[img align=right]http://img843.imageshack.us/img843/8122/fabriziovendramin.jpg[/img] E così è tempo di finale per questo piccolo grande mistero mediatico. Un programma ignorato dai quotidiani, poco commentato sui blog, con giudici stanchi e ripetitivi, conduttori inadeguati e concorrenti imbarazzanti, che però viene visto da una persona su tre di quelle di fronte al teleschermo il sabato sera. Numeri destinati a crescere, pare, questa sera. Entrano [b]Rudy Zerbi, Gerry Scotti e Maria De Filippi[/b], i rappresentanti principali di questa formula “minimo sforzo, massimo risultato”. Giudici e conduttori si sbrodolano in complimenti reciproci assolutamente immotivati. Prima di passare ai finalisti, si esibiscono tutti coloro che non ce l’hanno fatta settimana scorsa, nel corso della semifinale, mischiati a casaccio sulle note di “I gotta feeling”. Dodici finalisti, quindi. I protagonisti della serata entrano dall’enorme ledwall e si dispongono ordinatamente sul palco. I giudici si complimentano con tutti dando il loro personale in bocca al lupo in vista del giudizio popolare (della sterminata folla di telespettatori, appunto). Il televoto si aprirà alla fine delle dodici esibizioni.

Primi sul palco sono i [b]The Mnai’s[/b], la band hip hop con gli scarti di Academy. Musica elettro-pop, una struttura fosforescente e passi coordinati per la loro esibizione. “C’è stato un piccolo incidente” dice Geppi, pare che uno sia rimasto appeso da qualche parte. Non me ne ero manco accorto. Gli [b]Abc[/b] sono un gruppo di ragazzi sordomuti che “cantano” col linguaggio dei segni e fanno commuovere tutti, a turno. La canzone, scelta dalla categoria “lacrime facili”, è “La cura” di Battiato. Il pubblico applaude in lingua dei segni in continuazione, agitando le mani aperte e riducendo il gesto quasi a una parodia. Perché deve essere tutto sminuito e ridicolizzato in questo paese? Non è un tormentone di Zelig, avanzi del reparto di geriatria del Gemelli che non siete altro. A parte questa cosa fastidiosa, bella l’idea, ottima la realizzazione. [b]Fabrizio Vendramin[/b] è un pittore che dipinge ritratti di cantanti del passato pitturando al contrario, aiutato dalla musica. E vogliamo non approfittarne per metterci anche i ballerini di Ezralow? E come arrivano a ottobre? Questa sera ha disegnato Freddy Mercury, in modo molto fedele e realistico. Sopravvissuta al voto del pubblico più per la triste storia che per la voce è [b]Elena Disarò[/b], quella con la madre in carcere. Che, fino a prova contraria, non bastava per passare il turno, quindi s’è erroneamente auto convinta di saper pure cantare. Il pezzo per la finale è “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo. Elena, imprecisa in alcuni punti ma tutto sommato gradevole, dedica l’esibizione al fratello. Il fachiro [b]Simone Calati[/b] propone un altro numero “da non rifare a casa” (maddai Geppy? E sì che pensavo di aver risolto il problema del riciclo delle lampadine bruciate mangiandomele): carboni ardenti, cocci di vetro, una camicia di forza da cui liberarsi, oltre ai soliti pezzi di lampadina da masticare. Fan miracoli sull’alito. Per concludere Simone si stende sui cocci, si fa spaccare un mattone sulla panci e si fa camminare sulla schiena. Maria, che si aspettava perlomeno l’ascolto integrale di un cd della Amoroso tra le prove di coraggio, buzza spaventata. Tocca a [b]Anna Maria Bianchi[/b], detta Ofelia, anziana cantante. Nel presentarla Geppi Cucciari si rivolge a qualcuno oltre la telecamera facendo segno, spazientita, di aspettare. Che professionista. Ofelia canta “Don’t cry for me Argentina” con voce un po’ più incerta del solito e con un inglese francamente inascoltabile. L’ho preferita sabato scorso. [b]Nicola Bruni[/b] e il suo cerchio sono i prossimi. Nella sua esibizione si alternano varie canzoni, mentre il ragazzo rotea su se stesso, intorno al cerchio e in giro per il palco. Per concludere Simone porta a spasso un quadrato (che ha sostituito il suo cerchio in una gag) tenendolo in equilibrio sul mento. La fossetta aiuta. I [b]Piccola Orchestra Malarazza[/b]sono una band molto particolare e caratteristica, che stasera cantano un inedito scritto dal frontman. Potrebbe averlo scritto Pierdavide Carone e nessuno avrebbe notato la differenza. Arriva la [b]Famiglia Gibboni[/b], il quartetto d’archi (con la madre pianista) fatto in casa. Ma ci rendiamo conto del clima di terrore che vige in quella casa per costringere tutti i membri a provare l’esibizione contemporaneamente? Per la finale i Gibboni (accompagnati da altri fantomatici parenti) suonano un pezzo tratto dal Rondò Veneziano. Tocca agli [b]Angels Prut[/b], quelli con la comicità anni ’90 che pensano di far ridere fingendosi extracomunitari dell’est. Annicchiarico li presenta in rumeno. Tanta gente sul palco, musichette, urla, coreografie. Terribile, semplicemente terribile. Dopo l’esibizione rimangono sul palco oltre la più fantasiosa resistenza umana, ricevendo anche minuti di tempo che gli altri concorrenti non hanno avuto. [b]Daniele Pacini[/b] è la diva en travestì Lalà McCallan. Daniele è sposato, all’estero naturalmente, con un uomo che accompagna la sua esibizione sul palco sulle note di “Diamonds are the girls’ best friends”. Indubbiamente più intonata e più femminile di Valeria Marini, e di molto. I [b]Fratelli Pellegrini[/b] prima di esibirsi presentano al pubblico il loro papà, settantenne ma ancora in formissima. Per dimostrarlo, il padre si mette in mostra sollevando uno dei figli sulle braccia. Hanno geni che avanzano in quella famiglia? La loro esibizione vera e propria, fatta di equilibrismi e mosse ai limiti delle regole della fisica, è tra le migliori della serata. Scotti sale sul palco per cercare di sollevare uno dei Pellegrini. Ce la fa, ma sarà ernia. Sono finite le esibizioni, il televoto può essere aperto. Videoriepilogo dei 12 finalisti, anche se i giudici non vogliono sbilanciarsi per non influenzare il voto da casa. Tutti i finalisti hanno poi la possibilità di dire poche ultime parole per attirare il voto del pubblico. In attesa di chiuderlo, ci sono due ospiti: [b]Alessandra Amoroso ed Emma Marrone[/b] duettano sulle rispettive canzoni, “La mia storia con te” e “Io son per te l’amore”. La Amoroso s’è fatta pettinare dalla testimonial della Milka, per l’importante occasione. Duetti bellissimi su entrambi i pezzi, belle armonizzazioni e ottima fusione di voci. Maria applaude festosa, con il simbolo del dollaro al posto delle pupille. Sbarazzatoci delle Amiche di Maria, torniamo a concentrarci sui 12 finalisti di Got Talent. Simpatico video sui tre giudici, dipinti come un isterico, una rimbambita e un mitomane. Sostanzialmente fedele, quindi. Per tutta risposta, parte il video equivalente sui due conduttori. Dal filmato si evince un rapporto, tra i due, non propriamente idilliaco e un caratterino, da parte della Cucciari, non così simpatico come apparirebbe di fronte alle telecamere. Come l’anno scorso, i giudici scrivono sulle buste il loro pronostico sui vincitori. Un anno fa, manco a dirlo, ci presero tutti. Maria perde tempo, non vuole farlo. Momenti morti venite a me. Poco dopo la mezzanotte viene chiuso il televoto. Ecco le previsioni dei giudici: Gerry Scotti e Rudy Zerbi pensano che vincerà Vendramin il pittore, mentre Maria ha votato scheda nulla. La busta che conta, però, è quella col voto del pubblico. Viene letta, in ordine casuale, la TOP 6: – ABC – ELENA DISARO’ – ANGELS PRUT – FRATELLI PELLEGRINI – VENDRAMIN IL PITTORE – SIMONE CALATI Dalla top 6 si passa alla TOP 3, sempre in ordine casuale: – FRATELLI PELLEGRINI – FABRIZIO VENDRAMIN – SIMONE CALATI Si classifica al terzo posto… SIMONE CALATI. [b]Vince la seconda edizione di Italia’s Got Talent… FABRIZIO VENDRAMIN[/b]. Risultato assolutamente impensabile, quest’uomo di secondo nome fa Mora, Filiberto o Call Center. Bravo, per carità, ma addirittura vincitore? Escono le percentuali: Vendramin 16% Pellegrini 14% Calati 11% Angels Prut 10% Elena Disarò 10% Abc 9% Malarazza 8% Bruni 6% The Mnai’s 6% Gibboni 5% Ofelia 3% Pacini 2% Scotti, spaventato di averci beccato, si discolpa: “non lo potevo sapere”. Annicchiaro gli dà corda ragionando all’italiana (“se no non avresti mai scritto il suo nome”). Finisce qui questa seconda edizione di Italia’s Got Talent, buonanotte.

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