Noemi: «Lo ammetto, vorrei provare a recitare»

Noi donne dovremmo avere il diritto di cambiare o di lasciare le cose come sono. Quando si tratta di noi, tutto viene messo in discussione: sia che ti accetti per come sei o che lavori su te stessa per cambiare. Chi abita un corpo è padrone della propria casa», ha detto durante l'intervista esclusiva con il direttore di Vanity Fair Simone Marchetti, che l’ha incontrata per WOLF, il lifestyle program di HYPE che mette a disposizione dei suoi clienti contenuti e vantaggi esclusivi con brand partnership selezionate (qui tutti i contenuti, incluse le interviste già pubblicate con le attrici Ludovica Coscione e Jenny De Nucci e l'attore Rocco Fasano). Mentre si prepara a guardare da spettatrice Sanremo 2024 (quest’anno non salirà sul palco ma vanta ben 7 partecipazioni!), ha chiacchierato con noi dell’anno che verrà, tra musica, sorellanza concreta e nuovi progetti.

Buon anno Noemi! Quali buoni propositi per questo 2024? In questo 2024 spero che la mia creatività non arricchisca solo il mio percorso ma anche quello degli altri, sicuramente di fare tanta musica e tanti concerti!

Come festeggerà il suo compleanno (42 anni il 25 gennaio)? In montagna! Un posto che amo molto, e di cui ultimamente ho riscoperto la dimensione riflessiva, oltre che ho sempre amato per poter sciare.

Cosa ci dobbiamo aspettare professionalmente da lei nel 2024? Sicuramente nuova musica… e non solo!

Rifarebbe televisione in questa fase della sua carriera? Mi piace moltissimo la televisione, l’idea di entrare in punta di piedi nelle case degli italiani, di avere un rapporto così diretto. E poi il pubblico televisivo è molto vasto e trasversale, è sempre molto interessante che ci siano tante persone diverse che amano guardare la televisione. Un format forse un po’ vintage, ma che può essere rivisitato in chiave moderna e a cui trovo divertente partecipare, è il varietà.

C’è un progetto che vorrebbe tantissimo le offrissero ma non è ancora capitato? Sarebbe molto bello recitare, per provare un nuovo modo per indagare le sensazioni e le emozioni: la dimensione della recitazione costringe a essere presenti nel momento e ad affrontare delle cose personali attraverso un’esperienza nuova.
La carriera artistica è fatta di alti e bassi, anche finanziari. Che rapporto ha con il denaro, che va e che viene? Io col denaro ho un rapporto molto distaccato, mi piace usarlo anche per aiutare gli altri, e so perfettamente che per le cose veramente importanti non fa la differenza, e questo aiuta a bilanciare tutto e mantenere la rotta salda.

Scrive e compone le canzoni migliori quando è triste o quando è felice? Le canzoni sono canzoni, e l’ispirazione viene nei momenti più disparati, secondo me non è legata a come ci si sente quanto a se si ha qualcosa da dire, che è fondamentale.

 

“Devo moltissimo a Fiorella Mannoia e Vasco Rossi e Gaetano Curreri, perché collaborando con loro sono entrata davvero nel mondo della Musica con la M maiuscola”.

Nel suo percorso lavorativo c’è qualcuno che le ha tenuto la «porta aperta» e dato un’occasione? Mi vengono subito in mente Fiorella Mannoia e Vasco Rossi con Gaetano Curreri, perché collaborando con loro sono entrata davvero nel mondo della Musica con la M maiuscola, e sono stata presa in considerazione da un pubblico diverso, quindi a loro devo moltissimo.

E Lei per chi cerca di tenere la «porta aperta»? In questo periodo mi sento abbastanza fortunata, quindi mi piace tenere la porta aperta per chi lo è meno. Ho molto a cuore la questione della violenza sulle donne, sono legatissima a “Una Nessuna Centomila”, faccio parte nella fondazione e sono anche nel comitato artistico (il 4 e 5 maggio ci sarà un grande concerto evento a sostegno della fondazione, all’Arena di Verona, ndr). Poi mi piace anche tenere la porta aperta per chi vicino a me la tiene a sua volta aperta, come la Casa Internazionale delle Donne, una realtà romana che oltre a essere uno dei più grandi archivi della memoria storica delle donne europee è anche un centro antiviolenza. Un luogo in cui le donne vengono accolte e in cui hanno la possibilità di rimettere insieme i pezzi della loro vita dopo essere uscite da una situazione di violenza fisica o psicologica. È una realtà sul territorio e che fa una differenza concretamente per questo vale la pena sostenerla.

Qual è la sua definizione di successo? Essere di successo vuol dire essere felici, essere sereni e fare quello che amiamo. Se uno fa quello che ama, ha le persone che ama vicino e mantiene sempre la propria identità nonostante tutto quello che succede intorno, il resto conta poco.

Quale consiglio per tutte quelle giovani artiste che oggi si esibiscono in serate live nei locali ogni sera, chiedendosi se partecipare ai provini del prossimo talent show televisivo per cantanti emergenti? Il mio consiglio è quello di studiare, prepararsi, essere dei professionisti, suonare uno strumento musicale, se sono cantanti, e di fare un viaggio nella musica che in realtà è anche un viaggio dentro noi stessi, e di amare quello che si fa, che è la cosa più importante.