Non voglio essere molto assertivo per non condizionare il voto, mi limito a dire che sono contento che sia io che Nace abbiamo scelto brani alternativamente famosi e sconosciuti (entrambi con una netta prevalenza di questi ultimi), perché è giusto che un brano, se ritenuto di valore o di spessore, sia promosso dalla propria major a prescindere dal proprio livello di popolarità e mi piace che questo approccio sia stato sdoganato in entrambe le playlist. Beauty over fame.

Il mio menu prevede 10 canzoni collegate dalla scelta idiomatica dell'inglese (lingua che ha una predominanza schiacciante nei miei ascolti dall'età di 5 anni), che rappresentano i 3 tasselli stilistici del mio background musicale: elettronica, musica cantautorale e indie / dream / melancholic pop. Questi sono i generi sui quali la mia etichetta, la Plasma Records, si ripropone di investire, nella speranza di ingenerare una commistione di palati tale da cogliere le suggestioni sonore proposte.

L'elettronica abbraccia davvero un bacino ampio di sottogeneri, e non basterebbero 20 playlist per divulgarli tutti, per cui ho innestato il mio percorso cogliendo tre sfumature diverse, che sono le tre che personalmente ritengo più intriganti: l'elettronica più orientata al post-dupstep e al future garage con SBTRKT, l'artista più divisivo di questo contest since round 1 (give him a final chance, he deserves it e Jessie Ware, che ve lo dico a fare, trasforma in oro tutto ciò che tocca), l'elettronica più rivolta a sperimentazioni, psichedelia e virtuosismi di synth d'avanguardia con Mind Enterprises e infine un'elettronica più concentrata, più nordica, più incalzante con Robyn, che con LOVE KILLS mette la sua voce cristallina a disposizione di un brano elettronicissimo ed euforico, ispirato alla dance anni '80 che tanto mi sta a cuore.

La penna e la voce vengono fuse nell'ispirazione della canzone d'autore dai tre cantautori per eccellenza della mia playlist: Marianne Mirage, che con The place si spoglia di tutte le sue insicurezze e ci confida di essere sola, e che per quanto provi a colmare il suo senso di vuoto attraverso le relazioni sociali, niente riesce a sopperire la mancanza d'altro di cui avverte l'urgenza. Joan Baez ci dà il privilegio di ascoltare la sua voce per una terza e ultima volta a RC, accompagnata dalle sue fide e garbate strimpellate di chitarra, in un omaggio a Bob Dylan in cui dà nuovamente adito alla sua forte anima antimilitarista, implorando i figli di abbandonarla e di andare in cerca di un domani migliore, distanti dalle sofferenze in cui il loro contesto storico li ha imprigionati. Frank Ocean in un flusso di coscienza nostalgico e con delle immagini molto personali ci spiega perché è più vitale amare se stessi che annientarsi in un sentimento che, una volta individuato un picco, non è più in grado di replicarlo. 

L'indie / dream / melancholic pop, che non sono esattamente la stessa cosa ma possono individuare nelle restanti tracce un elemento di comunione, altro non sono che la stessa faccia di un pop ispirato, destinato a rimanere e a non essere masticato come una Big Babol per un uso e consumo temporaneo. Florence, Marco Mengoni e Miley Cyrus li conoscete e non voglio soffermarmici troppo, ma ancora una volta ho provato a renderli in una chiave non scontata, con canzoni che a me personalmente parlano e sono, nel loro essere disilluse, un'oasi felice all'interno della loro discografia, più delle canzoni che hanno regalato loro successo ma senza avere qualcosa da dire. Perché nel pop è più importante avere un motivetto accattivante o una bella voce piuttosto che veicolare un messaggio. Qui questo qualcosa in più che esula dalla bella voce c'è, sta alla vostra sensibilità decidere se abbracciarlo o rifiutarlo.

Infine come scelta libera ho optato per un'anestetizzante e spirituale Barbora Mochowa, che mi sembrava la chiusa perfetta per il mio percorso, in continuità col desiderio di introspezione che ricerco nei testi, e che sottende un piccolo omaggio ad @Alabama Monroe  e al mood che, per merito suo, ha impreziosito questo gioco a livello di atmosfere.

semota ha detto
Perché all’asta ti sei preso Marco e non Noemi?  

Sinceramente per me tra i cantanti all'asta l'uno valeva l'altro, è ovvio che preferisca determinate discografie ad altre ma ho ritenuto fosse banale riuscire a convincere avendo la strada spianata con Noemi, volevo cimentarmi con un cantante leggermente più ostico, e provare a sfidare me stesso, perché alla fine la vera scommessa è valorizzare il talent guadagnato trovando dei pezzi insoliti e magari non sovraesposti della sua discografia ed un discorso del genere, con un po' di impegno, lo si può fare con qualsiasi ex talent. Poi, chiaro, ci sta che per gusto io dia un voto più alto al miglior pezzo della discografia dei Bowland rispetto al miglior pezzo della discografia di Riki, però in linea di massima il discorso è questo: non è importante chi hai, ma come sei in grado di valorizzarlo. Poi, certo, ho rimandato il momento in cui schierare il mio talent perché comunque non è quella parte del mio team che ho scelto a priori quando ho deciso di partecipare a questo contest, ma è quella parte subentrata in maniera endogena dall'esterno, e, per quanto possa farmelo piacere, è ovvio che il mio gioco privilegi i cantanti su cui ho deciso di puntare inizialmente nel mio percorso.