Banned
14 gennaio, 2021
amers ha detto
Quindi devono essere Pio e Amedeo a dire quando devo sentirmi offesa? Quel discorso non ha avuto senso, le parole hanno un peso è troppo facile dire sorridi, sii ironico, tanto è solo una parola. È una parola che lacera quindi no, non ho letto ciò che volevo vedere ma ciò che loro hanno detto.
se la parola e' accompagnata con un senso negativo e volonta' di attaccarti non devi ridere certo , ma non hanno detto questo cavolo ...bho a me e' sembrato tanto chiaro .
Utente
15 dicembre, 2015
Spike88 ha detto
se la parola e' accompagnata con un senso negativo e volonta' di attaccarti non devi ridere certo , ma non hanno detto questo cavolo ...bho a me e' sembrato tanto chiaro .
Non è necessario che siano accompagnate da un senso negativo, non fanno ridere comunque.
In poche parole - in base alla tua tesi - sarebbe il destinatario di certi epiteti che deve avere la capacità di discernere tra offesa, attacco, violenza, ironia ed ignoranza.
Siamo noi a dover vestire i panni altrui, quelli del simpaticone o dell'ignorante. Che permalosetti che siamo.
Banned
14 gennaio, 2021
Aderus ha detto
Mmm il che lo si potrebbe paragonare al detto fatta la legge trovato l'inganno.
Quindi inutile legiferare ed imporre delle regole alla comunità, perché volendo si potrebbe comunque trovare l'escamotage per sottrarsene.
La legge deve garantire una tutela piena e reale al diritto o interesse che la legge individua come meritevole di tutela ,e non certo porre dei limiti o delle accezioni alla tutela , ingiustificate
"e' vietato uccidere, pero' se lo fai delicatamente non e' piu' reato"
dai su
Moderatore - Mentore
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Spike88 ha detto
se la parola e' accompagnata con un senso negativo e volonta' di attaccarti non devi ridere certo , ma non hanno detto questo cavolo ...bho a me e' sembrato tanto chiaro .
Sono due parole offensive. Se me lo dici scherzando posso offendermi e ferirmi allo stesso modo, perché quelle parole magari portano alla luce altro.
Tornando indietro, hanno rilasciato un'intervista a Libero, che non dovrebbe essere nemmeno chiamato giornale, e io dovrei prenderli come esempio o trovare sensato il loro discorso?
Banned
14 gennaio, 2021
Aderus ha detto
Non è necessario che siano accompagnate da un senso negativo, non fanno ridere comunque.
In poche parole - in base alla tua tesi - sarebbe il destinatario di certi epiteti che deve avere la capacità di discernere tra offesa, attacco, violenza, ironia ed ignoranza.
Siamo noi a dover vestire i panni altrui, quelli del simpaticone o dell'ignorante. Che permalosetti che siamo.
ma non era questo il discorso : non hanno incentivato a usare questi epiteti , hanno lanciato il messaggio relativo alle intenzioni ..
le parole sono d'accordo che non vadano usate ,e io sono il.primo a non usarle perche' non mi verrebbe neanche , ma e' altro il problema e se non lo si riconosce allora veramrnte siamo immersi nella ipocrisia piu' totale : e' il contesto di odio in cui siamo inseriti che fa assumere una accezione neativa a questi epiteti , ma non le parole in se'
da combattere e' il contesto in cui questo odio nasce , non la parola che si nutre del contesto .
comunque ripeto a me il messaggio e' arrivato positivo , oltre che forte e chiaro : io dentro di me ho capito cosi' , voi avete capito altro , e va bene .
Utente
14 maggio, 2018
Il loro discorso non ha senso, cioè secondo loro sono le persone chiamate con questi appellativi che dovrebbero riderci su se detti senza un intento denigratorio e non gli altri a non doverle dire? Come se evitare di dire certe parole, tra l'altro create proprio per offendere queste categorie, fosse chissà quale fatica e chissà quale privazione
Mah
Utente
28 maggio, 2018
Spike non sono per niente d'accordo Tramite le parole che si usano si tramanda alle nuove generazioni il significato e la potenza che hanno. Per questo motivo tali parole andrebbero totalmente ABOLITE dai contesti di educazione che sono famiglia, scuola e sì, anche la televisione.
Fino a ieri pensavo che addirittura la televisione stesse avanti rispetto a famiglia e scuola perché è difficile che in un contesto televisivo vengano fuori la n-word o la f-word (tralasciando la casa del GF che è una sorta di ibrido tra il contesto televisivo e quello "familiare"), così come è rarissimo che nei programmi tv una donna venga appellata con la p-word o la t-word. In generale il turpiloquio non è consentito e io trovo che questa sia una notevole conquista.
Sdoganare in tv l'utilizzo di queste parole è una retromarcia inaccettabile.
Il discorso di Pio e Amedeo sull'importanza dell'intenzione può avere un senso su parole neutre come gay o nero, di certo non su parole che sono nate per essere offensive e tali rimangono in qualunque modo le si utilizzi
Utente
15 dicembre, 2015
Spike88 ha detto
Aderus ha detto
Non è necessario che siano accompagnate da un senso negativo, non fanno ridere comunque.
In poche parole - in base alla tua tesi - sarebbe il destinatario di certi epiteti che deve avere la capacità di discernere tra offesa, attacco, violenza, ironia ed ignoranza.
Siamo noi a dover vestire i panni altrui, quelli del simpaticone o dell'ignorante. Che permalosetti che siamo.
ma non era questo il discorso : non hanno incentivato a usare questi epiteti , hanno lanciato il messaggio relativo alle intenzioni ..
le parole sono d'accordo che non vadano usate ,e io sono il.primo a non usarle perche' non mi verrebbe neanche , ma e' altro il problema e se non lo si riconosce allora veramrnte siamo immersi nella ipocrisia piu' totale : e' il contesto di odio in cui siamo inseriti che fa assumere una accezione neativa a questi epiteti , ma non le parole in se'
da combattere e' il contesto in cui questo odio nasce , non la parola che si nutre del contesto .
comunque ripeto a me il messaggio e' arrivato positivo , oltre che forte e chiaro : io dentro di me ho capito cosi' , voi avete capito altro , e va bene .
Ho capito che non ne hanno incentivato l'utilizzo, ma se non utilizzate non si porrebbe neanche il problema secondario: quello delle intenzioni.
Le parole alimentano il contesto d'odio, è impossibile relegare alle stesse un ruolo marginale. In passato (ma anche oggi) i grandi comunicatori si sono serviti della loro proprietà di linguaggio per aizzare folle e perpetrare azioni.
Però poi andremo OT, mi fermo qui.
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