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MuseoRh monechiapi è il VINCITORE
mrnace
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22 marzo, 2020 - 19:57
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Eccoci: chi arriva in taxi, chi ha preso il bus navetta. Due supergreen che abitano vicino, con la bicicletta. Entriamo, dai. Mettiamoci in fila al gate RH per imbarcare i bagagli. Nell'attesa perchè non ci parli della tua artista mio caro/a primo gareggiante?

Classe 1979, Alex Prager è una giovane fotografa e regista californiana. Ho scelto di esporre le sue opere all’interno del MuseoRH perché ammiro il loro messaggio e il loro concetto, così come la loro tecnica di produzione. Sono spesso opere che ho osservato dal vivo, attraverso cui ho camminato, che ho scrutato fino a sentire mie.
Ho deciso di presentarvi Alex Prager con Crowd #7 (Bob Hope Airport), con cui l’ho conosciuta anche io. Ho visto di fronte a me quest’enorme immagine sulla parete e ho subito pensato che fosse un quadro. Ci ho messo un po’ a capire che si trattava di una fotografia, che coglieva un attimo come tanti all’interno di un aeroporto. Esplorando la mostra, però, erano sempre più chiari gli indizi che quella foto, come le altre, non era poi così casuale, piuttosto una costruzione meticolosa. Ritornando ad osservarla, mi si è aperto un universo.
Le opere di Alex Prager, infatti, sono il frutto di un’esecuzione e di un’accurata regia. Potremmo definirla un’artista antinaturalista, ma la finzione si intreccia inevitabilmente e continuamente con la realtà. Emerge l’essenza stessa dell’umanità. I suoi personaggi sono attori, attori che spesso riconosciamo nella moltitudine indistinta ritratta nelle sue fotografie, ma per quanto ognuno stia recitando una parte, è impossibile controllare la folla. E la folla è uno dei temi che Alex Prager ama esplorare con più interesse.
L’aeroporto, anche se oramai possiamo svelare che si tratta di uno studio cinematografico, ci appare come uno spazio bianco e asettico su cui la luce non proietta ombre. Una scacchiera. A dare colore sono le persone, le pedine.
Dando un’occhiata superficiale, la folla ci appare come una massa indistinta e insignificante. Più soffermiamo lo sguardo, però, più riusciamo a distinguere le persone, a cogliere le loro sfumature, a conoscerle. Ognuno, se ci limitiamo a guardare la folla, ci sembra anonimo, un’inutile comparsa nella nostra importantissima vita. Ognuno di loro, però, ha la sua storia, il suo bagaglio di esperienze che si trascina dietro nel suo personale viaggio. Non è un caso, dunque, se ci troviamo proprio nella sala d’attesa di un aeroporto.
I colori rendono unici ognuno di noi, ci rendono diversi e ci fanno risaltare tra la massa. Non ombre, ma volti tra la folla (Face in the Crowd, per usare le parole di Alex Prager). Tra un minuto, ognuno proseguirà per la sua strada, e il bianco della tela si colorerà di nuove sfumature.

Sì, proprio così. Arriverà un uomo d'affari dal volto imbronciato (decisamente grigio antracite) o una bambina felice di volar per la prima volta (giallo evidenziatore).

 

Ci siamo, tutti hanno fatto il check-in, siamo pronti per salire. Ecco il nostro aereo privato. Come dite? E' bellissimo, è vero. Non vi sembra sicuro? Fidatevi è perfetto. L'ha pensato e progettato, tratto dopo tratto, qualche anno fa Jacek Yerka, stimato illustratore e pittore polacco. Lascio la parola al suo alter ego, che saprà rassicurarvi.

Quest’opera si sposa perfettamente con il tema della sala perché attraverso l'uso del colore più che della forma il pittore è in grado di evocare. Il quadro rappresenta due diverse dimensioni, speculari l’una dell’altra. Una è la dimensione della realtà, che nei quadri di Yerka assume spesso la dimensione della realtà industriale, capitalistica del mondo moderno; dall’altro emerge la dimensione onirica che si nutre di natura, della quotidianità e delle piccole cose. Emerge prepotentemente l’utilizzo e la contrapposizione del colore nei due “mondi”. Nel mondo “in superficie” dominano colori freddi, metallici, cupi: si parte dal grigio che sovrasta la parte superiore del dipinto, rappresentata dall’aereo e degli ingranaggi, insieme alle matite che sono segno dell’istituzionalità e del rigore, alla gamma del marrone della fila di libri in primo piano, che man mano evolve in tonalità fredde di grigio, verde e azzurro. Il cielo stesso è grigio, buio. Dall'altro lato, i colori cupi lasciano spazio a sfumature vivaci, con tonalità calde; è rappresentata tutta la gamma dell’iride, come si nota bene dall'arcobaleno dello steccato. Il cielo è di un colore rosa vivido, rasserenante. Così come lo sono gli altri elementi, che rappresentano aspetti di una vita quotidiana, bucolica, a stretto contatto con la natura e “materna”. Entrambi i mondi sono in contatto, speculari. Lo testimonia la mela, elemento ricorrente nei quadri del pittore polacco, divisa a metà. Da notare che la dimensione che noi vediamo come quella “vera” è quella cupa e grigia, ma dall' altro lato c’è un mondo fatto di colore, basta solo cambiare la prospettiva. Ho scelto Yerka perché sintetizza nella contemporaneità tutti i tratti di artisti e correnti del passato che amo molto: c’è il realismo fiammingo di Bosch e Bruegel, c’è l’uso del colore e delle forme di Cézanne e Klee e soprattutto il surrealismo dei grandi Dalí e Magritte. Insomma, con le sue opere è sempre un incanto e una sorpresa continua.

 

Siamo in volo, la giornata è bellissima. Il cielo è limpido, qualche nuvola sporadica e... Cosaaa? Una roccia? Il dipinto in questione è ispirato dal fatto storico che avvenne nel 1918, la battaglia delle Argonne, del 1918, in cui francesi e alleati ebbero la meglio sulla compagine tedesca.
La battaglia è riassunta come la sua poetica in senso surrealista per cui alla naturalezza della pace (la nuvola) si contrappone la fredda roccia (guerra). L'immobilità degli elementi e le tonalità evidentemente pensate creano un attesa di speranza che la natura avrà il soppravvento sulla forza bruta. Grazie al Colore rassicurante, incoraggiante persino un pericolo come un masso di quelle dimensioni non spaventa.
L'esecutore, René Magritte è stato uno dei più grandi pittori del Belgio è tra i massimi esponenti del surrealismo. È noto con il soprannome “le saboteur tranquille” per la sua capacità di insinuare dubbi nel reale, rappresentando soggetti apparentemente realistici che però stupiscono per dettagli misteriosi che conferiscono all’opera un significato nuovo e insolito. Confermi gareggiante?

Sì Mrnace. Uno degli aspetti che maggiormente mi fanno apprezzare Magritte è la sua capacità di dipingere ciò che rappresenta in quel suo modo a metà tra il realistico e il fantastico: ecco allora la verosimiglianza della campagna, ritratta con davanti a sè un mare (di acqua o nebbia non è chiaro), e la fantasiosità del cielo, con una nuvola, uno spicchio di luna e un grande sasso che si libra nell'aria, contrariamente ad ogni legge fisica.
Bellissimo il blu intenso sopra ai tre oggetti (nuvola, luna e sasso), l'azzurrino sottostante e poi quella striscia colore caldo ad indicare l'alba in corso. Misterioso e confortante al tempo stesso.

 

Continuamo con il nostro volo intercontinentale e sorvoliamo le nostra bella Italia. E' l'autunno fuori e ci rapisce con la sua magia e il suo foliage. Chiediamo dettagli all'alter ego di un bravissimo fotografo.

Il mondo che ho deciso di voler rappresentare in questo viaggio a museo RH è la fotografia, non una qualunque, ma più precisamente quella paesaggistica.
Fotografare la natura sta assumendo nel tempo una connotazione un po' spicciola, tra social e fruibilità, ma è in realtà secondo me una delle forme d'arte più pure, in quanto l'espressione della mutevolezza naturale, si connette facilmente alle emozioni dello spettatore, e saperla catturare è in realtà una combinazione di diverse abilità e caratteristiche, che rendono il fotografo un artista.
Fotografare la natura è anche una mia passione, specialmente la montagna, ed è per questo che ho voluto cercare di presentarmi con uno tra i migliori fotografi a me noti, ovvero Max Rive. Come me si trattava di un semplice studente innamorato dei viaggi, delle montagne e della macchina fotografica, ma a differenza mia, lui ha saputo trasformare questa passione in arte e professione.
Per il tema dei colori ho fatto una scelta istintiva, e sono ricaduto sui suoi servizi nelle Dolomiti, che per me sono come una seconda casa. La foto che ho scelto è "Afternoon at St. Johann Church" e si tratta di una cattura di un nebbioso pomeriggio d'autunno di questa pittoresca chiesa, alla base delle meravigliose Odle.
L'autunno è sempre stato il periodo di mutazione, in cui la natura si dipinge e prende in realtà vita cromaticamente proprio nel momento in cui sta lentamente decadendo in termini fisiologici. E secondo me proprio questo riesce a far risaltare l'importanza del colore, nella vita e nella fotografia. Il modo in cui l'arancione dipinge gli alberi, cattura l'occhio della spettatore, destando la sua curiosità e la sua meraviglia per la mutevolezza di un paesaggio che prima era spento. Max gioca con il contrasto dato dalla nebbia, il grigiore dello sfondo che nasconde l'imponente montagna, permette di rendere ancora più protagonista il processo di tinteggiamento del bosco e della natura.
In termini tecnici, saturazione ed equilibrio cromatico sono il punto chiave di questo scatto. Gli stessi colori autunnali , richiamano quelli antropologici della chiesa, tracciando un fil rouge dal punto di vista cromatico non indifferente, e rendendo la chiesa stessa, frutto dell'uomo, una componente essenziale del paesaggio naturalistico.
Per me la centralità del colore nell'espressione su pellicola della stagione autunnale, è in realtà concettualmente e visivamente più forte ed intrigante di un tramonto, di un arcobaleno, di una combinazione di colori accesi. Il modo in cui ha catturato questo passaggio mi emoziona.

mrnace
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22 marzo, 2020 - 20:02
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Siamo quasi arrivati, abbiate pazienza. Fuori il temporale è finito finalmente e guardate ragazzi dal finestrino. Due arcobaleni! Siamo in terra inglese, l'anno è il 1856 e l'artista ha già collezionato diversi successi con i suoi lavori. Stiamo parlando del celebre John Everett Millais, pittore, illustratore nonchè cofondatore della Confraternita dei Preraffaelliti.

"La ragazza cieca" é un quadro estremamente empatico che si incastra perfettamente col tema del colore nella misura in cui mette in scena magistralmente il contrasto tra la rappresentazione tradizionale del dipinto, con il giallo della campagna e il rosso del mantello che emergono prepotentemente dalla tela, e quella simbolica: la protagonista il colore non lo può vedere. Ha appena deposto l'organetto, con la mano può sentire, allungandola sull'erba, l'umidità della pioggia appena passata. Se si mette all'ascolto può cogliere lo sfarfallio della farfalla che si è posata sul suo mantello, uccellini cinguettare vicino. Il viso, proteso in avanti è coccolato dai raggi del sole. Con gli altri sensi può bearsi della bellezza della natura, ma con il colore no. Tuttavia, la serenità del suo volto è evidente: in cielo ci sono due arcobaleni: uno vivido, per tutti, uno più delicato, tenue, sfumato, tutto per lei. Come se il colore fosse presente nonostante l'assenza.

 

Siamo arrivati finalmente. Possiamo scendere. L'anno è il 1902 e ci aspettano alla quinta edizione del Berliner Secession, un importante evento culturale. Sì siamo a Berlino. Assisiteremo alla prima occasione pubblica di vedere il Fregio della vita, una serie di dipinti pensati per essere disposti insieme, capaci di far riflettere sull'amore, l'angoscia e la morte. Edvard Munch definì la stessa così «In generale l'arte nasce dal desiderio dell'individuo di rivelarsi all'altro. Io non credo in un'arte che non nasce da una forza, spinta dal desiderio di un essere di aprire il suo cuore. Ogni forma d'arte, di letteratura, di musica deve nascere nel sangue del nostro cuore. L'arte è il sangue del nostro cuore».
Guardando Edera Rossa ritorna inquietantemente il concetto del sangue, questa volta non utilizzato come metafora. Il colore delle pareti sì ricorda quello di una particolare foglia di vite americana, ma solo per uno sguardo poco attento. In realtà alla base dell'abitazione il colore si liquefà e scende misterioso per il giardino. Lo sguardo tra lo sbigottito e l'angosciato dell'uomo in primo piano ci conferma che qualcosa di tragico, sinistro è avvenuto in quella casa. Uno oscuro delitto? Il Colore, non solo è prepotentemente il protagonista della tela ma ha la capacità di rivelare, spaventare, ripugnare. Critici competenti del tempo bocciarono l'opera in toto: "Senza disegno e di un colore barbaro" "Un artista allucinato e allo stesso tempo uno spirito cattivo che si prende gioco del pubblico".
Peccato smentirli, noi del MuseoRh ne siamo affascinati e a distanza di più di cent'anni ci interroghiamo come provetti detective sulla vicenda di quelle mura.

 

Siete stanchi. Abbiamo viaggiato tanto, lo so. Per ammirare la prossima opera non serve muoversi. Ci possiamo sedere nel parco qua fuori, aprire la Divina Commedia e il gioco è fatto.

L'opera si intitola Beatrice si rivolge a Dante da un carro e l'esecutore è William Blake. Poeta, illustratore, incisore e pittore inglese (Londra 1757-1827). Spirito ribelle è il più immediato precursore del romanticismo inglese. Rinnovatore della tradizionale illustrazione, con le sue figure allungate e con il suo particolare senso della pagina, nella quale l'illustrazione accompagna, orna e quasi penetra il testo, Blake creò fantastiche e visionarie rievocazioni di miti e storie bibliche.
Il dipinto è una delle rappresentazioni per la Divina Commedia e illustra il primo incontro tra Dante e Beatrice. Per Blake diventa una personale rappresentazione mostrando Beatrice che accoglie Dante all'ingresso del paradiso avvolti da un vortice di colore e circondati da diafane figure gravitanti nello spazio. I colori catturano subito l'attenzione, soprattutto il bianco, il verde e il rosso. Che rappresentano rispettivamente la fede, la speranza e la carità. I colori sullo sfondo danno un senso di pace e serenità, il clima consono al primo incontro fra i due protagonisti. L'uso dell'acquarello da una fluidità al Colore e una diafana trasparenza alla scena.

E' un viaggio ipnotico, sofisticato e piacevolissimo. Resterei nel parco disteso per ore ma abbiamo un'ultima opera da visionare.

 

Concludiamo il viaggio nel Colore con l'ultimo artista. Un itirenante per antonomasia, un conosciutissimo sconosciuto intelligente e provocatore.
Ultimo gareggiante, chiudi tu?

Il colore come punto di rottura, crepa nel muro.
L’opera, una delle 9 realizzate da Banksy nell’estate del 2005 a Betlemme, segna il primo anniversario del giudizio del Tribunale Internazionale dell’Aia, che definì illegale il Muro, costruito nel 2002 per separare Israele dalla Cisgiordania. Il graffito mostra uno squarcio nel muro e ci lascia intravedere uno spicchio di un paesaggio tropicale.
Il colore assume importanza non tanto nell’esaltazione di se stesso, ma come contrasto a un materiale, a un contesto e a uno storico simbolo di divisione dei popoli. L’opera, non violenta, crea un confronto tra realtà e creatività. Il solido grigio del muro della realtà, i colori squillanti della creatività.
Dal libro di Banksy « Wall and Piece », un piccolo confronto tra l’artista e un passante al momento della realizzazione dell’opera. « Old man: You paint the wall, you make it look beautiful. Me: Thanks. Old Man: We don’t want it to be beautiful, we hate this wall, go home. »
Perché Banksy? Perché attraverso idee mai banali, sempre attuali e originali, sottolinea con ironia e bellezza la società attuale.

Chi avrebbe immaginato che saremmo finiti sotto una palma, con la protezione 50 sul naso e la Settimana Enigmistica sul lettino? Ah io anche una birretta fresca, naturalmente.

mrnace
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22 marzo, 2020 - 20:08
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Alex Prager, Crowd #7 (Bob Hope Airport), 2013
Jacek Yerka, Tangeri Dream, 2008
René Magritte, La battaglia delle Argonne, 1959
Max Rive, Afternoon at St. Johann Church
John Everett Millais, La ragazza cieca, 1856
Edvard Munch, Edera Rossa, 1898-1900
William Blake, Beatrice si rivolge a Dante da un carro, 1824-1827
Banksy, Unwelcome Intervention, 2005

Le didascalie ingannano, cambiando appositamente il formato e l'approccio da un gareggiante all'altro. Chi è chi?
Vi ricordo i Benefici utilizzabili (da comunicare privatamente)
Narciso: primo posto nella top5
Bari: postare una fake top5
Buona Ventura: punti bonus
Bacco: quarto posto nella top5

Buona visione a tutti, avete tempo fino a Mercoledì 25 ore 12.00 per la vostra top5.

@KassaD1 @xello @amers @Casadelvino @Emm @Waves of Music @mrnothing @Alby @NotturnoManto @monechiapi 

Casadelvino
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22 marzo, 2020 - 20:12
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auhauhaua ma non avevo capito che gli accoppiamenti sarebbero rimasti segreti LOOOOOOOOL

Comunque non ho capito cosa dobbiamo fare rofl

amers

Moderatore - Mentore

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22 marzo, 2020 - 20:15
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Oddio ma è tutto fantastico! @mrnace grazie per questa splendida visita al museo di RH heart alcune opere scelte sono davvero bellissime...

mrnace
Utente PLATINO

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22 marzo, 2020 - 20:16
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fare la top5 delle opere che preferisci, come nelle Sale di prova..

mrnothing
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22 marzo, 2020 - 20:27
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Beh... complimenti prima di tutto a Mrnace per l'ottima presentazione e esposizione... e poi complimenti a tutti per le scelte. 

Dovrò prendermi un bel po' di tempo per fare una classifica... e per rileggere tutta la storia dei benefici, perché non mi ricordo nulla 😅

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Emm
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22 marzo, 2020 - 20:28
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Nace sta facendo un lavoro abnorme, già King del Creato.

 

Che miscellanea pazzesca! Ovviamente ci sono opere per me stupende e opere che non mi piacciono/non capisco affatto, ma è il bello del gioco, la variabile impazzita che sarà sempre piu pazza!!!

Alby
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22 marzo, 2020 - 20:29
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Ma che opere bellissime! Mi unisco anche io ai ringraziamenti a Mrnace per aver organizzato queste visite al MuseoRH clap2

Casadelvino
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22 marzo, 2020 - 20:32
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mrnace ha detto
fare la top5 delle opere che preferisci, come nelle Sale di prova..  

Sul topic? Ma non dobbiamo autovotarci o si? L'anonimato mi ha super colto alla sprovvista ahahahah

Comunque complimenti per il lavoroclap

NotturnoManto
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22 marzo, 2020 - 20:36
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OMG due opere già mi sembrano da sindrome di Stendhal smitten  Prince mrnace pazzeschino heart

monechiapi
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22 marzo, 2020 - 21:08
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Amo già tutto e tutti.

Contento di vedere alcuni artisti in particolare, a cui non avrei minimamente pensato (nel dettaglio uno che amo follemente, ma pensavo di conoscere solo io).

Per quanto mi riguarda, il mio criterio di valutazione tenderà ad abbandonare il gusto soggettivo (che propenderà, per forza di cose, quasi sempre verso artisti che hanno uno stile che rientra maggiormente nelle mie corde) e la bellezza dell'opera in sé, ma mi concentrerò piuttosto sull'attinenza alla sala. 

Sono già in panico all'idea di dover stilare una classifica.

2-2-1920x960.jpg

mrnace
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22 marzo, 2020 - 21:48
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Ciao ragazzi, grazie mille... Siete stati tutti bravi, anche viste sul telefono le proposte son proprio belle belle

Sì, vi ricordo, siete in incognito (qualcuno sta scomodo con quella camicia ottocentesca?)

Ricordo a tutti i benefici che valgono SOLO per una sala e NON VANNO PALESATI ma comunicati in privato, altrimenti perdono il loro senso che è confondere

narciso, la mia opera è in assoluto la più bella e mi metto al primo posto della TOP5

bari, posto una faketop5 e comunico in privato quella giusta 

buona ventura, cumulabile con gli altri, ho dei punti bonus

bacco, mi nascondo come Caravaggio nel dipinto e mi metto al quarto posto in una TOP5

Pensateci, non c'è fretta.. Potete commentare le top5 come nelle Sale di Prova o no, insomma fate come vi pare (che è il mio motto da sempre)...

KassaD1
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22 marzo, 2020 - 22:17
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Io e xello dobbiamo postare la nostra top 5?

Comunque complimenti a tutticlap2Avete scelto dei quadri bellissimi e molto coerenti con il tema. Giudicarli non sarà affatto facile perché non so bene quale criterio scegliere: sicuramente valuterò l’attinenza al tema e quanto il colore sia al centro del quadro/fotografia e della storia che questo vuole o meno raccontare.

Ci sono diversi quadri che ti fanno gridare WOW appena li vedi e altri che vanno scoperti zoom per zoom (sì, io amo osservare ogni particolare e carpire i significati). Il mio gusto personale è rivolto verso quest’ultimi (per questo ho amato un quadro in particolare), ma devo dire che c’è stato un quadro WOW che mi è piaciuto da morire.

Purtroppo io non conosco diversi artisti, quindi, chiedo ai partecipanti (se non le fanno loro, cercherò per conto mio) di mettere più informazioni possibili nelle descrizioni, così da capire meglio il quadro e scoprire le varie sfaccettature nascoste.

NotturnoManto
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22 marzo, 2020 - 22:28
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Kassa goes giudice di My Favorite Singer, ho a bit paura lol

Waves of Music
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22 marzo, 2020 - 23:24
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Innanzitutto complimenti per il lavoro, mi ci vorrà un giorno solo per leggere con attenzione le didascalie lol

Detto ciò, ho già due opere che mi hanno ipnotizzato e metterò ai primi due posti e due che invece non incontrano il mio gusto. Sul resto devo riflettere...

mrnothing
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22 marzo, 2020 - 23:39
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Quindi, giusto per non fare idiozie, solo con Bacco e Narciso potremo autovotarci, giusto? 

Quando invece useremo i Bari, si potrà usare in contemporanea il narciso o il bacco e autovotarci al primo/quarto posto in privato? 

O forse non ho capito niente io ban

mrnace
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23 marzo, 2020 - 8:41
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Rispondo a tutti

Quindi, giusto per non fare idiozie, solo con Bacco e Narciso potremo autovotarci, giusto? 

Quando invece useremo i Bari, si potrà usare in contemporanea il narciso o il bacco e autovotarci al primo/quarto posto in privato? 

Esatto, potete autovotarvi solo con Narciso (primo posto) e Bacco (quarto).

Bari. Sì e possibile usarli contemporaneamente. Potete postare una classifica a casaccio e quindi inserirvi ovunque in classifica o non inserirvi. Farà fede la top5 che mi manderete. Chiaramente se scegliete di mettervi primi in privato gli altri gareggianti saranno spaesati cercando nelle vostre top5 qual'è il vero vostro primo Posto che vi smascheri.. 

 

Io e xello dobbiamo postare la nostra top 5?

Certo KassaD1, la top5 in privato. Puoi dire la tua su tutti o sottolineare solo quelli che ti sono piaciuti maggiormente. Per il discorso informazioni, avendo più o meno contribuito a molte didascalie prendo nota del suggerimento e vedrò di darne maggiori nelle prossime Sale. Sono curioso di sapere se hai già scoperto qualche utentetalpatalpatalpa

A tra poco con il contenuto delle vostre shopper

mrnace
Utente PLATINO

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23 marzo, 2020 - 10:03
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Opinionisti? Tutto bene, ci siete?

@xello 

@KassaD1 

Bene, ecco cosa si nasconde dietro le vostre due shopper Caravaggesche. Per scoprirlo dobbiamo guardare nel dettaglio i dipinti riprodotti sopra le stesse. Cominciamo da Ragazzo morso da un ramarro, 1593

ramarro2rama

Logicamente dietro la tela c'è un significato simbolico: il morso della lucertolina allude alla delusione e ai pericoli della vita, all'insidia che si nasconde dietro l'angolo, che ci aggredisce all'improvviso, quando non ce l'aspettiamo. Ma noi del MuseoRh, più pratici e superficiali, guarderemo ad altro. Il ramarro ha appena morso il ragazzo, quindi **** **** Ahia che male...
Ecco xello la prima Opinione per te è l'Opinione Ahia! (in realtà avevo pensato a un'altra parolaccia, ma per evitare di chiudere prima ancora di cominciare ho cambiato subito): quando un'opera non incontra il tuo gusto, non la trovi pertinente con il tema della Sala o comunque ti sembra la meno a fuoco puoi giocarti l'Opinione Ahia! e al gareggiante verranno sottratti 3 punti dalla classifica. Puoi esprimerla liberamente sul topic.
Ma hai anche un Opinione premiante a disposizione: l'Opinione Rosa. E' così bella, sola nel vaso. La più profumata, appena colta. Con l'Opinione Rosa puoi premiare regalando tre punti in classifica all'opera che ti è piaciuta maggiormente. Anche per questa basta scrivere in topic l'Opinione e il dipinto/foto/illustrazione in questione.
Non è obbligatorio usarle entrambe, ad esempio se sei incerto fra due o tre opere migliori e non riesci a decidere puoi segnalare solo la "peggiore" o viceversa, se ritieni che tutte siano meritevoli puoi evitare l'Opinione Ahia! e scegliere di premiare la "migliore" con l'Opinione Rosa.

xello
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23 marzo, 2020 - 10:43
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Ok grazie! La nostra top 5 va scritta sul topic o in privato?

Opinione Ahia e Opinione Rosa possono essere espresse in ogni prova o solo in un numero limitato di prove?

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