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Your Team Sanremo - Vincitore a pagina 17
bilirubina
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22 gennaio, 2016 - 16:04
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Il fatto quotidiano

Oggi, negli Studi di corso Sempione di Milano della Rai, Carlo Conti ha fatto ascoltare i brani che concorreranno alla sessantaseiesima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo alla stampa. C’eravamo anche noi. Tutte e venti le canzoni. E siamo sopravvissuti. Anzi, va detto subito, prima di passare a una rapida carrellata delle canzoni, con un commento stringato, poche parole a canzone, per non rovinarvi la sorpresa, che quest’anno il conduttore toscano ha fatto un ottimo lavoro. Ha messo insieme un cast che, sulla carta, lasciava perplessi, ma una volta ascoltati i brani ci sono delle piacevoli sorprese, e i nomi nei quali avevamo riposto speranze non hanno deluso. Tradotto, ci sono almeno sei, sette canzoni da salvare, il che, per Sanremo, è un miracolo.

Passiamo quindi alle canzoni. Si parte con Patty Pravo e la sua Cieli immensi. Patty è Patty, basta che attacchi a cantare e la riconosci. Anche la canzone basta che cominci e la riconosci, il che non è propriamente un bene. Suon familiare, molto, e a Sanremo vi sveleremo anche perché.

Quando sono lontano di Clementino è una canzone piuttosto imbarazzante. Il rapper usa come intercalare “frà”, nel 2016, e ha un ritornello alla D’Alessio. Aiuto.

Ora o mai più (le cose cambiano) di Dolcenera è una delle migliori canzoni in gara, un bluesone alla 007, con la cantautrice che interpreta con pathos un brano che ha già molto pathos di suo.

Noi siamo infinito di Alessio Bernabei. Se il titolo vi dice qualcosa o siete bimbiminkia o avete figli bimbiminkia. È a loro che si rivolge la canzone, figlia del passaggio sanremese dell’anno scorso di Nek. Pop da ballare.

Un giorno mi dirai degli Stadio è una canzone da stadio. Se l’avesse cantata Vasco, con quell’hook incredibile, da ottantamila in coro, sarebbe una hit assoluta. Così è una canzone bella, molto, con un ottimo arrangiamento.

Annalisa è un mistero. Ha una voce incredibile, che in Il diluvio universale si sente, e anche bene. Ma la canzone non arriva. Almeno al primo ascolto, cioè laddove dovrebbe funzionare al Festival. Però lei è brava.

Neffa gioca a fare Celentano. E lo fa anche benino. Solo che non è Celentano. E Sogni e nostalgia arriva in ritardo di circa quarant’anni sul calendario. Lui, Neffa, è versatile, pure troppo.

Valerio Scanu ha vinto Sanremo con la canzone di tutti i luoghi e tutti i laghi. Quando parte questa ballata tutti se la ricordano e ridono, in sala stampa. La canzone sarebbe anche un pezzone sanremese, ma lui non interpreta, e tutti i luoghi e tutti i laghi sono lì.

Noemi ha provato a fare la sperimentale. Quella che va a Londra e cerca suoni internazionali. Poi trova una canzone classica di Marco Masini e finalmente convince. La borsa di una donna è una bella canzone e lei la canta bene.

Gli Zero Assoluto e Di me e di te. Che dire? Vi ricordate Bloodhound Gang e la loro The bad touch. Ecco, il ritmo è quello, solo senza un minimo di malizia e provocazione. Però il ritmo c’è.

Via da qui di Giovanni Caccamo e Deborah Iurato, scrive Giuliano Sangiorgi. Sulla carta la Morte Nera. Invece il brano, a Sanremo, funzionerà. Una bella ballata d’amore. Poi ce la dimenticheremo, fortunatamente.

I Dear Jack sono presenti anche sotto forma di band, oltreché di Alessio Bernabei. Con una canzone che, a differenza della precedente, è esattamente come ce la immaginavamo. E non era un bell’immaginare.

Tornano i Bluvertigo, con Semplicemente. Una canzone che è puro Bluvertigo Style. Diciamola così, se la volessimo cantare sotto la doccia dovremmo fare una sorta di orgia, con almeno cinque persone, ognuna a ricordarsi un pezzo della canzone più complicata del Festival, o quasi.

Infinite volte di Fragola ha vinto il Festival 2016. Non che sia la canzone migliore. Anzi. Ma ha vinto. Aiuto. Cinque gli autori del testo, che sfornano frasi come “Sento come se hai paura”. Vince lo stesso, però, perché negli sms la grammatica non conta.

Irene Fornaciari si presenta con una canzone che ha lo stesso titolo di un album del padre, Blu. Parla di migranti, cita anche il piccolo corpo trovato sulle coste turche. Lei ha una voce bella, molto, ma la canzone non c’è. Spiace.

Enrico Ruggeri si prende gioco di noi. Presenta un brano che si intitola Il primo amore non si scorda mai, ed è un rock in levare che cita i Police e infila un omaggio agli Stranglers nel finale. Mitico.

Francesca Michielin porta una canzone che si intitola Nessun grado di separazione. Poi ci siamo svegliati.

Rocco Hunt presenta un funkettone che riporta in vita il sound della Napoli Centrale. Testo impegnato e grande groove. Una delle migliori canzoni in gara, da non stare fermi sulla sedia.

Arisa ha la voce più bella, con Annalisa, del Festival. Ha una canzone scrita dal suo autore di sempre, Anastasi, ed è un bel sentire, con un ritornello in crescendo e una malinconia che ci avvolge. Brava, davvero.

Ecco, Elio e le storie Tese sono quello che ti aspetti. Puro genio. Canzone fatta di sette ritornelli. Senza strofe. Ogni ritornello che parte del finale del precedente, come in un domino. Frank Zappa sarebbe fiero di loro. Noi anche. Geniali.

Detto questo, sono usciti anche gli elenchi delle cover, che verranno eseguiti nel giovedì sera (alcuni da soli, altri in compagnia, come Patty Pravo con Fred De Palma o Neffa coi Bluebeaters). Ecco l’elenco. Patty Pravo fa se stessa, Tutt’al più. Clementino prova con il De Andrè napoletano di Don Raffaè. Dolcenera omaggi la Nada di Amore disperato, mentre Alessio Bernabei affronta A mano a mano di Riccardo Cocciante. Gli Stadio giocano in casa, facendo La sera dei miracoli  del loro Lucio Dalla. Sorprende Annalisa, insolitamente rock con America di Gianna Nannini. Neffa porta sul palco Carosone, facendo ‘O Sarracino, mentre Valerio Scanu propone il Battisti di Io vivrò (Senza te). Gioca sul sicuro, e sul banale, Noemi, con Dedicato di Loredana Bertè. Mentre gli Zero Assoluto sono grandi nel proporre la sigla di Goldrake. Sorprendono anche Giovanni Caccamo e Deborah Iurato con Amore senza fine di Pino Daniele e i Dear Jack con Un bacio a mezzanotte del Quartetto Cetra. Morgan ama i classici, quindi i Bluvertigo vanno di Modugno, con La lontananza. Fragola porta La donna cannone di Francesco De Gregori, e abbiamo molta paura. Irene Fornaciari omaggia Morandi con Se perdo anche te, mentre Ruggeri passa allegramente dal punk inglese agli Alunni del Sole e la loro ‘A canzuncella. Di nuovo Battisti anche per la Michielin, con Il mio canto libero, chissà se torna a vivere. Rocco Hunt propone a sua volta Carosone, con Tu vuò fa l’americano. Chiudono Arisa, con una canzone bella e difficile come Cuore di Rita Pavone e gli Elii, con la quinta di Beethoven in salsa dance, alla Febbre del sabato sera, il tutto tradotto in italiano: Quinto Ripensamento. Si chiude la conferenza con la notizia di due altri superospiti, Elisa e Elton John. Non facciamo commenti. Ci si vede a Sanremo.

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22 gennaio, 2016 - 16:05
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22 gennaio, 2016 - 16:06
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Annalisa - Il diluvio universale

Annalisa affonta il suo quarto Sanremo con un brano molto ambizioso, caratterizzato dalla sua voce potentissima e precisa, con un testo imprevedibile («E intanto preferisco sognare perché è così che mi lascio andare») che cela un misto di nostalgia e consapevolezza. Il brano, firmato da Diego Calvetti (ma il testo è scritto a quattro mani con la stessa Annalisa) forse non è il più immediato della sua carriera ma crescerà con gli ascolti.

Arisa - Guardando il cielo

Bastano poche note di pianoforte per riconoscere quello che è indiscutibilmente un brano di Arisa (è firmato, ancora una volta, dal suo autore storico Giuseppe Anastasi) e ne danno conferma l'arrangiamento orchestrale pulito e raffinato, e la sua voce cristallina. Non si tratta però di una canzone d'amore, quanto di un brano in cui Arisa esprime l'idea che ci sia qualcosa al di là della vita («Tu chiamala magia, io lo chiamo Universo»).

Alessio Bernabei - Noi siamo infinito

L'anno scorso fu Nek con «Fatti avanti amore» a sorprendere l'Ariston con un brano che si avvicinava alla dance, quest'anno tocca ad Alessio Bernabei, ex voce dei Dear Jack. La canzone ha un testo di Roberto Casalino e musiche di Dario Faini e Ivan Amatucci. Si tratta, come detto, di un brano veloce e «ballabile» con un arrangiamento pop elettronico. Il testo romantico (uno dei pochi amori «positivi» di questo Festival) racconta un sentimento che non deve farsi abbattere dagli incidenti di percorso.

Bluvertigo - Semplicemente

Il brano con cui i Bluvertigo tornano a Sanremo è scritto interamente da Marco «Morgan» Castoldi. L'arrangiamento inserisce tocchi barocchi in una canzone che guarda sia alla sperimentazione che alla tradizione della canzone italiana (inclusa quella sanremese) con un testo che parla dell'anelito alla semplicità (si elencano nelle strofe gesti e situazioni quotidiane) in un mondo in cui «un evento da niente nasce piccolo infinitamente e poi diventa troppo importante».

Giovanni Caccamo e Deborah Iurato - Via da qui

L'incontro al Festival tra il trionfatore dei Giovani nel 2015 e la vincitrice di «Amici» si inserisce alla perfezione nella grande tradizione dei duetti sanremesi, da Morandi-Cola a Leali-Oxa. La canzone è l'unica di questa edizione firmata da una «superstar», ovvero Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, che porta nel pezzo una grande sapienza compositiva. L'incrocio tra le due voci è molto efficace in un brano che racconta una storia d'amore in crisi terminale, forse salvata all'ultimo momento: «Via da qui che cosa ti aspetti di trovare di diverso da noi due?».

Clementino - Quando sono lontano

Anche Clementino (che debutta quest'anno nella gara di Sanremo) porterà una grande energia sul palco dell'Ariston con una canzone spiccatamente rap, anche se arrangiata come un brano pop con una melodia molto elementare e immediata. Il pezzo, cantato in un misto di italiano e napoletano, è narrato dal punto di vista di un emigrante che ha portato la sua musica lontano da casa, e si ferma a ricordare i sogni che coltivava quand'era bambino (vedendole, a sua volta, nelle nuove generazioni).

Dear Jack - Mezzo respiro

Senza più Alessio Bernabei alla voce, sostituito da Leiner Riflessi, i Dear Jack portano a sanremo una ballata pop rock con un ritornello orecchiabile, uno dei più «canticchiabili» di questa edizione. Ed è un'altra canzone su una storia al capolinea, che viene fatta finire «perché odiarci non serve più».

Dolcenera - Ora o mai più (le cose cambiano)

Interessante e ambiziosa anche la scelta di Dolcenera, che si presenta con un brano non semplice, dalle suggestioni jazz e gospel, con tanto di coro che accompagna la voce di Emanuela nei ritornelli. L'arrangiamento mette in risalto le sue caratteristiche vocali più drammatiche e teatrali, con un bel crescendo nella parte finale del brano. «Quando tutto sembra uguale, tutto quanto può cambiare» recita il pezzo.

Elio e le Storie Tese - Vincere l'odio

Ovviamente la canzone più esilarante di Sanremo è firmata dagli «Elii» che, in barba alle strofe, presentano una canzone formata esclusivamente da ritornelli. Sono ben sette, suonati in altrettanti stili (c'è il twist, la ballatona romantica, il pezzo partenopeo, la marcetta, la «canzone brutta») che si chiudono con una conclusione che cita un classico del Festival: «Perdere l'amore» di Massimo Ranieri (di cui il titolo è l'opposto, oppure il complementare). Il testo, poi, è un capolavoro surrealista pieno di giochi di parole e provocazioni che lo trasformano in un'altra irresistibile satira della canzone italiana.

Irene Fornaciari - Blu

Nel suo quarto Sanremo (incluso il suo debutto tra i Giovani nel 2009) la Fornaciari affronta, pur se in modo tutt'altro che esplicito, il tema dei migranti, con un testo ricco di suggestioni scritto dalla stessa Irene con Giuseppe Dati: «Questi fiori tra le onde chiedono pietà non più guerre e religioni». Musicalmente è una ballata dal sapore classico e porta la firma di Diego Calvetti e Marco Fontana.

Lorenzo Fragola - Infinite volte

Dopo la fine di un amore, la voce narrante riflette sui suoi errori e i sogni perduti («In un secondo li ho distrutti») senza riuscire a smettere di pensare a lei. «Chi siamo noi per dirci addio?» recita il testo. È una ballata triste quella con cui Lorenzo Fragola torna a Sanremo dopo il debutto dello scorso anno, ed è un brano estremamente efficace che si candida, già dal primo ascolto, a gareggiare per le prime posizioni.

Francesca Michielin - Nessun grado di separazione

Scritta da Federica Abbate e Cheope (ma al testo collabora la stessa Michielin), la canzone con cui Francesca esordisce in gara al Festival è allo stesso tempo molto radiofonica (grazie al suo arrangiamento dal sapore contemporaneo) e originale nelle intenzioni. Non una canzone d'amore, ma un testo più universale, che è un invito a lasciarsi trasportare dalle emozioni, a dare più spazio al cuore che alla mente, per abbattere i gradi che ci separano: «Siamo una sola direzione in questo universo che si muove» dice il ritornello.

Neffa - Sogni e nostalgia

Neffa ritorna a Sanremo dopo 12 anni portando il suo stile scanzonato e brillante a Sanremo: il brano è assolutamente «stile Neffa», una marcetta con un arrangiamento bandistico (protagonisti gli ottoni, i fiati, e un arpicordo) che ricorda in qualche modo i brani classici di Celentano, di cui Neffa si candida a diventare l'erede musicale. Al di là del ritmo allegro, il testo è piuttosto triste, anche se nel ritornello si intravede un po' di speranza: «Tutto passa e va, sogni e nostalgia, per fortuna che torna sempre un po' di voglia di sorridere».

Noemi - La borsa di una donna

Tra gli autori del brano di Noemi, al suo quarto Sanremo, c'è Marco Masini, che ha regalato alla cantante un brano che vuole raccontare le donne, tutte le donne, usando la loro borsa come metafora eccellente. Cosa si trova nella borsa di una donna? I suoi desideri, le sue paure, i suoi segreti. La canzone sfugge dalla tradizionale struttura, con le strofe a farla da padrone e un ritornello che non sembra tale, ripetuto solo due volte. Lo stile di Noemi, invece, è inconfondibile.

Patty Pravo - Cieli immensi

Il brano di Patty Pravo porta la firma di Fortunato Zampaglione, autore di molti successi recenti (come «Guerriero» di Marco Mengoni e «Il giorno più bello del mondo» di Francesco Renga) ed è una ballatona malinconica interpretata e realizzata con semplicità e classe da un mito della musica italiana. «A noi bastava l'amore, il resto poteva mancare» canta Patty, che ricorda una storia d'amore ormai finita. Il ritornello è il pezzo forte: immediato e trascinante.

Rocco Hunt - Wake up

Il brano più energico di Sanremo 2016 è quello di Rocco Hunt, che due anni fa vinse tra le Nuove proposte. Più che un rap è un vero e proprio pezzo funky dal ritmo veloce e incalzante, in cui il giovane rapper salernitano punta con il suo brano (cantato in italiano, ma con un ritornello in napoletano) a dare una svegliata al «guaglione» interlocutore. Facendo un elenco dei problemi del nostro Paese, dallo Stato «che ci mette in croce» fino alla «tv del pomeriggio che imbambola l'Italia».

Enrico Ruggeri - Il primo amore non si scorda mai

È una bella sorpresa il sound un po' retrò ma irresistibile della canzone di Enrico Ruggeri, veterano per eccelenza di Sanremo con le sue 10 partecipazioni (inclusa questa). Si inizia con un tastierone elettronico vecchio stile, si continua con un «mezzo tempo» in levare e si sfocia in un ritornello rock tiratissimo. Il testo è originale: non è solo il primo amore a essere indimenticabile, perché «siamo il prodotto di antiche passioni» e, suggerisce il testo, spesso ci innamoriamo di storie che non abbiamo nemmeno vissuto.

Valerio Scanu - Finalmente piove

Attira subito l'attenzione, fin dal primo ascolto, il brano che Fabrizio Moro ha scritto per Valerio Scanu, vincitore di Sanremo ormai 6 anni fa e recente trionfatore di «Tale e quale show». Il pezzo, che porta la «rivincita» anche tra le righe del testo, è indiscutibilmente tra i più efficaci e immediati di questa edizione, una ballata pop (con qualche accenno elettronico) sentita e intensa. «Finalmente piove e il suo rumore non se ne va», e Scanu con queste parole si prepara a viaggiare ai piani alti della classifica.

Stadio - Un giorno mi dirai

Una lettera commovente di un padre alla figlia, il tentativo di spiegare come lei sia la cosa più importante della sua vita, il desiderio di consigliarla per far sì che non ripeta i suoi errori. Uno dei brani più trasparenti e struggenti di Sanremo 2016 è quello portato dagli Stadio. La band di Gaetano Curreri presenta al festival una ballata rock molto classica, con un «na na na na» da manuale nel ritornello.

Zero Assoluto - Di me e di te

Un ritmo veloce anche per il duo che torna a Sanremo dopo 9 anni, con un brano pop rock che si rifà allo stile per cui Matteo e Thomas sono riconosciuti. Il pezzo è un altro dei pochi di quest'edizione a raccontare di un amore che vince contro tutto: «un amore che fa a pugni senza guanti».

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Ilmattino scrive:

Quest'anno Elio e le Storie Tese tornano a Sanremo come vincitori annunciati: «Vincere l'odio» non è una canzone, ma un collage di sette canzoni in una, una demenziale dichiarazione d'amore per un femmeniello oversize che, in un gioco delle concatenazioni logiche ci porta a Napoli, e quindi al San Paolo.

Poi il flusso di (in)coscienza si allontana fino a Kathmandu tra vini calabresi richiestissimi in Nepal. Lui/lei è burbera ed esotica come il topinambur, quindi «Topinamburbera», un pezzo di donna/uomo da novanta chili ma con il cuore d'oro che dice ”«no no no», poi «forse forse forse», quindi si lascia prendere e si abbandona a un pelapatate. Un pastiche da sunto di operina buffa postmoderna: si inizia in stile anni Sessanta, poi arrivano echi oleografici-neomelodici: «Femminiello che vivi a Napoli/ coi problemi presenti a Napoli/ femminiello di una metropoli sul mare chiaro/ femminiello ma quanti ostacoli/ nel tuo cuore disperso a Napoli/ per fortuna che poi c'è il Napoli/ al San Paolo di Napoli».

La querelle Mancini-Sarri non c'entra nulla per ovvi motivi, e poi qui basta nominare lo stadio per trovarsi di fronte un altro San Paolo, quello convertito sulla strada di Damasco: «per fortuna che il Signore ti è apparso/ perché tu perseguitavi i cristiani/ e giustamente lui ti ha detto stop stop stop». Un nonsense politicamente scorretto, che si traveste man mano da kitsch ecclesiastico, country de noantry, rock'n'roll e sigla televisiva («Sarà capitato anche a voi di avere una canzone in testa, brutta, brutta)». Un germe immesso per autodistruggere il Festival dall'interno, non fosse Sanremo la terra dei cachi che tutto digerisce e piega al proprio interesse. Così l'ultimo sberleffo guarda a chi alla canzonetta chiede di essere qualcosa di più: «E il messaggio che noi qui vogliam comunicar con questi ritornelli è: vincere l'odio», intonando il tutto con il piglio del tonitruante Massimo Ranieri di «Perdere l'amore» e il cipiglio dietro cui si nasconde la band più mattacchiona d'Italia. Gli Eelst non si prenderanno sul serio e, soprattutto, non prenderanno sul serio nemmeno la gara e gli spettatori, nemmeno nella serata delle cover quando aggiungeranno un testo in italiano - titolo «Il quinto ripensapemento» - alla Quinta di Beethoven nella versione disco firmata da Walter Murphy per «Saturday night fever».

 

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22 gennaio, 2016 - 16:08
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http://www.sorrisi.com/musica/.....rlo-conti/

 

Annalisa affonta il suo quarto Sanremo con un brano molto bello e ambizioso, caratterizzato dalla sua voce potentissima e precisa, con un testo imprevedibile («E intanto preferisco sognare perché è così che mi lascio andare») che cela un misto di nostalgia e consapevolezza. Il brano, firmato da Diego Calvetti (ma il testo è scritto a quattro mani con la stessa Annalisa) forse non è il più immediato di questa edizione, ma crescerà con gli ascolti.

 

Scritta da Federica Abbate e Cheope (ma al testo collabora la stessa Michielin), la canzone con cui Francesca esordisce in gara al Festival è allo stesso tempo molto radiofonica (grazie al suo arrangiamento dal sapore contemporaneo) e originale nelle intenzioni. Non una canzone d'amore, ma un testo più universale, che è un invito a lasciarsi trasportare dalle emozioni, a dare più spazio al cuore che alla mente, per abbattere i gradi che ci separano: «Siamo una sola direzione in questo universo che si muove» dice il ritornello.

 

Tra gli autori del brano di Noemi, al suo quarto Sanremo, c'è Marco Masini, che ha regalato alla cantante un brano che vuole raccontare le donne, tutte le donne, usando la loro borsa come metafora eccellente. Cosa si trova nella borsa di una donna? I suoi desideri, le sue paure, i suoi segreti. La canzone sfugge dalla tradizionale struttura, con le strofe a farla da padrone e un ritornello che non sembra tale, ripetuto solo due volte. Lo stile di Noemi, invece, è inconfondibile.

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22 gennaio, 2016 - 16:11
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http://www.sorrisi.com/musica/.....rlo-conti/

Annalisa affonta il suo quarto Sanremo con un brano molto bello e ambizioso, caratterizzato dalla sua voce potentissima e precisa, con un testo imprevedibile («E intanto preferisco sognare perché è così che mi lascio andare») che cela un misto di nostalgia e consapevolezza. Il brano, firmato da Diego Calvetti (ma il testo è scritto a quattro mani con la stessa Annalisa) forse non è il più immediato di questa edizione, ma crescerà con gli ascolti.

Scritta da Federica Abbate e Cheope (ma al testo collabora la stessa Michielin), la canzone con cui Francesca esordisce in gara al Festival è allo stesso tempo molto radiofonica (grazie al suo arrangiamento dal sapore contemporaneo) e originale nelle intenzioni. Non una canzone d'amore, ma un testo più universale, che è un invito a lasciarsi trasportare dalle emozioni, a dare più spazio al cuore che alla mente, per abbattere i gradi che ci separano: «Siamo una sola direzione in questo universo che si muove» dice il ritornello.

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22 gennaio, 2016 - 16:12
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Annalisa è un mistero. Ha una voce incredibile, che in Il diluvio universale si sente, e anche bene. Ma la canzone non arriva. Almeno al primo ascolto, cioè laddove dovrebbe funzionare al Festival. Però lei è brava. (suicidio ma devo ahahaha)

 

Noemi ha provato a fare la sperimentale. Quella che va a Londra e cerca suoni internazionali. Poi trova una canzone classica di Marco Masini e finalmente convince. La borsa di una donna è una bella canzone e lei la canta bene.

 

http://www.ilfattoquotidiano.i.....n/2397625/

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22 gennaio, 2016 - 16:12
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Mario Luzzato Fegiz per il Corriere

 

Oggi i primi ascolti delle canzoni di Sanremo 2016

Brava Patty, commoventi gli Stadio, un Ruggeri nostalgico, sublimi Elio e le storie tese, uno strano Morgan, una fantastica Noemi con versi di Masini, ottimo Scanu.
Di più nelle prossime ore.

 

http://forum.corriere.it/fegiz.....92629.html

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22 gennaio, 2016 - 16:13
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rtl

Deborah Iurato e Giovanni Caccamo "Via da qui" Voto 7
L'attacco sussurrato di Giovanni Caccamo per raccontare la storia di due (ex) innamorati. Sicuramente sul palco l'intreccio delle due voci piacerà e in qualche modo il duetto si riallaccia alla tradizione "Minghi-Mietta". Brano scritto da Giuliano Sangiorgi.

Noemi "La borsa di una donna" Voto 8
Marco Masini è tra gli autori di questo brano che sembra un dipinto di una donna che parla di sé usando la metafora della borsa e del suo contenuto. Noemi in stato di grazia per un brano decisamente teatrale.

Alessio Bernabei "Noi siamo infinito" Voto 7
Alessio Bernabei si lancia nella carriera solista dopo i successi con i Dear Jack e lo fa con un brano decisamente radiofonico, firmato da Casalino-Faini-Amatucci. Un brano ritmato che parla d'amore.

Enrico Ruggeri "Il primo amore non si scorda mai" Voto 7/8
Il rock di Enrico Ruggeri non si smentisce mai e non si scorda mai. Il cantautore in gran forma per un pezzo dal forte impatto che non lascerà indifferenti.

Arisa "Guardando il cielo" Voto 9
Un pianoforte e una voce che racconta di se stessa. Arisa con questa canzone mostra un lato di se stessa inedito tra preghiere a Dio che la fanno star bene e la vita "in tempi austeri in queste stupide città". Candidata alla vittoria.

Rocco Hunt "Wake up" Voto 7
Non lasciatevi ingannare dalle sonorità allegre e contagiose di questa canzone perché i versi sono un j'accuse da parte di chi vive il Sud verso la politica: "Mi sono fatto due risate con la politica in tv".

Dear Jack "Mezzo Respiro" - Voto 7
La band si ripresenta con un nuovo cantante, Leiner Riflessi, per una ballad tipicamente sanremese e un ritornello che rimane in testa. "E una storia d'amore giunta al termine ma che allo stesso tempo sembra non voglia finire". 

Stadio "Un giorno mi dirai" Voto 7

Gli Stadio puntano in alto con un brano commovente di un padre che si racconta a un figlio. "Un giorno ti dirò che ho rinunciato alla mia felicità per te e tu riderai". Una ballad rock intensa sottolineata dall'inconfondibile voce di Gaetano Curreri.

Lorenzo Fragola "Infinite volte" Voto 7/8
Un ragazzo racconta la fine di un sentimento: "Non sono stato mai capace a far l'amore senza amore". Elegante, misurato, d'effetto. Fragola torna più maturo e consapevole anche delle capacità vocali e interpretative.

Annalisa "Il diluvio universale" Voto 6/7
Annalisa propone forse la canzone più difficile, dal punto di vista vocale, della sua carriera. Un pianoforte e la sua voce sussurrata all'inizio poi verso dopo verso si spiegano verso un'apertura potente. Nel testo c'è anche la parola "puttana" ma non vogliamo svelarvi di più.

Irene Fornaciari "Blu" Voto 5/6"

"C'è un bambino sulla spiaggia lasciato dal Blu". La potente immagine evoca i fatti di cronaca violenti sull'immigrazione. Una canzone che è un affresco reale. Uno dei pochi brani che parla d'attualità.

Neffa "Sogni e nostalgia" Voto 6
Neffa propone il suo solito stile inconfondibile con una marcetta che contiene un messaggio di speranza e di felicità.

Zero Assoluto "Di me e di te" Voto 5
Lo stile è il classico stile degli Zero Assoluto, un po' fine anni 90. Pop a tutto spiano con una infarinatura dance. Un aggancio per le radio.

Dolcenera "Ora o mai più" Voto 7/8
E poi succede che Dolcenera a sorpresa porta un brano fortemente soul (c'è da scommettere che ci sarà un coro sul palco con lei) con venature funk. Brano raffinato.

Clementino "Quando sono lontano" Voto 6
Rap tra italiano e napoletano con un messaggio di speranza verso il futuro tra passato difficile e la condizione di migrante. Clementino confeziona un brano di tutto rispetto.

Patty Pravo "Cieli immensi" Voto 7
Patty Pravo festeggia cinquant'anni di carriera con un brano firmato da Fortunato Zampaglione. Una ballad rock con un inciso che si apre. "Ma tu chi sei che cosa vuoi e come mai mi pensi Non sono io...". Un dialogo tra una donna e un uomo non risolto.

Valerio Scanu "Finalmente piove" Voto 8
Il bellissimo brano di Fabrizio Moro affidato alle capacità interpretative di Valerio Scanu. Un bell'arrangiamento per una canzone introspettiva.

Morgan e Bluvertigo "Semplicemente" Voto 6
Tripudio di suoni dall'elettronica al pop per un vortice musicale alla Bluvertigo. La band musicalmente si riallaccia alla tradizione musicale del gruppo negli Anni 90. Si caratterizza per una lista di azioni quotidiani a sottolineare che "anche un fatto da niente (...) piccolo infinitamente poi diventa troppo importante".

Francesca Michielin "Nessun grado di separazione" Voto 8
La voce cristallina per un sound etereo ed evocativo. Ancora una volta Francesca mostra un lato diverso di sé e lo fa con un brano raffinato firmato da lei, Federica Abbate e Cheope.

Elio e le Storie Tese "Vincere l'odio" Voto 8
Sorprendere ancora una volta? Si può. Gli Elii mettono assieme un brano con sette ritornelli mettendo in mezzo San Paolo, i femminielli di Napoli e il tubero. Perché "Vincere l'odio" si può ma anche vincere Sanremo (forse).

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RTL
Annalisa "Il diluvio universale" Voto 6/7
Annalisa propone forse la canzone più difficile, dal punto di vista vocale, della sua carriera. Un pianoforte e la sua voce sussurrata all'inizio poi verso dopo verso si spiegano verso un'apertura potente. Nel testo c'è anche la parola "puttana" ma non vogliamo svelarvi di più.

Francesca Michielin "Nessun grado di separazione" Voto 8
La voce cristallina per un sound etereo ed evocativo. Ancora una volta Francesca mostra un lato diverso di sé e lo fa con un brano raffinato firmato da lei, Federica Abbate e Cheope.

JoJo
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bilirubina
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rockol

 

Arisa - "Guardando il cielo”
Piano e voce, quella perfetta e impeccabile di Arisa, e apertura sul ritornello. Ma un’apertura contenuta, meno decisa e sguaiata di quella tipica da canzone sanremese. Una scelta musicale in linea con il tema spirituale della canzone:  “Ma ho la certezza che ci sia una realtà che va al di là di questa comprensione mia. Potrai chiamarla anche magia, per me adesso si chiama universo”.
Di cosa parla la canzone: Spazio, Meteo, Spiritualità
In breve: La classe di Arisa

Annalisa - "Il diluvio universale”.
Un’Annalisa intimista, dai toni scuri: piano, voce e beat, con un ritornello che mantiene una melodia irregolare, che richiederà qualche ascolto supplementare per essere apprezzata. Una riflessione sull’amore: “Non è una colpa, non è un mistero, non è una scelta, non è un pensiero”. Abbiamo già la frase che farò discutere? “Intanto prendo la metropolitana/l’unica che sorride è una puttana”. 
Di cosa parla la canzone: Amore, sogni, meteo
In breve: Scura, e inaspettata.

Alessio Bernabei - "Noi siamo infinito"
Attacco con piano alla Coldplay, sul ritornello arrivano ritmi quasi EDM e coretti (“Noi siamo infinito oooooh ooooh ooooh, Noi siamo infinito oooooh ooooh ooooh”.): il pensiero corre subito al Nek dell’anno scorso. Pezzo molto radiofonico, se passa l’impressione di averlo già sentito. 
Di cosa parla la canzone: amore, spazio, paura di sbagliare
In breve: Enfatico e sulle orme di Nek

Bluvertigo - “Semplicemente"
Parte come una ballata, poi cambia ritmo e diventa un pop alla Bluvertigo, che però mantiene un ritornello molto classico. Una canzone volutamente irregolare, giocata sulle rime baciate e sugli avverbi. “E’ semplicemente anche un fatto da niente attraversato dalla corrente, nello spazio e nel tempo, nasce piccolo infinitamente, poi diventa troppo importante. Più Morgan che Bluvertigo?
Di cosa parla: Quotidianità, Spazio, Tempo
La canzone in breve: pop irregolare

Giovanni Caccamo e Deborah Iurato - "Via da qui", di Giuliano Sangiorgi 
Bello l’inizio, con la parte musicale appena accennata e Caccamo che canta piano, con un fraseggio po’ alla Gino Paoli. Quando entra la Iurato la canzone diventa più normale ed enfatica, prima del finale che riprende le delicate atmosfere iniziali. Il ritornello è classico Sangiorgi (autore del brano).
Di cosa parla: Amore, Fuggire
La canzone in breve: bifronte, non completamente amalgamata tra le parti

Clementino - "Quando sono lontano"
Parte come una ballata, chitarra acustica e piano, su cui entrano subito beat e rap. Apertura melodica sul ritornello, cantato in napoletano. 
Una canzone nostalgica fin dal titolo, in cui sembra raccontarsi: “La storia di un musicante emigrante anima vagante/e guarda come cambia tutto quando sei distante” . 
Di cosa parla: nostalgia, meteo, cambiamento
La canzone in breve: Rap nostalgico e melodico

Dear Jack - "Mezzo respiro”
Parte come una ballata classica per voce e chitarra, si apre sul ritornello, ricordando un po’ Marco Mengoni: “Mezzo respiro, soltanto mezzo respiro ancora per dare un senso ai ricordi”. 
Di cosa parla: Amore, Nostalgia
La canzone in breve: una classica ballata rock.

Dolcenera - "Ora o mai più"
Una ballata pianistica, dall’incedere un po’ marziale, con crescendo con archi che sembra rifarsi ai classici lenti r’n’b. La voce di Docenera parte sofferta e poi si apre, per per raccontare una riflessione sul cambiamento e sulla motivazione: “Vai solo fino al punto in cui non ti troverai più, ma sarai tu finalmente a sorprenderti e poi vedrai le cose cambiano, ora mai più”.
Di cosa parla: Cambiamento,Tempo, Amore
La canzone in breve: Dolcenera black

Elio e le Storie Tese - "Vincere l'odio"
Una canzone senza strofe, fatta solo di ritornelli in sequenza, che vanno ballata classica anni ’60, al pop, alla canzoncina-filastricca, al twist. Un giro sulle montagne russe, arrivando al finale che cita “Perdere l l’amore”, invertito in “Vincere l’odio” Al primo ascolto fa morir dal ridere, tirerà giù il Teatro. Un esercizio di bravura musicale e di scrittura (ma da rivalutare dopo qualche ascolto, per vedere che non faccia l’effetto de “La canzone mononota”) 
Di cosa parla: di qualsiasi cosa, dall’Amore a femminielli, da San Paolo ai tuberi.
La canzone in breve: funambolica

Irene Fornaciari - “Blu”
Una chitarra acustica, un piano, per una melodia che parte piano e racconta la storia metaforica di una donna, aprendosi sul ritornelli: “Dimmi dove si nasconde la promessa dignità/questo cielo non risponde”.
Di cosa parla: Nostalgia, Donne
La canzone in breve: Riflessiva e classica

Lorenzo Fragola - "Infinite volte”
Piano, voce e archi, con una linea melodica delle strofe efficaci (ma anche un po’ già sentite). Una canzone un po’ mengoniana, con un testo romantico: “Infinite volte ho detto che non avrei più vissuto nessun altro amore che non sia tu”.
Di cosa parla: Amore, sesso, addii, nostalgia
La canzone in breve: classico romanticismo nostalgico

Francesca Michielin - "Nessun grado di separazione”
Sulla linea dell’ultimo album, una ballata dai sapori elettronici, con il ritornello reso diverso dal suono della batteria: “Nessun grado di separazione, nessun tipo di esitazione, non c’è più nessuna divisione, siamo una spazio in direzione in questo universo che si muove".
Di cosa parla: Amore, Spazio
La canzone in breve: Classica e moderna assieme

Neffa - "Sogni e nostalgia", di Giovanni Pellino
Ritmo quasi in levare, quasi circense e con i fiati a cui fa da contrasto la voce quasi malinconica di Neffa: “Tutto passa e va sogni e nostalgia, baci e dolci lacrime e per fortuna che torna sempre un po’ la voglia di sorridere”.
Di cosa parla: Meteo, Sogni e Nostalgia (ovviamente)
La canzone in breve: Retrò.

Noemi - "La borsa di una donna”
Noemi torna al classico, dopo il pop elettronico dell’ultimo Sanremo: piano e voce, l’accessorio del titolo come metafora dell’identità femminile “La borsa di una donna pesa come si fosse la mia vita dentro”: Masini (tra gli autori del brano) ricorda nella scrittura un po’ il Ruggeri di “Quello che le donne non dicono”. Bel crescendo sul  finale. 
Di cosa parla: Donne, identità, amore
La canzone in breve: le donne, viste dagli uomini e cantate da una donna

Patty Pravo - "Cieli immensi”
Classica Patty Pravo, una ballata basata sul piano, con strofe quasi recitate (che ricordano a tratti Battiato) e apertura scenografica sul ritornello; “Ma tu di cosa sei, che cosa vuoi, e come mai mi pensi, non sono io, nemmeno lei, ma i cieli sono immensi”.
Di cosa parla: Meteo, amore, addii, tradimento
La canzone in breve: Classica, di classe.

Rocco Hunt - "Wake up", di Rocco Hunt
Omaggio dichiarato, quasi filologico, a Pino Daniele, ma in versione rap/elettronica, a partire dai suoni e dal ritornello angolo-partonepeo, che critica il presente e guarda al futuro “Wake up guagliù”.
Di cosa parla: sociale, futuro
La canzone in breve: A me me piace ‘o rap

Enrico Ruggeri - "Il primo amore non si scorda mai”
Il tema è quello classico, annunciato dal titolo: amore e nostalgia: “E’ passato il tempo ci ha scavato dentro, la vita ci ha trasformato, il mondo è cambiato da allora, ma ricordo ancora tutti i giorni persi”. Ma l’arrangiamento è originale, unisce synth, rock, pop - c’è pure un assolo di tastiera dal sapore prog. Ruggeri in pochi minuti riassume la sua storia musicale, con grande esperienza e senza essere banale o già sentito.
Di cosa parla: amore, nostalgica
La canzone in breve: Rock di classe, classic rock

Valerio Scanu - "Finalmente piove”
Piano e voce, e apertura sul ritornello per un racconto in terza persona che poi diventa in prima persona, svelando che la voce narrante sta parlando di sé “No tu non hai, no tu non hai capito mai/ No tu non hai, no tu non mi hai capito mai”, prima della metafora meteorologica del ritornello (e del titolo).
Di cosa parla: Meteo, nostalgia, amore
La canzone in breve: Sanremese.

Stadio - "Un giorno mi dirai”
Arpeggio di chitarra acustica e un leggero (molto leggero) ritmo elettronico in sottofondo, per un apertura con le chitarre elettriche, che sa molto di Coldplay, e coro finale. Una riflessione sul rapporto genitori figli, con il padre che vede la figlia crescere e confrontarsi con l’amore: “E mi dirai che un padre non deve piangere mai (…) Un giorno ti dirò che ho rinunciato agli occhi suo per te, e tu non capirai”.
Di cosa parla: Genitori/Figli, Amore
La canzone in breve: Emotiva

Zero Assoluto - "Di me e di te”
Pop ritmato che ha un ritmo che ricorda “Il sole addosso” di Jovanotti, un sapore che viene mantenuto per tutto il brano, un dialogo tra due persone sull’amore: “E tira su gli occhi, non serve guardare adesso, parliamoci adesso.
Di cosa parla: Amore, spazio e distanza
La canzone in breve: Solare, radiofonica e jovanottiana

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Cacciatore

JoJo
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22 gennaio, 2016 - 16:20
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Non per dire però postare tutto insieme è un mezzo colpo basso od ho capito male io il regolamento?

 Nicks Lannister

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22 gennaio, 2016 - 16:22
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Stamattina il direttore artistico del Festival di Sanremo Carlo Conti e il direttore di Raiuno Giancarlo Leone hanno presentato ai giornalisti italiani le 20 canzoni che andranno a fronteggiarsi sul palco dell'Ariston dal 9 al 13 febbraio. C'eravamo anche noi di Sorrisi. Un solo ascolto non è sufficiente per comprendere davvero le potenzialità di un brano, ma è abbastanza per farsi un'idea della musica che sentiremo a Sanremo. Ecco le nostre prime impressioni.

ANNALISA - IL DILUVIO UNIVERSALE

Annalisa affonta il suo quarto Sanremo con un brano molto bello e ambizioso, caratterizzato dalla sua voce potentissima e precisa, con un testo imprevedibile («E intanto preferisco sognare perché è così che mi lascio andare») che cela un misto di nostalgia e consapevolezza. Il brano, firmato da Diego Calvetti (ma il testo è scritto a quattro mani con la stessa Annalisa) forse non è il più immediato di questa edizione, ma crescerà con gli ascolti.

ARISA - GUARDANDO IL CIELO

Bastano poche note di pianoforte per riconoscere quello che è indiscutibilmente un brano di Arisa (è firmato, ancora una volta, dal suo autore storico Giuseppe Anastasi) e ne danno conferma l'arrangiamento orchestrale pulito e raffinato, e la sua voce cristallina. Non si tratta però di una canzone d'amore, quanto di un brano in cui Arisa esprime l'idea che ci sia qualcosa al di là della vita («Tu chiamala magia, io lo chiamo Universo»).

ALESSIO BERNABEI - NOI SIAMO INFINITO

L'anno scorso fu Nek con «Fatti avanti amore» a sorprendere l'Ariston con un brano che si avvicinava alla dance, quest'anno tocca ad Alessio Bernabei, ex voce dei Dear Jack. La canzone ha un testo di Roberto Casalino e musiche di Dario Faini e Ivan Amatucci. Si tratta, come detto, di un brano veloce e «ballabile» con un arrangiamento pop elettronico. Il testo romantico (uno dei pochi amori «positivi» di questo Festival) racconta un sentimento che non deve farsi abbattere dagli incidenti di percorso.

BLUVERTIGO - SEMPLICEMENTE

Il brano con cui i Bluvertigo tornano a Sanremo è scritto interamente da Marco «Morgan» Castoldi. L'arrangiamento inserisce tocchi barocchi in una canzone che guarda sia alla sperimentazione che alla tradizione della canzone italiana (inclusa quella sanremese) con un testo che parla dell'anelito alla semplicità (si elencano nelle strofe gesti e situazioni quotidiane) in un mondo in cui «un evento da niente nasce piccolo infinitamente e poi diventa troppo importante».

GIOVANNI CACCAMO E DEBORAH IURATO - VIA DA QUI

L'incontro al Festival tra il trionfatore dei Giovani nel 2015 e la vincitrice di «Amici» si inserisce alla perfezione nella grande tradizione dei duetti sanremesi, da Morandi-Cola a Leali-Oxa. La canzone è l'unica di questa edizione firmata da una «superstar», ovvero Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, che porta nel pezzo una grande sapienza compositiva. L'incrocio tra le due voci è molto efficace in un brano che racconta una storia d'amore in crisi terminale, forse salvata all'ultimo momento: «Via da qui che cosa ti aspetti di trovare di diverso da noi due?».

CLEMENTINO - QUANDO SONO LONTANO

Anche Clementino (che debutta quest'anno nella gara di Sanremo) porterà una grande energia sul palco dell'Ariston con una canzone spiccatamente rap, anche se arrangiata come un brano pop con una melodia molto elementare e immediata. Il pezzo, cantato in un misto di italiano e napoletano, è narrato dal punto di vista di un emigrante che ha portato la sua musica lontano da casa, e si ferma a ricordare i sogni che coltivava quand'era bambino (vedendole, a sua volta, nelle nuove generazioni).

DEAR JACK - MEZZO RESPIRO

Senza più Alessio Bernabei alla voce, sostituito da Leiner Riflessi, i Dear Jack portano a sanremo una ballata pop rock con un ritornello orecchiabile, uno dei più «canticchiabili» di questa edizione. Ed è un'altra canzone su una storia al capolinea, che viene fatta finire «perché odiarci non serve più».

DOLCENERA - ORA O MAI PIÙ (LE COSE CAMBIANO)

Interessante e ambiziosa anche la scelta di Dolcenera, che si presenta con un brano non semplice, dalle suggestioni jazz e gospel, con tanto di coro che accompagna la voce di Emanuela nei ritornelli. L'arrangiamento mette in risalto le sue caratteristiche vocali più drammatiche e teatrali, con un bel crescendo nella parte finale del brano. «Quando tutto sembra uguale, tutto quanto può cambiare» recita il pezzo.

ELIO E LE STORIE TESE - VINCERE L'ODIO

Ovviamente la canzone più esilarante di Sanremo è firmata dagli «Elii» che, in barba alle strofe, presentano una canzone formata esclusivamente da ritornelli. Sono ben sette, suonati in altrettanti stili (c'è il twist, la ballatona romantica, il pezzo partenopeo, la marcetta, la «canzone brutta») che si chiudono con una conclusione che cita un classico del Festival: «Perdere l'amore» di Massimo Ranieri (di cui il titolo è l'opposto, oppure il complementare). Il testo, poi, è un capolavoro surrealista pieno di giochi di parole e provocazioni che lo trasformano in un'altra irresistibile satira della canzone italiana.

IRENE FORNACIARI - BLU

Nel suo quarto Sanremo (incluso il suo debutto tra i Giovani nel 2009) la Fornaciari affronta, pur se in modo tutt'altro che esplicito, il tema dei migranti, con un testo ricco di suggestioni scritto dalla stessa Irene con Giuseppe Dati: «Questi fiori tra le onde chiedono pietà non più guerre e religioni». Musicalmente è una ballata dal sapore classico e porta la firma di Diego Calvetti e Marco Fontana.

LORENZO FRAGOLA - INFINITE VOLTE

Dopo la fine di un amore, la voce narrante riflette sui suoi errori e i sogni perduti («In un secondo li ho distrutti») senza riuscire a smettere di pensare a lei. «Chi siamo noi per dirci addio?» recita il testo. È una ballata triste quella con cui Lorenzo Fragola torna a Sanremo dopo il debutto dello scorso anno, ed è un brano estremamente efficace che si candida, già dal primo ascolto, a gareggiare per le prime posizioni.

FRANCESCA MICHIELIN - NESSUN GRADO DI SEPARAZIONE

Scritta da Federica Abbate e Cheope (ma al testo collabora la stessa Michielin), la canzone con cui Francesca esordisce in gara al Festival è allo stesso tempo molto radiofonica (grazie al suo arrangiamento dal sapore contemporaneo) e originale nelle intenzioni. Non una canzone d'amore, ma un testo più universale, che è un invito a lasciarsi trasportare dalle emozioni, a dare più spazio al cuore che alla mente, per abbattere i gradi che ci separano: «Siamo una sola direzione in questo universo che si muove» dice il ritornello.

NEFFA - SOGNI E NOSTALGIA

Neffa ritorna a Sanremo dopo 12 anni portando il suo stile scanzonato e brillante a Sanremo: il brano è assolutamente «stile Neffa», una marcetta con un arrangiamento bandistico (protagonisti gli ottoni, i fiati, e un arpicordo) che ricorda in qualche modo i brani classici di Celentano, di cui Neffa si candida a diventare l'erede musicale. Al di là del ritmo allegro, il testo è piuttosto triste, anche se nel ritornello si intravede un po' di speranza: «Tutto passa e va, sogni e nostalgia, per fortuna che torna sempre un po' di voglia di sorridere».

NOEMI - LA BORSA DI UNA DONNA

Tra gli autori del brano di Noemi, al suo quarto Sanremo, c'è Marco Masini, che ha regalato alla cantante un brano che vuole raccontare le donne, tutte le donne, usando la loro borsa come metafora eccellente. Cosa si trova nella borsa di una donna? I suoi desideri, le sue paure, i suoi segreti. La canzone sfugge dalla tradizionale struttura, con le strofe a farla da padrone e un ritornello che non sembra tale, ripetuto solo due volte. Lo stile di Noemi, invece, è inconfondibile.

PATTY PRAVO - CIELI IMMENSI

Il brano di Patty Pravo porta la firma di Fortunato Zampaglione, autore di molti successi recenti (come «Guerriero» di Marco Mengoni e «Il giorno più bello del mondo» di Francesco Renga) ed è una ballatona malinconica interpretata e realizzata con semplicità e classe da un mito della musica italiana. «A noi bastava l'amore, il resto poteva mancare» canta Patty, che ricorda una storia d'amore ormai finita. Il ritornello è il pezzo forte: immediato e trascinante.

ROCCO HUNT - WAKE UP

Il brano più energico di Sanremo 2016 è quello di Rocco Hunt, che due anni fa vinse tra le Nuove proposte. Più che un rap è un vero e proprio pezzo funky dal ritmo veloce e incalzante, in cui il giovane rapper salernitano punta con il suo brano (cantato in italiano, ma con un ritornello in napoletano) a dare una svegliata al «guaglione» interlocutore. Facendo un elenco dei problemi del nostro Paese, dallo Stato «che ci mette in croce» fino alla «tv del pomeriggio che imbambola l'Italia».

ENRICO RUGGERI - IL PRIMO AMORE NON SI SCORDA MAI

È una bella sorpresa il sound un po' retrò ma irresistibile della canzone di Enrico Ruggeri, veterano per eccelenza di Sanremo con le sue 10 partecipazioni (inclusa questa). Si inizia con un tastierone elettronico vecchio stile, si continua con un «mezzo tempo» in levare e si sfocia in un ritornello rock tiratissimo. Il testo è originale: non è solo il primo amore a essere indimenticabile, perché «siamo il prodotto di antiche passioni» e, suggerisce il testo, spesso ci innamoriamo di storie che non abbiamo nemmeno vissuto.

VALERIO SCANU - FINALMENTE PIOVE

Attira subito l'attenzione, fin dal primo ascolto, il brano che Fabrizio Moro ha scritto per Valerio Scanu, vincitore di Sanremo ormai 6 anni fa e recente trionfatore di «Tale e quale show». Il pezzo, che porta la «rivincita» anche tra le righe del testo, è indiscutibilmente tra i più efficaci e immediati di questa edizione, una ballata pop (con qualche accenno elettronico) sentita e intensa. «Finalmente piove e il suo rumore non se ne va», e Scanu con queste parole si prepara a viaggiare ai piani alti della classifica.

STADIO - UN GIORNO MI DIRAI

Una lettera commovente di un padre alla figlia, il tentativo di spiegare come lei sia la cosa più importante della sua vita, il desiderio di consigliarla per far sì che non ripeta i suoi errori. Uno dei brani più trasparenti e struggenti di Sanremo 2016 è quello portato dagli Stadio. La band di Gaetano Curreri presenta al festival una ballata rock molto classica, con un «na na na na» da manuale nel ritornello.

ZERO ASSOLUTO - DI ME E DI TE

Un ritmo veloce anche per il duo che torna a Sanremo dopo 9 anni, con un brano pop rock che si rifà allo stile per cui Matteo e Thomas sono riconosciuti. Il pezzo è un altro dei pochi di quest'edizione a raccontare di un amore che vince contro tutto: «un amore che fa a pugni senza guanti».

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22 gennaio, 2016 - 16:22
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@NicksFactor si può fare, ma non ti darà un vantaggio sul cantante, solo un vantaggio a priori. Tranquillo che terremo conto anche di chi si concentra su alcuni con un bonus.

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