Ho iniziato questo percorso con una strategia ben chiara: attendere in silenzio. “Qualcuno prima o poi verrà a cercarti per proporti qualcosa di interessante” – mi dicevo. E così è stato. Tutti i tributi possono testimoniare che io non ho mai contattato nessuno per primo, di contro, tutti i tributi superstiti dal terzo turno in poi, ad eccezione di uno, chi prima, chi dopo, hanno contattato me.

I primi a contattarmi furono Alabama ed Iry. In quel momento scoprii che sì: la “Cupola del Museo” esiste ed io potevo farne sostanzialmente parte in cambio di un mio coinvolgimento in un ruolo ben preciso, quello della “sentinella” che potesse testare gli umori dell’altra parte del cast conquistandone la fiducia. L’offerta mi sembrava ottima. In aggiunta, Alabama ed Iry mi sono sembrate subito due ottime persone, che, gioco a parte, ho imparato a conoscere ed apprezzare anche da un punto di vista umano. Ho accettato. Non conoscevo nessuno. Non avevo rimorsi nel “tradire” dei perfetti sconosciuti.

Del resto, la mia sensazione era che anche “dall’altra parte” fosse in atto la costruzione di un’alleanza. Un tributo in particolare mi contattava spesso per mettermi in guardia della “Cupola del Museo” e, allo stesso tempo, mi faceva velatamente capire che i numeri per mandare a rischio qualcuno del “Museo” c’erano. Schierarmi rimanendo in silenzio era sicuramente un’ottima strategia.

Iniziai così a dialogare con tutti coloro che mi contattavano, carpendone gli umori, le intenzioni di voto e, allo stesso tempo, a lavorare per fare in modo che non si trovasse mai la quadra per mandare a rischio due nomi della “Cupola del Museo” – per inciso, con “Cupola del Museo” intendo l’intero parterre dei semifinalisti, ne uno in più, ne uno in meno.

All’inizio è stato molto divertente (nonché faticoso), giostrare le parole con tutti affinché nessuno capisse a che gioco stessi giocando. Ogni dialogo relativo al gioco doveva essere “dosato” affinché, anche se riportato ad altri tributi, non desse mai l’impressione che io stessi lavorando per la “Cupola del Museo”. Ogni ragionamento fatto con X non doveva mai rischiare di essere incongruente con il dialogo fatto con Y. Gli errori non erano ammessi. Per non parlare poi di alcune prove dove necessariamente mi sono dovuto “limitare” appositamente al fine di non ritrovarmi nella condizione di eliminare qualcuno con il quale avevo intavolato strategie mirate ad una possibile alleanza. “Wasabi smettila, non la puoi vincere questa!” – tuonavano le notifiche su Telegram – alcuni secondi posti, in realtà potevano essere primi ma, giustamente, come da me concordato, non avrei potuto permettermelo. 

Già, all’inizio è stato molto divertente, ma non avevo messo in conto che alla lunga potessi “affezionarmi” (per quanto virtualmente) ad alcuni tributi finiti poi nella macina della “Cupola”. In origine fu Melrose, che, tra una proposta velata di decimare la “Cupola del Museo” e l’altra, con l’aiuto di altri concorrenti più vicini a lui, si è rivelato essere un’ottima persona, con dei lati caratteriali molto simili ai miei. Poi arrivò Dalai, due mondi opposti che si incontrano e si riescono a comprendere. In molti hanno definito “random” il suo modo di approcciarsi al gioco, tuttavia, posso garantirvi che il suo modo di ragionare dietro le quinte è lucido e che è una persona molto genuina, sia per quanto riguarda le tattiche di gioco, sia, e soprattutto, sul punto di vista umano.

La faccenda si complica con la comparsa di Indovino. “Ecco un altro che mi cerca per farmi i complimenti e pararsi il popò” – Pensai all’inizio con il mio consueto scetticismo. I fatti mi smentirono quasi subito. Oltre a rivelarsi un giocatore di una lucidità incredibile nell’interpretare le dinamiche e nel cogliere le sfumature più nascoste nei dialoghi tra gli altri tributi, in Omar ho subito riconosciuto quelle stesse “corazze” caratteriali che fanno parte anche di me. Una “durezza” di facciata che, nella realtà, nasconde un universo di sogni, passioni e aneddoti di vita da condividere con pochi eletti. Avevo trovato il mio personalissimo “alleato segreto”. Per correttezza nei confronti di chi mi aveva promesso “protezione”, durante il nostro percorso insieme non gli ho mai rivelato alcune delle informazioni che mi venivano passate dalla “Cupola del Museo”, tuttavia, ho sempre cercato di recapitargli determinate suggestioni in modo da arrivare alla verità tramite il ragionamento. Cosa nel quale lui è imbattibile. Difficile, ma è stato l’unico modo per non tradire ne l’una ne l’altra parte.

Le settimane passano, i rapporti crescono, i tributi vengono decimati, ed è sempre più chiara l’idea dentro di me che la mia semifinale ideale fosse insieme ad Indovino e Dalai (per i quali, nel frattempo, mi sono impegnato a proporre e procacciare “nomi sacrificabili” in loro vece) + l’accoppiata Alabama/Iry, miei contatti diretti con la “Cupola” e persone umanamente eccezionali, con le quali ho instaurato davvero un bellissimo rapporto extra-gioco. Ed infine Pesca, con la quale ci siamo quasi quotidianamente divertiti a sfogare le nostre frustrazioni lavorative lanciando improperi verso colleghi e datori di lavoro.

Per riuscirci, bisognava necessariamente che Indovino e Dalai vincessero una prova. Non io. Ma così non è stato ed evidentemente, una volta finiti gli altri nomi, il destino ha suonato anche alla loro porta.

Confesso che, ad un certo punto, forte del fatto che avrebbero potuto proseguire insieme la battaglia per ottenere la “testa” di Targa ed Alessandrino, ho provato a farmi nominare proprio da Indovino e Dalai per ottenere la possibilità di essere eliminato e passare loro i miei poteri da usare in sinergia. Perché sì… In realtà, di poteri ne avevo due. Due quante le volte che sono arrivato secondo al televoto grazie al pubblico (che quindi ringrazio immensamente per la simpatia espressa nei confronti del mio personaggio!)

Confesso inoltre che alcune cose dell’eliminazione di Indovino non mi sono affatto piaciute. A posteriori, benché fossi venuto a conoscenza che la “Cupola” avrebbe preferito un altro nome fuori prima di lui, credo abbia prevalso il senso di “paura” per le conseguenze che avrebbe portato tale decisione. Logica sicuramente valida se fossimo stati all’inizio del gioco… Ma, a pochi giorni dalla fine, ho trovato personalmente inutile posticipare lo sterminio fraticida all’interno dell’alleanza cupolina ed eliminare un concorrente che, a mio modesto parere, si sarebbe meritato la finale più di altre due persone (tre includendo me) per l’impegno e l’onestà dimostrata.

Anche l’ultimissima nomination mi ha lasciato molto perplesso. Da una parte sono consapevole dell’impegno che c’e’ stato da parte di Iry nel valutare tutte le opzioni possibili… Dall’altra, ho appreso con sommo stupore che, nonostante siamo praticamente alla fine, c’e’ ancora qualcuno che “non vuole sporcarsi le mani” e fare una scelta “coraggiosa” dopo aver sostanzialmente sonnecchiato tutto il tempo appoggiandosi su un gruppo preformato.

In conclusione:

Ho scelto di anticipare questo mio disvelamento per i seguenti motivi.

Il primo, è che trovo giusto sia nei confronti del pubblico che si accinge al televoto, sia per gli altri tributi rimasti in gara e sia per, eventualmente, i tributi della giuria, valutarci tutti sullo stesso piano. Tutti i superstiti, con diverse sfaccettature, hanno avuto un ruolo in questa famigerata “Cupola”. Non ci sono “eroi” in gara.

Il secondo, è fornire a tutti un parametro di giudizio oggettivo su come ho giocato. Starà a voi valutare se questo mio “impegno” nel macchinare conversazioni, strategie di voto e interazioni con il pubblico, cercando comunque di “tutelare” le persone alle quali mi sono affezionato all’interno del gioco, sia degno di lode strategica o debba essere affossato. Vi chiedo solo di tenere in considerazione e valutare se premiare chi ha comunque manifestato un impegno attivo nella gara “strategica” come ad esempio Alabama ed Iry … O chi è rimasto nell’ombra a beneficiare dell’effort altrui.