Uno, due, tre… Stalla è un prodotto della campagna e, come tale, ha bisogno di tempo. Lo si concima amorevolmente, poi germoglierà e crescerà sano e forte". Così Barbara D’Urso difende il suo nuovo real show, mettendo a tacere chi trova che il programma fatichi a decollare.

"Uno, due, tre… Stalla è un prodotto della campagna e, come tale, ha bisogno di tempo. Lo si concima amorevolmente, poi germoglierà e crescerà sano e forte". Così Barbara D’Urso difende il suo nuovo real show, mettendo a tacere chi trova che il programma fatichi a decollare. La conduttrice, con la gentilezza e la professionalità che la contraddistinguono da vent’anni, risponde con garbo anche a frecciate al vetriolo. E ci parla del suo nuovo look. Allora Barbara come le sembra che stia andando Uno, due, tre Stalla? Come tutte le cose che nascono in campagna, Uno, due, tre… Stalla ha bisogno di essere concimato, poi poco a poco germoglia e crescerà una pianta sana e forte. Gli servono tempo e amore per "decollare": come ogni cosa in natura. Ma il tempo è relativamente poco, visto che il programma durerà due mesi… Beh, ma siamo appena partiti! E poi siamo andati in onda contro a una corazzata. E’ soddisfatta della sua conduzione? Sì, e soprattutto sono contenta del mio nuovo look: taglio corto e sbarazzino e abbigliamento più maschile, che si addicono al tipo di format. Come mai il taglio netto di capelli? Sai, è un periodo particolare della mia vita e, quindi, ho avuto il desiderio di rinnovarmi. Però il colore è sempre lo stesso… Una cosa alla volta: poi i cambiamenti sarebbero stati troppi! E ai suoi figli piace così? Ti dirò: il taglio ha raccolto molti consensi, ma ai miei figli non è piaciuto. Loro vorrebbero una mamma più classica, con i capelli "normali". Invece apprezzano il nuovo modo di vestire: loro meno mi scopro, più sono contenti! Lo spostamento di programmazione di Uno, due, tre… Stalla ha a che vedere con il timore di scontrarsi con la nuova trasmissione della Ventura? In realtà era stato deciso da subito che, per un discorso di strategia di palinsesti, Uno, due, tre… Stalla avrebbe cambiato giorno. Io vado in onda a prescindere dalla controprogrammazione: non conta se mi devo scontrare con la signorina Ventura o con una partita di Champions. Non mi preoccupo. Non trova che questa, che di fatto è la nuova edizione della Fattoria, sia un po’ troppo basata sul format di successo de La Pupa e il Secchione, ovvero il cliché "gnocca-secchione/contadino"? No, non è così. Le nostre "pupe" sono state prese e immediatamente buttate nel gioco, private di lustrini e paillettes. La loro vita è stata davvero stravolta. Ora abbiamo deciso che soltanto in occasione del prime time daremo loro trucchi e affini. E poi le contadine non hanno nemmeno la ceretta: anzi ci supplicano di averne un po’! Ma come: nemmeno una lametta per due mesi? No, affatto. Nemmeno la pinzetta per le ciglia. Diamo loro soltanto uno shampo, ma senza balsamo. Dopo il flop di Circus, non teme il bis? Per fortuna sono altri i miei timori. Insomma, non sto facendo un’operazione a cuore aperto. Se dovesse mai rivelarsi un flop, ben venga, perché sono le delusioni a dare maggiori stimoli. Io comunque mi auguro il contrario. E poi ribadisco che non si può decretare il successo di una trasmissione dopo mezza puntata. Ti faccio un esempio: la prima puntata di Cultura Moderna, che è un programma fatto benissimo e concepito da un grande come Antonio Ricci, persona che stimo profondamente, aveva fatto soltanto il 19% di share la prima puntata. Poi, invece, ha fatto il botto. Un’ultima domanda: Lamberto Sposini ha raccontato a Tgcom di avere chiuso con il giornalismo e di essere diventato un "imprenditore agricolo". Lo arruolerebbe come contadino? A me piace moltissimo Lamberto ma no, non lo arruolerei mai, perché i nostri contadini sono di quelli "veri". Abbiamo visitato 1453 fattorie, per poi selezionare il meglio dell’Italia campestre che ancora esiste. Siamo stati accusati di non avere scelto i contadini moderni: quelli degli agriturismi e via dicendo, ma noi volevamo quelli che si fanno depositari, attraverso la loro professione, di un’antica tradizione. Fonte: TgCom

Reality House non rappresenta una testata e non è affiliato né collegato ai produttori, reti e programmi televisivi che sono oggetto di discussione sulle sue pagine.

Tutti i marchi, loghi e immagini utilizzati su Reality House sono protetti da copyright dei rispettivi proprietari. Se ritieni che un contenuto debba essere rimosso, ti preghiamo di contattarci.

© 2004-2020 Reality House

Log in with your credentials

or    

Forgot your details?

Create Account