[img align=left]http://img201.imageshack.us/img201/6482/primieliminatiua5.jpg[/img] L’apertura del cinquantanovesimo festival di Sanremo è affidata a Paolo Bonolis e una bambina, Beatrice, il cui unico compito è quello di fare sì con la testa durante il chilometrico monologo del conduttore. Come annunciato, il via musicale viene dato dalla voce di Mina – che la bambina, per la cronaca, non conosceva – visibile in un video, conciata come Lucia Ocone quando la imita, mentre canta il Nessun Dorma accompagnata dall’allegra banda del conservatorio di Rocco Bilaccio. A seguire, a casaccio, ditate sul pianoforte, intro della big band e fuochi d’artificio. Ma era in diretta? Dubito. Entra Bonolis e comincia a parlare al ritmo di quarantacinque parole al secondo, di cui due sono “alacre” e “trasversale”. A sorpresa, si parte già. [b]Dolcenera[/b] rompe il ghiaccio con “Il mio amore unico”. Ha il viola ovunque, dal vestito alle scarpe passando per le guance. La prima strofa dura quindici giorni ed è monotòna, il ritornello recupera leggermente, non è certamente quello che si definisce un inizio edificante. [b]Voto: 6[/b] La giuria sta già votando, sono trecento e sono in sala per riempire i posti vuoti lasciati dagli spettatori dell’anno scorso deceduti nel frattempo, hanno tra i 18 e i 70 anni. Ora, perché sabato avran tutti fatto i 95. Seconda canzone in gara è quella di [b]Fausto Leali[/b], “Una piccola parte di te”. Fino ad ora è la finale di Music Farm 2, c’è pure la Zanicchi, mancano Baccini e Linda. Mi ricorda dieci canzoni mashuppate assieme, la sua voce è invariata negli anni. Alle sue spalle, un video con un bambino che corre, come a Ciak si canta. [b]Voto: 6,5[/b] Speravamo di no, e invece sì. Luca Laurenti. Ma non può farsi un onesto Ballando con le Stelle e piantarla? Gag terribili ed è subito Ciao Darwin. Pubblicità.
Tremate, c’è [b]Tricarico[/b]. Deve passare solo per il duetto con Lory Del Santo di giovedì. La canzone si chiama “Il bosco delle fragole”, è una via di mezzo tra l’ultima e “Io sono Francesco”. Stona anche nei pezzi parlati, urla a ripetizione che “vuole pene”. Ha fatto pena. [b]Voto: 4[/b] Manca una presenza femminile, in effetti la scaletta darebbe l’ingresso di Marco Carta. No, entra Alessia Piovan, che non cade dalle scale nonostante l’esitazione sull’ultimo gradino. Non importa chi è, doveva cadere. Bonolis ha bisogno del suo aiuto, quindi prendesse il cif e cominciasse a darsi da fare. Doveva capitare. [b]Marco Carta[/b] a San Remo. “La forza mia” ci conferma i consueti problemi con la dizione del ragazzo “ucchi, furza, cure” e nuovi problemi di salivazione. Nella buca dell’orchestra si nuota. Marco legge tutto dal gobbo elettronico ma non stecca, e ciò è una piacevole novità. La canzone, tra l’altro, è bellina. [b]Voto: 7[/b] Finalmente lei, la diva. [b]Patty Pravo[/b] dopo Marco Carta è qualcosa di intrinsecamente offensivo. È in camicia da notte, hanno finito di scongelarla col phon poco prima di buttarla sul palco. “Io verrò un giorno là” la sua canzone, della quale non si capisce assolutamente una parola. Fosse solo erre moscia, ormai ha perso anche le vocali. La base è bella, lei canta tutt’altro, sembrano delle urla contro ignoti. [b]Voto: 3,5[/b]. Se ne va facendo strani gesti. Sonnambulismo? Utile collegamento dal palazzo delle Nazioni Unite, con tal Miguel D’Escoto. Lo share sarà calato verso il 2-3%. Passiamo a [b]Marco Masini[/b] con “L’Italia”. Testo di denuncia contro lo stato del Paese, cui comunque la discografia di Masini ha contribuito non poco. Si parla di stupri, governi ladri e qualche parolaccia qua e là. Nell’impoverimento generale spicca. [b]Voto: 7,5[/b]. Benigni è arrivato all’Ariston, a dalla scala scende Paul Scalford (la lavatrice vive di più, con…), un modello con cui improvvisare la gag dell’inglese stentato. Una ventata di freschezza con [b]Francesco Renga[/b], che vinse l’ultimo festival targato Bonolis. “Uomo senza età” ha un che di lirico, ho paura che a momenti ci infili un “all’alba vincerò”. Vocalità abbondantemente superiore a tutti i presenti. [b]Voto: 8-[/b] Ma Vessicchio dov’è? Maria l’ha incatenato in sala relax? Pubblicità: Elisa Isoardi alle prese col Grand Soleil, voto: 9. Al ritorno, finalmente, [b]Roberto Benigni[/b]. Bersaglio unico è Silvio Berlusconi, gran bel monologo, rialza un attimo il livello. Battuta della serata quella in cui paragona Mina a Bin Laden, ormai sparita e abituata a mandare solo video messaggi. Del Noce, inquadrato, vorrebbe chiaramente essere inghiottito dal pavimento. Ne ha anche per il testo di Iva Zanicchi e per quello di Povia. Si finisce con una bella lettera d’amore di Oscar Wilde, naturalmente ripetuta a memoria. Geniale, standing ovation, lascia senza parole come sempre. Purtroppo, si deve ricominciare a cantare. [b]Pupo, Paolo Belli e Youssou Ndour[/b] cantano “L’opportunità”. Un conduttore di quiz, la spalla di Milly Carlucci e Idris con gli occhiali. Canzone orribile. Ognuno canta qualcosa di diverso, il sapore etnico si riduce a qualche urlo da Re Leone. [b]Voto: 4,5[/b] Cantano i [b]Gemelli Diversi[/b], la canzone è “Vivi per un miracolo”. Problemi col microfono in apertura, purtroppo subito risolti. Il brano è una strana commistione di rap, distorsore vocale e coreografie di Maura Paparo. [b]Voto: 5[/b]. C’è anche lui, [b]Albano[/b] Picchiaduro. La canzone – “L’amore è sempre amore”, un titolone – è la solita lagna simil-preghiera. Ma perché fa di sì con la testa mentre canta? Autostima? Il testo è una sequela di luoghi comuni imbarazzanti. [b]Voto: 3[/b] Gli [b]Afterhours[/b] con “Il paese è reale” dovrebbero rappresentare una ventata di freschezza. Ora, immagino che i passaggi di note indefiniti siano compresi nel pezzo e che non fossero trecento stonature consecutive. In ogni caso non è il mio genere, né quello di Sanremo. Sicuramente particolari, la canzone è bella. [b]Voto: 5[/b] Già annunciata da Benigni, arriva [b]Iva Zanicchi[/b], che ha una certa età e viene accompagnata giù dagli scalini da Bonolis prima che rompa femore e scenografia. Ha un occhio sul seno, canta “ti voglio senza amore”: parte al limite degli infrasuoni, poi sale e urla come solo lei sa fare. I denti di ceramica, la messa in piega e il neo-bubbone sotto il naso. Tutto adorabile. [b]Voto: 5,5[/b] Eccoli. Io [b]Nicky Nicolai e Stefano di Battista[/b] li venero in una maniera morbosa e preoccupante. “Più sole” è più di quanto mi aspettassi, specie dopo l’imbarazzante miseria offerta fin’ora. Un po’ di Jazz, finalmente qualcosa di allegro, orecchiabile e ballabile. [b]Voto: 6,5[/b]. Prepariamoci, tocca a Povia. [b]L’uomo che sussurrava ai piccioni[/b] si prende i primi fischi prima di cominciare a cantare. Sorvoliamo sul testo vergognoso che in un qualunque paese democratico porterebbe ad una denuncia e non ad un’esibizione all’Ariston, la musichetta è orecchiabile, come tutte le sue. Poteva parlare d’altro, ma se un Povia qualsiasi non fa discutere chi se lo calcola? [b]Voto: nc[/b]. Grillini schifato. Bonolis gli dà parola (e fiducia), lui legge l’sms di un amico gay, toccante. Le scimmiette ammaestrate fischiano, dopo aver applaudito Benigni. Sono come le dodicenni ad Amici. [b]Sal Da Vinci[/b] con “non riesco a farti innamorare” è una sorta di Gigi D’Alessio senza denti gialli. Canzone banale, forse merita un riascolto (e dico uno). [b]Voto: 6,5[/b] Chiudono [b]Alexia e Mario Lavezzi[/b]. Lei è invecchiata proprio male, lui non sa più in che trasmissioni andare. Non so se è un duetto o la simulazione di un litigio tra coniugi. Ne ho sentite di più brutte, comunque. Sicuramente da riascoltare a orario umano. [b]Voto: 6,5[/b] Arriva la superospite, [b]Katy Perry[/b]. È febbricitante, potrebbe staccare la testa a Bonolis se solo volesse. Canta Hot and Cold, dal vivo, compiendo il solito disastro che fa in ogni esibizione live. È tempo di giovani, [b]Malika Ayane[/b], scelta alla pesca di beneficienza da Gino Paoli, canta “Come foglie”. La canzone è stupenda, come al solito in una canzone si è già superato il livello dei big. [b]Voto: 8[/b] La valletta muta riesce a leggere “Paolo e Alessia dicono” sul gobbo elettronico. Tocca alla per nulla raccomandata [b]Irene Fornaciari[/b], mentorata da Zucchero – toh, saran mica parenti alla lontana? – che ci propone una lagna inascoltabile. Ma le è morto il gatto? Sorridi, sei a Sanremo. [b]Voto: 5[/b] Viene da Sanremolab [b]Simona Molinari[/b], abbinata a Ornella Vanoni, ahilei, che canta in modo raffinato e interessante. Inoltre sembra un’attrice di fiction, il che non guasta. [b]Voto: 7,5[/b] Ultimo è [b]Filippo Perbellini[/b], che ha l’onore di esibirsi all’1.10. Ha i capelli di Marco Simoncelli della motogp, è patrocinato da Cocciante (sarà per la criniera?) e canta “Cuore senza cuore”. Ha la voce di Ambra Marie con un chicco d’uva nella trachea, [b]voto: 6,5[/b] Amen, siamo ai risultati. Passano Da Vinci, Dolcenera, Masini, Renga, Nicolai, Alexia, Leali, Albano, Pravo, Gemelli Diversi, Pupo-Belli-Ndour, Carta (boato), Povia (boato). [b]ELIMINATI Iva Zanicchi, gli Afterhours e Francesco Tricarico[/b]. Sopravviveremo. S’è fatta una certa. Buonanotte.