NOTE A MARGINE

-Finora non sembra essere emerso alcun grande favorito, precedentemente agli scorsi due anni dove qualcuno aveva preso il largo (e in entrambi i casi era coinciso col vincitore effettivo dell'Eurovision). Al momento il paese favorito per i bookmakers, stando alla piattaforma Eurovisionworld, sembra essere la Croazia di Baby Lasagna, ma le percentuali sono abbastanza basse. Seguono a breve distanza l'Ucraina di Alyona Alyona e Jerry Heil, l'Italia rappresentata dalla nostra Angelina Mango e la Svizzera di Nemo.

-Nonostante la vittoria del returning act Loreen e gli ottimi risultati conseguiti da Marco Mengoni e Pasha Parfeny, quest'anno in pochi si sono affidati a un cavallo di ritorno: la Moldavia, per il quinto Eurovision consecutivo (contando anche l'Eurovision 2020 poi cancellato), ha scelto Natalia Barbu, già portabandiera della nazione dell'Est Europa nel 2007 con Fight; l'altro cavallo di ritorno, questo un po' a sorpresa vista la presenza nella finale nazionale del favoritissimo Bashar Murad, è Hera Bjork, rappresentante islandese nel 2010 con Je ne sais quoi e nuovamente quest'anno con Scared of Heights.

Partecipazione del paese nordico che è rimasta in sospeso fino a lunedì, nonostante il Söngvakeppnin fosse terminato una decina di giorni prima: l'emittente RÚV aveva infatti annunciato a gennaio, in protesta contro la partecipazione di Israele, di valutare la decisione sulla propria partecipazione assieme al vincitore del Söngvakeppnin. Ciò che ha fatto subito sospettare gli eurofan è stato come Hera abbia immediatamente espresso la propria volontà di prendere parte all'Eurovision, ma l'emittente si sia presa tutto il tempo per annunciarla come propria rappresentante. In molti avevano pensato a un ritiro dell'Islanda o a una sostituzione improvvisa di Hera con Bashar (cantante palestinese), però alla fine non è stato così, e Hera potrà rivivere l'Eurovision dopo 14 anni.

Nelle finali nazionali abbiamo visto molti protagonisti degli scorsi Eurofestival partire da favoriti, salvo poi sgonfiarsi e lasciare strada agli effettivi vincitori. Tra questi possiamo considerare: i Let 3 e Damir Kedzo, rispettivamente rappresentanti croati nel 2023 e 2020; Basim, rappresentante della Danimarca nel 2014 all'ESC "in casa", approdato alla superfinale del DMGP venendo poi sconfitto da Saba; Max Mutzke, che ha ritentato l'Eurovision dopo 20 anni per la Germania, arrivando però secondo dietro ad Isaak; la pletora di rappresentanti italiani recenti (Emma, Il Volo, Mahmood e Diodato); i The Roop, tra i più convincenti del leggendario Eurovision 2021, arrivati terzi nella selezione lituana; i KEiiNO e Margaret Berger, che hanno portato negli scorsi anni rispettivamente un sesto posto (con vittoria del televoto) nel 2019 e un quarto posto nel lontano 2013, coi primi citati che si sono classificati secondi a una manciata di punti dai vincitori Gåte; Justyna Steczkowska, rappresentante polacca nel 1995, seconda classificata nella selezione interna emanata dall'emittente TVP (ma della quale si sapevano praticamente tutti gli artisti interessanti con rispettive canzoni); Konstrakta, quinta classificata due anni fa in rappresentanza della Serbia, in gara al Pesma za Evroviziju con una copia carbone della sua precedente proposta; Melovin, rappresentante ucraino nel 2018 con Under the Ladder, classificato terzo al Vidibir quest'anno.

-Al contrario, il trend dominante della stagione è stato rappresentato da un folto nugolo di joke/novelty entry sull'onda lunga di Cha Cha Cha, vincitrice del televoto l'anno scorso con numeri bulgari: la Croazia di Baby Lasagna, attuale favorita, con Rim Tim Tagi Dim; i Paesi Bassi dell'ex content creator Joost Klein, col pezzo Europapa; l'Estonia, rappresentata dai 5miinust e dai Puuluup con la super hit locale (Nendest) narkootikumidest ei tea me (küll) midagi (ufficialmente la canzone col titolo più lungo mai presentata all'Eurovision); la stessa Finlandia, col pezzo eurodance No Rules! presentato dai Windows95man.

Come abbiamo visto negli scorsi anni, questo tipo di entry sono poco apprezzate dalle giurie, pur facendo molto bene al televoto, e la sovrapposizione tra esse potrebbe portarle a togliersi molti punti a vicenda (come successe nel 2021 a tutte le entry "girlbops") e a favorire chi riesce a distinguersi. In questo caso, Italia, Ucraina, Svizzera...

Forse forse, l'unica di queste novelty entry che potrebbe raccogliere qualche buon punto dalle giurie (come tra l'altro Käärijä l'anno scorso) potrebbe essere quella dei Paesi Bassi, ma vedremo. Certo è che quest'anno può succedere di tutto.

-Con l'acuirsi della crisi tra Israele e Palestina degli ultimi mesi, era inevitabile che questa si ripercuotesse anche sull'Eurovision Song Contest, vista la partecipazione di Israele allo stesso. In molti paesi si è infatti sollevata una discussione sul se partecipare effettivamente al Festival vista la presenza del paese mediorientale (specialmente in Islanda coi risultati di cui ho già parlato), e in molti sui social hanno chiesto all'EBU di prendere provvedimenti e di escludere Israele dal concorso. Appelli che sono serviti a ben poco, in quanto l'EBU ha approvato la partecipazione di Israele in quanto l'emittente KAN non starebbe effettivamente violando alcuna norma.

A lungo però la possibilità di un ritiro/esclusione di Israele è rimasta in vita, perchè l'emittente KAN avrebbe inizialmente iscritto all'Eurofestival una canzone dal titolo October Rain interpretata da Eden Golan, canzone che alludeva chiaramente all'aggressione di Hamas dello scorso 7 ottobre. October Rain è stata prontamente rifiutata dall'EBU per via del suo messaggio politico. Viene perciò iscritta un'alternativa, una canzone dal titolo Dance Forever, in cui alcuni hanno visto nel titolo un riferimento agli avvenimenti del Festival Supernova, ed è infatti stata rifiutata anch'essa. Alla fine, la KAN ha pensato di riprendere October Rain, di cambiare il titolo in Hurricane e di cambiare i passaggi del testo più compromettenti. Stavolta, Hurricane è stata approvata, e di conseguenza sarà la canzone con cui Eden Golan parteciperà all'Eurovision Song Contest 2024.

Ciò ha scatenato la furia degli eurofan, con moltissimi che da subito si sono schierati contro la partecipazione di Israele all'Eurovision, altri che hanno annunciato il loro personale boicottaggio, e altri (più che altro israeliani stessi) che stanno difendendo alla morte questa partecipazione tacciando gli oppositori di antisemitismo. Insomma, ciò che sta accadendo da mesi sui social. Personalmente, trovo davvero triste che una situazione del genere stia intaccando anche l'Eurovision (come successe anche due anni fa con l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, solo che lì una nettissima maggioranza dell'opinione pubblica si schierò chiaramente a favore dell'Ucraina), ma purtroppo, essendo una competizione nella quale entrano in gioco le nazioni e visti i tempi critici che stiamo vivendo, era inevitabile