Stark ha detto
Aldric, Cannavacciuolo alla fine dell'ultima puntata ha chiesto a Nicky Brian la solita domanda "chi vince?", e Nicky Brian ha risposto Carmine. 

Ha mai vinto qualcuno il cui nome è stato detto dagli altri concorrenti al momento dell'eliminazione?   

Mi sembra che a volte non riesco a fare passare abbastanza bene il messaggio che MC comunque è un programma non-scripted, il che significa che i concorrenti non hanno una sceneggiatura o un copione da seguire alla lettera (anche se gli autori lavorano su determinate storyline e le raccontano attraverso il montaggio in base a come i concorrenti agiscono).

Se Nicky Brian ti dice che vince Carmine e poi effettivamente la previsione si avvera, mica si può tornare indietro e cambiare la sua risposta (e tantomeno decidere il vincitore in base a chi è stato più o meno detto nei vari commiati)

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THE MORNING AFTERNOON AFTER...

No, l'EDGIC non ci ha preso, ma mai nella vita ne sono stato così contento

MasterChef Italia 11 si chiude con la vittoria di Tracy Eboigbodin, 28enne cameriera veronese che riporta il titolo in Veneto e il montaggio di questo programma a una dimensione "internazionale" che in questi ultimi anni era venuta meno. L'avete detto anche voi: siamo davanti al primo vero winner edit "all'americana" del nuovo corso di questo programma in casa EndemolShine (forse ne avevamo visto un prodromo con Simone MC7, ma lui un po' di OTT sano ce l'aveva). Una vincitrice e un racconto che a mio avviso segnano un punto di svolta per l'intero franchise, qualcosa in cui speravamo un po' tutti da anni ma sembrava davvero utopico vedere realizzarsi nel futuro prossimo.

E il perché è presto detto: il pubblico del programma non lo sta accettando. Non basta a Tracy aver compiuto un percorso praticamente perfetto (4 Invention Test, 3 Mystery Box, 4 prove in esterna su 6 tra cui quella stellata al ristorante "Da Vittorio", 2 Skill Test al primo step e uno al secondo) per apparire come meritevole del titolo di MasterChef, soprattutto se confrontata col runner-up - ma favorito dell'analisi in ossequio agli standard degli ultimi anni - Carmine Gorrasi.

Un divario fra racconto e accoglienza del pubblico che si spiega soltanto con il sessismo imperante nella fanbase: un tema che abbiamo trattato negli anni fino allo sfinimento, ancora prima che diventasse così pressante e minasse alla radice la sopravvivenza stessa del format (Amelia MC4 il prototipo di concorrente donna "amata" perché invisibile). In questo caso ovviamente ammantato da qualche spruzzata di razzismo - del resto parliamo di un programma che spesso ha raccontato le "quote etniche" come macchiette tenute in gara più per la simpatia e il colore che per le effettive capacità culinarie - e ovviamente dalla mancanza di empatia verso una persona che, come del resto le altre 19, si è messa in gioco davanti a tutta Italia esponendo le sue emozioni e il suo vissuto per amore di un programma che continua ad intrattenerci da undici anni a questa parte.

Stiamo raccogliendo, a un anno di distanza, i frutti del percorso trionfale di Francesco Aquila nella SCIAGURATA decima edizione e dello stravolgimento della linea editoriale del programma per soddisfare il "pubblico basso" dei meme e delle reaction su YouTube. Tracy non è una vincitrice memabile, non si presta ad invadere i contenuti social né ha la pretesa di diventare la nuova sensazione virale della TV (come s'è visto nell'ospitata dei finalisti della 10, che ha praticamente prefigurato l'inclusione futura di Aquila nel parterre dei giudici). Semplicemente, è stata la più brava di tutti. E quanto è refreshing, per gli standard a cui ci ha abituato la televisione italiana, vedere premiata una dimostrazione così indiscutibile di talento e meritocrazia?

Questa undicesima edizione ha dimostrato che MasterChef può ancora essere attuale e raccontare delle storie nuove ed iconiche senza dover saltare uno squalo a puntata. E boh, almeno per me, questa è una vittoria più grande di tutti i vincitori che l'EDGIC può azzeccare

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A livello di criteri oggettivi, mi sento di attribuire un "7 meno" (cit.) a questa iterazione del Progetto EDGIC. Non abbiamo preso la vincitrice (accreditandola comunque di un bel 45% - e 37% per il pubblico - alla vigilia dell'ultimo step) ma fin da subito siamo stati in grado di restringere il campo ai concorrenti che poi hanno raggiunto l'ultimo terzo di programma: tutti e tre i finalisti comparivano nella prima top5, sia mia che degli utenti.

Per la verità, come avevo scritto una settimana fa, gli elementi della vittoria di Tracy c'erano un po' tutti se li si voleva leggere (anche se almeno io ne avevo bollati alcuni come una distrazione tardiva). Dopo la puntata 10, e ancora dopo la 12, evidenziavamo come la cameriera di Verona fosse stata "ripulita" omettendo la sua presenza dal gruppo degli outcasts negativi (Tina, Mery, Polone); dalla 13 in poi iniziava ad emergere per la complessità, la determinazione della "leonessa" nel voler vincere senza guardare in faccia nessuno, sublimata nel trionfo supremo delle puntate 21 e 22 all'insegna del GIRL POWER (#einfatti, direte voi).

Altri segnali che avevo notato ma ho scientemente deciso di ignorare sono arrivati dall'analisi delle chart finali: Tracy entrava in finale con 3,16 di visibilità contro i 2,93 di Carmine (effettivamente un po' sottoesposto in tanti momenti critici del suo percorso, l'avevamo anche detto ma la cosa è caduta nel vuoto), delle categorie più incisive e una positività pure maggiore di quella del contender più accreditato, che agli occhi di tutti (forse per pregiudizio?) è sembrato uno dei concorrenti più indiscutibilmente positivi di sempre.

Detto questo, anche a posteriori l'editing di Carmine resta impossibile da ignorare: alla fine della fiera è un CPP con tanti spunti OTT, in super continuità con un vincitore amato come Francesco Aquila e il cosiddetto winner edit "all'italiana" che individuammo e descrivemmo nel post-mortem della 10. Mi viene da pensare che davvero fino alla F3 fosse lui il vincitore designato, e che sia stato sconfitto dalla pura realtà dei fatti dopo che gli autori si erano fissati su di lui dal primo all'ultimo metro - rendendo di fatto inutile raccontare qualsiasi altra storia che non fosse quella del professor Barbieri e del talentuoso allievo.

Resto molto contento di questa stagione e del percorso che l'EDGIC ha svolto quest'anno. Ho iniziato a fare questa cosa otto anni fa, quando ero poco più che un ragazzino e questo tipo di analisi era lontanissimo dalla sensibilità del pubblico italiano: negli anni c'è stato un salto di qualità notevole non solo da parte mia (oddio, lo spero ) ma soprattutto da quella dei lettori, al punto che spesso su RH nei topic delle puntate si parla più di montaggio che di piatti

Mi ha davvero fatto piacere la partecipazione degli utenti - che come al solito si sono dimostrati non solo sensibili al tema, ma bravi ALMENO quanto il sottoscritto a prevedere le dinamiche e l'eventuale andamento della competizione. É un modo di ragionare sulla TV che per me fa bene al programma e al suo pubblico, e mi ha veramente emozionato vedere che ha fatto talmente tanta scuola che su Internet c'è chi prova a fare lo stesso (andate SUBITO a seguire le analisi pazzesche di Masterchef Analytics )

Grazie ancora a tutti quelli che hanno seguito l'analisi, e appuntamento (hopefully) alla prossima stagione. Finché ci sarà qualcosa di cui parlare e ne avrò la possibilità, io sarò qui per raccontarlo - e questa edizione dimostra che l'analisi del montaggio, almeno per MC, è un tema più significativo e più attuale che mai

Aldrig out!