ouro ha detto
In realta', i dati alla mano guardati in maniera olistica durante gli ultimi due anni (non analizzati precisamente - ho un lavoro!) mi dicono che se sei in Hot Hits e' praticamente assicurata almeno una certificazione.

Quindi si, io sono molto convinto che le playlist di Spotify e sopratutto Hot Hits praticamente garantiscono il successo. Non escludo il successo in altri modi, ma francamente mi viene da pensare solo al fenomeno trap (che ha tutt'altra dinamica che ancora devo ben capire).

Esempi di canzoni non trap (e.g. quelle che debuttano con l'album intero al venerdi' e fanno i milioni) che hanno avuto successo SENZA Hot Hits sono proprio poche. Mi Parli Piano, ma non ricordo altro.  

Stavo per scrivere un commento uguale al tuo, condivido dalla A alla Z. 

• Il punto non è Emma o non Emma, è più complesso. Il punto è la modalità di funzionamento delle playlist e la connessione con le certificazioni FIMI. Prendiamo Ghali oggi, come scritto nel topic del suo singolo, è bastato essere inserito da subito nella Hot Hits Italia per rivedere sollevati gli stream, cosa che non è successo con nessuno dei precedenti singoli dell'ultimo anno NON inseriti in quella playlist.

• La "Hot hits Italia" ha 900 mila ascoltatori, cioè 3 "Italia in alta rotazione", un numero importante. Per diventare Hit si dovrebbe soddisfare qualche requisito di ascolto, a parer mio, dato l'elevato numero di ascoltatori che ti garantisce. Dovrebbero esserci delle regole, dei criteri per cui ogni brano, una volta soddisfatti entra in una certa playlist. Perché se il brano della Pausini all'uscita lo metti in 10 playlist che ti garantiscono 500 000 follower e il brano di Ghali lo fai partire da un milione e mezzo/2 milioni di follower stai già "dopando" quello che poi, eventualmente, sarà, ma che all'inizio non puoi sapere perché ogni canzone è a sé. Le stai facendo partite da due punti diversi e stai condizionando quello che sarà. ("Voglio" è risalita dopo essere stata inserita in quella playlist, ad esempio). E il funzionamento non è neanche paragonabile a radio/tv perché lì è un condizionamento indiretto, questo è diretto.

La prova del 9 sarebbe facile e l'ha fatta in parte @ouro: basterebbe vedere quante canzoni inserite nella hot hits sono state certificate e quante NON inserite sono riuscite a raggiungere la certificazione. La Fimi stessa non dovrebbe pretendere più equità da Spotify? 

Signorina Silvani ha detto
La FIMI non ha nessun potere di controllo e di ingerenza su un'azienda privata. 

Spotify è privata come lo è RTL 102,5 ad esempio.

Se qualche anno fa RTL mandava in onda i Modà fino alla nausea, nessuno poteva dire nulla. Idem Spotify.  

Con due effetti diversi, però. Spotify ha un condizionamento effettivo e diretto, RTL o la tv è indiretto. Se ascolto il brano che qualcuno mette in programmazione in radio o se guardo un'ospitata televisiva non vale nulla per le certificazioni; certo, se mi piace la compro, altrimenti no. Se io metto play a una playlist per comodità e quella playlist dà ascolti molto alti, contribuisco a dare copie vendute. È un po' diverso. Attivo Vs passivo (nella maggior parte dei casi poi qualcuno che skippa ci sarà).