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Stati d'Animo 3 - Contrasti Side B - Vincitori e Best Of p.38
Waves of Music
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10 dicembre, 2020 - 23:13
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tha Supreme & Mara Sattei - m12ano (innovazione)

Mi piace": 189.1 mila, commenti: 885 - @tha.supreme su Instagram: "12.  “m12ano” feat. @mara.sattei (3… | Bellissimi sfondi, Come disegnare le  facce, Sfondi androidImage Enlarger

L'interpetazione che ho dato a questa categoria è stata quella di pensare ad una canzone che rispecchiasse la contemporaneità e, appunto, una certa innovazione sonora.

tha Supreme è indubbiamente il principale innovatore della musica italiana contemporanea. Si può dire che si sia inventato un proprio stile e un proprio genere, auto-producendosi, mescolando i generi più disparati, scrivendo i propri 'testi' (quasi sempre incomprensibili al primo ascolto, eppure metricamente e liricamente spesso interessanti, molto più della stragrande maggioranza degli altri trapper), con un uso della voce ed un fraseggio alquanto innovativi e peculiari.

Tutto il suo album triplo platino 23 6451 (traslitterato dall'alfabeto leet in Le basi) è rappresentativo di questo stile, ma ho scelto di portare in gara la canzone con cui ha fatto conoscere al pubblico sua sorella Mara Sattei, ex concorrente di Amici e diventata, nell'ultimo anno, la new thing della musica italiana femminile, collezionando platini su platini e hit su hit.

M12ano è incredibilmente catchy e coinvolgente, ma se l'avessimo ascoltata anche solo due anni fa credo ci saremmo detti qualcosa di simile a 'What the fuck are we listening to'? Eppure dopo lo stranimento iniziale il risultato è davvero figo!

sparso
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11 dicembre, 2020 - 0:19
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Io resto qua nell'irrealtà
Dell'immenso raggio del mio viaggio a metà
Sarà una nuova età o solo un'altra età
Il volo di un eterno istante
Nel mio cuore di aliante

 

Alpha
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11 dicembre, 2020 - 2:00
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C L A N N A D
Of This Land

Per “Tradizione” ho scelto questo brano perché… prima di parlare della mia scelta per questa categoria, vorrei fare una premessa.

Quando Casa ha annunciato l’ultima serie di contrasti Tradizione/Innovazione, mentre per “Innovazione” ho subito pensato a diverse proposte che, oltre a rappresentare la categoria, avrebbero potuto rappresentare anche il mio modo di intendere questo stato d’animo, per “Tradizione” i brani che mi venivano in mente avrebbero potuto rappresentare oggettivamente la categoria, ma non la mia idea di Tradizione. Presumo questo sia dovuto al fatto che, di base, non sono una persona particolarmente legata alle tradizioni, soprattutto quando queste ultime diventano una sorta di dogma che non deve essere messo in discussione, bensì seguito ciecamente.
Questo aspetto, a mio avviso, può assumere addirittura connotati dannosi nel momento in cui induce all’immobilismo, bloccando quel naturale processo evolutivo di cui una società necessita per poter progredire. Mi rendo conto che si tratta di una visione piuttosto pessimistica di questo stato d’animo e non ho trovato alcun brano che potesse rappresentarla (o, meglio, un’idea mi era anche venuta in mente, ma diciamo che avrebbe rappresentato più la negazione della tradizione, non la tradizione stessa).

Poi, riflettendo più a fondo, ho pensato che in effetti c’è un aspetto della tradizione che, al contrario, apprezzo molto. È la parte di questo stato d’animo che celebra l’amore per la propria terra di appartenenza, qualunque essa sia, per il patrimonio culturale, ambientale, artistico, espresso in musica magari con il proprio idioma oppure con sonorità e strumenti tipici del territorio. E da questo specifico concetto di tradizione è nata la mia scelta per Of This Land.

I Clannad sono una band irlandese originaria di Gaoth Dobhair, piccolo villaggio di pescatori situato in una zona dove ancora oggi si parla l’idioma gaelico irlandese. “Clannad” significa Clann as Dobhar (famiglia di Dobhair) perché la band è formata da due fratelli, una sorella e i loro due zii. Tra l’altro, per un certo periodo di tempo, nella band si esibì anche una quarta sorella, che poi divenne famosa come solista con lo pseudonimo di Enya.

Nel 1997 i Clannad scrissero questo brano dedicato alla loro terra, l’Irlanda, il cui testo e le sonorità riconducono alla tradizione di questa nazione celebrandone l'antica bellezza, i segreti, le leggende ed esprimendo quell'aura magica tipica delle cose che conservano un fascino talmente potente da oltrepassare qualsiasi barriera temporale.

Nei versi che si susseguono vi è racchiusa la solenne promessa di conservare e proteggere i tesori della propria terra per tramandarli, nel tempo, alle generazioni future.

We will treasure all the secrets with life's changing scenes
Where our hearts were warm with love
So much love
Will the flowers grow again as I open
Out my hand
Precious time
Time for healing
The beauty of this land

Dal punto di vista musicale, il brano è immerso nell’atmosfera sonora celtica che, personalmente, mi trasmette una sfumatura malinconica per il passato di questa terra, ma anche tanta consapevolezza che la memoria collettiva del suo popolo non ne consentirà l’oblio.

La tradizione, quindi, qui è vissuta come memoria, consapevolezza delle proprie radici e custodia del patrimonio della propria terra e, probabilmente, è l’unica forma di tradizione che riesco ad apprezzare senza riserve.

Vi lascio con il video del brano accompagnato, e non poteva essere altrimenti, dalle splendide immagini naturali di questa terra.

Alby
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11 dicembre, 2020 - 8:20
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Fairytale Of New York - The Pogues
feat. Kirsty MacColl

"Happy Christmas, your arse. I pray God it's our last"

Per la playlist Tradizione ho scelto per voi una vera e propria pietra miliare della musica, una canzone quasi leggendaria. Si tratta di un pezzo ricco di storia e di significati che, per me, tocca il tema della Tradizione da più punti di vista. È anche il mio brano natalizio preferito e, da buon pezzo della tradizione, vanta anche una bellissima cover, con cui partecipo in contemporanea al Christmas Song Contest (because we love a funny crossoverrofl)

In prima battuta, il sapore della Tradizione arriva dall'aspetto musicale e sonoro del pezzo. Fairytale Of New York, infatti, riprende le classiche ballate folk irlandesi, come si intuisce dagli strumenti utilizzati e dalle meravigliose atmosfere da pub fumosi dove scorrono birra e whiskey a volontà. 

Nonostante questo, il brano ha una sua identità nell'irriverenza e nella dissonanza con gli schemi tradizionali, tanto da rappresentare un unicum e un vero e proprio cult. E sono questi i tratti distintivi che hanno permesso al brano di consolidarsi come tradizione, tanto da essere considerato, da addetti ai lavori e non, la migliore canzone di Natale di sempre. Il brano, inoltre, è un caposaldo dell'immaginario collettivo anche per quanto riguarda la sua portata sociale e anche politica.  

L'autore del pezzo e leader dei The Pogues, Shane MacGowan, casualmente nato proprio il 25 dicembre, ha definito Fairytale Of New York il suo pezzo più difficile da scrivere. 
Protagonisti sono due immigrati irlandesi sbarcati a New York sognando, anche un po' ingenuamente, di poter fare fortuna, ma che si ritrovano ben presto ad affrontare mille difficoltà. Una vita di stenti e di sofferenze, vissuta sull'orlo del baratro, è terreno fertile per una frustrazione che mina a poco a poco quell'amore che provavano forte sotto la neve della città in cui tutto è possibile, la New York del grande sogno americano che sembra promettere loro felicità e successo. Per molti, però, è soltanto un'illusione, e sono tanti gli immigrati che non fanno notizia, costretti a sbarcare il lunario tra emarginazione e discriminazione. 

Fairytale Of New York è una sorta di film in musica, con tanto di flashback. A fare da sfondo alla storia dei protagonisti, al trascorrere dei loro anni, di Natale in Natale, è proprio il tradizionale coro natalizio che canta la stessa "Galway Bay" seguito dal suono delle campane in festa. Se negli anni in cui Sinatra ballava lo swing New York sembrava accoglierli con tante belle speranze, in quelli successivi ritroviamo i due segnati dalla miseria. La vita insieme è diventata insopportabile e trascorrono le giornate ad offendersi, a bere, a drogarsi, a lanciarsi maledizioni augurandosi che quello sia il loro ultimo Natale. 

In questo passaggio, i toni e i termini utilizzati nel testo sono molto forti e diverse volte sono stati al centro di importanti e comprensibili controversie. L'autore del brano ha però spiegato che il linguaggio adottato è da considerarsi, al pari di quanto accade nei film, un modo per connotare i personaggi "interpretati" da lui stesso e dalla compianta Kirsty MacColl. Un espediente per renderli più autentici, contestualizzarli e farli parlare come avrebbero verosimilmente parlato. La stessa opinione pubblica ha ormai attenuato le controversie accogliendo questa chiave di lettura. 

Per i due personaggi del pezzo, New York non ha rappresentato la realizzazione dei propri sogni, anzi, li ha spinti ad odiare la presenza l'uno dell'altra e a considerarsi a vicenda la causa dei propri fallimenti. Eppure, anche ad un passo dalla rassegnazione, la ricorrenza del Natale è ancora un momento per riavvicinarsi, per riscoprire ciò che li ha uniti, per capire l'importanza di condividere i momenti di gioia e quelli di difficoltà, ma anche per continuare ad avere fiducia in un futuro migliore quando quel futuro lo si immagina insieme. 

Anche nella canzone più dissacrante, quindi, c'è uno spiraglio per ritrovare nel nostro cuore qualcosa che per tradizione ci appartiene, ma che spesso ci sfugge. Forse è proprio ciò che la rende così autentica. 

In questi giorni mi è capitato di ascoltarla spesso e, nonostante ascoltarla in prossimità delle feste sia la mia personale tradizione, quest'anno in cui a Natale romperemo così tanto le piccole e le grandi tradizioni, ho sentito in un modo inedito il suo messaggio. L'importanza di farsi forza a vicenda e di restare uniti, nonostante tutto. 

Era la vigilia di Natale, piccola
Nella cella degli ubriachi
Un vecchio mi disse
"Non ne vedrò un altro"
E poi si mise a cantare una canzone
"The Rare Old Mountain Dew"
Voltai la faccia dall'altra parte
E ti ho sognata

Ho fatto una vincita fortunata
Diciotto a uno
Ho una certa sensazione
Questo sarà il nostro anno
Perciò buon Natale
Ti amo, piccola
Riesco a vedere tempi migliori
In cui tutti i nostri sogni si avverano

Hanno auto grandi come bar
Hanno fiumi d'oro
Ma il vento ti passa esattamente attraverso
Non è un posto per il passato
Quando per primo mi hai preso la mano
In una fredda vigilia di Natale
Mi hai promesso che Broadway stava aspettando me

-Eri bello
-Eri carina
La regina di New York
Quando la banda smise di suonare
Il pubblico continuava a chiederne ancora
Sinatra stava ballando
Tutti gli ubriachi stavano cantando
Ci siamo baciati in un angolo
E abbiamo ballato per tutta la notte

I ragazzi del coro dei NYPD cantavano "Galway Bay"
E le campane suonavano per il giorno di Natale

-Sei un balordo, sei un delinquente
-Sei una vecchia tr**a strafatta
Lì per terra, mezza morta
Un'endovena su quel letto

- Schifoso! Verme!
Miserabile f***o disgustoso!
Buon Natale al tuo c**o!
Prego Dio che sia il nostro ultimo

I ragazzi del coro dei NYPD ancora cantano "Galway Bay"
E le campane suonano per il giorno di Natale

- Avrei potuto essere qualcuno
- Beh, tutti quanti avrebbero potuto
Ti sei preso tutti i miei sogni
La prima volta che ti ho visto
- Li ho tenuti con me, piccola
Li ho messi insieme ai miei
Non posso farcela tutto da solo
Ho costruito i miei sogni attorno a te

I ragazzi del coro dei NYPD cantano ancora "Galway Bay"
E le campane stanno suonando per il giorno di Natale

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antal
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11 dicembre, 2020 - 11:01
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A CHANGE IS GONNA COME significa INNOVAZIONE per due motivi:

- Uno lo racconta il titolo stesso, manifesta la speranza che tempi migliori stiano arrivare. Nello specifico nella canzone si parla della condizione degli afroamericani negli Stati Uniti negli anni '60, i quali infatti scelsero questo brano come inno per le proprie battaglie.

- Sam Cooke è ritenuto uno dei pionieri della soul music, nonché il "re del soul". Fu anche tra i primi artisti che si occuparono della parte imprenditoriale della musica, fondando una sua etichetta, a completamento della sua attività di cantautore.

Alabama Monroe

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11 dicembre, 2020 - 11:11
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Quinze-Quinze

- TRADIZIONE -

I Quinzequinze sono un gruppo francese formato nel 2013 da 5 ragazzi, due provenienti da Tahiti (Tsi Min e Ennio) e tre da Parigi (Julia, Marvin e Robin).
Li ho scelti per questo stato d’animo perché nelle loro composizioni musicali mescolano strumenti tradizionali e produzioni elettroniche: si basano sull’ himene tarava, un insieme di canti polifonici delle Îles de la Société, arcipelago polinesiano, usando anche suoni di strumenti a percussione tradizionali, come il to'ere, utilizzato per accompagnare diverse danze e musiche della Polinesia, e il steel drum, originario di Trinidad. Inoltre sono influenzati da suoni provenienti dal Sudamerica e dai Caraibi, come il candombe, uno stile di danza e musica che si basa sull’uso di vari tipi di tamburi e ha avuto origine in Uruguay, ma è praticato anche in Brasile, Argentina e Paraguay, e il calypso, un genere musicale che appartiene alla cultura afroamericana proveniente da Trinidad, che veniva usata come metodo di comunicazione tra gli schiavi delle piantagioni.
I Quinzequinze sfidano i confini geografici e temporali, creando racconti esotici, leggendari, sconosciuti, ma in chiave moderna e futuristica.
Sotto spiler vi lascio dei video con alcuni dei suoni citati sopra.

HIMENE TIRAVA

TO'ERE

CANDOMBE
t=169s


Le Jeune
è un brano psichedelico, che ci immerge in una storia dall’atmosfera post-apocalittica, ispirata ai test nucleari effettuati dal governo francese a Tahiti tra il 1966 e il 1996, che hanno esposto direttamente a nubi radioattive la popolazione, la flora e la fauna. Conseguenze che si possono riscontrare nel particolare video dei Quinzequinze, popolato da personaggi irradiati, che danzano ed esplorano le terre, una volta idilliache, ora trasformate in rovine.

 

 

Breathing the air, liquid look at this world, wicked above is under
Running over the womb of my mother
Tombs of my fathers
Breathing the air, liquid look at this world, wicked above is under
Tombs of my fathers

Ask myself, questions, reason, sunset, season, island, prison, island
Ask myself so many questions I can't find the reason
Sunset
The changing of seasons, where is this island?
That looks like a prison
(Island and prison)
Ask myself so many questions I can't find the reason
The changing of seasons, where is this island
That looks like a prison
Where is this island that looks like a prison?
Ask myself so many questions I can't find the

Breathing the air, liquid look at this world, wicked above is under
Running over the womb of my mother
Tombs of my fathers
Breathing the air, liquid look at this world, wicked above is under
Running over the womb of my mother
Tombs of my fathers
Breathing the air, liquid look at this world, wicked above is under
Running over the womb of my mother
Tombs of my fathers

Days turning over to night shade, always over the light striking the rhythm
Running away
Your worries are burning through fire running away
Memories are burning through fire
Running away
Running away

BB
Firenze
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11 dicembre, 2020 - 11:19
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#FIGHECOMEILPANICO - M¥SS KETA
- Innovazione -

Fatevi trasportare da questo delirante e iconico pezzo della Myss la cui struttura consiste nell'elencare nomi di showgirl e conduttrici italiane, le cosiddette "fighe come il panico". Questa non è innovazione, è direttamente futuro. Se non lo votate, non sarete fighe come il panico, sorry. 

 

 
 
 
TESTO
 

Alessia Merz, Giorgia Palmas
Laura Freddi, Ela Weber
D'Urso, Barale, Satta, Canalis
Elena Barolo
Maria De Filippi
Minetti, Nicole, Alessia Mancini
Juliana Moreira, Serena Garitta
Cristina Parodi ahm
Alessia Marcuzzi, Alessia Fabiani, Alessia Ventura, ahm
Fighe come il panico
Co-me il panico
Fighe come il panico
Pa-pa panico
Fighe come il panico
Co-me il panico
Fighe come il panico
Panico
Panico
Panico
Panico
Fighe come il panico
Simona Ventura, Marina La Rosa
Katia Pedrotti, Cristina Dal Basso
Marini Foliero, Giada De Blanck
Prati Pamela, Rodriguez Belen
Angela Melillo, Miriana Trevisan
Bene Parodi
Silvia Toffanin
Lalla Bittch, Silvie Lumbamba, Mascia Ferri
E pure la Corvaglia
Fighe come il panico
Co-me il panico
Fighe come il panico
Pa-pa panico
Fighe come il panico
Co-me il panico
Fighe come il panico
Panico
Ti piacciono le mie gambe?
Le mie labbra ti eccitano?
Lasciati catturare dal mio sguardo
Desiderami
Sono fatale
Dicono che le brave ragazze vanno in paradiso
Beh, le cattive vanno dappertutto
Mediaset
 


   
   
Edre
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11 dicembre, 2020 - 11:33
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"umbrellar"

Dua Saleh

Come sarà la musica in futuro? Le risposte che, solitamente, mi vengono in mente sono "personale" e "inclusiva". Sia nel brano, umbrellar, che nell'artista, Dua Saleh, trovo entrambe le cose. La sua musica non è descrivibile con un genere specifico: incrocia pop, r&b, rap, elementi dal rock, elementi dalla musica tradizionale africana (Saleh è originariamente del Sudan), elementi di musica queer. Cita tra le sue ispirazioni la musica tradizionale sudanese, il jazz anni '40, l'hip hop anni '90, artisti che spaziano da Nancy Ajram e Mykki Blanco. Apparentemente un casino, ma nella sua musica tornano tutte queste influenze, declinandole in un sound che è il suo, è di Dua Saleh. Per questo ho parlato di un sound "personale". Non credo che la musica si evolverà verso specifici generi musicali, ma verso uno spazio in cui ogni artista porterà il proprio unico genere musicale, che attingerà da tutti per creare una singolarità.

Perché "inclusiva"? Perché la musica, a mio parere, sta assumendo il ruolo più importante nell'emancipazione e nell'inclusione relativa all'identità di genere. Ha sempre avuto un ruolo chiave, e negli ultimi anni sta continuando a sdoganare queste tematiche aprendo anche un dibattito importante sul ruolo degli artisti nel sociale.
Dua Saleh è nonbinary e musulmano, una delle sue "missioni" è di portare questi temi anche nel suo paese natale: in alcuni suoi brani, infatti, inserisce inserti in arabo per agevolare la diffusione dei suoi messaggi. La musica è uno strumento potente per portare avanti battaglie sociali, ce ne siamo resi conto tutti. La scelta di non farlo a priori è troppo comoda. Per questo motivo, per me, innovazione è anche abbattere volontariamente e con determinazione il divario tra artisti e sociale, da qui la scelta di una figura molto a fuoco sul tema come Due Saleh.

bilirubina
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11 dicembre, 2020 - 11:41
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Mădălina Pavăl - Cată-ți, dorule, alt loc!

[Tradizione]

 

Devo dire che tradizione secondo me è, tra le categorie proposte, quella che si presta alla gamma di interpretazioni più varie, per cui parto dando la mia personale visione. Se penso alla tradizione in ambito musicale, inevitabilmente la riconduco ai suoni etnici, all’utilizzo di strumenti tradizionali, legati al proprio territorio, a sonorità che risentono fortemente dell’identità territoriale in cui vengono prodotte, al di là del periodo storico. D’altronde quando definiamo, in ambito musicale, un brano “tradizionale”? Quando questo attinge alle proprie radici, quando, nel suo restare senza tempo e sempreverde, si sente l’impronta della propria storia e della propria identità culturale. In sintesi: per me “tradizione” è qualcosa di intrinsecamente legato all’idea di folclore locale.

Ho scelto “Cată-ți, dorule, alt loc!” perché è tradizionale l’idea di portare un brano in lingua (nello specifico rumeno), è tradizionale l’idea di un testo che parla del modo diverso che hanno le varie generazioni di affrontare la nostalgia (quindi c’è anche il tema dell’essere intergenerazionale), è tradizionale perché c’è una fortissima impronta delle sonorità tipiche dell’est Europa (anche grazie al ricorso di strumenti che rientrano nella storia musicale di quei Paesi), è tradizionale il video che dipinge diverse generazioni e luoghi della storia del proprio territorio.

Aggiungo a margine una nota di riflessione. Credo che in ambito musicale, così come in ambito sociale, ci siano due modi per interpretare la tradizione. Il primo è quello del mantenimento dello status quo, anche quando ormai obsoleto, dell’immutabilità della società ed è un concetto che personalmente trovo deleterio e negativo. Il secondo è quello del valorizzare la propria storia e le proprie peculiarità, il riconoscere che, se esiste l’interculturalismo, esistono anche delle prerogative di identità di ciascuna cultura. Personalmente ritengo che “Cată-ți, dorule, alt loc!” sia un esempio di questa seconda visione, cioè di una tradizione non conservatrice, ma semplicemente volta ad esaltare la propria cultura, le proprie peculiarità, la propria identità, anche in ambito storico-musicale.

Krishoes
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11 dicembre, 2020 - 12:24
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Per la categoria Innovazione ho scelto un divertissement per omaggiare la mia passione per l'Eurovision.

"Blue jeans and bloody tears" nasce dall'idea di un team di produzione israeliano. La canzone, del 2018, è stata creata da un computer e basata su centinaia di proposte presentate nel corso degli anni nel contest musicale continentale.

Dietro gli Sweaty Machines si cela un gruppo di artisti, musicisti e programmatori che hanno voluto esplorare la creatività umana e sfidarla. Hanno così deciso di creare una canzone tramite intelligenza artificiale, celebrando il melodramma, il kitsch, il camp e l'umorismo dell'Eurovision.

Il team del progetto ha alimentato una rete neuronale con centinaia di melodie e testi di brani eurovisivi. Successivamente, gli algoritmi hanno prodotto migliaia di nuove melodie e testi. Gli "Sweaty Machines" hanno poi selezionato diversi frammenti unendoli per creare una canzone, prodotta da Avshalom Ariel, arrangiatore di Toy di Netta Barzilai, brano vincitore dell'Eurovision 2018.

A prestare la sua voce a "Blue jeans and bloody tears" il cantante israeliano Izhar Cohen, vincitore dell'Eurovision 1978, che dà vita a un duetto sull'amore disilluso accompagnato da una voce totalmente computerizzata.

monechiapi
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11 dicembre, 2020 - 12:54
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BLUE RIDGE MOUNTAINS -

FLEET FOXES 

[Impossibile trovare l'immagine]

Per rappresentare la Tradizione ho voluto mostrare una sfumatura positiva di questo stato d'animo che, forse, oggi ha assunto connotazioni a tratti "negative", venendo rappresentata come qualcosa di vecchio e obsoleto.

L'idea di tradizione che ho in mente è quella di un ritorno alle origini, di immagine di un mondo non ancora contaminato dalla frenesia e dall'ansia. Questo immaginario è presentato perfettamente nel ritornello del brano.

In the quivering forest
Where the shivering dog rests
Our good grandfather
Built a wooden nest
And the river got frozen
And the home got snowed in
And a yellow moon glowed bright
'Til the morning light

La canzone dipinge il quadro di un "nido di legno" che è la casa in campagna, sui monti del Tennessee, costruita dai "nostri buoni nonni". Uno spazio incontaminato in cui non esistono le luci artificiali della città, ma solo "la luce gialla e splendente della luna".

Il brano è un invito a fuggire verso quei valori e quel mondo tradizionali, lasciandosi alle spalle il caos della vita di tutti i giorni.

You're ever welcome with me any time you like
Let's drive to the country side
Leave behind some green eyed look a likes
So no one gets worried, no
So no one gets worried, no

Tradizione, quindi, secondo questa immagine vuol dire ritrovare quella dimensione di valori semplici e frugali che avevano i nostri nonni (pur con tutti i difetti del caso) e, ogni tanto, riproporli nelle nostre vite.

Tradizione vuol dire anche memoria, mantenimento della testimonianza del passato e qui il cantante invita suo fratello a tenere vivo il ricordo dei nonni, di quel nido che hanno costruito con amore anche per le generazioni future. Ogni si tende spesso a dimenticare, mentre il ricordo per me è uno strumento importantissimo per non dimenticarci chi siamo e da dove veniamo.

Inizialmente io volevo scappare dal mio paesino di campagna e lasciarmi dietro tutto quel mondo rurale e da me considerato vetusto per vivere la "vita vera". Bene, oggi sono tornato alle radici e penso che ci sia bisogno di un po' di quel mondo tranquillo e fatto di piccole cose.

Aggiungo come sempre in conclusione che secondo me la melodia, il modo di cantare di Pecknold, l'utilizzo degli strumenti rimandano in modo impeccabile quell'atmosfera "tradizionale" che ti riporta a mondi lontani e bucolici. In più Fleet Foxes, da cui è tratto il brano, è stato uno dei primi album che ho comprato (insieme a cose più pop come Rihanna e robe gothic tipo Nightwish e Evanescence) e quindi ha la capacità di mettere in moto in me il ricordo, che a suo modo vuol dire tradizione.

Vi lascio con un'esibizione live della band.

Casadelvino
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11 dicembre, 2020 - 17:31
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Risultati

Casadelvino
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11 dicembre, 2020 - 17:31
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@mrnace @Alpha @xello @ge_aldrig_upp @Alby @JoJo @Alabama Monroe @antal @Oblivion. @Gennz @Pupi87 @Vesuvius21 @bilirubina @monechiapi @sparso @BB @Krishoes @alessandrino @Waves of Music @Emm @Edre @NotturnoManto @DGS @Foski

alessandrino
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11 dicembre, 2020 - 17:49
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Grazieeeee excited non me l'aspettavo ma sono troppo felice perché tra tutti i brani che ho portato questo era forse uno di quelli più centrati rispetto allo stato d'animo e anche quello più autobiografico lmaosono contento che sia stato apprezzato smitten

Mi spiace per Colors che mi era piaciuta al primo ascolto e che avevo inserito nel bonus, ma anche per All'arrembaggio, che da nostalgico quale sono non potevo non votare.

Per introspezione è passata in blocco la mia top 5, quindi più soddisfatto di così si muore smitten

Edre
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11 dicembre, 2020 - 17:50
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COSAAAAAAAUGIHBJKOIHU. Sono nerissimo.plsnot 

Justice for All'Arrembaggio. Si vede che qua qualcuno non è cresciuto con One Piece (stan Zoro sempre, recuperate dal manga la saga di Wa che è pazzeschina, Emporio Ivankov for RPDR S14, ndr). 

... No, in realtà sono abbastanza soddisfatto, per il resto, 2/3 bonus in introspezione (nota di merito per Hurricane, Secondhand Rapture è uno degli album che mi ha avvicinato alle sonorità che ad oggi amo di più) e 2/5 della top 5 in spensieratezza, ma le altre tre sono tutte a ridosso della top 5. Tra le escluse, ho amato anche Kiss My Lips (tra l'altro grazie a questa canzone ho ricordato dell'esistenza di Princess Chelsea e di un'altra sua canzone in particolare che amavo alla follia rofl) e Colors, speravo passassero.

Grazie per Jessie ovviamente heart

Krishoes
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11 dicembre, 2020 - 17:58
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Not la D'Avena fuori da Spensieratezza con entrambi i brani ripriprip

NotturnoManto
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11 dicembre, 2020 - 17:59
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Introspezione 🔝🔝🔝  tutta l'ottima top4 più un brano che avevo lasciato più indietro ma che è comunque un buon passaggio, anche se avrei preferito un attimo di più una tra Return to innocence e Figlia. Comunque penso che una del lotto in particolare sia davvero stupenda e destinata al podio generale. 

Spensieratezza per me è una categoria trascurabile, per cui non avevo grandi preferite, però due dei miei bonus sono passati, poi ho votato anche io All'arrembaggio!, sperando che almeno una della Queen passasse lol

Alby
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11 dicembre, 2020 - 18:10
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Grazie mille per aver votato la colombella heart ... è una canzone a cui tengo molto e sono felice laugh

Tra le escluse in Spensieratezza anche io mi sento di citare Colors e Kiss My Lips. 

Introspezione, ragazzi, ovunque si cadeva si cadeva bene, secondo me. Bellissimi passaggi, non mi sarebbero dispiaciute anche Return To Innocence, Hurricane, Don't Give Up. 

Complimenti a tutti i passati clap2

Oblivion.
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11 dicembre, 2020 - 18:33
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Keaton Henson
Prayer for the Oppressed -

keaton henson lyrics (@keatonhlyrics) | Twitter

Quando ho scoperto che Keaton Henson non solo fosse stato scelto da qualcun altro per il side A, ma ha pure vinto il contest, il mio stato d'animo all'idea di giocarlo nel side B era questo:

La filosofia di base è questa: non potevo di certo lasciare a Morgan Saint e a Sasha Sloan il primato del percorso alla idkh. lol Ho scardinato l'intera presentazione che avrei voluto stendere perché, gurls, ormai sapete chi è Keaton Henson. Puntuale come Internet Explorer rispetto a Chrome, ho deciso di portarlo in questo gioco perché sono fondamentalmente intollerante all'idea più classica e retorica di tradizione: in un oceano di tradizioni che non mettono a fuoco il mio gusto musicale, ho portato un brano rilasciato nel 2020, non intendendo la tradizione come "pezzo classico da repertorio", non come pezzo antico e nemmeno come pezzo folkloristico. 

Ho volto la mia ricerca nell'identificare delle sonorità tradizionali all'interno di un genere, quindi ancora una volta, come in innovazione, la mia interpretazione del dualismo emotivo verte solo sul piano musicale. 

Ci troviamo di fronte ad una ballad di una durata superiore ai cinque minuti (e già questo timing è un elemento che incarna la tradizione, laddove le produzioni contemporanee, al contrario, tendono ad essere più concise) dove c'è una prima lunga traiettoria emotiva, che è più intima e delicata, dove la voce è tipicamente intensa e dove c'è un tradizionale uso del pianoforte per identificare il momento più struggente del pezzo, e che fa corrispondere dunque l'uso dello strumento acustico alla vulnerabilità espressiva del momento. Dopodiché c'è un'apertura, un solco, uno spiraglio di luce, perfettamente intercettato dal cambio di strumentazione. Si esce dal  torpore emotivo della voce nuda sul pianoforte e il trionfo d'archi ti traghetta su sentieri più rassicuranti e luminosi. È il compimento del percorso. 

Una preghiera laica, dedicata al padre che lo ha abbandonato nella fase terminale di una malattia. Per me è la dimostrazione che una ballad, che vive di momenti, di un racconto evolutivo che si struttura nella tradizionale proporzione dolore : pianoforte = climax : archi, può essere la canzone più citofonata del mondo musicalmente parlando, può appunto veicolare sonorità che sono tuttalpiù tradizionali all'interno della poetica del genere, ma se arricchita da dettagli, da questo tipo di cantato così personale e da un testo che ne impreziosisce la tara, può rivelarsi molto più che un grande classico universalmente rinomato. Può rivelarsi un momento di elevazione della tradizione, un  torrente che andrebbe più che mai ritrovato.

 

DGS
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11 dicembre, 2020 - 21:02
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Hide and Seek - Imogen Heap

Una canzone innovativa non è per forza una canzone moderna, con sonorità insolite o uno stile lontano dalla norma. Anche nella semplicità di può trovare l'innovazione. Per questo ho scelto Hide and Seek. È una canzone senza alcun accompagnamento strumentale. C'è solo la voce della cantante, che si sovrappone a diversi layer di armonia prodotti grazie a un vocoder. Per questo la canzone è semplice e allo stesso tempo sembra quasi "alieno", distorto. La melodia è familiare ma allo stesso tempo dà un senso di incognito. E tutto ciò solo con la voce e nient'altro.

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