[img align=right]http://imageshack.us/a/img832/3065/41904248457990156034248.jpg[/img] È come quando ricevi un regalo e già solo la faccia contenta di chi te l’ha dato ti vincola ad un cerco tipo di reazione. Tu ti predisponi al meglio, riconosci la bontà del gesto, la gentilezza nel tempo dedicato al reperimento del regalo, il bel fiocco e la carta pregiata. Poi lo apri e ci rimani male. È qualcosa che non c’entra niente con te, cozza con tutto il contorno che avevi apprezzato, ma devi per forza indossare la tua faccia migliore e ringraziare con foga. È pur sempre il pensiero che conta. Quindi con che faccia riusciremmo mai a dire a Sky, Magnolia e Fremantle che questa prima puntata di X Factor 6 non ci è piaciuta? In fondo è stato tutto perfetto: un montaggio che non ha nulla da invidiare (anzi, forse ha da insegnare) alle grandi produzioni inglesi, americane e australiane. Una grafica all’avanguardia, una cura per la fotografia e i dettagli incredibile, un lavoro d’equipe a livello di canale e di social network semplicemente perfetto. Fuori c’era tutto. Ma dentro non c’era niente.

Intendiamoci, qualche voce interessante c’è stata (penso alla padovana Chiara, alla youtuber Cixi, al riparatore della caldaia e a un paio di gruppi), ma nulla che ti facesse "saltare sul divano", come promette Cattelan nel promo della nuova applicazione per smartphone. Anzi, è stato tutto abbastanza blando e prevedibile. Molti freaks – forse troppi – molte lunghe storie che alla fine non avevano motivo di essere raccontate. Se non per riempire due ore di programma. Forse eravamo abituati troppo bene, ma con una sola puntata di provini davanti prima dei Bootcamp il rischio di avere 12 concorrenti inferiori a quelli dell’anno scorso comincia ad assumere confini sempre più reali. Molte le note stonate: il racconto delle ragazze precarie è parso un tentativo di umiliazione che s’è ritorto contro chi l’ha pensato: su Twitter sono stati in molti a schierarsi con le ragazze (in realtà veramente antipatiche, parlo per esperienza personale) e l’inclusione della frase "almeno io non ho le tette rifatte" ha reso quasi impossibile non parteggiare per loro rispetto a una Ventura ancora più insopportabile del solito. La odiano tutti, tranne i suoi fan più duri a morire e lei sembra cavalcare questa situazione. La lite con Arisa ha rivelato il suo lato più acido, la sua proverbiale misoginia ha raggiunto nuovi livelli di espressione che rendono ormai un disagio vedere qualsiasi provino di una ragazza bella e un po’ sicura di sé. Il nostro errore, forse, è stato pensare che il talento dei montatori andasse di pari passo con quello di giudici e cantanti. Invece il programma va a due velocità diverse e uno dei due aspetti, manco a dirlo il più importante, è rimasto pericolosamente alla qualità Rai.

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