Alba rilascia un’intervista al giornale Repubblica dove parla di se stessa, della sua carriera televisiva e del nuovo Wild West di RaiDue.

Otto lunghi anni senza un suo programma. Quasi un esilio. Ma dopo tanta astinenza, Alba Parietti torna a sorridere in tv: da settembre condurrà un reality su RaiDue, Wild West, e in primavera Grimilide su Italia 1 (il test di giugno ha fruttato uno share del 19%). L’ultima sua conduzione fu Macao di Boncompagni. Dopo, un diluvio di "ospitate", otto anni con il ruolo di "alza-share" come lei ama dire. La "coscialunga della sinistra" torna sotto il governo Prodi. È un caso? "Sì, nel mio Dna c’è la sinistra. Sono amica di Fassino, Rizzo e Veltroni, ma nessun politico ha mai telefonato per aiutarmi. Non temo intercettazioni. Io ho smesso di lavorare nella Rai di Zaccaria". Come si sopravvive, per otto anni, senza un programma? "Sono sopravvissuta per il mio livello di popolarità, che è del 98%. In questi otto anni non ho vagato in tv, ho fatto ospitate di qualità. Quando parlo io, da Vespa o da Chiambretti, lo share si impenna. A Porta a porta sono andata sessanta volte, sempre ben preparata: ho litigato con uno della Cnn, ho parlato di Boutros Ghali, ho ricevuto i complimenti della signora Ciampi". Ma come tuttologa è stata stroncata da Giuliano Ferrara… "La sua offesa è come quella dell’ultimo burino da bar. Mi ha detto: "Io non parlo con una soubrette". Detto da lui!". Da vera Pasionaria ha osato dire no alla tv di Berlusconi. Perché? "Lui è simpatico, ha carisma, è un grande imprenditore, ma non lo voterò mai. Ho rifiutato i suoi miliardi, la sua tv. Non mi sento Giovanna D’Arco ma ho fatto politica attiva nella Quarta internazionale, non salgo mai sul carro del vincitore". Manterrà le distanze dal governo di Centrosinistra? "Mi fa piacere che ci sia questo governo, ma non tutto mi piace. Prodi dovrebbe seguire l’esempio di Kennedy, tenere conto degli umori della gente. La legge sui taxi, per esempio: non so se è giusto penalizzare i poveri tassisti che lottano tutta la vita per una licenza, la pagano cara, e poi hanno difficoltà a lasciarla ai figli". A proposito di umori. Mezza Italia pensa che lei abbia sbagliato a rifarsi le labbra… "Basta con la storia delle labbra! È un errore che ho fatto 12 anni fa, quando mi sentivo insicura. Poi mi sono pentita, ma non si può tornare indietro. Non accanitevi su un mio errore". Tornerà in tv con un reality: non è rischioso? "No, perché Wild West sarà come un film di Almodovar. In Italia si fanno troppi "irreality", spesso i concorrenti recitano a soggetto. Oltre ai bei paesaggi dell’Arizona, noi selezioniamo dodici persone con storie importanti alle spalle. Faranno i cow boy, accudiranno una mandria di mucche, venderanno il bestiame e il ricavato costituirà il premio per il vincitore". Quale sarà il suo stile nella conduzione? "Cercherò di tirare fuori la vera personalità dei concorrenti, il loro lato oscuro e quello meraviglioso. Il reality che preferisco è L’isola dei famosi. Merito di Simona Ventura: lei ha una marcia in più". Vallettopoli è scoppiata. Cosa consiglia a Gregoraci e compagne? "Alle Gregoraci consiglio molta fermezza nel respingere le avances. Sarò un caso patologico, mascolina e aggressiva, ma con me non ci hanno provato. Con un’eccezione: in un momento difficile della mia carriera, a 42 anni, un uomo di potere che conoscevo si offrì di aiutarmi. Per portarmi a letto si finse innamorato. Lo liquidai subito". Errori della sua carriera televisiva? "Ho sbagliato nello stare a fianco di bravissimi uomini di tv: non avevano bisogno di me, ma d’una valletta. Non rifarei Domenica in con Toto Cutugno, Tutti in piazza con Gerry Scotti. E così con Bonolis e Teocoli. Per Macao ho sofferto, ma con Boncompagni è diverso: lui un bambino capriccioso e geniale, rompe il giocattolo se si annoia. Con lui rischierei ancora". Repubblica

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