[img align=left]http://img197.imageshack.us/img197/5084/valerioscanug.jpg[/img] L’apertura della seconda serata del Festival targato Clerici si apre, come anticipato ieri dalla conduttrice, con l’immagine suggestiva di una piuma (orrendamente resa cartoon da una computer grafica che manco Ben Hur) che svolazza dal red carpet fuori dal teatro al palco accompagnata dalla colonna sonora di Forrest Gump. Corri Antonella, corri. Sono le artiste del Moulin Rouge a ballare tutte impiumate al ritmo della stessa musica per i primi ottanta-novanta minuti di questa serata. A fine esibizione anche il peso piuma Clerici arriva tra di noi, facendosi calare da un’altalena in cromo e titanio e congedando, per il momento, le prime ospiti. Il primo messaggio è di ringraziamento per i (fin troppo) generosi ascolti della serata di ieri. Per la serie “mettiamo il dito nella piaga”, Antonella ci ricorda la cacciata ignominiosa dei primi 3 artisti e dà il benvenuto alla giuria demoscopica, nelle cui mani c’è il destino dei 12 rimasti. Altri due a casa, a fine serata avremo solo 10 artisti qualificati per la serata di venerdì (in attesa dei ripescaggi). Si parte. [b]Povia, “La verità”.[/b] Per il cantautore che apre una pagina a caso di Repubblica e decide il tema delle sue canzoni, un look un po’ più pulito rispetto a ieri: insomma s’è fatto lo shampoo ma non ha sentito l’esigenza di usare il phon. Un passo per volta. Mezza stecca sul primo ritornello, la canzone è orecchiabile ma resta di pessimo gusto. [b]Voto: 5[/b] [b]Noemi, “Per tutta la vita”[/b]. Rossa come Milva, bianca in faccia come Dario Argento, terrorizzata come… lei stessa ieri sera. Eppure la Clerici la vede più rilassata, io credo che sverrà da un momento all’altro. Ancora errorini di concentrazione, come ieri, ma la canzone resta bella bella. Indubbiamente da podio. [b]Voto: 7,5[/b].

[b]Enrico Ruggeri, “La notte delle fate”[/b]. C’è da dire che dopo l’eliminazione dei più vecchi, avvenuta ieri, Ruggeri gira per l’Ariston con l’aria rilassata di chi deve far fare il giro dell’ambasciata americana a Bin Laden. Magari nel duetto coi Decibel renderà di più, per ora continua a dirmi poco. [b]Voto: 5,5[/b] Ospiti sul palco i tre piccoli tenori scoperti nella scorsa edizione di Ti Lascio una Canzone (che è l’originale, rispetto a Io Copio, ci tiene a precisare Antonellina). Si chiamano [b]Il Tryo[/b] (sì, con la y) e cantano “Granada”. Bravissimi. La Clerici, tutta orgogliosa, sciorina il loro curriculum e i loro successi internazionali, finendo comunque a chiedergli quanto mangiano e se si sono fidanzati. [b]Fabrizio Moro, “Non è una canzone”.[/b] La canzone continua a ricordarmi paurosamente “Il secondo secondo me” di Caparezza, il suo look è peggiorato rispetto a 24 ore fa. Capisco che sia libero di fare quello che vuole, ma scegliersi una maglietta decente, dei jeans puliti e un taglio di capelli più ordinato non credo lo renderebbe un impiegato statale. [b]Voto: 6[/b] Scopriamo intanto che la giuria demoscopica ha il telecomandino per votare attaccato al collo, come la nonnina del salvavita Beghelli. [b]Malika Ayane, “Ricomincio da qui”.[/b] Qui, per rimanere in ambito somiglianze, mi viene in mente la strofa di Donne di Zucchero. La ragazza ha classe, è innegabile, inoltre è reduce da una vittoria scandalosamente scippata l’anno scorso tra i giovani. Che sia l’anno della rivincita? A sentire i programmi del pomeriggio parrebbe di sì. [b]Voto: 7[/b] [b]Irene Fornaciari, “Il mondo piange”.[/b] Lei si presenta a piedi nudi (Morgan le avrà rubato le scarpe dietro le quinte per rivenderle?) e con dei capelli che mi fan pensare sia reduce da dieci vasche in piscina. Lei ha oggettivamente una bella voce, nonostante in certi punti ricordi suo padre in modo inquietante. Rottura di voce sul finale. [b]Voto: 6+[/b] Secondo ospite della serata (se vogliamo considerare tali i mini-tenori di prima): [b]Rania la regina di Giordania[/b], un nome un destino. Ospiti prossimamente Rei il sultano del Brunei e Luigi il re delle Fiji. La Clerici è in soggezione, probabilmente perché la cosa più vicina a un sovrano con cui ha avuto a che fare è stata la Faraona con le patate a Natale. Tra l’altro il suo abito di stasera ha lo stesso tema del pianoforte glitterato di ieri sera. L’intervista è interminabile: si nota la maniacale e preoccupante fissazione del cibo di Antonellina. Possibile che lo infili in ogni discorso? Si chiude con il ritorno del Tryo, che dedica alla regina una bella interpretazione di “O sole mio”. Naturalmente standing ovation, terrei a ricordarvi che non è Madre Teresa. Tornerei alla gara, il ritmo s’è ammosciato notevolmente. Confido sempre che arrivi la Moroni con un mattarello e Bigazzi con un gatto come sciarpa a movimentare questa serata. [b]Sonohra, “Baby”[/b]. Ritiro quanto di buono ho detto di ieri (qualora l’avessi fatto): non basta intitolare una canzone “baby” o “bella zio” per arrivare ai giovani. Questo brano fa seriamente rimpiangere “L’amore” (ma pure “Love Show”, e ho detto tutto). [b]Voto: 5+[/b] Antonella parla con la giuria, indovinate cosa chiede: “che volete da mangiare?”. Vi prego, rispondetele “Gatti!”. [b]Irene Grandi, “La cometa di Halley”.[/b] Tra l’inizio in perfetto stile Baustelle, il ritornello su cui si può cantare “Nel blu dipinto di blu” e il vago sentore di Bruci la città sparso per tutti i 3 minuti e mezzo, questa più che una canzone è un patchwork. Ma poi chi mi assicura che stia cantando dal vivo? Ho visto playback in cui le labbra andavano più a ritmo. [b]Voto: 6,5[/b] [b]Valerio Scanu, “Per tutte le volte che”.[/b] “Sei ancora emozionato come ieri?”, lui, con aria scocciata, “mmh, sì dai”. Credo di essere più teso io. Per il resto confermo l’idea di ieri: inizio bello, ritornello confusionario (ricorda “Dentro ad ogni brivido”, ma senza l’atmosfera zanicchiana che la rendeva una signora canzone) e tutto sommato inutile. [b]Voto: 6+[/b] Antonella ringrazia le colleghe femminili per la solidarietà e i complimenti ricevuti dopo la prima serata di ieri: grazie Milly, Simona, Maria, Paola, Laura, Michelle e un sacco di altri nomi a casaccio. [b]Simone Cristicchi, “Meno male”.[/b] Concordo sul giudizio di Paolo Giordano durante il Question Time di questa mattina (e mi costa): belle alcune strofe (su tutte “se sbaglio mi corrigerete” e quella dei terremotati ancora in vacanza), ma il gioco di parole su Sarkono Sarkosì non si può sentire. [b]Voto: 6,5[/b] La Clerici inforca gli occhialini 3D e prova a scherzare sulla prossima intervista a [b]Michelle Rodriguez[/b], protagonista di Avatar: “la diretta la farà il mio avatar, ma io non sono verde”. Infatti nel film sono blu, Antonè. Al ritorno dalla pubblicità la Clerici corregge un’uscita un po’ infelice prima della reclame: “ho detto adesso la do, ma mi riferivo alla pubblicità”. Ok, forse era il caso di far finta di niente. Alla fine Ana Lucia di Lost sale sul palco dell’Ariston e viene intervistata da Antonella. Purtroppo, visto che non si può fare a meno di buttare tutto in caciara: la burrosa conduttrice si mette in una sorta di lettino abbronzante e compare il suo avatar, sullo schermo. Inutile specificare che sia una cosa orribile, una sorta di lucertola con la parrucca e che le domande risultino ancora più banali. Quest’anno gli autori le hanno scritto le domande cercando su google “domande ospiti manifestazioni canore”. Un punto di merito: è la prima apparizione della Rodriguez in cui la vedo sopravvivere fino alla fine. [b]Marco Mengoni, “Credimi ancora”[/b]. Look diverso da ieri: occhiali neri, capelli sempre in piedi, un anello a forma di riccio e una camicia più seria rispetto al pullover di dalmata indossato ieri. La canzone è difficile, forse perfino di più dell’inedito proposto a X Factor: meno precisione stasera, alcuni cali, non è una canzone per vincere un Festival di Sanremo, questo è certo. Troppe urla, pure a casaccio. [b]Voto: 6-[/b]. [b]Arisa, “Malamoreno”[/b]. Chiude lei, l’unica ad aver portato qualcosa di allegro quest’anno. Perfino le sorelle Marinetti (negli stessi abiti anni 50 di ieri) aggiungono valore al pezzo. Vorrei seriamente che producessero un navigatore satellitare con la sua voce. [b]Voto: 7+[/b] Finite le esibizioni dei big, anche stasera 2 di questi 12 ci lasceranno (non definitivamente, visto che domani ci sarà già il ripescaggio). Nuova esibizione per le ragazze del Moulin Rouge (compreso il famoso “can can”). Si chiude con la Clerici, che vestita come una lasagna al cavolo e pomodoro pachino, sgambetta felice in mezzo alle altre ragazze. Si parte con le [b]Nuove Proposte[/b], finalmente. Da 5 a solo 2 finalisti, una mattanza praticamente, decisa dal televoto e dagli orchestrali di Sanremo. Si esibiranno stasera Nina Zilli, i Broken Heart College, Mattia De Luca, Jacopo Ratini e Luca Marino. [b]Nina Zilli, “L’uomo che amava le donne”.[/b] L’etero praticamente. Non so perché si stia dimenando attorno all’asta peggio delle coriste dell’edizione estiva di Sarabanda e dei bambini dello Zecchino, ma la sua voce è molto interessante. Ha cantato anche “50 mila” con Giuliano Palma, per la cronaca. [b]Voto: 6,5[/b] La Clerici si è cambiata abito, ora ha le scaglie come le orate. [b]Broken Heart College, “Mesi”[/b]. “Due amici che han scoperto la musica come collante per essere ancora più uniti”, tant’è che entrano sul palco e si danno il cinque. Li escluderei solo per questo. Loro sono un incrocio mal funzionante tra i Dari, gli Zero Assoluto e i Lost; oltretutto dalla regia mi dicono che la canzone sarebbe un plagio mastodontico di “Beautiful Soul” di Jesse McCartney. [b]Voto: 5[/b] [b]Mattia De Luca, “Non parlare più”.[/b] “Scrive in italiano e in inglese, ma la musica ha una sola lingua: quella delle emozioni”. Antonè, ma davvero fai? La canzone è un’agonia, se queste sono le bellissime canzoni dei giovani comincio seriamente a rivalutare D’Angelo e Cutugno. [b]Voto: 4,5[/b] [b]Jacopo Ratini, “Su questa panchina”. [/b]La sua laurea in psicologia del lavoro me lo rende già simpatico. Meriti accademici a parte è effettivamente un gradino sopra chi l’ha preceduto. Un Povia in erba, senza quella simpatica tendenza a lucrare sugli argomenti d’attualità. [b]Voto: 7[/b] [b]Luca Marino, “Non mi dai pace”.[/b] Il brano è soft, poi esplode sul finale. Pare, come il precedente, avere una marcia in più. Testo banalotto, ma la sua voce sopperisce abbastanza. Certo, vorrei capire il significato e l’utilità della sciarpa su un palco in cui ci saranno duecento gradi all’ombra (del pianoforte), ma forse l’immagine lo rende più cantautore. [b]Voto: 7+[/b] In conclusione mi aspettavo molto di più dai giovani, ma pare che quelli di domani siano decisamente meglio. Questo era “il girone facile” per far passare la Zilli. Il televoto viene chiuso un minuto dopo l’ultima esibizione. C’era più tempo per sostenere Crespi e la Titova sabato scorso. Siamo al momento degli annunci. Partendo dai giovani: [b]vanno in finale Luca Marino e Nina Zilli[/b]. La busta più pesante, quella dei big, contiene i nomi dei due eliminati. Come ieri si vedono i 10 che passano: Enrico Ruggeri, Malika Ayane, Marco Mengoni, Povia, Irene Fornaciari, Noemi, Simone Cristicchi, Fabrizio Moro, Irene Grandi e Arisa. [b]Eliminati Valerio Scanu e i Sonohra[/b], verdetto decisamente a sorpresa. Ma rientreranno entrambi col ripescaggio, don’t worry. Domani è prevista una serata celebrativa del festival, si canteranno le canzoni più famose della storia della kermesse, poi i 5 giovani, i 5 ripescandi e 2 riammessi in gara. 00.27 e Antonella si autocelebra: ho concluso presto e senza giochetti per alzare l’audience. Anche oggi si chiude presto, veramente encomiabile. Appuntamento a domani.

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