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6 febbraio, 2019 - 14:01
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Scelgo Achille Lauro lmao

Sophia
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6 febbraio, 2019 - 15:53
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Visto che sono l'ultima scelgo Ultimo

sasi
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7 febbraio, 2019 - 21:07
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MATTYXD & PAOLA TURCI

http://i68.tinypic.com/1y8f9x.png

Paola gli ostacoli li conosce.

 

Ma a quanto pare spesso è il solo corpo a patirne le conseguenze, non l’anima.

L’ultimo ostacolo è un brano che parla di vita, delle difficoltà e dei problemi che inevitabilmente ne conseguono, degli improvvisi accadimenti che destabilizzano, continuamente, il nostro precario equilibrio, forse troppo spesso vissuti come impedimenti o intralci.

 

Ostacoli che è tipico incontrare lungo l’altalenante percorso che è la vita, inconvenienti che ci fanno perdere occasioni, costrizioni a cui vorremmo ribellarci…

 

“Ho scelto di non vivere pensando a quello. Preferisco ricordare che non sono sola.”

 

Non c’è tempo per rassegnarsi. Nemmeno per arrendersi. Solo tempo per andare alla ricerca di ciò che fa dell’esistenza una cosa bella, uniti, insieme, per superare al meglio gli spiacevoli ed interminabili imprevisti.

 

Magari no non è l’ultimo ostacolo

Ma è bellissimo pensare di cadere insieme

E ci impegneremo a stare meglio quando far di meglio non si può

 

Ecco l’occasione per assumere la consapevolezza dell’instabile filo su cui camminiamo, come equilibristi, e fare, di questo stato di calma apparente, del diluvio universale che è la vita, la forza per andare avanti, per sopravvivere.

 

Fragili ma sempre in verticale

 

Elegante, raffinata, intensa, provata, matura, coraggiosa e consapevole, così sul palco di Sanremo 2019. #Codice10

  

sasi
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7 febbraio, 2019 - 21:12
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KRISHOES CON PATTY PRAVO E BRIGA

 

PATTY PRAVO: UNA CARRIERA... SPAZIALE!

 

 

C'era tre miliardi di anni fa una giovane marziana chiamata Patty Pravo. L'aliena risiedeva nell'estesa regione vulcanica di Elysium Planitia, nei pressi del vulcano Hecates Tholus. Le giornate sul Pianeta Rosso trascorrevano serene, il clima a quei tempi era fresco e l'acqua abbondante.

 

La curiosa Patty, con i suoi occhi di falco, scrutava di tanto in tanto l'orizzonte, desiderosa di visitare un giorno quel piccolo pianeta dalle tinte verdi e blu lontano anni luce. Nelle storie popolari, infatti, si raccontava che la Terra - così pare si chiamasse - un giorno sarebbe diventata fondamentale per garantire l'esistenza di Marte.

 

La serenità sul Pianeta Rosso non sarebbe durata per sempre. I laghi si stavano pian piano prosciugando, l'acqua lasciava spazio al sale, le distese rigogliose si trasformavano in terreni brulli. Era necessario fare qualcosa, ed era obbligatorio farlo in fretta. Da lì a poco le più alte sfere del potere svelarono il piano per scongiurare la scomparsa di Marte: partire per la Terra e chiedere aiuto agli abitanti del lontano pianeta del sistema solare.

 

Ma solo un marziano avrebbe potuto ricoprire il fondamentale ruolo di ambasciatore e a sceglierlo sarebbe stata la sorte. La scelta cadde su Patty Pravo, che tra paura, adrenalina ed entusiasmo, accettò solennemente il suo compito. Sarebbe stato tuttavia impensabile sbarcare sulla Terra mantenendo le sembianze aliene. Bisognava appropriarsi del corpo di una terrestre e mischiarsi agli altri abitanti del pianeta per dare il via alla missione umanitaria.

 

I marziani erano in grado di prevedere il futuro, per questo Patty decise che il miglior modo per farsi accettare dai terrestri e lanciare il suo messaggio d'aiuto sarebbe stato diventare un'icona di quel popolo, apprezzata e acclamata. Il 9 aprile 1948 Patty Pravo compì il suo viaggio interspaziale e prese l'identità della neonata, e futura cantante popolare, Nicoletta Strambelli di Venezia...

 

 

Da questa coraggiosa storia nasce la mia scelta. Patty non è solo classificabile come fan favorite sanremese. Siamo di fronte alla protagonista di una pietra miliare della storia e della civiltà, l'emblema vivido del rapporto fra Terra e spazio, la messaggera di un futuro che un giorno comprenderemo. Lei è l'eroina che non ci meritiamo, ma di cui abbiamo bisogno.

 

Sanremo ha un ruolo fondamentale nella missione di Patty. Un evento di spettacolo insito nella nostra cultura, che la Pravo ha abbracciato per mostrare la sua identità e lanciare i suoi messaggi d'aiuto.

 

Nelle varie partecipazioni al Festival della canzone italiana, infatti, possiamo ritrovare tantissimi riferimenti allo spazio, alla sua natura aliena, alla motivazione che l'ha portata sul nostro pianeta, alle difficoltà nel portare sulle proprie spalle un compito così gravoso ed emotivamente destabilizzante.

 

Come dimenticare il look spiazzante ed eccentrico di "Per una bambola" del 1984. Patty, che già nel 1978 con la partecipazione al programma "Stryx" aveva mostrato in maniera evidente la sua appartenenza a un mondo oltreconfine, si mette a nudo anche nello show più seguito d'Italia, per l'appunto il Festival, per far entrare in confidenza il pubblico con la presenza aliena sulla Terra.

 

giphy.gif

 

Con "Pigramente signora" del 1987 la Pravo racconta il momento in cui ha dovuto abbandonare Marte per unirsi alla razza umana, cambiando connotati e identità:

 

"Specchio, specchio, chissà chi è? Clonazione, forse un'altra te / Il nome tuo qual è? Nei giorni tuoi che giorno è? / Bambina sei, navigando cieli che tu sai"

 

giphy.gif

 

Nel 1995 con "I giorni dell'armonia" apre le sue braccia alla Terra, cantando con parole d'amore l'invito alla collaborazione e al reciproco aiuto, che risuona in lei, anima marziana:

 

"Mio spirito gentile, il mondo vola via / Quando amore suonerà la sua dolce sinfonia, solo allora troverà, giorni chiari d'armonia / Auspicando un'altra età, cercando irriducibili la nostra via e disposti a giocarci anche la vita noi, nel rispetto ancora dell'idea, di far sì che l'universo sia un esempio vero d'armonia"

 

giphy.gif

 

È il turno di "...E dimmi che non vuoi morire" del 1997. Patty è in un momento di crisi e vulnerabilità. La sua missione non sta proseguendo nei modi sperati, ha ancora fiducia nel mondo, ma lo scetticismo di quelli con cui si è aperta con onestà, la ferisce.

 

Forse è arrivato il momento di mettere tutto in discussione:

 

"Forse non mi credi / Tutti quanti sono degli eroi, quando vogliono qualcosa, beh, lo chiedono lo sai, a chi può sentirli / La cambio io la vita che non ce la fa a cambiare me"

 

giphy.gif

 

Con "L'immenso" del 2002 Patty canta chiara, con fierezza, le sue origini, mostrandole attraverso alcuni dettagli del look.

 

La mancanza della terra natia si fa molto forte, il desiderio di tornare dove tutto è partito è pulsante, ma i doveri sono più importanti:

 

"Sono un angelo caduto dal cielo / Sono una stella che brilla di dentro, al momento il mio fuori è un po' spento / Vivo l'immenso pensiero di te, l'altra metà del mio volo / Sono un angelo rimasto da solo, che non riesce a staccarsi dal suolo"

 

giphy.gif

 

Nel 2009 Patty ritorna all'Ariston e lancia un nuovo grido a quel mondo in cui non riesce più a tornare con "E io verrò un giorno là":

 

"Io son qua, e ti sento, sento ancora che ci sei! Ma è troppo stanca quest'illusione di ciò che ho perso e che vorrei / Proprio tu, che sei la luce, ma anche l'ombra del dolore dentro me"

 

La simbiosi con lo spazio si sublima nelle note e nei versi disperati:

 

"L’immenso vuoto che hai lasciato, il mio corpo non può colmare, perché l'eterno è così grande che nulla può contenere"

 

giphy.gif

 

Nel 2011, con un look da matrona marziana, porta sul palco "Il vento e le rose", l'inno della ritrovata serenità nell'equilibrio fra le sue due nature.

 

Il cambiamento è evidente, Patty vive la vita giorno per giorno, nella speranza del bello e della realizzazione del suo obiettivo massimo, ma senza rimuginare nella sofferenza lasciata alle spalle:

 

"Un giorno il cielo si aprirà / Fino ad allora fammi vivere così, nell'incoscienza ormai di chi, confonde il vento con le rose / Sarà l'ennesima voglia di nuovo di questa vita mia"

 

giphy.gif

 

Arriva nel 2016 "Cieli immensi", il capolavoro assoluto, il suo vangelo. Patty ha fatto pace con le turbolenze della sua anima, ha scacciato via i dubbi:

 

"Oggi il passato è migliore di quello che poteva sembrare allora / I cieli sono immensi, guarda il cielo quante luci / Dal passato fino a qua, quante luci nel silenzio"

 

Si è innamorata del mondo e non lo nasconde, in questa dichiarazione d'amore extrasensoriale:

 

"E ridere guardando il mondo, con la felicità di quando il cielo è immenso / E mai dimenticare quel che ci ha fatto vivere"

 

giphy.gif

 

Proprio in questi giorni si sta compiendo, finalmente, il grande progetto che i potenti di Marte affidarono a Patty Pravo ben 70 anni fa. Quella piccola marziana oggi è una donna navigata ed esperta, un guru rispettato e venerato sulla Terra, non più costretta a nascondere le sue sembianze extraterrestri.

 

Sul palco di Sanremo si compie l'unione fra i pianeti, l'aliena Patty si unisce all'essere umano Briga, in "Un po' come la vita", una dichiarazione d'intenti alla quale seguirà a breve l'azione concreta.

 

Il pianeta Marte è vicino, e l'uomo lo raggiungerà prima di quanto si possa immaginare.

 

"Il confine è l'unica cosa che non vedo / Tu dove vuoi volare? Hai tempo per pensare, ma intanto dimmi almeno dove il cielo va a finire / Ricorda di portarti altrove, io resto qui a capire come illuminarmi il cuore, come illuminarci il cuore / L'orizzonte è l’unica cosa che non vedo"

 

Con la sua storia Patty ci insegna che il vero viaggio è quello dentro di noi, alla scoperta di noi stessi.

 

giphy.gif

 

 

 

 

sasi
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7 febbraio, 2019 - 21:14
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SOPHIA CON ULTIMO

ULTIMO

Da quando ero bambino, solo un obiettivo: dalla parte degli ultimi per sentirmi primo

 

Conosciamo questo nome da appena poco più di un anno, eppure è stato il protagonista indiscusso del 2018 musicale italiano, vendendo più di mezzo milione di copie ad una velocità esorbitante. 

Dietro a queste cifre si nasconde tuttavia un ragazzo estremamente umile e fragile, come del resto ci suggerisce il suo nome d'arte: spesso infatti, specialmente durante l'infanzia, ha vissuto un sentimento di emarginazione e di 'ultimo'.

Ero un bambino diverso, odiavo chi amava e aspettavo l’inverno. (Sogni appesi)

Ultimo viene particolarmente apprezzato, soprattuto tra i giovani, per la sua scrittura e i messaggi lanciati dalle sue canzoni.

Ormai la musica è diventata la poesia del ventunesimo secolo. Vorrei quindi proporre, come si fa solitamente nel presentare un poeta o scrittore, due parole chiave: la prima è senza dubbio ultimo perché, come scritto sul suo profilo Instagram, si trova sempre 'dalla parte degli ultimi, per sentirsi primo'. L'altra è Peter Pan, nome del suo secondo album, perché trova nella musica l'Isola che non c'è, un posto dove non si cresce mai e si è liberi di essere ciò che si vuole.

E quando il mondo ti schiaccia provaci anche tu: tira fuori il bimbo che hai dentro, non nasconderlo più.

 

La canzone che Ultimo porterà a Sanremo si chiama "I tuoi particolari" ed è dedicata alla storica fidanzata Federica Lelli, con la quale si è da poco lasciato.

Il brano racconta della vita di Niccolò senza di lei, a quelle abitudini forse un po' fastidiose quando si sta insieme ma che ti mancano profondamente una volta lasciato andare via il proprio compagno.

Questa canzone mi ha subito colpito perché mi ha ricordato del periodo di rottura con il mio attuale fidanzato. Quanto è potente l'amore, anche se si è solo adolescenti. In quei momenti mi sentivo vuota, anche il più piccolo gesto mi mancava profondamente.

Se c'è una cosa che ho imparato da quel periodo è che non bisogna dare mai per scontato nulla e di godersi anche i momenti più semplici.

Mi mancan tutti quei tuoi particolari

Quando dicevi a me

«Ti senti solo perché non sei come appari»

Oh, fa male dirtelo adesso

Ma non so più cosa sento

Se solamente Dio inventasse delle nuove parole potrei dirti che

Siamo soltanto bagagli

Viaggiamo in ordini sparsi

 

Di seguito il video della prima esibizione sanremese e sotto spoiler il testo:

È da tempo che non sento più

La tua voce al mattino che grida «bu»

E mi faceva svegliare nervoso ma

Adesso invece mi sveglio e sento che

 

Mi mancan tutti quei tuoi particolari

Quando dicevi a me

«Sei sempre stanco perché tu non hai orari…»

È da tempo che cucino e

Metto sempre un piatto in più per te

Sono rimasto quello chiuso in sé

Che quando piove ride per nascondere

 

Mi mancan tutti quei tuoi particolari

Quando dicevi a me

«Ti senti solo perché non sei come appari»

Oh, fa male dirtelo adesso

Ma non so più cosa sento

Se solamente Dio inventasse delle nuove parole potrei dirti che

Siamo soltanto bagagli

Viaggiamo in ordini sparsi

Se solamente Dio inventasse delle nuove parole potrei scrivere per te nuove canzoni d’amore e cantartele qui

 

È da tempo che cammino e

Sento sempre rumori dietro me

Poi mi giro pensando che ci sei te

E mi accorgo che oltre a me non so che c’è

 

Che mancan tutti quei tuoi particolari

Quando dicevi a me

«Sei sempre stanco perché tu non hai orari…»

Oh, fa male dirtelo adesso

Ma non so più cosa sento

Se solamente Dio inventasse delle nuove parole potrei dirti che

Siamo soltanto bagagli

Viaggiamo in ordini sparsi

Se solamente Dio inventasse delle nuove parole potrei scrivere per te nuove canzoni d’amore e cantartele qui

 

Fra i miei e i tuoi particolari

Potrei cantartele qui

Se solamente Dio inventasse delle nuove parole potrei dirti che

Siamo soltanto bagagli

Viaggiamo in ordini sparsi

Se solamente Dio inventasse delle nuove parole potrei scrivere per te nuove canzoni d’amore e cantartele qui

 

Perché Ultimo deve vincere? Sarò sincera, su di lui partivo un po' prevenuta perché lo sentivo in ogni storia delle mie amiche o conoscenti (e di solito non è un buon segno per i miei gusti). Mi sono resa poi conto (in realtà in occasione di questa prova lol) di quanto i suoi testi e le sue tematiche mi toccassero. Ultimo è un giovanissimo che scrive cose per giovanissimi, ma questo non è un difetto. È una persona molto umile, un ultimo che scrive per gli ultimi, per chi fa fatica a trovare il proprio posto nel mondo, per chi ha voglia di volare.

Ultimo merita di vincere questo Sanremo per le sue qualità, per essere rappresentante di un intera generazione. Spesso noi ragazzi(ni) veniamo snobbati e anche derisi per i nostri gusti musicali, ma non questa volta.

La musica è libertà e io voglio che vinca un'artista che mi dica che è ok essere liberi, diversi; è ok essere fragili, dei sognatori; è ok fare ciò che piace a noi, esprimere la nostra arte e le nosse passioni. Noi non siamo catalogabili, in nulla. Noi possiamo, e dobbiamo, essere ciò che vogliamo.

Per stare in pace con te stesso e col resto, puoi provare a volare lasciando a terra te stesso.

sasi
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7 febbraio, 2019 - 21:17
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CASADELVINO & ZEN CIRCUS

THE ZEN CIRCUS

 

Risultati immagini per zen circus

 

Razzo: Questi Zen Circus che curriculum vantano per trovarsi sul palco dell'Ariston?

 

Risultati immagini per I don

#einvece , eccomi qua darling

 

The Zen Circus è un gruppo rock-indie italiano, nonostante le dicerie sul loro conto (nessunocicapisce.gif) , sono un vero baluardo del genere, un punto di riferimento per gli appassionati, tra i pionieri di uno stile forse un po’ di nicchia, ma che in realtà coinvolge tutti.

 

È il 1994 quando due simpatici toscani un po’ spettinati, Andrea Appino (quello che per i comuni mortali assomigliava a Ermal Meta) e Marcello Bruzzi (no, lui non c’era a Sanremo), danno vita a questo progetto unico all’epoca. Inizialmente si chiamavano solo “The Zen”.

 

Per scegliere il nome finale si ispirano a due dischi molto nazionalpopolari  (....e invece no) ossia “Zen Arcade” e “Metal Circus” , della band americana Hüsker Dü (Idon’tknowher.gif again ). Quindi insomma partiti proprio con ZERO intenzioni di richiamare l’attenzione o di calcare palchi popolari (minimamente d’aiuto sti qua nel farsi sponsorizzare eh), però vi dimostrerò come la loro storia e la loro figura possano conquistare tutti voi!

 

Cominciano a suonare nelle strade (Ed sheeran who?) , esercitandosi e comunicando attraverso generi quali folk e punk (al massimo se pensano che siamo pazzi, ci lasciano soldi per il caffè), però con in realtà un sacco da dire, da urlare, da trasmettere e un’abilità creativa e musicale, da far esplodere ai quattro venti.

 

Finalmente debuttano con un primo album autoprodotto nel 1998 (quando sono nato io oooh , coincidenze?) “About Thieves, Farmers, Tramps and Policemen”, scrivevano e suonavano in inglese, poiché puntavano ad una destinazione internazionale per la loro musica, infatti cominciarono a vendere proprio nei Paesi Bassi, dove Appino viveva.

 

Dopo acquisti quali Massimiliano Schiavelli, detto “Ufo” (punti in più per il soprannome raga) , e Karim Qqru (punti in più per l’etnicità pls), e l’addio di Bruzzi , oltre che il passaggio temporaneo di Valenti e Picchetti, la formazione finalmente trova una struttura fissa (a dir la verità si aggiungerà Francesco “Il Maestro” Pellegrini nel 2016, ma dettagli).

 

Il punto di svolta avviene con le collaborazioni intorno al 2008, con pilastri del rock mondiale quali: Violent femmes, Talking Head e Pixies ; soprattutto il bassista dei primi, Brian Ritchie, li aiutò nella produzione del disco successivo “Villa Inferno”, che contiene il brano “Figlio di pu**ana” , solo uno degli inizi di quello che sarà il loro marchio di fabbrica nel panorama italiano, ossia la sincerità, la spudoratezza, la critica sociale. (e la delicatezza obv)

 

Finalmente nel 2009 producono il primo disco interamente in italiano “Andate tutti affanculo” (vedete che alla fine sono very popular ?) . Vennero notati da Manuel Agnelli che li invitò al suo progetto “Il paese è reale (19 artisti per un paese migliore?) “ (occhi a cuoricino).

 

Pubblicano successivamente altri dischi, fino a contarne ben DIECI . Quest’anno partecipano a Sanremo per esporre finalmente la loro prima raccolta , celebrativa dei venti anni di carriera nel mondo musicale vero, e dei dieci dal primo grande successo italiano. La raccolta si chiamerà “Vivi si muore 1999-2019” (frase molto allegra, tratto da uno dei loro maggiori successi

).

 

Fob92: “Subito la gif di Katniss che si tappa le orecchie per gli Zen Circus vi pregooo”

 

katniss-attack-of-jabberjays.gif

“rappresentazione del mio giovane cuore che soffre leggendo codeste cose”

 

La musica dei The Zen Circus forse non arriva diretta come quella di altri artisti, richiede un po’ di impegno per essere compresa a pieno, ma arrivato a questa comprensione, la sensazione sarà quasi onirica, soddisfacente, orgasmante.

 

Un cocktail perfetto tra percussioni coinvolgenti, ritornelli orecchiabili, chitarre che si bilanciano tra il rustico e il selvaggio. Gli zen circus presentano la loro vera concezione del folk, asportando il rock, richiamando il punk. I testi sono affreschi ricchi di dettagli, un cosmo da neorealismo proletario. Non puntano a commuovere, puntano a colpire, con la verità. Non spingono su metafore confuse, ma su frasi concrete, con un sarcasmo un po’ amaro e slanci ontologici al dettaglio.

 

Proprio così. I concetti e le intenzioni musicali degli Zen, affondano proprio nell’incredibile potenza dei testi e delle tematiche. Sono capaci di trattare e rendere personali e critiche, le visioni dei vari aspetti della società odierna, del paese e dell’ambiente dove germoglia la loro musica.

 

Ecco un paio di anfratti dei loro testi, a sottolineare la durezza della loro penna sincera, che può sembrare esagerata, cattiva o di stampo offensivo, in realtà è lo specchio di una società che racchiude una rabbia intrinseca, espressa in una maniera non banale, ma diretta.

 

Un mucchio di persone non hanno mai ragione,

 

La storia ce lo insegna, che se Dio esiste è un cog….e.

 

Si inizia a stare stretti, siamo sette miliardi,

 

E altri nuovi arrivano a fare gli stessi sbagli.

 

(Gente di Merda)

 

Anna stringe la cintura e più la stringe più le fa male

 

Sua madre dice "se bella vuoi apparire amore un po' devi soffrire"

 

Ma lei in cuor suo sa benissimo quello che deve fare

 

"Io bella non voglio sembrare, io mi ci voglio sentire"

 

(La stagione)

 

E uno dei testi più forti, Nati per Subire :

 

Fafo: “brutti inquietanti ... l Italia non è ancora pronta per fortuna!”

 

Do you prefer something like this? 876566015_1354339.gif?4

 

In realtà  la loro bellezza non penso sia mai stata nell’immagine, bensì si trova proprio nella loro proposta musicale, nei loro pezzi, nella loro musica. Ed è possibile comunque appassionarsi a loro, anche senza che siano carini e angelici, ed è successo proprio a me! (e non dite che io sono disagiato quindi non faccio testo)

 

La storia che mi ha portato ad innamorarmi di questa fantastica band è infatti molto divertente, oltre che nostalgica ed emozionante (almeno dal mio punto di vista, ma mettevi comodi guyss)

 

Era una primavera (che si dispera) e infatti io ero in crisi per una storia d’amore presente only in my mind, ma va bene così.

 

Un giorno uscii con una delle mie migliori amiche, e dopo che , ovviamente, ho parlato tre ore delle mie noiosissime storie inesistenti, finalmente arrivò il suo turno di racconti e spetteguless. Lei si era infatuata di un “bellissimo” (per me brutto come pochi, ma what’s new?) ragazzo con cui aveva lavorato l’inverno precedente in un chiosco di pattini per ghiaccio (tipico luogo per gli incontri romantici) , ma ovviamente il tipo era un demente, e lei non riusciva a capire se ci stesse o meno.  In tutto ciò però, lui aveva compiuto qualcosa che poi si rivelò incredibilmente buono, ossia prestarle un CD. Questo album era La terza guerra mondiale dei the zen circus.

 

In questo album era contenuto un piccolo gioiello, che lei ascoltava da due mesi in loop che manco ouro con “il mondo prima di te”. Questo brano era L’anima non conta”.

 

Quando me lo fece ascoltare mi innamorai subito del pezzo, era pura intensità, una storia raccontata con una ritmica così atipica, un timbro così graffiante, una musicalità così carica ma emozionante allo stesso tempo. Avevo sentito parlare di loro prima, ma non mi ero mai degnato di approfondirli con attenzione, ma lì capii quanto ebbi torto in precedenza. . Parole non banali coniugate tra loro perfettamente, una descrizione di uno stato d’animo confuso ma diretto, un passato ripercorso con un’emozionalità unica.

 

La canzone divenne la nostra colonna sonora di tutti i momenti malinconici, sofferenti, rabbiosi, passionali, per mesi e mesi. I brividi quando sentivo

 

“Il tempo non si ferma

 

Non si è mai fermato e quello che è passato chissà dove è andato

 

Da lì strinsi questo enorme e indissolubile legame con una band tanto pazza, quanto capace di toccarmi nel profondo, e successivamente scoprì del loro talento nel trattare argomenti delicati, con un impatto invidiabile ma professionale.

 

 

“E poi ho visto solo mare, mare, mare

 

Tanto mare solo acqua, tanta,

 

nei polmoni che fa male e non riesci a respirare

 

Che ti chiedi i pesci come fanno, ma non lo diranno mai”

 

*sospiro*

 

Moly: “Zen Circus mi hanno solo messo un'ansia enorme. Grazie!”

 

Immagine correlata

ma no dai , che dici

 

Ma è proprio una cosa negativa che la canzone portata a sanremo, “L’amore è una dittatura”, susciti tale sentimento? L’ansia è proprio una sensazione da ripudiare, tanto da rigettare il pezzo,e ignorarlo, escluderlo, odiarlo?

 

Cosa dovrebbe trasmettere questo pezzo? Qual è il suo concetto base? Che tasti vogliono toccare esattamente?

 

"La canzone non è una canzone politica, ma è politica come lo sono tutte in un dato momento e in un dato contesto, cantare l'amore è una dittatura in questo momento è una canzone politica, è una fotografia di questa Italia" 

(Andrea Appino)

 

Il primo loro pezzo contenente la parola “amore” nel titolo, in vent’anni non lo avevano mai fatto. Gli zen circus non hanno creato questo pezzo pensando a Sanremo, ma l’hanno fatto pensando all’orchestra. (consiglio di mettere in sottofondo il pezzo )

 

Le sonorità e l’orchestra sono infatti i primi aspetti che rendono questo pezzo degno di questo palco, e degno di avere un posto nella sua storia. Il brano è una narrazione, non è una canzone normale, non ha strofe, non ha ritornelli, è una costruzione crescente di una storia in metamorfosi, tendente alla meta finale.

 

La partenza con un ticchettio di orologio, uno xilofono così tetro, il tempo è scandito, qualcosa sta per succedere, i momenti sono contati.

 

L’impatto, il suono così metallico, esplosivo, un avvento così forte, le corde, gli archi; qualcosa è successo, la rabbia sta pervadendo, l’ansia si sta materializzando.

 

Le percussioni, la marcia, diventa tutto più duro, pesante, finalmente la pronuncia del concetto di fondo, l’amore è una dittatura, una dittatura.

 

Di nuovo l’orologio così ansiogeno, il graffio, il dolore, sta finendo qualcosa, stiamo raggiungendo un limite.

 

I cori, colossali, maestosi, un documentario storico trasposto su un palco del presente. Il concetto di dittatura è esplicato. Sei l’unico, sei il solo.

 

E il testo? La vera firma dell’essenza zen circus?

 

Il testo è una bomba. Una ritmica così complessa, irrealizzabile, ma distruttiva.

 

Parla di tutto, inizia con menzioni a argomenti socialmente delicati, quanto attuali e delicati.

 

“Le porte aperte, i porti chiusi, e sorrisi agli sconosciuti

 

Che ci guardano attoniti mentre ci baciamo,

 

Da uomo a uomo, mano nella mano”

 

Continua con l’avvento, la critica, la dura sincerità di appino:

 

“Ecco la pietra, ecco il peccato,

 

Un cane pastore lo fa per amore,

 

Non per denaro, non per rancore,

 

Non per la lana esiste il gregge

 

Né per la legge”

 

Infine ecco, il non-ritornello, il fulcro, il concetto.

 

“Ma non hai paura di nessuno

 

Se non della tua statura

 

Hai la democrazia dentro al cuore

 

Ma l’amore è una dittatura

 

Fatta di imperativi categorici

 

Ma nessuna esecuzione

 

Mentre invece l’anarchia la trovi dentro ogni emozione”

 

L’ultimo aspetto da mostrarvi è la messa in pratica. Una convinzione e una carica che ti conquistano, l’attenzione non la puoi distogliere, la storia ti si aggrappa , ti pervade, ti sconvolge. Appino sa narrare, la band sa suonare, l’orchestra sa ambientare.

 

La perfezione di un quadro, che altro non è che un pezzo riuscito.

 

 

Ouro: “24esimi e un calcio in c*lo, dai.”

 

Molto probabilmente sarà così, per loro sabato, per me oggi.

 

Non ho voluto compiere questa scelta per strategie o discorsi secondari, ho condotto questa presentazione per donare una luce, una buona luce, a questo immenso gruppo. Ho raccontato la storia,  ho descritto la loro concezione musicale, ho condiviso la mia esperienza e ho esposto le qualità del loro pezzo.

 

Ho voluto farlo, specialmente qui, su questo forum.

 

Spesso ho notato che generi non affini al pop vengono esiliati in partenza. Spesso aprirsi a stili poco similari ai propri gusti, ambienti musicali, interessi, non è facile.

 

La musica non può essere limitata alle canzoni spensierate dell’estate, o alle ballad romantiche da ascoltare durante un pianto in solitaria. La musica non può essere rinchiusa in poche caselle, non può essere basata solo sulla orecchiabilità o solo su una gamma di emozioni ridotta.

 

La musica è varietà di emozioni, concetti, utilizzo di sonorità, sviluppo di tematiche, capacità di scrittura, costruzioni di strutture, tecniche di messa in pratica. Ma la musica è importante soprattutto perché è un mezzo, un mezzo per veicolare messaggi, trasmettere storie, condividere esperienze e racconti. La musica è fatta per parlare, i testi sono fatti per esprimersi. La musica è anche coraggio, è anche voglia di mettersi in gioco, è anche ansia, poiché l’ansia è un sentimento che tutti proviamo, è che porta con sè un significato non catalogabile in un’unica concezione.

 

Per me gli Zen Circus sono tutto ciò. Mi hanno catturato con i loro testi, affascinato con le loro melodie, emozionato con la loro intensità.

 

Io li sosterrò in questo festival, e spero che qualcuno di voi,che magari prima li avrà ignorati, o non compresi, adesso potrà dargli nuovo interesse, provando ad avvicinarsi, e forse dare a loro fiducia, come me e chi lo fa già.

 

Grazie Zen circus, grazie davvero.

sasi
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ALESSANDRINO CON FEDERICA CARTA & SHADE

 

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Devo ammetterlo, non sono un grandissimo fan di Saremo; mi annoia seguire tutte le serate e spesso recupero solo qualche frammento. Ciò che preferisco del Festival non è tanto l’aspetto dello show quanto quello musicale. Proprio per questo motivo vado a recuperare i brani sulle varie piattaforme streaming, per evitare di dovermi subire tutta la serata per ascoltare le canzoni (so che Reality House mi odierà, ma non posso farci nulla XD).

 

Alla vigilia del Festival, tra tutti gli artisti annunciati, quelli che hanno destato maggiormente la mia attenzione sono stati senza alcun dubbio Shade & Federica Carta. Questo perché il loro precedente duetto, (Irraggiungibile, Triplo disco di Platino) è un brano che mi ha conquistato fin dal primo momento e che ascolto tuttora con piacere, al contrario di altre proposte Pop che mi stancano dopo 2 giorni. Dunque avevo molto aspettative per il loro brano sanremese, e devo dire che non sono state deluse. Ma partiamo con ordine:

 

Chi sono Shade e Federica?

 

 

SHADE

 

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Shade, pseudonimo di Vito Ventura, classe  1987, è un rapper italiano. Emerge sulla scena musicale del nostro Paese grazie alla vittoria ottenuta nel contest musical MTV Spit, che premiava il miglior freestyler della scena underground. Ha all'attivo 3 album e diverse collaborazioni con molti artisti; i suoi singoli sono dei veri e propri tormentoni, in grado di scalare le classifiche e conquistare importanti certificazioni (2 dischi di Platino per "Bene ma non benissimo" e 3 dischi di Platino per "Irraggiungibile").

 

 

FEDERICA CARTA

 

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Federica Carta, classe 1999, conosce il successo grazie al talent televisivo "Amici", dove si classifica terza. Ottima pianista, possiede una fine capacità di scrittura, tant'è che ha firmato molti dei testi dei suoi brani.  Il suo primo album "Federica" raggiunge il disco di Platino. Il 2018 è un anno molto prolifico per questa talentuosa cantautrice: viene scelta come conduttrice del programma Top Music, in onda su Rai Gulp, apre alcuni concerti di Laura Pausini e il suo singolo Mondovisione viene scelto per la colonna sonora del film "La Befana Vien Di Notte" con Paola Cortellesi. Inoltre viene premiata ai Wind Music Awards per i tre dischi di Platino raggiunti con il brano "Irraggiungibile".

 

 

Risultati immagini per festival sanremo 2019

 

Torniamo al presente, torniamo alla 69° Edizione del Festival di Sanremo. Shade e Federica si presentano su palco dell’Ariston con il brano:

 

Senza Farlo Apposta

 

 

 

I due giovani artisti sono visibilmente emozionati e forse un po’ intimoriti. Quel palco spaventa tutti, anche i più grandi, ma entrambi dimostrano con la loro performance di saperlo reggere al meglio, come se quel palco lo conoscessero a menadito.

 

Federica dimostra un controllo vocale e un’intensità forse inaspettata per una ragazza così giovane su un palco così importante; altrettanto a suo agio è Shade; si muove sul palco con molta disinvoltura, il suo rap e fluido e senza inceppature.

 

Ciò che però da il boost definitivo alla performance è senza dubbio l’alchimia che lega i due artisti e che rende ciò che cantano credibile, come se fossero i veri protagonisti della storia che ci stanno raccontando attraverso la loro canzone. Che ci sia qualcosa di più di un semplice sodalizio artistico? Ai posteri l’ardua sentenza…..

 

 

Risultati immagini per shade e federica carta sanremo

 

Ma torniamo al brano.

 

PERCHE' DOVRESTE VOTARLO?

 

 

Innanzitutto il testo, nella sua semplicità, racconta situazioni nelle quali spesso ci siamo imbattuti o che abbiamo vissuto in prima persona. Sono uno che si lascia coinvolgere maggiormente dalla musica che dai testi nelle canzoni, ma non in questo caso; sarà stata la semplicità delle parole utilizzate che risultano immediate e senza bisogno di una sforzo interpretativo, ma sono riuscito ad immedesimarmi in alcune parti del brano, a sentirlo mio e a raffrontarlo con le mie esperienze. Vi lascio sotto spoiler il testo del brano:

A volte dirsi ti amo

È più finto di un «dai ci sentiamo»

Ho il tuo numero ma non ti chiamo

A te fa bene, a me fa strano

Che parli con me ma non sono qui

E non ci credo ai tuoi «fidati»

Prima facevi monologhi

Ora parli a monosillabi

E ti sei messa quei tacchi

Per ballare sopra al mio cuore

Da quando hai buttato le Barbie

Per giocare con le persone

Dicono che non capisci il valore

Di qualcuno fino a quando non l’hai perso

Tu non capiresti lo stesso

Quindi non dirlo nemmeno per scherzo

RIT: E scusa ma, non me ne importa

E sono qua, un’altra volta

Ci finisco sempre senza farlo apposta

Aspetto ancora una risposta

E scusa ma, non me ne importa

E sono qua, un’altra volta

Ci finisco sempre senza farlo apposta

Passavo a prendermi la colpa

E ti ho detto ti amo

Non eri il regalo che immaginavo

Noi piano piano ci roviniamo

Dammi il mio panico quotidiano

Quando ti vedo con gli altri

Tu non sai quanto vorrei essere via

Sei troppo bella per essere vera

Ma anche troppo bella per essere mia

E io ho finito l’autonomia

Per sopportare ogni tua bugia

Se avessi modo dentro la testa

Cancellerei la cronologia

E non so quanto sbagliato sia

Fingere di essere un bravo attore

È ora che io me ne vada via

Scomparirò in un soffio al cuore

RIT: E scusa ma, non me ne importa

E sono qua, un’altra volta

Ci finisco sempre senza farlo apposta

Aspetto ancora una risposta

E scusa ma, non me ne importa

E sono qua, un’altra volta

Ci finisco sempre senza farlo apposta

Passavo a prendermi la colpa

Scusa ma, non ci riesco mi hai lasciato un po’ di te

Ma hai preso tutto il resto

E sono qui stasera, ancora un’altra volta

Che c’è la luna piena, ma tu hai la luna storta

RIT: E scusa ma, non me ne importa

E sono qua, un’altra volta

Ci finisco sempre senza farlo apposta

Aspetto ancora una risposta

E scusa ma, non me ne importa

E sono qua, un’altra volta

Ci finisco sempre senza farlo apposta

Passavo a prendermi la colpa

 

L’arrangiamento è molto forte, quasi drammatico, pur rimanendo perfettamente nella cornice del Pop italiano che tanto è in voga in questo periodo, e non stona, dunque con il rap proposto da Shade. L’entrata del ritornello è disarmante; la voce di Federica è diretta, potente, comunicativa, sente ogni parola che canta e le trasmette all’ascoltatore, che coinvolto dall'arrangiamento, non può far altro che arrendersi definitivamente al brano.

 

Risultati immagini per shade e federica carta sanremo

 

Ma soprattutto, penso che Senza Farlo Apposta abbia le potenzialità per fare bene anche dopo il Festival! È innegabile che questo brano rientri perfettamente fra le tipologie di proposte musicali che più vanno in questo momento storico e la prova di ciò è il successo riscosso dal loro precedente duetto. Musica da “ragazzini” direte voi: eppure non credo sia semplicemente così, sarebbe riduttivo. Che piaccia o meno il genere, il brano e martellante, soprattutto nel ritornello; la semplicità del testo permette di fissarlo nella mente senza difficoltà, facendosi spazio tra quei brani sicuramente più impegnati, ma meno immediati e che si ricordano con più difficoltà. È questa la forza di Senza Farlo Apposta! Un brano che riesce a farsi spazio nella marea di proposte e che potrebbe facilmente riuscire a raggiungere il successo radiofonico e di pubblico, dimostrando ancora una volta come Sanremo, nonostante i decenni, riesca a proporre musica al passo con i tempi. Votare questo brano significherebbe dare dimostrazione ai detrattori che Il Festival della Canzone Italiana “Non è un posto per vecchi”, che può proporre musica che possa essere fruita e gradita da tutte le generazioni. È un brano del genere, per la forza interpretativa dei due artisti, per l’arrangiamento moderno ma romantico, per un testo immediato e coinvolgente, può mettere tutti d’accordo.

 

Risultati immagini per federica e shade gif

 

Perciò:

 

Votate SHADE E FEDERICA CARTA!

 

 

 

 Votate SENZA FARLO APPOSTA!

 

 

 

E per convincervi definitivamente, vi lascio il videoclip ufficiale del brano, dove, oltra al concept geniale che caratterizza il video, potrete apprezzare Federica nei panni di pianista del brano, oltre che di cantante.

 

 

 

 

"E scusa ma, non me ne importa

E sono qua, un’altra volta

Ci finisco sempre senza farlo apposta

Passavo a prendermi la colpa" (Shade e Federica Carta)

sasi
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7 febbraio, 2019 - 21:23
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EDORF & LOREDANA BERTE'

LOREDANA BERTE’

Loredana Bertè, nata a Bagnara Calabra il 20 settembre 1950, è un’artista UNICA  nel panorama musicale italiano. Nel corso della sua carriera, ha spaziato tra i generi più disparati: pop, rock, blues, soul e reggae. I suoi look eccentrici sono storia dello spettacolo e hanno ispirato popstar internazionali.

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Immagine correlata

Credo che Loredana abbia ricevuto meno di quello che avrebbe meritato a causa dei suoi outfit e delle sue bizze comportamentali. Personalmente la reputo una donna forte e determinata ma con un’anima pura e fragile e i suoi travestimenti non sono altro che una corazza che indossa per proteggersi dal mondo circostante e da sé stessa.

 “COSA TI ASPETTI DA ME”

Ad un anno dalla sua chiacchierata esclusione con “Babilonia” e dopo aver rifiutato un brano di Bagio Antonacci affidatole da Baglioni stesso, Loredana Bertè torna a calcare il palco dell’Ariston  nel 2019 per l’undicesima volta con “Cosa ti aspetti da me”, brano scritto da Gaetano Curreri, leader degli Stadio, e da Piero Romitelli e Gerardo Pulli, due conoscenze “amiciane” care a RealityHouse.

Come scrissi sul topic “I testi delle canzoni” trovai abbastanza tremendo il testo di “Cosa ti aspetti da me” ma martedì dopo aver visto la sua esibizione mi sono subito ricreduto. Quella voce così rauca e graffiata dalle troppe delusioni che ha subito nella vita pare quasi il ruggito di una leonessa quando canta il ritornello.

Sarà che in questo preciso momento sto attraversando un periodo delicato ma questo brano mi "parla" dritto al cuore. Quest’anno compio 30 anni, la gente continua a farmi pressioni sul lavoro fisso, la fidanzata ecc... e nel frattempo vedo che la maggior parte dei coetanei del mio paese ha già tutto quello che si vorrebbe avere nella vita mentre io ancora non so esattamente cosa voglio. Mi sento sempre e solo di deludere le aspettative di tutti quanti perché non mi reputo il figlio che mio padre avrebbe desiderato, anche se già anni fa, ci fu una discussione del genere e so che mio padre mi ama e mi accetta per quel che sono però vorrei dargli la soddisfazione di vedermi come uomo sereno, soddisfatto ed indipendente sul quale poter contare in caso di necessità e bisogno.

Grazie Loredana per il tuo essere e per la tua musica  e mi auguro che questa volta quel palco maledetto ti dia quello che meriti perché i piazzamenti di brani STRAORDINARI come “Amici non ne ho”(1994) e “Luna”(1997), rispettivamente quattordicesima e ventesima su venti, gridano ancora vendetta.

VOTIAMOLAparty

sasi
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7 febbraio, 2019 - 21:24
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GE_ALDRIG_UPP & ACHILLE LAURO

Avete presente quando sentite la pubblicità di “Adrian” e spaventati vi alzate di scatto. Ecco, questa più o meno è stata la sensazione che hanno provato coloro che hanno ascoltato il brano del rapper romano, unico a non aver problemi di microfoni, ma anche l’unico in grado di terrorizzare il pubblico.

(Marco Cangelli, L’Eco di Bergamo)

Achille Lauro, 'Rolls Roys': canzone inutile, ma lui sa stare sulla scena. Voto 4

(Cristiano Malgioglio, AdnKronos)

Ora si capisce perché @Carone_Official è i @DearJackOf sono stati esclusi con la loro #caramelle, altro livello, una spanna sopra, una vittoria a mano basse, peccato. Ps. Continuo a chiedermi il senso di achille lauro

(@loorena13, Twitter)

***

Cinque motivi per distinguervi dal PopolinoTM e supportare

ACHILLE LAURO - ROLLS ROYCE

 

***

1. Perché Achille Lauro è…Achille Lauro

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La reazione dell'italiano medio alla presentazione di Achille Lauro sul palco dell'Ariston

Lauro "Achille Lauro" De Marinis ha 28 anni ed è un rapper e trapper romano di Vigne Nuove, attivo sulla scena italiana ormai da diversi anni.

Il suo debutto artistico avviene nel 2012 quando entra a far parte del collettivo hip hop Quarto Blocco, facendo uscire i suoi primi due mixtape Barabba e Harvard; questo gli permette di farsi notare da diversi esponenti dell'hip hop underground romano (in particolare Noyz Narcos, fondatore del collettivo TruceKlan) e di entrare in Roccia Music, l'etichetta fondata da Marracash e dal produttore Shablo, con la quale pubblica i suoi due primi album Achille Idol Immortale (2014) e Dio c'è (2015).

Nel 2016 c'è la rottura con Roccia Music e la fondazione di una nuova etichetta discografica, la No Face Agency, i cui interessi commerciali sono gestiti dalla stessa madre di Lauro. Sotto l'egida di No Face nasce la collaborazione fra Lauro ed Edoardo "Boss Doms" Manozzi, che diventa suo produttore per gli album Ragazzi madre (2016) e Pour l'amour (2018, uscito sotto Sony Italia) nei quali Lauro sperimenta sonorità più vicine al mondo della trap e dell'alternative hip hop.

Assieme alla notorietà (dovuta anche alla partecipazione come concorrente alla sesta edizione di Pechino Express, nella quale si classifica terzo in coppia con l'amico e produttore Boss Doms) arriva anche il successo commerciale: due brani dell'ultimo lavoro di Lauro (Amore mì Thoiry Remix) vengono insigniti del disco d'oro, consacrando il rapper romano come uno dei nomi in ascesa all'interno del panorama musicale italiano.

2. Perché Rolls Royce è il vero game changer di questa edizione di Sanremo

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I giornalisti al pre-ascolto di Rolls Royce

Rolls Royce, il brano presentato da Achille Lauro a Sanremo, è scritto dallo stesso artista assieme a Davide Petrella ed è composto da Daniele Dezi, Daniele Mungai ed Edoardo "Boss Doms" Manozzi. Si tratta di un pezzo completamente diverso dalla produzione di Lauro, che va ad abbracciare sonorità rock e a coniugarle con un immaginario che prende le mosse da un CAPOSALDO della musica italiana come Vita spericolata di Vasco Rossi, già penultimo classificato al Festival di Sanremo 1983.

Se a Vasco era bastato portare il rock sul palco dell'Ariston per creare un inno generazionale destinato a rimanere nella storia della musica (anch'esso non compreso a pieno titolo dai suoi contemporanei) Achille Lauro spiazza tutti portando l'immaginario di trasgressione e rottura degli schemi a un livello superiore con la presenza, per la prima volta nella storia di Sanremo, dell'autotune - un software che agisce sulla voce umana rendendola artificiale, già elemento cardine della musica trap e proverbiale pomo della discordia durante il serale di Amici 18.

Rolls Royce è il perfetto cavallo di Troia con il quale Achille Lauro porta la trap a Sanremo senza in realtà farlo, caratterizzandosi come la vera rockstar di questa edizione del Festival e segnando uno spartiacque ed un punto di rottura che sicuramente andrà ad influenzare la kermesse dei fiori per i decenni a venire.

3. Perché è il perfetto beniamino di Reality House

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@amers e @Capo Horn durante l'annuncio di Achille Lauro nella zona blu

Tra i concorrenti di Sanremo 2019, Achille Lauro è l'unico ad aver preso parte a un reality non musicale: nel 2017, assieme all'amico e produttore Boss Doms (che lo accompagna sul palco) ha partecipato alla sesta edizione di Pechino Express classificandosi in terza posizione come membro della coppia dei #Compositori.

Durante l'avventura di Pechino, Lauro si configura come il perfetto lovable villain, conscio delle logiche di un programma televisivo e soprattutto disposto a mettersi in gioco in un contesto che non è propriamente il suo. Assieme a Edoardo è il perfetto contraltare all'esuberanza di Sua Maestà della Televisione Moderna Antonella Elia, con la quale è coinvolto in un violento litigio durante la quarta tappa - e se la mafia del trash italiano è riuscita a fare assurgere Aida Yespica come icona assoluta soltanto per il becerissimo litigio avuto con Antonella all'Isola 2, chi siamo noi per non volere lo stesso destino anche per Achille Lauro? excited

Da ricordare anche l'alleanza con le #Clubber (Morwenn "Ema Stokholma" Moguerou e Valentina Pegorer), eventuali vincitrici dell'edizione. L'amicizia fra le due coppie è continuata anche al di fuori del programma ed è sublimata in una relazione sentimentale fra Edoardo e Valentina, la quale ha reso noto ad ottobre di essere in attesa del loro primo figlio smitten

4. Perché anche l'occhio vuole la sua parte

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Il consulente d'immagine di Achille Lauro prima della sua performance sanremese

Uno dei marchi di fabbrica di Lauro è lo stile: a differenza di molti dei suoi colleghi, il rapper romano ama stupire e scandalizzare anche con i suoi look costosissimi ed eccentrici. Nella prima parte della sua carriera si è spesso fatto fotografare in abiti da donna (pellicce, parrucche, accessori di moda femminile) come espressione di un nuovo concetto di stile e virilità in antitesi solo apparente all'immaginario delineato nei testi delle sue canzoni.

Per le prime due esibizioni sanremesi Lauro ha scelto due proposte "istituzionali" ma allo stesso tempo non banali: un completo giacca/pantaloni di Carlo Pignatelli in shantung di seta bianco ottico su camicia nera per la serata del martedì, a cui ha fatto seguito un frac scuro con collo alla cinese competo di spilla a scorpione sulla camicia con cui ha aperto la serata del mercoledì. Si vocifera già che per l'esibizione della serata finale, l'outfit sarà un sofisticato e ricercatissimo short frac gioiello sempre firmato dalla maison Carlo Pignatelli excited

5. Perché ci sono solo due tipi di persone: quelli che amano Rolls Royce, e quelli che lo nascondonotalpa

 

VOTATE ACHILLE LAURO, VOTATE LA LOCURA A SANREMO!

(e godetevi Patrizio Ratto ed Adriano Bettinelli nel video ufficiale lol)

sasi
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7 febbraio, 2019 - 21:26
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Attivo il Giorno del Pubblico. Avete tempo per esprimere le vostre idee fino alle 21:00 di domani

Sophia
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7 febbraio, 2019 - 22:36
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Pronta per la prima volta fuori dai Top. Purtroppo non avevo alcun legame con nessuno dei concorrenti, visto che di italiano seguo bene solo Noemi, Levante, Francesca e Caparezza. L'unica canzone che era entrata in loop e che speravo di rappresentare, anche per la storia simile e per l'etnicità, era Soldi

ge_aldrig_upp
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8 febbraio, 2019 - 10:44
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Alcuni dei post clap2clap2clap2

Alby
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8 febbraio, 2019 - 11:04
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Vengo in pace, lo giuro rofl 

Paoletta: per me che sono molto legato a lei, la presentazione, nella sua semplicità e brevità, tocca le corde giuste e dimostra anche una conoscenza e penso anche un affetto verso l'artista. Mi è piaciuta la delicatezza con cui hai parlato di un brano delicato. Forse parlare un po' più esplicitamente del tema avrebbe reso ancora più forte l'ascolto e avrebbe permesso di entrare un po' di più nel pezzo. Belli i passaggi scelti e le citazioni Stato di calma apparente/Diluvio universale, la Paola di ieri e la donna di oggi. 

Patty Alybosa Pravo (cit) e Briga: l'approccio in questo caso è stato totalmente diverso, decisamente creativo e suggestivo. Togliamoci subito il dente e diciamo che Briga diventa marginale. La vera star è chiaramente Patty e la metafora con l'aliena è esilarante (per la sua aura eterea e per i suoi connotati odierni). Il lavoro è originale e divertente, ma ha anche chiavi di lettura che esaltano la grandezza dell'artista e la tua ammirazione per lei. Mi è piaciuto l'insolito excursus sanremese con il commovente lavoro di ricostruzione dei testi che in questi anni non siamo riusciti a decifrare e che sostanzialmente non siamo riusciti a decifrare più di tanto neanche ora che li abbiamo letti rofl

Ultimo: Innanzitutto la presentazione mi ha dato delle informazioni in più per capire meglio un artista che non conosco benissimo. Bella l'idea di raccontarlo attraverso i passaggi autobiografici delle sue canzoni. Meglio la parte descrittiva che la parte emotiva, che mi è sembrata effettivamente un po' forzata e poco convincente. Ti sei ripresa abbastanza sul perché vorresti che vincesse, anche se su "Un ultimo che scrive per gli ultimi" ho parecchie riserve ^^'''''

The Zen Circus: Tolto subito il dente della lunghezza, io penso che a Casa fremessero le dita per tirar fuori dalla penna questo post. Si vedono l'amore per gli artisti, la conoscenza, la competenza, la passione. Una scelta fatta con il cuore e un post che prima o poi avresti scritto con o senza challenge. C'è il racconto della storia del gruppo che aiuta a capire perfettamente chi è l'artista che è arrivato a cantare su quel palco, che cosa hanno cantato nel loro cammino e che cosa stanno cantando. C'è il racconto del pezzo di Sanremo (sia dal punto di vista della musicale che testuale). Hai strutturato il post contestualizzandolo nel forum e rispondendo con argomentazioni valide e convincenti a critiche a volte anche un po' superficiali. Impossibile non voler ritornare su questo gruppo dopo aver letto questo tuo contributo. Partendo dal loro caso specifico, c'è anche un discorso più generale sulla musica con degli stimoli di discussione e di riflessione. 

Federica Carta e Shade: Testo scritto molto bene, ma non ho colto una grande componente di coinvolgimento (tifo forse è un po' troppo) personale. Anche tu hai dato molte informazioni per capire e presentare gli artisti, hai argomentato bene perché il brano funziona e perché potrebbe funzionare, ma è sembrato un po' una cronaca/recensione in cui ti ho trovato distaccato, come se avessi raccontato meglio il perché piace piuttosto che il perché ti piace o il perché dovrebbe piacere. 

Loredana Bertè: Lo scritto è sicuramente molto vicino all'idea di un post sul forum. Non c'è voglia di convincere o di persuadere, ma c'è la spontaneità di chi scrive di getto il perché una certa canzone, una certa esibizione, gli hanno dato una certa emozione. La forza del testo è nel modo in cui si percepisce la tua vicinanza alla causa di Loredana su quel palco che le ha dato gioie e delusioni. Piuttosto che le parti descrittive, che cozzano un po' con quella spontaneità, sarei andato a spingere su questo aspetto con lo stesso stile spontaneo. 

Achille Lauro: Molto intelligente la scelta di suddividere la descrizione in blocchi diversi sullo stile di "cinque motivi per", che ti ha permesso di cambiare stile da un blocco all'altro a seconda dell'esigenza di essere descrittivo o personale. Non c'è in realtà questa divisione netta, in quanto le due cose sono molto ben amalgamate. Uno scritto ben pensato per il target di Reality House, con un taglio azzeccato. Un pezzo dichiaratamente persuasivo, da cui però si scorge il fatto che chi scrive supporta realmente la causa. Un altro aspetto che mi ha colpito molto è che sei andato per sottrazione. Parli del brano, ma non ne parli. Aleggia, ma di fatto non c'è. La chiusura con il punto 5, che spesso si trova in questo tipo di articoli, è perfetta. 

alessandrino
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8 febbraio, 2019 - 11:24
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Grazie Alby che ti ricordi di noi rofl

Cmq hai colto perfettamente quella che era la mia idea. Probabilmente si, avrei dovuto spingere più sul lato emotivo, anche se in realtà emotivamente non ero legato a nessuno dei cantanti in gara (forse solo Arisa, ma Casetta l'ha bloccata) quindi mi sono buttato sugli altri artisti che già in passato mi avevano convinto e che hanno portato il brano in gara che mi è piaciuto di piú.

Però in generale non posso definirmi un vero e proprio fan, quindi ho cercato di fare più una sorta di opera di convincimento, cercando di spiegare i motivi per cui dovrebbe essere votato il brano. 

In generale è stata forse la prova che mi ha messo più in difficoltà fino a questo momento rofl

Sophia
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8 febbraio, 2019 - 11:28
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@Alby la frase “un Unltimo che scrive per gli ultimi” è una sua citazione, non mi sognerei mai di inventare cose del genere lol

Alby
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8 febbraio, 2019 - 11:32
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Sophia ha detto
@Alby la frase “un Unltimo che scrive per gli ultimi” è una sua citazione, non mi sognerei mai di inventare cose del genere lol  

Ah ok, mi conforta molto questo rofl

MattyXD
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8 febbraio, 2019 - 12:12
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Alby ha detto
Vengo in pace, lo giuro rofl 

Paoletta: per me che sono molto legato a lei, la presentazione, nella sua semplicità e brevità, tocca le corde giuste e dimostra anche una conoscenza e penso anche un affetto verso l'artista. Mi è piaciuta la delicatezza con cui hai parlato di un brano delicato. Forse parlare un po' più esplicitamente del tema avrebbe reso ancora più forte l'ascolto e avrebbe permesso di entrare un po' di più nel pezzo. Belli i passaggi scelti e le citazioni Stato di calma apparente/Diluvio universale, la Paola di ieri e la donna di oggi. 
 

Grazie @Alby per la sensibilità del tuo commento, hai capito tutto ciò che mi premeva trasmettere, mi fa tanto piacere che tu abbia saputo apprezzare la semplicità. Grazieheart

alessandrino
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8 febbraio, 2019 - 21:04
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sasi
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8 febbraio, 2019 - 23:03
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Mi dispiace che ci sia stato un solo commento alla prova. Ho bisogno di un po' di tempo per pensarci questa volta, non è per niente semplice. 

Esito domani mattina

edorf
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9 febbraio, 2019 - 7:22
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Alby ha detto
Vengo in pace, lo giuro rofl 

Loredana Bertè: Lo scritto è sicuramente molto vicino all'idea di un post sul forum. Non c'è voglia di convincere o di persuadere, ma c'è la spontaneità di chi scrive di getto il perché una certa canzone, una certa esibizione, gli hanno dato una certa emozione. La forza del testo è nel modo in cui si percepisce la tua vicinanza alla causa di Loredana su quel palco che le ha dato gioie e delusioni. Piuttosto che le parti descrittive, che cozzano un po' con quella spontaneità, sarei andato a spingere su questo aspetto con lo stesso stile spontaneo. 

Sai @Alby non avevo fatto troppa "strategia" su come scrivere il tutto.

Mi sono strafregato di quello che pensasse @sasi o in generale il forum, in questo caso telolInfatti, per la prima volta, sono sereno e non me ne può fregar di meno del risultato...e fu così che finì in bottom e bye bye.lmao

Avevo questa urgenza comunicativa e la ho scritta in modo viscerale come un'interpretazione di Loredana: ci ho letteralmente messo il cuore senza tanti filtriheart

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