Utente
8 agosto, 2013
Dall'alto della mia ignoranza musicale mi permetto di commentare giusto le scelte di Geolier che conosco un po' di più: scelte perfette! Condivido il giudizio di Jojo.
JoJo ha dettoCome ogni estate, tre anni fa ero in Campania e ricordo di questa canzone che alla fine di ogni sagra veniva playata per ore, in qualsiasi paese si andasse. Bambin* e ragazzin* la sapevano tutt*, e tutta. It was the moment. E' questo lo spirito della trap di strada che la canzone rappresenta e il vostro azzardo è più che riuscito.
Ancora oggi la senti dappertuttoProprio l'altro ieri giravo tra i vicoli del centro qui a Napoli e risuonava ad alto volume P Secondigliano. Questo è solo un esempio, potrei raccontare diversi episodi in cui mi è capitato di ascoltare le canzoni di Geolier semplicemente camminando per strada.
Curioso per le one hit wonder.
Utente
19 febbraio, 2018
Buongiorno! Io avrei bisogno di fare una domanda ai giudici.
Nel mio caso specifico mi è saltato all'occhio che, oltre agli album e i lavori in studio, sono presenti anche diverse cover di brani famosi. Quelle che si registrano in the Live Lounge, non so se le avete mai viste o ne avete sentito parlare. Perciò, se possibile, vorrei sapere: come vedreste la scelta di schierare come Jolly una cover trattandosi di un artista già affermato e ai più poco conosciuto? Sarebbe un'occasione sprecata o potrebbe tornare utile per offrirvi un ulteriore spunto per conoscerlo a tutto tondo?
Premetto che ancora non ho deciso nulla, quindi è giusto per farmi un'idea. Magari mi rendo conto che risultano deboli (anche perché finora ne ho trovata solo una presente sia su Youtube che Spotify) o che si sovrappongono con altre scelte e alla fine le scarto.
Utente
7 agosto, 2013
melrose. ha detto
Buongiorno! Io avrei bisogno di fare una domanda ai giudici.
Nel mio caso specifico mi è saltato all'occhio che, oltre agli album e i lavori in studio, sono presenti anche diverse cover di brani famosi. Quelle che si registrano in the Live Lounge, non so se le avete mai viste o ne avete sentito parlare. Perciò, se possibile, vorrei sapere: come vedreste la scelta di schierare come Jolly una cover trattandosi di un artista già affermato e ai più poco conosciuto? Sarebbe un'occasione sprecata o potrebbe tornare utile per offrirvi un ulteriore spunto per conoscerlo a tutto tondo?
Premetto che ancora non ho deciso nulla, quindi è giusto per farmi un'idea. Magari mi rendo conto che risultano deboli (anche perché finora ne ho trovata solo una presente sia su Youtube che Spotify) o che si sovrappongono con altre scelte e alla fine le scarto.
Personalmente credo non ci sia una risposta univoca dipende da come deciderai di comporre la tua tripletta. Se pensi che una cover possa aggiungere un tassello in più per descrivere meglio il tuo artista, allora giocala.
Personalmente sono aperto a qualsiasi tipo di proposta, non ho pregiudizi. Questo vale per tutti, non abbiate paura di osare, soprattutto se pensate che la vostra idea di giocata possa essere forte anche se rischiosa. È vero che dovete pensare al nostro giudizio, ma questo non significa che debba venir meno il vostro apporto personale solo per paura di non riuscire ad accontentarci.
Utente
7 agosto, 2013
Io come alessandrino: se pensate che una cover possa aggiungere alla tripletta, giocatela! In questo caso specifico, la cover potrebbe mostrare il talento dell'artista quindi perché no! E' chiaro che tutto si baserà su quanto la cover sia forte o meno e questo sta a voi capirlo
Utente
5 aprile, 2018
Mi accodo agli altri giudici alle opinioni degli altri giudici. Non c'è un no a priori. Dopo certo a parità di gradimento con altra/e tripletta/e(perchè non valutiamo solo ed esclusivamente la singola canzone ma la tripletta generale), dato che dobbiamo fare una classifica, IO personalmente potrei dire "penalizzo" quella tripletta perchè ha all'interno una cover ma è un ragionamento che farò eventualmente in un secondo momento.
Utente
7 agosto, 2013
Ancora qualche ora per la consegna delle nove triplette!
Quali sono gli artisti che attendete con più curiosità?
Nell'attesa della pubblicazione dei brani, annunciamo una piccola modifica al regolamento, riguardante il metodo di votazione dei membri del pubblico.
A differenza di quanto dichiarato in precedenza, il pubblico votante non dovrà inviare solo la top 3 dei propri preferiti, bensì una classifica completa, dal primo all'ultimo posto.
Le vostre top daranno vita a una classifica unica del pubblico, che si unirà a quella dei giudici.
La classifica generale, oltre a decretare i due concorrenti al ballottaggio, regalerà al vincitore del tema un boost di punti sulla classifica del tema successivo.
Utente
7 agosto, 2013
JoJo ha detto
Io volevo sapere dai Team Leader come avete gestito l'assegnazione degli artisti. E poi @NotturnoManto com'è lavorare da soli?
Ciao! Allora, io innanzitutto ho cercato un po' di cantanti random che avessero i requisiti, tanto per farmi un'idea di massima.
Poi ho fatto una seconda ricerca basandomi sui gusti della mia squadra, che come avete visto dalle schede sono molto variegati: quindi, sia loro proposte sia nomi che secondo me ben si adattavano a loro.
Poi ho fatto una terza ricerca di artisti che piacciono molto a me
Da queste ricerche ho fatto una sintesi e una bella scrematura, e sono arrivato a 8/10 nomi, li ho presentati al mio team per avere un parere, e alla fine ho scelto. Qualcuno ha avuto la sua prima scelta, qualcuno no e mi son preso io la responsabilità di dargli un altro artista che comunque so essere di assoluto gradimento.
Ah, ve ne fregherà il giusto ma qualcuno stasera porterà un pezzo che mi fa battere il cuoricino da anni
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
JoJo ha detto
Io volevo sapere dai Team Leader come avete gestito l'assegnazione degli artisti. E poi @NotturnoManto com'è lavorare da soli?
Buongiorno giadges.
Personalmente, la decisione degli artisti è stata abbastanza condivisa.
Diciamo che da parte mia, ho cercato di dare delle indicazioni di massima. Nel senso che ho "imposto" che ci fosse una certa varietà nella terzina, per generi e vocalità, perché scegliere tutti il proprio artista preferito avrebbe potuto penalizzarci.
Per il resto, diciamo che insieme abbiamo vagliato diverse opzioni di terzina (in particolare due), con vari abbinamenti, a seguito di questa indicazione.
Ho raccolto i nomi da loro proposti insieme a nomi da me pensati. Da qui ho fatto una scrematura, da cui sono nate le due (e mezza) terzine. Il nome di Kiesza ad esempio è venuto fuori dallo stesso Pupi, e l'ho trovata un'ottima opzione. Melrose ha proposto vari nomi e James Bay ci è sembrata una proposta interessante di voce maschile per differenziarci anche dallo stile di Kiesza. La maggiore difficoltà c'è stata nel trovare un nome italiano. Alla fine abbiamo optato per L'aura, che ci è sembrato un ottimo nome, con un'ampia discografia e che avrebbe messo in luce un lato diverso rispetto agli altri due nomi della terzina. Inoltre, è un nome che è subito piaciuto ad Alpha.
In questo modo, tutti hanno potuto giocare con un artista con cui sentirsi a proprio agio, pur mantenendo l'idea iniziale di avere una certa varietà di proposte.
Utente
8 febbraio, 2020
JoJo ha detto
Io volevo sapere dai Team Leader come avete gestito l'assegnazione degli artisti. E poi @NotturnoManto com'è lavorare da soli?
Neanch'io ho avuto un approccio impositivo, i nomi sono nati in seguito ad un brainstorming collettivo in cui sono stati vagliati da tutti e 4 (all'epoca pre-scissione) nomi graditi, nomi funzionali allo scopo e nomi che portassero un'ulteriore sfumatura personale dei ragazzi, per forza di cose non ancora emersa. La mia idea di base era rielaborare questi tre aspetti.
Abbiamo fatto una cernita, monitorando anche il sito Hit Parade per il vincolo dell'unicità della top 10, e abbiamo scremato ulteriormente sulla base anche della ricchezza della produzione discografica (in forza della quale ho dovuto escludere, per me a malincuore, un Gotye, ad esempio).
Non ne ha mai davvero avuto occasione di parlarne, ma CrYs è un collezionista di vinili ed album, rientra a piene scarpe nella generazione a cui si sono rivolti i Prozac+, inoltre ho riscontrato un vago richiamo ad alcune proposte darkwave che lui stesso ha presentato in altri contest, come l'Earthvision.
Tra i vari nomi vagliati, ho ritenuto gli OMAM idonei a Casadelvino un po' per il suo entusiasmo a riguardo, un po' perché li ritengo congeniali ad un fluido percorso di veicolazione emotiva, hanno un qualcosa di molto nordico, etereo e concettuale, tutte caratteristiche che mi hanno evocato la sua sensibilità.
Per quanto siano due generi - il folk e il punk - per molti archiviati e se vogliamo rischiosi, non abbiamo creato due playlist nostalgiche, ma due playlist con musica per me sempre in grado di creare suggestioni che possano trascendere i vincoli temporali.
Il mio apporto è stato perlopiù orientato a diversificare il più possibile le due playlist, sia sul fronte delle epoche discografiche (atto dunque a rimarcare anche l'evoluzione dei due sound nelle rispettive carriere) che per quanto riguarda il mood, evitando l'effetto sovrapposizione, del quale, pur non condividendolo nel caso specifico, ho preso nota nell'ultima occasione, dunque me lo sono un po' imposto come leitmotiv.
Utente
7 agosto, 2013
@CrYs
PROZAC+
BOP: Angelo
PERLA: Sceglimi
JOLLY: Lola
@Casadelvino
OF MONSTERS AND MEN
BOP: Destroyer
PERLA: Thousand Eyes
JOLLY: Lakehouse
@robyfederer
AMY MACDONALD
BOP: This Is The Life
PERLA: Never Too Late
JOLLY: Don't Tell Me That It's Over (Live Philharmonic Orchestral Version)
@sparso
GERARDINA TROVATO
BOP: Non è un film
PERLA: Forse l'anima
JOLLY: I nuovi mille (con Lucariello e il Coro di voci Bianche del teatro di San Carlo)
@Targaryen
HOOVERPHONIC
BOP: Vinegar & Salt
PERLA: Plus Profond
JOLLY: Bad Weather
@Alpha
L'AURA
BOP: Basta!
PERLA: Lettere d'amore
JOLLY: The Bad Side
@melrose.
JAMES BAY
BOP: Let It Go
PERLA: Wasted On Each Other
JOLLY: Wild Love (Acoustic)
@Pupi87
KIESZA
BOP: Giant In My Heart
PERLA: Chainsaw Melody
JOLLY: Love Never Dies
@NotturnoManto
ALIZÉE
BOP: L'Alizé
PERLA: Mon chevalier
JOLLY: Ce qui tue l'amour
I giudici @alessandrino @edorf @JoJo e i membri del pubblico sono chiamati a inviare la propria classifica dal primo al nono posto - via mp, su Telegram o Messenger - entro venerdì 14 maggio alle 20:00.
Tutti possono commentare liberamente le triplette sul topic.
Utente
7 agosto, 2013
Ci tengo a fare una breve introduzione alle triplette che il #teamDiesis vi viene a presentare oggi.
Partiamo da Roby. Amy MacDonald è stato un nome subito gradito alla nostra quota rosa,per empatia e stile. Come bop abbiamo (userò sempre il plurale perché abbiamo lavorato dal primo minuto come una squadra, ma i meriti sono tutti dei singoli, e le colpe tutte mie!) scelto This is the life, il pezzo che l’ha resa iconica nel mondo, una proposta che ci sembrava immancabile per sound ed importanza. La perla scovata è Never too late, un brano di dieci anni dopo, più maturo e sicuramente intenso e vibrante: la voce di Amy è quanto mai calda e coinvolgente. Come jolly vi proponiamo Don’t tell me that it’s over in una Live Philarmonical Version: quando ci siamo imbattuti in questa performance siamo rimasti affascinati dall’apporto, soprattutto, degli archi, che hanno secondo noi trasformato il brano regalandogli un’eleganza e un trasporto che l’originale non aveva tra i suoi tratti distintivi. Grinta e anima contemporanea.
Passiamo a Rob. Gerardina Trovato è un’artista sottovalutata e sfortunata, che avrebbe potuto dare molto di più alla musica italiana. Come bop abbiamo scelto Non è un film. Pur avendo nel repertorio alcuni brani diventati dei piccoli classici del pop italico, non potevamo non presentare questo pezzo, dove Gerardina parla della guerra in Bosnia con una maturità e sensibilità davvero struggenti. A seguire, come perla vi sottoponiamo Forse l’anim, e vi basteranno poche note per capire il motivo della nostra scelta, in nome della varietà della proposta. Chiude la tripletta il jolly I nuovi mille, dove Gerardina Trovato duetta con Lucariello e il Coro di Voci Bianche del Teatro San Carlo in una sinergia emozionante. Raffinatezza controcorrente.
Chiudiamo con Jack. Targaryen vi presenta uno dei gruppi che più tengo nel cuore, senza girarci intorno. Differentemente con quanto fatto nella tripletta MacDonald, qui come bop abbiamo scelto di non sottoporvi il brano più iconico, ma un altro singolo dello stesso disco, Vinegar and salt, una canzone di inizio millennio dal sound ricco e avvolgente, che tocca tutte le corde dell’animo e non può lasciare indifferenti. A cantare qui è Geike Arnaert, forse la più amata tra le voci che hanno cantato nel gruppo. La perla, Plus profond, è un brano trip hop di fine anni ‘90 tratto dal primo album, in cui cantava ancora Liesje Sadonius: rimane l’identità Hooverphonic, ma le differenze sono più che evidenti. A chiudere la tripletta abbiamo scelto un’altra chicca, Bad weather, brano dalle atmosfere rarefatte del 2013 cantato da Noemie Wolfs, che dà un tocco di delicatezza davvero emozionante. Classe e coraggio (nel rispetto della regola del 3 –voci, decenni, stili- tanto cara alla nostra production).
Ovviamente i ragazzi integreranno, risponderanno a domande ecc, io faccio giusto da cerimoniere
Utente
8 febbraio, 2020
Col nostro ventaglio di scelte ci siamo discostati dalla pur sempre gradita e rivalutata spanish week, avvicinandoci a passo serrato verso due realtà più confacenti allo spirito del team, nonché agli ascolti più intimamente rispondenti ai due ragazzi.
L'avatar di Peter Griffin vicino ad un Jukebox oltre a sancire il fatto che CrYs si sappia prendere con la giusta leggerezza, è sintomatico del fatto che appartenga ad una generazione che ascolta vari generi, anche diversi tra loro, a tal punto da risultare imprevedibile di volta in volta. Da questa assunzione di partenza si è arrivati alla scelta della band che ha riportato il punk in Italia, i Prozac+. Come bop, Angelo, una canzone che identifica il periodo di transizione di Eva Poles e soci verso una vena compositiva più intermediata, è il singolo che più richiama lo standard punk di Acida, la one hit, e che più ricalca l'idea del compromesso tra purismo del genere ed esigenza di allargare la ristretta nicchia che si era avvicinata al primo album. Ed è proprio da Testa plastica che sopraggiunge la perla, Sceglimi. Era il periodo in cui la band si stava interfacciando nella scena, la sua esigenza era di fungere da antidepressivo per chi era in cerca di rifugio emotivo e valvola di sfogo. Con Sceglimi c'è questa scarica di energia ruggente e senza mezzi termini e viene fuori tutta l'irriverenza e schizofrenia tipica del firmamento punk più noncurante e fiero. Chiudiamo col jolly Lola, con cui la band, ormai avviata ad una fase meno compulsiva della carriera, ritrae in acustico il profilo di una ragazza poco conscia delle proprie potenzialità, ma che si impegna a prosperare ogni giorno nell'unico modo che conosce, ossia ritagliandosi attimi fittizi e aleatori di benessere. Lo fanno con una maturità e una ricerca di profondità decisamente più marcate, in netta contrapposizione all'impertinenza e alla nonchalance permeate come manifesto iniziale: questo per riassumere fondamentalmente i tre macro-tasselli della loro produzione.
Gli Of Monsters and Men sono una di quelle band da sviscerare per bene per coglierne l'essenza perché mai come in questo caso l'apparenza può essere fuorviante. Il nostro obiettivo è ricalcare un po' le orme che si nascondono dietro la one hit per dimostrare che all'interno del progetto si cela una realtà più dolceamara, più deep di quella salita alle cronache, da qui il mio voler affidare questo scoperchiamento del vaso a chi questo mood lo mastica per naturale propensione e aderenza fisiologica. La bop riassume le principali tendenze degli OMAM, quella di creare tracce dalla scansione dinamica verticale, quella di creare delle vere e proprie stanze sonore vocali e quella di ricorrere agli strumenti più disparati pur mantenendo l'alone di minimalismo come tratto prevalente, nulla di più rappresentativo dell'ultimo regalo che ci hanno fatto in ordine cronologico. La perla converge verso il territorio più mistico ed etereo del loro secondo album, Beneath the skin, in una traccia che passa dal cullare dolcemente le viscere a pugnalarle in un crescendo coinvolgente e all'ultimo anelito di pathos. Una perla per antonomasia, capace di alterare la psiche (o almeno a noi è successo così, ndr) fino a disarmarla. Chiudiamo con il jolly Lakehouse, che esprime il tassello iniziale del loro imbocco discografico, un trionfo di pop folk più dilatato e conciliante, ma che conserva il rigore e la compostezza della loro cifra stilistica, con una maggiore enfasi sulla sezione delle percussioni, che è il tratto prevalente del loro debutto.
Utente
4 febbraio, 2018
Of Monsters And Men
Vi capita mai di essere a contatto con qualcosa o qualcuno per anni, essere convinti di conoscerne l’essenza a menadito, quando in ciò di cui eravate sicuri era solo una falsa parvenza o una porzione dannatamente parziale della realtà dei fatti ?
Bene, questo è il caso degli Of Monsters and Men, un nome da One Hit Wonder per eccellenza, che dal 2011 ha fatto scatenare il mondo intero sulle note di Little Talks, che è diventato simbolo di spensieratezza, libertà, festosità ed esultanza. Una canzone che ha riscosso un successo tale da venir riconosciuta da chiunque, portando gli OMAM ai vertici dell’industria musicale globale, delle classifiche di vendite e che ha portato ad associare loro gli stati d'animo sopra descritti come un mantra da non evitare.
Il problema qual è?
Che la loro discografia, continuata ad espandersi imperterrita da allora, non è minimamente sovrapponibile ed esemplificata da Little Talks, così come dagli stati d’animo citati. In realtà l’illusione di queste atmosfere dietro Little Talks stessa è sempre stata ingannevole, perchè la canzone tratta di un dialogo tra una persona e un conoscente deceduto, una descrizione di una trascedenza ultraterrena inquietante, un testo che evoca le fiamme ad avvolgere il passato e le urla di una scomparsa. Questo discorso non solo si traspone alla loro discografia, ma si amplifica, perché la loro poetica artistica è sempre stata caratterizzata da suggestioni mistiche, introspezioni testuali profonde, composizioni maestose e viaggi tortuosi nella loro psiche intima e musicale, e questo è davvero esemplificazione della loro natura.
Tutto ciò fa veramente riflettere sulla realtà degli artisti One Hit Wonder, relegati ad un unico prodotto della loro storia artistica, che li associa a percezioni parziali, raffigurazioni nell’immaginario collettivo illusorie e soprattutto riduzione di mondi vasti e ampissimi a piccole e singole realtà .
Per i miei ragazzi islandesi ho quindi pensato a una terzina che potesse davvero descrivere chi sono in maniera più completa, precisa ed esauriente: i loro talenti, il loro percorso artistico, la loro poetica, la loro abilità compositiva, i loro stati d’animo e la loro eterogeneità.
Una triade che non solo trovo capace di presentare tre brani che si sostengono singolarmente e rappresentano tre realtà ben distinte e che sarebbero capaci di sopravvivere avulse dal resto, ma anche di descrivere un viaggio che le permette di respirare coese. Tutto ciò perchè ascoltandole, nella loro totalità, io stesso mi sono immerso in un viaggio permesso dalla capacità degli OMAM di suggestionare e tracciare delle storie.
Immaginate di correre, di fuggire all’impazzata da una situazione scomoda, che non vi ha messo a vostro agio, da una condizione turbolenta che vi stava corrodendo, a causa vostra o di qualcuno che non vi sapeva comprendere e letteralmente vi faceva cadere a pezzi. Correte, e nel frattempo il cielo si oscura, le nuvole si raggruppano e la luce scompare, il freddo si alza e la mente vuole esplodere.
Partiamo quindi con Destroyer, che non è semplicemente un pezzo emblematico in quanto singolo, ma in quanto il loro ultimo singolo, ciò che rappresenta l’essenza più contemporanea di questa band fortissima; e quale pezzo migliore per perorare la causa di ricerca di uno stemma meglio di ciò che sono ora, adesso, in questo momento?
Ma Destroyer non si presta a questo primo spot solo per questo motivo, ma anche perchè mette in luce il loro principale talento, ovvero emozionare. Emozionare, dalla stesura di un testo che ti porta a riflettere, che ti scardina dei sentimenti repressi, che ti fa sentire libero di esprimerli:
You better run, boy, run, but be afraid
Cry, boy, cry, don't play the game
per arrivare al talento di commistionare le loro abilità musicali, riuscendo a creare una sinfonia che va dagli strumenti più tipici, a fiati capaci di spostare il vento per finire in suoni che evocano tuoni e entità industriali che sorreggano quelle parole, quelle vocalità, che partono da Ragnar e arrivano a Nanna, sposandosi in un’unica comunione che ti innalza la coscienza.
Il loro emblema musicale è questo: emozione, un brano che può accomunarci tutti, ma con una composizione che è di un unico indiscutibile e impareggiabile talento, il loro.
Il cielo diventa quindi funereo, gli echi tonanti ti scuotono la terra, ma l’emozione ti conquista.
Successivamente comincia a piovere, il gelo è islandese come la loro origine, sei ormai dentro quel nubifragio emotivo e qua ci ritroviamo difronte alla loro perla.
Thousand Eyes, proveniente dal loro secondo album Beneath the Skin, era il 2015, il loro miglior progetto.
Thousand Eyes è un gioiello, un gioiello difficile da estrarre dalla roccia in quanto complesso da sostenere (ad esempio come singolo radiofonico) ma così ammaliante, invitante, suggestivo.
Thousand Eyes è anche sincero, crudo nella maniera in cui involontariamente o consciamente ti porta in quel fenomeno atmosferico di dolce amarezza, che non si risparmia, è pronto a distruggerti ma è pronto ad rinvigorirti. E questo è il punto focale del brano: quel crescendo, quell’immensa scalata verso una vetta in cui non sono più suoni numerati, ma bensì una vera e propria orchestra composta da numerosi gradini che si fortificano a vicenda, e ti elevano, ma talmente tanto che non riesci a non venir scaraventato da quel vento in un vortice di armonie, pronto a non lasciarti più respiro. Una perla sì, perchè non c’è niente capace di equivalersi a questa forza e a farti esalare tutto ciò che hai dentro.
Infine, senza fiato, rimani davanti a un cielo terso, a una quiete e una serenità che diventa di nuovo tua, e ci riporta in quell’anima folk più spensierata, la più vicina alla credenza popolare legata a loro, ma comunque più fiabesca e sognante.
Lakehouse è un jolly proveniente dal loro primissimo lavoro, perfetto per descrivere questa quiete in quanto baluardo del loro folk più rustico, più grezzo e legato alle immagini della loro fascinosa terra glaciale, ma anche perfetto per dipingere questo slot speciale. Questo brano è stato nascosto per anni in My Head Is A Animal, per poi uscire, ma in incognito 7 anni dopo, grazie a Kidult, ma senza davvero portare luce agli OMAM, perchè colonna sonora di altro, ma ora necessita di essere reso protagonista. Per questo non ha un percorso da perla, ma bensì da jolly, e per la sua anima folk, spensierata ma sognante, con delle ritmiche più leggere, è ciò che completava al meglio l’eterogeneità della terzina.
Sono molto contento di questa terzina. Nella vita ci associano a tante cose che ci descrivono parzialmente o non ci descrivono affatto, questa terzina però cazzo se descrive gli OMAM e cazzo se descrive me. Ci ritrovo tutto ciò di cui c'era necessità di fare, ma anche di cui avevo bisogno e sto troppo fiero.
Utente
7 agosto, 2013
edorf ha detto
Ho appena finito di dare un primo ascolto a tutte le terzine e sarà un bordello stilare una classifica
Pensa a me che ancora devo iniziare
Alla lettura dei titoli ammetto di conoscere solo 3 pezzi magari ascoltandoli ne riscoprirò altri. Ovviamente, se volete, potete spiegarci qual è stato il filo conduttore che vi ha portato a comporre le terzine proprio in questo modo.
Utente
30 aprile, 2020
L'AURA
Premetto che, pur conoscendo questa artista di nome e per alcuni brani, non avevo mai avuto occasione di approfondire la sua discografia e quando Mone me l'ha proposta l'ho trovata davvero un'ottima opportunità.
Mi sono, quindi, immersa nell'ascolto degli album realizzati e ho scoperto una cantautrice e polistrumentista molto versatile che, al di là delle hit per le quali è più nota, ha realizzato nel tempo brani, a mio avviso, decisamente interessanti, sia per i testi, sia per le atmosfere sonore.
Per presentare L’aura all'interno di questo Contest, ho pensato a una terzina che potesse esprimere le sue diverse anime musicali, oltre alla capacità di fare riflettere ed emozionare tramite i suoi testi.
BOP: Basta! : Si tratta di un singolo che L'aura presentò a Sanremo nel 2008 e che all'epoca mi colpì al primo ascolto perché unisce un sound che cattura fin da subito a un testo che racchiude profondi spunti di riflessione e un messaggio pacifista di speranza rivolto al futuro.
Verso preferito: "Quante sono le persone / Che in nome del Signore / Finiranno nella cenere?"
Perla: Lettere d'amore : Questo brano, tratto dall'album d'esordio Okumuki, rappresenta, a mio avviso, un vero gioiellino. L'arrangiamento chamber pop accompagna la voce delicata di L'aura che interpreta un testo, scritto da lei stessa, molto poetico e struggente.
L'atmosfera nostalgica che permea l’intero brano, si scioglie in un bellissimo assolo di tromba conclusivo.
Verso preferito: “Ho campionato i frammenti di tristezza / perché tu possa capire come l'equilibrio / giaccia sul fulcro di ogni cosa"
Jolly: The Bad Side : Come Jolly ho scelto un brano in inglese tratto dall'album più recente, Il contrario dell'amore, per rappresentare un'ulteriore sfumatura artistica di L'aura, quella più internazionale e rock. Qui l'atmosfera diventa particolarmente aspra e quella chitarra elettrica distorta conferisce anche un tocco psichedelico. Il testo racconta di un contrasto in cui, come spesso accade, il confine tra la ragione e il torto è estremamente sottile.
Verso preferito: "And it feels like you're on the bad side / While you're just on the side / So what's the good side?"
Utente
7 agosto, 2013
Io, proprio perché parliamo di One Hit Wonder, sono voluto partire con una bella carrellata di BOP per farmi un'idea di come ci avete introdotto l'artista.
Devo dire che aiuto, I enjoyed every song: credo che siete partiti tutti con il piede giusto. Sono giusto un po' confuso da una/due scelte ma tutto potrebbe cambiare in base ai brani successivi poiché la partita si gioca sulla composizione della tripletta.
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