[img align=left]http://www.latalpa.mediaset.it/bin/0.$plit/C_38_foto_2660_fotogrande.jpg[/img] Dopo il giorno dell’addio agli Zulu, per i concorrenti reduci da settimane di prove missioni ed eliminazioni, è ancora tempo di tornare sul percorso iniziato 46 giorni fa. Le indagini stanno per volgere al termine, ma le ore che separano dal ritorno in Italia sono ancora “pregne” di idee, indizi e sotterfugi. La giornata di lunedì inizia ancora con i commenti dell’eroico gesto di Franco, aver ceduto 20 sopracciglia, in cambio della (non) dipartita di una delle due fanciulle.

Spiaggiati sul fiume, i tre tre, guidati da un logorroico Laricchia, ragionano non più sull’identità della talpa, ma su chi potrebbe essere il vincitore e ci si domanda se si rivelerà veritiero il dubbio sull’esistenza dell’infame collaboratore talpesco. Il nome che salta di bocca in bocca è quello di Karina, vuoi per i 10mila test superati, vuoi per essere la sospettata del pubblico dai tempi di “Vero amore, la ragazza viene indicata sia come possibile talpa sia come papabile vincitrice. Ricordiamo che se nessuno al test finale, scoprirà l’identità del traditore, la talpa vincerà il suo bottino. I complotti e le strategie degli uomini, nonché il loro coriaceo maschilismo, non li porta nemmeno a dubitare degli altri 2 compagni maschietti come probabili talpe. Nel nostro sondaggio i primi due più sospettati sono giusto due uomini. I dubbi pendono sulla testa delle due ragazze. Melita è quella che però desta più sospetti, in quanto il repentino cambiamento e l’esplosione di carattere e parole nelle ultime 2 settimane sono interpretati come indizi talpeschi. Nel frattempo in barca le due ragazze, cercano di spiare il trio di complottatori; i commenti e i giudizi non vengono risparmiati. Il poco coraggio è comune a Pasquale e Clemente, che secondo le ragazze si sono dimostrati pavidi durante lo svolgimento del gioco, sopratutto per essersi rifiutati più volte di sacrificarsi per il gruppo; riconoscendo in Trentalance il leader carismatico, grazie al quale gli altri due Big Jim hanno trovato la spinta per gettarsi e dimostrare qualcosa di se stessi. Nel pomeriggio, con la partenza non più all’orizzonte, ma prossima, Franco, che durante i 46 giorni sudafricani ha sempre trovato il tempo di dedicarsi alla sua spiritualità, si reca al piccolo altare da lui costruito. E dopo l’ultima preghiera, nel più sommo silenzio, smonta il tutto e decide di portare con se la Croce, testimone di molteplici momenti di intimità religiosa. Dopo il momento sacro, si passa velocemente al profano. Sul pontile della barca Qui Quo e Qua (Clemente Franco e Pasquale) muniti di guantoni olimpionici, si dedicano all’allenamento di Clemente (“l’uomo che mente?!”), e dopo quattro cazzotti tirati al vento, si passa ad un vero e proprio duello. Clemente sfida sia Quo sia Qua, indossati i guantoni, la vittoria è netta: 9-1 contro Franco, 10-0 contro Pasquale; se non altro il mestiere di Clemente non è quello di pizzaiolo!. A sera, per smorzare la tensione, i finalisti per la serie “ridiamoci sopra” si dedicano alle imitazioni reciproche. Le esibizioni sono pressoché grottesche, lo spettatore in piena labirintite, non sa se ridere o piangere disperato. La migliore performance, arriva quando i ragazzi decidono di imitare i concorrenti esclusi; dopo Melita-Dupont, ripresa durante la sua prova d’accesso in cui pianse in tenuta da marines, il vincitore, almeno per il gruppo, sembra essere Pasquale che, sdraiato su un letto nella posizione di Paolina Bonaparte ma anche quella della Maya desnuda, imita Natalia Bush. “Natalia, sbrigati, devi andare in capanna…” “Hai tu lo smalto nuovo…” che grasse risate -_-‘. La notte e la sua oscurità arriva inesorabile. I ragazzi si apprestano a trascorrere l’ultima notte sulla barca, che se potesse parlare ne avrebbe da dire. L’atmosfera è esattamente quella dell’ultima notte, non prima degli esami, ma con gli amici in campeggio prima di tornare in città. Malinconia e felicità estrema si fondono e si mischiano. Se Karina annuncia al mondo intero che: “se non sono morta alla talpa, non muoio più…”, mai frase fu più terribile, da domani schiere di F.F (frizzierio fun) si suicideranno in massa; Pasquale in preda all’annebbiamento più totale dice che: “credevo che questa situazione fosse definitiva, ormai mi sto abituando.” E’ a questo punto che Karina e Melita urlando e strepitando si buttano nel fiume e cercano di raggiungere l’aeroporto internazionale di Durban a nuoto. Il più degno di nota è però Clemente che dice di voler tornare a casa dai suoi affetti, dalla sua futura consorte bla bla bla, ma soprattutto per fare a cazzotti e non rivedere più quelle solite 4 facce della barca, che lo hanno un tantino … stufato!!. Il gruppo ringrazia sorridendo amaramente, Karina prepara l’artiglieria pesante. Melita ringrazia la possibilità di aver vissuto quest’unica esperienza, e di esser entrata in contatto con la cultura e con la famiglia Zulu; all’affetto si accoda anche Karina adottata ufficialmente da Nonno Vi & co. L’ultimo a comunicarci le proprie impressioni finali è Franco, che dopo i soliti convenevoli, comunica all’intero pubblico e ai compagni… di aver odiato il rumore dello sciacquone, paragonato ad un martello pneumatico. Evidentemente per smaltire i “cattivi umori” del gruppo servivano mezzi pesanti. Per Pasquale, ci scuseranno i suoi fun, qualora ci fossero, ma come per le previsioni meteo di Montecarotto, possiamo riassumere con N.P, non pervenuto. Per arrivare all’alba non c’è altra strada della notte. Miei cari indagatori … a voi. No. La talpa non sono io… [IMG]http://i38.tinypic.com/2nbrnlk.jpg[/IMG]

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