brani sia davvero geniale e funge da spunto, che apre un altro capitolo nella nostra musica. Quindi, alla fine, senza etichettare il nostro genere di origine, possiamo metterci sempre noi stessi e le nostre contaminazioni.
Lorenzo: Nel periodo tra la separazione con Alessio e prima che arrivasse Leiner, non ci siamo mai fermati. Non c’è stato neanche un giorno in cui non abbiamo provato, non abbiamo iniziato a scrivere pezzi. Ci siamo creati il nostro studio, abbiamo portato i nostri strumenti, abbiamo cominciato a scrivere senza preconcetti radiofonici o di genere musicale. Sono arrivati brani diversi dal passato ma rimaniamo sempre noi. Leiner è arrivato ed è subentrando in maniera fluidissima. Quando avvengono questi intrecci, questi incastri, è una soddisfazione enorme.
Leiner: C’è stata un’alchimia fin da subito.
Sentite un po’ l’ansia da prestazione?
Francesco: Secondo me, no.
Alessandro: Più che ansia da prestazione, una forte fame di uscire e dimostrare ciò che stiamo diventando. Ora siamo qualcosa di nuovo, un palazzo sorretto da cinque colonne unite e pronte ad esplodere. Penso ci sia un’incredibile voglia di suonare.
Francesco: L’emozione c’è, soprattutto per aver trovato questa alchimia, queste cinque colonne che possono funzionare soltanto insieme.
Lorenzo: Leiner potrebbe avere giustamente un po’ d’ansia da prestazione, invece quando ha un dubbio lo dice, poi quando deve fare fa senza tanto girarci intorno .
Leiner: Ho l’ansia per aver cambiato molto, per quanto abbia fatto un percorso molto simile, seppur piccolo rispetto a loro, essendo uscito anche io da un talent. Qui si gioca in un’altra serie dove è tutto molto più veloce. Più che altro faccio fatica a stare dietro ai loro ritmi. Ecco, penso sia ansia dallo star dietro a loro quattro.
Lorenzo: Leiner sta facendo un lavoro enorme. Le prime cose che gli abbiamo detto sono state: “dimentica Michael Jackson, dimentica Marco Mengoni, non devi cantare come hai cantato sino ad ora. Siamo i Dear Jack.” Lui ha un istinto veramente forte. Siamo stati da me e in studio dal nostro produttore e devo dire che Leiner è stato bravissimo. Abbiamo preparato la cover di “Oro”, Leiner ha cantato solo una take ed era già perfetta così. Ne siamo rimasti tutti colpiti.
Riccardo: Se posso spezzare una lancia a favore proprio dei Dear Jack in generale, è che riusciamo a dare il meglio nelle situazioni di difficoltà. Questo per noi non è un momento facile ma ci sta dando la possibilità di farci forza l’un l’altro e fortificare quel rapporto che tra noi quattro c’era, e di abbracciare Leiner.
Lorenzo: Sembra strana questa sensazione. Prima, quando abbiamo iniziato ad immaginare che ci sarebbe stata una rottura e un momento di grande crisi, non sapevo – o meglio, non riuscivo ad immaginare – come l’avrei presa. Poi mi sono sentito molto tranquillo, un po’ perché è stata onestà intellettuale da parte nostra prendere quella decisione e, in secondo luogo, perché questa sfida e il nostro affiatamento è qualcosa di incredibile ed è difficile da raccontare e spiegare. Il fatto che ora più che mai dobbiamo dimostrare ciò che siamo e che siamo in grado di fare, non ha generato paura, in nessuno di noi. Siamo consapevoli che è una grande rottura ed una grande crisi, dove una parte del passato se ne va, perché è il solito cliché. Noi siamo un po’ un’eccezione rispetto ad altri gruppi che si sono divisi, perché non ci siamo mai fermati.
Utente
12 aprile, 2015
Lunga vita ai Dear Jack: «Back to the Future»
- 25 Novembre 2015
- di Paolo Picone
- in Musica & Spettacoli
E’ stato un periodo tosto?
«Si anche perché subito dopo la separazione con Alessio sui social si è scatenato di tutto e di più. Sono state dette molte cose non vere ed anche non piacevoli»
Del tipo?
«Che non avevamo sentimenti, che non ci era dispiaciuto quello che era accaduto. Ma in realtà pur essendo dispiaciuti, abbiamo preferito rimboccarci le maniche e pensare al lavoro ed al futuro del Dear Jack».
Cosa è cambiato negli ultimi due mesi nella vostra vita?
«E’ cambiato molto. Ci sentiamo più cresciuti, stiamo provando una nuova esperienza musicale. Con l’arrivo di Leiner, naturalmente, pur non rinnegando nulla di quanto fatto finora, stiamo riscoprendo nuove sonorità. Ci sentiamo carichi al punto giusto per ritornare a calcare un palcoscenico. E’ questione solo di tempo».
Quanto tempo?
«Sicuramente nel 2016, ci piacerebbe far nascere un nuovo disco, ma anche se per ora non c’è nulla di concreto, non ci dispiacerebbe anche il Festival di Sanremo. Ma forse per Sanremo è ancora troppo presto».
L’arrivo di Leiner cosa ha cambiato in concreto nella vostra musica?
«Ha sicuramente aggiunto delle influenze R&N B, ma senza perdere l’identità dei Dear Jack. Il modo in cui si è approcciato a noi Leiner ci ha dato un ulteriore carica emotiva. E’ una bella sfida che stiamo conducendo con uno spirito molto costruttivo».
Ma cosa vi manca maggiormente: il palco, i tour, le fan?
«Sicuramente il palcoscenico e le fan ci mancano molto. Ma sentiamo costantemente anche attraverso i social l’affetto di tutte le nostre fan che non ci hanno mai abbandonato, anzi hanno compreso il momento particolare della nostra vita musicale e ci sono state molto più vicine di prima».
Sarà sicuramente emozionante suonare per la prima volta nella nuova formazione in un live. Il 16 marzo infatti sarete all’Alcatraz di Milano
«E’ una location stupenda. Un posto molto suggestivo. Un appuntamento che aspettiamo con ansia preparandoci nel modo migliore e per trasferire le nostre emozioni ai fan e a chi ci verrà ad ascoltare».
Kekko dei Modà in una recente intervista ha raccontato di esservi stato vicino dopo la separazione da Alessio e che vi ha esortati a non mollare
«Kekko è un amico. Lo abbiamo incontrato più di una volta. Ci è stato vicino e benchè la sua musica sia diversa dalla nostra, ci piace molto. E siamo felici che ci abbia presi sotto la sua ala protettrice»
Nella recente collaborazione con Gigi D’Alessio si è notato un certo affetto da parte vostra verso la città di Napoli
«Si, è infatti in uscita il disco di Gigi in cui ci ha fatto partecipare ad un brano in cui abbiamo dovuto dare il meglio di noi nel cantare in napoletano. E’ stata un’esperienza bellissima e che abbiamo voluto con grande gioia, soprattutto per dimostrare l’affetto che ci lega con la città di Napoli e la nostra vicinanza con questo luogo unico al mondo. Ogni volta che siamo stati a Napoli ed in Campania abbiamo sentito un grandissimo calore, che abbiamo voluto ricambiare con tutto il nostro affetto». - (PRIMAPRESS)
Utente
12 aprile, 2015
kekko in un' intervista:
E sulla scissione dei Dear Jack: "È stato un fulmine a ciel sereno. Nessuno se lo aspettava. Sono dispiaciuto, non so cosa sia accaduto. Non sono riuscito a parlare con Alessio Bernabei: avrà avuto validi motivi per scegliere un nuovo percorso. Ho dialogato invece con i ragazzi della band, esortandoli a non mollare. Infatti hanno già scelto un nuovo bravissimo cantante, Leiner. Io sono diventato più forte nei giorni difficili. E così sarà per loro".
Utente
9 aprile, 2015
Riccardo ricorda l'appuntamento di stasera
https://www.facebook.com/dearjackrock/videos/1283017758382371/
Lorenzo
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