[img]http://www.latalpa.mediaset.it/bin/98.$plit/C_38_foto_1980_fotogrande.jpg[/img] Ciò che era stato sospettato fin dall’inizio del programma, sta prendendo forma e realtà. I problemi si raddoppiano, le indagini di dividono in dicotomia. L’idea che inizia a serpeggiare fin dalle prime ore del mattino è che la talpa non è una sola, ma agisca con la collaborazione di un complice, che la aiuta a sabotare prove e missioni o si faccia scudo delle debolezze altrui. L’idea di Clemente è che non esista nessun complice e che la talpa non abbia mai agito, ma sempre confidato sugli errori degli altri concorrenti.

Manca poco e tutti i dubbi verranno districati una volta per tutte. Intanto il trentaduesimo giorno inizia come i 31 precedenti, anche se con modalità inverse, ricordiamo che il gruppo passerà la settimana in capanna zulu, mentre Karina e gli Ndelu in barca. E se Karina aveva sperato di poter finalmente riposare e dormicchiare fino a tardi si sbagliava di grosso; le abitudini degli zulu non mutano, alle 7 in punto tutti svegli ed attivi, al marasma zulu si aggiunge il consueto mandolino-sveglia. Pare proprio che gli Ndelu abbiano preso gusto alle comodità della barca, e in fede alla filosofia della condivisione, la prima moglie decide di invitare ad alloggiare la sorella Zhola con la figlioletta Nandi al seguito. I colori, la pura allegria dei volti, e l’innocenza dei due piccoli bambini ci riempiono il cuore di felicità e ci fanno tornare ai bei tempi che furono. Ma non c’è tempo per i nostalgici. Non avremmo mai creduto di vedere con i nostri occhi, lo stupore per quella che per noi è semplice tecnologia informatica; per gli zulu webcam rete internet e satelliti sembrano esser sbarcati nella loro vita insieme a strumenti finora sconosciuti. E proprio su richiesta di Mami, Karina ripropone le meraviglie tecnologiche che il confessionale offre; attraverso la rete ed il satellite, Karina mostra Durban e il luogo dove si trovano. Barca e capanna zulu viste dall’alto fanno un certo effetto, ma perfettamente riconoscibili anche agli occhi di Mami e nonno Vi che sbarrano occhi e cavità orale per la meraviglia. Tornati in barca, le attenzioni di Lindi per il bel Clemente non smettono; la giovane zulu confessa di essersi realmente innamorata del pugile. I genitori sono sempre genitori, e Lindi è la figlia da proteggere; anche se siamo in un paese lontano e misterioso, le regole sono sempre le stesse, anche se con modalità di esecuzione totalmente differente. Mami da brava genitrice e conservatrice di tradizioni popolari, si comporta di conseguenza, ed armata di sassi, dice a Karina che deve proteggere Lindi dall’essere tentatore; Entità malefica che nella tradizione zulu è capace delle cose più malvagie e negative. I sassi verranno posti sotto il materasso della ragazza, l’entità malefica dovrebbe cosi essere vinta… regalando cosi alla fanciulla in amore un gran bel mal di schiena. L’atmosfera di innamoramenti ed entità è completamente estranea alla vita in capanna. Pasquale come sempre al centro delle discussioni e delle liti che questa sera si fanno più incandescenti. Se inizialmente discute animatamente con Simona etichettandola con un poco elegante “stupida”, poco dopo si ritrova a duellare con Melita che da diavolita si trasforma in indiavolata. Non è ben chiaro al sottoscritto il motivo del contendere, in pochi secondi la ragazza esplode in una sfuriata pazzesca, con la quale invita Pasquale a lasciarle i suoi spazi e trattarla sempre allo stesso modo; ovviamente i toni non sono questi, questo è ciò che si riesce a decriptare dai ripetuti BIP che coprono il volgare fiorentino di Melita. In preda al panico e all’ira, replicando le gesta del Bisciglia, si inoltra nell’oscurità della foresta; prontamente Simona la insegue per cercare di tranquillizzare Melita, in piena metamorfosi animalesca. Dopo il confessionale di Melita, nel quale spiega quale sia stata la goccia che l’ha fatta traboccare (Pasquale considera Melita una ragazzina quando litiga, e una concorrente quando la attacca e la “rimprovera”), i ragazzi si ritrovano intorno allo stesso fuoco per cercare di risolvere la situazione e placare gli animi di tutti. Riuniti intorno al fuoco, i tre omaccioni si confrontano sull’episodio; se Clemente cerca diplomaticamente di risolvere, Pasquale si confessa deluso dall’esagerata reazione della ragazza, reputando altresì eccessive le parole di Melita; ricordiamo che in preda all’ira Melita confessa di sentire un istinto omicida nei confronti del proverbiologo. A mio modesto parere ( e mi permetto di parlare per una volta in prima persona) l’atmosfera trasferisce un pesante alone di ipocrisia e un senso di falsità generale. Tutto troppo esagerato ed amplificato. La vera vita è un’altra. Sono come di consueto le parole del saggio Trentalance che, come fosse avvolto da un’aura di eremitismo ascetico, consiglia di dosare bene le proprie energie mentali per evitare di giugnere a risultati esplosivi che non hanno colpito solo Melita nel corso del gioco. Dopo l’oscurità della notte arriva sempre l’alba e le tenebre lasciano spazio alla dolcezza dei raggi del sole. Miei cari indagatori a voi… una talpa? Un complice?

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