Moderatore - Mentore
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Game Ranking Winner 2018/2019
Utente
4 marzo, 2015
Utente
7 ottobre, 2018
mrnace ha detto
Quel cretino del mio compagno si é preso il mio portatile quindi Torquato aiutami a capire come usare il telefono, vorrei mandare dei mp ma proprio non so come fare..Rispondi qua perché l'applicazione di telegram con le chat é su quel maledetto portatile..
Supponendo tu non sia in modalità desktop devi cliccare in alto a destra sul tuo avatar, cliccare su Forum e poi su Inbox (io almeno dal mio faccio così 🤔).
Utente
7 agosto, 2013
QUINTO GALA - MUSICOTERAPIA
MELANIE MARTINEZ E @Salva - ORANGE JUICE
Con questo nuovo Gala mi piacerebbe approfondire ulteriormente la crescita musicale e il personaggio di Melanie. Infatti, questa volta ho scelto un pezzo appartenente al suo secondo album in studio, K-12. Anche questo è un concept album che è accompagnato da un lungometraggio, in cui la Martinez è la protagonista principale.
Al centro della storia vi è sempre la nostra Cry Baby, ma troviamo una sostanziale differenza nel racconto. Cry Baby non è più una bambina, abbandona così il piccolo e strambo mondo dell'infanzia e si affaccia all'adolescenza. Si fa così spazio in un universo più violento e bellicoso, rappresentato in questo secondo lavoro discografico, dalla scuola. Cry Baby infatti frequenta la K-12 Sleepaway School, un luogo di terrore e oppressione. È qui che la protagonista si trova ad affrontare una serie di problematiche, legate soprattutto all'adolescenza. Ogni canzone si colloca così in un preciso momento del film. Cry Baby rimane la protagonista principale del film, ma attorno a lei si muovono una serie di personaggi, con uno sviluppo tutto loro, che non fanno più da sfondo alla storia ma la influenzano con le proprie azioni. Il primo album si proponeva così come un racconto più introspettivo, in cui la psicologia della protagonista aveva un ruolo centrale. Adesso la scuola K-12 rappresenta un ambiente completo, con minacce di ogni genere.
K-12 si svolge in mondo di colori e linee pastello, dove ogni singolo dettaglio è curato minuziosamente. I look e il trucco mescolano lo stile vittoriano con quello moderno, e la componente coreografica acquista un'importanza decisiva. La produzione musicale subisce così un raffinamento, facendo uso di effetti sonori per enfatizzare al meglio il tema di ogni canzone. I testi sono forti e spesso espliciti, Melanie non ha paura di esporsi su temi importanti, e lo fa con una maggiore consapevolezza e maturità.
Il tema proposto è quello dell'accettazione, questa volta approfondito e legato alla bulimia. Il pezzo in questione è Orange Juice, un brano experimental pop, arricchito dall'uso di vari effetti sonori e vocali.
La canzone parla della tendenza di una sua amica a trasformare le arance in "succo d'arancia". Questa amica di Cry Baby infatti, soffre di bulimia, e secondo il racconto di Melanie, tale "abitudine" è dovuta al fatto che non si considera attraente.
Melanie cerca così di rassicurarla, dicendole che ogni corpo ha una forma differente, ma tutti hanno una propria bellezza, spronandola così ad abbandonare tali comportamenti distruttivi :
"You turn oranges to orange juice
Into there, then spit it out of you
Your body is imperfectly perfect
Everyone wants what the other one's working
No orange juice"
La protagonista della canzone pensa di non essere una figura piacevole, Cry Baby gli chiede di smetterla e cerca di farle capire che in realtà è il contrario :
"Oh, oh, I believe you chose
to blow it on the reading carpet
That's what happens when you're starvin'
Please say that you won't continue
Ordering oranges off the menu
Stuffin' up your mouth like t-t-tissue
The way you look is not an issue"
Melanie vorrebbe "scambiare" con lei i propri occhi poiché è convinta che i suoi non funzionino, le piacerebbe farle un complimento, tuttavia la protagonista potrebbe trovarlo "sconcertante" :
"Ooh, I wish I could give you my set of eyes
'Cause I know your eyes ain't working, mmm
I wish I could tell you that you're fine, so fine
But you will find that disconcerting"
Quella dei disturbi alimentari, e specificamente della bulimia, è una delle tematiche che mi stanno più a cuore. Questa volta però non sposterò il focus del pezzo su di me e su una mia esperienza di vita, ma cercherò di applicarlo su un altra persona. La persona in questione è una mia cara amica, con la quale, purtroppo, è terminata un'amicizia importante. Il nostro era un legame che durava da quasi sei anni e che si è concluso in una maniera tanto veloce quanto dolorosa. In tutti questi anni ha rappresentato per me un punto fermo, e l'assenza della sua figura ha avuto un forte impatto su di me. Circa due anni fa si è trasferita e la lontananza ha influito, e non poco, sul nostro rapporto. Inizialmente non abbiamo litigato e abbiamo continuato a vederci saltuariamente, ma allo stesso tempo lei ha iniziato a frequentare nuove persone, inserendosi in un giro di amicizie che si sono rivelate solo dannose per la sua salute. Durante i nostri incontri ho iniziato a insospettirmi, a causa del suo peso, che ad ogni incontro sembrava diminuire sempre di più. Un giorno dopo averle raccontato dei miei sospetti, ha deciso di liberarsi dell'enorme peso che portava ormai già da un po' raccontandomi la verità, ed è stato lì che ho scoperto che soffriva di bulimia. Da allora ho iniziato a pormi una serie di domande, a cui però non riuscivo a trovare una risposta. Lei è sempre stata una ragazza molto sicura, fiera di sé e del suo corpo, non riuscivo perciò a capacitarmi della sua bulimia. Parlando mi ha poi confessato, di aver iniziato ad avere disturbi alimentari per essere accettata dai suoi nuovi amici, che la consideravano un po' troppo "in carne". Da lì in poi ho cercato di starle più vicino, ma spinta probabilmente dai suoi "amici", ha iniziato ad evitarmi. Siamo così arrivati a una rottura definitiva. Entrambi abbiamo delle colpe, io però mi sento in gran parte responsabile, per non essere riuscito a starle accanto in maniera adeguata. Lei non è riuscita a gestire la situazione e non ci sono riuscito neanche io. Ogni uscita sembrava un incubo, e dopo aver mangiato, si rinchiudeva in bagno vomitando. Era ormai ossessionata dalla sua forma fisica. La paura di aumentare di peso si palesava dopo ogni pasto e per rimediare metteva in atto dei comportamenti "compensatori", come il digiuno o appunto il vomito autoindotto. Era caduta in un circolo vizioso, dal quale non riusciva ad uscire, fino ad arrivare al punto di cronicizzarsi. Ho provato in tutti modi di convincerla che ciò che stava facendo era sbagliato, eppure non ci sono riuscito.
Questa situazione mi ha fatto rendere conto di quanto la bulimia sia una problematica così importante e purtroppo ancora oggi troppo sottovalutata. La bulimia ti massacra dall'interno e uscirne non è così facile. Oltre ai disturbi alimentari si manifestano una serie di altre problematiche, legate sia alla sfera fisica che psichica. Combatterla è difficile, ma non impossibile.
Ora sono quasi due anni che non parliamo, dato che mi ha eliminato da qualsiasi social, ma continuo a sperare che la situazione sia migliorata e che abbia deciso di farsi aiutare. Ancora oggi mi sento colpevole del suo malessere e se potessi tornare indietro probabilmente affronterei la questione in maniera completamente diversa. Nonostante, il rapporto che si è inesorabilmente spezzato, continuo a nutrire verso di lei un bene sincero e spero un giorno di poterglielo dimostrare.
Orange Juice è una canzone importante, che sa toccare le giuste corde emotive. Mi fa pensare a lei e alla sua storia, ed è per questo che gliela dedico e consiglio, con la speranza che adesso tutto si sia aggiustato.
DAL MINUTO 51:00 AL MINUTO 55:15
COLDPLAY E @DGS - UP&UP
Partendo dal sound della canzone, la trovo molto calmante e lenitiva. Non è una canzone frenetica ma nemmeno lenta, è rilassante ma allo stesso tempo va sempre in avanti, spingendo anche l'ascoltatore ad andare avanti e a lasciare indietro qualsiasi cosa lo affligga. La voce di Chris è piena e sostenuta seppur in modo delicato, non eccede mai, rimane sempre in una sfera che dà piacere all'ascoltatore. Il brano non vuole suscitare emozioni forti e tormenti, piuttosto il contrario, ovvero di attenuarli. Il ritornello presenta Chris in due registri differenti allo stesso momento, si sente sia il suo falsetto, sia suo registro medio; mi mette sempre il sorriso in faccia, è un inno alla forza di volontà umana. Il bridge cantato completamente in falsetto è così avvolgente e leggero da farmi venire sempre i brividi. Insomma, è una canzone che riesce a essere potente senza strafare.
A livello testuale il brano è un incitamento alle persone di non arrendersi mai qualsiasi sia la loro situazione. Durante l'intera durata del brano Chris ipotizza una moltitudine di scenari in cui l'uomo può trovarsi e nel ritornello vuole come mettere una mano sulla spalla di ognuno di loro e rassicurarli.
We're gonna get it, get it together right now
Gonna get it, get it together somehow
Gonna get it, get it together and flower
Insieme ce la faremo ora, ce la faremo in qualche modo, ce la faremo e fioriremo.
Vorrei riportare alcuni pezzi di testo che secondo me sono molto belli.
Nella prima strofa Chris dice "riparare una macchina per farla partire di nuovo", ovvero superare un dolore; "cercare l'acqua e sperare nella pioggia", riferendosi alle persone che in tutto il mondo non hanno abbastanza acqua per sopravvivere.
Nella strofa successiva dice "chino sulla tela, lavorando per di pasto in pasto": sono le persone povere, o senza una casa, che cercano di rimediare qualche soldo per mangiare; "aspettare l'occasione per cogliere dal tuo campo di arance", ovvero riuscire a cogliere l'occasione della vita.
"Sotto a una tempesta un ombrello dice: stare col veleno porta via il dolore". Il veleno è un qualcosa che provoca dolore. Chris ci sta dicendo che dobbiamo affrontare questo dolore, e che prima o poi la sofferenza finirà, così come fa un ombrello sotto a una tempesta nell'attesa che torni il sole.
"Giacere in una grondaia puntando alla luna, cercare di svuotare l'oceano con un cucchiaio" sembrano obiettivi impossibili, soprattutto quando sei una persona che "giace in una grondaia", ovvero in una situazione di difficoltà, ma bisogna crederci.
"Vedere la foresta in ogni seme, angeli nel marmo che aspettano di essere liberi", significa essere positivi e avere la forza di volontà di liberarci da ciò che ci imprigiona e ci blocca.
And you can say what is, or fight for it
Close your mind and take a risk
You can say "It's mine" and clench your fist
Or see each sunrise as a gift
Il bridge ci mette di fronte a delle scelte: possiamo parlare di qualcosa oppure lottare per ottenerlo, anche a costo di compiere un rischio. Possiamo rivendicare qualcosa come nostro o condividerlo con gli altri ed essere grati di averla.
Un paio di righe devo dedicarle al video musicale. E', personalmente, uno dei video musicali più belli che abbia mai visto. Vengono trattati tantissimi temi, dalla guerra, all'ambiente, al progresso tecnologico, ai problemi sociali. Ma la cosa più importante è che ci insegna di guardare il mondo e la vita da più prospettive diverse.
Personalmente questa è una canzone molto importante. La ascolto tantissimo e mi ha aiutato spesso a superare molte difficoltà. Di solito, dopo un ascolto di Up&up divento molto produttivo, mi metto a fare cose, qualsiasi cosa che possa farmi sentire bene, e se possibile lo ascolto sempre con il video musicale davanti. Che sia triste, o arrabbiato, o deluso, o impaurito, questa canzone mi tira sempre su: Don't ever give up.
FABRIZIO DE ANDRE' E @Emm - CREUZA DE MA
Curioso, per il terzo Galà consecutivo mi ritrovo a presentare un brano che non era in progetto. Anzi, in questo caso oserei dire un brano che non era neanche lontanamente in progetto.
Ho riflettuto sul fatto che il mio approccio al gioco, ai brani di Faber e forse alla musica in generale parta molto spesso da un approccio analitico al testo, che sviscero alla ricerca di un qualcosa che avrà da darmi, quindi questa volta voglio mettermi in gioco in una veste diversa, mettendo il Manuel istintivo davanti a quello razionale, puntando su un brano dal testo assolutamente non immediato, dove prendono il sopravvento il suono e l'inconscio. Per questa seduta di musicoterapia vi presento quindi Creuza de ma.
L’ho scelto perché mi fa stare bene. Ho seguito alla lettera la consegna, senza forzature.
L’ho scelto perché sono di Genova, e ho scelto scientemente di andarmene alcuni anni fa, per cominciare una vita diversa da quella cui ero destinato/mi ero indirizzato, perché è una città che sa diventare soffocante, come una casa grande ma con tante stanze piccoline e dai soffitti bassi. Soffocante come le sue bellissime creuze, che per chi non lo sapesse sono vicoletti in mattoni rossi tra una casa e l'altra, tipici nostri.
L'ho scelto perché sebbene io non capisca bene diverse parole del dialetto ligure, qui basta solo aprire il cuore per capirlo.
L’ho scelto perché Genova mi manca, non pensavo che sarebbe stato possibile ma è così, perché ormai faccio le corse per tornarci, perché cento chilometri di distanza in certi periodi sono tantissimi, perché è incredibilmente difficile abituarti a sentir parlare intorno a te con un’inflessione che non è la tua e ci sono volte che senti proprio bisogno di quello, e basta che entri un cliente genovese come te per smuoverti qualcosa dentro.
L’ho scelto perché ora, in questo preciso momento della mia vita, quando c'è il momento no, a volte di pochi istanti, a volte di interi giorni, è lì che voglio tornare, e in "Creuza" c'è tutto un mondo che percepisco lì ad aspettarmi.
L'ho scelto perché é un ponte, ed é un ponte più resistente del Ponte Morandi.
L'ho scelto perché è un brano multisensoriale, non arriva solo alle orecchie: la donna che vende le uova al mercato, non la senti e basta, la vedi che si sgola dietro al suo banco, stanca per essersi svegliata prestissimo, ma con un sorriso per tutti. Gli avventori di U Dria, Andrea, li vedi proprio entrare nell’osteria, con la pelle arsa dal sole e dal sale. Del pesce fritto puoi sentirne il profumo, del bianchetto di Portofino il retrogusto in bocca.
L'ho scelto perchè, quando vivo quel momento difficile che si diceva, immagino una passeggiata in centro con mamma e papà, passando sotto casa che era di nonna (alzo gli occhi verso le finestre tutte le volte), e poi giù fino al Porto Antico. Racconto loro i miei problemi, e so già che vorranno risolverli loro e io non vorrò, e finiremo per discutere per ore, con mamma che media un'infinito dai e dai col babbo (perché ora sono un po' toscano per cui lo chiamo babbo), ma poi passeremo davanti a quella focacceria vecchia come il cucco, come si dice da noi anche se non so il cucco cosa sia, e per una fetta di focaccia é sempre il momento giusto, soprattutto se sei di passaggio. Anche a mio papà piace De André, per inciso, ma preferisce i Pooh di Sparso.
L'ho scelto perché la musica é fortemente evocativa, l'intro etnico sembra la sirena di una nave quando entra in porto, e perché non potrebbe essere anche il campanello quando suoni alla porta? Gli strumenti richiamano a tratti la tradizione, a tratti l'Oriente e le terre lontane, quelle che vedono i marinai imbarcati che tornano, quelle che sognano i pescatori al largo, che tornano prima ma sono un po' marinai anche loro, e si ritrovano tutti da U Dria.
L'ho scelto perché la corda marcia d'acqua che lega la barca al pontile é la stessa che lega i lavoratori del mare alla loro terra, e traslitteratamente me alla mia infanzia, alla mia adolescenza, alla mia famiglia, ad alcuni amici, al mio passato.
L'ho scelto perché Creuza de ma è casa, e quando sono un po' giù, mi accoglie tra le sue note, e mi coccola un po'.
Ne é uscito un flusso di coscienza, ho preso alla lettera il concetto di musicoterapia e mi sono lasciato andare, sfogandomi un po'. Ora sto meglio, quindi ne é valsa la pena, almeno con me ha raggiunto lo scopo.
GIANLUCA GRIGNANI E @amers - IL RE DEL NIENTE
Quando ho letto il tema ho pensato “Follia! Cosa posso portare?” e leggere qualche articolo sulla musicoterapia non ha di certo aiutato a schiarirmi le idee. Poi ho pensato a un pezzo che mi ha aiutato tanto in un periodo di buio totale. Non il mio pezzo preferito della sua discografia ma indubbiamente uno dei pezzi che sento di più quando sto male, perché mi rende più forte, mi ricorda che devo reagire anche se sola, anche se in difficoltà.
Nel 2001 decisi di chiudere i miei rapporti con la musica di Grignani. Lui era diventato il nemico, levai anche i suoi poster dalla cameretta. Anni dopo, in preda allo sconforto mi venne voglia di risentire quel ragazzo che mi aveva fatto innamorare da adolescente, ascoltai un pezzo che ricordavo vagamente, sentito per radio ma mai approfondito. Era Il Re del Niente, pezzo del 2005 contenuto nell'omonimo album. In quel pezzo Grignani parla di come si senta escluso dalla società ma allo stesso tempo vuole farne parte e non vuole essere solo di passaggio.
Lo sai vorrei essere un re perché
Sentirmi il primo in qualche cosa anch'io
Ma il re del niente sono io
Queste parole inizialmente mi buttarono più giù, volevo spegnere quel flusso ma non riuscivo a smettere di ascoltarlo, la musica dolce che accompagnava il testo crudo era ipnotica. Forse in fondo volevo essere un Re anche io, fa nulla se del niente. Ascoltavo, piangevo, pensavo.
Io che voglio e vivo una vita normale
Che me ne accorgo cercando qualcosa di speciale
Io che non esisto ma che non voglio morire
Sono il re del niente statemi a sentire
Il re del niente ha voce, il re del niente non è solo, è insieme a tutti gli altri re ed è pronto a vivere e a farsi ascoltare. Mi ritrovavo a cantare, stonando e fuori tempo. Più cantavo e più mi sentivo bene, avevo quasi ritrovato il sorriso, anche se tra le lacrime. E avevo trovato finalmente uno sfogo e qualcosa che mi stava rendendo nuovamente viva.
E nonostante Vivo tra la gente ma non conto niente io vedevo finalmente un appiglio, una motivazione per reagire e alzarmi.
Grignani era riuscito a farmi capire che potevo vivere anche se a volte la solitudine mi attanagliava e mi sentivo in un tunnel senza via d'uscita. In fondo la mia vita era solo apparentemente senza un senso logico, quel senso potevo trovarlo anche nel cosiddetto niente e nelle piccole cose. Mi sentivo quasi speciale.
Capita a volte che la tristezza
Mi sfiori appena con la sua carezza
Ma in quel piacere dispiacere
Sai ho imparato anch'io a godere
Ascolto dopo ascolto feci mie le sue parole, cercando di convivere con lati di me che prima erano nemici, trovando gioie anche nella tristezza. Bastava lavorarci. E volerlo.
E pensavo che Gianluca avrebbe dovuto scriverla sei anni prima, così l'avrei fatta ascoltare anche a Lui, che aveva il merito di avermi fatto conoscere la musica di Grignani. Avrebbe capito che poteva reagire, poteva trovare forse un senso al niente che l'aveva avvolto e che si era impossessato totalmente. Se avesse pensato di essere un Re magari si sarebbe sentito importante come mi sentivo io in quel momento. Magari avrebbe riso e avrebbe trovato qualcosa di speciale nella sua vita normale. Quel pezzo aveva aiutato me perché parlava anche di Lui, anche se non l'ha mai potuto ascoltare.
E più urlavo Io che non esisto ma che non voglio morire più sorridevo e mi sentivo libera. E quasi appagata. E sono sicura queste parole avrebbero aiutato anche Lui.
MACKLEMORE E @chanel - TEN THOUSAND HOURS
Aspettavo un tema del genere per schierare uno dei brani a cui sono più affezionato in assoluto: Ten Thousand Hours.
Tratta dall’album The Heist, Ten Thousand Hours. ha rappresentato per me in più occasioni un’autentica seduta psicologica.
Il titolo del brano è ispirato al libro “Outliers” del giornalista e sociologo Malcolm Gladwell. Quest’ultimo spiega che per eccellere in qualsiasi campo, bisogna esercitarsi per 10,000 ore in quell’ambito.
Macklemore prende ispirazione da questa specifica visione della vita, raccontando la storia del raggiungimento del suo sogno: diventare un rapper che si racconta e che è di ispirazione per chi lo ascolta.
L’intro mi fa già venire voglia di spaccare il mondo, la base prosegue potentemente e trasmette grande carica.
Uh, I hope that God decides to talk to 'em
If the people decide to walk with them
Si inizia con un’invocazione ad una forza maggiore, MC si augura che Dio possa comunicare un messaggio positivo tramite le sue parole. Si può raggiungere l’eccellenza in qualsiasi ambito, ma il duro lavoro, l’umiltà e la determinazione sono fondamentali per poter realizzare i propri obiettivi.
Macklemore spera che la potenza della canzone possa ispirare i suoi fan dubbiosi, pigri e distaccati a superare l’apatia che in certi casi sembra dominarli. Bisogna agire e impegnarsi per raggiungere il livello che si vuole ottenere. Sono stato una persona priva di determinazione per troppo tempo, non sono ancora perfetto, ma di certo la passività che mi contraddistingueva nel corso degli anni ha lasciato spazio ad una grinta che non pensavo di avere.
Macklemore come al solito si racconta attraverso le parole, rivelando come ad un certo punto della sua vita è riuscito a togliersi la sua coperta di Linus rappresentata dalla protezione dei suoi genitori e della sua Seattle. Ha cambiato città, ha conosciute persone nuove, si è impegnato a scrivere e a produrre musica in modo maniacale. E ora ci è riuscito, è diventato il rapper che ha sempre voluto essere. Sale sui palchi di tutti gli Stati Uniti ed è maledettamente bravo in ciò che ama fare.
Questo è un passaggio che mi colpisce particolarmente, perché nel corso della mia vita ho sognato spesso di staccarmi dal cordone ombelicale che mi tiene legato a mia madre. La paura di modificare la propria vita può essere asfissiante, ma spesso è fondamentale se si vuole diventare grandi.
The greats weren't great because at birth they could paint
The greats were great because they'd paint a lot
Piacerebbe a tutti pensare che il talento naturale sia abbastanza per creare dell’arte, ma il talento può essere perfezionato solo attraverso gli errori, la dedizione e il massimo impegno. Spesso ascolto questa canzone quando voglio ottenere il massimo risultato col minimo sforzo. Ai tempi del liceo la ascoltavo ossessivamente, riuscivo a trovare una carica che solo Macklemore riusciva a trasmettermi. Ancora oggi la ascolto, prima di scrivere una presentazione di questo gioco ad esempio o mentre vado in ufficio.
And do what I love for work
Tantissime volte mi sono ritrovato a soffermarmi su questa frase. Può sembrare scontata, ma per una persona come me che non riusciva a reagire in alcun modo, sentirsela dire dal proprio artista preferito è servito a qualcosa. Mi ero iscritto ad un’università che non mi piaceva, solo ed esclusivamente per la paura di rimanere indietro a tutti quelli che mi circondavano. Il problema è che facendo qualcosa che inizi ad odiare, poi ci rimani comunque indietro. Ora non ho ancora trovato la mia strada definitiva, ma ho lasciato quella che mi avrebbe fatto odiare la vita. Il merito è mio, ma anche un po' di MC.
Macklemore sottolinea che dedicarsi a qualcosa che si ama fare porta a risultati estremamente soddisfacenti. Lavorando per un ambito che ci appassiona, magari non redditizio come altri, proveremo una felicità di gran lunga superiore a quella che porterebbe ottenere con un qualsiasi lavoro più vantaggioso economicamente. Ovviamente si vive bene anche con i soldi, ma preferirei guadagnare 1500 euro al mese e seguire la mia strada, piuttosto che guadagnarne 2500 ed essere frustrato e insoddisfatto per ciò che faccio.
Ten thousand
Ten thousand hours
Felt like ten thousand hands
Ten thousand hands
They carry me
Le diecimila ore hanno aiutato Macklemore a perfezionare la sua tecnica e a renderlo il rapper capace di far alzare migliaia di mani. Le mani rappresentano i suoi fan, che lo spronano nel proseguire il suo percorso dove aiuta le persone con la sua musica. Tra queste mani ci sono indubbiamente le mie e per questo mi sento di ringraziarti MC, mi hai motivato e mi hai reso una persona che apprezzo molto di più.
BILLIE EILISH E @Gennz - EVERYTHING I WANTED
Appena ho visto il tema di questo galà non ho avuto alcun dubbio su quale brano schierare, infatti ho deciso di portare “everything I wanted” ultimo singolo della giovane popstar.
Ho portato questo brano perché secondo me si adatta bene alla tematica di superare un momento difficile o di affrontare un momento di difficoltà grazie ad una persona (in questo caso suo fratello).
In questa canzone quasi malinconica, le sonorità dark riscontrate nel vecchio album ritornano ma in una forma molto più lieve. Infatti ha un sottofondo musicale molto più soft e tranquillo accompagnato da un beat che si ripete insieme alla dolcezza del pianoforte. La sua voce molto soave si mantiene sempre sulla stessa linea ma riuscendo ad evocare ogni singola sfumature del brano, rimandando magari l’ascoltatore ad una sfera molto più intima.
Nello specifico anche se la canzone può apparirci per lo più triste e malinconica, invece il messaggio dietro è di aiuto e di fratellanza.
Secondo quanto dichiarato da Billie la canzone nasce da incubo fatto da lei, dove ripercorre un po’ di problemi (tra cui la solitudine e il suicidio) e come grazie all’aiuto di suo fratello,che gli è stato sempre vicino, è riuscita a superare questi momenti bui. È molto toccante questo passaggio del testo dove dice:
And you say, “As long as I’m here, no one can hurt you
Don’t wanna lie here, but you can learn to
If I could change the way that you see yourself
You wouldn’t wonder why you’re here, they don’t deserve you”
Dove per lei suo fratello rappresenta una certezza per la sua vita e non importa cosa potrà succederà, lei è sicura che lui starà sempre al suo fianco.
Personalmente ho deciso di portare questa canzone perché a tutti noi, a me in primis, è capitato di fare dei sogni brutti e magari di sognare delle cose spiacevoli successe e per lo più ci sarà capitato di trovarci in una situazione difficile. Spesso e volentieri ognuno di noi ha bisogno di un aiuto, di una mano per rialzarsi o anche solamente di una spalla su cui contare e per questo che c’è bisogno di chiedere aiuto e di affidarsi magari ad un familiare o ad un amico per superare magari un momento che probabilmente da soli non si è in grado di affrontare. Il messaggio del testo è importantissimo e perfettamente in linea per quello che è il mio stato attuale, molte volte avrei voluto un fratello o un amico che non mi ricordasse quanto sia importante e che non sia solo nella vita ad affrontare sentimenti come nel mio caso di solitudine.
STROMAE E @Vesuvius21 - AVE CESARIA
In questo quinto gala la mia scelta è caduta su "Ave Cesaria", canzone dedicata alla famosa cantante capoverdiana Cesária Évora.
Con questo brano Stromae non solo vuole omaggiare una cantante per lui molto sentita (entrambi dalla biografia simile, orfani di padre da piccolissimi) ma anche la sua radice africana (ha origine ruandese ) alla quale è da sempre fortemente legato .
La canzone per me sposa molto bene il tema di questo gala, è un brano felice, semplice e rasserenante, ma al contempo non scontato, superficiale o banale. Come viene esplicitato nel video musicale, siamo in una tipica festa familiare degli anni 90' (o giù di lì ) , abbiamo lo "zio" che non sa come accendere la telecamera e chiede aiuto a sua moglie, il "nonno" che dorme sulla sedia, i "cugini grandi" che ballano e vanno a fumare di nascosto in bagno, i "piccoli" che si rincorrono e giocano tra di loro, le "zie" e le "mamme" che preparano il cibo (sempre a ritmo di musica) , la "cugina" che ha in braccio il suo bambino da poco nato.
Stromae nella canzone descrive Cesaria come una donna di grande umiltà , denominata la cantante scalza (visto la sua abitudine a cantare senza scarpe), bevitrice di rum , incallita fumatrice ma forte, coraggiosa e di grande dignità.
Les effluves de rhum dans ta voix, me font tourner la tête
Tu me fais danser du bout des doigts, comme tes cigarettes
Immobile, comme à ton habitude, mais es-tu devenue muette ?
Ou est-ce à cause des kilomètres, que tu ne me réponds plus
Quindi l'artista belga non soltanto riesce a imprimere quel senso di felicità, serenità ma anche quel senso di forza, prendendo come musa una donna vera, semplice ma forte. Anche il titolo della canzone , chiaro richiamo al saluto militare romano verso l'imperatore Giulio Cesare, sta a significare l'imponenza che lui sente verso Cesaria (tanto da definirsi un suo soldato), come specifica in questi versi :
Ave Cesaria, chapeau pour la route à pieds
Nue est, et nue était, Diva aux pieds nus, restera
Et à vie Cesaria, et à la mort aussi
Obrigado, tu embrigadas des millions de soldats dans ta patrie
Sentendo queste parole non posso quindi non pensare a mia nonna, anche lei infatti era una donna semplice , fortissima (lavoratrice fino a 70 anni, giorno in cui ebbe malore nel suo negozio) , orfana di padre quando era appena adolescente, motore e il collante di tutta la famiglia. Una donna vera di vecchio stampo ha sopportato tanti dolori nella sua vita, ma andava avanti , pure se indebolita non si scoraggiava davanti a nulla.
Io dedico questa canzone a lei, e per un attimo immedesimandomi nello scenario del video, che mi riporta a galla i più belli ricordi della mia infanzia, riesco a percepire tutto ciò che realmente accadeva in una festa di famiglia quando c'era lei; la felicità e la serenità che si ha in quei momenti , vedere a tua volta che la gente che per te è fondamentale si stia divertendo, mettendo da parte tutte le varie preoccupazioni che ci possono essere, godendo e assaporando la gioia di quel preciso istante.
Anche se quei ricordi ormai sono passati , e lei non c'è più non bisogna essere malinconici perché come dice un vecchio detto (che non so chi mai l'abbia detto , suppongo Garcia Marquez) :
Non piangere perché qualcosa finisce.
Sorridi perché è accaduta
MIA MARTINI E @xello - E NON FINISCE MICA IL CIELO
Scritto da Ivano Fossati, il brano inizialmente fu composto con l’intenzione di proporlo a Mina. Quando, però, ne fu realizzata una prima versione piano e voce, Fossati (che con Mia ebbe in quegli anni una relazione amorosa tormentata) capì subito che sarebbe stato più adatto per Mia. E così fu.
‘E non finisce mica il cielo’, infatti, segna il debutto nel 1982 di Mia Martini sul palco del Festival di Sanremo. Il brano non riuscì a piazzarsi tra i primi sei classificati ma detiene un record importante: fu istituito proprio per ‘E non finisce mica il cielo’, infatti, il Premio della critica di Sanremo (intitolato, solo dopo la sua morte, come Premio della Critica ‘Mia Martini’), premio che fu ritirato postumo dalla sorella Loredana Bertè soltanto durante il Festival di Sanremo 2008.
Il brano parla del dolore provocato da una rottura sentimentale e della necessità di andare avanti nonostante tutto; bisogna, infatti, trovare la forza di vivere e di affrontare le proprie paure e le proprie insicurezze, senza mai perdere la speranza. Anche perché “non finisce mica il cielo”!
Ci si deve spronare, inoltre, affinché ognuno abbia la propria indipendenza, la propria ragione d’essere nel mondo al di là della persona amata (“perché aspettando te potrei scoprirmi ancora sulla strada, per ritornare in me”).
Ho sempre trovato questo brano un grido di speranza, il grido di chi ha sofferto troppo nella sua vita e cerca di convincere se stesso che c’è della luce in fondo al tunnel, che quel senso di smarrimento e dolore prima o poi svanirà.
E proprio per questo mi DISTRUGGO l’anima ogni volta che guardo questo video. Siamo nel 1991 e Mia, ospite al programma ‘La più bella sei tu’, rivede la sua esibizione durante la finale di Sanremo 1982. Con occhiali scuri che le coprono lo sguardo e visivamente commossa, nel 1991 Mia ha dovuto già affrontare il suo inferno personale: delusioni amorose, ingiurie, accuse indecenti, anni in cui si è dovuta forzatamente allontanare dalla sua più grande passione. Un tunnel, il suo, che troverà un tragico epilogo soltanto quattro anni dopo. Quel grido di speranza, con cui ha fatto emozionare milioni di italiani, purtroppo per lei e per noi che l’amiamo non è servito a nulla.
Consiglio, quindi, ‘E non finisce mica il cielo’ a chiunque di noi attraversi un momento difficile, che sia una storia d’amore di otto anni finita da un giorno all’altro, un lavoro non soddisfacente, un’amicizia svanita nel nulla, il sentirsi soli o quant’altro; perché, ragazzi, la vita alla fin fine è una sola e niente e nessuno può toglierci la voglia e la gioia di vivere.
LADY GAGA E @Krishoes - TIL IT HAPPENS TO YOU
Alla lettura del tema, ho mentalmente selezionato un brano nell'immediato. Credevo di non avere il minimo dubbio al riguardo, eppure il confronto con Vike mi ha fatto cambiare del tutto idea. Questa è la bellezza del gioco, lo scambio di punti di vista, la capacità di slegarsi da granitiche convinzioni.
Attorno al principio del confronto, in questo caso con il passato e le ferite che ci lascia dentro, ruota anche il brano scelto, "Til it happens to you". Una ballad scritta e composta da Lady Gaga con Diane Warren per il documentario del 2015 "The Hunting Ground", basato sul racconto di violenze sessuali avvenute nei campus universitari statunitensi.
Gaga sposa pianoforte e voce a un accompagnamento orchestrale d'archi piuttosto cupo, offrendo un'interpretazione che denota al contempo dolore e rabbia.
"Til it happens to you, you don't know how it feels" canta nell'inciso del pezzo, che si rivolge all'ascoltatore, invitandolo a mettersi nei panni dei sopravvissuti, evitando parole vane ("Until you walk where I walk, it's just all talk").
You tell me it gets better, it gets better in time
You say I'll pull myself together, pull it together, you'll be fine
Tell me, what the hell do you know? What do you know?
Tell me how the hell could you know? How could you know?
Il brano, sebbene sia incentrato sugli abusi sessuali, descritti anche nel video ufficiale, vuole porsi come dichiarazione universale per aiutare ad affrontare ogni tipo di perdita nella vita.
Il pensiero che la stessa Gaga abbia subito violenze, aggiunge profondità al messaggio che si vuole trasmettere. La voce di una vittima, che canta al mondo il proprio risentimento per i giudizi affrettati e fuori luogo, diventa la legittima voce di milioni di persone, affette da un trauma indelebile.
Til your world burns and crashes
Til you're at the end, the end of your rope
Til you're standing in my shoes
I don't wanna hear a thing from you, from you, from you
'Cause you don't know
"Mi auguro sentiate il nostro amore e la nostra solidarietà attraverso la canzone, e spero possiate trovare un po' di pace nel sapere di non essere soli, guardando questo film" ha dichiarato Gaga nel presentare il video del brano, diretto da Catherine Hardwicke.
Alla base del documentario, la volontà di Diane Warren di educare gli spettatori sul grave problema degli stupri e cambiare la mentalità di molte vittime, affinché tirino fuori il coraggio per denunciare episodi di violenza e i propri abusatori, senza farsi sopraffare dal senso di colpa e dalla vergogna.
Allo stesso tempo, un invito ad amici e familiari a supportare, in primis da un punto di vista psicologico, chiunque subisca tale ferita.
"Til it happens to you", i cui proventi delle vendite digitali sono stati devoluti a organizzazioni di sostegno alle vittime di violenza sessuale, rivela la sua natura terapeutica tramite le reazioni degli ascoltatori. A dimostrarlo le centinaia di commenti lasciati sotto il video del brano, scritti da vittime di abusi, che mettono nero su bianco le proprie esperienze, come ad esorcizzarle.
Alle domande "Perché non hai denunciato?", "Perché non ce lo hai detto prima?" e all'affermazione "Probabilmente hai fatto qualcosa per meritarlo" le risposte sono molteplici, e spezzano il fiato.
- Avevo 7 anni e stavo guardando i cartoni in camera.
- Sono un ragazzo e queste cose di solito non accadono agli uomini.
- L'ho fatto, mi hanno chiamata bugiarda.
- L'ho fatto, ma la scuola "non poteva fare niente".
- Fa parte della famiglia, nessuno prenderebbe le mie parti.
- Sono autistico e nessuno mi ha insegnato che potessi dire no. Nessuno mi ha insegnato che potessi dire basta.
- Mia madre avrebbe ammazzato il mio abusatore, e io non volevo vivere senza madre.
- Perché nonostante tutto amo ancora mio padre e non voglio che gli accada nulla. Non è colpa sua, era ubriaco.
- Era mio marito.
- Mi vergognavo.
- Ha minacciato di uccidermi.
- Avevo 4 anni, mio cugino mi ha detto che era solo un gioco.
- La polizia mi ha detto che stavo solo cercando attenzione e dovevo smetterla di tagliarmi ed essere triste.
Il commento di Giulia Rocha lascia attoniti e svela quanto una "semplice" canzone possa alleviare le nostre sofferenze: "I was abused last night. This video gave me strength and made me feel better".
Utente
7 agosto, 2013
Tempo per votare fino alle 14:00 di domenica 02/02.
Al pubblico chiedo sempre di formare una classifica, dal primo al quinto posto.
Ai prof. e giudici chiedo di stare nei tempi con commenti e classifiche così da non tirarla troppo per le lunghe
@Alby @mrnace @NotturnoManto @Edre @Casadelvino @vike
Il pubblico lo tormenterò con i tag domani
Utente
6 dicembre, 2019
Come sempre come primo criterio per la valutazione delle canzoni e dei testi metto la pertinenza con il tema del Gala (l'uso di canzoni, della musica, o di sole parti strumentali specifiche in alcuni casi o nell'immedesimazione nel testo in altre, capaci di mettere a proprio agio chi l'ascolta e di consentire la condivisione, accettazione e anche la sola presa di coscienza di una problematica, di una difficoltà).
Sintetizzando musica e testo efficaci più le vostre sensazioni, gli stati d'animo, quale parte di quella canzone vi fa stare bene o potrebbe far stare bene altri.
melanie salvatore Continui con la tua precisione a narrarci di Melanie - attraverso Cry Baby- e in questo caso ce la presenti matura non solo anagraficamente o per l'argomento sensibile della canzone ma per lo sforzo artistico-musicale di presentare l'album come se fosse un film rendendo le canzoni sceneggiatura. Efficace la metafora degli occhi sostituibili se difettosi (che bello se fosse così semplice).
Molto molto bene.
coldplay DGS Indubbiamente il video più bello. Non solo un video di accompagnamento di un pezzo ma un surreale dipinto di quel che ci circonda e circondava fra migranti, guerre e riscaldamento globale. Canzone e musica calzanti e piacevolissime.
Ben a fuoco l'analisi della musica a discapito dell'aspetto personale, un tuo tratto distintivo che mi piace e che avrò modo di rivedere meglio calibrato nel prossimo gala.
de andrè emm Ero pronto a parlare del trial sperimentale per la cura del disagio psichico basato su alcune canzoni di De Andrè ma mi sono arreso davanti a questo sfogo personale. Orfano delle tue descrizioni-miniature da monaco benedettino ma così universale nel messaggio: l'importanza della radici. Mentre ti leggo riesco a visulizzarti e non sei solo. Al tuo fianco c'è il padre di mio nonno che abbandona la Francia per curarsi da noi e si trasferisce con quattro valigie e nulla più. E anche una mia vecchia collega che qualche anno fa lascia la certezza di un impiego prestigioso per uno più stimolante distante diverse ore di volo da casa.
Per la prima volta ci hai guardato negli occhi.
gianluca amers Sono in difficolà nel commento. Non per la tematica. Perchè davanti a una confessione così limpida e la personale immedesimazione le mie parole finirebbero per banalizzare il tutto. Amers lasciami però sottolineare l'eleganza, il garbo e quella dose giusta di pudore che hanno accompagnato il tuo racconto. La tua presentazione migliore insieme a Solo cielo. Eccellente.
macklemore chanel La prima lettura la faccio sempre in simultanea. Premo play e comincio a leggervi. Ieri invece la canzone è partita e stavo finendo di fare altro: al primo ascolto mi è parsa subito la colonna sonora di una rivincita. Quando poi ho letto e riletto con calma in alcuni passaggi ho trovato analogie emozionanti con parti del mio passato (io non sono una chanel, sono più una sacca da palestra con dentro un cambio di intimo, dei crackers spiaccicati e le monete sul fondo). Per me la proposta più completa sotto ogni aspetto: testo significativo, musica motivante appropiata, apporto personale sincero.
billie juventino Come al solito diretto, pragmatico senza retropensieri e con l'urgenza di comunicarci qual'è la canzone, il perchè l'hai scelta, cosa ti trasmette (a conferma di quanto ho scritto c'è un "non" di troppo che nella fretta ti è sfuggito. Anche io faccio errori nei miei commenti scritti di getto, ti capisco). Ancora una volta la canzone è appropiata, il testo condivisibile e il tuo contributo personale arricchente. Ottimo lavoro.
stromae vesuvius E' incredibile come ogni proposta di Stromae continui a incuriosirmi. E' così sorprendente, siamo passati dalla dance, una fusione di lirica e elettronica, pop più fruibile per finire con questa piacevole contaminazione con appunto i suoni dell'Africa. Lo scritto è dettagliato, l'aggiunta del testo sensata e anche il tuo commento personale piacevole da leggere. Fatico però a trovarlo un brano "terapeutico", è davvero più un omaggio all'artista.
mia xello Le parole ben scandite e l'interpetazione intensa non ti semplificano il compito: è così esaustiva che soffermarti sul testo sarebbe stato superfluo. Intelligentemente aggiungi aneddoti del brano, dettagli della vita dell'artista che ci consentono di collocarla nel tempo e aiutano a comprendere meglio la stessa con tutte le sue difficoltà. Al fondo, anzichè suggerire il brano a fini terapeutici a più interlocutori avrei approfondito un'ipotesi.
gaga krishoes Un brano e una collaborazione concepiti con un messaggio preciso e una minuziosa ricostruzione di quanto accaduto. Sull'argomento si sono dette tantissime cose (e avanzato mille ipotesi per contrastarlo, tutti buchi nell'acqua) e per evitare retorica e banalizzazioni preferisci presentarlo con un taglio giornalistico (questa è la mia interpretazione, per quel che ti ho conosciuto). Un buon risultato.
Utente
4 febbraio, 2018
Galà davvero bello, dotato di una componente soggettiva ed emozionale non da poco, con un’interpretazione del tema variegata tra i concorrenti. Consiglio comunque a tutti di leggere i lavori dei compagni.
Melanie: ottimo ed esauriente lavoro, che calza perfettamente il tema mettendo in luce una problematica reale. La combo descrizione+sonorità+video mi ispira proprio la sensazione di terapia, mi rassicura. Penso tu abbia scelto un pezzo adatto, e la tua esperienza personale, che si dirige in una direzione diversa dalla propria anima ma ha come destinazione un’altra a te legata, è encomiabile e devo dire che alimenta l’accezione di aiuto materiale che questo pezzo può avere.
Coldplay: continuo ad apprezzare il tuo modo di raccontare e il percorso che stai delineando per il tuo gruppo, che secondo me è uno dei più precisi. Però questa volta ti ho trovato un po’ meno forte; nonostante le bellissime metafore raccontate nel pezzo, non riesco a ritrovare bene il concetto di terapia, magari perchè travolto dalle numerose tematiche trattate, una diramazione che cerca di coprire tutte le ferite aperte della società, senza magari riuscire a concentrarsi adeguatamente su nessuna, non so se mi sono spiegato. Però è comunque un bel lavoro, e mi piace davvero tanto la tua presenza.
Faber: la tua genuinità e sincerità a cuore aperto, nel raccontare le spinte che ti hanno diretto verso la scelta del pezzo mi ha colpito molto. Il brano è perfetto grazie a tutte quelle venature che richiamano la world music e sono riuscito a ritrovarmi in ognuna delle tue motivazioni. Lavorando sull’emotività e sull’istinto, cercando la terapia nella casa, sei riuscito a ricreare l’esperienza multisensoriale che hai descritto, trasmettendomela. Sei on point.
Grignani: ciò che mi colpisce di te è che è chiaro e palese che il vostro rapporto sia quello più longevo e ricco di esperienze. Non solo per l’ovvio discorso di età, ma proprio da ciò che trasmetti con i tuoi racconti, e sentire che questa passione non è un fuoco di paglia è necessario. Hai messo molta emozione nel tuo lavoro e questo mi ha a tratti commosso, hai messo anche molto dolore, dolore che ritrovo anche nella canzone. Diciamo che questo duetto tra consapevolezza di non contare niente, ma perseveranza nel voler farsi comunque sentire mi sprona, ma non riesco a capire se mi curi, come una terapia. Hai scelto un brano complesso, ma hai saputo motivarlo bene.
Macklemore: in te ho visto la maggior necessità di voler giocare questo pezzo, ed è una cosa che comunque mi piace. Il brano di per sè, lo trovo terapeutico. Il tuo racconto, composto da numerosi aneddoti che rimandano al voler rinascere, al voler seguire i propri bisogni, mi ruba l’attenzione, nonostante sia un po’ confusionario. Però penso di aver compreso in che modo hai concepito la tua idea di terapia, e devo dire che leggendo le tue parole con la musica riesco ad incarnarmi nel tuo messaggio.
Billie: mi dispiace molto averti letto un po’ frustrato dopo gli ultimi due galà, però sono contento che tu non ti sia arreso, non darti mai per vinto. Il pezzo che hai scelto è molto bello, riesce anche a rasserenarmi. Nel tuo racconto però lo vedo un po’ contenuto, a tratti frettoloso, fai uscire le tue emozioni , perchè ne hai tante e sento che ne abbiamo bisogno, tu per primo. L’ultima frase è ciò che mi catalizza e mi piace di più.
Stromae: è sempre un piacere leggere la gioia che ci metti nello scrivere, perchè è questo che trasmetti. Vedo della nostalgia nel tuo racconto, e il parallelismo che fai con tua nonna è molto dolce. Purtroppo dal lato terapeutico riesco a cogliere poco, vedo la serenità sì, ma non la terapia, ovvero il percorso che ti porta a tale serenità, riflettiamo insieme su questo! Comunque bravo.
Mia: una scelta abbastanza citofonata, e non penso che sia la prima volta che te lo dico, ma questa volta però direi azzeccata. La canzone da sola per me riesce perfettamente nel suo intento, mi ha emozionato, mi ha dato nuova linfa, forse anche per la vicinanza che provo per la terapia scelta. L’aneddoto su mia è perfetto, però avrei voluto un aneddoto su xello.
Gaga:avevi nelle mani un pezzone e hai fatto benissimo a sceglierlo. Il tema è vincente, e il pezzo con la scelta stilistica del confronto, del richiamo, del “mettersi nei panni degli altri” riesce nel suo intento terapeutico. La composizione del brano è musicalmente avvolgente, rasserenante. La tua spiegazione non la trovo forte come altre volte, perchè come per xello, ho visto poco krishoes. Però ho visto Gaga e soprattutto ho visto una necessità di aiuto con una successiva voglia di superarlo, quindi direi che l’obiettivo è raggiunto.
Game Ranking Winner 2017/2018
Game Ranking Winner 2020/2021
Utente
7 agosto, 2013
L’aneddoto su mia è perfetto, però avrei voluto un aneddoto su xello.
Inizialmente doveva essere così. Ma, mentre scrivevo, mi è uscito spontaneo parlare di lei e approfondire il mio legame con lei attraverso quell'aneddoto.
Volevo poi evitare di legare ancora una volta il brano ad una mia esperienza personale (anche visto l'invito di qualche Gala fa).
Utente
7 agosto, 2013
mrnace ha detto
gaga krishoes (...) per evitare retorica e banalizzazioni preferisci presentarlo con un taglio giornalistico (questa è la mia interpretazione, per quel che ti ho conosciuto).
Il tuo commento mi lascia di stucco perché hai colpito nel segno, è esattamente questo il modo in cui ho voluto presentare il pezzo, e le motivazioni che mi hanno spinto a farlo.
Casadelvino ha detto
La tua spiegazione non la trovo forte come altre volte, perchè come per xello, ho visto poco krishoes. Però ho visto Gaga e soprattutto ho visto una necessità di aiuto con una successiva voglia di superarlo, quindi direi che l’obiettivo è raggiunto.
Innanzitutto grazie per il commento, che mi serve sempre come sprone. Come dicevo qualche pagina fa, sto cercando di mettere a volte al centro Gaga, a volte me stesso, altre volte un mix. Avendo già avuto modo, per ogni scelta precedente, di inserire un aneddoto della mia vita o comunque fare una riflessione personale basata su una mia esperienza pregressa, questa volta ho volutamente evitato perché non ho esperienze né dirette, né indirette legate al tema di cui la canzone parla. Ho voluto evitare miei commenti aggiuntivi perché ritenevo inopportuno inserirmi nel racconto, considerando l'argomento molto crudo e delicato. Ho lasciato che fossero i commenti degli ascoltatori a farlo al posto mio. Mi fa piacere tu abbia visto Gaga.
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Gala molto particolare, anche perché è super soggettivo il concetto di brano terapeutico, così come i brani che in qualche modo riescono a farci stare meglio. Io probabilmente mi sarei buttato sulla canzone che matematicamente riesce a farmi piangere, che però risveglia cose che di base non farebbero star meglio, però in qualche modo ci riescono.
Questo per dire che mi hanno molto incuriosito i diversi modi emersi per raccontare questo concetto così personale. Come sempre, poi, le vostre storie mi hanno colpito più di tutto. Credo che sia scattato per tutti quel meccanismo bellissimo per questo gioco non sia più un semplice contest di musica, ma qualcosa di più che vi fa tirar fuori cose che non pensavate di tirar fuori. Ed è terapeutico anche questo in qualche modo
Melanie Martinez: Forse uno dei casi in cui il concetto di musicoterapia è più esplicito, non tanto in senso clinico quanto in senso motivazionale. Ed è anche il punto in cui, nonostante la tematica sia molto precisa e strettamente legata al tuo vissuto, dal particolare si può facilmente passare all'universale. Piace molto anche a me il fatto che tu abbia proiettato lo sguardo non su te stesso direttamente, ma su qualcun altro. Spesso soffriamo perché ci aspettiamo qualcosa da altri per star meglio, invece è più raro mettersi in discussione e riflettere su cosa possiamo fare noi per far star meglio gli altri. Andando nel tecnico, invece, canzone interessante, che ad un'atmosfera quasi eterea nelle sonorità, unisce un linguaggio sempre molto ficcante. Sul lungo termine, invece, ciò che non conoscevo di Melanie è tutto il progetto concettuale dietro i suoi lavori. Un aspetto che mi sta appassionando e che tu dimostri di conoscere sempre molto puntualmente.
Coldplay: Con i Coldplay siamo invece in una dimensione decisamente più universale del concetto di terapeutico, anche come ci suggerisce il video veramente spettacolare. Come da premessa, è difficile che io trovi terapeutici questi tipi di pezzi che inneggiano alla positività (ad esempio con i Coldplay mi capita in particolare con un altro pezzo. Con Up&Up ci sono riuscito un po' di meno, nonostante i vari ascolti, ma ho invece colto i motivi e anche i passaggi musicali, particolarmente inebrianti in questo senso, che ti hanno portato a compiere questa giusta scelta. A proposito di scelte giuste, mi sorprende sempre positivamente il gusto delle tue scelte, che stanno raccontando l'universo dei Coldplay attraverso tappe originali e inaspettate. Il tuo compito in questo gioco rischiava di essere più difficile proprio per questo, invece ti stai muovendo esattamente come speravo.
Fabrizio De André: La prima cosa che voglio dire ad Emm è che è un narratore degno di Faber. Sempre bellissimo leggere le tue presentazioni, non soltanto per la forma stilistica, ma anche per come sono sentite e per ciò che trasmettono del mondo di entrambi. Mi capita ogni tanto di ascoltare questa canzone, ma stavolta mi ci sono approcciato diversamente. Da non molto ho lasciato anche io la mia città (ma in senso più lato la vita che avevo lì) e per quanto non ci fossi legato e non abbia nulla di così poetico, mi sono ritrovato tantissimo nello stato d'animo che hai raccontato e mi è sembrato di intercettarlo nella sua "terapeuticità" di pensieri e riflessioni che lasciano anche un po' di tristezza, che a volte ci fa stare ugualmente meglio.
Gianluca Grignani: Ho ascoltato e riascoltato questa canzone assorto da uno strano silenzio, soprattutto alla luce delle tue parole. Anche in questo caso mi è arrivato dritto ciò che può suscitarti questa canzone, la rabbia, ma di quella virtuosa che finisce per farci lottare senza mollare. Questa è una di quelle canzoni che sì, avevo sentito, ma a cui non avevo mai prestato così tanta attenzione. Ed è un riassunto di ciò che sta accadendo con Gianluca. Prima di ascoltare le tue proposte era un cantante che sottovalutavo, e probabilmente non sono il solo a farlo, invece man mano stai portando a galla la sua sensibilità e me lo stai facendo apprezzare sotto diverse luci. Era uno dei tuoi obiettivi dichiarati e di certo ci stai lavorando molto bene, così come su quella componente di Amers che avevamo richiesto all'esordio. Una cosa che mi ha affascinato tantissimo è il riferimento alla decisione di chiudere i rapporti con la musica di Grignani. Mi interesserebbe saperne di più, intravedo spunti davvero affascinanti sul rapporto con i propri artisti preferiti, quando magari non siamo così tanto in sintonia.
Macklemore: Non credo di dire una scemenza se dico di percepire il rapporto tra te e Macklemore come uno tra i più viscerali. La sensazione è che tutte le canzoni che proponi siano pezzi vissuti, che ti senti proprio addosso. Questo non fa eccezione, poiché va a toccare tasti con cui tutti noi ci troviamo a fare i conti e sono quindi ascolti che hanno effetto sulla vita reale, che incidono sull'atteggiamento con i quali ci facciamo spazio nel mondo. Magari qualcuno deve faticare di più, e questa canzone mette in gioco tutto ciò che serve per risollevare la propria motivazione e ricordarci il perché di quella lotta e di tutta quella fatica. Mi ha toccato molto la frase con cui hai concluso la presentazione e sono felice che di Gala in Gala, insieme a Macklemore e alla sua musica (che per inciso mi sorprende sempre piacevolmente), stia venendo fuori anche quella persona lì che c'è dietro l'utente.
Billie Eilish: Il pezzo è davvero molto potente e, nella mia ignoranza e connessione con l'antichità, mi sono ritrovato ad ascoltarlo per le prime volte in concomitanza con questo Gala. Ha ha suscitato delle emozioni e delle sensazioni, però concordo con il giudice Delvino nel manifestare la voglia di approfondire meglio quali siano le emozioni e le sensazioni che suscitano in te, cioè l'effetto personale che l'ascolto di questo brano provoca. Sul gusto musicale ci siamo, però per il futuro mi piacerebbe che lasciassi andare questo freno a mano in modo da avere più a fuoco un po' di più l'aspetto soggettivo. Anche io penso che avresti tanto da condividere e che possa giovare molto, al di là della gara.
Stromae: Pezzo terapeutico nella dimensione dell'allegria. A volte il modo migliore per stare meglio è davvero fare un'immersione in quella musica che ci invade di positività e di buon umore e che, in qualche dimensione, riesce anche a trasformare in ricordi tristi in ricordi felici, che è la riflessione con cui ci congeda la tua presentazione, che ho trovato anche io molto dolce nel racconto più personale. Rapportandomi a questo tipo di vissuto, devo dire che il brano, nella sua sostanziale semplicità, mi ha trasmesso l'importanza di celebrare con un sorriso, invece di rattristarsi.
Mia Martini: Scelta che tocca diverse corde e che aggiunge tasselli ad un racconto più completo di Mia. Per te compito non facile poiché, per diversi motivi, si tratta di una storia per gran parte conosciute e che quindi possono giocare forse meno sull'effetto scoperta rispetto ad altri cantanti in gara. Ottima, dunque, la scelta di compensare con qualcosa di effettivamente meno conosciuto, come quel video che, come dici tu, distrugge l'anima, alla luce di come sono andate le cose. Il meccanismo è davvero singolare con una Mia che canta a sé stessa e un'altra Mia che si ascolta cercando di trovare in quelle parole un qualche conforto, o qualunque cosa abbastanza convincente da poter dar loro retta. E chissà se magari, almeno per un momento, l'effetto terapeutico non stesse funzionando. La butto lì dicendo che giocando direttamente quel video saresti potuto partire da lì per approfondire il discorso sul potere terapeutico di questa canzone, con qualche riferimento anche un po' più personale. La scelta comunque è decisamente calzante e le motivazioni per cui hai puntato su questo brano sono arrivate.
Lady Gaga: Brano che mi è sempre piaciuto moltissimo. Il collegamento con il tema potrebbe non essere immediatissimo, però il modo in cui è costruita la tua bellissima presentazione lo spiega molto bene. Il commento finale, che chiude in realtà la tua presentazione ma anche l'intero Gala, mi ha lasciato con un magone e tante riflessioni. Di base non pensavo che questa potesse essere una canzone che riuscisse a farti sentire meglio. Mi riferisco chiaramente a chi purtroppo ci si ritrova, poiché magari ti porta a rivivere momenti così terribili. La chiave però è tutta lì, nel ritrovarcisi e nel riconoscersi. Nel fatto che anche la tua cantante preferita, una star mondiale di una tale caratura, possa condividere il tuo dolore, possa comprenderlo e possa esprimerlo affinché tutti, nel condividerlo, possano sentirsi meno soli. E che cos'è più terapeutico di questo?
Utente
7 agosto, 2013
Prova molto complessa ma allo stesso tempo molto bella... Io credo molto nel potere "curativo" della musica; tante volte mi sono affidato a lei nei momenti difficili e tante volte ho ricevuto tanti benefici.. le parole tanto quanto l'accompagnamento musicale mi hanno dato conforto, mi hanno invitato a sfogarmi, a sorridere, a piangere, ad immedesimarmi col messaggio del brano.
Ovviamente so che ad ognuno un brano può trasmettere una cosa piuttosto che un'altra e non sono nessuno per dire che i brani che avete scelto non vi trasmettano ciò che avete scritto nelle vostre presentazioni.
Nel formulare la mia classifica(che ancora non so proprio come formare) terrò conto di ciò che avete scritto, cercando di mettermi nei vostri panni e allo stesso tempo mi lascerò trasportare dal brano.
Parto col dire che le proposte musicali vere e proprie sono state molto forti!
Melanie Martinez: Il brano di Melanie è uno dei miei preferiti di questo lotto: una Melanie diversa nelle sonorità rispetto a quella ascoltata fino ad ora, ma che rimane riconoscibile nella sua cifra stilistica. È una canzone che probabilmente non assocerei subito ai disturbi alimentari, è forse meno immediata e proprio per questo la presentazione di Salvatore (molto toccante in alcuni punti), è risultata quanto mai necessaria per comprenderla meglio e riuscire ad immedesimarmici. Senza dubbio, però, stai tracciando un percorso molto ben definito che realmente mi sta aiutando a capire chi sia Melanie, suscitando in me curiosità di scoprire quale sia il prossimo step.
Coldplay: per i Coldplay penso sia stata scelto un brano che fa tanto da sé: è una di quelle canzoni che ascolti proprio perché sai che ti potrà suscitate positività, potrà darti benessere. Proprio per questo ho trovato la presentazione del brano un passo indietro rispetto alla forza del brano stesso e forse anche un passo indietro rispetto agli standard di presentazione ai quali DGS ci ha abituato.
Fabrizio De André: parto col dire che il racconto di Emm è stato forse quello che mi ha emozionato di più fra tutti quelli proposti. Un racconto in cui mi sono immedesimato tanto soprattutto adesso che sono, per la prima volta, tanto lontano da casa. È stato quasi necessario per comprendere meglio la canzone che non è fra le mie preferite fra quelle scelte per Faber ma che acquista tridimensionalità forse proprio grazie alle parole della presentazione che mi restituiscono le immagini di Emm che cammina per le strade della sua città quasi fosse il videoclip legato al brano. Posso affermare di aver preferito Emm a De André questa volta.
Gianluca Grignani: Di Grignani è stata proposto uno dei brani più belli fino a questo momento (almeno per me): una canzone che ho avuto voglia di ascoltare e riascoltare, un testo in cui sono riuscito ad immedesimarmi molto, ricco di contrasti, amplificato dal racconto di amers e sostenuto perfettamente dall'arrangiamento musicale. Traspare si rabbia, ma quella rabbia che diventa terapeutica e ti impone di rialzarti, di affrontare le difficoltà per riprendere in mano la tua vita. Questo l'ho percepito tanto dalle parole della canzone, quanto dalle parole della presentazione.
Macklemore: Il brano di Macklemore è uno di quelli che ti spinge a tirare fuori la grinta e l'energia, ad impegnarti e a dare del tuo meglio. Molto bello il parallelismo tra Chanel e Macklemore, penso che la conoscenza e la crescita dell'uno e dell'altro in questo gioco stia procedendo in maniera speculare, quasi fossero due anime della stessa persona. Si sente che il legame è fortissimo, che va oltre l'essere il "cantante preferito" che si ascolta con piacere ma che in qualche modo sia parte irrinunciabile, viscerale del tuo essere.
Billie Eilish: canzone veramente molto bella. È una di quelle canzoni malinconiche che ascolterei quando sono triste perché sarebbe in grado di placare il mio stato d'animo ed allontanare la mia tristezza. Sono d'accordo con i miei colleghi nel dire che forse la presentazione è un po' frettolosa e poco introspettiva: sento che Juve c'è ma non riesce ad emergere del tutto. Penso che avresti tanto da dire e da dare; questo non significa raccontare necessariamente tutta la propria vita personale se non lo si vuole ma credo che potresti darci molto più Juve di quello che abbiamo conosciuto fino ad ora spostando un po' più il focus su di te, in modo da equilibrare il racconto.
Stromae: Di Stromae ho apprezzato tanto l'atmosfera gioiosa ma allo stesso tempo nostalgica della canzone. Interessante il parallelismo Cesaria/nonna, dimostra come possiamo fare nostra una dedica composta da un artista e riportarla nella nostra quotidianità. Il brano mi trasmette una bella positività ma non so quanto lo ascolterei in ottica di "musicoterapia". Penso che acquisisca valore proprio grazie al tuo aneddoto altrimenti, probabilmente, sarebbe rimasto un brano carino che si ascolta volentieri ma che si ferma lì.
Mia Martini: forse il brano più eloquente in ottica di musicoterapia, già dal titolo. La canzone è calzante per questo tema così come ho trovato calzante la presentazione e la proposta del video che ho trovato straziante soprattutto nell'ottica di quella che è stata la storia di Mia. Un brano di incoraggiamento che però a lei non è bastato per superare tutte le difficoltà che la vita le ha riservato: il cielo per lei è finito ma ci rimane questo suo messaggio di incoraggiamento che ci invita, quasi, ad essere più forti di lei che alla fine, purtroppo, ha ceduto al peso eccessivo delle cattiverie e dell'ingiustizia.
Lady Gaga: il taglio della presentazione l'ho trovato perfetto. Apprezzo tanto come il focus, di Gala in Gala, si sposti da Krishoes a Gaga in maniera equilibrata, quasi a volerci descrivere due percorsi di crescita e di scoperta paralleli che alla fine si incontreranno. La canzone è molto forte! Il messaggio è chiaro, l'arrangiamento, malinconico e flebile all'inizio, più forte alla fine, vuole quasi invitare chi ascolta il brano a trovare la forza di farsi avanti per uscire dall'ombra e denunciare i soprusi subiti. La chiusura della presentazione è da brividi.
In generale avete fatto tutti un buon lavoro: indipendentemente da come andrà questo Gala siete stati tutti molto bravi e apprezzo veramente tanto l'impegno che ci state mettendo. Ovviamente è un gioco ad eliminazione quindi una classifica andrà composta e qualcuno andrà a rischio: probabilmente non sarete d'accordo, ci può stare, ma questo non significa che non vi sia riconoscimento per il vostro lavoro.
In bocca al lupo a tutti!
Utente
7 agosto, 2013
https://open.spotify.com/user/1191510531/playlist/2afwPcnI2wVzqIbXME9zti?si=OMM06ziBSqCRteRn5B3iUQ
Playlist dello scorso Gala
Utente
25 novembre, 2017
Bellissime propostechanel mi ha fatto riscoprire una canzone che ho ascoltato tantissimo anni e anni fa. Kris ha presentato la mia canzone preferita di Gaga e la sua più sottovalutataforse avrei inserito l'esibizione agli Oscars che è di un impatto fortissimo, però capisco che con il video ufficiale arrivi un messaggio più chiaro.
Ovviamente conosco anche le canzoni di DGS (il video è uno dei più belli degli ultimi anni), xello (che devo dire su Mia? La canzone dice tutto da sola) e billie (l'ho odiata il gioco del rilascio, ma poi mi è cresciuta tantissimo).
Corro ad ascoltare gli altri pezzi e poi voto
Melanie Martinez: Concetto di musicoterapia ben afferrato e portato avanti dal significato del brano, molto bene anche come stai sviluppando il racconto su Melanie, e la sua evoluzione artistica. Mi ha colpito anche tutto il background personale, e il fatto che l’abbia dedicata a una tua cara amica. Devo dire che il pezzo in sé dal punto musicale non mi trasmette emozioni forti e travolgenti, sebbene sia stilisticamente il più affine al mio gusto fra quelli che hai proposto di Melanie – insomma il mio preferito insieme forse a Carousel. Tuttavia il testo unito alla dialogo finale svolgono il loro compito egregiamente. Bene così!
Coldplay: Fra i pezzi più famosi forse avrei pensato anche io a questo! Ti sei rifatto a un significato di musicoterapia legato anche alle atmosfere del brano, ed effettivamente è un brano che ti carica e ti dà molta grinta – necessaria in questo periodo di sessione, sigh.
Per il resto presentazione on point, asciutta e diretta, con un intelligente riferimento al video, bellissimo. Magari non d’impatto, ma completa e “giusta”.
Fabrizio De Andrè: Col dialetto ho un rapporto conflittuale. Non amo le canzoni in dialetto, il mio stesso dialetto lo capisco ma non lo parlo – se non per quelle parole comuni che fanno ormai parte del mio vocabolario -. Da studente fuori sede però capisco perfettamente tutto il tuo discorso, e infatti anche io mi sono ritrovato nella mancanza di casa, dell’inflessione rilassata e a volte un po’ sguaiata dei palermitani, che riescono a essere comici come pochi Quindi diciamo che in quel senso ho afferrato il significato che tu hai voluto dare al concetto di musicoterapia.
La presentazione poi credo sia fra le mie preferite finora, e fra le tue forse la più personale: immagini, suoni, odori si combinano in una maniera eccezionale. Tutto questo discorso per dire che la canzone in sé non mi è dispiaciuta ma non è neanche fra le mie preferite, il concetto che hai espresso l’ho ben compreso, anche se non so se lo incasellerei proprio nella “musicoterapia”. (e comunque chiamare papà babbo nooo )
Gianluca Grignani: Vedo in amers una crescita, presentazione dopo presentazione, che non tutti stanno avendo. Qui sei riuscita a sviluppare il racconto del tuo legame con Gianluca – la fase in cui hai tolto tutti i suoi poster per poi tornare ad ascoltarlo, anche grazie a questo brano – e ti sei anche aperta molto sulle tue emozioni e sensazioni. Sicuramente uno dei percorsi più interessanti, brano dopo brano. Mi ritrovo un po’ nella tematica del brano, che ho apprezzato anche nel suo crescendo potente e d’impatto. Prova più che superata.
Macklemore: Anche qui emerge chiaro il legame con l’artista e il significato attribuito al concetto di “musicoterapia”. Presentazione molto personale e sentita, in cui molti potrebbero rispecchiarvisi e perfettamente in linea con il brano e il tema del Gala. Con qualche ascolto ho ritrovato nel pezzo tutto ciò di cui parli nella presentazione, e questo penso sia un buon segno!
Billie Eilish: everything I wanted mi piace molto – con qualsiasi canzone di Billie in realtà cadi in piedi con me – purtroppo nel contesto della presentazione e del Gala l’ho trovata un po’ “spenta”, persa fra le altre. E non è la prima volta che succede, ho come la sensazione che il suo percorso si stia un po’ appiattendo e che sia necessaria una svolta decisa. Ti incito anche io a trovare il modo di esprimerti al meglio e con tranquillità
Stromae: Facevi parte della mia “classe” a questo giro, però non mi hai cercato ovviamente non era obbligatorio, però ecco spero non ci sia ancora dell’astio dal quel secondo Gala. Comunque hai fatto un buon lavoro, è fra le canzoni a me più affini del Gala e ho trovato la tua chiave di interpretazione del tema – allegria, spensieratezza, ricordi di infanzia e un pizzico di nostalgia – buona. Belli anche i riferimenti personali, bisognerà vedere come reggerà il confronto con le altre proposte.
Mia Martini: Quando mi hai parlato di come intendevi sviluppare il tema e la presentazione del brano ero un po’ preoccupato, ma devo dire che hai svolto il compito egregiamente! Apprezzo come abbia voluto concentrarti più su Mia in questo Gala, e secondo me è anche apprezzabile l’aver giocato un pezzo celebre non per il gusto di farlo, ma calato in un tema ben preciso e motivato. Straziante il riferimento al video e al tragico epilogo di Mia, spero che questo Gala rappresenti una prima fase di ascesa nel tuo percorso.
Lady Gaga: Quello che penso già lo sai, contento che il confronto sia risultato fruttuoso e spero che ti porti bene in questo Gala! Con gli ascolti questo brano continua a colpirmi sempre di più, la rabbia che trasmette parlando di abusi e violenze la trovo catartica, e non oso immaginare quanto possa essere di conforto per chi abbia subito tutto ciò. I commenti al video sono più che eloquenti in tal senso.
Heads up all the way
Cause it's too late to be afraid
There's no time to rest
I wanna go and see what's next
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Mi scuso tantissimo per non aver commentato nello scorso galà, ma da buon procrastinatore in sessione, mi trovavo a due giorni da un esame piuttosto complesso in una situazione un po' critica. Ho apprezzato, comunque, tutti i lavori, e stilare una classifica è stato davvero difficile perché i miei primi tre posti potevano essere tranquillamente scambiati senza che ne sentissi realmente la differenza. E sì, questo testimonia che state lavorando tutti davvero bene.
Passando a questo tema, ho cercato, quando possibile, di mettermi nei vostri panni e capire come voi abbiate inteso il tema stesso.
So di essere stato un po' severo in molti casi, però la gara inizia ad essere davvero complicata, e purtroppo sono i dettagli che fanno la differenza. Non mi sentirei davvero a posto con la coscienza se facessi soltanto commenti positivi per poi mandare tre o quattro persone al ballottaggio senza che queste capiscano perché siano più in basso in classifica rispetto ad altre persone. Spero che capiate anche questa mia posizione. Metto tutto sotto spoiler perché i commenti sono un po' lunghi.
Melanie Martinez: Quando si gioca con un cantante così meno noto rispetto agli altri in gara, è sempre difficile capire se si potesse fare di meglio o di peggio analizzandone la discografia. Per questo motivo, trovo che Salvatore stia facendo un ottimo lavoro nel descrivere le proprie scelte: anche in questo caso, il brano è collocato ottimamente nel tema grazie ad una descrizione personale ed esaustiva. Da un punto di vista musicale, lo apprezzo molto, e trovo interessante il fatto che il racconto del brano sia rivolto a qualcun altro, sia nelle parole di Melanie che nella descrizione di Salvatore. Nel complesso, una prova che mi ha colpito perché inaspettata e inaspettatamente molto buona.
Coldplay: Al solito, è tutto molto preciso, ben descritto e coerente con il tema. La scelta di Up&Up è stata buona al fine di portare ancora un altro lato dei Coldplay, ma, di fronte a tante altre scelte o più personali, o più specifiche, nella sua universalità rischia di apparire come una scelta troppo semplice. Proprio perché i Coldplay hanno una discografia stracolma di brani motivazionali e per certi versi “terapeutici”, mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa che la ancorasse un po’ di più alla dimensione personale. Si tratta di trovare il pelo nell’uovo, sia chiaro, ma, a fronte di un percorso solidissimo come quello che DGS sta costruendo, ho trovato alcune debolezze che non credevo di trovare proprio in un tema apparentemente così agevole per i Coldplay.
Fabrizio De André: So che dicendo questo mi sto ripetendo, e sto ripetendo anche i commenti di altri “colleghi”, ma non era assolutamente semplice portare De André in un gioco come questo riuscendo a far fronte a canzoni così potenti con delle descrizioni di questo calibro. Mi ha fatto piacere vedere un approccio più personale al brano, meno legato al testo ma basato più sulle proprie percezioni, perché mi rivedo in questo approccio e lo comprendo perfettamente. La scelta di portare un brano in dialetto è anche piuttosto rischiosa, perché è ovvio che può venire a mancare l’aspetto terapeutico per molte persone che ascoltano il brano, non comprendendone il testo, quindi mi ha fatto piacere leggere una descrizione che abbia tenuto pienamente conto di questo e sia stata in grado di accompagnare il lettore nella comprensione del brano.
Gianluca Grignani: Non ho niente di diverso da dire su Grignani rispetto a ciò che ho ampiamente detto nei precedenti galà. Era un artista che avevo sempre associato ad alcuni brani non proprio esaltanti, e Amers è stata pienamente in grado di farmi cambiare idea. Trovo la scelta veramente forte e toccante, perché mostra come un brano possa essere terapeutico per alcune persone in momenti estremamente difficili, quando per altre potrebbe apparire in modo completamente diverso. Non nego che, ad un primo ascolto più superficiale, non avessi compreso appieno il perché potesse essere terapeutico, ma la descrizione mi ha aperto un mondo, mi ha fatto cambiare completamente idea. Ci sono brani che colpiscono nei momenti giusti, questo brano fa parte di questa categoria.
Macklemore: Parto dicendo che trovo il brano, a prescindere da descrizione e tutto, davvero stupendo. Tra tutti, è forse il brano che riuscirebbe ad avere più “effetto terapeutico” su di me, perché ne condivido veramente tutto. Il messaggio che trasmette non è necessariamente positivo, non è un brano che ti dice di tirarti su “perché sei un grande, perché sei bravo, perché sei perfetto” come tanti, tantissimi altri brani motivazionali. È un brano estremamente realista, uno di quelli che può anche risultare scomodo, ma che lascia un segno, e questo, a mio parere, è il modo migliore per comunicare un messaggio in cui si crede davvero. Nota a parte, trovo che ormai il rapporto tra Macklemore e Chanel, che nei primi galà avevo trovato descritto in maniera sempre un po’ parziale, abbia trovato un bilanciamento perfetto: dalla descrizione si è capito perfettamente quale sia il legame con il brano e quale sia l’importanza del brano nella vita. Ottimo lavoro.
Billie Eilish: Immagino che trovare un brano adatto a questo tema sia stato per certi versi difficile, perché nei brani di Billie spesso coesistono messaggi positivi e messaggi al limite dell’autolesionismo emotivo, e trovo che la scelta sia molto corretta. Credo, però, che nel portare un artista recente e con una discografia limitata, nonché l’artista del momento, di cui un po’ tutti nel mondo sono fan sfegatati, dare un maggiore apporto personale sia fondamentale. Non si tratta di associare ogni brano ad un momento nella propria vita, perché sarebbe davvero impossibile e a lungo andare forzato, ma di cercare di far fuoriuscire ancora un po’ il legame con l’artista. Spesso, nelle descrizioni, trovo solo ciò che pensanio Billie e Finneas scrivendo e producendo i brani e poco ciò che Juventino pensa dei brani, se non qualcosa che ricalca il loro significato stesso. Non voglio sembrare eccessivamente duro nel giudizio, ma da fan di Billie in prima persona, vorrei davvero vedere quella scintilla in più che mi sta mancando.
Stromae: Una declinazione di musicoterapia differente e in linea con il percorso di Stromae. Il brano è molto bello, è una dedica interessante e toccante nella sua apparente allegria. Ho trovato anche la descrizione in linea con questo, riesce a risultare coerente sia con il significato del testo che con l’atmosfera del brano. Per quanto mi riguarda, a fronte degli altri brani, è sicuramente un po’ più difficile abbinarvi il concetto di “musicoterapia”, anche perché il messaggio che traspare dal testo potrebbe non essere d’impatto come altri brani di Stromae, ma è una declinazione diversa e particolare, che si colloca molto bene nella dimensione di Stromae come artista, ma, allo stesso tempo, potrebbe essere penalizzata dal confronto con le altre proposte.
Mia Martini: Una scelta sicuramente giustissima. Tra tutti i brani più noti di Mia Martini, questo è sicuramente il più adatto al tema. Devo dire che, andando avanti nella gara, sto apprezzando sempre di più le descrizioni di Xello. Rispetto ad altri contest a cui ho partecipato o che ho gestito in prima persona, sto trovando molto più impegno e passione nel descrivere i brani di Mia, e questo fa già capire di per sé quale sia il legame che lega utente e artista. Voglio premiare, quindi, l’impegno e la voglia di presentare un’artista simile associata sempre a scelte calzanti con i temi, uscendo anche dalla comfort zone delle descrizioni brevi, ma allo stesso tempo mi aspetto ancora più apporti personali in futuro, anche perché in altri casi valuterei l’assenza di questi in maniera più severa. Anche da un punto di vista musicale, vorrei anche ascoltare, prima o poi, qualcosa di meno noto, a costo di uscire un po’ fuori da ciò che ci si aspetta da Mia, per evidenziare ancor più il legame con l’artista, che a furia di proporre i brani più iconici, rischia di risultare un po’ svalutato.
Lady Gaga: Una descrizione molto originale a fronte di tutte le altre proposte in questo galà. Tanti hanno parlato di taglio giornalistico, e anche io mi trovo d’accordo con questa descrizione, ma per il tema trattato non poteva esserci una descrizione migliore. Ci sono degli argomenti sui quali non è il caso di spingersi troppo oltre i fatti nudi e crudi, soprattutto se non si è stati coinvolti in prima persona. Il concetto di musicoterapia nel brano è evidentissimo, e ho davvero apprezzato molto il fatto che Krishoes non abbia fatto parola di sé stesso, ma abbia presentato un brano con uno scopo e un effetto veramente forte, che è sicuramente capace di suscitare qualcosa in chi ha subito violenze, ma riesce anche a coinvolgere chi ascolta solo per caso, o per curiosità. Un brano “terapeutico” dal messaggio forte è quello in grado di far sentire meglio chi l’ascolta per necessità e far stare male chi l’ascolta per caso, quel brano che sa farti immedesimare nelle parole trattate anche se non le conosci. Ricordo il momento in cui questo brano uscì, in una sorta di indifferenza generale, e mi ha lasciato qualcosa, perché parla alle vittime, ma parla anche a chi le circonda perché espone in maniera chiara il processo di pensieri delle persone che hanno subito violenze. Non ho niente da dire, trovo sia la scelta che il modo di presentarla praticamente perfette.
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