Utente
12 aprile, 2015
salvatore92 ha detto
Ma io dico:se a molti di loro fanno così schifo le canzoni, perché ci vanno? Andateci un anno a Sanremo e poi non andateci più. Possibile che ogni testata abbia solo un giornalista che si occupa del settore musicale? Non credo.
guarda che in realtà la settimana del festival è l'unica in cui questi criticoni musicali che scrivono sui giornali vengono considerati. per il resto dell'anno non se li fila nessuno.
Moderatore Junior
28 novembre, 2015
Io direi che a questo punto,Rocco Hunt non è da sottovalutare e ha con se il pezzone. Uptempo funk (che potrebbe piacere al pubblico che non vuole lagne) + testo socialmente impegnato (che potrebbe far gola alla critica) e quel "Wake Up Guaglio" che ha le carte in regola per diventare un tormentone....vuoi vedere che abbiamo trovato il "vero" Nek di quest'anno?
Per Francesca sono confuso,le fonti poco attendibili l'hanno stroncata ma le altre non sembrano premiarla tantissimo.L'unica cosa quasi certa è che dovrebbe essere una canzone sullo stile di di20 e che potrebbe far bene in radio,per il resto dobbiamo aspettare come eseguirà la canzone all'Ariston
Anche per Lorenzo non mi sembra ci sia molto entusiasmo,molti fanno notare che è maturato,ma forse ha preso una via troppo scontata con questa canzone.Vedremmo pure lui come si comperterà durante il festival,spero il meglio per lui.
Annalisa un' altra che non si capisce che tipo di brano sia,fra chi si divide tra "sembra Bjork" e "sembra Sei Bellissima della Bertè".Le uniche cose sicure: Kekko è un lontano ricordo e la puttana in metropolitana potrebbe rivelarsi anche per lei un tormentone.
Noemi e gli Elli hanno convinto tutta la stampa,a questo punto toccherà al pubblico decidere chi premiare,azzardo spaccatura per i voti della giurià,ma anche permio della critica per la prima e premio miglior arragiamento per i secondi,mark my words.
Scanu e Caccamo/Iurato sembrano avere potenzialità,ma i critici trovano il pelo nel uovo per entrambi: l'interpretazione piatta per il primo,la voce di lei per la coppià.
Bernabei e Dear Jack non continuano a convincere,ma il gruppo sembra quello più a rischio eliminazione perchè sembrano ancorati al loro vecchio stile. Da vedere come finirà.
Fornaciari già tra i 4 eliminati per me e Clementino e Zero Assoluto non sembrano messi meglio rispetto a lei.
Per il resto mancano 3 settimane e a furia di leggere tutti sti commenti dei giornalisti ho in mente solo una cosa:
Utente
23 dicembre, 2015
Un podio tutto Sony? Spero di no, a questo punto preferirei 100 volte Noemi sul podio se dovessi scegliere tra lei, Fragola ed Elio (ci sta anche Hunt). Per la Warner credo che Patty e Bernabei siano fuori dai giochi, la prima probabilmente per il live, l'altro per i giudizi degli esperti che lo vogliono eliminato! Restano Arisa e Annalisa. Nella Universal potrebbe far bene Dolcenera, tutto sommato ne hanno parlato bene, Clementino sembra sottotono, Morgan forse riuscirà a passare alla finale ma niente di più.
Banned
7 agosto, 2013
La Venegoni non uccide nessuno per la prima volta. SHOCK.
Uragani, filosofia e pochi sorrisi nelle canzoni di Sanremo 2016
La nuova canzone italiana che uscirà dal Sanremone 2016 non sconvolgerà il nostro costume nazionale, ma la media è più accurata di quanto il nudo elenco dei venti concorrenti lasciasse prevedere. Si canta molto del meteo, come sempre capita quando non si sa cosa dirsi fra sconosciuti. Ci sono uragani di amori disperati, si filosofeggia e spesso a vanvera, si balla poco e si sorriderebbe pochissimo se non fosse per Elio e le Storie Tese, veri tiramisù con i loro calembour e gli accostamenti di epoche e musiche in Vincere l’odio (l’opposto diPerdere l’amore), che ha sette ritornelli. Conti ha fatto bene i suoi conti, senza rinunciare alle proprie debolezze.
I SENATORI
La Divina Patty Pravo festeggia 50 anni di carriera mettendo il tailleur alle corde vocali in «Cieli Immensi», ballad governata con cautela e devozione. Gli Stadiocommuoveranno con Gaetano Curreri che interpreta un padre accorato che parla alla figlia adolescente in Un giorno mi dirai. Enrico Ruggeri rocckeggia in una buona power-ballad che si spinge nel prog e riassume il senso della sua esperienza artistica (Il primo amore non si scorda mai).
I BATTITORI LIBERI
Neffa ci dondola, con ritmo intrinseco e svagato, in una marcetta in levare sull’ineluttabilità della vita, titolo Sogni e nostalgia. Semplicemente dei Bluvertigo di Morgan è una deliziosa operina che parte con violini e poi viaggia in synth e sax, raccontando gesti e gesta quotidiane. A Valerio Scanu piace l’acqua: niente laghi, ma di Fabrizio Moro ecco Finalmente piove, che affoga un po’ nella retorica sanremese classica.
NEAPOLITAN POWER
Piccoli napoletani crescono, e promettono bene. Clementino fra spoken words, canto e synth in Quando sono lontano racconta storie alla Via Gluck. Rocco Huntesplode in un omaggio a Pino Daniele, fra dance vitalità e protesta urla Wake Up.
SIGNORINE GRANDI FIRME
La vincitrice del 2014 Arisa conosce l’arte di non esagerare, la sua voce svetta in una ballata un po’ misteriosa, Guardando il cielo, fra ricordi della nonna e l’ansia di fuga dalla città. Noemi ha trovato in Masini l’autore della sfiziosa La borsa di una donna («...pesa come se ci fosse la sua vita dentro»), adatta alla sua voce.
Cambia registro Annalisa, cantautrice intimista con parolaccia («Prendo la metropolitana/L’unica che sorride è una puttana») in Il diluvio universale. La voce di Dolcenera ruggisce e poi s’immerge con il suo pianoforte in un mare di effetti sonori (perfino gospel, c’è) in una consolatoria Ora o mai più. Francesca Michielin filosofeggia in Nessun grado di separazione, testo lodevole ma il tutto è poco comunicativo.
AMORE DISPERATO
Lorenzo Fragola guida la pattuglia declinando il dolore in sapienti variazioni vocali nella tristissima Infinite volte. Sono in crisi anche i Dear Jack in Mezzo respiro, ballad antica e sempreverde. Giovanni Caccamo e Deborah Iurato sono come yin e yang: lui è elegantissimo, lei un po’ su di giri in Via da qui di Giuliano Sangiorgi, e in fondo non si convincono mai a vicenda.
NEL SOCIALE
Solo Irene Fornaciari ha l’ardire del presente nell’accorata ballad Blu: «Una donna in mezzo al mare vestita di blu/La prende in braccio un pescatore bello come Gesù».
DOLCEMENTE BALLARE
Si balla poco, e incoraggiati dagli Zero Assoluto: Di me e di te è uno svagato ritmo pop con un testo elaborato. Alessio Bernabei rifà più o meno il Nek dell’anno scorso, con vasta apertura sul ritmo da discoteca in Noi siamo infinito(ma d’infinito c’è ben poco, sia chiaro).
Banned
7 agosto, 2013
Questo è invece Paolo Giordano:
Brani d'autore, rock e (timido) rap Ecco l'altra faccia dell'amore
Insomma al primo ascolto sembra che il livello medio delle canzoni in gara questa volta sia cresciuto. Carlo Conti e la sua squadra hanno selezionato venti canzoni per un Festival di Sanremo molto pop, complessivamente votato alle esecuzioni orchestrali, senza particolari squilli testuali ma con tre derapate distinte.
La prima è quella rock vecchio stile, che poi è la più sincera. Sia gli Stadio con Un giorno mi dirai (applausi della stampa durante gli ascolti) che il veemente Enrico Ruggeri di Il primo amore non si scorda mai (tre cambi di tempo, finale impetuoso) dimostrano di saper scrivere canzoni destinate a rimanere, con testi che lasciano il segno. Come quello scritto da Gaetano Curreri pensando ai corsi e ricorsi storici dell'amore con un dialogo tra padre e figlia (un giorno «riderai di me»). O con strutture musicali riconoscibili perché uniche (Ruggeri è al suo meglio). Poi c'è la vena autorale che Patty Pravo sublima in Cieli immensi (scritta da un sempre più prolifico Fortunato Zampaglione), la convincente coppia Caccamo e Iurato in Via da qui con testo di Giuliano Sangiorgi (occhio che loro due vanno forte), Dolcenera in una ballata nella quale la sua voce increspata è meglio che mai (e in Ora o mai più c'è uno stacco di gospel bianco da applausi) e Rocco Hunt con Wake up, in sostanza una sorta di pop napoletano stile Tullio de Piscopo e Tony Esposito in versione rap, trascinante e arguto nei testi: «Tutti dietro la tastiera e mo' chi a fà a rivoluzione?»). Piccola parentesi per Valerio Scanu: Finalmente piove scritta da Fabrizio Moro è il modo migliore per zittire chi lo critica: testo e interpretazioni convincenti. Infine c'è l'onda lunga dell'edm, l'electronic dance music portata l'anno scorso da Nek: e l'Alessio Bernabei di Noi siamo infinito farà ballare l'Ariston convincendo di primo acchito forse più dei Dear Jack (comunque in gara con un brano più convincente di quello dello scorso anno).E se Neffa è Neffa, quindi un peso massimo della canzone con una Sogni e nostalgia molto vintage e assai convincente, Lorenzo Fragola rimane ancora una volta tra color che son sospesi con Infinite volte (manca una personalità compositiva ben definita), Noemi convince tutti (La borsa di una donna strappa applausi per una interpretazione maestosa), Irene Fornaciari canta di «un bambino sulla spiaggia lasciato dal blu» che fa venire in mente la tragedia di Aylan e rende giustizia al talento di questa figlia d'arte spesso troppo sottovalutata. Infine c'è Annalisa de Il diluvio Universale, pezzo complesso sulla solitudine d'amore, innervato da una parolaccia, puttana, che però non è una sorpresa all'Ariston: già nel 1981 Luca Barbarossa la usò in Roma spogliata. Francesca Michielin, poi, è sempre alla ricerca di superare il limite e in Nessun grado di separazione (cofirmata tra gli altri dal bravo Cheope, figlio di Mogol) si impegna a spiegare perché «non c'è nessuna divisione tra noi». Infine, in questo sessantaseiesimo Festival che conferma una stabilità solida nelle canzoni, ci sono i cosiddetti «fuori dal coro», difficilmente inquadrabili. Come i Bluvertigo. In Semplicemente (firmato solo da Morgan) confermano il loro Dna con una struttura musicale farcita di elettronica anni '80 e intarsi complicati al limite del manierismo: li compensa un testo quasi neoralista che con istantanee di vita quotidiana: «Poi mettere i libri sullo scaffale e i dischi nel mobile bianco/È semplicemente anche un fatto da niente, attraversato dalla corrente nello spazio e nel tempo». Poi c'è Arisa, una che sa cantare come pochissime altre (ha preso applausi durante l'ascolto) e stavolta in Guardando il cielo si appoggia a un testo del bravissimo Giuseppe Anastasi, sempre ispirato. Alla fine, chi sta davvero fuori dal coro per ragione sociale sono gli Elio e Le Storie Tese, che un'altra volta danno un senso alla parola geniale: in Vincere l'odio ci sono sette cambi di tempo, si passa dal «Femminiello che vivi a Napoli» a cori stile stadio San Paolo per chiudere con una strofa quasi scolastica eppure irresistibile: «E il messaggio che noi qui vogliam comunicare con questi ritornelli è: vincere l'odio». Tutto bello, tutti bravissimi, anche Elio che sul «Vincere» passa dall'imitazione di Massimo Ranieri in Perdere l'amore a un accenno pseudo pavarottiano del Vincerò. Comunque vada, hanno già vinto il loro personalissimo premio (e non è detto che non vincano proprio il Festival, sarebbe la prima volta). Manca Clementino, con il suo rap venato di napoletano che però rimane fermo ai suoi stilemi tipici e gli Zero Assoluto con Di me e di te, un up tempo sull'«amore che fa a pugni senza guanti». Insomma, mentre Carlo Conti annuncia le venti canzoni delle cover (attesi Clementino con Don Raffaè di De Andrè e Michielin con Il mio canto libero di Battisti) e conferma che ci vince sbarcherà poi all'Eurovision Song Contest, vengono confermati altri ospiti: Elton John, che canterà Blue wonderful, Elisa ed Ellie Goulding, inglese che da due anni non ne sbaglia una. il direttore Leone precisa un dettaglio che spesso passa inosservato: è il Festival di Sanremo a portare soldi alla Rai (5 milioni di attivo) e non viceversa. Così, tanto per spiegare che gli eventuali cachet pagati non gravano sui bilanci pubblici.
Moderatore
7 agosto, 2013
salvatore92 ha detto
ouro ha detto
@salvatorelaga8 stai tranquillo. Fragola ha portato una canzone che funzionerà a bomba, e quello è l'importante per la sua carriera.Sai che non simpatizzo per lui, ma neanche un po', ma ho già capito l'intento della Sony e secondo me faranno centro. Non vincerà e non andrà sul podio? Stica**i io manco ci vorrei stare su un podio dove tutti si masturberanno per la "genialata" di Elio.
No, credimi, questa volta il mio discorso non è rivolto solo a Lorenzo Fragola, ma a tutti i cantanti giovani che ogni volta sono costretti ad essere criticati perché "non sono come il cantante X, o come il cantante Y". Io vedo alcuni di loro che danno 3 e mezzo, 4. Ma ci rendiamo conto? Cioè se a queste canzoni danno questi voti, quelle che sono state scartate quanto valevano? -3 e mezzo?
A me sembrano molto meno bacchettoni degli altri anni, sinceramente. C'è chi sbilancia e dice che quest'anno ci sono delle belle canzoni.
Per la storia che vengono scelte le canzoni migliori basta considerare che Dolcenera e gli Stadio sono entrati con la canzone scartata l'anno scorso e dubito che sia peggio della Fabian o degli idioti, sinceramente.
Banned
7 agosto, 2013
latinista93 ha detto
Per la storia che vengono scelte le canzoni migliori basta considerare che Dolcenera e gli Stadio sono entrati con la canzone scartata l'anno scorso e dubito che sia peggio della Fabian o degli idioti, sinceramente.
E' una sacrosanta verità. Non scelgono "le più belle" e non vince (quasi mai) "la più bella".
Basta vedere anche i voti dei giornalisti ai brani di Dolcenera e degli Stadio e ricordare invece le votazioni pessime per Lara Fabian e I Soliti Idioti.
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Parole note: Sanremo secondo copione, nelle canzoni vince l'amore
Ecco le parole chiave, o meglio i tag, del festival 2016, dopo l'ascolto continuato e ininterrotto delle 20 canzoni in gara. Cominciamo da infinito, ripetuto più volte, in diverse canzoni, si corre spesso il brivido dell' immenso, e quindi anche dell' universo, e più volte ricorre il cielo, ovviamente per guardarlo, per ricordare, per pregare, fate voi. Torna con una certa frequenza perfino la parola "parola" e poi, questa sì più originale, emerge l'immagine di Napoli, tag fortificato da un ricca e divertente citazione nel pezzo di Elio e le storie tese - destabilizzante quanto occorre e ci si aspetta dai geniali guastatori - e ben due canzoni, quelle dei rapper Clementino e Rocco Hunt, che si esprimono in dialetto, napoletano per l'appunto. Ma il tag supremo e immarcescibile, non lo indovinereste mai, è: amore.
Sì, non sarà certo una gran notizia ma a questa regola non si sfugge, il festival si conferma un magnete irresistibile che risucchia ogni speranza di pluralità, una gigantesca nave da crociera in stile Love Boat, ci cascano tutti, anche gli insospettabili, e allora amore dovunque, che straborda, che strafà, si rivolta in tutte le sue possibili declinazioni, spesso ovviamente collegate a infinito, immenso, cielo e così via dicendo.
Andiamo a memoria perché la Rai vigila sugli ascolti e impedisce che frasi e testi vengano copiati, fotocopiati, fotografati, la seduta d'ascolto nella storica sede di Corso Sempione sembra un affare molto serio, con controlli serrati e dichiarazioni di fiducia sottoscritte e firmate, ma possiamo dire che il settanta-ottanta per cento delle canzoni in gara parla d'amore. Noia, orrore, scandalo? No, diciamo ineluttabile.
Così come possiamo ribadire che tra i big in gara i vecchi fanno la parte dei giovani e i giovani quella dei vecchi. Sarà un caso ma i più svelti, vivaci, arriveremmo anche a dire innovativi, sono Elio e le storie tese, i Bluvertigo di Morgan, e per avere un po' di rock dobbiamo aspettare il buon vecchio Enrico Ruggeri, pensate, eccezion fatta per i due rapper che sono giovani e fanno i giovani, per fortuna, portando un po' di scompiglio, ritmo, vita, parole di quelle che si usano davvero e non fanno solo parte dell'astratto lessico che dovrebbe costituire il legittimo paroliere sanremese.
Poi ci sono Francesca Michielin, Lorenzo Fragola, Valerio Scanu, Giovanni Caccamo e Deborah Iurato, i Dear Jack, Annalisa, insomma il plotone dei più giovani che è in blocco decisamente tradizionalista, ipermelodico, conservatore e questa è una considerazione sulla quale varrebbe la pena di riflettere. Se i vecchi fanno i giovani e i giovani fanno i vecchi qualcosa di strano ci deve pur essere. Va comunque dato atto alla direzione artistica di Carlo Conti (a parte qualche assurdità di troppo come la presenza simultanea dei Dear Jack e del loro ex cantante) che qualche sforzo per migliorare la qualità c'è stato. In fin dei conti le canzoni decenti o addirittura belle sono più di tre o quattro, ed è moltissimo, ovvero quelle di Elio, Bluvertigo e Noemi (splendida davvero la sua borsa piena di idee di come essere donna), Ruggeri, Patty Pravo, quelle dei due rapper, forse anche le canzoni di Neffa, e da rivedere Dolcenera, Caccamo e la Iurato (che portano comunque un pezzo firmato dalla prestigiosa penna di Giuliano Sangiorgi), Lorenzo Fragola e Annalisa che forse ad ascolti ripetuti potrebbero migliorare. Insomma la dignità quest'anno potrebbe essere salva, ma dalla forza irresistibile dell'amore non ci libereremo mai. Anche per il 2016 il vento del festival spinge da quella parte, inesorabilmente.
Repubblica: http://m.repubblica.it/mobile/.....131857605/
Utente
7 agosto, 2013
Per ora hype >1000 per le queens
Ammetto di nutrire qualche speranza per un buon piazzamento di Noemi perché sono una che
Per il resto: mi incuriosisce molto anche il brano di Dolcenera, anche perché non ho ancora capito che genere sia (alcuni dicono soul, altri dicono jazz, c'è chi dice blues). In ogni caso sarà un genere che amo.
Annalisa viene accostata a Bjork più volte, ma ho come l'impressione che per molti "Bjork = It's oh so quiet". Per quanto sofisticata, dubito che Annalisa abbia portato un pezzo realmente à la Bjork, che non è affatto sanremese e necessita di più e più ascolti per essere metabolizzata.
Banned
7 agosto, 2013
bilirubina ha detto
Per quanto sofisticata, dubito che Annalisa abbia portato un pezzo realmente à la Bjork, che non è affatto sanremese e necessita di più e più ascolti per essere metabolizzata.
Infatti penso che quel paragone sia un po' azzardato, magari dato dal fatto che rispetto al passato questo pezzo è meno immediato. Anche perchè se un paio di giornalisti hanno detto che ricorda Bjork, molti altri l'hanno inserita nel minestrone di nomi che portano "la solita roba".
Per quanto riguarda Noemi, io spero che i suoi fan si rendano conto di cosa hanno per le mani e non dormano in piedi. E' la prima volta che i giornalisti sono totalmente dalla sua parte, se il suo fanclub si sveglia come si è svegliato nella finale del 2014 (quando arrivò terza al televoto), è fatta ed ha la vittoria in pugno. Se invece dormiranno come il mercoledì del 2014 quando la fecero arrivare pure sotto Antonella Ruggiero... allora bye bye vittoria. E sarebbe un peccato perchè sembra che per la prima volta sia tutto a suo favore.
Banned
7 agosto, 2013
Sanremo, l’anteprima delle canzoni: giovani tormentati, per fortuna c’è Elio
Più che di Sanremo sarà un Festival delle carte d’identità. Mai vista tanta disparità generazionale. In più ci vorrebbero psicoterapeuti a pieno servizio, vedi mai che all’Ariston saltino i nervi ai nuovi teorici del disimpegno. Affettivo, più che altro. In quanto alle donne, intese come platea femminile nazionale, dovrebbero prendersi qualche rivincita. Tre concorrenti, almeno, non le mandano a dire ai maschi e potrebbero tentare il grande slam. Noemi, Annalisa e Dolcenera.
Poi c’è il caso di Giovanni Caccamo, raffinatissimo, in duetto con Deborah Iurato, altra pantera da graffi sulla pelle e nella psiche volubile e incerta di lui. Insomma,Carlo Conti ha messo su un bel circo da imperatore Commodo dove aleggia una perfidia solenne. Così ripartita: i senatori fanno una bella figura, i giovani cadetti delle sue amate radio sono soggetti da studi psichiatrici, la classe di mezzo punta a sbancare il Festival con manifesti di aperta rivolta verso partner anafettivi, inconcludenti e debosciati.
Vi sembra troppo? Abbiate pazienza sino al 9 febbraio e ve ne accorgerete. Non fatevi nemmeno distrarre dal parterre de roi che Giancarlo Leone, stoico direttore di Raiuno, manderà in campo al grido di dolore “provate voi a fare di meglio nel 2017”, quindi Laura Pausini, Elisa, Ramazzotti, Zero, Elton John, Pooh ed Ellie Goulding, sì la biondina che ha regalato una hit alla zozzoneria “50 sfumature di grigio” e ora vuol farsi perdonare con la più femminista “Army”. Non perdete le notti per sapere chi sarà il comico che devolverà il suo cachet in beneficenza, tanto Checco Zalone ha già detto no.
Fidatevi, la vera polpa, il sangue, la carne viva è in quei venti benedetti Big che a Sanremo porteranno canzoni di livello superiore al 2015. Mica per il livello musicale, c’era già l’anno scorso, ma per la confusione che regna sovrana in questo martoriato Paese e che a Sanremo sembra coagulare il meglio, e il peggio, delle sue risorse.
In questo caso canore, autorali, immaginifiche. Conti è mefistofelico, quello che verrà fuori dall’Ariston, quindi da tv e streaming su web, è un quadro plausibile di quello che stiamo vivendo: gap fra padri e figli che nemmeno negli anni ’50, neo femminismo ben nascosto in ballate iraconde, pervicace ostinazione a non capire dove sta il baratro e dove, invece, il podio. Avete voluto la democrazia dal basso, i reality per assoluti incapaci travestiti da sognatori? Bene, ora beccatevi Alessio Bernabei, Lorenzo Fragola, Dear Jack.
Magari poi gli spalti del circo imperiale li faranno vincere, ma sino a quel giorno la qualità può illudersi di ribattere colpo su colpo. Il primo scandalo, si fa per dire, lo dà la savonese d’adozione Annalisa Scarrone, che nel brano “Il diluvio universale” canta “intanto prendo questa metropolitana l’unica che sorride è una puttana..”. Notate che prima ha licenziato il suo bello con parole che ti marchiano a fuoco: “L’amore di una notte non conta… io non tornerò perché non hai futuro e ho già poco per me stessa, figuriamoci per gente come te…”.
Ecco, tutto il festival di Conti ruota su questa professione d’indipendenza femminile. Senza nulla togliere alla Patty Pravo regale di “Cieli immensi”, ma lì stiamo parlando di un modo di essere donne lontano anni luce, come i giardini pensili di Babilonia. O alla bravissimaNoemi che parte da un feticcio apparentemente innocuo, “La borsa di una donna”, per i maschi un rebus irrisolvibile, e descrive in modo sublime le vere ansie di un mondo che non ne può più di difendersi dall’ottusità che fa più male, quasi, della protervia maschile.
Il bello è che nella sulfurea mediazione sanremese, a parte l’assoluta inconsistenza di Fragola, Dear Jack, Alessio Bernabei, mollaccioni che andrebbero presi a scarpate dalle ragazze, vittime spesso della loro vocazione di crocerossine, il papà saggio degli Stadio, un grande Gaetano Curreri, piuttosto che il Ruggeri che ammette di amare ancora il primo amore, palpitano come un mantice che soffia la verità: non siamo più innamorati di nulla, nemmeno della verità. Quindi pigliamoci il Festival, con i suoi gap generazionali e una promessa: vinca chi ci dipinge meglio. E al diavolo il televoto.
Il Secolo XIX: http://www.ilsecoloxix.it/p/sp.....zoni.shtml
Utente
11 novembre, 2015
E' troppo uno spasso leggerli. Ancora di più a un mese dalla fine del Festival
Alcuni se ne escono con impressioni molto differenti, a volte non sembra che parlino dello stesso pezzo. Però c'è da dire che a un primo ascolto, one shot, tutte di fila, non è semplice e l'impressione dipende da tante cose. Anche magari dal pezzo che ha preceduto o che segue.
Gli anni scorsi a volte mi sono ritrovata basita a cercare di capire certe cose dove diamine se le erano sentite, e non sto parlando di gusti personali ma di informazioni sul pezzo.
Sembra che si siano mantenuti in una via di mezzo, non grandissimi entusiasmi ma neanche bocciature assurde. Vedremo
marcop3 ha detto
Per quanto riguarda Noemi, io spero che i suoi fan si rendano conto di cosa hanno per le mani e non dormano in piedi. E' la prima volta che i giornalisti sono totalmente dalla sua parte, se il suo fanclub si sveglia come si è svegliato nella finale del 2014 (quando arrivò
terzaquarta al televoto), è fatta ed ha la vittoria in pugno. Se invece dormiranno come il mercoledì del 2014 quando la fecero arrivare pure sotto Antonella Ruggiero... allora bye bye vittoria. E sarebbe un peccato perchè sembra che per la prima volta sia tutto a suo favore.
Arrivò in finale grazie al Golden Share superando la coppia D'Alessio/Berté.
Banned
7 agosto, 2013
BertoBarto ha detto
marcop3 ha detto
Per quanto riguarda Noemi, io spero che i suoi fan si rendano conto di cosa hanno per le mani e non dormano in piedi. E' la prima volta che i giornalisti sono totalmente dalla sua parte, se il suo fanclub si sveglia come si è svegliato nella finale del 2014 (quando arrivò
terzaquarta al televoto), è fatta ed ha la vittoria in pugno. Se invece dormiranno come il mercoledì del 2014 quando la fecero arrivare pure sotto Antonella Ruggiero... allora bye bye vittoria. E sarebbe un peccato perchè sembra che per la prima volta sia tutto a suo favore.Arrivò in finale grazie al Golden Share superando la coppia D'Alessio/Berté.
...parlavo del 2014... non del 2012...
Moderatore Junior
28 novembre, 2015
marcop3 ha detto
Sanremo, l’anteprima delle canzoni: giovani tormentati, per fortuna c’è Elio
Più che di Sanremo sarà un Festival delle carte d’identità. Mai vista tanta disparità generazionale. In più ci vorrebbero psicoterapeuti a pieno servizio, vedi mai che all’Ariston saltino i nervi ai nuovi teorici del disimpegno. Affettivo, più che altro. In quanto alle donne, intese come platea femminile nazionale, dovrebbero prendersi qualche rivincita. Tre concorrenti, almeno, non le mandano a dire ai maschi e potrebbero tentare il grande slam. Noemi, Annalisa e Dolcenera.
Poi c’è il caso di Giovanni Caccamo, raffinatissimo, in duetto con Deborah Iurato, altra pantera da graffi sulla pelle e nella psiche volubile e incerta di lui. Insomma,Carlo Conti ha messo su un bel circo da imperatore Commodo dove aleggia una perfidia solenne. Così ripartita: i senatori fanno una bella figura, i giovani cadetti delle sue amate radio sono soggetti da studi psichiatrici, la classe di mezzo punta a sbancare il Festival con manifesti di aperta rivolta verso partner anafettivi, inconcludenti e debosciati.
Vi sembra troppo? Abbiate pazienza sino al 9 febbraio e ve ne accorgerete. Non fatevi nemmeno distrarre dal parterre de roi che Giancarlo Leone, stoico direttore di Raiuno, manderà in campo al grido di dolore “provate voi a fare di meglio nel 2017”, quindi Laura Pausini, Elisa, Ramazzotti, Zero, Elton John, Pooh ed Ellie Goulding, sì la biondina che ha regalato una hit alla zozzoneria “50 sfumature di grigio” e ora vuol farsi perdonare con la più femminista “Army”. Non perdete le notti per sapere chi sarà il comico che devolverà il suo cachet in beneficenza, tanto Checco Zalone ha già detto no.
Fidatevi, la vera polpa, il sangue, la carne viva è in quei venti benedetti Big che a Sanremo porteranno canzoni di livello superiore al 2015. Mica per il livello musicale, c’era già l’anno scorso, ma per la confusione che regna sovrana in questo martoriato Paese e che a Sanremo sembra coagulare il meglio, e il peggio, delle sue risorse.
In questo caso canore, autorali, immaginifiche. Conti è mefistofelico, quello che verrà fuori dall’Ariston, quindi da tv e streaming su web, è un quadro plausibile di quello che stiamo vivendo: gap fra padri e figli che nemmeno negli anni ’50, neo femminismo ben nascosto in ballate iraconde, pervicace ostinazione a non capire dove sta il baratro e dove, invece, il podio. Avete voluto la democrazia dal basso, i reality per assoluti incapaci travestiti da sognatori? Bene, ora beccatevi Alessio Bernabei, Lorenzo Fragola, Dear Jack.
Magari poi gli spalti del circo imperiale li faranno vincere, ma sino a quel giorno la qualità può illudersi di ribattere colpo su colpo. Il primo scandalo, si fa per dire, lo dà la savonese d’adozione Annalisa Scarrone, che nel brano “Il diluvio universale” canta “intanto prendo questa metropolitana l’unica che sorride è una puttana..”. Notate che prima ha licenziato il suo bello con parole che ti marchiano a fuoco: “L’amore di una notte non conta… io non tornerò perché non hai futuro e ho già poco per me stessa, figuriamoci per gente come te…”.
Ecco, tutto il festival di Conti ruota su questa professione d’indipendenza femminile. Senza nulla togliere alla Patty Pravo regale di “Cieli immensi”, ma lì stiamo parlando di un modo di essere donne lontano anni luce, come i giardini pensili di Babilonia. O alla bravissimaNoemi che parte da un feticcio apparentemente innocuo, “La borsa di una donna”, per i maschi un rebus irrisolvibile, e descrive in modo sublime le vere ansie di un mondo che non ne può più di difendersi dall’ottusità che fa più male, quasi, della protervia maschile.
Il bello è che nella sulfurea mediazione sanremese, a parte l’assoluta inconsistenza di Fragola, Dear Jack, Alessio Bernabei, mollaccioni che andrebbero presi a scarpate dalle ragazze, vittime spesso della loro vocazione di crocerossine, il papà saggio degli Stadio, un grande Gaetano Curreri, piuttosto che il Ruggeri che ammette di amare ancora il primo amore, palpitano come un mantice che soffia la verità: non siamo più innamorati di nulla, nemmeno della verità. Quindi pigliamoci il Festival, con i suoi gap generazionali e una promessa: vinca chi ci dipinge meglio. E al diavolo il televoto.
Il Secolo XIX: http://www.ilsecoloxix.it/p/sp.....zoni.shtml
Sto massacro dei giovani mi sta già stufando pero eh mi sembra ovvio che i "BIG" portino canzoni un po più diverse e vicine a loro tematiche (il rapporto padre/figlia degli Stadio ad esempio) o cantanti come Arisa e Noemi canzoni mature e dai temi più complessi vicine al mondo adulto ma da dei cantanti ventenni pop che si aspettano?Il loro target di riferimento alla fine vuole sentirsi dire quelle cose,che si tratti di dirlo in modo lagnoso o drammatico oppure più astratto o filosofico, la differenza possano farla li. Poi come se a Sanremo i brani che parlavano di altro fossero sempre stati osannati da loro.....
marcop3 ha detto
BertoBarto ha detto
marcop3 ha detto
Per quanto riguarda Noemi, io spero che i suoi fan si rendano conto di cosa hanno per le mani e non dormano in piedi. E' la prima volta che i giornalisti sono totalmente dalla sua parte, se il suo fanclub si sveglia come si è svegliato nella finale del 2014 (quando arrivò
terzaquarta al televoto), è fatta ed ha la vittoria in pugno. Se invece dormiranno come il mercoledì del 2014 quando la fecero arrivare pure sotto Antonella Ruggiero... allora bye bye vittoria. E sarebbe un peccato perchè sembra che per la prima volta sia tutto a suo favore.Arrivò in finale grazie al Golden Share superando la coppia D'Alessio/Berté.
...parlavo del 2014... non del 2012...
Ops sorry, mess mio
Banned
7 agosto, 2013
Ma sì, tanto quando mai hanno beccato la canzone vincitrice o anche le prime cinque posizioni?
Sicuramente Noemi ha il pezzone questo mi pare ovvio. Però mi pare di capire che quasi tutte le donne (Arisa Annalisa e Dolcenera) hanno il loro gran perché, chi declinato in un modo, chi nell'altro.
Anche io voglio prendere con le pinze quel rimando a Bjork, che con tutta probabilità significa semplicemente che c'è un pizzico di intelletto in più rispetto alla media. E questo in una maniera o nell'altra, lo dicono tutti.
Infine i temi: non mi aspetto che un Fragola canti di cose profondissime o originalissime ma cavoli mi sembra anche giusto così, ha vent'anni il ragazzo!! Non è che Mengoni avesse chissà quale tema quando vinse.. E non c'è niente di male!
Utente
7 agosto, 2013
No, ma se non si fosse capito comunque: per fortuna che c'è Elio eh. Se poi chiama l'immensa Malika a fare la cover penso che i critici potrebbero compiere suicidi di massa in loro onore.
Comunque leggendo un po' meglio, mi sono fatto un'idea che ieri non avevo sul pezzo della Michielin, e penso che mi piacerà.
Ma i testi quando saranno pubblicati? Con sorrisi?
Freedom comes when you learn to let go
Il punto è che Elio spicca senza dubbio per originalità. E sicuramente a livello di show e di performance è quello che cattura e diverte di più (me compreso) in mezzo a tutto il gruppone.
Il problema è che, almeno per me, per quanto le sue canzoni siano godibili lì per lì, una volta finito Sanremo, non è che le riascolti o che le canticchi. Quindi mi sembra sempre uno spreco spingere Elio in finale a discapito di altre canzoni che magari possono avere un maggiore riscontro radiofonico e di vendite.
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