Non sempre importare un format dall’estero funziona solo perché lo si tiene uguale. Un format storico come Project Runway, diventato iconico per la sua storia e per la sua liturgia (fatta di volti, gesti e meccanismi), non può essere copincollato sostituendo i protagonisti con dei cloni più o meno credibili. Non è un recasting per la versione italiana di Game of Thrones, non basta cercare su Google “stilisti italiani” e trovare i più belli, se non poi non funzionano appena aperta bocca.

Capitolo a parte merita la conduttrice, un robot dalla dubbia utilità. Un automa senz’anima il cui unico compito è quello di leggere il gobbo e dire, a metà di un giudizio, che un vestito se lo metterebbe pure, ridacchiando. Dieci, cento, mille Toffanin, se non vogliamo scomodare l’inspiegabile esclusione di Natasha Stefanenko, una che quel ruolo l’avrebbe ricoperto con professionalità e carisma.

Eva Herzigova in spiaggia con il figlio ed il marito

Eva Herzigova si sorprende rivedendosi in un filmino in cui mostra delle emozioni

Una puntata sacrificata in un formato da 45 netti (60 lordi) minuti che mortifica una struttura comunque complessa (presentazione concorrenti, scelta modelle, spiegazione prova, reperimento abiti e lavoro sugli stessi, intervento del mentore, prove, sfilata, giudizi, eliminazione) liquidandone molti aspetti comunque fondamentali. Enormi perdite di tempo su timelaps anche della migrazione dei piccioni in Piazza Duomo a fronte di analisi dei vestiti e lavoro vero e proprio. Il ruolo del mentore è inutilmente amichevole, Ildo Damiano non ha lo spessore di Tim Gunn e gli aspiranti stilisti se ne prendono abilmente gioco rispondendogli a tono e strappandogli i tessuti dalle mani, come se fosse l’ultimo dei concorrenti.

Difficile giudicare il cast, che appare però molto omogeneo (personaggi simili e facili da confondere), che sembrano da subito incanalati verso stereotipi, frasi già scritte e liti recitate con la naturalezza che non vedevamo dai tempi di Fashion Style.

L’ospite della prima puntata non spicca (pur essendo comunque più sveglia degli altri tre) e il momento più atteso, quello dei commenti dei giudici, scivola via demolito dai commenti molto più acuti di uno dei concorrenti (Matteo), che si accanisce su loro rendendoli ancora meno credibili e autorevoli.

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