Erano in 14: sono rimasti in due. Muhannad e Alice attendono fuori dalla Boardroom. Il Boss li informa che sarà la Urbani Tartufi l’azienda coinvolta nell’ultima prova. Accanto a loro due persone ciascuno, scelti tra tutti gli eliminati.

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Alice sceglie FABIO
Muhannad sceglie ANAIS
Alice sceglie MARCO
Muhannad sceglie MARIO

Serena, livida, abbandona per sempre la gloria. Dopo una prima tappa a Spoleto, i finalisti e i loro aiutanti voleranno a New York per sottoporre i loro progetti.

A Spoleto, le squadre incontrano Bruno Urbani. Poi, assistono a una lezione sulle salse (5 diverse), che potranno trasformare con l’uso del tartufo in salse di lusso. Dovranno quindi scegliere il pricing prima di andare negli Stati Uniti a presentare i loro prodotti. Alice e Muhannad entrano nella catena di montaggio dell’azienda e si avvicinano al tartufo bianco, il prodotto più pregiato dell’azienda. In riunione, sia Muhannad che Alice sembrano puntare sulla barbecue e la mostarda. Alla fine lui va sulla mostarda, lei sulla barbecue. Scelta anche la grafica di etichette e brochure, dove entrambi commettono errori.

Ultime rifiniture prima della partenza: il business plan si concentra sul pricing: 9,90 per i ristoratori e 12,90 per i clienti finali da Alice. Muhannad, invece, spara altissimo, arrivando a toccare i 50 per il consumatore. A New York, però, potrà andare solo un concorrente per squadra: Fabio per Alice e Anais per Muhannad.

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Siamo a New York, nella filiale di Urbani. La presentazione della salsa sarà a Citarella, una delle gastronomie più apprezzate della city. Lì potranno far testare il loro prodotto lasciando un formulario sul gradimento del prodotto. Due ore di tempo. Fabio è da subito troppo pushy, una cliente gli fa presente che al mattino presto non è la cosa migliore da mangiare. Entrambe le salse, alla fine, sembrano apprezzate.

Tuttavia, il cliente più difficile sta per arrivare. Si tratta di Flavio Briatore, che non sembra positivamente colpito dal prezzo di Muhannad. Quello di Alice e Fabio, invece, sta già attirando potenziali clienti.

Muhannad incontra Joe Bastianich al suo Ristorante “Del Posto”: il giudice di MasterChef lo mette un po’ in difficoltà (“è una cosa già fatta dai francesi”). Alice, invece, è dal titolare di “Serafina”, Vittorio Assaf. Joe non smette la maschera di giudice cattivo e, pur apprezzando il prodotto, lo giudica caro. Di là, Assaf ipotizza di metterla su tutti i tavoli di tutti i suoi ristoranti. Alice è veloce a calcolare quante confezioni gli serviranno e lo colpisce. A parti invertite, Assaf sbianca nel sentire il prezzo di Muhannad, mentre Alice va in crisi nel descrivere la salsa barbecue. Joe è convinto di essere al Pressure Test.

Ma è il momento dell’appuntamento più importante di tutti: quello con Donald Trump, il Boss della versione americana. “Dite tutta la verità” consiglia Briatore. La parola giusta dovrebbe essere “urlate”, visto che Trump e i finalisti hanno di mezzo un tavolo lunghissimo. Muhannad sostiene un buon dialogo, Alice fa una presentazione più tradizionale e va un po’ in crisi sulle domande dirette.

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Boardroom. Siamo di nuovo a Milano. “Quanta gente” esclama scocciato Briatore, che si era già dimenticato dei 4 aiutanti. A Muhannad viene rimproverata sia la scelta della salsa, mentre Alice viene zittita da Briatore che non riesce a parlarle sopra. Il depliant di Muhannad non mostra il prodotto, al contrario di quello di Alice, più chiaro. Tuttavia, Alice ha utilizzato una grafica di linea di prodotti col 100% di tartufi, nonostante nella salsa ce ne fosse il 3-5%. “È una truffa” esclama il Boss. È sul prezzo di Muhannad, però, che tutto si risveglia: “a casa quanto sarebbe costato, come una bicicletta? A quel prezzo mi aspetto di trovarci dentro un diamante”. Un errore, forse, troppo grave.

Congedati Anais, Marco, Mario e Fabio, è tempo delle ultime frasi coi finalisti. Briatore vuole rimettere in discussione un verdetto che per ora è scontato criticando ad Alice l’impreparazione sugli ingredienti della barbecue. “Siete tutti e due bravi nella teoria, ma nella pratica non capite un cazzo”. Lasciati fuori dalla porta i finalisti e sentite le ultime opinioni degli assistenti, Briatore si trova da solo, per decidere.

Il verdetto. “Business is business, sono very demanding, lavorare per me non è facile. Il cellulare per me deve essere sempre acceso, non esistono weekend e feste comandate. Se ci sono necessità facciamo la festa di Natale il 12 novembre, tanto compri un albero di Natale ed è lo stesso”. Musica ascendente, ultime domande e ultimi appelli dei finalisti (con ultime pugnalate alle spalle da parte di Muhannad). Alice risponde “non ho mai avuto bisogno di alzare la voce”. Lei sembra di andare in difficoltà proprio nei momenti decisivi, lui ricomincia a gasarsi. Poi, la scelta.

Alice, lavorerai con me

Dopo averla fatta tremare fino alla fine, l’unica scelta possibile.

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