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La musica è un fast food: ma ti piace quello che canti? (da Parte del discorso)
Waves of Music
Utente 2xDIAMANTE

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24 agosto, 2015
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1
23 maggio, 2018 - 15:23
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http://www.partedeldiscorso.it.....fast-food/

È sempre più raro che il pubblico, la totalità del pubblico e non una porzione, si affezioni a un artista, che ne riconosca le peculiarità. Per quanto paradossale possa sembrare, oggi è più semplice intuire il potenziale di un cantante, piuttosto che conoscerne realmente la personalità. E questo avviene (anche) perché ciò che viene proposto alla gente non è più una personalità, appunto. Non è nulla di peculiare, di irripetibile, di necessario. Siamo andati ben oltre: al pubblico viene proposta una canzone. Un pezzo qualunque, non importa se sia rimpiazzabile, ciò che conta è che sazi i palati meno pretenziosi e che conquisti, per sfinimento, persino quelli più restii.

...

Forse un’avvisaglia di verità è rimasta nei dischi, che tuttavia andrebbero ascoltati nella loro interezza (questo è il caso di Giusy Ferreri, di cui parlerò tra non molto). Ma se il pubblico non ha la pazienza e la volontà di andare oltre il tormentone, che dice molto poco sull’artista che lo interpreta, ma tanto sul periodo che viviamo, il rischio è che quell’artista resti soltanto l’esecutrice di una hit di tendenza, che avrebbe potuto cantare chiunque altro e ottenere gli stessi, identici risultati.

Ma veniamo a Giusy Ferreri, a cui facevo cenno poco fa. Con buona pace di qualche detrattore, che evidentemente ne conosce soltanto il risvolto pop commerciale, la Ferreri è un’autrice, un’interprete e una voce di spessore. E le mie parole trovano conferma in alcune sue produzioni, che non solo raccontano di un background imponente e un gusto raffinato, ma anche di una scrittura densa, intensa, a volte ostica, come la sua voce, ma per questo irripetibile, riconoscibile e necessaria.

Giusy Ferreri, che ha una personalità artistica ben definita e riconoscibile, in seguito ad un periodo non propriamente felice (la partecipazione al Festival di Sanremo 2014, dopo tre anni di silenzio, si è rivelata un flop) ha trovato la propria zona di comfort nei tormentoni. Ha iniziato per caso, nel 2015, con Roma-Bangkok, che ha avuto un successo straordinario quanto inatteso; nel 2017 è stata la volta di Partiti adesso; quest’estate, invece, toccherà a un nuovo pezzo, targato Takagi e Ketra.

...

Baby K, rapper cresciuta in Inghilterra, formatasi alla Harrow School of Young Musicians di Londra, con un’imponente esperienza live in giro per l’Europa, ma ridotta a improvvisarsi produttrice seriale di tormentoni per restare a galla. Non è da meno Annalisa, che ha deciso di svecchiarsi per rendersi appetibile al pubblico dei più giovani. Ci hanno provato Bianca Atzei e Noemi, la prima con Abbracciami perdonami gli sbagli e Fire on ice, la seconda con Autunno. Nessuna delle due, tuttavia, ha ottenuto il favore del pubblico. L’ultimo caso, in ordine cronologico, è quello di Elodie, che – soli pochi giorni fa – è tornata con Nero Bali, che si candida a essere il tormentone dell’estate 2018. E, di fatto, ha tutte le carte in regola per riuscirci. Manca soltanto la sua personalità, ridotta qui ai minimi termini, e la sua impronta vocale, che esiste, l’ha dimostrato, ma in questo caso non è pervenuta. Se Nero Bali la cantasse un’altra interprete, sentiremmo la mancanza di Elodie? Non credo proprio.

...

Spesso sento dire «Non ci sono più le interpreti di una volta», che è una affermazione piuttosto sbrigativa. Ha un fondo di verità, sia chiaro, ma non basta. In questo appiattimento di gusto, quindi di proposte, non c’è un colpevole soltanto. Certamente, la discografia, ormai in ginocchio, che fa leva sulla distrazione del pubblico per rifilargli un prodotto di facile consumo, è colpevole. Ma non sono da meno i fruitori, che non sono altro che ascoltatori passivi e inconsapevoli di essere artefici dell’appiattimento che denunciano.

Cosa resterà di questi brani “usa e getta”? Ben poco, forse solo un disco di platino per sopravvivere a un’altra annata.

Cosa resterà delle nostre interpreti? Quasi nulla.

Quindi il gioco vale davvero la candela?

mattodie
Utente 9xP

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22 marzo, 2016
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2
23 maggio, 2018 - 16:00
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Io non sono per niente d’accordo. Ma pure perché in stagioni estive che ci possiamo  aspettare da Giusy, Annalisa e co? Un brano lento? Giusy l’ho trovata sempre super adatta nei suoi tormentoni, così come Annalisa oltre alle sue ballad anche nei brani dell’ultimo disco più up tempo ci sta benissimo ( si doveva modernizzare e lo ha fatto alla grande) e non per ultima Elodie che con Nero Bali ha riscoperto delle musiche che rimandano appunto a Bali, infatti il brano sprizza esotismo da tutti ipori grazie anche alla penna e al sound di Mahmood 

CarlMcCoy
Utente

Utente
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5 maggio, 2018
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3
23 maggio, 2018 - 17:30
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L'articolo dice cose interessanti anche se a tratti ovvie, dopotutto Giusy Ferreri é la prima artista ad aver avuto successo attraverso un talent (sono passati 10 anni ormai) e in lei, forse proprio per essere stata una pioniera in un certo senso, vedo ancora le caratteristiche di quei cantanti sui quali in passato le case discografiche puntavano ed ai quali “perdonavano” eventuali flop anche ripetuti.

Paradossalmente l'articolo dice che l'”X factor” tanto ricercato nei talent in realtà non viene trovato, o meglio, se individuato viene svalorizzato (perché nocivo in termini di vendite).

Poi l'autore dell'articolo dà la colpa di tutta questa superficialità al pubblico, ma è tutto il sistema secondo me che non favorisce la creazione di brani che rimangano nel tempo, visto che prima dell'avvento dell'era digitale, chi scriveva una canzone di successo aveva delle royalties importanti, ora invece quel che rimane dell'industria discografica si basa siu guadagni provenienti dall'attività live ed è forse anche per questo che le canzoni sono scontate sia per chi va a interpretarle che per l'ascoltatore che riesce a recepirle più facilmente.

Toppetta
Utente PLATINO

Utente
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24 dicembre, 2017
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4
23 maggio, 2018 - 20:54
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Proprio ieri leggevo un topic di questo forum dedicato a Giusy nel quale si parlava del sabotaggio che subì da Rudy Zerbi il quale la obbligò a incidere il disco di cover Fotografie nonostante l'enorme successo ottenuto con la sua prima era discografica, con il suo stile all'epoca unico in Italia e con la produzione di Tiziano Ferro (più di 1.000.000 di copie certificate solo con quanto pubblicato nel 2008). In seguito, quando Giusy tentò di portare qualcosa di più personale, la promozione dei suoi lavori fu molto scadente e i risultati purtroppo si videro... Lo stesso si può dire di Chiara con il suo album più recente, ma gli esempi sono innumerevoli.

Di sicuro c'è una certa ossessione per le certificazioni che porta spesso a incidere canzoni che non rispecchiano pienamente la propria personalità artistica ma che seguono le mode del momento (reggaeton, elettronica, rap, indie) o duetti imposti dalle case discografiche che però possano garantire vendite certe. Peccato che senza certificazioni si rischia di non vedersi rinnovato il contratto e di non poter più pubblicare a certi livelli... Questo è un circolo vizioso che, in parte, è anche l'effetto dell'atteggiamento delle radio, chiuse a riccio con i soliti nomi e la solita musica (i generi che ho citato sopra) in alta rotazione, salvo qualche rara eccezione.

Per fortuna, in alcuni casi gli artisti sanno vestire in maniera più che credibile i loro abiti all'ultima moda, spesso confezionati dalle mani sapienti di ottimi produttori (ad es. Giusy in questa nuova veste estiva e danzereccia a me piace molto, ma anche la Michielin in versione indie, come ho già dichiarato in passato, la trovo estremamente piacevole), mentre in altri casi l'operazione sa di costruito in tutto e per tutto e sembra fatta unicamente per racimolare qualche oro e qualche platino e non finire nel dimenticatoio.

Waves of Music
Utente 2xDIAMANTE

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24 agosto, 2015
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5
23 maggio, 2018 - 22:20
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Toppetta ha detto
Proprio ieri leggevo un topic di questo forum dedicato a Giusy nel quale si parlava del sabotaggio che subì da Rudy Zerbi il quale la obbligò a incidere il disco di cover Fotografie nonostante l'enorme successo ottenuto con la sua prima era discografica, con il suo stile all'epoca unico in Italia e con la produzione di Tiziano Ferro (più di 1.000.000 di copie certificate solo con quanto pubblicato nel 2008). In seguito, quando Giusy tentò di portare qualcosa di più personale, la promozione dei suoi lavori fu molto scadente e i risultati purtroppo si videro... Lo stesso si può dire di Chiara con il suo album più recente, ma gli esempi sono innumerevoli.

Di sicuro c'è una certa ossessione per le certificazioni che porta spesso a incidere canzoni che non rispecchiano pienamente la propria personalità artistica ma che seguono le mode del momento (reggaeton, elettronica, rap, indie) o duetti imposti dalle case discografiche che però possano garantire vendite certe. Peccato che senza certificazioni si rischia di non vedersi rinnovato il contratto e di non poter più pubblicare a certi livelli... Questo è un circolo vizioso che, in parte, è anche l'effetto dell'atteggiamento delle radio, chiuse a riccio con i soliti nomi e la solita musica (i generi che ho citato sopra) in alta rotazione, salvo qualche rara eccezione.

Per fortuna, in alcuni casi gli artisti sanno vestire in maniera più che credibile i loro abiti all'ultima moda, spesso confezionati dalle mani sapienti di ottimi produttori (ad es. Giusy in questa nuova veste estiva e danzereccia a me piace molto, ma anche la Michielin in versione indie, come ho già dichiarato in passato, la trovo estremamente piacevole), mentre in altri casi l'operazione sa di costruito in tutto e per tutto e sembra fatta unicamente per racimolare qualche oro e qualche platino e non finire nel dimenticatoio.  

Concordo.

Nell'articolo poi c'è un altro passaggio che parla di Giusy in riferimento all'album 'Il mio universo', per far capire come una personalità musicale, forte pure, ci sia in lei.

Il suo poi è il caso più estremo secondo me: ha infilato a due estati di distanza due hit veramente forti, soprattutto nelle vendite, e sono sicuro che 'Amore e Capoeira' andrà ancora meglio di PA, ma l'album, bellissimo, pubblicato solo un anno fa è andato veramente male (a quanto è stimato? 7/8 mila copie?), pur trainato da una partecipazione al Festival, una hit e un discreto successo del terzo singolo. E ciò è perfettamente descritto nell'articolo.

François
Utente 3xP

Utente
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27 febbraio, 2018
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6
27 maggio, 2018 - 0:17
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io penso che giusy nonostante tutto sia contenta di cantare dei brani tipo roma bangkok, la vedo molto a suo agio. magari non li avrebbe cantati nel periodo rock in cui comunque non stava andando benissimo, e non li avrebbe cantati neanche quando stava male nel 2014. nel 2015 credo si sia risollevata anche moralmente oltre che musicalmente, e da lì ha capito quale strada prendere. annalisa anche (nonostante non mi piaccia molto il suo ultimo disco) la vedo contenta di cantare brani di questo genere così teen, la stessa cosa elodie. invece bianca atzei o noemi le vedo poco entusiaste dei pezzi danzerecci, dato che non sono molto credibili nel cantarli.

Waves of Music
Utente 2xDIAMANTE

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24 agosto, 2015
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7
27 maggio, 2018 - 15:10
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francesco ha detto
io penso che giusy nonostante tutto sia contenta di cantare dei brani tipo roma bangkok, la vedo molto a suo agio. magari non li avrebbe cantati nel periodo rock in cui comunque non stava andando benissimo, e non li avrebbe cantati neanche quando stava male nel 2014. nel 2015 credo si sia risollevata anche moralmente oltre che musicalmente, e da lì ha capito quale strada prendere. annalisa anche (nonostante non mi piaccia molto il suo ultimo disco) la vedo contenta di cantare brani di questo genere così teen, la stessa cosa elodie. invece bianca atzei o noemi le vedo poco entusiaste dei pezzi danzerecci, dato che non sono molto credibili nel cantarli.  

Si, in realtà anche io credo che Nali e Giusy siano abbastanza contente anche adesso, lo spero almeno!

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