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MuseoRh monechiapi è il VINCITORE
amers

Moderatore - Mentore

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28 marzo, 2020 - 13:43
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Come sempre fantastico mrnace, un lavoro davvero sublime *-*

Mi piacciono tanto tre opere, sono potentissime e intense. Devo vedere tutto con calma con musica e odori e poi deciderò 

mrnace
Utente PLATINO

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28 marzo, 2020 - 14:51
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mrnothing ha detto

1. Non poter avere una spiegazione diretta dei mecenati riguardo le loro scelte... che in certi casi sarebbe interessante avere.

2. Non poter spiegare direttamente la propria scelta 

Ma ovviamente è il senso e il bello della sala. Certo che il contrasto tra le percezioni nostre dell'opera e quelle del mecenate potrebbe portare a classifiche di gradimento nettamente diverse l'una dall'altra. Non vedo l'ora di leggere i pensieri di tutti laugh

Ciao mrnothing, certo so bene che è frustante non potere spiegare completamente la scelta ma avrei stravolto il senso della Sala. L'olfatto e l'udito così come l'aggettivo esplicativo (è solo una suggestione lo so) sono funzionali al racconto dell'opera che vi ricordo resta l'elemento fondamentale. Proprio per questo non ho riportato i testi delle canzoni.

 

Le didascalie introduttive servono anche a chi legge di passaggio che altrimenti troverebbe solo una distesa di dipinti/foto e due parole qua e là. Ai fini della valutazione potete non considerarle. Fidatevi molto del vostro istinto e scegliete l'opera che più vi ha catturato. Mi aspetto top5 e opinioni contrastanti.

 

Per ogni Sala la didascalia introduttiva cambia, ti assicuro che avrai modo di esprimerti..

 

Siete stati tutti molto bravi davvero!!!

mrnothing
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28 marzo, 2020 - 15:04
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mrnace ha detto

mrnothing ha detto

1. Non poter avere una spiegazione diretta dei mecenati riguardo le loro scelte... che in certi casi sarebbe interessante avere.

2. Non poter spiegare direttamente la propria scelta 

Ma ovviamente è il senso e il bello della sala. Certo che il contrasto tra le percezioni nostre dell'opera e quelle del mecenate potrebbe portare a classifiche di gradimento nettamente diverse l'una dall'altra. Non vedo l'ora di leggere i pensieri di tutti laugh

Ciao mrnothing, certo so bene che è frustante non potere spiegare completamente la scelta ma avrei stravolto il senso della Sala. L'olfatto e l'udito così come l'aggettivo esplicativo (è solo una suggestione lo so) sono funzionali al racconto dell'opera che vi ricordo resta l'elemento fondamentale. Proprio per questo non ho riportato i testi delle canzoni.

No no ma figurati, forse mi sono spiegato male, non voleva essere una critica. È proprio questo aspetto che rende il tutto interessante. In verità, più che il non poter spiegare le scelte, è soprattutto non poter soddisfare la propria curiosità riguardo alcune scelte di altri laughMa poi il tempo per spiegare e capire arriverà comunque.

 

Adesso vado a sniffare le opere.

mrnace
Utente PLATINO

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28 marzo, 2020 - 15:12
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Bravo annusate le opere, guardate la musica e ascoltate i profumi!!!! Ah ma potete anche criticare.. Certo poi l'ultimo posto è garantitotalpatalpa

Waves of Music
Utente 2xDIAMANTE

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28 marzo, 2020 - 21:33
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Complimenti per le scelte, ai concorrenti, e per le presentazioni efficaci a mrnace! Al termine dell'esposizione si potranno avere i nomi delle canzoni? Alcune non le conosco.

Ho pensato a questa classifica:

1. Magritte - Semplicemente splendida. La nitidezza del fuoco, l'ambiguità della tela trasparente e la prospettiva inusuale, e di platonico richiamo, sono veramente efficaci. Quasi tutte le altre opere, direi, hanno optato per il suscitare turbamento, questa invece la trovo rilassante, ma questo non è un malus, anzi voglio premiare la scelta di chi l'ha proposta andando - direi involontariamente - controcorrente. Adeguata la scelta del brano.

2. Yerka - Just...wow! Che colori, che precisione nei dettagli, e che idea potente questa della natura che fiorisce dentro ad un gabinetto. Belle le molteplici sfumature di verde. Musica forse un po' troppo angosciante per un'immagine che per me non lo è poi così tanto.

3. Munch - Qua a convincermi maggiormente sono state aroma e scelta musicale, che ho trovato molto indicate per l'autore del dipinto, ancor più che per il dipinto stesso.

4. Rive - La foto è bella, molto bella e l'avrei messa anche più in alto, ma a me non ha comunicato solitudine, anzi! Tutti quegli alberi attorno mi comunicano presenza, supporto, seppur non a portata di mano.

5. Blake - Più classico di altre scelte, ma incredibilmente d'effetto. Musica on point.

KassaD1
Utente 2xDIAMANTE

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28 marzo, 2020 - 22:48
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Ho rivisto tutte le opere e riascoltato tutte le canzoni ed ecco la mia Top 5:

1. Munch: nella prima Sala non avevo capito per niente il tuo quadro, questa volta, invece, hai fatto proprio centro e devo dire che mi hai fatto venire un brividinoheart

2. Rive: sono stato indeciso per se metterlo primo o secondo fino all'ultimo momento, ma alla fine ho preferito premiare Munch perché mi ha colpito di più. Questo lavoro è davvero ben fatto perché sei riuscito a farmi immergere nel contesto, facendomi sentire tutta la solitudine di questa collina innevata e anche l'odore della rugiadasmitten. Vedendo la foto, mi sono subito ricordato di quando uscivo alle 6.30, passavo per il parco davanti a casa mia e osservavo tutte queste goccioline sulle foglie degli alberi.

3. Bansky: questo lavoro può essere descritto con la parola STUNNING: il quadro ha un impatto davvero forte (due personaggi vicini al mondo dei bambini che tengono la famosa bambina colpita dal Napalm, assurdo), la canzoncina allegra con quel rumore gracchiante in sottofondo e l'odore delle patatine con la parola supremazia cascano proprio a pennello. Bravissimo/a a chiunque abbia fatto questa sceltaclap2

4. Millais: devo dire anche qui di aver trovato ottimi collegamenti tra musica, profumo e quadro: mi sarei aspettato un altro tipo di canzone (forse più malinconica?) e mi ha sorpreso trovare qualcosa di più movimentato, ma che facesse trasparire sempre una sorta di mancanza di qualcosa.

5. Blake: questo è uno dei quadri che ho più osservato (sì, ho zoomato tutti i particolari) per riuscire a cogliere ogni minimo particolare e ho adorato vedere questi corpi che diventano come delle piccoline colline e poi rientrano nel vortice ricco di persone con pose ed espressioni diverse.

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Voglio utilizzare l'opinione Fico per premiare il quadro di BANSKY e uso l'opinione Boring per MAGRITTE che non mi ha convinto fin dal primo momento.

NotturnoManto
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29 marzo, 2020 - 0:28
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1) Max Rive

Di nuovo centro. Pur essendo, credo, più semplice della precedente, anche questa foto mi lascia senza fiato, come se mi trovassi lì stesso, immerso nel freddo. Personalmente nemmeno io avverto quei sentimenti legati al dolore, alla decadenza di cui si parla nella introduzione, ma fondamentalmente siamo chiamati a valutare il quadro attraverso i tre elementi del nome, dell'aroma e della musica e in questo caso torna davvero tutto. Osservando il paesaggio avverto tranquillità, distensione, mi sembra un luogo nel quale uno 'spirto guerriero', per dirla alla Foscolo, possa trovare requie e pausa dai propri tormenti, e il termine scelto a illustrare la foto, Assenza, si presta a questa lettura. L'odore di rugiada, da quel che ricordo, è davvero galvanizzante, mi fa pensare alla mia campagna in inverno, di mattina presto (anticipo però che il fattore odore non la rendo una discriminante né in positivo né in negativo dato che alcuni di essi non li ho proprio presenti), e la canzone Song to the Siren, che ho conosciuto di recente partecipando al contest degli anni '80 apprezzandola immediatamente, rende bene questa atmosfera quasi incantata e dolce.

2) Edvard Munch

Un bel salto rispetto all'esposizione della sala precedente. Personalmente non sono nemmeno un grande ammiratore di ritratti e autoritratti, a meno che non si allontanino da uno stile troppo realistico per abbracciarne uno più simbolico e personale, e credo che questo sia il caso: sembra quasi di guardare una fotografia consunta, rovinata, la cui distorsione arriva ad intaccare il giovane volto dell'autore portandone a galla una certa malinconia, amplificata dalla bella canzone, fredda e confortante al tempo stesso, dei Florence + The Machine. Tra l'altro, sarà anche un quadro 'di stampo naturalistico', ma per certi versi mi fa venire in mente certe cose di Egon Schiele.

3) Alex Prager

Anche in questo caso c'è un maggiore interesse da parte mia rispetto all'opera della prima sala. L'introduzione è già molto accattivante, ma nel momento in cui mi chiedo se, accantonata quella, trovo la proposta artistica ancora efficace, mi rispondo che sì, continuo a percepire un senso di macabro, un qualcosa di disturbante nella foto, forse dovuto al fatto che l'insieme non è di lettura immediata. Per esempio, da solo non avrei pensato che quelle gambe appartenessero a un cadavere, mentre avverto una più esplicita sensazione funerea in quel lenzuolo debordante, che si stende sul pavimento come un drappo funebre. La musica scelta personalmente non mi esalta, però contestualizzata trova il suo senso nell'essere una sorta di doppio della figura in ginocchio, sensuale in un modo quasi conturbante.

4) Banksy

Ammetto che, in linea teorica, Banksy mi sembra essere l'artista in gioco più lontano dai miei gusti, però in questo caso il lavoro ha sicuramente catalizzato il mio interesse, nel suo essere disturbante, quasi crudele nello sbatterci in faccia il male, o quantomeno la problematicità, che può annidarsi in qualcosa ritenuto, di base, bello e innocente come la Disney. Se devo dire la verità trovo però la musica e soprattutto l'odore scelti un po' didascalici, ridondanti.

Per il quinto posto sono stato indeciso tra William Blake e John Everett Millais, per i quali mi ritrovo a fare la stessa considerazione: le opere in sé mi affascinano, ma le trovo scollegate dalle musiche che le accompagnano. Blake illustra con maestria, plasticità, pathos un momento tra i più famosi della Comedìa, un momento che poeticamente tende all'alto, al drammatico. La musica scelta, che già in sé stilisticamente non rientra tra i miei gusti, la trovo... ammiccante, seducente, ma sicuramente non capace, per quanto mi riguarda, di veicolare la violenza della bufera, i tormenti delle anime dannate. Per quanto riguarda Millais, mi piace tantissimo la canzone, ma trovo la parte musicale troppo dinamica e ricca, l'interpretazione di Kate Bush troppo 'febbricitante' ed espressiva per potere amalgamarsi bene a un quadro che fondamentalmente trovo tanto affascinante quanto statico (non in senso negativo), tanto più che la canzone offre il punto di vista  di una donna, Catherine Earnshaw, che è una sorta di eroina romantica, dilaniata dal furor della passione, in preda a deliri, elementi che non riscontro in nessuna delle due figure del quadro di Millais. Ribadisco che le opere sono davvero belle (in sé e per sé forse ho una leggera preferenza per quello di Millais, con quei drappi la cui consistenza quasi tattile mi fa impazzire, un po' come il mantello della ragazza cieca del quadro precedente), però alla fine, giudicando la proposta nell'insieme, scelgo di dare la precedenza a Blake perché, per quanto la colonna sonora non mi susciti granché, la trovo più lontana dai miei gusti che 'sbagliata' (chiaramente questo è solo un mio parere, sicuramente per altr* i connubi risulteranno essere più riusciti).

5) William Blake

mrnothing
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29 marzo, 2020 - 1:52
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Ho fatto una fatica tremenda per questa top 5. Comunque:

1. Edvard Munch - Qui non ho avuto dubbi. Ancora oggi non riesco a capire se Munch lo odio o lo amo. In questo caso il subbuglio interno è stato facilmente risolto dagli abbinamenti di musica e assenzio, mio ottavo peccato capitale e simbolo di dannazione artistica. L’insieme fa risaltare l’opera e le dà un’anima, quando invece, in tempi normali, mi sarebbe stata del tutto indifferente. Un po’ meno convinto dalla parola, ma poco importa.

2. Jacek Yerka - Iniziano le difficoltà. L’opera mi piace molto, un mix chimico-naturale da brividi, abbinato perfettamente, a mio parere, alla musica. Il termine giapponese mi piace, non so se lo intendo nella giusta maniera, ma riesco ad integrarlo idealmente all’immagine. L’essenza di palude…sì e no.

Ecco, per tutte le altre opere avrei messo un terzo posto pari merito. Ma non si può, quindi mi sono attaccato a dettagli.

3. William Blake - Trovo tutto adeguato, musica, parola, profumo. L’opera è stupenda. Il mio unico problema, ma è dato esclusivamente dall’estetica del quadro, è che la realizzazione puramente pittorica a mio gusto non esprime l’angoscia del momento, il lato « devastante », come giustamente detto nella didascalia. Ma se no le scelte del mecenate sono perfettamente in linea con l’idea del quadro. La colpa è di Blake, a cui comunque penso che interessasse ben poco cosa ne avrei pensato io quasi 200 anni dopo.

4. René Magritte - Complimenti per la musica, aldilà dell’abbinamento, molto bella. L’avrei associata maggiormente alla fotografia di Rive, come anche il profumo. In generale interpreto diversamente l’opera, ma capisco l’intento del mecenate, e voglio premiarlo/a in questo senso.

5. Alex Prager - Mi piace l’opera. A mio parere, trovo un po’ troppo contrastante l’immagine + musica vs parola vs profumo. Trovo i quattro concetti un po’ eterogenei. Ma di nuovo, si tratta assolutamente di una mia percezione. Comunque quest’immagine disturbante ha un non so che di affascinante.

 

Mi scuso con Millais, Banksy e Rive. In alcuni casi mi mancavano gli abbinamenti, in altri l’opera non mi ha colpito abbastanza duramente, nonostante le musiche, i profumi e i vocaboli. Ma ripeto, dal 3° all’8° posto erano praticamente tutte alla pari, si tratta di dettagli e gusto personale. In generale trovo questa seconda sala molto ben riuscita e più efficace della prima, complimenti a tutti!

mrnace
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29 marzo, 2020 - 11:16
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waves of music ha detto

Al termine dell'esposizione si potranno avere i nomi delle canzoni? Alcune non le conosco.

Certo! Al termine dell'ultima top5 troverete tutti i titoli/esecutori. Ma non solo, sarà mostrata anche parte della classifica!! 

xello
Napoli

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29 marzo, 2020 - 12:52
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Magritte: Trovo un perfetto equilibrio tra tutti gli elementi scelti. Dalla musica d’ambiente, alla fragranza scelta all’opera stessa. Quel fuocarello nell’angolo e la caverna creano un ambiente accogliente e protettivo, dal quale si osserva la realtà circostante da una prospettiva insolita.

Bansky: Se l’opera in sé non mi fa impazzire (per quello sfondo marrone e quei tratti poco delineati), ho trovato il contesto in cui è inserita molto convincente. Quel suono quasi disturbante e quei tre elementi simbolo della storia dell’umanità (e l’evento storico a cui si fa riferimento) sono d’impatto.

Munch: Anche qui è stato fatto un grosso lavoro con la scelta musicale e del contesto in cui inserire l’opera. Quello sguardo e quella tela così ‘consumata’ rispecchiano la distruzione interiore di un uomo in preda ai fumi dell’alcool, sua unica ancora per sfuggire ad una realtà che gli sta stretta.

Rive: Il brano è un colpo al cuore. Lì in mezzo a quel paesaggio sconfinato, dove attorno ci sono ettari ed ettari di alberi, lì proprio nel mezzo svetta quell’albero solitario e poche strutture di legno. Proprio quest’immagine mi trasmette quel senso di solitudine e assenza che volevi comunicarci. Bello anche il gioco di ombre e luci.

Prager: Opera che onestamente non avrei capito fino in fondo senza la descrizione. L’inquietudine sicuramente c’è (dalla gambe metalliche alle gambe che sbucano sul letto) e trovo in tal senso giusto il brano scelto (sembra di essere in un episodio di PLL). Però quel fatale non lo percepisco fino in fondo. Tutto potrebbe essere tutto.

Millais: Qui siamo di fronte ad una scena insolita. In una camera da letto non ci si aspetta di certo una sposa con quell’espressione facciale e soprattutto non ci si aspetta un uomo che si dispera per afferrarla. E quindi quel senso di irraggiungibile mi viene gridato subito forte in faccia. Capisco la scelta del brano (visto il riferimento a Cime tempestose) anche se non la trovo così forte.

Yerka: Wow che scena. Sia di fronte ad una scena insolita, isolitissima. Quell’essenza di cui parli salta subito fuori e non potrebbe essere diversamente. Anche altri elementi (vedi quella nube di fumo o quei tubi) aiutano a creare l’atmosfera giusta. La scelta del brano invece non mi ha convinto.

Blake: Siamo di fronte ad una scena letteraria che mi ha sempre suscitato grandi emozioni. Quella dannazione è visibile, quei vortici di anime sono davvero devastanti. Giusto il brano scelto. Dell’opera non mi convince solo quel bagliore (ed è già la seconda opera di Blake a darmi la sensazione che spesso esagera con i colori chiari). Seconda scena dell’Inferno dantesco consecutiva: attenzione nel non cadere nella ripetitività tematica.

 

Uso l’opinione rosa per RIVE.

Uso l’opinione ahia! per PRAGER.

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Emm
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29 marzo, 2020 - 19:13
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A differenza di alcune opinioni lette qui e là, sarò un po' voce fuori dal coro ma non ho provato quasi mai le sensazioni ricercate in toto, né quelle che ho letto nei primi interventi dei miei colleghi. Ma qui è tutto vaporoso e magari sono fake talpa.

 

1) Prager
Ecco, qui c'è tutto (per questo ho messo quasi nell'intro), lo sguardo conturbante e compiaciuto della modella che gusta il gelato è il focus dell'opera ma la concordanza dei quattro elementi (visione, aggettivo, odore, melodia) qui c'è tutta. Toxic in questa versione poi è geniale.

 

2) Blake
Forse mi manca un po' di devastazione uditiva, ma la raffigurazione del vortice di lussuria è potentissima e mi ipnotizza.

 

3) Yerka
Non ho il piacere di conoscere l'essenza di palude, ma se la scorsa opera per me era pacificamente ottava, questa mi ha suggestionato molto, il verde è il mio colore di riferimento e qui è protagonista indiscusso.

 

4) Millais
Qui la cosa che più mi ha colpito è l'aderenza dell'opera con i personaggi della Bronte. Bel gioco di colori, ma l'acqua di rose perché? Con l'odore del legno o della polvere delle cortine del letto avrei dato una posizione in più.

 

5) Munch
Gli autoritratti mi mettono sempre in soggezione. Questo non fa eccezione, sembra sussurrare: ma chi ca**o sei tu per giudicare? Quindi non riesco a valutarlo né meno né più di così, meglio la sensazione olfattiva di quella uditiva, comunque.

 

Bansky l'ho trovato più sensazionalistico che convincente, Magritte ammetto di non capirlo proprio, Rive più che solitudine mi ha trasmesso conforto con quel brano caldo e avvolgente.

amers

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30 marzo, 2020 - 9:07
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René Magritte: l'opera scelta è molto bella. Mi attrae e mi rilassa. Trovo adatta la musica scelta mentre non mi ha convinto del tutto l'odore. Comunque sono soddisfatta.

 

Bansky: non mi piace l'opera ma mi piace il lavoro svolto. Bene la musica, adatta. Anche l'odore anche se forse non così incisivo. 

 

Edvard Munch: bellissimo il dipinto. Anche la musica e l'odore di accompagnamento chiudono perfettamente il tutto. Tra i più riusciti.

 

Rive: anche in questo caso credo sia stato svolto un lavoro perfetto. L'aggettivo e l'odore sono rappresentativi. Idem la musica anche se mi arriva leggermente meno.

 

Prager: l'opera scelta non mi fa impazzire. Mi piace però l'accostamento con la musica. Meno con la musica scelta. 

 

John Everett Millais: bellissimo il dipinto scelto. La musica la trovo perfetta per la descrizione della scena, contrasta. Ottima anche la scelta dell'odore.

 

Jacek Yerka: interessante. Destabilizzante. Bene l'odore. Bella la musica scelta. Non mi ha convinto del tutto ma è tra quelli che ho osservato di più.

 

William Blake: bella la scelta del quadro. Non immediato l'accostamento con la descrizione però. Mi piace anche la scelta dell'odore mentre non mi convince del tutto la scelta della musica. 

 

In generale trovo tutti i lavori buoni, ho stilato la classifica pensando alla triade che mi ha convinto di più rispetto al lavoro scelto, a prescindere dal mio gusto personale sulle singole opere.

 

Rive

Millais

Munch

Yerka

Magritte

mrnace
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30 marzo, 2020 - 9:36
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Ecco i crediti musicali:

Thom Yorke, Suspirium
Mickey Mouse e il suo fischietto
Florence + the Machine, Various storms and saints
This mortail coil, Song to the siren
Yael Naim, Toxic
Kate Bush, Wuthering heights
Bjork, Earth intruders
Leonard Cohen, I'm your man

 

Ultime ore per votare concorrenti-artisti, avete tempo fino alle 14.00 di oggi. Grazie. 

@monechiapi @Casadelvino @Alby 

Nel pomeriggio, prima della prossima Sala, daremo un occhio (uno solo) alla classifica. 

 

sandy3

Giornata grigia? Aggiungiamoci del colore

sandy6

Sandy Skoglund
Radioactive cats, 1980
Fox games, 1989

Alby
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30 marzo, 2020 - 9:46
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Io sto per cominciare una serie di videolezioni, dovrei finire alle 13, appena riesco voto e nel frattempo mi chiarisco un po' le idee 

NotturnoManto
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30 marzo, 2020 - 9:49
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Mi sento abbastanza ignorante nel non avere riconosciuto Cohen lol lol  complimenti a chi ha portato il soave Thom Yorke  clap2 mi dispiace non averlo votato, ma quel dipinto di Magritte lo trovo un po' esangue frown

mrnace
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30 marzo, 2020 - 10:23
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Alby ha detto

Io sto per cominciare una serie di videolezioni, dovrei finire alle 13, appena riesco voto e nel frattempo mi chiarisco un po' le idee 

Non ci sono problemi Alby possiamo posticipare di qualche ora, le videolezioni hanno la priorità

Casadelvino
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30 marzo, 2020 - 11:38
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Questa volta è stata molto dura, mi sono piaciuti tutti per motivi diversi, alla fine nel complesso traggo questi risultati.

1) Magritte - L'altra volta non ha tratto molto, ma questa volta il lavoro è egregio. Innanzitutto è l'opera che mi colpisce maggiormente, ma pure  la scelta di un odore riconoscibile e collocabile nel quadro come i legni di bosco è stata furba e centrata. Infine la splendida canzone ti richiama proprio la sensazione di avvolgimento.

2) Munch - veramente un ritratto d'impatto, l'odore acre dell'alcolico e la scelta di quel pezzo angoscioso con la vocalità ricca di sfumature di Florence per me sorreggono perfettamente l'opera e la percezione sensoriale.

3) Yerka - L'opera mi è piaciuta molto, e la scelta di Bjork e delle sue peculiarità per me sono attinenti alla stilistica dell'artista, quindi un connubio geniale. L'odore era la scelta dovuta, ma il vocabolo da una parte mi ispira per il collegamente a tutta l'estetica orientale che riconosco sia nel quadro che in Bjork, ma arriva meno facilmente, avrei scelto un vocabolo più di immediata comprensione.

4) Millais - Scelta molto bella, l'ineffabilità della donna ma anche il surrealismo della situazione che condisce l'atmosfera. Il fil rouge dell'amore lega le scelte di Kate e dell'essenza alle rose.

5) Prager - Opera che mi arriva un po' meno di quanto dovrebbe per la scelta del vocabolo, ma che nel complesso tra odore e canzone comunque rispetta tutte le richieste della consegna sull'espressione sensoriale.

monechiapi
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30 marzo, 2020 - 12:28
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Ammetto che valutare questa sala è stato molto difficile perché ognuno ha una percezione soggettiva diversa e quindi magari, secondo il mio punto di vista, alcune opere suscitano sensazioni diverse rispetto a quelle descritte. Ho provato comunque a unire la logica dell'impatto al mio pensiero personale.

1. Bansky: trovo che nella sua semplicità il messaggio arrivi forte e chiaro. Forse è stata l'opera più d'impatto proprio perché di facile interpretazione. La musica e la profumazione scelte sono abbastanza "banali", ma in questo caso trovo siano scelte giuste e intelligenti nel trasmettere l'idea dell'opera. Anche la parola scelta per descriverla la trovo d'effetto e riassuntiva del lavoro.

2. Magritte: anche qua semplice ma efficace. Seppur ricca di sottintesi, l'opera scelta mi trasmette veramente quel senso di accoglienza espresso dal vocabolo. La fragranza e la musica scelte sono efficaci e permettono di immergerti nel quadro, come se fossi davvero presente sulla scena, accanto al fuoco, intento a contemplare la vastità del paesaggio montuoso al di fuori della grotta.

Da qui in poi almeno un abbinamento vocabolo-profumo-musica non mi hanno convinto del tutto, ma, come ho detto all'inizio, è tutto molto soggettivo. Mi spiace per i tre che ho dovuto lasciare fuori, che in realtà forse erano le opere anche esteticamente più vicine al mio gusto, ma che in qualche modo non mi hanno convinto all'interno di questa sala.

3. Millais: ho trovato molto efficace la scelta di Kate Bush e del vocabolo, un po' meno quella della fragranza. Ma comunque, anche il profumo scelto può abbinarsi effettivamente alla scena raffigurata. L'opera la trovo perturbante, ma stupenda. L'accostamento a Cime Tempestose è calzante e ti ritrovi subito trasportato in una storia ricca di pathos e di atmosfere gotiche. 

4. Prager: bellissima opera, che mi ha catturato subito. Probabilmente a me l'opera trasmette più disagio che fatalità e seduzione, come suggeriscono il vocabolo e la scelta della canzone, che comunque sono pertinenti per quel che rappresenta l'immagine. Il profumo di vaniglia, boh, dovrebbe richiamare il gelato? Però lo percepisco come un odore conciliante, rassicurante, mentre avrei puntato su qualcosa di più "spigoloso".

5. Rive: anche quest'opera incantevole. La cosa che più mi ha convinto è la scelta della musica, perfetta. Tuttavia, ci trovo poca assenza: avrei legato a questo termine un paesaggio più selvaggio e incontaminato rispetto alla bellissima Alpe di Siusi. Il profumo di rugiada non lo associo alla neve personalmente. Resta comunque una fotografia stupenda, con quel pino in posizione centrale su cui si riversa la luce solare, come fosse un riflettore e la distesa nevosa un grande palcoscenico. 

Alby
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30 marzo, 2020 - 13:21
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Per questa manche la discriminante, oltre alla bellezza del quadro, è stata l’apporto che musica, vocabolo e profumo sono riusciti a darmi. Ho immaginato di entrare in un museo, di fissare il quadro e poi di fissarlo di nuovo con le altre stimolazioni sensoriali. Ci sono dei casi in cui il tutto aggiunge poco o amplifica cio che il quadro già emana, in maniera quasi didascalica, ma ci sono anche casi in cui il tutto aggiunge molto al quadro e regala quindi un effetto diverso. Mi ha colpito soprattutto questo aspetto. La mia classifica quindi é: 

Munch – Di solito gli autoritratti mi annoiano e anche questo autoritratto non faceva molta differenza. Quando è partita la musica, però, quel volto ha cominciato a parlare da solo. Quegli occhi mi guardavano come se volessero raccontarmi, soltanto fissandomi, tutto il dolore e l'angoscia interiore. Guardandoci a vicenda è come se ci fossimo capiti. Mi sono reso conto di aver sempre sottovalutato gli autoritratti, non li avevo mai considerati come il modo più profondo che ha un artista per mettere a nudo la propria anima mostrandoci il modo in cui si vede in un determinato momento. 

Blake – Questa scena sembra prendere vita. Ho visto questo quadro muoversi davanti ai miei occhi come se tutto stesse accadendo intorno a me. La scelta musicale è stata davvero gustosa. C'è qualcosa in quella voce che si rivolge con un compiaciuto sadismo alle anime, accompagnando il loro strazio. Come se fosse appunto la voce del diavolo, Esteticamente mi piace come, seppure sia tutto cupo, ci sia qualcosa di accattivante e di attrattivo, che se vogliamo ben si sposa al più tentatore dei peccati. 

Yerka - Ho visto spesso immagini in cui il tema è la natura che si riprende il suo spazio, soprattutto in contrapposizione con l'artificialità urbana. Qui ritrovo parzialmente alcuni di questi elementi, ma allo stesso tempo se ne mettono in campo di originali, come l'ambientazione e una natura che non è rigogliosa e vivida, ma paludosa. I due mondi sono finiti per contaminarsi a vicenda, ma la convivenza è problematica. Anche a questo proposito ho amato l'idea di Earth Intruders. Esteticamente bello lo strizzare l'occhio al fumetto sci-fi. 

Prager - Questo quadro mi ha colpito perché le suggestioni sensoriali proposte hanno rovesciato la mia prima impressione osservando. onestamente pensavo fosse una semplice scena erotica che inneggiasse alla diversità (due donne, di cui una con le protesi), il resto invece mi ha fatto riconsiderare il contesto e il personaggio che avevo di fronte e mi ha fatto assistere ad un'altra storia che forse il fotografo voleva raccontare meno immediatamente. 

Millais  - Anche qui ho trovato una storia, suggerita direttamente dalla bellissima canzone. C'è un quadro che diventa un altro quadro con i dovuti elementi di accompagnamento. Sono rimasto veramente sorpreso dalla differenza tra le due proposte di Millais, con questo interno cupo e fantasmagorico, quasi paranormale, ma a suo modo anche romantico. 

mrnace
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30 marzo, 2020 - 15:37
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museoerreacca

Ecco i risultati della Classifica del MuseoRh.
Avete fatto bene i conti guardando in topic? Male..
Vediamo Tre più 4 meno uno più tre meno tre più 2 no quella è fake.. un casino..
I Benefici vi hanno già aiutato, premiato, confuso. Aggiunto e sottratto le Opinioni alla somma delle due Sale ed eccolo, finalmente, il risultato.
Naturalmente è solo l'inizio, mancano tre Sale più la prova speciale. Siete divisi per la maggior parte dei casi da due, tre punti. Basta una Sala indovinata e si arriva alla vetta. Attenti però a non fallirne una perchè è un attimo che vi ritrovate in zona retrocessione.

Pronti a scoprire?
Come dite, musica tensiva?

Ho diviso la FactoryRh in tre gruppi: le prime posizioni (podio del MuseoRh), quelle intemedie (zona Caravaggio League), quelle meno fortunate (turni di qualificazione per la Caravaggio League). La posizione delle fotografie all'interno del gruppo è casuale, non indica la posizione esatta.

Qualificazione per la Caravaggio League

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