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Claudio Baglioni - Al Centro Tour
Teolino
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16 settembre, 2018 - 1:16
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Ola all’Arena di Verona, si era mai vista?!

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sparso
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16 settembre, 2018 - 8:58
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UNICO!!!

Signorina Silvani
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16 settembre, 2018 - 9:34
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Teolino ha detto
Ola all’Arena di Verona, si era mai vista?!

https://www.instagram.com/p/BnwqACVHbvx/?utm_source=ig_twitter_share&  

La ola all'Arena di Verona viene fatta spesso, direi quasi sempre per i concerti pop, solo che non era mai stata fatta a "tutto tondo" come con Baglioni, per il palco centrale.

" Ah ... anche poeta ! "

Teolino
Utente 2xDIAMANTE

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16 settembre, 2018 - 12:52
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Claudio Baglioni Al Centro su Rai 1: l'impeccabile spettacolo della professionalità

Claudio Baglioni Al Centro all'Arena di Verona, il concerto in diretta su TvBlog.

 
 
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Una lezione di straordinaria professionalità in diretta tv: queste, in estrema sintesi, le tre ore e mezza di Al Centro, il concerto-evento all'Arena di Verona con cui Claudio Baglioni ha festeggiato col pubblico di Rai 1 i suoi primi 50 anni di carriera. In realtà la festa non finisce, ma prosegue nei palasport col Tour indoor. Ma questa data in diretta tv dall'Arena di Verona è un unicum per location, allestimento, costruzione teatrale e visiva. E per perfezione.

Uno show 'essenziale' - Il grande spettacolo di Baglioni non è nella maestosità, ma nell'essenzialità: potrà sembrare strano di fronte ai numeri roboanti della produzione, ma di fatto al centro di tutto c'è la professionalità di chi vi ha lavorato. Più essenziale di così. Essenziale, ma mai scontato in tv (come altrove). Qui c'è la cura per il dettaglio, c'è il rispetto per la creatività propria e altrui, c'è tanto lavoro e lo dimostrano le tre ore e mezza di diretta realizzate fuori da uno studio tv, anzi in un'arena all'aperto, piena di pubblico, con 200 persone sul palco e solo due mini break pubblicitari, portate a termine senza una sbavatura. Nulla. Non nella regia video, non in quella audio, non nelle coreografie, nelle luci, nell'ingresso degli artisti. E dire che veniamo da una settimana di esordi stagionali segnati da microfoni aperti, ospiti che saltano le entrate, jingle che non partono, grafiche incerte, telecamere che impallano e megashow che non trasferiscono emozioni neanche in differita e col montaggio.

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Gli 'artigiani della qualità' - Baglioni, Peparini e Forzano confezionano un gioiello. Da una parte c'è il repertorio di ferro di Baglioni, un viaggio nella propria e l'altrui vita condito da un'energia e una capacità interpretativa rara - e sconosciuta agli eroi delle classifiche contemporanee; dall'altra ci sono i quadri di Peparini, che costruiscono un racconto nel racconto col movimento dei corpi e la cura dei costumi, con la forza del gesto e l'uso degli oggetti (e penso alla poesia delle scatole che diventano ali in Poster, alle sbarre luminose di Io me ne andrei, ai sacchetti di carta di Uomini persi, a quell'inattesa pièce teatrale che diventa Le ragazze dell'Est, prima della magia di Notte di note, note di notte, giusto per citarne alcuni). Il tutto arriva a casa nel pieno della sua potenza espressiva con la regia di Duccio Forzano che riesce a raccontare quello che succede sul palco e intorno, sul volto di Baglioni e su quello del pubblico, senza sacrificare la dinamicità delle scene di Peparini, anzi restituendone la profondità, e peraltro senza ripetere mai le stesse inquadrature: non so quanti occhi avesse in Arena ma ce li ha fatti vedere tutti e mai nella stessa maniera. Il resto lo fanno le luci che vestono l'Arena e il mapping studiato per 'esplodere' dal palco anche se su una sola dimensione. E se Baglioni, alzando lo sguardo, trova subito l'occhio delle telecamera, se sa dove guardare per inseguire la misteriosa donna di Poster, se sa come e in quanto tempo deve attraversare il palco vuol dire una sola cosa: tante prove. Vuol dire, per l'appunto, professionalità. Una professionalità che si fa essa stessa spettacolo e che detta il vero ritmo della serata.

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Il film di una vita, anche del pubblico a casa - Al centro di tutto c'è, comunque, davvero la musica che scorre senza soluzione di continuità. E' un concerto. Amen. Ad accompagnare la cavacata in 35 brani c'è anche la grafica (ecco cos'è la classe) che varia ad ogni album. Perché le copertine sono parte dell'album visivo della nostra vita, puntellano il film delle esperienze di ciascuno di noi. E in fondo questo concerto-evento ha i suoi titoli di testa, è "tratto da una storia vera", si struttura in (almeno) tre atti, ha un suo prologo (ovvero l'anteprima confezionata in esclusiva per la tv con Baglioni novello Romeo che intona Signora Lia sotto il balcone di Giulietta), insomma è un film esso stesso, prima di essere un live che macina hit senza neanche un tempo morto, un'incertezza, una sbandata. Perfetto ed emozionante, e in questo caso non è un ossimoro. A proposito di ritmo, lo detta anche la scaletta, che parte altissima e si 'spegne' forse un po' sul finale con due brani cronologicamente più recenti, ma anche per questo meno coinvolgenti. Entra però in scena l'emozione di Baglioni: su Tutti qui sembra che l'Arena trattenga il fiato mentre il cantautore si racconta. Un percorso sempre più intimista, in fondo, che va dagli entusiasmi romantici e anche un po' nichilisti della gioventù al racconto più consapevole di chi si rivede 50 anni dopo e si canta da almeno 40. Ma non basta un bel repertorio per fare uno show: casi più e meno recenti lo dimostrano. Qui c'è una scrittura dettata dai brani, ma anche dalla loro scelta, dal loro ordine, dalle coreografie, dalle luci, dalla fotografia, dalla resa tv: ci sono le idee. C'è un racconto. E si vede.

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Acqua dalla luna - "Volevo essere un grande mago - incantare i re ragazzi ed i serpenti - mangiare fuoco come un giovane drago - far meraviglia agli occhi dei presenti [... ] far sulla corda salti da capogiro - passare muri e tenebre attraverso [...] uno che sa stralunare la luna - polsi di pietra e cuore alato": a mio avviso, lafilosofia di questo show è tutta in Acqua dalla luna. Lo spettacolo ideato da Baglioni, che Peparini ha tradotto nella sua arte e Forzano ha raccontato nella sua complessità pur attraverso le due limitanti dimesioni dello schermo tv, sembra la trasposizione visiva del sogno di Cucaio - il Claudio infante che non sapeva pronunciare il suo nome - che diventa "pifferaio" (l'ingresso in Arena, valigia in mano, alla testa dei suoi uomini), presenta il suo "numero magico", chiama a raccolta il pubblico, fa apparire colombi e visioni. Il quadro di Notte di note, note di notte di Peparini, del resto, sembra un diretto omaggio al brano, con la regia di Forzano che intrappola l'immagine di Baglioni nello specchio magico dei costumi e l'equilibrista che fa sulla corda salti da capogiro.

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Un live da togliere il fiato - Claudio Baglioni, come detto, va dritto senza pause e con mestiere. "Grazie di tutto. Essere qui al centro, con tutta questa musica che ci batte dentro non pensavo potesse succedere 50 anni fa ... poi quando ho iniziato ho pensato che finisse subito e invece è durato ed è stato sublime". E' durato ed è stato sublime anche il live di Baglioni. Certo, chi non ama il suo repertorio non si sarà neanche avvicinato a Rai 1, ma chi ha appezzato almeno solo una canzone dei suoi 50 anni di carriera penso si sarà lasciato portare dallo show avvolgente anche in tv. E immagino l'emozione nell'Arena. Al netto dei gusti musicali, però, su Rai 1 è andato in scena uno spettacolo di grande qualità atistica e tecnica. Chapeau.

http://www.tvblog.it/post/1559880/claudio-baglioni-al-centro-rai-1-scaletta-diretta-15-settembre-2018

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