Giuro che non me l'aspettavo (almeno non prima di leggere i commenti del pubblico, che ovviamente ringrazio ). Evidentemente non l'ho dato troppo a vedere, ma questa settimana ho avuto molte più difficoltà del solito nello svolgere la prova.
In bocca al lupo ai due bottom
Utente
7 agosto, 2013
Asp i tuoi commenti erano assolutamente in tema. Si vedeva che conoscevi “la materia” e probabilmente senza lo svantaggio di Alby avresti resto benissimo. Lo svantaggio, però, ti ha palesemente incartato e non hai saputo coglierne lo spirito.
@Asp
Mi dispiace mio caro ma sei candidato all'eliminazione
Utente
7 agosto, 2013
Pupi87 ti hanno definito furbo. Ed è vero, ma per me è solo un pregio. Hai saputo metterti in mostra e, probabilmente, senza l'abilità di BB nel giocare con lo svantaggio avresti guadagnato lo scettro della puntata.
@Pupi87
SEI SALVO
Admin
7 agosto, 2013
Io sono asociale e non esco mai, ma proprio giovedì avevo un impegno preso da tempo e non ho potuto esserci, però mi sarebbe piaciuto, nonostante l'ESC non sia proprio l'argomento su cui vado più forte, interagire con gli altri sul topicPenso che commentare in differita fosse uno svantaggio per questo motivo, ma chiaramente c'era anche il vantaggio di avere tutto il tempo per formulare pensieri ragionati e rileggersi prima di inviare, quindi wa bn ks, dawwero
Compliments a BB, mi fido del giudizio del conduttore non avendo avuto ancora modo di recuperare, e in bocca al lupo ai due sfidanti
Utente
7 agosto, 2013
POSTING FOR YOUR LIFE
@Asp @Morg per questa sfida vi siete preparati sul topic:
LA MIA PRIMA VOLTA
Esatto proprio quella. Ma non solo. Ci sono esperienze che ci segnano o che ricorderemo per sempre, semplicemente perché non eravamo abituati ad affrontarle. O magari perché sono tappe fondamentali della nostra vita, che attendiamo per anni e anni e alla fine si rivelano diverse da ciò che ci aspettavamo. Qual è stata la vostra prima volta che ricorderete per sempre?
Due utenti stanno di fronte a me. Utenti, questa è la vostra ultima possibilità per impressionarmi e salvarvi dall’eliminazione.
E’ giunto il momento: dovete postare per la vostra vita. Buona fortuna... e non mandate tutto a putta*e!
Utente
7 agosto, 2013
La prima volta che vorrei raccontavi riguarda la perdita di un parente a me molto caro: mio nonno.
Era il 27 Luglio 2012 quando mia madre mi comunicò la notizia. Nonostante mio nonno fosse malato da tre anni di Alzheimer, e la situazione si fosse aggravata nei giorni precedenti, per me è stato come un fulmine a ciel sereno. Ho sempre pensato che avrei reagito alla morte con urla, pianti e scene di disperazioni, come si vedono nei film e nelle serie tv; tuttavia malgrado lo choc iniziale non riuscì a versare nemmeno una lacrima né quando mi venne comunicato né durante il funerale e in tutte le altre occasioni. In sostanza con tutti gli sforzi possibili non riuscivo a tirare fuori quello che avevo dentro. Questo mio atteggiamento mi ha fatto passare come freddo, insensibile e altre parole che mi hanno fatto litigare con mio fratello ed i miei genitori. Tuttavia solo io so quanto ho sofferto e sono stato male internamente per la perdita.
Per molto tempo mi sono domandato il perché di questo mio “non pianto” pensando a stupide giustificazioni, come ad esempio il non essere troppo affezionato a lui (cosa assolutamente non vera e ridicola in quanto ho passato quasi interamente la mia infanzia a casa sua) oppure, leggendo i danni causati da questo male, di essermi inconsciamente abituato a non vederlo più tutti i giorni e preparato psicologicamente alla sua morte. Tutte le mie idiote teorie si smontarono quasi tre anni dopo, l’8 Marzo 2015, quando io stesso trovai mia nonna morta nel letto a causa di un infarto. Anche in questo neanche una lacrima macchiò il mio viso sebbene questa volta non ero minimamente preparato all’accaduto.
Queste due perdite mi fecero pensare ed in seguito capire quanto io sia sempre stata una persona troppo rigida e troppo razionale, sempre bloccato dalla mia timidezza, in quanto in qualsiasi avvenimento della mia giovane vita (sia gioie che dolori) ho sempre cercato di non sprigionare mai troppe emozioni per non essere giudicato.
Posso dunque scrivere che “grazie” alle morti dei miei due nonni ho imparato che devo iniziare a fregarmene di quello che la gente può pensare di me e di essere più libero emotivamente. A dimostrazione di ciò posso dire con assoluta certezza che se avessi fatto questa prova tempo fa mai avrei scritto queste righe e probabilmente mi sarei inventato una “prima volta”, dunque rinnovo il mio “grazie” per essermi capito e di aver guadagnato maggiore sicurezza.
Utente
14 marzo, 2015
Oddio che domanda . Mica è facile scegliere una prima volta, una sola. Il mio primo viaggio è stato a Firenze a sette anni e a Firenze qualche anno dopo ho trovato il mio primo lavoro. La prima volta che ho preso l’aereo coincide con la prima volta che mi sono innamorata. Avevo undici anni, ma il primo amore non si scorda mai . E Parigi è stata più fedele di tutti i ragazzi che ho avuto dopo (e lo so, più banale non potevo essere ma al cuore non si comanda). La prima volta che mi sono rotta qualcosa ero in quarta elementare, mi sono distrutta il braccio cadendo dai pattini e ho avuto il gesso per tutta l’estate. È stata anche l’ultima volta che li ho messi, i pattini. La prima volta che ho vissuto da sola è strettamente collegata alla prima volta che ho dato fuoco a qualcosa (ed era l’accendigas. No, non lo so come ho fatto. In quella cucina hanno preso fuoco anche le presine e la carta da forno. E un mestolo di legno). La mia prima volta più recente è stata un mese fa, quando ho visto per la prima volta gli agnelli scondinzolare e ho scoperto che i loro culetti sono tra le cose più belle del mondo (vedere per credere).
La prima volta che sono andata al mare non me la ricordo. Sono nata a due passi dalla spiaggia e credo di aver fatto il primo bagno a quattro, cinque mesi e solo perché quando mi hanno portato a casa dall’ospedale eravamo nel cuore dell’inverno. Però mi ricordo benissimo la prima volta che ho rivisto il mare. Ero in seconda elementare, dopo un mese di montagna, e mi sono sentita a casa anche se mancavano ancora 40 km di curve. E ogni volta è stata sempre una prima volta, per tutta la vita. Quando in treno tornavo dall'università spuntava dalla galleria, e luccicava dal finestrino dell’aereo dopo una vacanza e anche adesso che vivo in un posto pieno di pozzanghere e laghi (che sempre acqua è, ma mica è la stessa cosa) mi basta vedere un gabbiano che chissà che ci fa qui. E non importa che sia il mio mare o un altro, è sempre una prima volta, è sempre casa. Non starò qui a farci un poema su perché scadrei nel banale e nel diabetico. Ma, per la cronaca, rivedere il mare per la prima volta dopo tanto tempo è sempre una figata.
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