Utente
7 agosto, 2013
Ultimi 30 minuti per votare! Alle 21:00 chiusura del televoto e inizia la finalissima
MISS o MR CONGENIALITY. Il vincitore del premio andrà al favorito del pubblico, l'utente che non ha vinto ma che avrebbe meritato la vittoria. Se la vostra scelta dovesse andare al vincitore, verrà premiato il secondo classificato. Potete scegliere tra:
Columbia
NicksFactor
Morg
BertoBarto
CapoHorn
Asp
Evil
Alby
Pupi87
Mariomatt
MIGLIOR MINI CHALLENGE
Reality Quiz - vinta da BertoBarto
Epic Moments - vinta da BertoBarto
OtheRH UseRH - vinta da Alby
Engagement RHate - vinta da Mariomatt
Estero - vinta da BertoBarto
Mistery Box - vinta da Alby
Il mio Pechino Express - vinta da Evil
Everybody loves Puppets - vinta da Asp
MIGLIOR MAIN CHALLENGE
Fan Club - vinta da Alby
GIF Party - vinta da Mariomatt
Eurovision Live - vinta da BertoBarto
Snatch Game - vinta da Alby
I migliori anni - vinta da Capo Horn
Crea il tuo programma - vinta da Alby
X Factor - vinta da Mariomatt
Il topic dei miei sogni - vinta da Pupi
MIGLIOR POSTING FOR YOUR LIFE
Bullismo e Cyberbullismo - vincitore Evil su Columbia
Milly vs. Maria - vincitore Capo Horn su NicksFactor
La mia prima volta - vincitore Asp su Morg
Giornata contro l'omofobia - vincitore Asp su Pupi
Cartoni Animati - vincitore Capo Horn su Alby
Il successo di Barbara d'Urso - vincitore Mariomatt su BertoBarto
Io e le mie ossessioni - vincitore Asp su Capo Horn
Il viaggio che vorrei - vincitore Evil su Asp
Utente
7 agosto, 2013
Benvenuti alla finalissima di Best UseRH Race. Questa sera, per l'ultima volta, dovrete postare per la Corona
@Alby @mariomatt il tema della finalissima è:
TV HISTORY
Un gioco che ha lo scopo di eleggere il miglior utente di RH non può non chiudersi con questa sfida. Quali sono stati, per voi, i migliori momenti della tv? Fateceli vivere
Due utenti stanno di fronte a me. Utenti questa è la vostra ultima possibilità di impressionarmi e vincere il titolo.
Buona fortuna... e non mandate tutto a putta*e
Admin
7 agosto, 2013
La cara vecchia TV. Cosa sarebbe stata la nostra vita senza questa incredibile invenzione?
Ecco la mia classifica dei cinque migliori momenti di sempre:
Quinto posto
https://www.youtube.com/watch?v=vLg9P4C0_4s
col prossimo post parto sul serio (o quasi)
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Voglio partire dal principio, da molto tempo fa, perché è lì che sono arrivato cercando i momenti più belli che mi legano alla tv.
Il primo programma che mi viene in mente quando penso alla mia infanzia è Luna Park, il preserale di Raiuno con le prove ispirate alle attrazioni di un parco giochi. Lo adoravo e aspettavo come poche cose. La sua particolarità era la conduzione a rotazione, durante la quale si alternavano cinque conduttori.
Io stravedevo per Fabrizio Frizzi e Milly Carlucci, rispettivamente di turno il lunedì e il martedì. Erano anche gli anni in cui insieme conducevano Scommettiamo Che?, altro programma per cui da bambino andavo matto.
Fabrizio e Milly erano divertentissimi e bravissimi. Per me erano la coppia perfetta. Mi hanno fatto ridere in mille occasioni ed erano un po' come degli zii televisivi, di quella tv con cui sono cresciuto. Inutile dire che sono rimasto malissimo quando ho cominciato a realizzare che non erano marito e moglie. A vederli insieme era impossibile non accorgersi del bene che si volevano.
Quando quei programmi si sono conclusi, ognuno dei due ha preso la sua strada, ma pur sempre continuando ad incrociarsi di tanto in tanto. Ogni volta che mi è capitato di ritrovarli insieme sembrava ricrearsi subito quell'atmosfera che da piccolo mi aveva così colpito.
Ho sempre trovato bellissimo l'affetto con cui si prendevano simpaticamente in giro, il modo di capirsi al volo, di chiamarsi "fratelli". Quando erano fianco a fianco, cogliere quella naturale complicità, quell'alchimia autentica che bucava lo schermo fino ad avvolgerti.
Vedere Milly dire addio a Fabrizio, per me è stato un dolore nel dolore. Sono immagini che mi hanno toccato in un modo stranissimo. Allo stesso tempo, però, la forza di quel legame mi ha commosso ancora una volta. Una pagina dei momenti più belli mi viene di dedicarla a loro, alla semplicità e alla dolcezza con cui mi hanno emozionato.
Dagli spensierati pomeriggi con Luna Park, dalle sigle improbabili di Scommettiamo Che? Sono passati dieci, quindici, poi vent'anni. Per me saranno sempre ricordi indimenticabili, di una tv di cui ho sempre più nostalgia.
Admin
7 agosto, 2013
Gli inizi - La TV in bianco e nero
Sembra strano ma c’è stata un’epoca storica nemmeno troppo lontana in cui in una casa non erano accesi tre apparecchi contemporaneamente. E’ l’epoca del bianco e nero, quando la gente si riuniva nei bar per seguire le prime trasmissioni televisive e la principale preoccupazione dell’italiano era non tanto scoprire se il tizio di turno avrebbe scelto di lasciare o raddoppiare ma riuscire a decifrare il colore della giacca di Mike.
1954 – una signorina dalla cofana discutibile annuncia l’inizio delle trasmissioni in Itala
Come momento rappresentativo di quest’epoca ho scelto quello che recentemente è stato votato, insieme all’11 settembre, come l'evento più importante della storia della TV.
Nella notte tra il 21 e 22 luglio del 1969, kekkè ne dikano i komplottysty, i primi esseri umani sbarcano sulla Luna. Si tratta di un momento indelebile nell’immaginario collettivo: è qui che l’uomo si rende conto di vivere in un’epoca fantastica in cui gli è consentito di avere accesso a qualunque cosa e, soprattutto, di vivere in prima persona momenti così importanti, arrivando in qualche modo a farne parte.
Poco importa se il tutto avviene tramite immagini sgranate e audio quali “Zzzzzffffhh step ffff crrrrr nitzy”: è tutto ugualmente bellissimo.
La RAI e gli italiani celebrano questo indimenticabile momento attraverso 28 interminabili ore di diretta TV. Mentana:
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Quanto dura il momento perfetto?
I più romantici diranno che passa in un istante, i più sognatori che resta nell'eternità. Soltanto chi lo ha vissuto, chi ha assaporato quell'inebriante sensazione di armonia con il cosmo, saprà trovare la risposta nel proprio cuore.
Nove minuti e dieci secondi.
Ammettiamolo. Il pianosequenza Elia vs Yespica è un'opera d'arte a tutti gli effetti. Un patrimonio audiovisivo dell'umanità. È un po' come Guernica di Picasso. Puoi stare lì a vederlo e rivederlo per ore e non sapere mai esattamente dove guardare, a cosa dedicare attenzione e a cosa sottrarla. Ad ogni occhiata riesci a cogliere una sfumatura diversa, una frase nuova, una pennellata che prima ti era inspiegabilmente sfuggita. È sempre lo stesso momento, ma non è mai la stessa cosa. O forse sei tu ad essere diverso?
Una semplice goccia nell'inarrestabile e infinito flusso televisivo, eppure così impetuosa, indelebile. A volte basta una minima sciocchezza per riattivare quel loop, per riprendere le frasi esatte, i gesti, le intonazioni. Passaggi che ormai fanno parte di noi.
L'ho guardato e riguardato decine di volte e non riesco a trovare un frammento migliore dell'altro. Ogni cosa è al posto giusto, ogni creatura che prende parte all'idillio è fondamentale nel suo piccolo o grande ruolo.
In quel fatidico 23esimo giorno della seconda edizione dell'Isola dei Famosi è stato scritto un pezzo di storia, non solo perché per la prima volta abbiamo assistito ad una meraviglia del genere, un branco di showgirl affamate che si prendono per i capelli tra le frasche, ma perché cominciavano a definirsi sempre più chiaramente i contorni di quel soave momento televisivo chiamato trash.
Uno sguardo laterale che di certo ha cambiato il mio modo di essere spettatore delle cose. Dentro e fuori la cornice di uno schermo.
Admin
7 agosto, 2013
La TV a colori
Uh scusate ho sbagliato GIF
Le prime trasmissioni a colori non sperimentali arrivano in Italia nel febbraio 1977, con un decennio di ritardo rispetto agli altri paesi sviluppati, a causa di diversi dibattiti parlamentari che ne avevano a lungo fermato l’introduzione. Anything familiar?
E’ l’epoca in cui Domenica In era la principale trasmissione di riferimento degli italiani, anche senza argomenti boom boom quali:
E’ anche l’epoca delle imprese di Pietro Mennea e degli incontri di boxe trasmessi in prima serata. La testimonianza principale che ho di quel periodo viene da mia zia e parla della serata in cui preparò una cena mastodontica invitando l’intera famiglia per guardare in diretta un importantissimo incontro di boxe. E niente so solo che l’atleta italiano che era in gara finì al tappeto al primo pugno con conseguente serata rovinata.
Restando in tema sportivo questo è il momento che voglio ricordare di questo periodo
Alzi la mano chi non ha visto almeno una volta queste immagini. Mondiali 1982, dopo una incredibile cavalcata l’Italia di Bearzot conquista il suo terzo titolo mondiale, a dire di tutti quello più bello – Fabio Grosso cancelled – della sua storia. L’Italia tutta è riunita davanti a questo potentissimo mezzo prima di andare a festeggiare tra auto ribaltate e bagni nelle fontane.
(E sì, il vero motivo per cui ho scelto questo momento è farvi rosicare ancora di più per l’assenza dell’Italia a Russia 2018)
Admin
7 agosto, 2013
L'avvento della TV commerciale
Il 3 settembre 1980, con la nascita di Canale 5, la vita di milioni di inconsapevoli casalinghe italiane sta per cambiare. In pochi anni buona parte dei volti noti della nostra televisione lascia la RAI per scelte professionali (leggasi: li sordi) approdando alla corte del Biscione. Il 90% di loro tornerà con la coda tra le gambe ma quella fase della TV ha segnato lo stesso un enorme cambiamento. Lustrini, pailettes e abiti succinti diventano la norma, tette e culi non sono più un tabù grazie a Umbertone Smaila e, più in generale, prende vita una TV meno conformista e attenta a quello che fa e dice, segno di un’Italia che cambia.
Il momento che ho scelto per rappresentare quest’epoca è il seguente:
26 settembre 1992: Una giovane spaesata Maria De Filippi compare per la prima volta davanti alle telecamere. Nessuno era consapevole dell’importanza di quel momento, né la conduttrice stessa né, ad occhio, i tizi alle sue spalle che a saperlo si sarebbero conciati un attimo meglio.
Talk show, Talent, People show: Il mondo dello spettacolo sarà profondamente influenzato da una donna che, piaccia o meno, nel corso degli anni è diventata simbolo e apripista di un modo di fare televisione, la cosiddetta TV dei sentimenti, che tutt’oggi sembra non conoscere crisi.
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Questo che segue non è un momento bello. È un momento fottutamente bello.
Nulla mi ha avvicinato di più alla sfera divina quanto l'attimo in cui Queen Kelley Wentworth ha pronunciato il fatidico “You know what, Jeff?”.
Poche settimane prima, pur non sapendo chi fosse, avevo patito con lei durante il rischioso recupero dell'idol, alla presenza di tutti gli altri avversari. Ho amato le facce sconvolte degli altri concorrenti quando lo ha giocato. Ho ululato di gusto durante la lettura di ciascuno dei nove voti contrari che è riuscita ad annullare. Ho goduto quando ha mandato a casa il fiduciosissimo Savage.
Sono entrato nel mood di Survivor appassionandomi al percorso di questa ragazza e ho tifato per lei come raramente mi è capitato di fare con altri.
La 31esima è stata la mia prima stagione di Survivor e quella che mi ha portato immediatamente a recuperare le 30 stagioni precedenti nel giro di pochi mesi. Questo di QKW è uno dei momenti più epici di sempre, forse non quello più epico in assoluto, ma sicuramente quello a cui il mio cuore è legato in modo particolare.
Oltre a cambiare la mia prospettiva sul modo di intendere i reality e i game, Survivor mi ha proiettato in un universo affascinante ed articolato, che mi ha letteralmente inghiottito e fatto innamorare.
Non si tratta di solo intrattenimento, io l'ho sempre visto come una grande metafora della vita. Continua a stimolarmi in mille modi, con i suoi personaggi e i suoi meccanismi anni luce avanti rispetto a ciò a cui ero abituato prima.
È folle pensare che un programma televisivo, soprattutto di questo tipo, possa cambiare la vita di uno spettatore, eppure Survivor è una di quelle scoperte che ha segnato un confine. Un momento quotidiano di condivisione, di entusiasmo, di passione.
Esiste un prima e un dopo Survivor e quel "You know what, Jeff?" ha fatto la differenza.
Admin
7 agosto, 2013
L’era dei reality
Il nostro amato sito non esisterebbe se in quel lontano 14 settembre del 2000 un gruppo di 10 ragazzi non avesse varcato la porta rossa di Cinecittà. La nascita del genere reality segna una rivoluzione non solo televisiva ma anche e, forse, soprattutto culturale, senza precedenti. Il telespettatore si scopre improvvisamente attratto dalla prospettiva di spiare morbosamente le vite altrui, di vivere attraverso le parole e i sentimenti “reali” degli altri, una sorta di seconda vita. Tutto questo grazie alla televisione.
E’ l’epoca della fama veloce, del successo mordi e fuggi e accessibile davvero a chiunque.
Dopo la mitica prima edizione del GF in Italia è il delirio, arrivano Isole, Talpe, Ristoranti. Tutto è ripreso dalle telecamere: c’è gente che si fa sbattere nel Far West, c’è chi pur di farcela si fa insultare da Briatore, chi adora la propria vita, chi si ritira perché se lo può permettere, chi mi a buttat ì bbicchiere in faccia e chi più ne ha più ne metta.
Andy Warhol alla fine degli anni ‘60
Andy Warhol negli anni 2000
Successivamente arrivano i Talent, in un primo momento nati come costola dei reality e in seguito diventati un genere a sé, in alcuni casi anche di maggior successo dei reality stessi.
Il momento iconico che ho scelto per quest’epoca è naturalmente questo:
La foto parla da sola.
Admin
7 agosto, 2013
I giorni nostri. Internet e TV digitale
Il 4 luglio 2012 finisce ufficialmente l’epoca della TV analogica in Italia e ha inizio definitivamente quella del digitale terrestre. Cosa è cambiato nel nostro modo di seguire la TV? In realtà niente, se non il fatto che il segnale si è fatto più debole e che, da quella data, le nostre nonne ci danno il tormento perché ancora non capiscono la differenza tra il telecomando della TV e quello del decoder.
E’ l’epoca in cui la TV deve affiliarsi a internet per non soccombere ad esso: nascono i servizi di TV on demand, il televoto via internet, le pagine Facebook e gli account Twitter dedicati ai programmi, in cui i media manager fidelizzano il pubblico il quale, puntualmente, scrive “vergognia!1!” per commentantare qualunque cosa; arrivano twitstar e influencer a dirci se quel programma è trash buono o cattivo e se quella conduttrice è una queen o meno perché noi da soli non siamo in grado di stabilirlo.
In quest’era costellata da continui salti dello squalo, mi va di riproporre quella che per me è una delle pagine più belle di TV a cui ho mai assistito.
Purtroppo quest’anno ci ha lasciati uno più grandi testimoni della nostra TV, uno degli ultimi rappresentanti di un modo di fare spettacolo che, per quanto quasi anacronistico e non allineato a ciò che oggi va per la maggiore, è impossibile per chiunque non apprezzare.
Fabrizio è riuscito ad entrare nel cuore degli italiani e poche volte ci è capitato di assistere a così tante dimostrazioni d’affetto verso una sola persona come negli ultimi mesi della sua vita e subito dopo la sua scomparsa.
Il momento del suo ritorno, pochi mesi dopo il malore, è stato uno dei rari casi della TV odierna in cui abbiam visto venir fuori sentimenti genuini al 100%, sentimenti che ancora oggi riescono, in rari casi, a sopravvivere in un mondo, quello televisivo, che nell’era del reality sembra diventare paradossalmente sempre più costruito e artificiale.
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Il Trono di Spade, Grey's Anatomy, Orange is The New Black, Glee, Fisica o chimica, Desperate Housewives, Room 104, 13 Reasons Why, Pretty Little Liars, Dr. House... sono decine le serie televisive a cui devo qualcosa. Ognuna di loro merita almeno una citazione per i bellissimi momenti che mi ha regalato. Per le lacrime e le risate che mi ha strappato, per i personaggi che mi ha fatto incontrare e dei cui problemi mi sono fatto carico con sincera empatia.
Il mio amore per le serie tv, però, è nato esattamente qui...
Ricordo perfettamente la sera in cui, per puro caso e senza troppa convinzione, mi sono imbattuto nei primi episodi di Lost. Fu una rivelazione.
Fino ad allora, le uniche serie tv che conoscevo erano tutte come quei vecchi telefilm dagli episodi slegati tra loro. Lost era qualcosa di totalmente diverso, che non avevo mai visto prima d'ora.
Diventò un appuntamento fisso, poi una droga. Cascai piacevolmente nei trip dei misteri, dei collegamenti eclatanti, dei numeri maledetti. Coincidenze o c'è una spiegazione razionale? E poi i personaggi, le loro storie, il modo di raccontarle.
Nel cercare di occupare il tempo tra un episodio e l'altro, Lost mi ha fatto scoprire un modo del tutto nuovo di guardare la tv.
Quei quaranta minuti alla volta non mi potevano più bastare, così cominciai a navigare sui forum, a confrontarmi con altri appassionati sulle teorie più improbabili e su ciò che dovevamo aspettarci, a divorare le pagine di Lostpedia fino a notte fonda.
Ricordo che conoscevo tutto a memoria, i titoli in italiano e in inglese di ogni singolo episodio, i dettagli più insignificanti delle più inutili comparse, intere citazioni prese poi come massime di vita. Una serie tv unica nel suo genere, progettata per essere un'esperienza cross-mediale senza precedenti. Io c'ero dentro di brutto.
Le emozioni che mi ha dato questa serie sono uniche. Ancora oggi parlarne mi fa brillare gli occhi. Ancora oggi incontrare un lostiano significa per entrambi considerarsi naturalmente amici. È per Lost che ho deciso di intraprendere un certo tipo di studi, che ho saltato di gioia quando il mio relatore ha accolto con entusiasmo la mia proposta di farne un argomento di tesi. È per Lost se ancora oggi non ho smesso di inseguire certi sogni. Quel momento in cui me ne sono innamorato durerà per sempre.
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