Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Diverse canzoni che mi hanno colpito in questa prima manche. Sempre molto interessante trovare la quadra nei pezzi che rispondono un po' a tutti i requisiti, ossia la bellezza della canzone, l'attinenza al tema e la trasmissione dello stato d'animo in questione. A volte è interessante anche il momento in cui succede con canzoni che non necessariamente avresti apprezzato altrimenti o con letture dello stato d'animo che non avresti dato.
Personalmente ho trovato il girone Introspezione abbastanza illegale, mi sono piaciute tutte le sei canzoni e ci ho messo una vita ad assestare la classifica.
Adesso sono molto curioso di vedere cosa accadrà con le scelte libere
Utente
4 febbraio, 2018
Ciao a tutti ecco a voi i risultati di fase 1. Molti risultati in bilico, ma alla fine abbiamo cavato i ragni dal buco, scopriamoli:
Ma cosa pensavate? Non avete letto il regolamento?
La nostra Giada vi deve donare una buona iniezione di mistero perchè i risultati rimangono segreti cucciolini miei mi disp
Utente
4 febbraio, 2018
Come si vota?
Semplicemente scegliendo tutti i vostri vincitori di sfida di tutte le sfide tranne la vostra.
Scegliete i parametri per votare individualmente e don't worry guyz.
Le sfide sono state basate sui risultati di fase 1, eventuali pareggi sono stati sciolti per numero maggiore di primi posti e così via.
Eventuali pareggi in questa fase di sfide saranno sciolti tramite i risultati in fase 1: i punteggi maggiori andranno avanti.
Versione scritta sfide:
Moving On - Kodaline - Rinascita
Io e te -Edda - Angoscia
To build a home - The Cinematic Orchestra - Nostalgia
Magmamemoria - Levante - Nostalgia
Ali sporche - Coez - Speranza
I need my girl - The NAtional - Nostalgia
Il vino - Piero Ciampi - Disperazione
Twisted Olive Branch- Asaf Avidan - Inquietudine
Inbred - Ethel Cain - Angustia
Caterpillar - Mountains of the moon - Vulnerabilità
Qualsiasi cosa, tutto - Lorenzo Fragola - Malinconia
COntento - Frah Quintale - Rinascita
Houdini - Foster The People - Sopraffazione
Shot to pieces - The gathering - Eccitazione
I wanna be here - B^EST - Fiducia
The Curse of Millhaven - Nick Cave & The Bad Seeds - Appagamento
THose Kisses - The Fishermen Three - Amore Platonico
m%n - Tha supreme - Delirio
Invisible - Skylar Grey - Smarrimento
In My Mind - Mysie - Ossessione
Parole di burro - Carmen Consoli - Passione
Per me è importante - Tiromancino - Saudade
Heartbeats - Josè gonzalez - Nostalgia
Hyacinth - Serpentwithfeet - Rinascita
@Oblivion. @Alby @sparso @NotturnoManto @edorf @Alpha @Emm @Krishoes @xello @Edre @Fob92 @Iry8 @Alabama Monroe @bilirubina @Foski @Pupi87 @vincy @lukeyyy @mrnace @JoJo @Vesuvius21 @L'indovino @semota @CrYs
Utente
7 agosto, 2013
Utente
4 febbraio, 2018
Ora copio platealmente prendo ispirazione da @Edre e faccio dei commenti sulle votazioni segrete:
- Solo due canzoni non hanno ricevuto neanche un ultimo posto/malus. Una delle due non è manco arrivata in top 2 complessiva, probabilmente perchè è anche l'unica a non aver preso né bonus né malus.
- Solo un girone è finito con più di 10 punti tra primo e secondo posto. Per uno invece tra primo e secondo era pareggio, sciolto.
- Una canzone è stata posizionata ultima da ben 16 votanti su 24. Tra i restanti, due l'hanno messa prima.
- Le distanze tra secondo e terzo sono state di 9,8,7 e 6 punti.
- C'è stato più di un caso che la classifica di un utente sia stata esattamente l'opposto di quella di un altrə utente
- Il punteggio più alto complessivo è di 89 punti. Il più basso di 22.
Tutto ciò per dire: pensate davvero di essere sicuri di chi ha vinto il vostro girone? E soprattutto, ma quanto sono diverse le percezioni delle emozione tra di noi? We're amazing
Utente
7 agosto, 2013
TO BUILD A HOME -THE CINEMATIC ORCHESTRA
Inizio ringraziando le playlist spotify che due anni fa mi hanno fatto conoscere questa bellissima canzone.
There is a house built out of stone
c'è una casa costruita in pietra
Wooden floors, walls and window sills
pavimenti di legno, muri e davanzali
Tables and chairs worn by all of the dust
tavoli e sedie consumati dalla polvere
This is a place where I don′t feel alone
questo è un posto dove non mi sento solo
This is a place where I feel at home
questo è un posto dove mi sento a casa
And I built a home
e ho costruito una casa
For you
per te
For me
per me
Until it disappeared
finché non è scomparsa
From me
Da me
From you
da te
And now, it's time to leave and turn to dust
E ora è tempo di lasciarla e dare in modo che si tramuti in polvere
Out in the garden where we planted the seeds
fuori in giardino dove avevamo piantato i semi
There is a tree as old as me
c'è un albero vecchio come me
Branches were sewn by the colour of green
i rami sono stati cuciti con il colore verde
Ground had arose and passed its knees
il terreno si è alzato e ha superato l'altezza delle ginocchia
By the cracks of the skin I climbed to the top
mi sono arrampicato alle fessure della superficie e sono arrivato in cima
I climbed the tree to see the world
ho scalato l'albero per vedere il mondo
When the gust came around to blow me down
quando delle folate di vento mi hanno fatto cadere
Held on as tightly as you held on to me
ti ho stretta forte tanto quanto tu hai stretto me
Held on as tightly as you held on to me
ti ho stretta forte tanto quanto tu hai stretto me
And I built a home
e ho costruito una casa
For you
per te
For me
per me
Until it disappeared
finché non è scomparsa
From me
da me
From you
da te
And now, it′s time to leave and turn to dust
E ora è tempo di lasciarla e dare in modo che si tramuti in polvere
Le case sono i rapporti che noi costruiamo nella nostra vita. Le arrediamo, ce ne prendiamo cura, gli diamo attenzione, le scaliamo e cadiamo. Lo facciamo per gli altri ma anche per noi stessi. Ma a volte queste relazioni sono fugaci, temporanee. Spesso intercettiamo qualcuno nella nostra vita il tempo che ci lasci qualcosa, che ci faccia crescere con esperienze a volte dolorose ma che poi ci lascia o che dobbiamo lasciare andare e tornare ad essere polvere.
Ma il ricordo resta, i semi piantati sono diventati alberi a cui a volte ci si aggrappa ma poi si impara a continuare ad andare avanti senza di loro, anche se esisteranno per sempre.
Me tapina devo ammettere che ho scoperto molto dopo che la canzone è famosissima e che l’avevo già sentita in Step Up 4.
Utente
7 agosto, 2013
Moving on - Kodaline (Rinascita)
Bene, mi piace giocare nella più assoluta sincerità. Se il brano di Baez/Morricone lo conosco da una vita, Moving On l'ho scoperto un minuto prima di inviarlo ad Alessio.
Dapprincipio, volevo schierare un altro pezzo dei Kodaline: nonostante il loro genere non sia in vetta ai miei ascolti, trovo ogni loro lavoro super affascinante, e la fusione tra la melodia e la voce creano un'alchimia perfetta.
Dicevo, avevo istintivamente pensato di portare un altro brano dei Kodaline abbinato ad un differente stato d'animo, ma era già stato giocato in passato e ho preferito evitare
Avevo il loro canale Youtube aperto e stavo scorrendo distrattamente i titoli cercando qualcosa da sentire sul lavoro per tenermi compagnia e perchè no, ispirarmi, e sono inciampato in Moving on, che non avevo mai sentito prima, e mi sono innamorato.
I smiled before I even heard you speak
I can accept we're growing older but I guess that's just the way it has to be
I wondered how you still remembered me
I heard you settled down and that you married happily
Oh, do you remember when I told you that I'd love you to the bottom of the sea?
Yeah I know, I know it's over but I guess that's just the way it has to be
Maybe share a drink and talk awhile
And reminisce about the days when we were still together
Maybe somewhere further down the line
And I will meet you there
Some time in the future we can share our stories
When we won't care about all of our mistakes
Our failures, and our glories
But until that day comes along I'll keep on moving on
I'll keep on moving on
I know it's been so long but I did not expect to see oh how beautiful you are
I guess that all that time apart has done you well
But hey I wish you all the best and maybe someday we might even meet again
Maybe share a drink and talk awhile
And reminisce about the days when we were still together
Maybe some day further down the line
And I will meet you there
Some time in the future we can share our stories
When we won't care about all of our mistakes
Our failures, and our glories
But until that day comes along
Until that day comes along
Until that day comes along
I'll keep on moving on
I'll keep on moving on
I'll keep on moving on
e ricordarci dei giorni in cui stavamo ancora insieme
...
quando non ci importerá di tutti i nostri errori,
ma fino a che quel giorno non arriverà io continuerò ad andare avanti. Io andrò avanti
Ve lo giuro, non sono io che ho scelto Coez!
Il brano con cui partecipo in questa fase è Contento di Frah Quintale, che ho scelto per esprimere il sentimento di Rinascita.
Partiamo da un funfact:
devo ringraziare @Emm : sì perché da novellino di Stati d'animo stavo scegliendo la mia cinquina basandomi solo sul testo. Quando ha chiesto se si potevano scegliere anche brani strumentali ho rimesso in discussione tutto: mi servivano dei pezzi che esprimessero un certo stato d'animo anche nella melodia.
Ed eccoci qui!
Fin dalle prime note, Contento suggerisce un risveglio, una ripresa. Per questo, a dispetto del titolo, non ho scelto un sentimento di contentezza ma di rinascita.
E la rinascita, si sa, arriva dopo una morte.
E, a esorcizzare il passato, ci pensa sempre la melodia, che si apre su un riff colmo di pathos dal riverbero corale.
E la base naturalmente accompagna ed esalta il testo.
All'inizio c'è appunto il risveglio, una serenità post-convalescenza, in cui si ritrova la propria dimensione, anche con un pizzico di "umiltà". L'umiltà dei sopravvissuti.
Mi sono svegliato con due dita di polvere addosso
Ma se mi impegno sono pure bravo a rimettere a posto
Ho tutto quello che ho chiesto
E poi eccola, la catarsi:
Quando sono caduto a terra m'ha fatto male
Sopra ad ogni ferita aperta verso del sale
Guarderò i tagli scomparire, cicatrizzare
Ritornerò a starci dentro, perché ogni cosa ha il suo tempo
Per me questo pezzo è un inno alla riabilitazione, alla gioia di rinascere. Non siete d'accordo?
Fatemelo un sorriso, dai:
P.S. ma quanto è carino Frah?
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Come prima scelta di gioco libera ho voluto proporre Houdini dei Foster The People. Colpevolmente, ho scoperto questa canzone soltanto di recente ed è diventata la canzone su cui più ho pianto negli ultimi tempi, per tutto ciò che ha cominciato a significare per me. Non potevo non pensare a questo pezzo per questa edizione di Stati d'Animo.
Se dovessi trovare una parola per definire me stesso nell'ultimo anno, quella parola sarebbe sicuramente "sopraffatto". In questi mesi mi ha accompagnato la sensazione di non essere in grado di gestire le cose, di affrontarle, di non avere la forza di fare i conti con tutto quello che succede, ma in un certo senso anche con tutto quello che non succede. Sopraffatto dai pensieri, dai timori, dai doveri, dagli altri, persino da me stesso e dal modo in cui sono fatto.
A volte ti chiedono quale superpotere vorresti avere e lì per lì non hai mai la risposta pronta. Io da un po' di tempo ce l'ho ed è il potere di non esserci, di sospendere l'esistenza. Di scomparire. C'è chi vorrebbe il dono dell'ubiquità per poter essere in più posti, io vorrei quello dell'irreperibilità per poter non essere da nessuna parte. Quando per la prima volta ho ascoltato quel "Sometimes I want to disappear", seguito da quei suoni distorti come lamenti di qualcuno che non riesce a liberarsi dalle proprie catene o ad evadere dal proprio stesso corpo, non sono riuscito a trattenere le lacrime, come se questa canzone in quel momento fosse riuscita a capirmi.
Harry Houdini è stato il più straordinario illusionista ed escapologo di tutti i tempi, celebre soprattutto per le sue fughe impossibili, per la sua capacità di liberarsi come per magia da catene, trappole, funi e lucchetti. Un maestro dello svanire nel nulla, di quei numeri illusionisti per cui entri in una cassa e, per qualche strana formula magica, quando viene riaperta ci sono solo le corde con cui eri legato.
Ed è proprio questa irraggiungibile capacità che i Foster The People invidiano ad Houdini. Sopraffatti dall'industria musicale, dalla propria casa discografica, dal pubblico e dal palco, da quel mondo frenetico che chiede loro di essere sempre presenti, brillanti e performanti, i membri della band invocano la propria volontà di sottrarsene, di scomparire. Il videoclip, in questo senso, è più che eloquente. I Foster The People finiscono metaforicamente tramortiti dai riflettori, ma lo spettacolo non si può fermare. Incurante della loro morte, o semplicemente del loro malessere, il sistema si appropria dei loro corpi e comincia a manovrarli affinché facciano ciò che tutti si aspettano che facciano.
Io di certo non calco alcun palcoscenico, eppure la vita non è poi molto diversa. Viviamo situazioni in cui dobbiamo esserci per forza, ed esserci in un certo modo. Negli ultimi tempi ho accusato molto il dover dissimulare, il dover fingere che tutto vada bene e sorridere comunque, il far finta che non ci sia niente che ti pesa, anche quando tutto l'insieme ti sta schiacciando. Ingoi rospi, accumuli tensione, senti la pressione stringerti come un nodo ai polsi. Cerchi una via per liberarti, ma finisci soltanto per ingarbugliarti di più.
Non sono stanco di vivere, ma a volte vivere mi rende stanco. Da qui il desiderio di non esserci, o almeno di poter chiamare un time out di tanto in tanto. Sparire per non essere raggiunto, per prendermi il mio tempo mentre tutto corre veloce, per concedermi il lusso di non essere performante. Sembra una soluzione ideale, persino facile e a portata di mano, ma così come per Houdini, sparire, liberarsi da soli, non è altro che un'illusione. Sottrarci alle situazioni, agli altri e a noi stessi non ci renderà altro che più sopraffatti quando toccherà giustificare la nostra assenza.
È invece mostrandoci, facendoci vedere, chiamando aiuto, che qualcuno arriverà ad allentare le catene. A forzare il lucchetto. A girare la chiave.
Utente
7 agosto, 2013
ALI SPORCHE – COEZ
Non posso perdere l’unica cosa che mi mantiene vivo: la speranza.
(Paulo Coelho)
Che cosa è’ la speranza? Qui mi spiace annoiarvi ma la mia deformazione personale traspare. Ho provato e provo tutt’ora almeno una volta al giorno a rispondere a questa domanda. Ogni tanto mi chiedo se esiste questo sentimento, perché certe volte la voglia di rassegnarsi prende il sopravvento. Invece credo che speranza è ciò che ci riporta a trovare un senso al vivere, è ciò che ci permette di rialzarci più e più volte e anche quando pare perduta va cercata, alimentata perché cresca. È la capacità che ci permette di mantenere vivo il desiderio di vivere e non semplicemente sopravvivere.
Dimostrare che si è cresciuti grazie al proprio passato, alle esperienze negative, a cio’ che c’è stato di brutto nella propria vita (il sangue sulle ali). Tutto questo ci porta vicino alla meta: quel te di cui si parla e verso cui si deve volare.
Non so e non credo che quel te si riferisca per forza ad un amore, io penso che Coez si riferisca a qualcuno a cui si deve dimostrare qualcosa. Comunque sia l’interpretazione sia i sentimenti che le animano sono soggettivi, ognuno ci vede cio’ che vuole.
Ho i tagli sotto i talloni, ah
E ho perso sangue a galloni ma
Guardami ancora in piedi, nelle mie nuove Nike
Lei mi vuole, mmh i like
Bella come il sole, stronza come il mondo
Scrivo ogni canzone, quando sono a fondo
E ho la capacità di
Trasformare una realtà bianca e nera in HD
E anche se ho le ali, sporche di sangue un giorno volerò da te
E questo sangue, m'ha reso grande, per questo volerò da te
E anche se ho le ali sporche di sangue un giorno volerò da te
E questo sangue, m'ha reso grande per questo volerò da te
Cosa ho dovuto fare io Dio solo lo sa
Per mantenere la mia faccia pulita
Cresciuto nell'oblio di questa grande città
L'ascolto mentre caccia le grida
E ho spesso ho perso il controllo, collo rotto
Lo stesso giuro non mollo (no) manco morto
Imparo dall'impatto con la verità
Che è trasparente come il vetro e puoi tagliartici a metà
E anche se ho le ali, sporche di sangue un giorno volerò da te
E questo sangue, m'ha reso grande, per questo volerò da te
E anche se ho le ali sporche di sangue un giorno volerò da te
E questo sangue, m'ha reso grande per questo volerò da te
Sto sotto la pioggia, la vita mi boccia, sto qui che insisto resisto chiamami roccia
È quello che ho già, l'ho preso da me nessuno regala (no)
È tutta una gara (eh) lo so già
Ma so che anche se ho le ali sporche volerò
Ma so che anche se ho le ali sporche volerò
E anche se ho le ali sporche di sangue, un giorno volerò da te
E questo sangue, m'ha reso grande, per questo volerò da te
E anche se ho le ali sporche di sangue un giorno volerò da te
E questo sangue, m'ha reso grande per questo volerò da te, eh
Da te, eh
Da te, eh
Da te, eh, eh, eh, eh-eh-eh
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Angustia
Ethel Cain
"Inbred"
Per questa prima sfida libera, ho deciso di portare un brano che riprende un tema già affrontato da me in altri contest (…sempre di C4s4d3lv1no tra l’altro), ma che proprio per questo sento mi appartenga molto.
“Inbred” di Ethel Cain è uno spaccato della società del Deep South statunitense. Ethel Cain è una cantante che vive in Alabama. I suoi brani trattano tematiche disturbanti, legate alle mentalità più chiuse di una società ancora molto rurale rispetto a ciò che si racconta, più comunemente, quando si parla di Stati Uniti (e quindi, quasi sempre, delle città statunitensi, molto più progressiste rispetto al resto del paese). Sono sicuro che qua su RH si abbia un’idea del contesto visto che c’è molta gente attiva in ambito sociale e cosciente anche dei problemi di altre società, e si possa immaginare la difficoltà che Ethel, in quanto donna transessuale che vive nel Deep South, abbia incontrato nel corso della sua vita.
I brani di Ethel Cain prendono spunti dall’alt-rock, dream pop, canti gregoriani ed elementi legati al gotico americano. Un casino, apparentemente, ma i brani risultati sono molto più “ascoltabili” e pop di quanto si potrebbe pensare leggendo le ispirazioni. Sono composizioni in cui Ethel racconta i propri stati d’animo ed espone le proprie idee mediante storie metaforiche. Non sono necessariamente esperienze della sua vita, ma esperienze della gente che la circonda, descrivendo in maniera estremamente lucida un forte disagio legato a povertà, trauma, patriarcato, abuso di sostanze, violenza domestica, mancata accettazione.
Per queste ragioni ho deciso di giocare Ethel in Angustia con quello che trovo sia il suo brano manifesto: “Inbred”. Inbred è uno spaccato di una famiglia disfunzionale, con testo e sonorità che rimandano a una situazione di angoscia mista a sconfitta nella vita: non c’è redenzione, non c’è speranza. C’è solo un forte senso di perdizione e costrizione psicologica che non lascia spazio ad alcuna speranza. Angustia in senso non figurativo significa “stare stretti”, in senso figurativo si collega all’insieme di emozioni che caratterizzano una costrizione psicologica, appunto, senza via d’uscita. Il racconto di Ethel in Inbred è vivido, senza mezze misure, con immagini estremamente pesanti che non posso nemmeno riportare sul sito come testo perché… Fin troppo vivide ed esplicite. Riporto, tuttavia, l’inizio del ritornello, che per me è una botta assurda ed evidenzia perfettamente il senso di angustia che pervade la canzone:
“You can't win 'em all / Who knows how much longer
I'll lay on the floor / Touch me 'til I vomit
I'm not scared of god
I'm scared he was gone all along”
Il potere di questo brano è che, tramite un racconto metaforico e vivido, permette di immedesimarsi in ciò che si sta raccontando e trasmettere un’emozione. So che è un paragone estremo, ma da persona cresciuta con le canzoni di De André, questo tipo di testi basati chiaramente su racconti mi emoziona particolarmente. Detto francamente, Inbred a me spezza in due e mi pesta sotto i piedi sputandomi addosso al contempo, da un punto di vista emotivo. In particolare poiché, in condizioni chiaramente più semplici di quelle di Ethel, anche io percepisco sempre una sorta di angustia latente legata al posto in cui sono cresciuto: un paesino del Sud Italia in una zona ancora legata a concetti retrogradi, in cui non senti sempre di avere una via di uscita, vedi tante persone che non l’hanno avuta, e questo ti porta a costruire più cinicamente il tuo avvenire. Vedi tutt’attorno gente che si rinchiude nella claustrofobia di una mentalità retrograda e sceglie di non uscirne o, ancora peggio, gente che non ha i mezzi per uscirne a causa di un sistema che non è in grado di comprendere e aiutare quelle persone, ma solo di vessarle.
Qualcuno di voi che ha memoria dei contest di RH avrà già capito che questa scelta sia una sorta di estensione al mondo di ciò che ho raccontato a Italy Calling, con una base differente e più universale, e con questo spero di aver chiuso un cerchio, estendendo quell’angustia che avevo trattato allora in maniera territoriale a qualcosa che, seppur legata a sua volta a un altro territorio, riesce a coinvolgere meglio l’ascoltatore grazie a una metafora veramente toccante.
ab_channel=EthelCain
Utente
5 aprile, 2018
THE GATHERING
SHOT TO PIECES
ECCITAZIONE
Non avrei mai pensato di giocare “Shot To Pieces” a Stati D'Animo però nella mia testa si era creata una sorta di similitudine tra questo brano e il precedente “Return”. “Return” tratta l'andare in frantumi in maniera delicata, intima, essenzialista, e c'è bisogno di rimettere insieme i pezzi del proprio passato, mentre in “Shot To Pieces” l'andare in frantumi viene vista come un'opportunità per innovarsi e rinnovarsi.
“Shot To Pieces” è un up-tempo rock e trovo che il testo, oltre a trattare il fenomeno dell'immigrazione, può essere interpretato come una metafora di tutta l' ECCITAZIONE che i The Gathering provavano all'epoca. Il brano è contenuto in “If Then Else”, il loro primo album prodotto da indipendenti, quindi dopo la scissione avvenuta con la Century Media, loro precedente casa discografica.
I The Gathering, dopo un paio di CD di matrice death metal con voce maschile in growl, ebbero un netto cambiamento di stile con l'arrivo della cantante Anneke Van Giersbergen, abbandonarono influenze death metal per abbracciare atmosfere gothic, imponendosi come i capostipiti della “scuola” gothic olandese, alla quale si aggregarono successivamente i Within Temptation, con la quale esplose del tutto a livello internazionale. Dopo questi due CD gothic fecero un altro cambio stilistico pubblicando “How To measure a Planet?”, un doppio album dalle influenze rock psichedeliche, con accenni allo shoegaze, all'industrial e al trip hop. Senza girarci troppo intorno, fu un flop, a quel punto, la Century Media, etichetta discografica che si occupa principalmente di artisti metal, scisse il contratto What fine judgment I see In the eyes of our world leaders
A quel punto, dopo un periodo di incertezza su cosa fare perchè è stato naturale rimanere un pò destabilizzati dalla recessione del contratto Oh how beautiful life could be if it hadn't been shot to pieces, abbracciarono la scelta di diventare artisti indipendenti, autopubblicandosi,senza dover rendere conto più niente a nessuno, seguendo solo la propria urgenza creativa What secret music do I hear upon the drums of my ear.
Il brano si poggia su questo irresistibile giro di chitarre che è una sferzata di energia e su conclude con questo outro che ripete What great pleasure I feel [how beautiful life could be], che ti fa percepire questa sensazione di piacere, adrenalina, mentre ti apri al proprio futuro perchè bisogna vivere la vita appieno delle sue possibilità, intervellato da un elettronico, in sottofondo, I come from nowhere, per sottolineare che tanto non abbiamo nulla da perdere.
Non bisogna temere anche di fare tagli drastici col proprio passato I see my late identy burn perchè è normale essere in continua evoluzione quindi lasciamoci travolgere da questa frenetica voglia di cambiamento, da questa fame di vita.
Ne approffitto per postare questo bootleg del 2000 dove io potrei essere tranquillamente tra uno di quelli che saltano tra le prime file(quanto mi mancano i concerti )
Utente
4 febbraio, 2018
Scusate ragazzi, vi taggo per un mio (importante sigh) refuso.
La canzone di Asaf Avidan (iry) è associata allo sda INQUIETUDINE. Avevo per sbaglio ricopiato lo sda errato nella versione scritta (nelle grafiche invece era corretto).
Vi prego di rivalutare la sfida nel caso aveste visto la sfida leggendo solo la versione scritta con lo sda sbagliato.
Scusate. Ho fatto confusione
@Oblivion. @Alby @sparso @NotturnoManto @edorf @Alpha @Emm @Krishoes @xello @Edre @Fob92 @Iry8 @Alabama Monroe @bilirubina @Foski @Pupi87 @vincy @lukeyyy @mrnace @JoJo @Vesuvius21 @L'indovino @semota @CrYs
Utente
27 febbraio, 2020
L'inquietudine è lo stato d'animo che ho provato nello scoprire di essere contro quel folle genio di @mrnace , a cui faccio un grande in bocca al lupo!!
TWISTED OLIVE BRANCH
Asaf Avidan
Inquietudine
Twisted Olive Branch è una canzone per cui non ho mai trovato scritto il senso che l'artista ha voluto attribuirle, ma meglio così: quello che ho voluto portare è la mia interpretazione, ciò che questo brano fa arrivare a me (e spero (?) anche a voi).
L'inquietudine l'ho intesa in questo caso in modo letterale, come uno stato d'animo che non fa stare quieti, che ci smuove qualcosa di tormentoso dentro. È un segnale di qualcosa che non va, che sfugge al nostro controllo; anche se spesso non riusciamo a coglierne la natura, sappiamo solamente di essere turbati. Ed è proprio questo che mi trasmette la canzone in questione.
Già dalla prima volta che l'ho ascoltata mi ha fatto provare tante sensazioni insieme: malinconia, rimpianto, negatività, anche timore e paura. Associare però uno solo di questi stati d'animo più specifici sarebbe stato togliere le altre sfumature che per me sono presenti.
Non mi dilungherò troppo sul lato auditivo, perché non ne ho le capacità (sigh! ) e perché conto che riesca a parlare per sé, ma per me l'atmosfera si fa carica di inquietudine fin dalle prime note per il loro carattere quasi spettrale.
Per quanto riguarda il testo, invece, l'inquietudine è data innanzitutto dal colore che predomina: il nero. Neri sono infatti l'amore, il corvo, le pietre. È un'oscurità che sembra una voragine, e che ben si intona con lo stile e il tema della canzone.
Le immagini che troviamo descritte poi sono molto evocative: l'oceano profondo, le onde che si schiantano sulla riva, il corvo nero che vola, un poccolo raggio di luce con i suoi granelli di polvere, e infine il marinaio.
Sembrerebbero immagini poetiche, ma c'è una forte distorsione applicata a ogni elemento: la profondità dell'oceano è come quella dell'amore, una profondità scura e affascinante ma anche pericolosa e minacciosa. Il corvo nero è in volo, ma dolorante per via delle sue mille piume nere e per l'odio verso la colomba (un qualcosa invece di bianco e puro). Il raggio di luce è "piccolissimo" ed è associato alla speranza che rimane poca e, addirittura, sbagliata ("Hope is small / ... Hope is wrong") all'interno della cornice di oscurità. E infine, il marinaio è stanco, e cadrà "tradito" dalle pietre nere. È come se il nero presente nella canzone risucchiasse tutto.
Infine, il ritornello è quasi straziante per via del sentimento e della fragilità nella voce di Asaf Avidan, che ripete "Fly, black raven / My heart, an open hatch / Fly, dark raven / Come back, raven / Twist your twisted leg upon that twisted olive branch" ("Vola, corvo nero / Il mio cuore è un portello aperto / Vola, corvo nero / Torna indietro, corvo / Contorci la tua zampa contorta su quel contorto ramo d'ulivo"). A rendermi inquieta è questo sentimento di rimpianto, questa richiesta di tornare indietro, questo sentirsi vulnerabili con il cuore esposto, e questo vedere ogni cosa come contorta e priva di speranza.
Può trattarsi anche solo di un brivido momentaneo, ma per me Twisted Olive Branch trasmette il modo in cui, anche solo per quell'istante, l'inquietudine possa essere la lente distorcente con cui osserviamo il mondo.
Testo completo sotto spoiler:
Love is deep
the deepest ocean will come
with the sound of a thousand waves, hit the shore
Love is black
the darkest ravel will crawl
with the pain of a thousand black feathers, and the hate for a dove
Fly, black raven
My heart an open hatch
Fly, black raven
Come back, raven!
Twist your twisted leg upon that twisted olive branch
Hope is small
the smallest light beam will come
with the dance of a thousand flakes of dust
Hope is wrong
a weary sailor will fall
with the betrayal of a thousand black stones and a prayer for more
Fly, black raven
My heart an open hatch
Fly, black raven
Come back, raven!
Twist that twisted leg upon that twisted olive branch
Utente
16 gennaio, 2021
m%n - tha Supreme // DELIRIO
ah no!
Il delirio è una convinzione errata che nutriamo cercando giustificazioni nella realtà che ci circonda, rendendo i nostri atteggiamenti di fatto poco intellegibili agli altri.
Dalle prime note distorte, m%n è totalmente delirante. Le parole trascinate e rese incomprensibili a chi non legge il testo, e il testo stesso difficile da analizzare e capire, fino alla seconda strofa che prende la deriva e finisce con l'essere un insieme di versi e onomatopee. Il ritornello è poi una ripetizione quasi ossessiva e per niente intellegibile, appunto, quasi delirante: non fotti me magari gli altri. Di chi sta parlando, di cosa sta parlando? E soprattutto, con chi sta parlando? C'è un interlocutore o è fantomatico? E se stesse parlando di se stesso e con se stesso, vittima di un trip finito male?
In bocca al lupo, bili
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