Osservando le sfide, mi sa che ho scelto lo stato d’animo giusto per questa fase…
Non esco di Dola è il brano che ho scelto per rappresentare la rassegnazione.
Non esco è un brano grezzo, forse un po’ greve, come del resto lo è Dola. La voce roca, rochissima, il cappuccio della felpa sempre tirato su. Il disagio è palpabile, nel testo e nella melodia. Non solo in questo pezzo ma in tutto l’EP, Mentalità, che nel 2019 ho letteralmente consumato.
Non so dirvi se in quel periodo mi sentissi rassegnato. Certo, in quella primavera di due anni fa, non è che facessi i salti di gioia. Ma d’altronde non stiamo parlando di rabbia, né di tristezza. La rassegnazione è un lento trascinarsi o, ancor peggio, un arresto, un volersi fermare a basta.
E finirà male e finirà
E finirà in mare
Già lo sai che è così
Non c’è speranza, non c’è resistenza. Ci si lascia trasportare dalla vita, che nemmeno ci sorprende più, nemmeno ci fa più paura. Ma basta un niente a farci scattare. Anche lo squillo di un telefono.
Io stasera non esco nemmeno per sbaglio
Ho fatto ancora le otto e sono dentro il mio letto
E fisso il soffitto e sono sincero
E se mi chiama qualcuno oggi sclero
Io, ai tempi, facevo spesso questo esempio: “e va bene, aspetterò. Io so aspettare. Come alla fermata di un pullman. Anni e anni ad aspettare la corriera per tornare a casa da scuola, ho imparato come si fa. Ma oggi lasciatemi lì, al freddo di quella panchina e non statemi addosso. Non posso sopportare altro, oltre all’attesa”.
Per fortuna quel periodo della mia vita è passato...
Io ho la sensazione di essere già uscito dalla gara ma voi ascoltatevi Non esco:
Utente
30 aprile, 2020
G e o g r a p h e r
W h e n w i l l I b e l o n g
--- S P E R A N Z A ---
Dopo aver preso consapevolezza della propria vulnerabilità e attraversato un periodo di profonda depressione, il protagonista del mio flusso di coscienza si ritrova ancora una volta a riflettere sulla propria condizione.
Per raccontare questa nuova fase, ho pensato subito a When will I belong di Geographer, brano che, per un certo periodo, è stata la colonna sonora delle mie giornate e che, a mio avviso, ben rappresenta quell'attimo in cui si inizia a vedere la cosiddetta "luce in fondo al tunnel" accesa dalla Speranza.
Quando ci si ritrova nel buio della depressione, sarebbe splendido poter premere un interruttore che, all'istante, illumini le cose con una luce potente e duratura. Purtroppo non è così immediato, la luce della speranza è più simile alla piccola fiamma di una candela che inizia a lasciarti intravedere ciò che prima era immerso nell'oscurità, ma che va protetta affinché possa trasformarsi in qualcosa di più concreto.
Quella piccola luce, però, è sufficiente per cominciare a vedere le cose in modo differente e mi piace immaginare che sia proprio la bellissima voce cristallina di questo artista a farci da guida in questa fase, come fosse quella piccola fiamma.
All this fire I burn
It takes me inside and it shows me what it learned
Con questi due versi Geographer ci introduce in questa riflessione speculare a quella narrata dai Mountains of the Moon, dove però lo sconforto lascia il posto a una pacata presa di coscienza.
'Cause I've been walking my life to the beat of a drum
They gave me when I was far too young
I'm trying to be a lucky one
Capita, a volte, di ritrovarsi a percorrere un sentiero tracciato da altri pensando sia quello che può condurci alla realizzazione, a diventare un “lucky one”. Poi, all’improvviso, ci si accorge che quel sentiero non ci appartiene, semplicemente perché non è il “nostro” sentiero, non l’abbiamo scelto noi. Andando a ritroso, è facile comprendere come questa scoperta possa lasciare smarriti e privi di certezze, causando prima un senso di vulnerabilità e poi una conseguente depressione.
Il cammino verso l'uscita è lungo e lo sa bene anche il protagonista del brano che all’inizio chiede aiuto “Is there no one who can help me find / My own way to the other side”, poi arriva a una prima consapevolezza che rappresenta una chiave di volta nella sua riflessione:
No one believes me now that I found a way
But nothing gets done unless you do it yourself these days
In sostanza, comprende che gli altri possono certamente essere di aiuto, ma la forza occorre trovarla in se stessi perché siamo noi i primi a doverci aiutare.
E spesso le ripartenze iniziano proprio mettendo in discussione il passato, lasciando andare ciò che non ci appartiene realmente e costruendo qualcosa che ci rappresenti.
In spite of all I know
I keep trying to make the darkness all around me glow
When I feel alive
I can light up the whole sky
In questi quattro versi c’è tutta la voglia del protagonista di tornare a vivere e a prendersi il proprio posto nel mondo. Non sa ancora se e quando ce la farà, per ora può solo sperarlo, ma già il fatto di impegnarsi in questo indica che è sulla buona strada. Non ha ancora certezze, ma inizia a vedere quella "luce in fondo al tunnel”.
La Speranza, per me, ha rappresentato un ultimo, decisivo bivio: sapevo che mi bastava un attimo per tornare indietro e ricadere nell’oscurità, ma sapevo anche di poter trovare la forza per trasformare la speranza in uno stato d’animo finale più concreto.
https://www.youtube.com/watch?v=mJ1Z6c3wtvQ
TESTO COMPLETO
All this fire I burn
It takes me inside and it shows me what it learned
If I feel your love
And will you be my light above
Oh, anything else will do
Than being misunderstood
'Cause I believe I could
Feel as free as the words I choose
Won't you take me as I am
Underneath my heart is a simple man
If I could feel your love
Then I could reason with the shadows in my thoughts
Well I feel sometimes like a little child
Lost in the words from the fading light
Is there no one who can help me find
My own way to the other side
No one believes me now that I found a way
But nothing gets done unless you do it yourself these days
'Cause I've been walking my life to the beat of a drum
They gave me when I was far too young
I'm trying to be a lucky one
It was all I could do just to play along
Now you tell me that the paths are wrong
Oh maybe, we shouldn't try so hard
When will I belong
When will I belong
In spite of all I know
I keep trying to make the darkness all around me glow
When I feel alive
I can light up the whole sky
If I could feel your love
Then I could reason with the clouds up above
No one believes me now that I found a way
But nothing gets done unless you do it yourself these days
'Cause I've been walking my life to the beat of a drum
They gave me when I was far too young
I'm trying to be a lucky one
It was all I could do just to play along
Now you tell me that the paths are wrong
Oh maybe, we shouldn't try so hard
When will I belong
When will I belong
When will I belong
When will I belong
Game Ranking Winner 2021/2022
Utente
30 novembre, 2019
- INCERTEZZA -
Continuo il mio flusso di coscienza su uno stato d'animo che mi rappresenta e che si collega più o meno agli altri precedenti, soprattutto all'autostima: l'incertezza.
Durante la nostra vita cerchiamo di costruirci dei modelli secondo il nostro modo di pensare: quando osserviamo qualcosa, la nostra mente lo elabora e ne trova una logica intrinseca. A volte questo processo può incontrare degli ostacoli e così la mente lotta finchè non trova quel modello che rende l’evento coerente con il nostro modo di vedere le cose: ci poniamo domande a cui talvolta si riesce a dare una risposta, ma talvolta no.
L’incertezza può generare stress, capita di non avere abbastanza pazienza per concederci del tempo per riflettere e fare chiarezza su ciò che ci accade. Questo stress ci porta a cercare risposte immediate e spesso affrettate: per questo poi accadono "catastrofi" generate da decisioni impulsive e il rischio è quello di iniziare un percorso ancora più incerto o, ancora peggio, pieno di certezze opposte alla nostra volontà.
Personalmente, mi capita di avere in testa un modello di perfezione che mi vuole sempre sicuro, sereno, intelligente, equilibrato e capace di dire cose uniche e non scontate. Ma più cerco di somigliare a quel modello, più aumenta l'incertezza.
Una soluzione per rendere questo stato d'animo meno dirompente è quella di ritagliarmi del tempo per riflettere, parlare, chiedere, ascoltare e poi domandarmi cosa voglio veramente. Perchè è questo che definirà il piano principale. Anche circondarsi di persone che riescono a trasmettermi forza e sicurezza e che non si soffermano a sottolineare ogni piccolo errore può aiutare ad essere meno insicuri.
Ci si può sentire incerti, ad esempio, quando, anche solo per un periodo limitato, si cambia città, magari per lavoro. Sicuramente può risultare un'esperienza stimolante che può renderti più maturo, ma può anche accadere di non sentirsi all'altezza, di essere sommersi da dubbi, di sentirsi estranei e di domandarsi Che cavolo ci faccio io qui? È davvero quello che voglio fare nella mia vita?
Ecco che allora ho scelto Delicious Things della band britannica alternative rock Wolf Alice, facente parte del loro ultimo album Blue Weekend che ho divorato da quando è uscito quest'anno.
Descrive un'esperienza snervante vissuta dalla cantante Ellie Rowsell a Los Angeles durante un loro tour; racconta di come vede questa città, ovvero falsamente sofisticata e artificiosa, piena di persone stravaganti, potenti e ricche, false, abituate agli eccessi e non adatta ad una ragazza semplice come lei. Infatti si sente fuori posto, quasi intrappolata, non adatta ad un ambiente del genere.
Could I belong here? The vibes are kinda strong here
The vibes are kinda wrong here, scared to know just what goes on here
Ask me if I'm from here and I won't say no
He is making a movie and the score needs a hand
Feel like I'm falling, dreams slowly stalling
Extravagance disguised as elegance is boring
Lei però si sforza ad appartenere a quel mondo, anche facendo cose che non le appartengono, perchè in fondo se è arrivata fin là significa che qualcosa di buono nella sua vita è successo: non capita tutti i giorni di trovarsi in America per mostrare quanto si vale.
I don't belong here, though it really is quite fun here
I won't say no, I'll give it a go
Oh, I won't say no, I'll give it a shot
for the spot at the top, a girl like me
Would you believe I'm in Los Angeles?
Nonostante le varie incertezze della protagonista, trovo Delicious Things un brano glorioso, positivo: anche se si è circondati dai dubbi e dalla paura di sbagliare qualsiasi cosa, bisogna provare a non mollare e a proseguire dritti verso i propri obiettivi.
Utente
4 febbraio, 2018
Raga na fatica ma qui, su questo magico profilo spotify trovate tutti i percorsi di SDA4!
https://open.spotify.com/user/er9odr3h2q5njrtcczpculnf9
vi prego dopo 24 playlist non chiedetemele anche su yt vi supplico
@Oblivion. @Alby @sparso @NotturnoManto @edorf @Alpha @Emm @Krishoes @xello @Edre @Fob92 @Iry8 @Alabama Monroe @bilirubina @Foski @Pupi87 @vincy @lukeyyy @mrnace @JoJo @Vesuvius21 @L'indovino @semota @CrYs
Utente
4 febbraio, 2018
Chi vuole può tranquillamente condividere la propria playlist personale in un post !
Inoltre comunico che il sondaggio ha decretato che all'apertura della finale le completerò tutte (eliminati compresi) con la 5 scelta <3
Qui le scelte con le emozioni:
Utente
7 agosto, 2013
Casadelvino ha detto
Raga na fatica ma qui, su questo magico profilo spotify trovate tutti i percorsi di SDA4!
Wow pure con le copertine personalizzate!
Io come detto a Casa man mano che le ascolto sto facendo invece le playlist divise per Stato d’Animo. Quelle che alla fine avranno solo una canzone vedrò di metterle insieme ad altre da sole facendo un macro Stato d’Animo e le pubblico.
Utente
8 febbraio, 2020
A N G O S C I A
Yves Tumor - Lifetime
Archivio il mio stream of consciusness finora improntato sulla catchyness emotiva e musicale con un artista che coniuga due generi che amo, la neo-psichedelia e l'art rock. Un altro, ennesimo, artista fieramente queer nella mia lineup, un'anima profondamente visionaria e una musa ispiratrice del tormento nel quale tanto mi piace crogiolarmi di tanto in tanto, prima di tornare ad essere distesamente gioioso col Christmas Contest.
Ho amato floppare rappresentare l'angoscia l'anno scorso con King Krule, e ho deciso di rifiondarmi a capofitto quest'anno con una canzone altrettanto priva di replay value, ma in questo caso è una scelta voluta, perché l'angoscia è un sentimento dal quale vogliamo scappare, sul quale non vogliamo soffermarci nella daily routine, e del quale faremmo a meno. Per questo ho trovato poetico e coerente scegliere una canzone con poco o quasi nullo appeal uditivo, proprio per rispondenza nei confronti dello stato d'animo e di come lo si affronta. Immagino molti apprestarsi ad ascoltare questa canzone venendo immediatamente tramortiti da uno spirito di angoscia misto alla pulsione di doverla terminare il prima possibile: beh, in questo caso avrei ottenuto proprio l'effetto desiderato, just sayin'.
L'angoscia è un po' a cavallo tra l'ansia e la depressione, forse è lo stadio successivo all'ansia, la potrei sintetizzare come un'ansia più radicata, generalizzata, ma è allo stesso tempo lo stadio antecedente alla depressione, perché non si è ancora giunti alla fase terminale e cronica del malessere emotivo e soprattutto non ha quel carattere di persistenza e durabilità tipica della depressione. Allo stesso tempo non ha risvolti positivi, come altri stati d'animo più mitigati, quali la nostalgia o la malinconia, più che altro ha una cupezza di fondo che la rende tormentosa senza appigli o spiragli di immediata reperibilità, insomma, la luce fuori dal tunnel è lontana e le energie negative pervadono l'anima deviando dalle vie di uscita.
Come il Treccani enciclopedicamente suggerisce, l'angoscia può essere accompagnata da disturbi fisici e psichici di varia natura: in questo caso vediamo il protagonista nel testo lamentarsi di essere in preda ad una tortura, e di avere difficoltà respiratorie, e questo è uno dei suoi tratti caratterizzanti, ossia la ripercussione clinica della sofferenza.
Scorpion can't hold me back
I cannot breathe, I swear
It's torture
Lo ripete a se stesso come un mantra, provando ad esorcizzarlo, ma lo 'scorpione' (che a libera interpretazione e a seconda dei casi può essere una fobia, un'inquietudine esistenziale, un problema di salute, una profonda mancanza, quello che preferite) ha già infettato il suo umore, scardinando ogni sicurezza e coltivando una vulnerabilità patologica. L'angoscia ti convince che tu sia debole, che non abbia antidoti, e la vivi come un turbamento amplificato, perché ti dà la consapevolezza di essere ostica da sconfiggere e che tu sia disarmato nel farlo. Fagocitante, repulsiva, nebbiosa, in fin dei conti è una dimensione parallela nella quale la mente è ingabbiata e che ti espone alle tue debolezze, facendoti quasi divorare dai tuoi demoni interiori. Un aspetto che viene simbolicamente rimarcato anche nel concept visuale che l'italianissima regista Floria Sigismondi ha realizzato per questo video particolarmente evocativo nella sua estetica lugubre. Un viaggio negli angoli più bui del cervello di Yves Tumor.
Playlist Stati D'Animo >>> Playlist Wrapped
Ringrazio il buon Casa per aver messo insieme quattro delle cinque canzoni che ho scelto per partecipare a questo Contest.
Come vi dicevo all'inizio, sono state pubblicate tutte per la stessa etichetta discografica, la Undamento. Lo sarà anche il quinto brano, che non vedo l'ora di svelarvi, così da completare la mia playlist.
Sono anche brani di anni diversi, che associo di conseguenza a momenti (e stati d'animo) diversi della mia vita.
Non esco, 2019, un periodo un po' di delusione (e rassegnazione). Poi Piangi di See Maw, che mi riporta indietro al primo lockdown. E, ancora, Contento di Frah Quintale, vera e propria rinascita, che mi ascoltavo nell'estate 2020. E infine il 2021, in cui ho ascoltato ogni singola cosa pubblicata da Laila Al Habash, tra cui Flambé.
Utente
30 aprile, 2020
Uh, ne approfitto anch'io! Grazie mille Casa, davvero un regalo graditissimo!
Metto qui i brani che hanno fatto da colonna sonora al mio flusso di coscienza, per chi volesse riattraversarlo insieme a me in attesa, comunque vada, di farvi scoprire l'ultimo brano che per me rappresenta un po' la chiusura ideale di questo cerchio (e anche di un periodo che ho vissuto).
Utente
4 febbraio, 2018
semota ha detto
Casadelvino ha detto
Raga na fatica ma qui, su questo magico profilo spotify trovate tutti i percorsi di SDA4!Wow pure con le copertine personalizzate!
Io come detto a Casa man mano che le ascolto sto facendo invece le playlist divise per Stato d’Animo. Quelle che alla fine avranno solo una canzone vedrò di metterle insieme ad altre da sole facendo un macro Stato d’Animo e le pubblico.
Grazie mille ancora sem!
Un abbraccio anche ad @Alpha
Emm ha de
Alessio è un discreto rompic******i ma quando fa queste cose è strepitoso, non ce n'è per nessuno ❤ grazie caro
Ma hey
ahhaha figurati teso comunque lol
Utente
5 aprile, 2018
Allora ne approfffitto e pubblico la mia playlist e amplio leggermente di più il discorso finale della descrizione di Don't Run and Hide
Mi è piaciuto creare una playlist che spazia varia tra i generi e tra i stati d'animo ma che erano legati tutti da un fil rouge: il mio ultimo anno. Si inizia dalla scarna ed esistenzialista Return, che segna il punto di partenza di questo viaggio introspettivo, contrapposta alla ventata energica di Shot To Pieces con la sua contagiosa voglia di vivere, di costruire di vedere l'essere in frantumi come possibilitò di rinnovarsi e dinnovare, ma vivere vuol dire pure soffrire e Diamanda si fa portavoce di tutti gli orrori del mondo e li sputa in faccia all'ascoltatore senza nessuna pietà, fino ad arrivare alla consapevolezza che si è raggiunti con Ane Brun e la sua Don't Run and Hide, che è un pò il risultato caratteriale-psicologico di questo viaggio introspettivo. Se avrò la possibilità di presentare e concludere questo viaggio con il quinto brano, ci sarà un'altra sfumatura e stato d'animo diverso rispetto ai precedenti che donerà un nuovo colore a questa playlist.
Utente
27 febbraio, 2020
Spenderò due parole anche io sul mio percorso, anche se non essendo completato preferisco spiegare il criterio che mi ha spinto a selezionare ogni canzone (e ordinarle in questo modo) quando verrà rivelato il brano finale che chiude il cerchio.
Dico solo che ho provato a variare: appartengono a generi e periodi diversi, hanno raggiunto una fama diversa, trattano temi diversi con voci diverse, e alcune le ho conosciute da anni, altre di recente. Eppure penso che un fil rouge queste canzoni ce l'abbiano, ovvero il riuscire ad avvolgermi nella loro atmosfera, e farmi riflettere su stati d'animo che mi sono molto familiari.
Vedendo questa playlist, devo dire che ne sono molto soddisfatta perché la sento molto mia, e spero abbia trasmesso qualcosa anche a voi!
Grazie @Casadelvino per il lavorone ma non ho capitohh una cosa: i voti al percorso dobbiamo darli separatamente rispetto a quelli dei brani di questa fase, oppure queste playlist sono semplicemente da tenere in considerazione nel dare il nostro voto all'interno delle sfide?
Utente
6 dicembre, 2019
Per guardarmi dentro devo fare un tuffo nel passato. Queste parole me le ripeteva spesso il mio papone.
Non ti sei fatto male
Proprio come pensavo
Vedi, non serve a niente
Ripararsi dal vento
Ti sei un po' spaventato
Proprio come pensavo
Vedrai, non serve a niente
Rintanarti in te stesso
Lui, vuoi per deformazione professionale vuoi perché il nonno aveva fatto lo stesso con lui, mi spronava a provare ogni giorno cose nuove, insisteva molto sul saper riconoscere le proprie emozioni, di dare loro un nome, sul manifestarle apertamente sia le belle che le brutte. Soprattutto di sforzarmi di capire quelle degli altri. Vi dico sinceramente facevo molta fatica a capirle così come a capire il perché qualcuno durante la ricreazione non giocasse insieme nel gruppo o, come nel caso di chi sarebbe poi diventato uno dei miei migliori amici, non mi guardasse dritto negli occhi e avesse difficoltà persino a toccarmi.
Ma da 🤓 ubbidiente ho seguito le sue parole tanto da interiorizzarle e farle mie.
E' una canzone propositiva. Nonostante il testo abbia sprazzi di disillusione ci sono disseminati qua e là dettagli inequivocabili: il mare evocativo all'inizio, lo scandire del tempo che passa del tic tac dell'orologio, il crescendo musicale benaugurante, la pioggia che chiude un circolo per concludersi con la marcetta finale. Nel mio amato ottimismo è la soluzione positiva, trionfale appunto come la marcia, a un grande problema, l'Ostacolo, che incontriamo nel nostro Cammino chiamato Vita. Contro un ostacolo grosso sbadabam abbiamo impattato diversi mesi fa in famiglia. Mio padre ha avvertito il colpo più di tutti. Per non disturbare i figli, perché credeva di farcela da solo si era dimenticato di quanto aveva detto anni fa Vedrai, non serve a niente
Rintanarti in te stesso fino a quando, esausto, non ha preso in mano il telefono e mi ha chiamato. In quell'occasione sono stato io a dover rispondere alle sue richieste, a dare delle rassicurazioni. Nace dispensatore di consigli è un superossimoro. Come se Pablo Escobar chiamasse Fabrizio Corona per dei consigli sulla legalità.. Che ne so iooooooo? Naturalmente non ero pronto e preparato (questo ve lo dico oggi che provo a distanza di mesi ad osservarmi dall'esterno) ma ho fatto del mio meglio e quindi dissimulando in realtà tutto quello che provavo, mi sono calato nella parte e ho interpretato il suo di ruolo cercando di essere più calmo e assertivo possibile. Dopo un piantarello, una birretta, un piantarello e una birretta, chiacchiere e coccole notturne, un altro pianto, ancora chiacchiere è comparsa finalmente una grassa grossa risata.
IV
INTROSPEZIONE
Conchiglie
Utente
4 febbraio, 2018
Iry8 ha detto
Grazie casadelvino per il lavorone ma non ho capitohh una cosa: i voti al percorso dobbiamo darli separatamente rispetto a quelli dei brani di questa fase, oppure queste playlist sono semplicemente da tenere in considerazione nel dare il nostro voto all'interno delle sfide?
Dovete solo dare un voto alla sfide. Potete scegliere se volete darlo tenendo conto del percorso in toto (calcolando che state scegliendo i finalisti) oppure solo in base alla canzone del round 🙂
Utente
22 febbraio, 2018
AFFERMAZIONE
Quarto stato d'animo scelto è affermazione, dopo un periodo di smarrimento dove ci si trova a resistere a diverse avversità, viene quel momento di rinascita , quel momento dove si prende consapevolezza di chi si è, cosa si vuole fare, ma soprattutto quello di non voler più essere, indipendentemente da quello che il mondo o quello che ci circonda vuole imporre. Per questo stato d'animo ho scelto HYMN di Kesha, la canzone è un inno a coloro che non hanno un inno, vuole essere una canzone d'orgoglio per chiunque, per tutti coloro che ogni giorno si sentono non rappresentati nella società di oggi per qualsiasi svariato motivo.
Qui di sotto lascio il mio flusso dove ogni canzone rappresenta un determinato periodo e la successiva poi evoluzione
Most Users Ever Online: 2564
Currently Online:
629 Guest(s)
Currently Browsing this Page:
4 Guest(s)
Top Posters:
Olimpico85: 46381
pesca: 33124
KassaD1: 26612
xello: 25444
pazzoreality: 24095
Newest Members:
giuseppe
Sam smith
nicolas
jerry
jony
Forum Stats:
Groups: 6
Forums: 207
Topics: 26859
Posts: 1390007
Member Stats:
Guest Posters: 7
Members: 22816
Moderators: 9
Admins: 3
Administrators: RealityHouse, Alex87, mariomatt
Moderators: sadida83, Fob92, BB, Latinista, Alby, amers, Edre, monechiapi, Capo Horn