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Ascolto dei brani dei big da parte dei giornalisti
xello
Napoli

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18 gennaio, 2018 - 18:27
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Hype a mille per Noemi, Moro/Meta e Gazzè excitedexcited

Quindi il colpaccio può farlo davvero Ron? sorpresosorpreso

Teolino
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18 gennaio, 2018 - 18:29
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Teolino
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18 gennaio, 2018 - 18:29
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Comunque zitto zitto il buon vecchio Red è piaciuto proprio a tutti!

Krishoes
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18 gennaio, 2018 - 18:31
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Olimpico85 ha detto

Krishoes ha detto
A leggere le recensioni sembra che il vero, nuovo, favorito sia Ron. Potrebbe mettere assieme tutte le giurie, e piazzarsi primo, con Meta-Moro secondi (che poi accetterebbero l'Eurovision dopo il rifiuto di Ron).  

Però Ron l'anno scorso al televoto non è andato bene se non ricordo male.

Vero, ma a Sanremo non bisogna fare per forza i raffronti, vale (spesso e volentieri) la canzone. Gli Stadio nel 2016 ottennero risultati stratosferici al televoto per come erano partiti (quarti in prima serata, terzi in quarta serata, primi in finale e nella finalissima a tre). Se Ron ha - come si legge - la canzone della vita, potrebbe portarsi a casa un nuovo leoncino dorato.

Bigboj
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18 gennaio, 2018 - 18:31
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Annalisa – Il Mondo Prima di Te

Un brano –  scritto con Alessandro Raina e Davide Simonetta – pieno zeppo di riferimenti “naturali” (si parla di “sole”, “temporale”, “montagne”, “mare”, “fiori”). Il tema è quello dell’amore (che non c’è e al quale si ritorna con i ricordi). Lo stile è quello a cui ci ha abituato Annalisa negli ultimi progetti discografici.

Enzo Avitabile con Peppe Servillo – Il Coraggio di Ogni Giorno

Un arrangiamento ricco e qualche frase in dialetto napoletano. Tra gli autori de Il Coraggio di Ogni Giorno compare anche Pacifico (in gara con Ornella Vanoni). Un inno alla vita (Io no, io non mi sono mai sentito così vivo).

Luca Barbarossa – Passame Er Sale

È una dichiarazione d’amore appassionata ben ancorata nella propria tradizione. L’intero testo di questo brano (che a tratti è struggente) è in dialetto romano. Ritorna di continuo una frase: Io non c’ho le parole ma so che ner core nun c’ho artro che te. 

Mario Biondi – Rivederti

Un intro al piano e subito dopo l’apertura con gli archi. Tra i venti brani in gara è forse quello con il testo più breve. Si parla di una storia d’amore (Entra se vuoi ma non portare via niente… di noi). Trasformerà il palco dell’Ariston nel Blue Note?

Giovanni Caccamo – Eterno

Tante parole per questo ritorno di Giovanni Caccamo. È una ballad intensa con un testo per nulla scontato. Il tema rimane sempre quello dell’amore (L’amore può salvare) ma va oltre. Cosa resta di un rapporto? – sembra chiedersi. Il ritornello è ben pensato per l’esecuzione con l’orchestra di Sanremo.

Red Canzian – Ognuno Ha il Suo Racconto

Un brano decisamente ritmato con una forte presenza della batteria. Con le parole di Miki Porru, l’ex Pooh rivendica il fatto che se non si conosce qualcosa, forse è meglio aspettare un attimo prima di giudicare (Non c’è mai una storia uguale a un’altra).

Decibel – Lettera dal Duca

Il brano che segna la reunion della band di Ruggeri parte in inglese. L’interpretazione è sentita. La canzone – dal ritmo coinvolgente – racconta del viaggio in un’altra dimensione, quella della spiritualità. È lì che si capisce il giusto valore delle cose? Se chiudo gli occhi vedo l’infinito in me…

Diodato e Roy Paci – Adesso

Una critica alla società di oggi che si basa sui social network, sulla tecnologia, e che non ci permette più di emozionarci davvero. I due sembrano dire al pubblico che è necessario tornare alla semplicità (Dici che troveremo prima o poi il coraggio di vivere tutto per davvero?).

Elio e le Storie Tese – Arrivedorci 

Con questo brano la band ripercorre la sua carriera (con la solita immancabile ironia). Una canzone che riesce a rendere leggero e simpatico lo scioglimento di una band amata dal grande pubblico (Una storia unica, una carriera artistica dolcemente stitica).

Roby Facchinetti e Riccardo Fogli – Il Segreto del Tempo

L’apertura strumentale è quella classica dei Pooh. Il Segreto del Tempo parla dell’amicizia e dei sbagli che si compiono nella vita e sembra dire che alcuni di questi forse sono necessari (È possibile allontanarsi senza lasciarsi mai). Gli acuti di Facchinetti sono una certezza.

Max Gazzè – La Leggenda di Cristalda e Pizzomunno

Un vero e proprio racconto in musica. Questo brano – scritto dal fratello Francesco Gazzè – è una grande prova di interprete per il cantante. L’atmosfera è quella di una fiaba (Ma io ti aspetterò, fosse anche per cent’anni aspetterò).

The Kolors – Frida

I The Kolors lasciano l’inglese e cantano interamente in italiano. Frida ha una base elettronica forte e si candida a tormentone del Festival (L’amore non è che una sfida, sarà la nostra regola come per Frida).

Ermal Meta e Fabrizio Moro – Non Mi Avete Fatto Niente

Forse il brano più forte di questo Festival. Ci sono tanti riferimenti a fatti successi in questi ultimi mesi (si parla di un concerto in Francia, del sole sulla rambla, di Nizza), alcuni anche violenti. È un brano che si schiera contro il terrorismo e che dà una nuova speranza, nonostante il male (Il mondo si rialza col sorriso di un bambino).

Noemi – Non Smettere Mai di Cercarmi

Una ballad piena di immagini concrete, prese dalla vita quotidiana di ognuno di noi. Si guarda con nostalgia a ciò che è stato, ma con la sicurezza che niente finisce. È una canzone d’amore “alla Noemi” ma si può applicare anche ad altro. Un bel ritorno per la cantante.

Ron – Almeno Pensami

Un grande regalo per gli spettatori del Festival. Ron torna in gara a Sanremo con un brano che porta la firma (sia nel testo che nella musica) di Lucio Dalla. Con un arrangiamento delicato, le parole di Dalla risuonano con rispetto nella voce di Ron (Ah fossi un piccione che dai tetti vola giù fino al suo cuore).

Renzo Rubino – Custodire

Rubino si presenta al Festival con un brano pop perfetto per questo contesto. Il testo e la musica sono entrambe sue. Parla di “insolenza”, “carisma” e addirittura di un “cardo viola”. Un brano che fatica ad arrivare al primo ascolto.

Lo Stato Sociale – Una Vita in Vacanza

Una base elettronica e un testo che è una garanzia per il gruppo. Uno sfottò nei confronti di tutto ciò che oggi va di moda. I ragazzi de Lo Stato Sociale sanno essere impegnati ma leggeri. Un riferimento a Renzi e ai fashion blogger di oggi (Perché lo fai? Perché non te ne vai?).

Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico – Imparare ad Amarsi

È senza dubbio un brano che rende giustizia al carisma e all’eleganza della Vanoni. Intro al piano e un ambiente musicale ricercato. Un invito a godersi il presente così com’è (Bisogna imparare ad amarsi in questa vita).

Le Vibrazioni – Così Sbagliato

Brano con un’apertura decisamente rock. È il grido di un uomo che riconosce le proprie debolezze e che ha l’umiltà di chiedere aiuto. Per questa loro reunion, Le Vibrazioni hanno puntato su un testo non scontato (Mi vuoi bene anche così, così sbagliato) e su un ritornello perfetto per il (grande) pubblico dell’Ariston.

Nina Zilli – Senza Appartenere

Forse la canzone con il testo più criptico di questo Festival. Il vocalizzo in apertura lascia intendere che si tratta di una grande prova vocale per la cantante. Pare che il tema del brano sia il mondo femminile.

https://www.billboard.it/musica/ita/sanremo-2018-il-primo-ascolto-dei-brani-in-gara/2018/01/182990/?utm_source=TW&utm_medium=Twitter+%23Billboard+Italia&utm_campaign=bbs-Twitter

Olimpico85
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18 gennaio, 2018 - 18:33
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smiley ha detto

I fan di Noemi non sanno cosa sia il televotolol

Mi accingo a recuperare tutte le recensioni excited  

Vero ma quest'anno ricordiamoci che sveleranno la classifica dopo la terza serata quindi il pubblico sarà più incentivato a votare (vedi il caso di Malika e degli Elii nei festival di Fazio).

Da questo punto di vista sarà un casino il Festival di quest'anno, una lotta tra il pubblico e le giurie con ognuno che vorrà ribaltare i voti dell'altro.

http://i64.tinypic.com/20f2hoz.jpg

Teolino
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18 gennaio, 2018 - 18:35
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Sanremo 2018: primo ascolto dei brani in gara
1 minuto ago
Billboard Italia

A meno di un mese dal Festival di Sanremo è il momento del primo ascolto delle canzoni in gara. Per quanto riguarda la scelta dei venti Big, il direttore artistico Claudio Baglioni ha spiegato: «Ho voluto cercare artisti che avessero una riconosciuta carriera da interprete. Questo Festival avrà sicuramente qualche discontinuità rispetto alle edizioni precedenti». Secondo il cantante, c’è anche un fil rouge che lega i brani: «C’è una grande descrizione del nostro tempo. Questa è un’epoca di passaggio. Molti dei testi contengono domande, questioni, punti irrisolti. Non ci sono canzoni slogan».

Tra gli artisti in gara che saliranno sul palco dell’Ariston manca la parte rap («Non abbiamo fatto in tempo a convincere nessun rapper del nostro Paese», ha spiegato Baglioni), ma non è detto che non ci sia qualche incursione di freestyle. In effetti, durante la serata del venerdì, tutti i cantanti in gara duetteranno con alcuni colleghi. Ecco i featuring al momento confermati: Le Vibrazioni/Skin, Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico/Alessandro Preziosi, Renzo Rubino/Serena Rossi, Roby Facchinetti e Riccardo Fogli/Giusy Ferreri, Annalisa/Michele Bravi, Luca Barbarossa/Anna Foglietta, Mario Biondi/Ana Carolina, Giovanni Caccamo/Arisa, Red Canzian/Marco Masini, Elio e le Storie Tese/Neri per caso e Ron/Alice.

A margine Claudio Baglioni ha raccontato che molto probabilmente canterà qualche brano sul palco dell’Ariston, ma «sarà uno scambio musicale con qualcuno degli ospiti se ci sarà modo».

Ma andiamo al punto. Ecco le impressioni dopo il primo ascolto dei brani dei venti Big in gara a Sanremo 2018.

Annalisa – Il Mondo Prima di Te

Un brano – scritto con Alessandro Raina e Davide Simonetta – pieno zeppo di riferimenti “naturali” (si parla di “sole”, “temporale”, “montagne”, “mare”, “fiori”). Il tema è quello dell’amore (che non c’è e al quale si ritorna con i ricordi). Lo stile è quello a cui ci ha abituato Annalisa negli ultimi progetti discografici.

Enzo Avitabile con Peppe Servillo – Il Coraggio di Ogni Giorno

Un arrangiamento ricco e qualche frase in dialetto napoletano. Tra gli autori de Il Coraggio di Ogni Giorno compare anche Pacifico (in gara con Ornella Vanoni). Un inno alla vita (Io no, io non mi sono mai sentito così vivo).

Luca Barbarossa – Passame Er Sale

È una dichiarazione d’amore appassionata ben ancorata nella propria tradizione. L’intero testo di questo brano (che a tratti è struggente) è in dialetto romano. Ritorna di continuo una frase: Io non c’ho le parole ma so che ner core nun c’ho artro che te.

Mario Biondi – Rivederti

Un intro al piano e subito dopo l’apertura con gli archi. Tra i venti brani in gara è forse quello con il testo più breve. Si parla di una storia d’amore (Entra se vuoi ma non portare via niente… di noi). Trasformerà il palco dell’Ariston nel Blue Note?

Giovanni Caccamo – Eterno

Tante parole per questo ritorno di Giovanni Caccamo. È una ballad intensa con un testo per nulla scontato. Il tema rimane sempre quello dell’amore (L’amore può salvare) ma va oltre. Cosa resta di un rapporto? – sembra chiedersi. Il ritornello è ben pensato per l’esecuzione con l’orchestra di Sanremo.

Red Canzian – Ognuno Ha il Suo Racconto

Un brano decisamente ritmato con una forte presenza della batteria. Con le parole di Miki Porru, l’ex Pooh rivendica il fatto che se non si conosce qualcosa, forse è meglio aspettare un attimo prima di giudicare (Non c’è mai una storia uguale a un’altra).

Decibel – Lettera dal Duca

Il brano che segna la reunion della band di Ruggeri parte in inglese. L’interpretazione è sentita. La canzone – dal ritmo coinvolgente – racconta del viaggio in un’altra dimensione, quella della spiritualità. È lì che si capisce il giusto valore delle cose? Se chiudo gli occhi vedo l’infinito in me…

Diodato e Roy Paci – Adesso

Una critica alla società di oggi che si basa sui social network, sulla tecnologia, e che non ci permette più di emozionarci davvero. I due sembrano dire al pubblico che è necessario tornare alla semplicità (Dici che troveremo prima o poi il coraggio di vivere tutto per davvero?).

Elio e le Storie Tese – Arrivedorci

Con questo brano la band ripercorre la sua carriera (con la solita immancabile ironia). Una canzone che riesce a rendere leggero e simpatico lo scioglimento di una band amata dal grande pubblico (Una storia unica, una carriera artistica dolcemente stitica).

Roby Facchinetti e Riccardo Fogli – Il Segreto del Tempo

L’apertura strumentale è quella classica dei Pooh. Il Segreto del Tempo parla dell’amicizia e dei sbagli che si compiono nella vita e sembra dire che alcuni di questi forse sono necessari (È possibile allontanarsi senza lasciarsi mai). Gli acuti di Facchinetti sono una certezza.

Max Gazzè – La Leggenda di Cristalda e Pizzomunno

Un vero e proprio racconto in musica. Questo brano – scritto dal fratello Francesco Gazzè – è una grande prova di interprete per il cantante. L’atmosfera è quella di una fiaba (Ma io ti aspetterò, fosse anche per cent’anni aspetterò).

The Kolors – Frida

I The Kolors lasciano l’inglese e cantano interamente in italiano. Frida ha una base elettronica forte e si candida a tormentone del Festival (L’amore non è che una sfida, sarà la nostra regola come per Frida).

Ermal Meta e Fabrizio Moro – Non Mi Avete Fatto Niente

Forse il brano più forte di questo Festival. Ci sono tanti riferimenti a fatti successi in questi ultimi mesi (si parla di un concerto in Francia, del sole sulla rambla, di Nizza), alcuni anche violenti. È un brano che si schiera contro il terrorismo e che dà una nuova speranza, nonostante il male (Il mondo si rialza col sorriso di un bambino).

Noemi – Non Smettere Mai di Cercarmi

Una ballad piena di immagini concrete, prese dalla vita quotidiana di ognuno di noi. Si guarda con nostalgia a ciò che è stato, ma con la sicurezza che niente finisce. È una canzone d’amore “alla Noemi” ma si può applicare anche ad altro. Un bel ritorno per la cantante.

Ron – Almeno Pensami

Un grande regalo per gli spettatori del Festival. Ron torna in gara a Sanremo con un brano che porta la firma (sia nel testo che nella musica) di Lucio Dalla. Con un arrangiamento delicato, le parole di Dalla risuonano con rispetto nella voce di Ron (Ah fossi un piccione che dai tetti vola giù fino al suo cuore).

Renzo Rubino – Custodire

Rubino si presenta al Festival con un brano pop perfetto per questo contesto. Il testo e la musica sono entrambe sue. Parla di “insolenza”, “carisma” e addirittura di un “cardo viola”. Un brano che fatica ad arrivare al primo ascolto.

Lo Stato Sociale – Una Vita in Vacanza

Una base elettronica e un testo che è una garanzia per il gruppo. Uno sfottò nei confronti di tutto ciò che oggi va di moda. I ragazzi de Lo Stato Sociale sanno essere impegnati ma leggeri. Un riferimento a Renzi e ai fashion blogger di oggi (Perché lo fai? Perché non te ne vai?).

Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico – Imparare ad Amarsi

È senza dubbio un brano che rende giustizia al carisma e all’eleganza della Vanoni. Intro al piano e un ambiente musicale ricercato. Un invito a godersi il presente così com’è (Bisogna imparare ad amarsi in questa vita).

Le Vibrazioni – Così Sbagliato

Brano con un’apertura decisamente rock. È il grido di un uomo che riconosce le proprie debolezze e che ha l’umiltà di chiedere aiuto. Per questa loro reunion, Le Vibrazioni hanno puntato su un testo non scontato (Mi vuoi bene anche così, così sbagliato) e su un ritornello perfetto per il (grande) pubblico dell’Ariston.

Nina Zilli – Senza Appartenere

Forse la canzone con il testo più criptico di questo Festival. Il vocalizzo in apertura lascia intendere che si tratta di una grande prova vocale per la cantante. Pare che il tema del brano sia il mondo femminile.

https://www.billboard.it/musica/ita/sanremo-2018-il-primo-ascolto-dei-brani-in-gara/2018/01/182990/amp/?utm_source=TW&utm_medium=Twitter%2B%23Billboard%2BItalia&utm_campaign=bbs-Twitter&__twitter_impression=true

RISE17
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18 gennaio, 2018 - 18:38
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Io comunque un altro non podio di Annalisa non lo reggo.

Accetterei il quarto posto solo se il podio è Meta/Moro, Noemi e Decibel o Gazzè.

Le altre cariatidi anche no grazie

Asp
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18 gennaio, 2018 - 18:43
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Ma secondo me Annalisa non ci pensa nemmeno alla vittoria, o almeno spero per lei. Ci ha provato nel 2016 a vincere con un brano difficile e non radiofonico ed è andata malissimo. Quest'anno secondo me punta a fare il risultato nelle vendite, non penso le cambi molto arrivare sul podio o no

Krishoes
Utente 9xP

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18 gennaio, 2018 - 18:43
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Annalisa – Il Mondo Prima di Te

Un brano – scritto con Alessandro Raina e Davide Simonetta – pieno zeppo di riferimenti “naturali” (si parla di “sole”, “temporale”, “montagne”, “mare”, “fiori”). Il tema è quello dell’amore (che non c’è e al quale si ritorna con i ricordi). Lo stile è quello a cui ci ha abituato Annalisa negli ultimi progetti discografici

Quello che speravo di non leggere. ripPer la serie "non si impara mai dai propri errori". Ancora con queste metafore bucoliche/metereologiche/ambientali/animali? Come la falena che danza, i satelliti sulle formiche, la bolla e la stella, la finestra tra le stelle, l'ossigeno nel cuore.deadbanana3  Ma a 30 anni canta la vita reale e concreta!

Teolino
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18 gennaio, 2018 - 18:45
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Sanremo 2018: le canzoni del festival di Baglioni in anteprima

Giò Alajmo18 gennaio 2018

Sanremo 2018

Le abbiamo ascoltate. Tutte. Sono le venti canzoni del prossimo Festival targato Baglioni. Lui non c’era all’anteprima nella sede Rai di Milano, costretto a collegarsi in videoconferenza da Roma per la classica influenza che colpisce i conduttori “ma che ho preso prima per portarmi avanti”, scherza. La scommessa è grande, affidare la manifestazione regina della canzone italiana a un cantante vero, estraneo a giochi televisivi e discografici, che a Sanremo aveva messo piede una volta sola per ricevere il premio Canzone del Secolo e che a momenti manco lo facevano salire sul palco a causa di una maschera solerte che pretendeva di vedere il suo pass. Baglioni ha scelto la canzone, entrare nel meccanismo per guardare a “interpreti sperimentati e canzoni ben fatte” come unico criterio di scelta. Sanremo, si sa, è il Festival di tutti, e tutti lo vorrebbero a modo proprio, terra di motivetti futili da cantare sotto la doccia o manifesto dell’arte canora italiana, sperimentale o tradizionale, melodico o aperto alle novità, palcosecnico del nuovo che vuole avanzare o vetrina immarcescibile del vecchio stabile e immutabile.
Che dire quindi di queste venti canzoni? Che sono forse il mucchio selvaggio di miglior qualità media da anni a questa parte a prescindere dai gusti e dai risultati che otterranno. Sono canzoni d’amore non banali, con una bella scrittura e molte citazioni, con attenzione al mondo che vive e respira attorno alla vita, e con interpreti all’altezza del ruolo.

Se si deve partire da una, scegliamo quella di Ron, “Almeno pensami”, scritta da Lucio Dalla, eredità del grande cantautore bolognese a cui l’amico Ron rende omaggio traducendone lo stile e il respiro. È un concentrato di piccola grande poesia (“se è troppo buio svegliati, se stai dormendo sognami, se stai sognando io sono lì, dentro di te”).
Me se dobbiamo citare una canzone fuori schema non può che essere “Arrivedorci”, l’addio alle scene di Elio e le Storie Tese, omaggio a Stanlio e Ollio e a “una carriera artistica dolcemente statica, ma elogiata dalla critica”. Il pezzo non è granché ma non c’è dubbio che gli Elii lo useranno per invenzioni teatrali a sorpresa e ci chiuderanno i loro ultimi show.

C’è un fascino antico nella canzone di Enzo Avitabile con Peppe Servillo, “Il coraggio di ogni giorno”, popolaresca, quasi rinascimentale, con un inserto in napoletano. Luca Barbarossa si rivolge invece alla sua romanità con una grande stornellata d’amore in dialetto che celebra un amore mai sopito nel tempo per la propria donna.
I Decibel di Enrico Ruggeri hanno un altro omaggio in mente, quello al Duca Bianco, David Bowie, con una “Lettera dal duca” in chiave rock che recupera molte delle atmosfere di Bowie. Mario Biondi invece guarda a Sinatra e al jazz fumoso dei club odoranti di sigaro e bourbon: “Averti qui ha il sapore dell’eternità” canta la sua voce baritonale e calda, sulle note di un pano e pochi strumenti, e un’orchestra soffusa che sembra citare “Strangers in the night”.
Originale e particolare è la scelta di Max Gazzé, una bella melodia colta che guida la storia di un mito, lei rapita dalle sirene e sprofondata in catene nel mare, lui che torna e si trasforma in scoglio attendendo anche cent’anni che un’onda la riporti a galla.

Anche Ornella Vanoni è un mito e sta perfettamente a galla con Bungaro e Pacifico che scrivono per lei una bella canzone vera sulla necessità di gustarsi la vita per quello che è e vivere ogni istante “fino all’ultima emozione”. Il tema non è diverso da quello che canta Lo Stato Sociale, band fortemente voluta da Baglioni, che con “Una vita in vacanza” dall’intro vivaldiana e un ritmo incalzante celebra la fuga dal presente, dalle mille insoddisfazioni di mille lavori, sognando una eterna vacanza nello stile di Antoine.
Se qui siamo nella leggerezza, Fabrizio Moro e Ermal Meta scrivono insieme invece una canzone che parla di terrorismo e di paura, citando in sintesi i numerosi attacchi al cuore dell’Occidente per rifiutarsi di aver paura e cambiare vita: “Non mi avete fatto niente, non mi avete tolto niente”, ribadiscono nel ritornello di un bel brano che avrebbe potuto avere musica migliore.

E poi ci sono i Pooh, stavolta divisi. Due mondi diversi, con Red Canzian che sceglie una canzone rock anni ‘70 per cantare la sua storia di testimone del tempo, dove ognuno ha il suo racconto e nessuno ha una storia uguale a un’altra, mentre Facchinetti e Fogli celebrano insieme il passato e la nostalgia Pooh in un brano di Pacifico che sembra uscito dal repertorio storico del gruppo appena scioltosi.

Andiamo con ordine. Annalisa con “Il mondo prima di te” trova forse la sua miglior canzone, matura come scrittura e interpretazione, Giovanni Caccamo (testo di Cheope) è perfetto interprete della melodia moderna contemporanea che tanto piace ai ragazzini e alle ragazzine che amano naufragare nel mare d’amore, Diodato e Roy Paci aspirano a un mondo in cui la gente abbandoni gli eccessi virtuali e tecnologici per riscoprire il piacere di incontrarsi e parlarsi di persona e vivere davvero senza mediazioni, i Kolors partono rock e poi virano verso una canzoncina fatua dedicata a Frida per far la rima con “sfida”, Noemi canta nello stile di Noemi una canzone che piacerà ai fan di Noemi, Renzo Rubino si lancia in una strana e ruvida storia di odio amore, di litigi e riconciliazioni tra una lei “travestita d’innocenza” e un lui dal “carisma usato male” che non possono che produrre “un cardo viola”.

Si rivedono Le Vibrazioni, già gruppo rock tra Led Zeppelin, psichedelia e canzone d’autore, che tornano in vita senza infamia, anche se qualcosa di più ci si poteva aspettare.
Alla lettera Z c’è infine Nina Zilli, con una particolare storia di emozioni di donna con le sue insicurezze e fragilità, forte nelle debolezze, e decisa a non appartenere a niente e a nessuno.

Sanremo 2018“Ci sarebbero state almeno altre venti canzoni da portare e avevo proposto di fare un festival di due settimane ma non hanno accettato”, spiega Baglioni. Si nota l’assenza del rap, ma il motivo, spiega il neo direttore artistico, è che non ci sono state proposte e che gli artisti pur contattati non avevano un brano pronto o adatto e “c’è stato poco tempo per convincerli che Sanremo può diventare anche una festa della musica e non solo un evento mediatico e televisivo”.

La scommessa sarà ora mantenere alta l’attenzione per cinque giorni senza eliminazioni, sangue artistico e lacrime che fanno tanto audience.
Intanto si definisce meglio il venerdì dei duetti, in cui ospiti giungeranno a creare nuove versioni dei venti brani in gara. Al momento sono confermati Skin per le Vibrazioni, Alessandro Preziosi per Vanoni Bungaro e Pacifico, Serena Rossi per Rubino, Giusy Ferreri per Facchinetti-Fogli, Michele Bravi per Annalisa, Anna Foglietta per Barbarossa, Tom Jobim e Ana Carolina per Biondi, Arisa per Caccamo, Masini per Canzian, Neri per Caso per gli Elii, Alice per Ron.

 

http://www.spettakolo.it/2018/.....remo-2018/

ouro
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18 gennaio, 2018 - 18:47
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Spettakolo

Che dire quindi di queste venti canzoni? Che sono forse il mucchio selvaggio di miglior qualità media da anni a questa parte a prescindere dai gusti e dai risultati che otterranno. Sono canzoni d’amore non banali, con una bella scrittura e molte citazioni, con attenzione al mondo che vive e respira attorno alla vita, e con interpreti all’altezza del ruolo.
Se si deve partire da una, scegliamo quella di Ron, “Almeno pensami”, scritta da Lucio Dalla, eredità del grande cantautore bolognese a cui l’amico Ron rende omaggio traducendone lo stile e il respiro. È un concentrato di piccola grande poesia (“se è troppo buio svegliati, se stai dormendo sognami, se stai sognando io sono lì, dentro di te”).
Me se dobbiamo citare una canzone fuori schema non può che essere “Arrivedorci”, l’addio alle scene di Elio e le Storie Tese, omaggio a Stanlio e Ollio e a “una carriera artistica dolcemente statica, ma elogiata dalla critica”. Il pezzo non è granché ma non c’è dubbio che gli Elii lo useranno per invenzioni teatrali a sorpresa e ci chiuderanno i loro ultimi show.

C’è un fascino antico nella canzone di Enzo Avitabile con Peppe Servillo, “Il coraggio di ogni giorno”, popolaresca, quasi rinascimentale, con un inserto in napoletano. Luca Barbarossasi rivolge invece alla sua romanità con una grande stornellata d’amore in dialetto che celebra un amore mai sopito nel tempo per la propria donna.
Decibel di Enrico Ruggeri hanno un altro omaggio in mente, quello al Duca Bianco, David Bowie, con una “Lettera dal duca” in chiave rock che recupera molte delle atmosfere di Bowie. Mario Biondi invece guarda a Sinatra e al jazz fumoso dei club odoranti di sigaro e bourbon: “Averti qui ha il sapore dell’eternità” canta la sua voce baritonale e calda, sulle note di un pano e pochi strumenti, e un’orchestra soffusa che sembra citare “Strangers in the night”.
Originale e particolare è la scelta di Max Gazzé, una bella melodia colta che guida la storia di un mito, lei rapita dalle sirene e sprofondata in catene nel mare, lui che torna e si trasforma in scoglio attendendo anche cent’anni che un’onda la riporti a galla.
Anche Ornella Vanoni è un mito e sta perfettamente a galla con Bungaro e Pacifico che scrivono per lei una bella canzone vera sulla necessità di gustarsi la vita per quello che è e vivere ogni istante “fino all’ultima emozione”. Il tema non è diverso da quello che canta Lo Stato Sociale, band fortemente voluta da Baglioni, che con “Una vita in vacanza” dall’intro vivaldiana e un ritmo incalzante celebra la fuga dal presente, dalle mille insoddisfazioni di mille lavori, sognando una eterna vacanza nello stile di Antoine.
Se qui siamo nella leggerezza, Fabrizio Moro e Ermal Meta scrivono insieme invece una canzone che parla di terrorismo e di paura, citando in sintesi i numerosi attacchi al cuore dell’Occidente per rifiutarsi di aver paura e cambiare vita: “Non mi avete fatto niente, non mi avete tolto niente”, ribadiscono nel ritornello di un bel brano che avrebbe potuto avere musica migliore.

E poi ci sono i Pooh, stavolta divisi. Due mondi diversi, con Red Canzian che sceglie una canzone rock anni ‘70 per cantare la sua storia di testimone del tempo, dove ognuno ha il suo racconto e nessuno ha una storia uguale a un’altra, mentre Facchinetti e Fogli celebrano insieme il passato e la nostalgia Pooh in un brano di Pacifico che sembra uscito dal repertorio storico del gruppo appena scioltosi.

Andiamo con ordine. Annalisa con “Il mondo prima di te” trova forse la sua miglior canzone, matura come scrittura e interpretazione, Giovanni Caccamo (testo di Cheope) è perfetto interprete della melodia moderna contemporanea che tanto piace ai ragazzini e alle ragazzine che amano naufragare nel mare d’amore, Diodato e Roy Paci aspirano a un mondo in cui la gente abbandoni gli eccessi virtuali e tecnologici per riscoprire il piacere di incontrarsi e parlarsi di persona e vivere davvero senza mediazioni, The Kolors partono rock e poi virano verso una canzoncina fatua dedicata a Frida per far la rima con “sfida”, Noemi canta nello stile di Noemi una canzone che piacerà ai fan di Noemi, Renzo Rubino si lancia in una strana e ruvida storia di odio amore, di litigi e riconciliazioni tra una lei “travestita d’innocenza” e un lui dal “carisma usato male” che non possono che produrre “un cardo viola”.
Si rivedono Le Vibrazioni, già gruppo rock tra Led Zeppelin, psichedelia e canzone d’autore, che tornano in vita senza infamia, anche se qualcosa di più ci si poteva aspettare.
Alla lettera Z c’è infine Nina Zilli, con una particolare storia di emozioni di donna con le sue insicurezze e fragilità, forte nelle debolezze, e decisa a non appartenere a niente e a nessuno

RISE17
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18 gennaio, 2018 - 18:55
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Scusami @Krishoes, ma è ovvio che Nali punti alle vendite sadida

Ma chi è che comprerebbe il singolo di una arrivata decima al Festival? Nessuno, purtroppo. 

Di conseguenza l’album ne risentirebbe parecchio. E anche questa volta niente certificazione.

 

Scusate se la faccio così tragica ma dopo Il Diluvio......rofl

Bigboj
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18 gennaio, 2018 - 18:56
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"Il mondo prima di te" di Annalisa

Il piano con cui parte questo pezzo è una delle costanti, come spesso avviene, un'intro che darà la possibilità all'orchestra di essere protagonista. Quella di Annalisa non è una canzone che scombussola chissà che, ma è senza dubbio un pezzo pop, contemporaneo e ben scritto, con un testo che riesce a parlare di amore evitando certe banalità (si sentono le mani di Raina e Simonetta), non vi inganni il "Siamo fiori, siamo due radici che si dividono per ricominciare a crescere". Una bella sorpresa.

"Il coraggio di ogni giorno" di Avitabile e Servillo

Il primo di svariati duetti che Baglioni ha scelto per questo suo Sanremo ripercorre le strade che i fan dei due artisti, soprattutto di Avitabile conoscono bene, anche grazie alla world. La voce del Maestro napoletano, infatti, è inconfondibile e dà subito l'atmosfera, che si completa con la delicatezza di Servillo: voci che cantano quello che si descrive nel titolo, ovvero il vivere e resistere, con un riferimento immediato alla Scampia di Avitabile ("Scrivo la mia vita, tracce sulle pietre ed ho gli occhi di Scampia") che ha nelle periferie uno dei suoi temi preferiti. Non manca un inciso in napoletano. Di classe.

"Passame er sale" di Luca Barbarossa

Barbarossa ha deciso di percorrere la strada romana e la cosa di cui gli va dato atto e di averlo fatto appieno, senza ripensamenti. "Passame er sale" è un pezzo in romanesco, un valzer che riprende i grandi classici, anche nelle tematiche di amore, perdita e ritrovamento. Una scelta interessante, anche per il futuro radiofonico e che oggi, almeno tra i nomi un po' più grandi non è comune (forse c'è Mannarino a farlo in maniera folk). Coraggioso.

"Rivederti" di Mario Biondi

Sempre il piano a dare il via alla canzone che con la voce di Biondi ti fa sussultare. La scelta del crooner siciliano, però, nel vasto spettro delle possibilità è quello della melodia italiana, un po' lento, ma retto soprattutto dalle capacità vocali del cantante. Più Il Volo che il soul, per capirsi. Si poteva fare di più, ma forse proprio per questa sua vena, piacerà.

"Eterno" di Giovanni Caccamo

Caccamo sa il fatto suo e ha una voce limpida dalla sua parte che viene risaltata dall'arrangiamento, ma avrebbe potuto osare un po' di più e non basta il crescendo finale. Insomma, se vi piace Caccamo continuerà a piacervi, se no, non cambierà molto. Ma potrebbe finire nella metà alta.
"Ognuno ha il suo racconto" di Red Canzian

Dopo l'ubriacatura di archi e piani ci pensa Red Canzian a portare un po' di rock e lo fa ripercorrendo le cose più spinte dei Pooh, accompagnando un testo che è una riflessione sulla (propria) vita. Si muovono testa e piedi e ci so o anche i coretti. Una sorpresa.

"Lettera dal Duca" dei Decibel

Lontani dalle atmosfere di "Contessa", la canzone con cui parteciparono al Festival dell'80 "Lettera dal duca" continua la scia canziana, nel senso che qua si sente l'influenza della band, è tutto più suonato, con il timbro di Ruggeri che volente o nolente dà l'atmosfera e un inciso in inglese. Il testo – che rende omaggio anche al Duca Bianco, Bowie – è una riflessione sul passato, con aperture a un presente più spirituale, se solo si cerca di superare i propri limiti.

"Adesso" di Diodato e Roy Paci

Un pezzo fresco quello di Diodato e Paci, con il primo, autore del pezzo, che emerge, grazie anche a una delle voci più belle del panorama italiano. Forse ci si aspettava un po' più di Paci e della sua tromba, che si prende il suo spazio sul finale. Perché preoccuparsi del futuro quando "adesso è tutto ciò che avremo" dice l'autore di "Cretino che sei" in un pezzo che dà un po' di aria al complesso.

"Arrivedorci" di Elio e le Storie Tese

Un commiato, un addio, ma a modo loro. La lettera con cui la band marziana saluta tutti, con un po' di giochi di parole e una struttura che non cerca i fuochi d'artificio ma nella sua linearità conferma gli Elii come una delle migliori band che abbiamo (avuto?). La curiosità è capire come si presenteranno sul palco per dire arrivedorci a tutti: "Questa storia unica ha una fine drastica, leggermente comica".

"Il segreto del tempo" di Facchinetti e Fogli

Dire che c'è molto Pooh è abbastanza ovvio, ma a volte l'ovvietà è anche la cosa più immediata e così i fan della band più longeva d'Italia sarà contenta di rivedere i due sul palco assieme, dopo averli ascoltati su disco. I due si alternano nelle strofe, prima di unirsi con un effetto nostalgia importante che fanno da contraltare al compagno Canzian.

"La leggenda di Cristalda e Pizzomunno" di Max Gazzè

Cosa dire ancora di Gazzè, se non che ogni sua canzone riesce a essere una sorpresa pur nei canoni che gli sono abituali. Questa ballata è forse, però, almeno nel testo più vicina ad Alchemaya, il suo progetto teatrale e sinfonico che ha il piano in primo piano ma anche una parte orchestrale che a Sanremo sarà esaltata al massimo.

"Frida" dei The Kolors

La band capitanata da Stash Fiordispino dà un tocco di colore ulteriore a questa edizione e cantando per la prima volta in italiano abbandona l'amatissimo funk per un pezzo più pop, ma per niente sanremese. Memore del successo di "Everytime", poi, Stash opta per un hook che è destinato a rimanere in testa, ovvero quel "mai mai mai mai" che caratterizza un pezzo in cui titolo deriva, chiaramente dalla Khalo. Chissà come verrà arrangiato con l'orchestra sul palco dell'Ariston.

"Non mi avete fatto niente" di Meta e Moro

La canzone sociale è un altro grande classico del Festival e protagonisti non potevano che essere Meta e Moro che di testi impegnati ne hanno fatto un cavallo di battaglia. E anche questa volta rischiano di prendersi il Premio della Critica, se non qualcos'altro. Forse la voglia di alternanza – dopo un pezzo radiofonico come quello di Gabbani – potrebbe portare il mid-tempo dei due al successo, chissà. Si parla di terrorismo e della resistenza alla paura.

"Non smettere mai di cercarmi" di Noemi

È il pezzo che ti aspetti da Noemi, e perché dovrebbe essere altrimenti, in effetti. La cantante sceglie dal rage ampio dell'album che sarà un pezzo che si incastra perfettamente nella sua produzione passata e in quella sanremese. L'ha definita una "Sono solo parole 2", ma la volontà della cantante era quello di avere un pezzo semplice con un messaggio diretto ed universale. Ci siamo.

"Almeno pensami" di Ron

Ron gioca in casa e lo fa portando a Sanremo un brano scritto da Lucio Dalla e trattandolo con l'eleganza che lo contraddistingue, senza cercare il numero, direbbero i commentatori calcistici: "Almeno pensami, senza pensarci pensami, se vai lontano scrivimi".

"Custodire" di Renzo Rubino

Rubino si conferma come uno dei giovani cantautori più interessanti e a sanremo si presenta con un brano pop contemporaneo in cui (e forse lo si dice con senno di poi) si sente un certo incedere à la Negramaro, gli ultimi, quelli elettronici (Sangiorgi ha collaborato alla canzone). Ma il pezzo, che racconta un amore tribolato fatto dio grande affetto iniziale, problemi e voglia di riprovarci, è armonico.

"Una vita in vacanza" de Lo Stato Sociale

Ecco, Lo Stato Sociale hanno portato il pezzo più fresco del blocco, e arrivano a Sanremo con la cassa dritta e un pezzo che non scontenterà i fan di una vita, senza sconvolgere chi non li conosce. Vale per le sonorità, ma anche per i testi che contengono anche un "Nessuno che rompe i coglioni", raccontando come non ci sia "niente di nuovo che avanza". Saranno una delle sorprese.

"Imparare ad amarsi" di Vanoni, Bungaro e Pacifico

La Vanoni dà il la con un'interpretazione impeccabile e un timbro che ben conosciamo, Pacifico suona e Bungaro si alterna con al cantante per un pezzo che alimenterà il piacere del pubblico tradizionale del festival che potrà anche riflettere sull'importanza del "Vivere ogni istante fino all'ultima emozione".

"Così sbagliato" de Le Vibrazioni

È ancora il lato rock quello che dà più soddisfazioni nel complesso, forse anche perché sul palco sanremese continua a essere minoranza e così il pezzo de Le Vibrazioni quasi ti spiazza – non per loro, ovviamente – che sposa anche il bisogno radiofonico, supportato da una bella interpretazione vocale di Sarcina.

"Senza appartenere" di Nina Zilli

Quello della Zilli è un pezzo costruito proprio attorno alla voce della cantante che sfrutta un arrangiamento sanremese, con gli archi che a un certo punto prendono piede, e la cantante che, accennando pure un "na na na na", parla dell'essere donna: "Donna siete tutti e non l'hai mai capito".

 

https://music.fanpage.it/sanremo-2018-in-anteprima-le-20-canzoni-dei-big-del-festival/#il-mondo-prima-di-te-di-annalisa

Krishoes
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18 gennaio, 2018 - 19:00
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RISE17 ha detto
Scusami @Krishoes, ma è ovvio che Nali punti alle vendite sadida

Ma chi è che comprerebbe il singolo di una arrivata decima al Festival? Nessuno, purtroppo. 

Per vendere devi per forza andare a parare su mare, sole, stelle, luna, montagne, fiori (e il resto già citato?). "Vietato morire", per fare un esempio sanremese, parla di cose concrete.

Quei riferimenti che io definisco "bucolici" mi sembrano immaturi, da ragazzini. Capisco che il target continui a essere quello da secoli, ma vorrei qualcosa in cui il pubblico più ampio possa rispecchiarsi, riferimenti concreti, veri, quasi a toccarli con mano. Una storia profonda da raccontare, che può essere benissimo orecchiabile e radiofonica lo stesso. Poi magari sarà così eh, e lui si è basato solo su quelle metafore che non reggo.

Il diluvio purtroppo era una randomata melodrammatica e troppo piena di riferimenti non immediati, non è nemmeno quello a cui mi riferisco quando dico che vorrei qualcosa di diverso.

smiley
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18 gennaio, 2018 - 19:02
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Ok per Annalisa quindi una ballad che le permette di mostrare la voce, ma con un arrangiamento radiofonico (pericolo diluvio scampato forse). La frase citata sui vestiti non mi piace così estrapolata, vediamo come sarà con tutto il testo e la musica. 

Il fatto che molti definiscono la canzone di Noemi "un brano alla Noemi" mi fa ben sperare perché penso che prendano come riferimento i suoi successi. Rimango perplessa sul ritornello a questo punto. 

Nina sembra non essere stata capita molto piango2 ma neanche l'ultimo album è stato capito, potrebbe piacermi lol

Mi.aspettavo un maggior entusiasmo per Meta&Moro, l'anno scorso con Fiorella e lo stesso Ermal i giornalisti si erano sbilanciati maggiormente. Forse non vincono. 

Temevo che il brano di Gazzè fosse una di quelle canzoni che ascolti a Sanremo a basta, un esercizio di stile (un po' come gli Elii ?), ma anche qui le recensioni mi fanno ben sperareexcited

Teolino
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18 gennaio, 2018 - 19:03
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Sanremo 2018: prime impressioni sui brani. Svelati alcuni duetti, tra attori, cantanti stranieri e grandi ritorni.

by Andrea Galastro 18 gennaio 2018, 17:57

E’ avvenuto oggi il primo ascolto, da parte di giornalisti e addetti ai lavori, delle canzoni in gara al prossimo 68° Festival di Sanremo, in programma dal 6 al 10 febbraio, con la conduzione di Claudio Baglioni, Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino

Le prime impressioni sono naturalmente soggettive, ma dalle recensioni dei presenti, ecco a grandi linee cosa dovremo aspettarci di ascoltare sul palco dell’Ariston.

Si passa dalle ballate di Nina Zilli e Annalisa, al grande stile pop de Lo Stato Sociale e i The Kolors, mentre il trio Vanoni-Bungaro-Pacifico, Renzo Rubino, Ron e Max Gazzè punteranno tutto sull’eleganza dei loro brani. Elio e le Storie Tese non si discosteranno dal loro stile ironico, così come Facchinetti-Fogli proseguiranno le atmosfere dei Pooh. Come prevedibile, il pezzo della coppia Ermal Meta-Fabrizio Moro è molto intenso, mentre riserveranno delle sorprese Mario Biondi, con uno stile quasi jazz, e Luca Barbarossa e la coppia Avitabile-Servillo, che canteranno in dialetto, rispettivamente romano e napoletano. Brani potenti e da non sottovalutare per Giovanni Caccamo, Noemi e Diodato con Roy Paci, mentre i Decibel, le Vibrazioni, Red Canzian porteranno al Festival delle sonorità rock.

http://trashitaliano.it/sanrem.....i-ritorni/

saccio
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18 gennaio, 2018 - 19:05
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Krishoes ha detto

RISE17 ha detto
Scusami @Krishoes, ma è ovvio che Nali punti alle vendite sadida

Ma chi è che comprerebbe il singolo di una arrivata decima al Festival? Nessuno, purtroppo. 

Per vendere devi per forza andare a parare su mare, sole, stelle, luna, montagne, fiori (e il resto già citato?). "Vietato morire", per fare un esempio sanremese, parla di cose concrete.

Quei riferimenti che io definisco "bucolici" mi sembrano immaturi, da ragazzini. Capisco che il target continui a essere quello da secoli, ma vorrei qualcosa in cui il pubblico più ampio possa rispecchiarsi, riferimenti concreti, veri, quasi a toccarli con mano. Una storia profonda da raccontare, che può essere benissimo orecchiabile e radiofonica lo stesso. Poi magari sarà così eh, e lui si è basato solo su quelle metafore che non reggo.

Il diluvio purtroppo era una randomata melodrammatica e troppo piena di riferimenti non immediati, non è nemmeno quello a cui mi riferisco quando dico che vorrei qualcosa di diverso.  

Il conmento con voto poco sopra a quello che hai scritto, smonta la questione

saccio
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18 gennaio, 2018 - 19:07
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Teolino ha detto
Sanremo 2018: prime impressioni sui brani. Svelati alcuni duetti, tra attori, cantanti stranieri e grandi ritorni.

by Andrea Galastro 18 gennaio 2018, 17:57

E’ avvenuto oggi il primo ascolto, da parte di giornalisti e addetti ai lavori, delle canzoni in gara al prossimo 68° Festival di Sanremo, in programma dal 6 al 10 febbraio, con la conduzione di Claudio Baglioni, Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino

Le prime impressioni sono naturalmente soggettive, ma dalle recensioni dei presenti, ecco a grandi linee cosa dovremo aspettarci di ascoltare sul palco dell’Ariston.

Si passa dalle ballate di Nina Zilli e Annalisa, al grande stile pop de Lo Stato Sociale e i The Kolors, mentre il trio Vanoni-Bungaro-Pacifico, Renzo Rubino, Ron e Max Gazzè punteranno tutto sull’eleganza dei loro brani. Elio e le Storie Tese non si discosteranno dal loro stile ironico, così come Facchinetti-Fogli proseguiranno le atmosfere dei Pooh. Come prevedibile, il pezzo della coppia Ermal Meta-Fabrizio Moro è molto intenso, mentre riserveranno delle sorprese Mario Biondi, con uno stile quasi jazz, e Luca Barbarossa e la coppia Avitabile-Servillo, che canteranno in dialetto, rispettivamente romano e napoletano. Brani potenti e da non sottovalutare per Giovanni Caccamo, Noemi e Diodato con Roy Paci, mentre i Decibel, le Vibrazioni, Red Canzian porteranno al Festival delle sonorità rock.

http://trashitaliano.it/sanrem.....torni/  

Grandissima recensione che fa capire bene come sono le canzoni ...

ale94
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18 gennaio, 2018 - 19:10
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Alla fine scrivono tutti le stesse cose! La recensione più interessante è quella di Monina (da prendere sempre con le pinze eh). Aspetto quella della Gallo che mi sembra avere un buon gusto musicale e aspetto per vedere chi ammazzerà la Venegoni!

Molto curioso per Annalisa (e soprattutto per il duetto con Michele) e per Noemi. Dalle recensioni mi incuriosiscono Gazzè, Meta / Moro, Ron e il trio lescano Vanoni / Pacifico / Bungaro.

Per i The Kolors ho già paura plsnot 

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