Perché Soap? Perché è il brano con cui è iniziato tutto. Era un pomeriggio di luglio ed io ero a casa sul divano a guardare MTV. Era l'orario in cui trasmettevano la rubrica "MTV Push Artists" e tra gli artisti proposti vi era anche Melanie proprio con questo pezzo. Sin da subito rimasi colpito dalle atmosfere così cupe e intense della canzone. Questa figura così dolce e allo stesso tempo spaventosa fece così immediatamente breccia nel mio cuore. Inoltre il ritornello, caratterizzato dallo scoppio delle bolle di sapone, mi fece impazzire già dal primo ascolto.

Soap riguarda l'essere vulnerabili e la paura di esprimere sentimenti più profondi come l'amore, e quindi sembra di "lavarsi la bocca con il sapone", una tecnica usata nei vecchi tempi in cui gli adulti usavano lavare con il sapone la bocca dei bambini che pronunciavano oscenità. La canzone nello specifico parla di una "relazione", che però non è ancora diventata niente di serio, infatti nessuno dei due ha ancora detto la parola "Amore".

"I'm tired of being careful, gentle, trying to keep the water warm".
Con questa frase Melanie dice di essere stanca di reprimere i propri sentimenti, facendo capire di non poter gestire più questa situazione.

Melanie però ha paura che dicendo Ti Amo avrebbe messo la loro relazione in una posizione scomoda. Infatti sa che in qualsiasi caso la risposta dell'altra persona finirà per danneggiare il loro rapporto.

"Darling, you're just soaking in it
But I know you'll get out the minute
You notice all your fingers pruning up"

Inoltre lei sa che i suoi sentimenti sono più forti dei suoi ed è per questo che preferisce mantenere le cose al loro posto, pur sapendo che questo l'avrebbe fatta soffrire.

Il verso "Threw a toaster in the bathtub" è una metafora che indica il cambio repentino che potrebbe subire la loro "relazione" dopo avergli confessato i propri sentimenti, portandola a una morte improvvisa.

Sono molto affezionato a questo brano, perché oltre ad essere il primo ricordo che ho di Melanie, ha anche un significato particolare per me. Mi rispecchio totalmente nel testo poiché poco tempo fa ho vissuto un'esperienza simile. Mi sono preso una cotta per una persona che però mi vedeva solo come un amico. In un primo periodo ho cercato di nascondere e soffocare i miei sentimenti verso questo persona, ma alla fine hanno avuto la meglio su di me. Proprio come Melanie, sapevo che dichiarandomi a questa persona avrei probabilmente compromesso il nostro rapporto, distruggendo l'amicizia che avevamo costruito.

Come è andata a finire? Non so neanche io cosa dire.  

Da quel momento in poi il rapporto con questa persona è diventato piuttosto bizzarro.  C'è voluto del tempo prima di confessarmi, ma sono convinto di aver fatto la cosa giusta. Ora riesco a viverla con più calma e sincerità e adesso posso fare a meno di lavarmi la bocca con il sapone.

Salve a tutti, sono molto onorato di poter prendere parte a questa seconda edizione, mi scuso in anticipo se alcune volte sembrerò un pò confusionario  nello spiegarmi [oltre a vari possibili (anzi sicuri) errori grammaticali , o neologismi da me inventati ]

Stromae, pseudonimo di Paul Van Haver, nasce a Bruxelles il 12 marzo 1985. Di origini ruandesi da parte di padre, e belga da parte di madre, comincia a interessarsi alla musica all’età di 12 anni, imparando a suonare la batteria. Nel 2000 sceglie lo pseudonimo di Opmaestro per cominciare la sua carriera nel mondo del rap, per poi cambiare nome in Stromae (inversione sillabica di "maestro").

Lavora per un anno in un fast food per potersi pagare gli studi musicali e presso la radio NRJ. Lì viene finalmente notato dal produttore Vincent Verbelen che gli permette di firmare un contratto con Mercury/Universal. Il singolo “Alors on dance” è numero uno nelle classifiche di mezza Europa e apre la strada al primo lavoro CHEESE. Nell’estate 2013 esce il secondo album RACINE CARRÉE, dal quale estrae diverse hit di livello mondiale , e grazie al quale in novembre Stromae è premiato come migliore artista belga agli MTV Europe Music Awards. 

Tra i diversi generi che influenzano lo stile di stromae troviamo la musica house, l'hip hop, la musica d'autore, la musica dance (degli anni 90), l'afrobeat e la rumba congolese.

Fatta questa piccola introduzione sulla sua biografia, spiego come mi sono avvicinato a questo incredibile Artista. Ovviamente ,come penso quasi tutti, l'ho conosciuto grazie al suo primo singolo di successo "Alors on danse" uscito nel 2009, che ha riscosso successo continentale nella primavera successiva.

Questo brano apparentemente superficiale , che sembra rivolto principalmente a un pubblico giovane da "discoteca" , in realtà è un primo prototipo della musica rivoluzionaria di stromae , raccontare storie, eventi, situazioni giornaliere (spesso drammatiche) abbinandoci uno stile dance, trascinante e coinvolgente anche per coloro che spesso non tendono ad approfondire il significato. Quindi dietro l’atmosfera discotecara , il brano cela un testo profondo nel quale l’artista invita tutti a ballare per dimenticare i problemi che ci attanagliano, dai debiti ai lutti, dalla fame nel mondo alla dipendenza dalle droghe. 

A dir la verità il primo impatto che ebbi di stromae fu un pò controverso. Essendo , che quando uscì , non avevo ancora quel senso critico di interessarmi a cosa dicesse nel profondo un pezzo , non mi colpì chissà quanto, sicuramente molto orecchiabile , simpatico ma ero rimasto abbastanza indifferente su di esso e anche sul suo autore. Solo successivamente, con il secondo album, mi sono realmente appassionato a questo che reputo un vero genio della comunicazione e della musica, e che spero di raccontare meglio nei brani che presenterò in futuro. Certamente posso dire, che crescendo e soprattutto conoscendo meglio poi lo stile di stromae, ad oggi ho rivalutato fortemente questo brano che come ho spiegato precedentemente ha dei messaggi molto significativi , cosa che troveremo sempre in questo incredibile cantante.

Innanzitutto voglio chiarire la scelta di partecipare con questa artista. Ho deciso di gareggiare con Billie perché trovo sia un’artista pazzesca e credo che attraverso di lei io in primis possa immedesimarmi in tutto con le scelte che farò. Sono consapevole che può essere un’artista difficile da comprendere e magari fa un genere non del tutto immediato, io cercherò comunque di focalizzarmi su vari aspetti altrettanto meritevoli.

La canzone con cui ho conosciuto Billie è bitches broken hearts. Questo singolo è contenuto in una versione speciale del suo EP di debutto Don't Smile at Me e anche in una riedizione alternativa del suo primo album When We All Fall Asleep, Where Do We Go?.

Ho ascoltato questa canzone in un momento particolare, cercavo un attenzione particolare da parte di una persona e cercando tra le playlist di spotify mi sono imbattuto in questa canzone. Avevo già sentito parlare di Billie ma non avevo ancora approfondito nulla di lei e al primo ascolto la sua voce mi ha incantato e me ne sono innamorato.

Questa canzone, a differenza di tutto ciò che abbiamo ascoltato di Billie, si discosta molto dalle sue produzioni a cui siamo abituati. La canzone è molto semplice e molto lenta, la sua voce è molto intima e sembra quasi raccontare la canzone in questione. In particolare il tema principale della canzone è il suo rapporto con il suo ex. Billie ha il cuore spezzato per via della fine della sua relazione e vuole credere che, anche se il suo ex non la pensa o non le dice che le manca, lui la ama lo stesso e vorrebbe stare con lei.

Come ho già detto, nonostante la produzione sia davvero molto semplice e minimal, Billie punta abbastanza sulla sua voce molto pulita ed equilibrata per raccontare la fine della sua relazione. Nonostante il tema però la canzone infonde molta tranquillità e pacatezza, nonostante ci sia un velo di malinconia nel testo e nelle parole di Billie.

A mio parere oltre a tutto questo, ciò che mi ha catturato di più di questa canzone è la parte finale, ossia la parte strumentale della canzone che dura all’incirca sui 30 secondi. Consiglio a tutti di ascoltarla e di concentrarsi maggiormente sul testo della canzone e sulla parte finale (che rappresenta la parte più intima, malinconica e pensierosa).

Questa canzone per me rappresenta un momento particolare, mi ricordo benissimo che cercavo delle attenzioni in particolare e tutte le insicurezze che ne scaturivano nei confronti di questa persona. Questa canzone quindi rappresenta una sorta di tranquillità interiore, da ascoltare nei momenti stressanti anche se mi lascia sempre con un aria pensierosa alla fine.

Vi lascio con un parte del testo che preferisco:

You can pretend you don't miss me (Me)

You can pretend you don't care

All you wanna do is kiss me (Me)

Oh, what a shame, I'm not there

Nell’ormai lontanissimo 2012 durante un pomeriggio a casa di un amico, quest’ultimo mi fa ascoltare Thrift Shop di un certo Macklemore, dicendomi “we frà, tropp fort stu rép”. Un po’ perplesso mi  prodigo ad ascoltare questo Macklemore, convinto di ascoltare il classico rapper che parla di sparatorie, donne sessualizzate e macchine che si può permettere da quando ha sfondato nella musica. Quando inizio ad ascoltare il pezzo e a guardare il video rimango decisamente sorpreso: colori sgargianti, tipi e tipe un po’ strani, pellicce e vestiti di seconda mano. Per un ragazzo gay amante di Lady Gaga non è scontato apprezzare un pezzo rap, ma con questi elementi mi ha subito conquistato. Inizio così ad ascoltare la canzone tutti i giorni, diventandone dipendente. Inizia il mio lavoro di traduzione, di ricerca del significato del testo e la lettura delle recensioni. Scopro che  Macklemore collabora con il produttore e DJ Ryan Lewis, con cui il nostro rapper del segno dei Gemelli (scopriremo la citazione) ha collaborato dal 2008 al 2017. Scopro che il brano fa parte del secondo album in studio di Macklemore, The Heist. Scopro il significato del testo che trovo innovativo, soprattutto considerando il linguaggio utilizzato.
Macklemore si propone come l’anti-rapper per eccellenza spiegando quanto sia figo acquistare abiti per pochi dollari nei “thrift shop”, negozi che vendono abiti a pochi dollari. Ci viene detto che si può avere stile con gli abiti del nonno, si possono fare rime senza mettere in luce abiti di marca, champagne e senza ostentare lusso e superficialità. Il messaggio può sembrare banale e probabilmente lo è. Nel mondo del rap però la semplicità e la routine sono percepite negativamente, come se fosse un male vivere una vita normale senza lo sfarzo e il lusso a cui ci abituano. Cosa ci rimane però di quei brani? Solo esteriorità, perché la maggior parte di noi non può capire e non può immedesimarsi in ciò che ci viene detto.
Macklemore utilizza un brano rap con forti influenze elettroniche e pop, una scrittura semplicissima e un ritornello orecchiabilissimo di Wanz per trasmetterci un messaggio semplice: il rap può essere pulito, ironico e può parlare a tutti.
Dopo Thrift Shop ho scoperto un’artista che ci racconta storie sulle minoranze, che parla di sentimenti, stereotipi di genere e la cui interiorità è tanto complessa quanto sensibile. Vi farò conoscere tutte le sfumature di un artista che nel suo piccolo ha rivoluzionato il rap, coinvolgendo anche un pubblico che aveva sempre ignorato il genere.

Nel 2011 avevo quindici anni, ed erano gli ultimi giorni di scuola prima delle vacanze estive quando ho sentito per la prima volta Every teardrop is a waterfall in classe. Era intervallo e il mio compagno di banco mi aveva passato una cuffia per farmi ascoltare la nuova canzone dei Coldplay. Sicuramente non era la prima volta che avevo ascoltato una canzone di questo gruppo, d'altronde era impossibile visto che in radio o in TV c'erano sempre. Ma non mi avevano mai fatto né caldo né freddo, non erano nulla di speciale per me se non un gruppo che produceva dei pezzi carini. Ascoltando la canzone pensai che fosse una bel pezzo molto upbeat e con un bel riff, ma al primo ascolto sinceramente non ero riuscito a capire molto le parole se non quelle del titolo, every teardrop is a waterfall. Rimasi colpito da questa frase così drammatica in una canzone che apparentemente doveva mettere di buon umore. 

Tornato a casa mi misi al PC e cercai il testo completo del brano, e mi colpì profondamente. Il messaggio di questa canzone è un messaggio di speranza e incitamento rivolto ai giovani, li invita a lottare e a ribellarsi per un futuro migliore, anche se questo processo può essere doloroso e difficile. As we soar walls, every siren is a symphony and every tear is a waterfall. So you can hurt me bad, but still I'll raise the flag. Lottare e protestare può essere difficile, ci sarà sempre qualcuno che cerca di fermarti, di ferirti, di zittirti e di confinarti tra quattro mura, ma non ti devi arrendere. Scavalca queste mura, anche al costo di sentire il suono delle sirene, fallo e domani non sentirai più le sirene ma una dolce sinfonia. Le tue lacrime sono in realtà delle cascate maestose, potenti, irrefrenabili: il dolore e la sofferenza che ora provi si trasformeranno in qualcosa di bello, di spettacolare. Tieni alzata la tua bandiera nonostante il male che ti fanno e i risultati arriveranno.

Durante la mia adolescenza mi sono sempre sentito in una gabbia. La mia vita era controllata dai miei genitori, il mio futuro già deciso da loro, e ogni giorno lottavo contro i miei demoni. Non mi accettavo, non accettavo il mio aspetto, la mia etnia, la mia sessualità, la mia introversione, la mia incapacità di esprimere le mie emozioni. Non potevo sviluppare le mie passioni perché ero forzato a fare e a essere ciò che volevano gli altri. Avevo, e ho tutt'ora, così tante cose dentro di me che volevo solo urlare al mondo intero ma la paura mi frenava. 

Inutile dire che dopo aver capito il significato di questo pezzo rimasi abbastanza devastato perché iniziai a pensare a me e a come mi sarei sentito a ribellarmi a tutto e tutti. Da lì iniziai a incuriosirmi del significato degli altri pezzi dei Coldplay e ad ascoltarli sempre più frequentemente, riuscendo a rivedermi in molti dei loro testi. Essi divennero in poco tempo il mio gruppo preferito. Vi dico solo che dopo Every teardrop is a waterfall andai a cercarmi il testo di Fix you. Già...

Avevo 6-7 anni e abitavo ancora alla vecchia casa. Nel soggiorno (che di sera si trasformava nella camera da letto mia, di mio fratello e di mia sorella) avevamo quello che mi sembrava essere il più figo stereo della storia e una pila di cassette da ascoltare.

Tra un ‘Attenti al lupo’ di Dalla, ‘Donne’ di Zucchero e ‘Le ragazze’ dei Neri per caso, la cassetta che più ascoltavamo proseguiva con quel duetto che sempre mi colpiva. Ero attratto da quella voce così ruvida e da quella lingua che mi sembrava così familiare.

E a proposito di famiglia i miei fratelli mi facevano sempre credere che quell’uomo e quella donna che  cantavano fossero zia Annamaria e zio Angelo, rispettivamente sorella e cognato di mio padre (e ci ho creduto per diversi anni a questa storia )

Solo molto tempo dopo (alias anni) associai il nome di Mia Martini (e Roberto Murolo) al pezzo. E da sempre associo questo pezzo a vari ricordi/riflessioni:

- il ricordo dei dieci anni vissuti nella vecchia casa;

- il ricordo di quello scherzo fatto dai miei fratelli;

- la nostalgia di quegli anni;

- la nostalgia della spensieratezza di quel periodo;

- la riflessione, ahimè, che quando ascoltavo quel pezzo (seppur inconsapevolmente) lei, Mia, era ancora tra noi.

Ti incontrai, inconsapevolmente, ma ti incontrai.

Colpo di fulmine? Amore a prima vista? Niente di tutto ciò. Non sono diventato un fan(atico) di Lady Gaga dai tempi di "Just dance". Anzi, voglio essere totalmente onesto con voi, pur apprezzando quella canzone, non mi ha mai affascinato più di tanto, né la considero una perla del pop come molti.

Con "Poker face" le cose iniziarono a cambiare, quel ritornello era davvero un trapano, impossibile toglierselo dalla testa. Ma c'era qualcosa che non mi convinceva al 100%. Perché una ragazza con quell'immagine così plasticosa avrebbe dovuto stravolgere il pop? La canzone era molto forte, ma di one hit wonder la storia della musica ne è piena.

Non scorgevo unicità nella sua proposta musicale, né nei videoclip. Eppure tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009 si parlava di lei dappertutto. Sembrava che lo showbiz avesse bisogno di Lady Gaga, di essere stravolto da qualcosa di nuovo, che allo stesso tempo ricordasse tempi passati.

Acquistai "The fame" basandomi sulle recensioni che leggevo in giro e mi piacque molto, senza dubbio l'album da me più ascoltato nel 2009 (assieme a "Gaetana" di Giusy Ferreri, un vero evergreen). Quelle canzoni elettro-pop ricche di richiami agli anni '80 mi facevano impazzire.

Non ho mai nascosto di essere uno sfegatato amante di quella decade musicale, quindi vedere una popstar far rivivere l'essenza di quel decennio nelle sue canzoni mi affascinava moltissimo. Senza togliere poi il filo conduttore del disco, la fama e le sue mille declinazioni, l'idea del concept mi intrigava.

La scintilla che cambiò la mia vita, e che ancora oggi a distanza di oltre dieci anni mi fa rispondere "Lady Gaga" alla domanda "Chi è il tuo cantante preferito?", arrivò ben presto.

L'1 maggio 2009 Lady Gaga si esibì in una versione acustica di "Paparazzi" a Capital Radio 95.8 FM. Non ricordo come beccai il video, forse cercando su YouTube performance live di quella che era a tutti gli effetti la mia canzone preferita inclusa in "The fame".

Vederla al piano fu spiazzante. Il look stravagante, l'abilità nel suonare, l'arrangiamento stravolto, l'atteggiamento quasi distaccato, a tratti supponente, seduta su quello sgabello. In quell'esecuzione per me era racchiuso un messaggio molto potente.

Ero sempre stato abituato a vedere le cantanti pop in un certo modo. Per lo più esecutrici delle loro hit dietro un microfono o accompagnate da un gruppo di ballerini in tv o nei loro tour. Nella mia testa si era creata, automaticamente, quella separazione fra i "cantautori" e gli "interpreti", nonostante spesso ci fossero anche le loro firme nei brani.

Il cantautore era quello della musica impegnata, che scriveva, cantava e suonava i suoi brani, le popstar no, non erano certo quello. Al massimo qualcuna arrivava a strimpellare qualcosa al piano o alla chitarra, niente di sconvolgente. Ma le amavo comunque, la loro musica non usciva fuori dai ranghi, era rassicurante.

Con Lady Gaga questa separazione scomparve immediatamente. Lady Gaga dimostrò di non essere la bambolina pop trasgressiva di "Just dance" e "Poker face", non era l'ennesima interprete incapace di reggere il confronto fra versione studio e versione live, non si nascondeva dietro il playback, non era la faccia di un progetto senza anima in cui in realtà non c'entrava niente.

Lady Gaga, dietro la tastiera a Capital FM, fece capire a me, e a molti altri, che essere una popstar e allo stesso tempo una cantautrice, musicista estrosa e cantante capace era possibile.

Tramite le sue canzoni dirette e orecchiabili era pronta a diventare il baluardo di una nuova generazione di amanti della musica pop. La "mamma" artistica di un vero e proprio esercito di ragazzi che, negli anni, ascoltando le sue canzoni, e le sue interviste, troveranno il coraggio di essere loro stessi, senza farsi schiacciare dalle imposizioni sociali.

E tutto questo giocando con le regole dello spettacolo, ricreandole a suo piacimento, divertendosi a catturare l'attenzione con i look sopra le righe, unendo la semplicità dei ritornelli a messaggi capaci di sconvolgere l'opinione pubblica, ma anche far riflettere. Il pop aveva assunto una nuova funzione grazie a Lady Gaga.

Nonostante sia un brano scritto 3 anni prima della mia nascita..

Questo è, il brano del primo incontro con i baronetti  della  musica italiana

Quando ho scelto di partecipare con Grignani avevo già pensato a quali canzoni escludere assolutamente e una di queste era proprio la canzone che me lo fece conoscere.

Avevo solo dodici anni e vidi sto ragazzo bellissimo cantare “Un viaggio a senso solo senza ritorno Se non in volo Senza fermate né confini Solo orizzonti neanche troppo lontani ”, le amiche, più grandi, dell'epoca si innamorarono subito e mio fratello divenne un “Grignaners”. A casa mia per mesi si ascoltava solo quella canzone. Poi per anni non l'ho più ascoltata, Grignani era diventato Voldemort in casa amers. Ho ripreso a sentirla integralmente solo da pochi anni.

Lui però è sempre stato uno dei miei artisti preferiti e se ho scelto di concorrere con lui è perché lo ritengo tuttora uno dei cantautori italiani più interessanti di sempre e vorrei far conoscere meglio la sua musica, sopratutto quella degli inizi.

Destinazione Paradiso non è la sua canzone che preferisco, in quel disco ci sono pezzi nettamente superiori, però resta un pezzo che ha segnato la sua discografia e la discografia italiana in generale. E sopratutto ha segnato tantissimo amers. Ora sedetevi, premete play e lasciatevi cullare dalla sua voce e cantate insieme a lui.

“Io mi prenderò il mio posto
E tu seduta lì al mio fianco
Mi dirai destinazione paradiso
Paradiso città”

*Non entro in merito al significato della canzone, credo ognuno possa scorgere qualcosa e farlo proprio, io ho sempre dato al pezzo un preciso messaggio, sin dal 1995, ma mi piace quando gli altri ne intravedono significati diversi

Il mio legame con Kelly è iniziato verso il 2010-11, periodo chiave della mia vita dato che ero un piccolo 13enne in piena crisi adolescenziale e che non riusciva a non essere ansioso per qualsiasi cosa che gli capitasse.
Il primo brano che ho ascolto è stato Because of you: fin da subito, mi ha colpito la delicatezza con cui pronuncia le parole nelle strofe, per poi arrivare a urlare tutto la sua delusione e il suo dolore nel ritornello e bridge. Sembra come se le strofe rappresentassero tutti i momenti in cui avrebbe voluto dire qualcosa, ma non ce l'ha fatta.
Inizialmente, pensavo che Because of You fosse la tipica canzone d'amore e, forse, è anche per questo che mi sono subito affezionato a lei: immaginatevi un 13enne con vive le sue prime cotte e trova una canzone sembri parlare di una delusione amorosa. Il fatto è che, in questo caso, è la delusione di un padre che abbandona la casa di famiglia dopo aver divorziato con la madre. Questo è un passaggio chiave perché molte delle miglior canzoni di Kelly sono ispirate dall'abbandono del padre.